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Valdocco: chiuso il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani, tante le piste di lavoro per il futuro

Si è concluso a Torino nella giornata del 2 ottobre il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani (OSSS). Di seguito il resoconto delle giornate conclusive, che hanno evidenziato anche diverse proposte per il futuro, a cura del sito ANS.

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Si è chiuso domenica 2 ottobre a Torino il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani (OSSS). Dopo cinque giornate intense di lavoro, le attività sono arrivate al loro culmine con il discorso conclusivo del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende.

I lavori del Congresso Internazionale sono proseguiti sabato 1° ottobre mantenendo il solito impianto adoperato già nei due giorni precedenti. Al mattino, si è chiuso il percorso meditativo sull’episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain.

“Risuscitando il giovane dalla morte, la famiglia si ristabilisce, ristabilendo i legami di comunicazione tra madre e figlio (…). Questo è il grande miracolo di questa storia di risurrezione, la presenza di un Dio che accompagna il suo popolo, che ridà speranza e vita alle persone, che genera unità nelle famiglie e nella società (…). Come Congregazione salesiana, siamo testimoni quotidiani di come Gesù continui a far risorgere migliaia di giovani e famiglie”

sono stati alcuni degli spunti offerti dalle due guide della Lectio Divina, don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali all’interno del Settore della Pastorale Giovanile e coordinatore del Congresso, e il signor Javier Carabaño Rodriguez, specialista in comunicazione e identità e legato all’ambiente salesiano.

Successivamente, Carlos Ballesteros, Direttore della Cattedra di Impatto Sociale presso l’Università Pontificia di Comillas, a Madrid, ha tenuto la relazione centrale della giornata, sul tema “L’impronta che lasciamo. Sfide e opportunità per la misurazione dell’impatto che generiamo”. Nel suo intervento il dott. Ballestreros ha esordito evidenziando la differenza tra il conseguire un determinato risultato o successo e il significato più profondo di generare degli impatti nell’ambito del lavoro sociale. Quindi ha offerto delle domande chiave da porsi per riuscire ad agire in modo da generare un impatto effettivo e ha presentato anche tecniche, linee guida e strumenti per conseguire una valutazione effettiva del cambiamento generato. Il suo intervento, dettagliato e puntuale, ha toccato molti punti concreti inerenti alla gestione e alla direzione dei lavori ordinari di opere e servizi sociali, e ha concluso indicando a tutti i numerosi impegni degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile promossi dalle Nazioni Unite, un’occasione anche per la Chiesa per partecipare alla costruzione di

“un mondo migliore, più fraterno, pulito, giusto, libero e caritevole”.

La giornata è poi proseguita con la sessione di dialogo tra i giovani sul ruolo degli Exallievi salesiani nelle opere sociali, e con la frequentazione, suddivisa per gruppi, dei vari partecipanti, alla terza fase dei minicorsi mattutini e delle buone pratiche pomeridiane da loro prescelti.

Domenica 2 ottobre, poi, le attività, limitate alla solo mattinata, sono ripartite con l’ultima sessione dei minicorsi e hanno raggiunto il culmine con le conclusioni finali offerte da don García Morcuende. Nel suo articolato intervento questi è partito in primo luogo, da alcune EVIDENZE individuate, per indicare poi una serie di CONVINZIONI poste alla base del Congresso, per tracciare, infine, alcune PROPOSTE per il FUTURO.

Nell’ambito delle EVIDENZE, ha segnalato i cambiamenti indotti dalla globalizzazione socioeconomica e dalla mondializzazione culturale, così come l’opzione preferenziale salesiana del servizio agli ultimi, la necessità di meccanismi di coordinamento tali da non lasciare isolato l’azione degli OSSS nelle Ispettorie, e la ricchezza costituita dalla grande esperienza salesiana nel settore e dalla diversità di iniziative realizzate nel mondo.

In merito alle CONVINZIONI, il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile ha indicato diversi percorsi perché gli OSSS siano sempre significativi, ossia delle “battaglie da vincere, per inseguire i sogni ed educare le persone”: si tratta di passare “dalla trappola del ‘ripiegamento’ alla mobilitazione in territori sconosciuti”; dalla frammentazione alle reti e all’interdipendenza; da una relazione funzionale ad un approccio che sappia manifestare l’attenzione salesiana; dalle semplici aspirazioni all’autentico rispetto dei Diritti Umani, intesi come garanzia di rispetto della dignità umana; dal paradigma dell’efficienza ad un approccio fondato sulla responsabilità; dal perseguimento di percorsi lineari all’accompagnamento lungo processi di sviluppo individualizzati e olistici; e tutto questo adoperandosi su tutti i fronti, quello della politica, dello sviluppo umano e della denuncia delle realtà ingiuste.

Infine, don García Morcuende ha consegnato ai presenti un dettagliato elenco di 20 PROPOSTE per il FUTURO, praticabili a livello locale, ispettoriale o nazionale, e Regionale o di Congregazione: ha sottolineato la ricerca di sinergie e collaborazioni a vari livelli, le innovazioni da compiere già nella formazione iniziale, nel valorizzare la dimensione digitale, nel diversificare le fonti di sostentamento delle opere, nella formazione del personale e dei volontari, nell’adozione o nell’affinamento delle attività di advocacy; ha offerto suggerimenti per il lavoro in alcuni ambiti preferenziali dell’azione sociale salesiana, come quello con migranti e rifugiati o quello nella Formazione Professionale; e ha proposto di lavorare per la misurazione degli impatti generati, di sviluppare una mappa globale degli OSSS e un’agenda di cause da perorare a livello mondiale.

Il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani si è infine concluso con la Messa presieduta dal Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime.

Valdocco – Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani: l’azione sociale salesiana nella storia

Il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani ha continuato le proprie operazioni a Valdocco, di seguito il resoconto delle ultime giornate, a cura del sito ANS.

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Proseguono a pieno regime i lavori del Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. Radunati presso Valdocco, i 300 delegati rappresentati di tutte le Ispettorie e Visitatorie della Congregazione hanno continuato l’approfondimento delle tematiche inerenti al servizio della promozione umana secondo lo stile di Don Bosco.

Seguendo il ricco programma delle attività, la mattinata si è aperta con la Lectio Divina curata da don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali all’interno del Settore della Pastorale Giovanile e coordinatore del Congresso, e dal signor Javier Carabaño Rodriguez, specialista in comunicazione e identità e legato all’ambiente salesiano. I due hanno dato un nuovo passo nella lettura dell’episodio evangelico della risurrezione del figlio della vedova di Nain: se nella prima giornata era emersa solo la contrapposizione tra il mondo della gioia, animato dalla presenza di Gesù, e quello del dolore, rappresentato dal popolo di Nain, adesso

“l’incontro tra i due gruppi è presentato come un confronto tra due forze opposte da cui deve emergere un vincitore. Dove appare Gesù, tutto sarà permeato dal suo amore, non può passare attraverso la vita delle persone senza cambiare radicalmente le cose in loro”.

Anche oggi, hanno affermato le due guide della Lectio Divina,

“quando Gesù rivolge il suo sguardo verso di noi, non possiamo non rimanere affascinati, l’incontro personale con lui ci fa rinascere. La sua misericordia dà a ciascuno un nuovo inizio”.

Animata da tale incoraggiamento, l’assemblea ha poi potuto assistere alla conferenza offerta da don Michal Vojtas, Vicerettore dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, sul tema: “Le evoluzioni della dimensione sociale nell’educazione e nella pedagogia salesiana”.

Partendo dall’analisi dell’azione sociale di Don Bosco verso i poveri e gli abbandonati, in senso stretto, e del suo impegno verso tutti i giovani delle classi popolari, in senso più ampio, don Vojtas ha ripercorso la storia del lavoro sociale dei salesiani e di tutti i loro collaboratori dalla fine del XIX secolo fino ai primi anni del terzo millennio, osservando i diversi ritmi e modalità in cui si è declinata lungo i decenni la dimensione sociale del carisma salesiano.

Del periodo tra ‘800 e ‘900, ad esempio, don Vojtas ha considerato come

“seguendo la linea strategica del fondatore, ci fosse un equilibrio tra una mentalità tradizionale e le innovazioni a livello pratico-organizzativo. L’educazione salesiana si adattava creativamente reinventando alcune delle sue attività e strutture alle nuove esigenze”.

Durante i rettorati di Don Michele Rua e Don Paolo Albera, ha aggiunto ancora

“la situazione dei quartieri popolari, la questione operaia e gli stimoli della Rerum Novarum portarono anche negli oratori a un notevole allargamento della prospettiva educativa polarizzata verso il fine educativo della “preparazione dei giovani alla vita (…) La posizione intermedia dell’oratorio tra la società e la Chiesa garantiva una “sacralità” diversa da quella parrocchiale e una “profanità” diversa dal mondo dei movimenti politici. Con l’offerta formativa più ricca, l’oratorio si fece da festivo anche quotidiano”.

Sul rettorato di Don Pietro Ricaldone (1932-51) don Vojtas ha segnalato come la centrale preoccupazione fosse quella di salvaguardare le opere salesiane in Italia dall’eccessiva intromissione del regime fascista, motivo per cui il collegio salesiano assurse a

“fortezza che previene gli influssi dei tempi difficili”.

Mentre dopo il Concilio Vaticano II e l’apertura al mondo moderno, ha spiegato ancora il Vicerettore UPS, le dinamiche sociali arrivano ad influenzare tutta la proposta educativo-pastorale, soprattutto con la metodologia della progettazione sociale. Si preparò così il terreno che sarebbe fiorito nel periodo del pontificato di Giovanni Paolo II, quando in ambito salesiano si notò l’apertura sempre più frequente di opere sociali soprattutto per i giovani in difficoltà o “a rischio” e per gli emigrati.

Giungendo agli anni più recenti, e in sintonia con il magistero di Papa Francesco, don Vojtas ha infine tracciato la tendenza attuale:

“Nella Famiglia Salesiana del terzo millennio sembra che l’attenzione al sociale vada in una direzione che chiama i salesiani a fondare non solo ‘opere speciali’ ma proprio delle ‘presenze nuove’ secondo un nuovo sistema preventivo, condiviso con i laici corresponsabili, che promuova sia la logica della nuova evangelizzazione che l’attenzione al contesto sociale, le povertà e le periferie”.

Al termine della ricca relazione, e dopo un tempo per le domande e le risposte, le attività sono proseguite con i minicorsi e la condivisione delle buone pratiche avviati già ieri, 29 settembre.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito del congresso o la pagina Facebook del Settore per la Pastorale Giovanile.

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Seminario vocazionale

Convegno Formazione Professionale 2020
“Dunque io sono la stoffa: lei ne sia il sarto; dunque mi prenda con sé e farà un bell’abito per il Signore”

“Un passo avanti” – Presentazione del Bilancio Sociale di AGS per il Territorio

Giovedì 27 Ottobre 2022, presso la Sala Sangalli di Valdocco a Torino (via Maria Ausiliatrice 32, 10152 Torino), verrà presentato “Un passo avanti“, il Bilancio Sociale 2021 di AGS per il Territorio.

In tale occasione verranno inoltre discusse le sfide per il futuro e verrà servito un buffet, a cura degli studenti del corso di Ristorazione del CNOS-FAP Valdocco.

Programma

  • Ore 10:00 | Accoglienza
  • Ore 10:30 | Saluti istituzionali
  • Ore 11:00 | Presentazione del Bilancio Sociale e sfide per il futuro
  • Ore 12:30 | Buffet

È gradita conferma di partecipazione sul sito o scrivendo a: ags@agsterritorio.it

 

Info ed iscrizioni
Scarica la locandina

Valdocco: aperto il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani

Mercoledì 28 settembre al Teatro Grande Valdocco si è aperto il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. Di seguito il resoconto delle prime giornate in un articolo pubblicato dal sito ANS.

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Si è aperto nel pomeriggio di mercoledì 28 settembre, nel cuore carismatico della Congregazione, a Torino–Valdocco, il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. All’interno del Teatro Grande Valdocco i circa 300 partecipanti, giunti in rappresentanza di tutte le Ispettorie e Visitatorie della Congregazione, insieme ad un selezionato gruppo di giovani, hanno potuto ascoltare il discorso introduttivo di don Miguel Ángel García, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana e promotore del Congresso, e ricevere le prime indicazioni utili sullo svolgimento e la metodologia delle attività da parte di don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali all’interno del Settore della Pastorale Giovanile e coordinatore di quest’appuntamento.

Presenti sul palco al momento di apertura del Congresso c’erano anche il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che per tutte le giornate dell’evento, fino al 2 ottobre, animerà un dialogo fraterno con i giovani; e don Leonardo Mancini, Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta. Entrambi hanno offerto il loro caloroso benvenuto a tutti i presenti.

Le attività del Congresso sono entrate pienamente nel vivo al mattino di giovedì 29 settembre. Di buon mattino don Bejarano e il signor Javier Carabaño Rodriguez, specialista in comunicazione e identità e legato all’ambiente salesiano, hanno guidato congiuntamente una Lectio Divina a partire l’episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain. In questa prima tappa del loro percorso meditativo – che si completerà nelle prossime giornate – la riflessione ha evidenziato la differenza tra la comunità gioiosa dei discepoli che hanno Gesù come loro guida e la comunità di Nain che è triste per la prematura morte del giovane.

“L’immagine che ci viene proposta da questa scena ha molto da dire al nostro carisma salesiano – hanno sottolineato le due guide della Lectio Divina –. E continua a riprodursi giorno dopo giorno, l’incontro della vita che porta speranza e gioia con situazioni di disperazione e morte in ogni angolo della terra. La proposta salesiana del settore sociale è un segno di gioia e di vita che si confronta quotidianamente con i volti crudeli e tristi di tanti giovani colpiti da miseria, violenza, ignoranza e sfruttamento”.

Successivamente è stata offerta la conferenza centrale di questa giornata, a cura del card. Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo metropolita di Tegucigalpa e Coordinatore del Consiglio dei Cardinali, già Presidente di Caritas Internationalis (2007-2015). Nel suo articolato intervento, intitolato “Attualità della Dottrina Sociale della Chiesa, sviluppo umano integrale e ruolo delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani” il cardinale salesiano ha esordito sottolineando, con alcune domande volutamente provocatorie, la perdurante attualità, anche oggi, di fronte alle sfide globali e alle enormi trasformazioni sociali in atto, della Dottrina Sociale cristiana.

Quindi, ha ribadito l’importanza di vivere una vita di fede coerente e unita tra contemplazione e nell’azione:

“La nostra condotta sociale è parte integrante della nostra sequela di Cristo”

ha asserito, subito prima di spendere alcune parole per mettere in guardia dalle ideologie che rischiano di compromettere l’esistenza e l’operato dei cristiani.

Successivamente il cardinale ha preso in esame in particolare il Magistero di Papa Francesco: dapprima ne ha rimarcato la centralità dei giovani come attori del cambiamento; poi ha spiegato il concetto di pace sociale, che si realizza quando si lotta contro le disuguaglianze e si favorisce l’armonia; e ha anche sottolineato l’intuizione del Papa sul tema dell’Ecologia Integrale

“che incorpora in maniera interdisciplinare i molteplici aspetti del problema: economici, culturali, sociali…”

Infine, ha illustrato capitolo per capitolo l’Enciclica Fratelli Tutti, definita dallo stesso Pontefice la sua “Enciclica Sociale”, nella quale Papa Francesco

“indica vie concrete per chi vuole costruire un mondo più giusto e fraterno nelle relazioni quotidiane, nella vita sociale, nella politica e nelle istituzioni”.

Dopo aver affrontato anche i vari problemi globali,

“che richiedono un’azione globale”-

i temi dei Diritti, delle migrazioni, della politica come servizio, della regolamentazione dei sistemi economici, della pace, della pena di morte, della libertà religiosa… – il salesiano honduregno ha concluso invitando a riprendere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, affermando che

“la Famiglia Salesiana ha qui un orizzonte molto ampio per le opere e i servizi sociali salesiani”.

La mattinata è proseguita poi con il forum dei giovani con il Rettor Maggiore, sul ruolo degli Exallievi salesiani nelle opere sociali, e l’avvio dei minicorsi inerenti al lavoro salesiano con i giovani più bisognosi: i partecipanti hanno potuto scegliere tra i seguenti argomenti, tutti guidati da autorevoli esperti:

  • Accompagnamento spirituale di giovani a rischio
  • Costruire il Programma Educativo Pastorale Salesiano delle opere sociali a partire dalla Parola di Dio, dal Magistero della Chiesa e dalla Tradizione salesiana
  • Diritti umani, sistema preventivo e modelli di intervento sociale
  • Significatività e sostenibilità del lavoro sociale: il quadro della pastorale giovanile in relazione ai sistemi di qualità e alla gestione integrata
  • Evangelizzazione e mobilità umana (migranti, rifugiati e sfollati)
  • Il contributo dell’identità cristiana e salesiana nella costruzione delle politiche pubbliche, nella partecipazione ai forum locali e internazionali e nella mobilità sociale
  • Misurare l’impatto sulle opere sociali
  • Volontariato e innovazione sociale
  • Gestione sociale: networking con le procure, partecipazione ad associazioni internazionali, raccolta fondi
  • Carisma salesiano: cooperazione allo sviluppo, animazione, advocacy politica, Obiettivi di Sviluppo, forum ONU e UE
  • Formazione professionale, occupabilità e relazioni interistituzionali
  • Tecnologie applicate all’intervento sociale

Nel pomeriggio i lavori proseguono divisi per gruppi con la condivisione delle diverse buone pratiche realizzate in tutto il mondo nei seguenti settori:

  • Giovani di strada e riabilitazione
  • Giovani in conflitto con la legge
  • Migranti e rifugiati
  • Servizi alternativi: Circo sociale
  • Ambienti popolari
  • Donne, famiglie, popolazioni indigene
  • Reti e sviluppo istituzionale
  • Interculturalità e conflitto
  • Cooperazione allo sviluppo

Per ulteriori informazioni, visitare il sito del congresso o la pagina Facebook del Settore per la Pastorale Giovanile.

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Valdocco: incontro di verifica per i Superiori salesiani giunti a metà del loro sessennio di servizio

Martedì 27 settembre si è concluso, dopo dieci giornate di lavoro, l’incontro del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, e del suo Vicario, don Stefano Martoglio, con i Superiori delle Ispettorie e delle Visitatorie salesiane giunti a metà del loro sessennio di servizio. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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Si è chiuso ieri, martedì 27 settembre, dopo dieci intense giornate di lavoro, l’incontro del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e del suo Vicario, don Stefano Martoglio, con i Superiori delle Ispettorie e delle Visitatorie salesiane giunti a metà del loro sessennio di servizio. L’appuntamento, realizzato nella Casa Madre salesiana di Valdocco, ha riunito 18 Superiori provenienti dai cinque continenti e da sei delle sette Regioni salesiane (Mediterranea, Europa Centro e Nord, Africa-Madagascar, Interamerica, America Cono Sud e Asia Est-Oceania). Sono stati momenti di profonda condivisione e di ricarica alle sorgenti salesiane, per assicurare il percorso comune della Congregazione a livello globale.

All’incontro di verifica, organizzato dal Vicario del Rettor Maggiore e dal suo Segretario, don Saimy Ezhanikatt, hanno preso parte:

  • don Stefano Aspettati, Superiore della Circoscrizione Italia Centrale (ICC);
  • don Alfonso Bauer, Ispettore dell’Uruguay (URU);
  • don Igino Biffi, Ispettore dell’Italia Nord Est (INE);
  • don Paul Formosa, Superiore di Malta (MLT);
  • don Filiberto González, Ispettore di Messico-Guadalajara (MEG);
  • don Jacob Hamaguchi, Ispettore del Giappone (GIA);
  • don Marko Košnik, Ispettore della Slovenia (SLO);
  • don Alejandro José León, Ispettore del Medio Oriente (MOR);
  • don William Matthews, Ispettore dell’Australia-Pacifico (AUL);
  • don Chi-Yuen Joseph Ng, Ispettore della Cina (CIN);
  • don Justo Ernesto Piccinini, Ispettore di Brasile-San Paolo (BSP);
  • don José Angel Prado, Ispettore del Centro America (CAM);
  • don Jefferson Luis Santos, Ispettore di Brasile-Manaus (BMA);
  • don Tihomir Šutalo, Ispettore della Croazia (CRO);
  • don Joy Sebastian Thekumcherikunnel, Superiore dell’Africa Meridionale (AFM);
  • don Mario Villalba, Ispettore del Paraguay (PAR);
  • don Luis Fernando Valencia, Ispettore di Colombia-Medellín (COM);
  • don Andrew Wong, Superiore dell’Indonesia (INA).

Centro dell’appuntamento è stato, come sempre, il tempo dei colloqui individuali dei Superiori con il Rettor Maggiore e del suo Vicario, un’occasione per esaminare congiuntamente il livello di applicazione delle linee guida consegnate ad inizio mandato e delle altre eventuali raccomandazioni, così come le sfide e le realtà peculiari cui ogni Superiore deve far fronte.

Durante le giornate sono state previste numerose sessioni formative, che hanno affrontato diversi temi: la sequela di Gesù; l’unica consacrazione salesiana nelle due forme, clericale e laicale; il discernimento e la decisione nell’avventura vocazionale di Don Bosco; la spiritualità di Don Bosco nei suoi sogni; il ruolo di Maria Ausiliatrice nell’esperienza spirituale del Santo dei Giovani; e la figura di Maria Domenica Mazzarello.

Numerose anche le uscite e i momenti di condivisione vissuti insieme dagli Ispettori al di là dei tempi in aula. I vari Superiori, infatti, hanno potuto percorrere i luoghi centrali dell’esperienza di Don Bosco e Madre Mazzarello – dal Colle Don Bosco a Chieri, da Mornese a Nizza Monferrato –, hanno concelebrato l’Eucaristia di Invio Missionario della 153a Spedizione Missionaria Salesiana e hanno potuto conoscere da vicino la realtà e l’organizzazione della Procura Missionaria salesiana “Missioni Don Bosco” di Torino.

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Valdocco: l’Invio missionario della 153° Spedizione Missionaria Salesiana

Domenica 25 settembre, presso la basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, il Rettore Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha presieduto la Messa con l’invio missionario di 19 Salesiani di Don Bosco e 9 Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Di seguito la notizia pubblicata dal sito ANS.

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Domenica 25 Settembre, nella basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino, il Rettore Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha presieduto la Messa con l’invio missionario di 19 Salesiani di Don Bosco e 9 Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA). Sei missionari salesiani non hanno ricevuto il loro visto in tempo. Per i Salesiani è stata la 153a spedizione missionaria, mentre per le FMA è stata la 145a spedizione missionaria.

Insieme al Rettor Maggiore e X Successore di Don Bosco, hanno concelebrato il suo Vicario, don Stefano Martoglio, il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, il Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho, il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende, 20 Ispettori e tanti altri presbiteri.

Nell’omelia, Don Á.F. Artime ha ribadito che è grazie ai missionari se oggi il carisma salesiano è diffuso in tutto il mondo; senza di loro i salesiani sarebbero pochi e presenti solo in Italia.

“Il nostro modo di vivere insieme da tutte le parti del mondo è una parola profetica”

ha spiegato, osservando poi come la circostanza dell’invio missionario fosse l’occasione propizia per dire grazie al Signore per la chiamata missionaria di questi religiosi, una chiamata particolare all’interno della vocazione comune salesiana e in grado di trasmettere entusiasmo ai giovani nel nome del Signore, con cuore salesiano.

Il Successore di Don Bosco ha quindi ripreso il dialogo avuto la sera prima con i neo-missionari SDB e FMA:

“Oggi lo sguardo non può essere lo stesso dei tempi di Don Bosco, non andiamo ad insegnare a quelli che non sanno. Invece, andiamo a condividere la vita, offrendo quello che noi siamo e sicuramente ricevere molto di più che quello che offriamo”.

Commentando la Parola di Dio, il Rettor Maggiore ha sottolineato come il Vangelo della giornata fosse chiarissimo: c’è un uomo molto ricco, di cui non si sa il nome perché ha il cuore così duro da aver perso se stesso, e un povero di nome Lazzaro. Il problema non è la ricchezza, ma il cuore morto, incapace di vedere qualcosa oltre il proprio io e sentire compassione e misericordia.

“Non dimentichiamo che siamo nati per i ragazzi più poveri, non per fare chissà cosa, ma per incontrarli lì dove si trovano i più bisognosi in ogni parte del mondo”.

A volte non si tratta di povertà materiale ma del grande vuoto nel senso della vita e la solitudine estrema, a volte non manca niente, ma manca tutto.

“Prendetevi cura di voi, ma date il meglio di voi, date la vita tutti i giorni. Tanti ci aspettano senza conoscerci!”

ha esortato il Rettor Maggiore.

A seguito della professione di fede, si è svolto il solenne mandato e la consegna delle croci missionarie per mano del Rettor Maggiore. A nome di Madre Chiara Cazzuola, Madre Generale delle FMA, che non ha potuto presenziare, è stata suor Ruth del Pilar Mora, Consigliera Generale per le Missioni, a consegnare la croce missionaria alle missionarie.

“Carissimi fratelli e sorelle, Maria, Madre e Maestra, vi accompagni e vi protegga. A nome di Don Bosco e nella memoria della Prima Spedizione Missionaria, andate e annunciate ai giovani e ai poveri del mondo la gioia di Cristo risorto”

sono state le parole di invio di Don Ángel Fernández Artime, che hanno ricordato la Prima Spedizione Missionaria del 1875.

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Seminario Vocazionale: dal 3 al 5 ottobre 2022 a Torino-Valdocco

“Se ho fatto qualcosa di bene lo debbo a don Cafasso”

Dal 3 al 5 ottobre 2022 si riuniranno a Valdocco (Torino) rappresentanti sdb, fma e laici delle ispettorie della regione Mediterranea per un seminario di riflessione sul tema dell’accompagnamento personale dei giovani dai 18 ai 30 anni.

Attingendo alla ricca tradizione salesiana, a partire dall’esperienza di don Bosco con don Cafasso, i relatori e alcune figure significative (don Cimatti, don Quadrio e Bartolomeo Blanco) ci accompagneranno nella lettura del tempo che stiamo vivendo per individuare strade percorribili e opportunità per aiutare i giovani a diventare adulti.

Seminario Vocazionale 2022

CNOS-FAP Piemonte: giornata di inizio anno a Valdocco

Martedì 6 settembre circa 450 persone dai 13 centri CNOS-FAP del Piemonte si sono riversati nel Teatro Grande di Valdocco per l’assemblea annuale dell’Associazione.

 

 

Ad aprire la giornata il saluto dell’Ispettore don Leonardo Mancini, che ha parlato della necessità di lavorare in rete tra le varie scuole e della sostenibilità ambientale, ribadendo l’importanza della presenza educativa salesiana sul territorio.

Don Alberto Martelli, delle risorse umane, ha poi parlato delle persone che compongono il CNOS-FAP e della loro importanza, legata al cambiamento che ha come obiettivo migliorare e migliorarci guardando sempre al futuro, un concetto cardine del dna di Don Bosco e dei salesiani.

A seguire Fabrizio Berta, a carico della progettazione, ha parlato delle modifiche in programma nella formazione professionale in Piemonte, che aprirà le porte a nuovi soggetti, e dell’importanza di raccogliere questa sfida. Ha poi proseguito citando il modo in cui le soft skills, sempre più richieste dalle aziende, siano parte intrinseca della pedagogia salesiana che punta da sempre a trasmettere valori, esempi e modi di affrontare la vita ai ragazzi, e vadano perciò inserite a piene mani negli zainetti degli studenti.

A concludere gli interventi Carlo Vallero dell’area finanziaria, che ha parlato dell’importanza degli investimenti per continuare ad offrire un’offerta formativa e gli strumenti necessari per garantire alle persone una scelta.


Dopo gli interventi si è tenuta la premiazione dei dipindenti che hanno festeggiato il 25° anno all’interno dei centri, seguita dalla messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice alle ore 12:00. A concludere la giornata il pranzo tutti insieme.

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La notizia è stata riportata anche sul settimanale della Diocesi “La Voce e il Tempo” con un articolo a cura di Marina Lomunno:

Il Cnos-Fap riparte da Valdocco

 

«L’intelligenza nelle mani»

come la definiva don Bosco, ovvero la formazione professionale, riparte da Valdocco dov’è nata e si è diffusa in tutti i 5 continenti dove sono presenti i salesiani. Martedì 6 settembre, l’associazione Cnos-Fap (l’ente di formazione professionale dei salesiani) Regione Piemonte, dopo due anni di pausa forzata a causa del covid, ha iniziato ufficialmente l’anno formativo 2022-2023 nella Casa madre a Maria Ausiliatrice: 450 formatori delle 13 sedi presenti Piemonte che erogano corsi di formazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro, si sono ritrovati a Torino Teatro Grande di Valdocco per confrontarsi, programmare e condividere le strategie per affrontare il futuro secondo la mission salesiana del

«Dare di più a chi ha avuto di meno».

E ripartire da Valdocco, dove opera il primo Centro di Formazione professionale e dove è nato, grazie a don Giovanni Bosco, il primo contratto di apprendistato, è un segno di continuità: la Torino dell’Ottocento con tanti ragazzi in difficoltà a progettare il proprio futuro ha molte analogie con il nostro tempo. Ha aperto l’incontro il presidente del Cnos regionale, don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta, che ha sottolineato l’importanza del dialogo e del confronto nei centri e tra i centri, sul valore della presenza salesiana quale strumento educativo e

«sulla priorità assoluta che hanno i giovani, in modo particolare quelli più fragili».

Don Alberto Martelli, direttore dell’area Risorse umane, ha evidenziato alcune parole chiave: cambiamento per migliorare e non rimanere fermi, strutturale nel sistema salesiano, e gli obiettivi del cambiamento,

«in particolar modo verso un modello di più grande corresponsabilità».

Fabrizio Berta, direttore regionale dell’area Progetti, ha illustrato come muterà la Formazione professionale nel prossimo futuro e Carlo Vallero, direttore regionale dell’area Finanza, dopo aver presentato la situazione economica delle sedi piemontesi ha evidenziato la centralità dei Servizi al lavoro e dell’orientamento offerti dal Cnos in una congiuntura di cambiamenti e di crisi occupazionale. La mattinata, prima della celebrazione della Messa in Basilica e del pranzo insieme, si è conclusa con la premiazione dei formatori che hanno raggiunto 25 anni di attività nel Cnos-Fap.

La Voce e il Tempo

Preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana

Sono in corso i preparativi per la 153ª Spedizione Missionaria Salesiana. In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.

Leggi la notizia sul sito InfoANS

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In risposta all’appello missionario lanciato nello scorso 18 dicembre 2021 dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, 37 salesiani hanno presentato la loro disponibilità ad essere inviati come missionari. Seguendo l’iter ormai consolidato, il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla, è passato al livello successivo di discernimento, conferendo con i rispettivi Ispettore e Consiglio, come pure con i rispettivi Direttore e Consiglio della casa locale, in merito all’idoneità missionaria dei candidati, e si è anche assicurato che questi fossero stati precedentemente accompagnati spiritualmente.

“È una parte importante del discernimento, perché conoscono molto bene il candidato. Vogliamo anche assicurare che il candidato sia stato accompagnato per discernere la propria vocazione missionaria

ha spiegato Don Maravilla.

Sebbene sia un requisito essenziale che ogni candidato sia sempre aperto a essere inviato dove il Rettor Maggiore lo mandi, in realtà c’è sempre un buon dialogo con ogni candidato riguardo alla sua possibile destinazione missionaria”

ha aggiunto.

La destinazione di ogni missionario viene poi presentata al Rettor Maggiore e al Consiglio Generale per l’approvazione. Il prossimo invio missionario, che si terrà il 25 settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, sarà composto da 25 missionari, provenienti dalle regioni Africa-Madagascar, Asia Sud, Asia Est – Oceania e Interamerica della Congregazione, e che saranno inviati in Africa, Asia Est, America-Cono Sud e Europa Centro Nord.

L’invio missionario sarà preceduto dal “Corso di orientamento per nuovi missionari” che si terrà al Colle Don Bosco a partire dal 1° settembre. I nuovi missionari, membri della 153ª spedizione missionaria, sono ora impegnati negli ultimi preparativi per il viaggio in Italia.