Articoli

Italia – I giovani del CNOS Fap del “Borgo Ragazzi Don Bosco” nella sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede

Dal sito dell’agenzia ANS.

***

Roma, Italia – dicembre 2021 – Il 6 dicembre a Villa Bonaparte, sede dell’ambasciata di Francia presso la Santa Sede, è stato particolarmente apprezzato l’intervento degli studenti del Centro Nazionale Opere Salesiane del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

L’Ambasciatrice, S.E. Signora Elisabeth Beton Delègue, nel corso della celebrazione della festività di San Nicola di Mira, patrono della Lorena, alla presenza del Cardinale S.E. Jean-Claude Hollerich, Arcivescovo di Lussemburgo, ha donato agli ospiti i “Boxemaennchen”, offerti da S.E. Signora Michèle Pranchère – Tomassini, Ambasciatrice del Granducato del Lussemburgo a Roma. Presente anche Jean Paul Muller, SDB, Economo Generale della Congregazione Salesiana. I tipici biscotti per la festa di San Nicola sono stati realizzati dagli studenti del corso “Tecnici di cucina” della Scuola di Formazione Professionale del Borgo Ragazzi Don Bosco, che si sono esercitati ed hanno sperimentato la loro produzione per settimane. Il fatto che abbiano potuto incontrare un mondo di diplomatici e dignitari a loro sconosciuto, nell’ambasciata di Francia, è stata una sfida straordinaria che hanno padroneggiato molto bene, grazie ai loro insegnanti che li hanno accompagnati.

I giovani della Capitale propongono nuove idee per un futuro migliore della città

Il 23 settembre, una delegazione di giovani formata da Stefano, Miriam, Filippo, Francesca, Martina, Alessia e Francesco, ha presentato ai candidati sindaco della Capitale il “Manifesto delle nuove generazioni – idee per rilanciare e rigenerare il tessuto sociale e produttivo della Città di Roma”.

Dopo un anno di lavoro in cui hanno messo al centro della loro riflessione alcuni temi riguardanti la cittadinanza attiva, i giovani hanno raccontato come sognano Roma e come sognano il loro futuro.

Hanno consegnato nelle mani dei futuri amministratori di Roma, i loro desideri, le loro speranze e i loro sogni per avere una città migliore.

Hanno parlato di scuola, trasporti, lavoro, ambiente, istituzioni, cultura e sport.

6 punti. Chiari ed incisive, che interpellano le Istituzioni e tutti gli adulti ad ascoltare e a rispondere a quanto chiedono. “I giovani sono i protagonisti della loro educazione e formazione – afferma don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco che si è fatto promotore dell’evento – dopo aver ascoltato la loro voce, adulti ed Istituzioni devono saper generare azioni positive che sappiano rispondere ai loro bisogni”. I bisogni di tutti, nessuno escluso. Solo in questo modo potremmo dare un futuro migliore alle nuove generazioni, altrimenti si rischia di non avere prospettive, come sottolinea don Benoni Ambarus Vescovo Ausiliare della Città di Roma con delega alla carità e alla pastorale dei migranti.

Ai candidati sindaco di Roma questi ragazzi chiedono ascolto, mezzi e spazi per capire la città e quindi favorirne la crescita.

Chiedono di far parte a pieno titolo della città e della comunità in cui vivono, in qualità di cittadini capaci di essere risorsa, pensando a momenti di partecipazione attiva dove poter fare la loro parte.

Chiedono una scuola più inclusiva e non competitiva, che li prepari alla vita e ad essere cittadini consapevoli, dove vengono valorizzate le proprie attitudini e capacità.

Reclamano un percorso di studi che contempli e presti maggiore attenzione al passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro, creando nuove opportunità lavorative e incentivando l’autoimprenditorialità.

Rivendicano uno sport accessibile a tutti, dove i campi si trasformino in palestre di vita.

Pretendono di mettere la periferia al centro, riqualificando ambiente e servizi e rendendo le strade più sicure, senza creare cittadini di serie A e di serie B.

Chiedono di occupare un posto nella società, quel posto che spesso gli viene negato. Un posto ben preciso, dove ognuno trovi il proprio spazio, nessuno escluso, e dove si riconoscano e valorizzino i talenti di ciascuno. “Ognuno di voi è una limited edition” ha detto don Benoni Ambarus sottolineando come ognuno cerchi il “proprio posto” e ringraziando i giovani per il coraggio nel far sentire la propria voce.

“Il lavoro fatto in questo anno dai giovani non è semplicemente bello ma è profetico. Anche se con storie molto complesse, nonostante le proprie sofferenze e il proprio passato, questi giovani hanno voluto mettersi in gioco e scommettere sul futuro” afferma Lorenzo Colli referente dell’iniziativa per i Salesiani don Bosco..

Hanno ricevuto il manifesto i candidati Carlo Calenda ed Enrico Michetti che hanno salutato e ringraziato i ragazzi per il lavoro svolto, il Vicesindaco Pietro Calabrese intervenuto in rappresentanza della Sindaca Virginia Raggi e Dario Marcucci intervenuto in rappresentanza di Roberto Gualtieri.

Vai al sito
Il manifesto

Manifesto delle Nuove Generazioni: a Roma i giovani lanciano la sfida ai candidati sindaco, iniziativa al Borgo Ragazzi Don Bosco

Pubblichiamo il comunicato stampa del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma sull’iniziativa che si terrà il 23 settembre per lanciare il “Manifesto delle Nuove Generazioni” da presentare ai candidati sindaco di Roma Capitale.

***

Il Borgo Ragazzi don Bosco si fa promotore dell’evento “Manifesto delle Nuove Generazioni – per ripartire abbiamo bisogno della risorsa migliore, i giovani”, il 23 settembre alle ore 10.30 presso via Prenestina 468 di Roma

Un’iniziativa organizzata e voluta dai giovani provenienti da tutto il territorio di Roma, che presenteranno ai futuri amministratori della città il loro Manifesto, contenente 6 spunti di riflessione per rilanciare e rigenerare il tessuto sociale e produttivo della Capitale.

500 giovani, tutti di diversa estrazione sociale, capaci di esprimere propositività e voglia di contribuire alla ripartenza: sono questi i sottoscrittori del Manifesto che desiderano parlare ai candidati sindaco di Roma Capitale per chiedere ascolto, mezzi e spazi per capire Roma e quindi favorirne la crescita.

Assumendo a pieno titolo il ruolo di cittadini, questi ragazzi chiedono di essere ascoltati ma soprattutto di capire la città che amano, con le sue problematiche e i suoi indiscutibili pregi.
Desiderano abitare le nostre Istituzioni al fine di percepirle come alleate e non come strutture distanti dai problemi reali della gente.
Chiedono di potere essere messi nelle condizioni di fare la loro parte per la comunità a cui appartengono, riconoscendo finalmente loro il titolo di “cittadini” capaci di essere risorsa per una nuova idea di città.

Questo slancio, alla luce di un anno e mezzo di pandemia e di due anni scolastici affrontati in modo emergenziale, con conseguenze pesanti e ancora in buona parte da scoprire, non ci può lasciare indifferenti.

Sono stati invitati i candidati Sindaco di Roma.

Interverranno:

  • I giovani
  • E. Mons. Gianpiero Palmieri, Vicereggente della Diocesi di Roma e Vescovo Ausiliare del Settore Est di Roma
  • Don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco

Programma

ore 10.30: presentazione e saluti a cura dei giovani e di don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco
ore 10.40: saluto di S. E. Mons. Gianpiero Palmieri
ore 10.50: presentazione del Manifesto
ore 11.20: consegna del Manifesto

Vai al sito

Borgo Ragazzi don Bosco: la pandemia e la “sfida” della comunione

Su Roma Sette, la giornalista Roberta Pumpo racconta il rapporto “Nessuna casa è lontana” del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma.

***

Un seme di speranza gettato nei mesi più bui, quelli del lockdown, che delineavano lo sconquasso economico derivato dalla pandemia. Il Covid-19 con i suoi silenzi, i suoi dolori, le sue imposizioni, le nuove norme di comportamento ha consolidato il valore di comunità tra operatori, volontari, donatori, famiglie e giovani del Borgo Ragazzi don Bosco. Dai corsi del centro di formazione professionale all’oratorio, dal centro di accoglienza per minori al sostegno scolastico, dalla semiresidenzialità alla casa famiglia, sono decine le attività quotidianamente rivolte a centinaia di giovani. «Nell’ordinario può capitare che ogni area educativa segua una propria strada – spiega il direttore don Daniele Merlini -. Nell’emergenza, invece, ci siamo sentiti uniti: una comunità di comunità dove nessuno è stato lasciato solo ma tutti hanno condiviso le stesse preoccupazioni, rivolgendo costante attenzione ai più fragili».

L’operato di queste realtà intrinsecamente legate emerge nel nuovo report del Borgo intitolato “Nessuna casa è lontana” pubblicato ieri, 31 gennaio, festa di san Giovanni Bosco, fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Gli operatori in pochi giorni si sono trasformati in esperti informatici «mettendo in campo la propria creatività per andare a cercare i ragazzi attraverso qualsiasi canale», racconta il sacerdote. Alle tante famiglie dotate solo di un cellulare sono stati donati tablet, pc portatili e connessioni internet per poter svolgere incontri online ma anche trascorrere qualche ora di allegria con mini tornei di “nomi, cose e città”. La preoccupazione più grande era non abbandonare i giovani, «specie quelli più timidi e introversi con i quali era iniziato un percorso che li stava portando ad aprirsi – precisa Simona Arena, operatrice di 25 anni -. Dopo il lockdown con qualcuno è stato necessario ricominciare tutto dall’inizio». Come nel caso di Maria 18enne nata a Roma da genitori di origine asiatica con i quali ha un rapporto molto conflittuale. Il suo desiderio di occidentalizzarsi, di adottare anche cibi italiani, «si scontra con la volontà della famiglia che vuole mantenere le proprie tradizioni – spiega Simona -. Dopo quattro anni in semiresidenzialità si stava aprendo, stava stringendo amicizie ma poi gli oltre due mesi trascorsi in famiglia l’hanno come resettata».

In altre circostanze il lavoro più duro degli operatori è stato convincere i ragazzi a uscire di casa quando le restrizioni si sono allentate. Simona ricorda le lunghe ore trascorse sulla piattaforma Zoom a dialogare con Massimo, 17 anni, un rapporto già difficile con la mamma ora terrorizzata dal contagio. «Ha trasmesso al ragazzo questa fobia – dice l’operatrice -. Abbiamo passato interi pomeriggi a mediare tra i due cercando di riportare un po’ di serenità nel loro rapporto». Per altri il coronavirus ha segnato la fine di un percorso lavorativo appena iniziato, accompagnato dall’impossibilità di sostenersi. La prima settimana di gennaio 2020 il Borgo aveva festeggiato la nuova vita di Francesco, 18enne nordafricano, che dopo 4 anni lasciava la casa famiglia e grazie al corso per pizzaiolo aveva trovato un lavoro e anche una camera in affitto. «In poche settimane ha perso l’impiego – ricorda don Daniele -. Non si è abbattuto perché sapeva che qui avrebbe trovato una famiglia pronta a sostenerlo». Francesco è tra i 20 ragazzi che gli operatori hanno accompagnato nella ricerca di un nuovo impiego e da qualche settimana ha iniziato a lavorare in un panificio.

Il Borgo in questi mesi ha sostenuto con pacchi alimentari e contributi in denaro 1.045 ragazzi e 389 famiglie, grazie «a uno straordinario concorso di generosità – aggiunge il direttore -. La cosa meravigliosa è che le donazioni si sono più che triplicate mentre il numero dei donatori è rimasto quasi invariato. Questo significa che si è subito percepito la gravità di quello che stava accadendo». Esattamente come l’affetto che percepiscono gli oltre 1.500 ragazzi che ogni anno frequentano l’oratorio, i corsi di formazione professionale o sono seguiti dall’area “Rimettere le Ali”. «In questi mesi – riferisce il sacerdote – tanti ragazzi che hanno frequentato il borgo negli anni scorsi si sono proposti come volontari o hanno fatto donazioni in denaro». Molti giovani con disagi conclamati e famiglie in grave difficoltà hanno fame di affetti autentici e la “mission” degli operatori, spiega Simona, «è quello di far comprendere loro cosa sia una comunità, cosa significhi vivere in armonia». Don Daniele, infine, non nasconde la preoccupazione «per il pesante contraccolpo educativo che avrà la pandemia. I ragazzi non sono spensierati e lo stress che oggi respirano in famiglia avrà delle ripercussioni».

 

 

 

Roma Sette

 

“Nessuna casa è lontana”: il report delle attività del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma

Sarà pubblicato il 31 gennaio 2021, in occasione della festa di san Giovanni Bosco, il nuovo report del Borgo Ragazzi don Bosco che racconta come l’avvento della pandemia ha acuito la povertà  educativa dei giovani che accogliamo ogni giorno. 

Quasi 1500 tra famiglie e ragazzi sostenuti, 400 pacchi alimentari distribuiti, 50 dispositivi donati e regalati a coloro che non avevano accesso a connessioni internet, 3440 ore video, 2430  ore di formazione professionale online, 600 ore di formazione destrutturata online, 200 ore di  doposcuola a distanza, 200 ore di gruppi formativi a distanza, 60 colloqui per consulenza  psicopedagogica a distanza, 100 merende social per condividere momenti ludici e ricreativi con i  ragazzi, 500 ragazzi raggiunti con attività social

Sono questi alcuni numeri di come il Borgo Ragazzi don Bosco ha reagito all’emergenza  sanitaria che ormai caratterizza le nostre vite dallo scorso marzo. 

Dopo un primo disorientamento iniziale, la Comunità del Borgo Ragazzi don Bosco ha dato  l’unica risposta possibile: continuare a stare accanto ai giovani, anche in questa nuova e  imprevista situazione! Il “come” fare questo è stato una meraviglia di amore, fantasia, competenze  e audacia che i molti educatori, volontari e giovani si sono “inventati” per non lasciare solo  nessuno

Mai come questa volta si è verificata una gara di solidarietà che ci ha permesso di affrontare  l’emergenza e di non lasciare indietro nessuno: cittadini, aziende, fondazioni, ognuno ha  contribuito a far sì che nessuna casa fosse veramente lontana. Molti di questi sono i nostri  volontari che hanno deciso di trasformare il loro impegno gratuito in donazione.  

Dopo una timida ripartenza estiva, siamo ancora in piena emergenza. E se l’emergenza sanitaria  speriamo tutti che si risolverà con l’arrivo dei vaccini annunciati, l’emergenza economica,  lavorativa e educativa avrà, crediamo, pesanti strascichi. 

Tutto ciò che come Comunità Educativa del Borgo Ragazzi Don Bosco abbiamo messo in opera per  affrontare le difficoltà di questi mesi è preparazione alle macerie che la Pandemia lascia sul  campo, soprattutto in ambito educativo. Ci stiamo solo parzialmente accorgendo delle  problematiche che la “disaffezione” alla frequenza scolastica ha causato a tanti ragazzi e giovani;  delle crescenti difficoltà ad inserire lavorativamente chi ha concluso un percorso formativo; delle  ansie e dei timori che anche i bambini e i più giovani hanno assunto dalle raccomandazioni alla  distanza e alla iperattenzione alla pulizia e all’igiene; dalla poca possibilità di stare e muoversi all’aria aperta di quest’ultimo anno. 

Fronteggiare le attuali e future conseguenze della Pandemia non è e non sarà cosa da poco. È una  sfida che dobbiamo prepararci ad affrontare e sarebbe meglio non da soli.  Potremo affrontare tutte le problematiche prima elencate e altre che si presenteranno, solo se  cammineremo insieme, solo se ci sosterremo gli uni con gli altri … ci salveremo insieme o non ci  salveremo! 

Ognuno è chiamato a fare la propria parte in questa lunga “ripartenza” e da parte del Borgo  Ragazzi don Bosco la scommessa e l’impegno sarà come sempre, e oggi ancora di più, per il bene  dei ragazzi, affinché essi trovino sempre una casa e degli adulti che, al loro fianco, affrontino il  difficile cammino della crescita.  

Con Don Bosco guardiamo con amore e fiducia alle nuove generazioni, sicuri che “dalla buona o  cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società” (Don Bosco),  mettendo al centro il giovane e accompagnandolo a scoprire nuovi orizzonti possibili. 

Vai al sito del Borgo Ragazzi

Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma, ripartono l’attività estiva e le serate in oratorio

Dal 15 giugno al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma è ripartita l’attività estiva, con le attività per i ragazzi divisi in fasce di età e secondo la normativa anti – covid 19. Dal 2 luglio, invece, sarà la volta di Borgo Estate che quest’anno si svolgerà dal giovedì al sabato.

Prima settimana
Borgo Estate

 

Il Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma presenta l’estate ragazzi a Uno Mattina

Ieri, durante la trasmissione di Rai Uno Uno Mattina, è andato in onda un servizio dove si presenta il centro estivo del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma di quest’anno nella fase 2 del Covid19:

La spesa sospesa del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma per sostenere le famiglie in difficoltà

Pubblichiamo il comunicato del Borgo Ragazzi don Bosco sull’iniziativa della spesa sospesa per aiutare le famiglie in difficoltà.
***
Dal 9 aprile, grazie alla collaborazione di Spazio Conad, abbiamo iniziato la raccolta di generi di prima necessità. I clienti del supermercato, all’uscita trovano dei carrelli dove possono lasciare qualcosina per sostenere le famigli dei ragazzi poveri seguiti dal Borgo Ragazzi Don Bosco. Grazie alla generosità di tante persone, nella scorsa settimana sono state aiutate più di trenta famiglie.
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di Conad (Viale Giovanni Battista Valente, 190) e tante famiglie.
Ringraziamo a nome di tanti ragazzi queste persone anonime che nel segreto stanno aiutando chi ha perso il lavoro a causa della crisi del Coronavirus. “Tutto ciò che doni è tuo per sempre, ciò che tieni è perso per sempre”. Dio vi benedica!

Marta e i suoi quattro figli: storia di una famiglia durante la pandemia

Pubblichiamo un articolo uscito su Vatican News che racconta la storia di Marta e Nicola, giovani genitori di Roma e animatori del Borgo Ragazzi Don Bosco, e di come vivono la pandemia a casa con i loro quattro figli.

***

di Andrea De Angelis

Marta ha 33 anni, vive nel quartiere romano di Centocelle insieme al marito, Nicola, e ai loro quattro figli piccoli. Bambini delle elementari e dell’asilo, che come tutti i loro coetanei sono da un mese a casa e vivono il tempo della pandemia ponendosi interrogativi, sollevando questioni e cercando, come gli adulti, di rispettare, in modo più o meno consapevole, le regole necessarie per superare un’emergenza mondiale. Il ruolo dei genitori in questo senso è fondamentale: devono da un lato mostrarsi rigorosi, dall’altro comprendere l’eccezionalità del momento per le creature che sono chiamate a custodire. “Custodire vuol dire tutto, significa proteggere, ma anche concedere i giusti spazi, capire tuo figlio e valorizzare il tempo a disposizione”, afferma Marta Panella nel corso dell’intervista rilasciata a Vatican News. Lei come il marito è animatrice salesiana. Una famiglia, la loro, nata all’oratorio romano di “Borgo Ragazzi Don Bosco”. Animatori salesiani, da sempre vicino ai giovani ed ora che anche gli oratori sono vuoti, è nelle case che si può “animare” nel senso più profondo del termine: amando ed educando.

L’esempio forma una famiglia

“Abbiamo sempre concepito la nostra famiglia come l’essere aperti alla vita, che non vuol dire solo accogliere i figli che il Signore ti dona, ma anche aprirsi agli altri”. Inizia così il racconto della giovane mamma, nel ricordo dell’inizio della sua storia d’amore con Nicola. “All’oratorio abbiamo conosciuto tante famiglie, il loro esempio ha favorito la nostra unione. Anche così si costruisce ciò che oggi siamo”, spiega. Oggi, però, è la vita che chiede loro, come a milioni di altre famiglie, di aprirsi ad una sfida nuova. Quella della pandemia.

Cosa significa custodire i figli

“Quotidianamente ci chiediamo come fare a vivere questo periodo con i nostri figli”. Marta non nasconde le difficoltà, ma le affronta insieme a Nicola con una positività che trasmette, poi, ai piccoli di casa. “Desideriamo fortemente custodire i nostri figli, curando tutto: il corpo, le emozioni, lo spirito. Custodire oggi significa – sottolinea – tutelare la loro salute, dunque non uscire di casa. Non esporli a rischi inutili”. Custodire però vuol dire anche donare qualcosa. “Stiamo cercando di valorizzare questo tempo con loro, lontano da corse, impegni, appuntamenti. Il rapporto di crescita con loro ora vuol dire crescita e gioco, responsabilizzazione ed ascolto”. Un compito tanto arduo quanto naturale e prezioso.

“Siamo fortunati ad essere in sei”

Animatori dentro casa

Sono tanti i modi per supportare psicologicamente i bambini durante la quarantena. Uno di questi è sicuramente la prossimità. Giocare con loro, trasmettere allegria, fisicità. Tenere alto il morale, “animare” dunque, proprio come all’oratorio. “Questa è una grande risorsa, abbiamo fatto un campeggio ed un pic-nic a casa – dice sorridendo -, ma siamo anche andati al ristorante, anche perché ci andiamo raramente, dunque per loro questo recitare a casa di essere in un locale, con tanto di cameriere e chef li ha fatti molto divertire”. La fantasia non deve lasciare spazio all’ansia, la creatività non può essere sostituita dal panico. I figli chiedono, magari solo con gli occhi, proprio questo.

Il buon uso della tecnologia

I figli di Marta e Nicola desiderano avere un contatto con gli amici, i parenti, le maestre. In questo senso l’uso della tecnologia è fondamentale. “Loro di solito non usano molto questi strumenti, anche perché essendo in quattro giocano spesso insieme lontani da schermi e tv. Ora però hanno le lezioni in conferenza con i compagni di classe e le maestre, questo è importante! La tecnologia non è solo guardare la televisione o giocare con il tablet, ora possiamo farlo capire ancora di più ai bambini”. “Così – conclude Marta – riusciremo a far sentire loro più vicine le persone a cui vogliono bene”. La pagina Facebook di Marta Panella ha come foto profilo una casa di tanti colori, con una frase che racchiude molto del suo approccio da mamma, moglie e cittadina consapevole dell’emergenza in corso: “Non siete bloccati in casa, siete al sicuro in casa. Cambiate prospettiva”. Cambiamola, davvero.

 

Al Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma cancelli chiusi ma piena attività per i ragazzi e le famiglie

Pubblichiamo il comunicato del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma sull’organizzazione della Casa durante l’emergenza sanitaria

***

In questo tempo difficile, mentre abbiamo dovuto chiudere le consuete attività educative ci stiamo interrogando su come poter rispondere ai bisogni dei nostri ragazzi e delle loro famiglie. Sono per lo più chiusi in casa e lo saranno per diverse settimane. Qualcuno si sentirà solo e senza sostegno. Noi che abbiamo fatto dell’accoglienza dei ragazzi la nostra missione vogliamo provare a continuare a dare una mano.

In questi giorni insieme ai nostri educatori continuiamo a tenerci in contatto con i ragazzi e le famiglie e a stimolarli come possiamo. Ogni sera alle ore 17.30 potranno ascoltare il consueto messaggio della “Buonanotte Salesiana” all’oratorio: non si potrà fare in presenza, lo  faremo in diretta Facebook e Instagram (Facebook: Oratorio “Borgo Ragazzi don Bosco”; Instagram: oratorioborgodonbosco);  anche i gruppi formativi dell’oratorio continuano la loro attività in modo virtuale.

Insieme all’associazione Rimettere le Ali APS continuiamo il lavoro di sostegno con le famiglie affidatarie con colloqui via Skype. Proprio con la chiusura delle scuole e delle altre attività possono essere più in sofferenza e avere più bisogno. Proseguiamo anche la nostra opera di sensibilizzazione e informazione all’affido sempre utilizzando i canali social e i colloqui sui canali informatici.

Prosegue anche il progetto “Dare di più a chi ha avuto di meno” in collaborazione con l’impresa sociale “Con i Bambini” portato avanti da Skolè e sportello psicopedagogico: non possiamo proseguire con i percorsi con ragazzi e genitori ma siamo a disposizione attraverso il numero di cellulare SOS 374 4204632 per rispondere a chiamate riguardo le difficoltà con i figli e essere di supporto anche a chi gestisce con difficoltà questa chiusura in casa.

Contemporaneamente attraverso gli educatori del progetto proseguiamo il supporto allo studio in collegamento con la “cabina di regia” che abbiamo con l’istituto Comprensivo Statale Largo Cocconi e la Scuola Media Statale Pietro Romualdo Pirotta per sostenere i ragazzi che hanno più bisogno di aiuto. Anche questo si può fare con l’ausilio del cellulare e i ragazzi si sentono meno soli.

La nostra comunità Semiresidenziale segue i ragazzi a distanza invitandoli per la merenda virtuale su Facebook party e proseguendo le nostre partite di UNO e degli altri nostri giochi da tavolo preferiti con le applicazioni in formato elettronico! Anche questi ragazzi vengono contattati giornalmente o quasi per un sostegno mai solo scolastico e sempre gradito dovendo spesso rimanere soli.

I ragazzi del Centro Diurno sono contattati singolarmente e proponiamo loro di proseguire i corsi di alfabetizzazione, di licenza media, di ristorazione, giardinaggio e trattamento mani e capelli per ora seguendo i canali YOU TUBE dedicati a questi mestieri e provando a fare qualcosa a casa!

Siamo vicini anche ai ragazzi accolti in Casa Famiglia. Non facciamo venire volontari per ovvi motivi di sicurezza, ma cerchiamo di inventarci attività da fare insieme in casa adattandoci alla nuova situazione: come tutte le famiglie, abbiamo l’opportunità di riscoprire la voglia di stare insieme con un po’ più di calma e di fare giochi da tavolo e chiacchierate.

Infine, per i ragazzi del nostro Centro di Formazione Professionale, come tutti gli altri rimasti a casa senza scuola e senza stage, i formatori utilizzando le piattaforme dedicate stanno approntando lezioni online che li tengono uniti e “sul pezzo”.

Insomma siamo apparentemente “chiusi” ma in piena attività perché lo sono i nostri ragazzi e le loro vite!

Alla fine di questa emergenza sarà importante aver imparato che nella vita ogni cosa può divenire una esperienza di crescita e ogni giornata è da vivere al meglio così come si presenta. In ogni occasione, con un po’ di creatività ed entusiasmo e insieme possiamo andare lontano come ci ha insegnato don Bosco!