Speranza – Il cuore missionario di Don Bosco

Speranza – Il cuore missionario di Don Bosco

Lectio e scheda carismatica

Nella lunga sezione di Gv 7,1-10,21, il focus è decisamente sul contrasto tra Gesù e le autorità del popolo. In questa sezione, infatti, troviamo, in particolare, due capitoli (8 e 9) nei quali, in modo diretto o indiretto, le parole o i gesti/segni del Signore vengono pesantemente questionati dai farisei o dai giudei. In tale contesto, la celebre parabola – il testo parla, però, di paroimia, «similitudine» (v. 6) – del buon pastore si colloca in stretta connessione con il capitolo che la precede (9,1-41). In particolare, il collegamento in questione si coglie leggendo 9,39-41 in continuità con quanto segue: in questi versetti, infatti, il Signore commenta con i farisei la guarigione del cieco nato appena conclusasi con la professione di fede di quest’ultimo («credi nel figlio dell’uomo?» [v. 35]; «credo, Signore!» [v. 38]). Tale commento mette in luce quanto la vera cecità consiste nel pensare di vederci pur essendo incapaci di vedere (v. 41) – un’allusione chiara all’incapacità di riconoscere il proprio peccato e, quindi, essere guariti. Sembra, quindi, che i primi destinatari della similitudine del pastore bello/buono siano proprio i farisei (cf 10,6).

“La Grande speranza” di Bartolomeo Sorge (Aggiornamenti sociali, febbraio 2008)

«Cristo – esordisce l’enciclica – è venuto a rivelarci che la nostra vita non finisce nel vuoto, ma l’uomo è destinato all’incontro con Dio, è stato creato “per essere riempito da Lui”» (n. 33). Per questo in Cristo siamo stati redenti e salvati. Questa certezza, che nasce dalla fede nella Parola di Dio, genera nel cuore del credente una «grande speranza», capace di dare senso a tutta la sua vita e di sostenerla anche nei momenti più difficili e faticosi. Infatti, è molto diverso vivere e agire con la consapevolezza che l’uomo e la sua operosità sono destinati non a finire nel nulla, ma a rimanere per sempre in un mondo redento e trasfigurato. Pertanto, l’annuncio cristiano della salvezza non è solo una «buona notizia»,  un’«informazione»; ma porta con sé una vera

 

Preghiera

Beata Maria Romero Meneses (FMA), testimone di speranza

«Suor Maria dinanzi alle difficoltà non è venuta meno, diceva: ‘Il mio Re e la mia Regina mi aiuteranno’. Era una persona di speranza, ecco perché credo che abbia vissuto felice e allegra; non l’ho mai vista triste, ma era ottimista. Ha sperato senza limiti quello che voleva ottenere»
(Beata Calvo Brenes de Sánchez).

«La speranza la manteneva serena, era di una equità di carattere senza compromessi, con un sorriso ben definito sulle labbra e un’espressione sul
viso, come chi è sicuro che il suo cammino è retto e gradito al Signore.  Si fidava contro ogni speranza»
(Suor Teresa Rodríguez).

«Posso dire che Suor Maria ha vissuto piena di speranza che rifletteva nella sua serenità e allegria contagiosa. Colmava di conforto le persone che le si avvicinavano tristi o quasi disperate per chiederle un favore, facendo vedere che Dio le amava e che non le avrebbe deluse. Molte volte si è sentita ripetere: “So di chi mi sono fidata”».
(Suor Manuelita Andrade).

Lei stessa ripeteva: «Siamo i pellegrini che vanno in Paradiso, la fede illumina il nostro destino. La meta sta nell’eterno, la nostra Patria è il Cielo, la speranza ci guida e l’amore ce lo farà ottenere. L’uomo raggiunge la sua pienezza nell’amore per gli altri»
(F XII 75).

 

Spiritualità apostolica – Il cuore missionario di Don Bosco

Spiritualità apostolica – Il cuore missionario di Don Bosco

Lectio e scheda carismatica

Il brano che apre la lectio (Mc 6,34-44) fa parte della sezione denominata “sezione dei pani”. Tale denominazione si spiega col fatto che proprio in questi capitoli Mc colloca il racconto delle due moltiplicazioni dei pani e dei pesci (6,34-44; 8,1-10) e anche una discussione tra Gesù e i discepoli a proposito del significato di questo segno (8,14-21; cf 6,52). Questo fatto mette bene in evidenza come il centro di gravità di questa sezione sia l’insegnamento che Gesù dà ai discepoli circa la propria identità.

La moltiplicazione dei pani non è tanto un gesto miracoloso che deve «soddisfare un bisogno» (sull’ambiguità di questa lettura, cf Gv 6,26) quanto un’anticipazione della cena pasquale e, quindi, un segno che manifesta il mistero della persona di Gesù. La sovrabbondanza dei pani (richiamata nella discussione con i discepoli in Mc 8,14-21), rilevata nella «sazietà» di chi ha mangiato (v. 42) e nel numero delle ceste degli avanzi (v. 43), allude alla eccedenza del dono di vita e, per così dire, all’eccedenza dell’incredulità dei discepoli: non solo Gesù è andato incontro alle necessità della folla con pochi mezzi ma lo ha fatto non in modo «misurato» o con calcolo ma sovrabbondante. La matematica di Dio, per così, non è quella dei discepoli stessi.

Dalle “Memorie dell’Oratorio”, seconda decade

Un giorno il teologo Borel, in presenza del sac. Pacchiotti Sebastiano e di altri, prese a dirmi così: – Per non esporci a perdere tutto è meglio salvare qualche cosa. Lasciamo in libertà tutti gli attuali giovanetti, riteniamone soltanto una ventina dei più piccoli. Mentre continueremo ad istruire costoro nel catechismo, Dio ci aprirà la via e l’opportunità di fare di più.
Loro risposi: – Non occorre aspettare altra opportunità il sito è preparato, vi è un cortile spazioso, una casa con molti fanciulli, porticato, chiesa, preti, chierici, tutto ai nostri cenni.
– Ma dove sono queste cose? interruppe il T. Borel.
– Io non so dire dove siano, ma esistono certamente e sono per noi.
Allora il T. Borel, dando in copioso pianto, «Povero D. Bosco, esclamò, gli è dato la volta al cervello». Mi prese per mano, mi baciò e si allontanò con  D. Pacchiotti.

Lectio di ottobre

 

 

Preghiera

Sant’Artemide Zatti, un segno vivente della compassione e della misericordia di Dio per i malati. Dalla lettera del Rettor Maggiore a pochi giorni dalla canonizzazione di Artemide Zatti:

«Zatti ha vissuto con radicalità evangelica la certezza che il servizio, che è stata la sua caratteristica vocazionale – la diakonia – rende credibile, riconoscibile, amabile, il volto della Chiesa. La porta del servizio attrae il cuore umano, specie quando è provato dalla vita e dalla sofferenza, e apre all’esperienza dell’incontro con Gesù, il vero Buon Samaritano, e Zatti ha fatto del suo meglio per vivere come un buon samaritano. “L’ospedale e le case dei poveri, visitati notte e giorno viaggiando su una bicicletta, considerata ormai elemento storico della città di Viedma, furono la frontiera della sua missione. Visse la donazione totale di sé a Dio e la consacrazione di tutte le sue forze al bene del prossimo”.

Preghiera di ottobre

 

Sussidio formazione – Attesi dal suo amore: la speranza

Come ogni anno, per le comunità religiose è disponibile un sussidio formativo per la preghiera e la riflessione comunitaria. Il tema, come per tutta l’Italia salesiana, è quello della proposta formativa realizzata dal Movimento Giovanile Salesiano: Attesi dal suo amore – Gioiosi nella speranza. Per questo anno pastorale la virtù scelta  è dunque la speranza, tema che accompagnerà il prossimo anno giubilare.

Lo schema del sussidio prevede due lectio e una preghiera vocazionale . Le Lectio divine di quest’anno sono curate per le prime tre da fratel Marco Pavan, le altre sono frutto della preghiera e della meditazione delle sorelle Benedettine dell’Isola di S. Giulio sul lago d’Orta che ci regalano lo sguardo femminile e monastico sulla Parola. La scelta dei testi per la Lectio divina e carismatica è stata orientata dai “Titoli e tematiche trattate nel Quaderno di Lavoro” e trova riscontro sintetico nella “parola chiave” scelta per ogni mese. Tutte le lectio fanno riferimento al tema giubilare della Speranza, nelle varie declinazioni teologiche, pastorali e carismatiche.

La preghiera vocazionale proposta avrà un taglio anche missionario, in vista del 150° anniversario della prima spedizione missionaria salesiana (1875-2025). Per questo motivo, nell’approfondimento salesiano sono state scelte figure di santi della Famiglia Salesiana che sono stati missionari ad gentes o che hanno speso la loro vita in una chiara ottica missionaria.

Iniziamo con settembre un approfondimento mensile del sussidio, che richiami con qualche tratto, la preziosità di questo strumento.

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In cammino con la chiesa – Pellegrini di Speranza

Lectio e scheda carismatica

Il brano che apre la lectio (Lc 4, 16-21) occupa una posizione cruciale nel vangelo di Luca, essendo, per molti aspetti, un testo programmatico per tutta la narrazione lucana. Di fatto, il brano di Lc 4,16-30 costituisce una sorta di inizio dell’attività di insegnamento del Signore, di cui l’evangelista ha dato un breve resoconto al v. 15 («insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode») e che qui viene, per così, dettagliata in modo specifico.

Il testo di Lc 4,16-21, è costruito in modo tale da mettere il lettore – a dire il vero, i lettori di ogni generazione – sullo stesso piano dei nazaretani. La preghiera del lettore di questo brano potrebbe essere fondamentalmente quella di chi chiede di poter accogliere, nella propria vita, il compimento che Gesù qui, per la prima volta, annuncia – vale a dire: accogliere nella propria vita quella parola che comunica e genera salvezza, liberazione e vita in pienezza.

Dall’udienza a Generale del S. Padre, 8.V. 24, “La Speranza”

Di questa virtù cristiana, il mondo oggi ha tanto bisogno! Il mondo ha bisogno della speranza, come ha tanto bisogno della pazienza, una virtù che cammina a stretto contatto con la speranza. Gli uomini pazienti sono tessitori di bene. Desiderano ostinatamente la pace, e anche se alcuni hanno fretta e vorrebbero tutto e subito, la pazienza ha la capacità dell’attesa. Anche quando intorno a sé molti hanno ceduto alla disillusione, chi è animato dalla speranza ed è paziente è in grado di attraversare le notti più buie. Speranza e pazienza vanno insieme. La speranza è la virtù di chi ha il cuore giovane; e qui non conta l’età anagrafica. Perché ci sono anche vecchi con gli occhi pieni di luce, che vivono una tensione permanente verso il futuro. Pensiamo a quei due grandi vecchi del Vangelo, Simeone e Anna: non si stancarono mai di attendere e videro l’ultimo tratto del loro cammino benedetto dall’incontro con il Messia, che riconobbero in Gesù, portato al Tempio dai suoi genitori. Che grazia se fosse così per tutti noi! Se dopo un lungo peregrinare, deponendo bisaccia e bastone, il nostro cuore si colmasse di una gioia mai provata prima e anche noi potessimo esclamare: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo / vada in pace, secondo la tua parola, / perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, / preparata da te davanti a tutti i popoli: / luce
per rivelarti alle genti / e gloria del tuo popolo, Israele» (Lc 2,29-32).

Lectio di settembre

 

 

Preghiera

D. Titus Zeman, testimonianza durante il processo intentato dal regime.

«Ho capito di che cosa sono accusato, mi sento colpevole di aver accompagnato illegalmente due gruppi all’estero, cioè in Italia. Delle altre cose mi sento innocente. L’unica mia intenzione era che questi giovani confratelli potessero finire i loro studi teologici a Torino e vivere da sacerdoti. Le mie motivazioni furono puramente religiose […]. In coscienza non mi sento colpevole. Tutto quello di cui sono accusato l’ho fatto per amore alla Chiesa e, in modo speciale, per amore alla Congregazione salesiana, che ringrazio per tutto ciò che sono. Ho sentito la necessità di far passare clandestinamente “all’occidente” i sacerdoti, ai quali Preghiera per le vocazioni è stato impedito di svolgere il loro ministero. Aver aiutato i giovani confratelli salesiani ad andare in Italia per finire gli studi teologici l’ho considerato come una missione, dato che qui in patria le case religiose sono state chiuse ed essi non potevano diventare religiosi sacerdoti. La mia coscienza non mi rinfaccia
niente. Io sono contento».

Preghiera di settembre

 

Corso Formatori 2024 sull’interiorità. “Cosa significa? Come accompagnare?”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il corso per formatori della Conferenza delle Ispettoria Salesiane d’Italia (CISI) quest’anno si è svolto a Roma, presso la casa salesiana “Don Bosco” di Roma-Cinecittà, dal 29 giugno al 2 luglio 2024. L’appuntamento costituisce un evento annuale per i Salesiani d’Italia impegnati nelle diverse fasi della formazione, provenienti dalle varie case di formazione. La proposta formativa di quest’anno è stata incentrata sul tema dell’interiorità, all’insegna del motto: “Interiorizzare. Cosa significa? Come accompagnare?”.

La tematica è stata declinata alla luce del carisma salesiano, avvelandosi al contempo di punti di vista e approcci non esclusivamente salesiani.

In primo luogo, i formatori presenti hanno sottolineato, nelle varie condivisioni, che gli argomenti affrontati sono da vivere in prima persona dai singoli membri dell’equipe formative.

Come relatori al corso hanno partecipato:

–     P. Christof Betschart, OCD, Preside della Pontificia Facoltà Teologica e dell’Istituto di spiritualità “Teresianum”, il quale ha ricordato ai presenti che non bisogna fermarsi a puntare sulla quantità delle attività, ma di puntare alla qualità, in modo da assimilare e rispondere alle domande che sorgono nel proprio cuore;

–     Don Mcdonnell Eunan, SDB, che si è soffermato sulla figura di San Francesco di Sales, mettendo in risalto il ritorno al cuore, con la domanda di fondo: “A chi appartiene al tuo cuore?”;

–     La dott.ssa Anna Campiotti Marazza, psicologa clinica, che ha indicato ai presenti: “L’umano è sempre chiamato”;

–     Infine, don Giuseppe Roggia, SDB, che ha sottolineato che l’interiorità va scoperta, costruita e abitata sapendo che è sempre messa alla prova dall’isolamento, e che va interiorizzata nella comunione.

Ogni relazione è stata vissuta e accompagnata da spazi di dibattito, confronto, riflessione e condivisione per migliorare il servizio formativo dei giovani confratelli.

Le giornate si sono svolte in un clima sereno e genuinamente fraterno, anche attraverso una visita guidata presso le chiese di San Saba e Santa Sabina nel rione Aventino a Roma. Nell’ultima giornata si è cercato di riflettere, analizzare e sognare un futuro bello per la formazione della Congregazione Salesiana presente in Italia.

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Ultimo appuntamento del ciclo “Quali salesiani per i giovani di oggi?” dedicato alla presenza femminile a Mamma Margherita

Siamo ormai giunti all’ultimo appuntamento della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, sulle Linee Programmatiche per la Congregazione Salesiana dopo il Capitolo Generale 28°. Solo nel corso di questo anno le visualizzazioni dei diversi incontri hanno raggiunto circa 10.000 persone.

Nella giornata di sabato 13 aprile 2024, don Flaviano D’Ercoli, direttore della casa salesiana di Roma Gerini, intervisterà la dottoressa Anna Sansoni, salesiana cooperatrice dell’oratorio salesiano di Siena. Il tema dell’incontro sarà La presenza delle donne nelle comunità: Mamma Margherita oggi. A proposito di formazione salesiana, che è un lavoro artigianale, non possiamo trascurare la figura della donna negli ambienti educativi salesiani. Infatti, «la presenza della donna in molte nostre opere è un dato di fatto, sia per quanto riguarda i destinatari che i corresponsabili dell’educazione». Come ha detto il Rettor Maggiore nella quarta linea programmatica del sessennio citando Papa Francesco: «Che ne sarebbe di Valdocco senza la presenza di Mamma Margherita? Sarebbero state possibili le vostre case senza questa donna di fede? […] Senza una presenza reale, effettiva ed affettiva delle donne, le vostre opere mancherebbero del coraggio e della capacità di declinare la presenza come ospitalità, come casa. Di fronte al rigore che esclude, bisogna imparare a generare la nuova vita del Vangelo. Vi invito a portare avanti dinamiche in cui la voce della donna, il suo sguardo e il suo agire – apprezzato nella sua singolarità – trovino eco nel prendere le decisioni; come un attore non ausiliare ma costitutivo delle vostre presenze». L’intervista cercherà di interrogarsi su come la presenza della donna arricchisce le nostre case e tutti gli ambienti educativi. Qual è il suo apporto specifico in termini di sensibilità, di attenzione educativa, di tenerezza, di accoglienza e come il suo sguardo, profondamente originario nel carisma, riesce a rendere vivo lo spirito di Don Bosco.

Per assistervi basterà collegarsi dalle ore 9 alle 10:15 (UTC+1) su ANSChannel (il canale YouTube di ANS) o sulla pagina Facebook di donboscoitalia, dove la trasmissione resterà disponibile per essere rivista anche successivamente.

Quello attualmente in corso è il quarto ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, tutti promossi dalla Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione, e dal Centro Studi dell’Opera “Tabernacoli Viventi”. In quest’anno pastorale 2023-2024 gli incontri sono dedicati ad approfondire la quarta Linea Programmatica “la formazione per essere salesiani pastori oggi” e, al tempo stesso, considerato il tema del Capitolo Generale 29, a ragionare su cosa significhi formare salesiani “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani”.

Quarto anno di attività per la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano è giunta al suo quarto anno di attività (2021-2024), avendo offerto una formazione completa e multidimensionale a già oltre 160 salesiani, provenienti da 60 Ispettorie e Visitatorie delle 7 Regioni salesiane.

La scuola si propone di formare i Salesiani di Don Bosco, in particolare quelli già attivi nel campo della Formazione, per essere guide spirituali salesiane in grado di accompagnare spiritualmente i salesiani nelle fasi della formazione iniziale e nei percorsi della formazione permanente, adottando e testimoniando lo stile carismatico ereditato da Don Bosco.

La scuola viene offerta due volte l’anno, con un percorso di cinque settimane: ad aprile-maggio va in scena l’edizione per i Figli di Don Bosco di lingua inglese, e tra agosto-settembre ha luogo invece quella per i salesiani delle lingue neolatine (italiana-spagnola-portoghese-francese).

La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano, proprio per adeguatamente innestarsi sulle radici carismatiche della Congregazione, ha luogo nelle sedi di Torino-Valdocco, Casa Madre salesiana a livello globale, e del Colle Don Bosco, dove il piccolo Giovanni Bosco trascorse la sua infanzia.

Per l’offerta di quest’anno, 2024, i corsi sono già al completo. Tanta è la domanda rispetto ai posti limitati messi a disposizione – necessari per assicurare dei percorsi davvero efficaci – che chi è interessato deve iscriversi con un anno di anticipo. In tal caso, la richiesta va rivolta al salesiano coadiutore Raymond Callo, membro dell’équipe del Settore per la Formazione.

Le prossima opportunità per chi intende iscriversi alla scuola, saranno dunque quelle del 2025: dal 7 aprile al 10 maggio 2025 per i salesiani anglofoni, e dal 17 agosto al 20 settembre 2025 per i salesiani di lingua italiana, spagnola, portoghese o francese.

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“Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, prossimo incontro sulla centralità eucaristica per la formazione di oggi

Prosegue il ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, sulle Linee Programmatiche per la Congregazione Salesiana dopo il Capitolo Generale 28°. Nella giornata di sabato 16 marzo 2024, don Silvio Roggia, direttore della comunità Zeffirino Namuncurà di Roma e curatore del lavoro di revisione della Ratio Studiorum, intervisterà il Signor Paolo Zini, salesiano coadiutore e docente di Filosofia Teoretica all’Università Pontificia Salesiana di Roma, e don Matteo Rupil, salesiano sacerdote animatore pastorale dell’Istituto Universitario Salesiano di Torino e docente di Teologia Sacramentaria all’Università Pontificia Salesiana sezione di Torino. Il tema dell’incontro sarà “La chiamata dei salesiani nel “Portami con te” e la centralità eucaristica come chiave per la formazione oggi”.

L’obiettivo dell’incontro sarà mettere a fuoco i messaggi per i salesiani che Gesù rivolge alla serva di Dio e salesiana cooperatrice Vera Grita contenuti nel libro “Portami con te” e confrontarli con le esigenze della formazione dei salesiani come educatori e pastori. Fedeltà a don Bosco, unione con Dio, passione apostolica per i giovani, accompagnamento spirituale, progettazione pastorale nel contesto odierno sono punti imprescindibili nel vivere la vocazione salesiana. L’intervista cercherà di comprendere come la formazione dei salesiani di don Bosco può essere illuminata dal “Portami con te” e come tale opera può essere la bella copia del salesiano così come espresso da don Bosco nel dialogo con don Barberis: adesso io faccio la brutta copia della Congregazione e lascerò a coloro che mi vengono dopo di fare poi la bella (MB XI, 309).

Per assistervi basterà collegarsi dalle ore 9 alle 10:15 (UTC+1) su ANSChannel (il canale YouTube di ANS) o sulla pagina Facebook di donboscoitalia, dove la trasmissione resterà disponibile per essere rivista anche successivamente.

Quello attualmente in corso è il quarto ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, tutti promossi dalla Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione, e dal Centro Studi dell’Opera “Tabernacoli Viventi”. In quest’anno pastorale 2023-2024 gli incontri sono dedicati ad approfondire la quarta Linea Programmatica “la formazione per essere salesiani pastori oggi” e, al tempo stesso, considerato il tema del Capitolo Generale 29, a ragionare su cosa significhi formare salesiani “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani”.

 

Spagna – “Don Bosco Tech Europe” al Congresso Nazionale promosso dalla Conferenza Episcopale Spagnola

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Madrid) – Lo scorso 24 febbraio 2024, presso l’Istituto Fieristico di Madrid (IFEMA), il Direttore esecutivo di Don Bosco Tech Europe, Piero Fabris, ha avuto l’onore di rappresentare la Congregazione Salesiana come relatore al Congresso Nazionale spagnolo “La Iglesia en la Educacion”, promosso dalla Conferenza Episcopale Spagnola.

L’intervento, mirato a dare una panoramica sugli andamenti della formazione professionale in Europa e nel bacino del Mediterraneo e ad evidenziare quelle che appaiono come le maggiori sfide del prossimo futuro, si può riassumere in tre punti:

– Come riuscire a rendere i Centri di Formazione Professionali più snelli nei processi per aumentare la velocità generale di reazione/iterazione con il mercato del lavoro, oltre all’importanza delle progettazioni europee per accrescere il know-how interno di formatori e centri grazie alla cooperazione fra enti di Formazione Professionale (VET, in inglese) ed aziende.

– Come riuscire a supportare e sostenere, come sperimentatori sul campo, le politiche europee che mirano a fornire quadri di riferimento internazionali e strumenti atti a gestire in maniera standard i processi di riconoscimento delle competenze formali ed informali. È questo un punto fondamentale in vista degli inserimenti lavorativi nascenti da flussi migratori e delle sempre maggiori mobilità professionali dei giovani diplomati e laureati.

– Come fare tutto questo ed anche di più, senza perdere di vista la dimensione umana dell’educazione e della formazione.  Come continuare ad essere per i giovani “una casa che accoglie” e che, oltre a fornire competenze tecnico-professionali elevate, sia sempre il luogo in cui si cura il cuore delle persone. Anche questa è un’altra grande sfida, alla luce di un mondo sempre più veloce e per certi versi violento e complesso verso i più fragili.

In questo senso, il dott. Fabris ha sottolineato la necessità di mantenere sempre la missione di Don Bosco ed il carisma salesiano come elemento centrale di tutta l’opera educativa. Citando le conclusioni del Vescovo di Bilbao, Mons. Joseba Segura: “L’educazione e la formazione evolvono in continuazione. Sono certo che la meccanica di cinque anni fa era diversa da quella odierna e sarà diversa rispetto a quella che insegneremo nel 2040, ma c’è un tratto comune e senza tempo. Sicuramente nel 1900, oggi e nel 2100 ci saranno uomini e donne che dietro le proprie competenze potranno decidere di essere cittadini onesti oppure no. Ciò che accomuna i formatori di ieri, oggi e domani è la missione educativa di dare valori ed esempi, al fine che i nostri giovani in qualsiasi contesto professionale operino, siano prima di ogni cosa: persone oneste, corrette con il prossimo, di valore e con passione per il lavoro”.

Da parte del personale del Don Bosco Tech Europe è stato espresso un ringraziamento particolare a “Tech Don Bosco”, punto di riferimento a Madrid per tutta la rete salesiana europea, e all’Ispettoria di Spagna – San Giacomo Maggiore (SSM) per il supporto e la fraternità mostrati.

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“Di fronte ai cambiamenti culturali che tipo di vita fraterna e di missione salesiana per l’oggi?”

Prosegue il ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, sulle Linee Programmatiche per la Congregazione Salesiana dopo il Capitolo Generale 28°. Nella giornata di sabato 17 febbraio 2024, ad intervenire sarà don Silvio Roggia, direttore della comunità Zefirino Namuncurà di Roma chiamato ad offrire spunti e intuizioni a partire dal tema “Di fronte ai cambiamenti culturali che tipo di vita fraterna e di missione salesiana per l’oggi?”. Mentre le ispettorie stanno celebrando i loro capitoli ispettoriali e la Congregazione si sta preparando al CG 29 è fondamentale fare memoria non solo del sogno dei nove anni, ma anche di quanto i capitoli precedenti hanno detto riguardo il carisma salesiano. Ad esempio al termine del CG 28 nelle otto linee il Rettor Maggiore ha evidenziato che la comunità è il primo luogo di formazione. Senza buone relazioni tra i salesiani, tra i salesiani e laici e con i giovani è impossibile mettere in atto il carisma di don Bosco. Proprio nella lettera da Roma don Bosco ricordava: “la familiarità porta l’affetto e l’affetto porta confidenza”.

Accettando di essere immersi in un tempo di cambiamento cosa significa rinnovare il nostro stile formativo, pensandolo in forma personalizzante, olistica, relazionale, contestuale e interculturale. Qual è la sfida più grande nel formare giovani salesiani oggi e laici appassionati all’educazione dei giovani? Come realizzare una formazione che sia un’opera di artigianato? Queste sono le domande che cercheranno una risposta nell’intervista a don Silvio Roggia, che oltre ad occuparsi della formazione di circa 50 giovani salesiani provenienti da tutto il mondo, in stretta collaborazione con il Consigliere mondiale della Formazione, è anche colui che ha coordinato il lavoro di stesura della nuova Ratio. Per assistervi basterà collegarsi dalle ore 9 alle 10:15 (UTC+1) su ANSChannel (il canale YouTube di ANS) o sulla pagina Facebook di donboscoitalia al seguente link (ITA) dove la trasmissione resterà disponibile per essere rivista anche successivamente. Quello attualmente in corso è il quarto ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, tutti promossi dalla Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione, e dal Centro Studi dell’Opera “Tabernacoli Viventi”. In quest’anno pastorale 2023-2024 gli incontri sono dedicati ad approfondire la quarta Linea Programmatica “la formazione per essere salesiani pastori oggi” e, al tempo stesso, considerato il tema del Capitolo Generale 29, a ragionare su cosa significhi formare salesiani “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani”.

 

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RMG – La sfida della Formazione nell’oggi della Congregazione. Intervista al Cardinal Ángel Fernández Artime

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Prosegue il ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, sulle Linee Programmatiche per la Congregazione Salesiana dopo il Capitolo Generale 28°. Nella giornata di sabato prossimo, 9 dicembre 2023, ad intervenire sarà direttamente il Cardinal Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, chiamato ad offrire spunti e intuizioni a partire dal tema “La sfida della Formazione nell’oggi della Congregazione”.

Durante l’intervista don Giuliano Giacomazzi, Presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane-Formazione Aggiornamento Professionale (CNOS-FAP), rivolgerà al Rettor Maggiore diverse domande, che serviranno ad investigare la materia: quali sono le condizioni essenziali perché una comunità salesiana possa essere il primo luogo di formazione? E quali gli elementi di forza della formazione salesiana? E ancora: quali sono i rapporti della formazione salesiana con la missione salesiana, e della formazione con l’esercizio del governo?

Su questi e su molti altri temi, dunque, sarà l’autorevole voce del Cardinale Fernández Artime a gettare luci e traiettorie per il futuro.

Inoltre, anche chi assisterà online all’intervista potrà sottoporre al X Successore di Don Bosco i propri interrogativi, ricorrendo alla consolidata modalità delle domande condivise durante la diretta nelle chat delle trasmissioni.

L’intervista avrà luogo in italiano, ma per rendere accessibile il contributo a tutto il mondo salesiano è prevista anche la traduzione simultanea in inglese, spagnolo, francese e portoghese.

Per assistervi basterà collegarsi dalle ore 9 alle 10:15 (UTC+1) su ANSChannel (il canale YouTube di ANS) ai link seguenti (ITA – ENG – SPA – FRA – POR) dove la trasmissione resterà disponibile per essere rivista anche successivamente.

Quello attualmente in corso è il quarto ciclo di appuntamenti della serie “Quali Salesiani per i giovani di oggi?”, tutti promossi dalla Conferenza delle Ispettorie Salesiane d’Italia (CISI) – Settore Formazione, e dal Centro Studi dell’Opera “Tabernacoli Viventi”. In quest’anno pastorale 2023-2024 gli incontri sono dedicati ad approfondire la quarta Linea Programmatica “la formazione per essere salesiani pastori oggi” e, al tempo stesso, considerato il tema del Capitolo Generale 29, a ragionare su cosa significhi formare salesiani “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani”.

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