“Noi ci stiamo”: presentazione del Quaderno di lavoro MGS e dell’Ideario 2022/2023

Siamo arrivati al terzo anno della proposta pastorale MGS: “Noi ci stiamo” Non con le percosse ma con la mansuetudine, #sharethedream.

Introducendo il Quaderno di lavoro va detto che l’idea di fondo sta nell’accompagnare la comunità educativo pastorale nel suo insieme, e ogni singolo giovane e adulto ad entrare sempre più e sempre meglio nella spiritualità apostolica salesiana, mettendo a fuoco il nostro sistema educativo. È uno strumento di “formazione per la missione”.
Come ogni anno ci lasciamo anche interpellare dalla Strenna del nostro Rettor Maggiore, che per il 2022 ha scelto di concentrarsi su san Francesco di sales, il Dottore dell’amore: «Fate tutto per amore, nulla per forza» ne è il motto di riferimento.
Al centro c’è la volontà di prendere la decisione di appartenere alla Chiesa e di lasciarci infiammare dallo spirito missionario che dovrebbe caratterizzare la vita di ogni credente: per questo il titolo del presente quaderno è “Noi ci stiamo”. Significa che desideriamo renderci disponibili per Dio e per la sua proposta, per la Chiesa e la sua missione. Chiamati ad un’alleanza d’amore, non ci tiriamo indietro, ma siamo spinti a deciderci per Dio e per gli altri, riaffermando la nostra piena apertura vocazionale.

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Dall’introduzione del Quaderno, scritto da don Rossano Sala:

Il presente Quaderno non è stato né pensato né scritto per essere un “libro da leggere”, ma è concepito per essere uno strumento interattivo. Un quaderno “di lavoro”, cioè un compagno di viaggio per il nostro cammino di formazione per la missione. La scelta riconfermata – sulla scia positiva di quella degli ultimi tre anni (Puoi essere santo #lìdovesei, Nel cuore del mondo #LiveTheDream, Amati e chiamati #MakeTheDream) – è quella di dare dei contenuti solidi capaci di interagire con il singolo e con il gruppo attraverso la richiesta di partecipazione attiva.

Dall’introduzione dell’Ideario 2022/2023:

Anche quest’anno abbiamo scelto di proporre uno strumento pastorale per ogni realtà salesiana: “l’Ideario MGS”. Dopo l’esperimento dell’anno scorso, è sembrato opportuno affiancare al “Quaderno di lavoro MGS” una “bozza di progettazione pastorale”. È questa la natura e lo scopo di questo strumento: offrire spunti e intuizioni che aiutino a trasformare i contenuti del “Quaderno” in possibilità concrete di percorso e cammino formativo. Come in una piccola sartoria, ogni equipe educativa potrà partire da questi suggerimenti pastorali per cucire il proprio cammino locale. Unica infatti è la proposta, ma differente è la personalizzazione locale. Unico è lo spirito e il carisma salesiano, molteplici sono le coloriture e sfumature che esso assume in ogni territorio. Unica è la pedagogia salesiana, ma differenti sono i bisogni educativi nei diversi territori e nelle singole opere educative.
A ciascun “laboratorio sartoriale” il compito di tagliare la stoffa e cucirla su misura della propria realtà.

Lavoro: Cnos-Fap e Pts, online Osservatorio interattivo per monitoraggio politiche attive

Dal sito di Labitalia.

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Roma, 28 giu. (Labitalia) – “Dall’autunno 2021, con il Programma Gol (Garanzia per l’occupabilità dei lavoratori), previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), si è di fatto aperta una nuova era per le politiche attive del lavoro e della formazione professionale”. Con questo messaggio positivo, il Cnos-Fap (Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione Aggiornamento Professionale) e Pts hanno aperto oggi, a Roma, nella Sala Capitolare del Chiostro del Convento di Santa Maria Sopra Minerva, la terza edizione del ‘Seminario sulle politiche attive del lavoro e della formazione professionale’, che quest’anno si è focalizzato su ‘Le azioni del Pnrr tra Stato e Regioni’. Per Fabrizio Bonalume, direttore generale del Cnos-Fap, “diventa prioritario costruire una governance su più livelli che preveda un’uniformità di servizi nel Nord come nel Sud dell’Italia e che risponda così in maniera omogenea all’obiettivo ambizioso previsto dal Programma Gol: 4,5 miliardi da distribuire tra le varie Regioni e la presa in carico di 3 milioni di disoccupati entro il 2025”.

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TGS e DBYN: The Future is Europe – nuovo progetto di formazione Internazionale

Dal TGS Nazionale, un progetto della rete Don Bosco Youth-Net.

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“Il futuro è l’Europa: servizio di volontariato e cambiamento sociale” è un progetto Erasmus+ di partenariato su piccola scala per la gioventù, Azione Chiave 2, scritto e presentato dal Gruppo di lavoro sul volontariato di Don Bosco Youth-Net e rivolto a giovani volontari.

L’obiettivo del progetto è quello di contribuire a definire una visione del volontariato per i prossimi anni, fissando obiettivi a lungo termine e aiutando tutte le organizzazioni partner a sviluppare azioni concrete.

Tutte le attività implementate per questo progetto sono costruite attorno a quattro pilastri: digitalizzazione, solidarietà, occupazione e sostenibilità. Queste attività mirano a sensibilizzare i giovani su temi quali la cittadinanza europea, l’impegno civico e i valori comuni. Metteranno in contatto giovani di diversi Paesi e li aiuteranno a sviluppare le loro competenze trasversali, le loro abilità e la loro occupabilità. Questo aiuterà tutte le organizzazioni partner a creare un modello di educazione alla cittadinanza attiva ed europea da implementare in tutti i Paesi coinvolti e oltre.

Il progetto “Il futuro è l’Europa” si articola in quattro attività che prevedono un incontro preparatorio online, un seminario in presenza e un successivo incontro di verifica online per ogni argomento:

  • “Volontari per la trasformazione digitale” – Benediktbeuern (Germania), 29/08-01/09/2022
  • “Volontari per la solidarietà” – Lovanio (Belgio), 20-23/10/2022
  • “Volontari per l’occupazione” – Campello (Spagna), 27-30/04/2023
  • “Volontari per la sostenibilità” – Mogliano V.to / Venezia (Italia), 03-06/08/2023

I “quattro pilastri”, i nostri principali campi d’azione, sono collegati alla Strategia dell’Unione Europea per la Gioventù. Sono cruciali per lo sviluppo delle nostre attività di volontariato internazionale. Ciò che vogliamo ottenere come rete è:

  • Rafforzare la nostra rete per consentire l’esperienza di volontariato in Europa (Obiettivo Europeo per i Giovani #1 Collegare l’UE e i giovani)
  • Consentire la partecipazione dei giovani alla creazione di scenari per il futuro della mobilità (Obiettivo Europeo per i Giovani #9 Spazio e partecipazione per tutti)
  • Consentire ai giovani di agire come agenti del cambiamento per lo sviluppo ambientale e sostenibile (Obiettivo Europeo per i Giovani #10 Europa verde sostenibile)
  • Sviluppare piattaforme digitali e spazi di apprendimento, al fine di sostenere i volontari e le organizzazioni durante le attività di volontariato (Obiettivo Europeo per i Giovani #8 Apprendimento di qualità)
  • Creazione di spazi di lavoro e opportunità per progetti di solidarietà, in particolare per i giovani svantaggiati (Obiettivo Europeo per i Giovani #3 Società inclusive)
  • Sostenere l’occupabilità dei volontari attraverso il riconoscimento dei risultati dell’apprendimento non formale e informale (Obiettivo Europeo per i Giovani #7 Lavori di qualità per tutti)

Obiettivi 

Gli obiettivi generali di questo progetto di partenariato su piccola scala sono i seguenti:

  1. essere in grado di rafforzare la dimensione europea che il nostro servizio di volontariato offre;
  2. raggiungere un maggior numero di giovani attraverso progetti di qualità;
  3. avere un forte impatto sull’occupabilità dei giovani attraverso il riconoscimento delle competenze acquisite durante l’esperienza;
  4. fornire soluzioni digitali per la creazione di reti e ambienti di apprendimento, compreso il tutoraggio e il supporto generale durante tutte le fasi di un progetto.

Miriamo a raccogliere questi obiettivi di qualità in un documento programmatico da condividere.

Profilo dei partecipanti

I membri dello staff delle organizzazioni partner cercheranno 2 partecipanti per ciascuna attività proposta che idealmente potranno essere coinvolti durante l’intero progetto. È importante che la nostra rete includa la voce dei giovani nel processo di sviluppo. Dal momento che hanno esperienza come volontari locali o internazionali, possono definire esattamente le esigenze e le possibilità per le attività di volontariato

Le attività proposte dal progetto “The Future is Europe” sono rivolte a volontari provenienti da tutta Europa, giovani tra i 18 e i 30 anni con esperienza di volontariato, attivi nell’ambito dell’animazione giovanile all’interno dell’associazione di appartenenza, con precedente esperienza di animazione socio-educativa a livello locale o internazionale (oratori, centri giovanili, movimenti giovanili, etc.),  in grado di agire come moltiplicatori all’interno della comunità locale e nell’ambito dell’organizzazione di appartenenza, in grado di comunicare e lavorare in lingua inglese, aperti e motivati a intraprendere un’esperienza internazionale e interculturale, con esperienza della figura di Don Bosco; la conoscenza o l’esperienza nel settore oggetto della specifica attività è aspetto di preferenza nella selezione dei partecipanti.

Dai partecipanti selezionati ci si attende una partecipazione attiva e piena ad almeno una delle quattro attività prevista dal progetto, inclusa la partecipazione agli incontri online prima e dopo l’attività in presenza.

Attività previste: 

Attività 1: “Volontari per la trasformazione digitale”

Benediktbeuern (Germania), 29/08-01/09/2022

Questa attività rappresenta una piattaforma per la produzione di contenuti e idee su come connettere i processi di trasformazione digitale e le attività di servizio di volontariato. Durante il seminario ci sarà l’opportunità di dare uno sguardo a esempi di buone pratiche di ambienti di apprendimento digitali e a strumenti esistenti che potrebbero essere integrati nei nostri programmi. Accanto a questo ci sarà l’opportunità di esplorare ulteriori opportunità di networking digitale, al fine di rafforzare la cooperazione nel campo del servizio di volontariato.

Attività 2: “Volontari per la solidarietà”

Leuven (Belgio), 20-23/10/2022

Attraverso il servizio di volontariato i giovani possono sviluppare competenze di animazione socio-educativa, protagonismo giovanile, capacità imprenditoriali, abilità pedagogiche, capacità di auto-riflessione e altro ancora. Questa proposta di formazione utilizzerà il concetto di educazione ai diritti umani come strumento per l’impegno sociale nel proprio ambiente e nella società. Il seminario offre ai partecipanti l’opportunità di ampliare il loro punto di vista sulla società e darà loro una maggiore consapevolezza degli obiettivi che possono raggiungere con la loro esperienza di volontariato a livello locale e internazionale.

Attività 3: “Volontari per l’occupazione”

Campello (Spagna), 27-30/04/2023

Il seminario è proposto con metodologia partecipativa così che i partecipanti possano imparare dall’esperienza e dalla pratica. Si concentrerà sullo scambio di esperienze in cui i volontari condivideranno le modalità con cui svolgono attività di servizio gratuito presso la propria organizzazione (compresi compiti e livelli di responsabilità), concentrandosi sul processo di apprendimento e sulle competenze acquisite, al fine di aumentare la consapevolezza sul riconoscimento del volontariato e sull’importanza di evidenziare le competenze apprese durante tale servizio nei processi di candidatura per una posizione lavorativa.

Attività 4: “Volontari per la sostenibilità”

Mogliano Veneto / Venezia (Italia), 03-06/08/2023

Il fragile ambiente urbano di Venezia al centro di una laguna è stato scelto come luogo ideale per sviluppare un confronto sui temi della sostenibilità. I partecipanti avranno l’opportunità di conoscere il progetto “Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità”, spunto per un dibattito culturale su sostenibilità, tematiche ambientali, sociali e di governance e ai partecipanti verrà chiesto di suggerire possibili azioni che consentano una crescita sostenibile del territorio. L’attività includerà incontri con rappresentanti delle amministrazioni locali e associazioni giovanili di volontari, seguiti da sessioni di workshop in contesti non formali.

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ADMA: Esercizi Spirituali estivi

L’Adma Primaria di Torino propone dal 2009  ai propri associati e simpatizzanti un periodo di ricarica spirituale nel periodo estivo. Nei mesi di luglio e d’agosto nelle case salesiane di Valdocco e Cumiana e a Gressoney quasi 400 persone parteciperanno agli esercizi spirituali: giovani coppie appena sposate, famiglie con 2,3 4 o 5 figli, separati, single, nonni, vedovi, consacrati. Preghiera, fraternità, condivisione, formazione…non solo per gli adulti, ma anche per figli, grandi e piccoli: un cammino a misura di famiglia in cui tutti hanno l’opportunità di crescere nell’amore a Gesù, Maria e ai fratelli.

Alla scuola di San Francesco di Sales nel 400° anniversario della morte approfondiremo i temi della preghiera, della Lectio Divina, delle virtù – dall’umiltà alla carità – declinati in formato familiare. Naturalmente ancorati a Gesù Eucaristia e a Maria Ausiliatrice con i mezzi suggeriti da don Bosco: Rosario, Comunione e Confessione.

È difficile comunicare a parole la bellezza e il calore del clima di famiglia che si respira. Tutti si prendono cura di tutti, e la stessa tenerezza e affetto che si vede verso i più piccoli è quella che si esprime per il Signore e per Maria nella preghiera e nell’amicizia che tutti unisce.

Gli Esercizi Spirituali saranno così distribuiti:

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Italia – Incontro degli Incaricati dei Collegi Universitari Salesiani d’Italia 2022

Dal sito dell’ANS.

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(ANS – Roma) – Si svolgerà nei giorni 28 e 29 giugno 2022, presso il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM), a Roma, l’Incontro degli Incaricati dei Collegi Universitari Salesiani (CUS) d’Italia.

La prima ‘mezza’ giornata, al pomeriggio di mercoledì 28, sarà dedicata alla accoglienza e presentazione degli Incaricati dei Collegi Universitari Salesiani presenti in Italia, indicando i diversi modi con cui ogni realtà cura l’accoglienza. “Ci sarà quindi attenzione agli eventuali modi di reclamizzazione, ai colloqui, ai test, agli eventuali ‘open day’, ai criteri di assegnazione dei posti in stanze a più letti, allo svolgimento della ‘giornata per le matricole’, all’aiuto alle matricole nel rapportarsi al ‘nuovo mondo Accademico’; ai rapporti con i genitori, alle modalità di pagamento della retta con gli eventuali sussidi economici…” spiega don Carlo Busana, Coordinatore Nazionale dei CUS.

La giornata seguente, Festa di San Pietro e Paolo, verterà invece sui contenuti formativo-educativi. Dopo la Messa che verrà celebrata nella cappella del CIAM, don Rossano Sala, Direttore di Note di Pastorale Giovanile, docente all’UPS e già Segretario Speciale del Sinodo sui Giovani, parlerà su: “Il cammino sinodale: sfide culturali”; mentre don Roberto Dal Molin, Presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), interverrà su: “Spunti carismatici e fronti di impegno dei Salesiani in Italia”.

Sarà presente all’evento anche il nuovo Coordinatore Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS)m don Oscar Lozano, che offrirà a tutti i partecipanti degli aggiornamenti sulle IUS e i CUS nel mondo e parlerà su “Il prezioso orizzonte pastorale dei CUS nell’attuale momento culturale”.

Il tutto sarà ovviamente impreziosito dagli interventi assembleari.

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“Noi ci stiamo” #sharethedream: la nuova proposta pastorale MGS

Dal dossier di Note di Pastorale Giovanile sulla proposta pastorale 2022/2023, “Noi ci stiamo” «Non con le percosse, ma con la mansuetudine» #sharethedream

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L’orizzonte della chiamata. Ripartiamo con coraggio dalla “grande domanda”

di don Rossano Sala, autore del Quaderno di Lavoro.

“Noi ci stiamo!”. È questo il motto sintetico della proposta pastorale per l’Italia salesiana per l’anno 2022-23. È una chiamata a mettersi in gioco con coraggio, offrendo la propria disponibilità. Ma se questa parola è la punta di un iceberg, bisogna che noi andiamo in profondità, che scaviamo per trovarne le radici, che cogliamo i grandi orizzonti di questa chiamata alla corresponsabilità con Dio e alla collaborazione tra noi.

In questo contributo, che ha appunto lo scopo di indagare i dinamismi della chiamata, ci proponiamo di percorrere insieme alcuni piccoli e preziosi passaggi che ci possano assicurare una base sicura per riaffermare che davvero “noi ci stiamo” con cognizione di causa, e non semplicemente nella logica di un’emozione mutevole e passeggera. Partiamo da lontano, riconoscendo il dono di esistere, e arriviamo, passo dopo passo, alla necessità di prendere oggi delle decisioni coraggiose.

Il dono dell’esistenza

Prendiamo il via dalla nostra esistenza concreta. Dalla consapevolezza che quello che siamo non è primariamente opera nostra. Ovvero dal fatto incontestabile che siamo preceduti, che siamo figli. Sembrerebbe una banalità, ma spesso ce lo dimentichiamo proprio. Un modo di pensare molto aggressivo a volte ci convince che ci facciamo da soli, che siamo figli di noi stessi e che non abbiamo nessuna responsabilità verso gli altri.
Un pensiero onesto, che fa perno intorno al reale, ci restituisce una socialità originaria che caratterizza la nostra esistenza. Non c’è mai stato un momento nella storia in cui io esistevo e gli altri invece no. È vero esattamente il contrario: c’è stato un tempo in cui il mondo e gli altri esistevano e io invece non c’ero ancora. I nostri genitori esistevano prima di noi, così come i nostri nonni, e anche i nostri fratelli o sorelle maggiori.
Nelle diverse epoche che studiamo sui libri di storia il nostro nome non compare. Per molto tempo io non ci sono stato e ad un certo punto sono nato, sono venuto al mondo. E non per mia iniziativa. E questo vale per tutti. Ci sarà anche un momento in cui sarò chiamato a lasciare questo mondo, che continuerà senza di me.
In base a questa realtà sperimentiamo continuamente di essere stati amati e voluti prima ancora di averne la percezione. Non è stata opera nostra, ma un dono che abbiamo ricevuto da altri. Primariamente da parte di coloro che si sono presi cura di noi. La vita è un dono che abbiamo ricevuto, senza alcun nostro merito. Altri hanno impiegato senza troppi calcoli e con tanta generosità tempo, risorse e affetti per farci crescere.
Ecco allora la sintesi del primo passaggio: bisogna rifiutare la menzogna dell’autofondazione, riconoscendo che siamo stati donati a noi stessi e che la vita è prima di tutto un dono gratuito che abbiamo ricevuto. Ecco che il primo e più importante atteggiamento dell’esistenza rimane sempre la gratitudine.

L’esistenza come dono

Il secondo passaggio è logico rispetto al primo: se esistiamo nella forma del dono, la realizzazione della nostra esistenza avrà la medesima forma del dono. Di solito, di fronte ad un favore ricevuto, rispondiamo: “A buon rendere”. Come a dire, ho ricevuto un dono da qualcuno, magari inaspettato, e adesso questo diventa un impegno di restituzione, un piccolo debito da onorare. Non è un obbligo stringente, ma una risposta naturale, eticamente importante, una spinta che ci porta al contraccambio. Ne va della nostra dignità.
Se riconosciamo che siamo frutto di un dono inatteso, ecco che la nostra vita diventa se stessa se impostata come un’esistenza capace di dono e di servizio. San Francesco di Sales, di cui quest’anno celebriamo i 400 anni dalla morte, parla a questo proposito di “estasi della vita”. È una bella espressione, che non ha nulla di intimistico, ma tutto di apostolico. Egli, guardando all’esempio di Gesù, l’uomo per eccellenza che sa riconoscere la sua esistenza come un dono ricevuto, indica al cristiano la via del dono concreto. Al di là dell’estasi della contemplazione – che ci eleva a Dio in una preghiera particolarmente intensa – e di quella dell’intelletto – che ci fa conoscere in maniera limpida le cose di Dio e degli uomini –, l’estasi dell’azione è caratterizzata da una continua carità, dolcezza, benevolenza e dedizione. È la via della generosità sistemica verso tutti. Tale estasi diventa il criterio di discernimento radicale sulla qualità della vita umana e cristiana:

Quando dunque si incontra una persona che nell’orazione ha dei rapimenti per mezzo dei quali esce e sale al di sopra di se stessa fino a Dio, e tuttavia non ha estasi della vita, ossia non conduce una vita elevata e congiunta a Dio, con la mortificazione dei desideri mondani, della volontà e delle inclinazioni naturali, per mezzo di una dolcezza interiore, di semplicità e umiltà, e soprattutto per mezzo di una continua carità, credimi, Teotimo, tutti i suoi rapimenti sono dubbi e pericolosi; sono rapimenti adatti a creare ammirazione negli uomini, ma non a santificare chi li prova[1].

L’estasi della vita è quindi il criterio reale, autentico e decisivo per la santità, per il semplice motivo che è nella vita di tutti i giorni che essa si riceve, si costruisce e si esprime:

Ci sono molti santi in cielo che non sono mai andati in estasi né sono stati rapiti nella contemplazione; infatti, quanti martiri e grandi santi e sante troviamo nella storia che nell’orazione non hanno mai avuto altro privilegio se non quello della devozione e del fervore? Ma non c’è mai stato santo che non abbia avuto l’estasi o il rapimento della vita e dell’azione, superando se stesso e le proprie inclinazioni naturali. […] Chiunque è risuscitato a questa vita nuova del Salvatore, non vive più né a sé, né in sé, né per sé, ma con il suo Salvatore, nel suo Salvatore e per il suo Salvatore[2].

La vita come “estasi”

Papa Francesco è in pieno accordo con san Francesco di Sales quando invita i giovani a vivere nella logica dell’estasi. Ha il coraggio di provocare ogni giovane con queste parole: «Che tu possa vivere sempre più quella “estasi” che consiste nell’uscire da te stesso per cercare il bene degli altri, fino a dare la vita»[3]. Questo significa che l’incontro con Dio produce estasi non perché strappa il credente dalla realtà e dalla trama di relazioni in cui è inserito, ma perché lo spinge a uscire da se stesso, superando i suoi stessi limiti per lasciarsi conquistare dalla bellezza dell’amore per gli altri e consacrarsi alla ricerca del loro bene:

Quando un incontro con Dio si chiama “estasi”, è perché ci tira fuori da noi stessi e ci eleva, catturati dall’amore e dalla bellezza di Dio. Ma possiamo anche essere fatti uscire da noi stessi per riconoscere la bellezza nascosta in ogni essere umano, la sua dignità, la sua grandezza come immagine di Dio e figlio del Padre. Lo Spirito Santo vuole spingerci ad uscire da noi stessi, ad abbracciare gli altri con l’amore e cercare il loro bene. Per questo è sempre meglio vivere la fede insieme ed esprimere il nostro amore in una vita comunitaria, condividendo con altri giovani il nostro affetto, il nostro tempo, la nostra fede e le nostre inquietudini. La Chiesa offre molti e diversi spazi per vivere la fede in comunità, perché insieme tutto è più facile[4].

Il senso preciso dell’estasi, come spiegato dal santo savoiardo e dal pontefice argentino, ci aiutano a mettere in luce la struttura responsoriale dell’esistenza, ovvero il nostro originario “essere per gli altri”. Siamo noi stessi quando usciamo verso gli altri, quando abbandoniamo le angustie del nostro individualismo e ci apriamo alla bellezza dell’incontro. Quando ci chiniamo con umiltà sulle ferite degli altri e siamo disponibili a dare di più a chi ha ricevuto di meno dalla vita. Contro l’antropologia della prestazione, che in fondo genera una società della stanchezza e dello sfinimento, siamo chiamati a riscoprire con determinazione che la nostra esistenza è una risposta d’amore ad un amore che a nostra volta abbiamo ricevuto. Ciò va vissuto nella concretezza della nostra vita. Che è unica e singolare. Situata nel tempo e nello spazio, vissuta nella storia in cui siamo inseriti. Questo ci porta ad entrare nello spazio del discernimento vocazionale.

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Cnos-Fap: lavoro manuale, don Bonalume “I giovani hanno bisogno di strumenti e di qualità per tornare a sognare”

Don Fabrizio Bonalume, direttore generale della Federazione Cnos-Fap, è intervenuto al convegno “Pensare con le mani” tenutosi il 21 giugno 2022 a Roma. Nel suo intervento, ha parlato di come i giovani hanno bisogno di strumenti e qualità nel lavoro manuale, per riscoprire la capacità di sognare. Di seguito la notizia riportata da Avvenire.

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C è l’artigiano che nella sua bottega intaglia il legno per farne sedie pregiate. In sala operatoria un chirurgo esegue un trapianto delicato. In entrambi i casi, allo stesso modo, la conoscenza si fa concretezza attraverso le mani, anche se spesso, in Italia, al lavoro manuale si associa l’idea di un’occupazione di basso profilo. Si tratta, invece, di invertire la rotta «causata da decenni di svalutazione», facendo del lavoro manuale il motore su cui puntare per la ripresa economica del Paese. Per questo è nato il “Manifesto del lavoro buono”, dal titolo «Pensare con le mani», che è stato presentato ieri a Roma, con una tavola rotonda alla presenza del ministro del Lavoro, Andrea Orlando e del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi. L’incontro, nella sede di Palazzo Giustiniani, così come lo stesso documento, sono stati promossi da CNOS-FAP (Centro nazionale Opere salesiane-Formazione aggiornamento professionale) ed Elis (Educazione, lavoro, istruzione e sport). Al cuore del manifesto, firmato già da cento aziende italiane del comparto produttivo, le proposte per risolvere il dramma dei giovani Neet, che non studiano, non lavorano, né sono in cerca di occupazione (circa il 25% del totale).

«Nessuno può rassegnarsi all’idea di ragazzi nel limbo – ha sottolineato la senatrice di Forza Italia, Paola Binetti, aprendo il dibattito davanti a direttori e amministratori delegati delle aziende coinvolte – ,dobbiamo proporre loro un nuovo modello di formazione».

Il riferimento da seguire, per le sfide della modernità, è ancora una volta il progetto educativo delle scuole professionali e degli istituti tecnici dei Salesiani, e in particolare le strutture Elis del quartiere Collatino, Roma est. «La nostra è una cultura che allontana i giovani dagli istituti tecnici – ha commentato Pierluigi Bartolomei, direttore generale di Elis – invece questi lavori sono il cardine della nostra società». Don Fabrizio Bonalume, direttore generale CNOS-FAP, ricorda che il «lavoro buono» è quello che «ridà ai ragazzi la capacità di sognare», proprio come fece don Bosco, che con le scuole «ascoltò le grida» dei giovani e gli mise accanto adulti di riferimento.

“Testimonianza” che è centrale nel processo di apprendimento e orientamento, sottolinea anche Dario Nicoli, autore del manifesto e docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Del lavoro manuale, dice, occorre riscoprire la «maestria di trasmettere un sapere», il «valore stabile di una passione duratura», la «fiducia per un futuro in costruzione». C’è poi anche una dimensione vocazionale del lavoro che il documento rimette al centro: una passione che non resta felicità intima, ma diventa beneficio per la comunità. Alle tre grandi sfide di oggi, ovvero la crescita del «lavoro artificiale», la «svolta del lavoro sostenibile» e il «lavoro buono», si affiancano cinque proposte. Un «orientamento» che sia “accompagnamento”, percorsi di «educazione al lavoro», politiche che sostengano «l’accesso ai lavori manuali», il «rilancio del lavoro artigianale» e la «tutela del lavoro manuale». A raccogliere gli spunti del manifesto, i due ministri.

«Dobbiamo guardare all’investimento sul lavoro come a uno dei fattori di competitività del Paese – ha detto Orlando semplificare l’apprendistato, e curare la connessione con il mondo della scuola». Secondo Bianchi «occorre puntare anche sull’integrazione dei percorsi di orientamento», perché «la scuola deve spingere alla conoscenza del mondo».

Leggi la notizia anche su La Repubblica e Borsa Italiana.

Agensir
Cnos-Fap

Vis, l’11 e 12 giugno si è svolta l’assemblea annuale

L’11 e 12 giugno si è svolta a Roma l’assemblea annuale del VIS con la partecipazione di don Angelo Regazzo che ha festeggiato i 50 anni di sacerdozio.

“Un fine settimana intenso, ricco di contenuti e di emozioni per lo staff e i partecipanti del VIS, giunti a Roma per l’Assemblea annuale, arricchita dalla presenza del nostro carissimo don Angelo Regazzo che ha festeggiato con noi i suoi 50 anni di sacerdozio”, scrive il VIS.

DBTech Europe: una risposta alla Formazione Professionale Salesiana in Europa

Il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, ha animato gli Ispettori d’Europa in merito al piano di lavoro progettato per l’implementazione della rete dei Centri di Formazione Professionale (CFP) europei, che prende il nome di DBTech Europe”. Di seguito la notizia pubblicata dal sito ANS.

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Sin dalle sue origini la Congregazione Salesiana è conosciuta e apprezzata nel mondo per i suoi Centri di Formazione Professionale (CFP), che offrono ai giovani uno sviluppo integrale e una preparazione di qualità per il mondo del lavoro, che permette loro di affrontare il futuro con fiducia e responsabilità. I Centri salesiani di Formazione Professionale offrono un servizio di orientamento, educazione e formazione professionale seguendo la metodologia educativa di San Giovanni Bosco.

Il loro principale punto di forza, come Centri Educativi Salesiani, risiede infatti nel Sistema Preventivo di Don Bosco. Il loro lavoro quotidiano è mirato e adattato alle esigenze degli allievi, in modo che acquisiscano le loro competenze e vengano guidati a compiere ciascuno il proprio passaggio verso una vita attiva e di piena cittadinanza.

I Salesiani oggi animano circa 1.845 scuole tecniche e centri di formazione professionale in 108 Paesi, attraverso i quali educano più di 1,2 milioni di persone. In Europa, la formazione professionale salesiana conta 196 centri in 19 Paesi europei (13 negli Stati membri dell’UE), che servono un totale di 62.640 studenti.

Secondo un’indagine effettuata nel 2021 su tutti i centri europei di formazione professionale salesiani, il successo formativo medio degli studenti dei CFP salesiani in Europa è dell’88,5%: un anno dopo la qualifica/diploma, il 34,46% degli studenti qualificati ha un lavoro/occupazione stabile, il 54% prosegue gli studi verso un diploma o un percorso di formazione professionale superiore, mentre solo il 7,3% rimane senza un lavoro stabile.

Diviene pertanto sempre più evidente la necessità di creare una rete europea che rappresenti e coordini i CFP salesiani europei. Ecco perché il 28 novembre 2021, il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, ha animato gli Ispettori d’Europa in merito al piano di lavoro progettato per l’implementazione di questa rete, chiamata “DBTech Europe”.

Da dicembre 2021 ad aprile 2022 è stata creata una Commissione dai numeri ridotti e formata da rappresentanti di diversi Paesi europei, che ha lavorato per definire gli obiettivi dell’ente, le sue finalità e i suoi contenuti. Nei mesi di aprile e maggio 2022 il “documento quadro” è stato presentato agli Ispettori per l’approvazione e l’ulteriore sviluppo del progetto.

L’esperienza precedente conseguita attraverso il progetto “DBWAVE” ha dato molte possibilità di progettare con maggiore precisione la nuova realtà del coordinamento dell’educazione e della formazione professionale in Europa. Questo progetto era consistito in una risposta educativa per aumentare l’occupabilità e l’inclusione sociale dei giovani attraverso l’Educazione e la Formazione Professionale. Il sito https://dbtecheurope.eu mostra il percorso intrapreso in questa direzione e raccoglie informazioni e strumenti comuni per la formazione professionale salesiana europea che rientrano nella strategia della futura rete.

Il “documento quadro” a medio termine mira a raggiungere 7 obiettivi specifici: promuovere l’internazionalizzazione dei profili degli studenti salesiani; promuovere lo sviluppo professionale e tecnico di insegnanti, formatori e dirigenti delle scuole salesiane; migliorare la qualità, la pertinenza, l’apertura e l’inclusività dei sistemi formativi salesiani in Europa; promuovere la rilevanza dei centri, dei servizi e dei sistemi di formazione professionale in Europa per il progetto educativo salesiano; sviluppare alleanze strategiche e costruire collaborazioni per l’innovazione; promuovere e far conoscere la pedagogia, il marchio e la visione salesiana della formazione professionale; costruire una rete che favorisca la rappresentatività, l’adozione di procedure di gestione qualificate e la sostenibilità.

È stata scelta una persona per coordinare il progetto e nei prossimi mesi verranno studiati il piano strategico, la forma giuridica, la sede, l’organigramma di base e tutti i passi necessari per la sostenibilità economica di questo nuova e importante iniziativa salesiana.

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MAN e CNOS-FAP: integrazione fa rima con formazione

MAN Truck & Bus Italia, insieme a CNOS-FAPUNHCR (l’agenzia mondiale per i rifugiati), lancia il progetto “Giovani meccanici MAN” rivolto ai giovani immigrati, con l’obiettivo di favorirne l’accesso alla formazione e dunque a una professione, specificatamente quella di meccanico specializzato. Di seguito la notizia riportata dai siti Autobus Web e Macchine Edili News.

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Non c’è solo la carenza di autisti a rendere più difficile il lavoro quotidiano del mondo dell’automotive, ma anche quella che riguarda i meccanici specializzati. E così MAN Truck & Bus Italia, insieme a CNOS-FAPUNHCR (l’agenzia mondiale per i rifugiati) lancia un progetto rivolto ai giovani immigrati, con l’obiettivo di favorirne l’accesso alla formazione e dunque a una professione. Quella di meccanico specializzato.

«Il Progetto Giovani Meccanici MAN vuole sperimentare e verificare l’ipotesi di un’idea che tenta di risolvere, connettendoli, due problemi attuali: la mancanza di giovani interessati a intraprendere la carriera di tecnico d’officina e la presenza sul territorio di giovani immigrati, in particolare di rifugiati da Paesi del Terzo Mondo, senza lavoro e probabilmente senza un futuro dignitoso»

ha spiegato Marco Lazzoni, Direttore Generale MAN Truck & Bus Italia.

Con il progetto “Giovani meccanici MAN” si è voluto concretizzare un “laboratorio” sperimentale che dia corpo all’ambizione di far incontrare due mondi apparentemente lontani ma la cui collaborazione può portare enormi benefici ad entrambe le parti. Un contributo concreto e tangibile con il quale si vuole risolvere il problema oggettivo della domanda di lavoro e al contempo offrire a persone meno fortunate l’opportunità di costruire il proprio futuro in Italia.

Il progetto comprende un percorso formativo con un un tirocinio di sei mesi (da giugno a dicembre 2022), remunerato con una indennità mensile di 800 euro netti e la possibilità di proseguire con un successivo contratto di apprendistato previa valutazione dei risultati conseguiti. L’attività prevede sia una parte pratica svolta direttamente nell’officina assegnata sia una formazione teorica in MAN Academy. Presso quest’ultima, per un totale di 52 giorni, saranno erogati corsi specifici su vari argomenti tecnici di base oltre a una vera e propria formazione culturale e di “soft skills” con lo scopo di favorire l’inclusione sociale dei ragazzi coinvolti. Durante il periodo di formazione teorica, MAN si farà carico di tutti i costi di vitto e alloggio.

Il bando di selezione inizialmente definito prevedeva tra i requisiti un’età compresa tra 18 e 25 anni, il diploma di scuola media inferiore, la conoscenza della lingua italiana, un minimo di esperienza nel settore dell’autoriparazione o della meccanica e passione per i motori. Il perimetro degli stessi è stato adeguato di step in step alle diverse situazioni contingenti tenendo conto della difficoltà oggettiva di trovare profili in linea con tali caratteristiche.

Al termine della fase iniziale, sono stati identificati 26 profili potenzialmente in linea con quanto ricercato e per ognuno di questi è stato previsto un colloquio individuale onde poter effettuare la selezione finale.

Dei 16 posti inizialmente previsti per l’erogazione della formazione, alla fine sono stati scelti 12 candidati che, sulla base del domicilio, saranno così suddivisi:

  • 2 presso il MAN Center di Rescaldina (Milano)
  • 2 presso il MAN Center di San Giuliano (Milano)
  • 2 presso il MAN Center di Forlì
  • 2 presso il MAN Center di Valsamoggia (Bologna)
  • 1 presso l’officina Truck Service di Calenzano (Firenze)
  • 1 presso l’officina Alpiservice di Peveragno (Cuneo)
  • 1 presso l’officina Guglielmo di Monselice (Padova)
  • 1 presso l’officina Quadri di Cavenago (Monza Brianza).

Durante tutto il percorso formativo non verrà mai meno la figura del tutor, sia aziendale sia dell’associazione locale di riferimento. Particolarmente importanti saranno le fasi di valutazione intermedia del progetto onde valutare, caso per caso, criticità e opportunità per sostenere al meglio i ragazzi nel concludere positivamente questa esperienza.

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