Due iniziative video dal CNOS-FAP di Fossano

I ragazzi del CNOS-FAP di Fossano  realizzano due iniziative video.

Raccontiamoci


Nella prima gli allievi scelgono di raccontarsi agli studenti delle classi di Terza media, con il motto “Sorprenditi, imparare attraverso il fare si può“. Di seguito il video dal titolo “Raccontiamoci“:

 

Facciamogli spazio – Avvento 2020

Nella seconda iniziativa invece gli allievi del percorso di animazione realizzano un video dal titolo “Facciamogli spazio“. I ragazzi del CFP hanno riflettuto durante le settimane d’Avvento sul senso profondo della festività ed hanno deciso di realizzare questo progetto per sintetizzare i punti principali di queste riflessioni. Di seguito il video:

 

Ad un metro di distanza

Si riporta l’iniziativa “canora” della casa di Valsalice che ha visto come protagonisti salesiani, professori ed allievi.

«Ad un metro di distanza, ma a un millimetro dal cuore». Questo il messaggio della canzone della scuola, presentata ufficialmente durante la festa di Natale, quest’anno a distanza in modalità VALSATHON. Testi e musiche del prof Marco Montersino, produzione di Valsonair con la regia di Giulio RIGAZIO (4SA). Il videoclip è interpretato da Carlo Ponti (3 classico) con la partecipazione di professeri, allievi, ex allievi della scuola.

Provaci ancora Sam: il Quaderno dell’orientamento in forma Digitale

Dall’Ispettoria ICP – Il quaderno dell’orientamento della Tutela integrata del progetto ‘Provaci ancora Sam’ sbarca sul digitale: un’area online sul sito AGS interamente dedicata alle schede dei docenti e degli allievi per ciascun modulo del progetto.

Il quaderno nasce e prende forma dal lavoro congiunto di professionisti ed è uno strumento di lavoro pensato per chi, all’interno del progetto, si occupa di sostenere i ragazzi nel loro percorso di orientamento verso la scuola superiore e la dimensione lavorativa. Il materiale che lo compone è tratto dal lavoro quotidiano degli educatori, degli orientatori e degli insegnanti che hanno voluto e creduto nell’importanza della fase orientativa al punto di dedicarvi un ‘tempo’ settimanale al pari delle materie curriculari. Un tempo dedicato alla relazione, alla riflessione, all’accompagnamento; dove il ‘saper fare’ acquista dignità al pari del ‘sapere’ per arrivare, con slancio, al ‘saper essere’.

Il Quaderno si articola in capitoli susseguenti disegnando un percorso che si snoda lungo l’annualità scolastica:

ACCOGLIENZA: nel primo capitolo l’attenzione è rivolta alla costituzione del gruppo classe: partendo dall’IO/VOI si arriva al NOI.
IO: nel secondo capitolo si lavora sulla dimensione personale del singolo attraverso attività di analisi, riflessione, consapevolezza delle proprie caratteristiche anche in relazione con l’esperienza scolastica e formativa.
IL LAVORO: il terzo capitolo approfondisce la dimensione del lavoro analizzandola nelle diverse angolazioni: i settori, le peculiarità delle diverse professioni, i ruoli e la definizione delle caratteristiche di questi, le testimonianze dei professionisti.
LA SCUOLA: il quarto capitolo vuole contribuire a fornire agli adulti che affiancano quotidianamente gli allievi, a quest’ultimi e alle loro famiglie le informazioni e gli strumenti necessari per una scelta scolastica consapevole.
LA SCELTA: il quinto capitolo si propone di portare l’attenzione dei ragazzi sugli elementi che formano indissolubilmente il processo decisionale che culmina con la definizione del progetto di vita individuale e la conseguente iscrizione alla scuola superiore.
LE VISITE ORIENTATIVE E L’ALTERNANZA SCUOLA-FORMAZIONE: Il sesto capitolo è dedicato alla dimensione del fare e della rielaborazione delle esperienze pratiche sperimentate in stretta collaborazione con alcune agenzie di formazione professionale.

Vi era la necessità e il bisogno di creare una storia sul tema dell’orientamento in merito al passaggio delicato che i ragazzi si trovano a dover affrontare dalle scuole medie alle scuole superiori – spiega Sonia Fenoglio, Orientatrice scolastica presso il Comune di Torino. Si tratta di ragazzi pluriripetenti che cadono nella dispersione scolastica. In questo modo, attraverso il progetto e l’utilizzo del Quaderno dell’Orientamento, vengono aiutati e sostenuti per conseguire il titolo di licenzia media. 

Lo strumento cartaceo è altamente flessibile e adattabile, con schede inserite in un quaderno ad anelli. In più, adesso, è disponibile in formato digitale, proprio per venire incontro alla situazione attuale e favorire la fruibilità del quaderno ai ragazzi e ai docenti.

É stato veramente un gran lavoro di squadra, ed è stato possibile soltanto grazie alla stretta collaborazione con i vari attori che hanno dimostrato di credere davvero nel progetto.

(Sonia Fenoglio, Orientatrice scolastica presso il Comune di Torino)

Vai al Quaderno dell’orientamento in forma Digitale

I salesiani in Sardegna: l’impegno secolare nella scuola raccontato su Avvenire

Su Avvenire è stato pubblicato, oggi, un articolo dedicato alla presenza salesiana in Sardegna.

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Hanno formato generazioni di sardi che guardano ai salesiani, anche a distanza di tanti anni, con affetto e gratitudine. La prima presenza dei figli di don Bosco nell’Isola è datata 1898: a Lanusei nasce la prima casa salesiana con l’Oratorio e il centro professionale. Ora non sono più gestiti dai salesiani, ma resta il simbolo di una presenza storica che ha fatto dei religiosi un punto di riferimento non solo per l’Ogliastra, ma per tutta l’Isola. A Cagliari, dopo l’Istituto di viale Sant’Ignazio ecco la parrocchia e quella di San Paolo, in piazza Giovanni XXIII, fondata nel 1958. Sono presenti anche l’Oratorio e il Centro giovanile. La parrocchia si è subito caratterizzata per il suo forte radicamento nel territorio, soprattutto nei primi anni con un quartiere, quello della Fonsarda, in rapida espansione. Oggi in città i religioni sono 20: quattordici in viale Sant’Ignazio, sei in piazza Giovanni. Altra roccaforte salesiana in diocesi è stata dal 1967 a Selargius il Centro di Formazione professionale, parrocchia, Oratorio e Casa Famiglia, sorti nel 1967. Parrocchia che i salesiani hanno dovuto lasciare per carenza di vocazioni: «girata» alla diocesi, è retta dagli Oblati di Maria Immacolata. Ma è forte il radicamento salesiano nell’Isola: nel 1981 a Nuoro è sorta la parrocchia con l’oratorio e il Centro Professionale; parrocchia che i figli di don Bosco lasceranno tra due anni alla diocesi. Forti sono le presenze salesiane a Sassari e Olbia. Oltre il ramo maschile, in Sardegna ci sono le suore di Madre Mazzarello: a Cagliari, Monserrato, Guspini, Sanluri, Macomer e Nuoro.

Educazione e prevenzione. Nello spirito di don Bosco. I salesiani sono presenti in diocesi da poco più di un secolo: sempre attivi con quel carisma che vede nel «metodo preventivo» il loro stile di vita. Ancora oggi, sia nella parrocchia di San Paolo che nelle scuole di viale Sant’Ignazio e via Lai, formano la persona. L’arrivo dei salesiani a Cagliari ha una data ben precisa: 13 ottobre 1913 e i primi sono il direttore, don Matteo Ottonello, don Giuseppe Roncaiolo, proveniente da Tunisi, don Pietro Chevrel, francese e maestro di musica, il chierico Francesco Fazi, il coadiutore Domenico Zanchetta. Li accoglie nella sua casa (l’istituto di viale Sant’Ignazio non era ancora stato ultimato) don Mario Piu, direttore diocesano dei Cooperatori salesiani e presidente della parrocchia di sant’Anna. La scuola, sempre cavallo di battaglia dei salesiani, viene aperta con due corsi: III e IV elementare, un doposcuola per i corsi elementari, tecnici e ginnasiali inferiori. Fissata anche la retta: per le scuole elementari è di 5 lire mensili, sette per il doposcuola. L’anno dopo viene aperto l’oratorio, che ha vita breve: mancano i mezzi e arriva la prima guerra mondiale. Il 1916 segna di fatto l’inizio dell’oratorio, anche se il decollo vero e proprio avviene al termine del conflitto bellico quando arriva da Frascati don Domenico Gallenca. L’erezione canonica della casa «Don Bosco» di viale Sant’Ignazio è del 28 maggio 1926 (la posa della prima pietra risale al 1908): nel 1943 l’istituto viene gravemente danneggiato dai bombardamenti. Verrà ricostruito e ampliato nel 1948. «La scuola – dice don Michelangelo Dessì, direttore dell’Istituto di viale Sant’Ignazio – è una tradizione bellissima: i salesiani formano la coscienza dei giovani; una azione educativa formidabile. Non è solo scuola, è molto di più: è esercizio democratico». La scuola è da sempre punto di riferimento per la città (anche se con il Comune, da anni, si è aperto un contenzioso per il pagamento dell’Imu: il Municipio chiede 800.00 euro di arretrati). «Abbiamo bisogno – aggiunge – di continuare a sperare nei giovani. Stiamo trasmettendo quello che abbiamo ricevuto: è commovente che i ragazzi, quando concludono il ciclo di studi, restino
legati a noi». I salesiani in viale Sant’Ignazio hanno la scuola media e i licei classico e scientifico. Senza dimenticare l’«Infanzia lieta» in via Lai.

La Novena di Natale con Don Bruno Ferraro

Per prepararsi al meglio a vivere con gioia questo periodo di Novena di Natale, in attesa delle Sante feste , Don Bruno Ferrero ha deciso di accompagnare ogni giornata con un racconto differente.

Ognuna di queste storie avrà come protagonista una delle figure iconiche del Natale, come i personaggi del Presepe o i Canti di Natale. Breve ma intense, queste storie sono perfette per immergersi nello spirito che da sempre contraddistingue questo Santo periodo dell’anno.

La Novena di Natale è un percorso fatto di preghiera, di silenzio, di ascolto, che accompagna i fedeli nei giorni che precedono la solennità del Natale.

Grazie alle parole di don Bruno Ferrero, direttore del Bollettino Salesiano, e ai suoi racconti, ci immergeremo nell’atmosfera luminosa e infinita di quel giorno che ha cambiato per sempre la storia, preparandoci così ad accogliere Gesù bambino nel nostro cuore.

Di seguito la Novena di oggi, 17 dicembre, ed il link  per visitare la pagina dedicata ai “Racconti di Don Bruno“:

Scopri tutti i racconti di Don Bruno

Casa Salesiana di Soverato: arriva un defibrillatore, donato dall’associazione “Universo Minori”

Sul sito Calabria7 si riporta la notizia della donazione effettuata dall’associazione “Universo Minori” all’istituto salesiano di Soverato di un defibrillatore.

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L’associazione “Universo Minori”, con la presidente Rita Tulelli, ha donato un defibrillatore semiautomatico all’Istituto Salesiani Don Bosco di Soverato, contestualmente si è affrontato il tema dell’importanza dell’educazione alla salute e della prevenzione in un dibattito che si è tenuto a distanza, nel rispetto delle norme varate dal Governo atte a contrastare la pandemia in corso, con l’ausilio di una piattaforma digitale per videoconferenza e che ha visto la partecipazione, oltre a una moltitudine di studenti, docenti e genitori, di Don Domenico Madonna, direttore dell’Istituto Salesiani Don Bosco di Soverato, della giurista Rita Tulelli, di Don Bosco Ezio Rosanò, docente dell’Istituto soveratese, del magistrato Marisa Manzini, procuratore aggiunto della Procura della Repubblica di Cosenza, dell’avvocato Antonello Talerico, presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, del dottor Antonio Soverina, medico chirurgo, del sacerdote Domenico Concolino, cappellano del campus universitario “Magna Græcia” di Catanzaro e dell’avvocato Maria Claudia Conidi del Foro di Catanzaro.

L’importanza dei dispositivi salvavita

Nel corso della mattinata sono state approfondite le tematiche sulla prevenzione dei fattori di rischio che aumentano la probabilità di insorgenza delle malattie cardiovascolari che può essere significativamente ridotta adottando un corretto stile di vita, ma è necessario essere coscienti che nonostante ciò non è garantita l’immunità in relazione alla comparsa di questo tipo di patologie, infatti l’arresto cardiaco può colpire chiunque e se il ritmo cardiaco non viene ristabilito entro pochi minuti la vittima può incorrere in danni cerebrali permanenti e perfino morire, grazie alla presenza dei defibrillatori sul territorio chiunque può intervenire tempestivamente salvando vite umane. La salute pubblica è un bene garantito e tutelato dall’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana, a questo si aggiungono ulteriori norme tra cui il decreto “Balduzzi” che prevede l’obbligo di inserire i defibrillatori semiautomatici e altri eventuali dispositivi salvavita tra i beni di proprietà di società sportive, sia professionistiche che dilettantistiche, questo impone la necessità che questi strumenti siano presenti in qualsiasi luogo ove si svolga attività sportiva non agonistica, quali, tra gli altri, le palestre degli istituti scolatici.

“Vogliamo contribuire a salvare vite”

Questa donazione, afferma il presidente Tulelli, assume un significato che è racchiuso nel dovere morale di ciascuno di noi di contribuire al raggiungimento, da parte della società in cui viviamo, di un livello tale da poter offrire le medesime opportunità a tutti i propri membri, l’osservanza delle leggi è uno degli svariati modi per raggiungere questo traguardo che vede la sua massima espressione nel contribuire a salvare delle vite.

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Community Lab: la parola dell’esperto

Emanuele Fusi, pedagogista ed esperto di educazione, riassume la situazione attuale del percorso di community lab in questo video sintesi in cui racconta le peculiarità dell’incontro tra formatori esterni e la comunità: le scoperte e le sorprese che ne derivano. In attesa di ulteriori aggiornamenti si propone, di seguito, il video.

Emanuele Fusi – Pedagogista

“Let it be”: il video dei giovani di Andria per l’Immacolata 2020

Pubblichiamo l’iniziativa dell’0ratorio salesiano di Andria per l’Immacolata del 2020. Al posto della tradizionale Accademia, gli animatori hanno creato un video con la canzone “Let it be” dei Beatles.
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Accademia all’Immacolata 2020
Anche quest’anno non poteva mancare la tradizionale Accademia all’Immacolata.
Nonostante la modalità diversa, poichè distanti a causa dell’attuale situazione, è stato bello ritrovarsi e sentirsi uniti in maniera virtuale.
“When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me. And in my hour of darkness she is standing right in front of me.”
Nei nostri momenti di buio, nei nostri momenti di smarrimento, di tristezza e di solitudine, Maria viene in nostro aiuto.
Noi, suoi figli, ci affidiamo a lei quando ne abbiamo più bisogno e Maria, nostra madre, non potrà far altro che proteggerci.
Un grazie a coloro che si sono impegnati a realizzare questo progetto e a tutti quelli che hanno aderito. L’iniziativa è stata espressione di tutta la nostra Opera di Andria!
Un ringraziamento particolare va anche a Raffaele Petruzzelli per il montaggio del video.
Parla, o Maria, al nostro cuore, sussurraci parole di bellezza, di speranza e di saggezza. Così sia!
Let it be.
Guarda il video

 

La 21ª edizione della Mostra di Presepi ONLINE

La 21ª edizione della Mostra di Presepi della Basilica di Maria Ausiliatrice che quest’anno sarà visitabile online sul sito presepi.basilicamariaausiliatrice.it in modo da offrire a chiunque lo desideri la possibilità di condividere il piacere del presepe, in maniera libera e gratuita.

Scopri la Mostra di Presepi sul sito ufficiale

In occasione della celebrazione della solennità dell’Immacolata prevista per domani presso la Basilica Maria Ausiliatrice, Mons. Cesare Nosiglia, vescovo della diocesi di Torino, oltre a benedire il presepe presente in Basilica, segno visibile della preparazione dei fedeli al Natale, si recherà all’interno della Mostra dei Presepi per salutare i presepisti della XXI edizione.

La Mostra nasce da un’idea di don Morra che, per numerose edizioni, ha gestito l’iniziativa, poi seguita nel 2016 da don Alberto Guglielmi che ha articolato l’esposizione per aree geografiche: Asia, Africa, Americhe, Europa. Renzo Bailo, responsabile dei volontari della Basilica di Maria Ausiliatrice, sta portando avanti la tradizione cercando di innovarla creando collaborazioni che variano di anno in anno.

Scopri la collezione 2020 - 2021

DON BOSCO E L’IMMACOLATA

Don Mike Pace, vice-direttore del Museo ‘Casa Don Bosco‘ pubblica un articolo dedicato al quadro della Maria Immacolata presente all’interno della Basilica Maria Ausiliatrice dal titolo ‘Don Bosco e l’Immacolata‘. Di seguito il link per scaricare e consultare l’articolo.

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Tra le tante opere d’arte del nuovo Museo Casa Don Bosco di Valdocco, una in particolare mi interpella in questi giorni: il quadro di Maria Immacolata. Fu commissionato da Don Bosco nel 1882 per la chiesa di San Giovanni Evangelista nel suo secondo oratorio, dedicato a Sant’Aloysius. Maria è raffigurata con gli attributi classici della bellezza femminile giovanile: capelli fluenti, fino alla vita, ed evidenti, seppur sobri, i contorni del corpo. Questi dettagli sono stati aggiunti su insistenza di Don Bosco dopo che egli non aveva approvato il bozzetto di Giuseppe Rollini per il dipinto in cui mancavano entrambi i dettagli. Una donna, molti abiti Anche se don Bosco è meglio conosciuto come l’apostolo di Maria, l’Ausiliatrice, la sua devozione a Maria trascende ogni titolo e si sposta nel tempo. Per il Padre e Maestro della gioventù, Maria è sempre la Madonna, sempre Theotokos, Madre di Dio e Madre di Gesù, sempre presente nella Chiesa per guidare, difendere e intercedere per i suoi figli come madre amorevole, sempre fedele al ruolo che le è stato chiesto da Dio nel suo piano di salvezza, sempre oggetto di un rapporto tenero e personale.

Forse questa frase potrebbe essere una sintesi dell’amore costante di don Bosco per Maria sotto diversi titoli: “la stessa donna, con un abito diverso”. In diversi momenti della vita personale e pastorale di don Bosco si è manifestata una particolare devozione mariana. Questo è certamente vero per Maria come l’Immacolata Concezione. Una presenza guida diventa un articolo di fede Già prima che la bolla Ineffabilis Deus di Pio IX del 1854 definisse l’Immacolata Concezione come un articolo di fede, l’Immacolata era una presenza costante e guida nella vita e nel ministero di Don Bosco. La cappella del seminario di Chieri era dedicata a Maria Immacolata; la sua statua si trovava dietro l’altare maggiore e la sua immagine era venerata in una cappella laterale. Don Bosco riceveva tutti i suoi sacri ordini, compresa l’ordinazione sacerdotale, nella chiesa dell’Immacolata Concezione annessa al palazzo arcivescovile di Torino.
L’inaugurazione dell’oratorio avvenne in occasione della festa dell’Immacolata Concezione del 1841, nel celebre incontro di don Bosco con Bartolomeo Garelli. L’oratorio di Sant’Aloysius fu dedicato alla festa dell’Immacolata Concezione. Già nel 1842, don Bosco aveva iniziato la tradizione di predicare una conferenza dell’8 dicembre per ricordare e invocare la protezione di Maria Immacolata sull’opera dell’Oratorio. Domenic Savio arrivò all’Oratorio circa cinque settimane prima della proclamazione del Dogma del 1854; subito imparò da don Bosco a invocare Maria come Immacolata, che culminò con la fondazione della Compagnia dell’Immacolata Concezione. A partire dal 1847, nell’Oratorio si offriva regolarmente la preghiera per la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Il Mese di maggio in onore di Maria Immacolata di Don Bosco, pubblicato nel 1858 nelle Letture cattoliche, contribuì a diffondere la devozione a Maria e ad onorarla particolarmente come Immacolata Concezione. Riconoscere i Paralleli Tra il Contesto di Don Bosco e il Nostro Mentre celebriamo la festa dell’Immacolata Concezione nel 2020, possiamo fare un parallelo tra i nostri tempi e quelli di Don Bosco. Anche la navigazione di una pandemia nel mezzo di un cambiamento politico carico di tensione è stata parte dell’esperienza del nostro fondatore, in cui Maria Immacolata ha offerto una prospettiva e una guida. La Torino di Don Bosco, negli anni Cinquanta del XIX secolo, stava affrontando una trasformazione epocale su tutti i fronti.
Dove i liberali hanno visto il progresso, i conservatori hanno visto la fine. Dove i conservatori vedevano il bene, i liberali vedevano il male. La rivoluzione politica liberale (1848) aveva trasformato il Regno di Sardegna in una monarchia parlamentare costituzionale. La Repubblica Romana Mazziniana spinse Papa Pio IX ad un anno di esilio (1849-50). Una secolarizzazione senza precedenti della società stava frenando il potere della Chiesa. Fu introdotto un sistema di scuola laica (1848). La legge Siccardi (1850) abolì molti degli antichi privilegi della Chiesa e, secondo la legge Cavour-Rattazzi (1855), le congregazioni religiose furono sciolte e i beni della Chiesa furono confiscati. Fu una tempesta perfetta tra forze “conservatrici” e “liberali”. A questo si aggiunga che nel 1854 la pandemia di colera devastava Torino e si abbatteva sull’Oratorio.

In questo contesto turbolento, Papa Pio IX si rivolse a Maria Immacolata. Il 1° agosto 1854, mesi prima di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamò un giubileo speciale invocando la protezione della Vergine Immacolata. Si trattava di un’espressione di fede colorata da sfumature politiche non così sottili. Nella successiva Bolla, Ineffabilis Deus, il pontefice parla di Maria Immacolata come di Colei che, purissima, ha schiacciato la testa del serpente, che ha distrutto tutte le eresie, che è la sicura difesa della Chiesa, che salva il popolo cristiano dai mali più mortali e ne è il sicuro rifugio e il fedele aiuto. In altre parole, Maria Immacolata è presentata come il simbolo della vittoria del bene sul male (cfr. Arthur Lenti, Vol. V Capitolo 3, Don Bosco e Maria Immacolata Ausiliatrice in Contesto Storico). In mezzo a tutto questo, l’Immacolata Concezione, che fu una presenza guida all’inizio e allo sviluppo dell’Oratorio, incoraggiò Don Bosco nella sua risposta apolitica. La crescita della devozione all’Immacolata nel più ampio contesto ecclesiale, unita ai suoi primi e successivi sogni sulla sua missione, ha fornito a don Bosco una chiave interpretativa per il suo apostolato.
Ben consapevole del fomento politico che circonda l’Oratorio, ma che si eleva al di sopra di esso, don Bosco cercava l’intercessione dell’Immacolata per salvare la società dalle “potenze del male” – non attraverso l’azione politica, ma attraverso la fede nell’azione, la ragion d’essere dell’Oratorio. In primo luogo, educando e catechizzando i giovani a diventare lievito cristiano per la trasformazione positiva della società. In secondo luogo, presentando Maria Immacolata come lente per interpretare il suo progetto educativo. Nel suo Mese di Maggio in Onore di Maria, don Bosco scriveva che “La Vergine Immacolata, la Madre purissima, odia tutto ciò che è contrario alla santa purezza”. Una Catechesi Immacolata L’insistenza di Don Bosco sul fatto che la pittura di Rollini trasmette l’Immacolata Concezione con la bellezza corporea in qualche modo presagisce la Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo, una catechesi in cui il corpo umano è presentato come necessariamente il cardine del sacro. Certo, la “santa purezza” comprende la castità corporea, ma è molto di più.
La santa purezza modellata da Maria è la donazione intenzionale e totale di sé alla propria missione donata da Dio per il bene degli altri. Maria incarna la “santa purezza” nella mente e nel cuore, nel corpo e nello spirito; è bella perché è Immacolata, ed è Immacolata perché in ogni aspetto è bella, ossia, un riflesso di Dio a immagine del quale è fatta.
Contemplare colei che è sempre libera dal peccato ci spinge ad accettare dove abbiamo bisogno di conversione; mentre Maria è piena di grazia, noi dobbiamo fare scelte intenzionali che ci aprano alla grazia incrementale. La catechesi che siamo chiamati ad essere per i giovani in tempi di cambiamento e in questo tempo di pandemia passa attraverso il nostro corpo e la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima: riconoscere i nostri punti ciechi, svelare i nostri pregiudizi nascosti, riconoscere sia i punti di forza che le debolezze che esistono da una parte e dall’altra del divario politico, indipendentemente dal nostro punto di vista personale. Sopravvivere a COVID-19 in stile salesiano è forse accettare questi giorni come un continuo “esercizio per una morte felice”, riconoscendo ed accettando con serenità che non siamo in controllo della nostra vita, ma solo delle risposte che diamo nella battaglia del bene sul male. Diventiamo più “immacolati” ogni volta che ci sforziamo di costruire la comunione. In questi giorni di lontananza sociale, isolamento e solitudine sono diventati “mali residenti” che minacciano la comunione. La catechesi che possiamo offrire è quella di lottare per la l’intimità spirituale, dentro e fuori.
Forse la testa del serpente che dobbiamo mettere sotto i piedi di Maria è questa: i nostri atteggiamenti, i nostri comportamenti, le nostre ideologie che minano la comunione, una comunione che possiamo troppo facilmente dare per scontata, o di cui ci siamo tristemente abituati a vivere senza. Maria nostra Madre, ispira in noi quella bellezza immacolata del corpo, della mente e dello spirito che tu modelli così perfettamente.