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Brescia, il Clerici Lab trova casa all’istituto Don Bosco Si studierà termoidraulica

Da Il Sole 24 ore.

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Un percorso di formazione dedicato all’intera filiera della termoidraulica e lo sbarco in Sardegna per la bresciana Gruppo Clerici, leader nella distribuzione di prodotti idrotermosanitari, che ha acquisito Mara, società locale con tre punti vendita. Il percorso formativo è quello di Clerici Lab, progetto voluto dal Gruppo Clerici in partnership con il Centro nazionale opere Salesiane-Formazione aggiornamento professionale (Cnos-Fap) per potere creare nuove generazioni di professionisti grazie a quello che nelle intenzioni dovrà diventare un incubatore di formazione. Insieme alla fondazione Cnos-Fap Regione Lombardia nascerà a Brescia presso l’Istituto Don Bosco e la nuova sede di Clerici Lab un centro di Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) dedicato alla logistica e termoidraulica pensato per formare figure di alto livello che si occuperanno a 360 gradi della gestione tecnica-commerciale del comparto termoidraulico. Questo percorso professionale post diploma è aperto a tutti i diplomati under 25 residenti in Lombardia e l’iter didattico è interamente finanziato dalla Regione. I corsi inizieranno a settembre con la formula di apprendistato di primo livello (articolo 43) che prevede l’assunzione dei corsisti ed un’attività formativa alternata tra mansione lavoro e formazione d’aula.

«Clerici Lab è un progetto particolarmente ambizioso che ha richiesto oltre un anno di studio e preparazione, attraverso cui mettiamo a disposizione il nostro know-how derivante da quasi 80 anni di esperienza nel settore – dice Paolo Clerici, presidente di Clerici -. In questo momento è essenziale intercettare e guidare i ragazzi al termine del percorso scolastico verso indirizzi che rispondano alle esigenze delle aziende dell’intera filiera. Ma non solo: attualmente in Italia si avverte un forte bisogno di manodopera qualificata in settori specifici, come quello termoidraulico. Di fronte a questa necessità, è cruciale investire in programmi di formazione articolati, che non solo colmino il divario tra l’offerta delle imprese e le competenze disponibili, ma che stimolino l’interesse e la motivazione dei giovani e dei meno giovani». Il progetto si sviluppa in tutta Italia. Con il Cnos-Fap di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, verrà offerto un percorso di inserimento di apprendisti e tirocinanti presso le sedi di Clerici, riservato ai ragazzi che frequentano il Cfp con indirizzo termoidraulico. Un modello che verrà replicato in altre regioni.

Due settimane fa il Gruppo Clerici ha rilevato Mara, storica insegna presente in Sardegna con tre punti vendita con showroom, oltre 50 dipendenti e un fatturato 2023 di più di 30 milioni. «È la prima acquisizione di un anno molto significativo per noi in termini di espansione – commenta il presidente -. Il nostro progetto di crescita a livello nazionale prosegue e siamo pronti a cogliere nuove opportunità anche nei prossimi mesi».

Smart School, le esperienze delle scuole salesiane

Con il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 4 marz0 che prevede la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 15 marzo, le scuole salesiane si sono organizzate – specialmente nelle Regioni dove la scuola era giù chiusa – con la modalità della Smart School.

A Brescia, ha scritto all’ANSA don Marco Begato, Coordinatore della Didattica del Liceo Don Bosco di Brescia “Abbiamo iniziato da lunedì 2 marzo prima collegio docenti via Meet Hangouts, poi lezioni caricate su Drive e Calendar. Infine Meet e Hangouts per il contatto quotidiano e frequente docente-alunno. Riscontri eccellenti per professori e studenti”

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L’Istituto Salesiano “San Marco” di Mestre è “Apple Distinguished School”, grazie all’esclusivo accordo con Apple che fornisce gli strumenti all’istituto (gli iPad per docenti e studenti) e sfrutta la piattaforma “Google Classroom”, applicativo della suite che Google mette a disposizione delle scuole. Il tutto per garantire una formazione continua e aggiornata, oltre la tradizionale lezione in aula.

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Salesiani Lombardia-Emilia: gli studenti intervistano il Prefetto di Brescia, ex allievo di Messina

Nell’Ispettoria Lombardo-Emiliana, per il progetto di alternanza scuola-lavoro, si svolge un corso di comunicazione sociale durante il quale gli studenti intervistano dei personaggi.
Riportiamo qui l’intervista fatta al Prefetto di Brescia, Attilio Visconti, ex allievo della scuola salesiana di Messina.

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Oggi abbiamo avuto modo di intervistare il prefetto di Brescia sig. Attilio Visconti, chiedendogli del suo passato salesiano e del rapporto che è rimasto tra lui e l’Istituto di Don Bosco.

D: Quali furono le motivazioni che la spinsero, all’epoca, a frequentare una scuola Salesiana?

R: Le ragioni sono legate al fatto che, essendo figlio di un Generale dei Carabinieri, mio papà fu trasferito da Roma a Messina e preferì consigliarmi la frequentazione della scuola Salesiana sul fermo convincimento che mi avrebbe aiutato moltissimo ad inserirmi nella nuova realtà. Credo che tale consiglio paterno fosse legato al fatto che mio padre visse per oltre 30 anni a Torino e conoscesse bene la realtà Salesiana e la sua vicinanza al mondo giovanile

D: Quale fu la prima impressione di quella realtà per lei che proveniva da una frequentazione scolastica diversa e per giunta da una metropoli come Roma?

R: Fui immediatamente colpito dal grande affiatamento che notai tra i miei nuovi compagni che non era esclusivo, o meglio respingente, ma che suonava come un invito di gruppo ad entrare a far parte di quella realtà senza alcun timore o timidezza. Insomma, mi sentii subito a mio agio nell’Istituto.

D: Ma con il passare dei mesi ha confermato queste sensazioni iniziali e, sopratutto, quale altra considerazione ha potuto aggiungere a supporto della sua scelta di frequentare un Istituto Salesiano?

R: Tre cose, mi ricordo, mi segnarono nei primi mesi di frequentazione e che porto sempre con me e che fanno parte del mio “zaino della vita” tra le cose care. La prima: i dieci minuti di preghiera mattutina nella Chiesa dell’Istituto S.Luigi di Messina insieme a tutti gli studenti di tutte le classi. Sembra poco ma, oltre a ricevere un beneficio morale che ti accompagnava per tutta la giornata ed a cui con il tempo ho attribuito un altissimo valore, era un modo per stare tutti assieme, studenti di tutte le età accomunati da un gesto comune, la preghiera, dopo la quale eravamo davvero tutti uguali.

La seconda: i miei insegnanti che, diversamente da quelli romani erano a nostra disposizione tutto il giorno; in qualsiasi momento erano presente fisicamente e professionalmente, partecipi direttamente delle nostre difficoltà come delle guide di riferimento nel difficile viaggio dell’apprendimento e della maturazione. Una sicurezza che ancora oggi rimpiango.

Infine la terza: lo sport, o meglio, il calcio, per me lo sport degli sport, che nel campo dell’Istituto S.Luigi ci vede protagonisti in appassionanti tornei, in allenamenti pomeridiani, nell’organizzazione di “sfide” accesissime ma parimenti corrette tra le varie classi. Il calcio rappresentò in quel periodo della mia vita, lo sfogo ideale dopo lo studio; l’occasione per cementare amicizie che a distanza di 40 anni sono ancora fortissime; il collante tra me, appena arrivato, e chi c’era prime di me creando in pochissimo tempo uno spirito di appartenenza che è quotidianamente vivo e di cui vado orgoglioso.

D: In conclusione consiglierebbe ai giovani questa scelta?

R: L’ho fatto. L’ho fatto con mio figlio che purtroppo, come me, ha dovuto “subire” le conseguenze della mia professione che mi vede girare per l’Italia, come era per mio padre. Gli ho raccontato delle mie esperienze e dell’aiuto morale e materiale che i “ragazzi di Don Giovanni Bosco” mi avevano dato e di come i dispiaceri per aver lasciato un ambiente nel quale ero già inseritissimo erano stati velocemente confortati da un ambiente accogliente, leale, spontaneo e sincero in ogni manifestazione. E tutto ciò a beneficio della mia crescita e della mia maturazione. Oggi, a distanza di 40, e con un mondo radicalmente mutato, credo con ancora più forza che questa scelta sia la più corretta, poiché gli Istituti Salesiani sono davvero in grado di garantire la formazione di un giovane in una società multietnica, inclusiva, fondata sulle pubbliche relazioni e bisognosa della riscoperta di valori fondanti quali l’amore per il prossimo, il culto della famiglia come cellula base della società, l’apprendimento che si traduce in istruzione e cultura, la cura del fisico a sostegno della mente votato al bene della solidarietà.

Queste le parole del Prefetto Attilio Visconti, che si sono rivelate molto positive e gentili nei confronti dell’Istituto Salesiano, in cui spera che anche il proprio figlio Antonio possa collezionare bei ricordi ed esperienze.