Vaticano – Riconosciuto il martirio del Servo di Dio don Elia Comini, SDB

(ANS – Roma) – Mercoledì 18 dicembre 2024, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza S.E. Rev., Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare il Decreto riguardante:

– il martirio del Servo di Dio Elia Comini, Sacerdote professo della Società di San Francesco di Sales; nato il 7 maggio 1910 a Calvenzano di Vergato (Italia, Bologna) e ucciso, in odio alla Fede, a Pioppe di Salvaro (Italia, Bologna) il 1° ottobre 1944.

Tale riconoscimento apre la via alla Beatificazione di questo salesiano prete di Don Bosco, martire nell’eccidio di Monte Sole avvenuto esattamente 80 anni fa, nella strage più efferata compiuta dalle SS naziste in Europa, nel corso della guerra del 1939-45, nei territori di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, comunemente nota come “strage di Marzabotto”.

Don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore, ha manifestato la gioia di tutta la Congregazione e dell’intera Famiglia Salesiana, commentando: “Questa notizia, nell’imminenza del S. Natale e dell’Anno Santo, è motivo di grande speranza. In un mondo immerso nella tragedia di guerre e lotte fratricide, immemore dei drammi del passato, la testimonianza di don Elia Comini rifulge come quella d’un operatore di pace e di riconciliazione. Inoltre, la notizia giunge nel giorno in cui ricordiamo la nascita della Congregazione (18 dicembre 1859): il riconoscimento del martirio di don Elia Comini è una eccezionale conferma del carisma di Don Bosco che trova nella carità pastorale il suo centro di irradiazione apostolica e educativa”.

Il Servo di Dio don Elia Comini nasce in località “Madonna del Bosco” di Calvenzano di Vergato, (BO) il 7 maggio 1910, secondogenito di Claudio ed Emma Limoni. Giovanissimo, Mons. Fidenzio Mellini, già alunno di Don Bosco a Torino, lo orienta ai Salesiani di Finale Emilia. Novizio il 1° ottobre 1925, Elia emette la prima Professione il 3 ottobre 1926 ed è professo perpetuo l’8 maggio 1931. Ordinato sacerdote a Brescia il 16 marzo 1935, il Servo di Dio vive nelle case salesiane a Chiari (in provincia di Brescia, fino al 1941) e a Treviglio (in provincia di Bergamo, dal 1941 al 1944), distinguendosi come bravo docente di materie umanistiche e sicuro riferimento per tanti giovani che gli aprono il cuore, vedono in lui un modello e gli si radunano attorno: “Sembravano una covata di pulcini attorno alla chioccia”. D’estate, d’accordo con i superiori, don Comini rientra per alcuni periodi sull’Appennino bolognese – a Salvaro – per aiutare la mamma, ormai anziana e sola. Qui aiuta nella pastorale lo stesso Mons. Fidenzio Mellini.

Tale è il viaggio che impegna don Elia Comini anche nella difficilissima estate del 1944. Egli arriva a Salvaro il 24 giugno. Vi resterà per poco più di tre mesi, sino alla morte. Soccorre la popolazione nella concretezza delle sue molteplici esigenze dettate dal tempo di guerra, anima la liturgia e promuove la frequenza dei sacramenti; affianca le consacrate e vive un intensissimo apostolato nell’esercizio di tutte le opere di misericordia corporale e spirituale. Media, inoltre, tra gli opposti fronti: popolazione; partigiani; tedeschi della Wehrmacht che stazionano in canonica per un mese (1° agosto – 1° settembre 1944). Il Servo di Dio istituisce con il giovane Dehoniano padre Martino Capelli una fraternità sacerdotale che li associa nel ministero.

Il 29 settembre 1944 mattina, don Elia Comini accorre con padre Martino Capelli verso la “Creda”, un abitato dove le SS di un battaglione della Sedicesima Divisione Corazzata avevano appena perpetrato un eccidio: stola, oli santi e teca con alcune particole eucaristiche lo identificano chiaramente come sacerdote, nell’esercizio del suo ministero di conforto degli agonizzanti. Catturato, spogliato delle insegne sacerdotali, usato come “bestia” da soma nel trasporto delle munizioni, don Elia vive quel giorno una intensa passione, certo obbligato ad assistere alle “più raccapriccianti violenze”. Tradotto a sera nella “casa dei birocciai” a Pioppe di Salvaro, vi vive due intensi giorni, persuaso sin dall’inizio di essere destinato a morire (“a far la carità se ne paga la pena”) e nondimeno vicino ai prigionieri, pronto sempre a confortare, soccorrere, infine assolvere. Falliscono le differenti mediazioni con cui si tenta di salvarlo, mentre egli intercede per tutti e sollecita i pochi accorsi ad appellarsi all’Arcivescovo di Bologna.

Alla sera del 1° ottobre 1944 viene ucciso nel gruppo degli “inabili” (innocenti rispetto a qualsivoglia compromissione) – nonostante egli fosse giovane e abile al lavoro – presso la Botte della canapiera di Pioppe di Salvaro, al termine di una surreale liturgia in cui le SS avevano fatto sfilare i prigionieri su una passerella prima di falciarli con le mitragliatrici: egli, intonando le Litanie e gridando infine “Pietà!”, l’aveva trasformata in un avanzare orante verso il Cielo. Poco prima della morte, un tedesco si è affermato ne abbia colpito violentemente le mani e il suo breviario cadde tra i corpi dei già uccisi, nell’invaso. Nell’impossibilità di recuperare le salme, verranno successivamente aperte le griglie e l’impetuosa corrente del fiume Reno trasporterà via per sempre quei poveri resti, già consumati e divenuti “terra”. Negli istanti dell’esecuzione, il corpo di don Elia Comini aveva protetto Pio Borgia, uno dei soli tre scampati all’eccidio della “Botte” e testimone decisivo dei fatti.

A don Elia Comini è associata da subito una fama di martirio, grazie alla quale anche la sua vita santa precedente viene riletta in una luce di consapevolezza nuova.

“Per la Chiesa di Bologna, per la Congregazione salesiana, in particolare per l’Ispettoria salesiana Lombardo-Emiliana e per tutta la Famiglia Salesiana, tale riconoscimento è motivo di grande gioia e di rendimento di grazie a Dio e alla Vergine Maria Ausiliatrice. Un grazie speciale al Relatore delle Causa, Mons. Maurizio Tagliaferri, e alla Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, Collaboratrice della Postulazione, per il suo lavoro altamente qualificato”, dichiara don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale. “La sorgente profonda dello stile pastorale del Servo di Dio Elia Comini risiede nella scelta di esporre la vita per i fratelli, come ha fatto Gesù che ha consegnato se stesso alla morte per tutti i peccatori. Durante la vita e fino alla fine si è sforzato di essere un buon pastore e di spendersi senza riserve, generosamente, in un esodo da sé senza ritorno. Questa è la vera essenza della sua carità pastorale, che lo presenta come modello di pastore che veglia sul gregge, in difesa dei deboli e degli innocenti”.

Grecia – Un altro passo verso la nuova presenza a Syros

(ANS – Syros) – Entrati lo scorso 6 ottobre 2024 nel Paese, i salesiani che costituiranno la prima comunità in Grecia sono rimasti ad Atene a studiare il greco moderno all’università. Ad ogni modo, nei giorni dal 14 al 16 dicembre 2024, don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, li ha accompagnati per una visita di familiarizzazione alla diocesi di Syros, in Grecia, dove in futuro è previsto che dovranno operare.

La mattina presto del 14 dicembre sono imbarcati via nave per Syros. All’arrivo al porto di Ermoupolis, capoluogo dell’isola di Syros, hanno trovato ad attenderli il Vescovo, Mons. Petros Stephanou, pronto ad accoglierli. Nel tardo pomeriggio il Vescovo ha presieduto la Messa nella chiesa parrocchiale di Pagos, e ha presentato i salesiani alla comunità parrocchiale. È in programma, infatti, che i salesiani gestiranno la parrocchia di Pagos, apriranno un oratorio ed eventualmente si occuperanno della Pastorale Giovanile della diocesi

In serata il Vescovo ha radunato i sacerdoti che lavorano a Syros e ha presentato a loro i salesiani. Il giorno successivo, 15 dicembre, domenica, dopo la Messa parrocchiale, don Maravilla e i quattro salesiani che saranno inviati a Syros si sono riuniti con il vescovo in curia per parlare e definire alcuni dettagli relativi alla nuova presenza salesiana, che saranno scritti nel memorandum d’intesa e nell’eventuale accordo da firmare prima dell’arrivo dei salesiani.

Durante la visita don Maravilla ha radunato anche i quattro pioneri salesiani per riflettere insieme sulle opportunità e sulle possibili sfide della nuova presenza. La visita è un altro piccolo passo versa la nuova presenza salesiana in Grecia.

Al mattino del 16 dicembre il Consigliere Generale per le Missioni ha presieduto l’Eucaristia, concelebrata con i quattro salesiani. Durante l’omelia ha sottolineato che “essere pionieri è un grande onore, ma ancor più è una grande responsabilità, perché richiede da parte di ciascuno ancora una maggiore fedeltà creativa al carisma di Don Bosco, affinché possa diventare attuale nel nuovo contesto della Grecia, dove i cattolici sono una minoranza esegua in un Paese a maggioranza ortodossa. Il 6 ottobre abbiamo piantato un seme di senape in un nuovo terreno. Dobbiamo fare in modo che questo seme cresca e metta radici nel suolo greco, affinché possa dare frutti abbondanti”. E per far sì che ciò avvenga, don Maravilla ha dato delle raccomandazioni concrete ai salesiani.

Nel pomeriggio del 16 dicembre i salesiani sono tornati ad Atene per continuare loro studio del greco moderno, ma ora più consapevoli di ciò che li attende a Syros da settembre 2025.

Repubblica Dominicana – “Muchachos y Muchachas con Don Bosco”: 40 anni di trasformazione e speranza

(ANS – Santo Domingo) – “Muchachos y Muchachas con Don Bosco”, (Ragazzi e Ragazze con Don Bosco), organizzazione salesiana impegnata nella formazione integrale dei bambini dominicani, celebra il suo 40° anniversario, segnando quattro decenni di servizio ininterrotto, impegno e trasformazione per i suoi beneficiari. Il significativo anniversario è stato reso ancora più bello dall’annuncio dell’assegnazione all’istituzione salesiana del prestigioso “Premio Dr. Julio A. Brache Arzeno per la Sostenibilità 2024”, assegnato dalla “Fundación Rica”, nella categoria Educazione.

Sin dalla sua fondazione, nel 1985, con il nome di “Canillitas con Don Bosco” (riferimento agli stinchi, le gambe, che muovono i bambini di strada per trovare da vivere con lavori informali, NdR), questa istituzione, nell’ambito del lavoro svolto dall’Ispettoria salesiana “San Giovanni Bosco” delle Antille, ha lavorato instancabilmente per offrire opportunità ai bambini più vulnerabili di Santo Domingo. Attraverso un modello completo basato su quattro pilastri – ricerca, accoglienza, socializzazione e accompagnamento – è diventata un faro di speranza e di sviluppo per migliaia di minori.

Don Ysidro José Ramírez, Delegato per la Pastorale Giovanile Salesiana per le Antille e Direttore della rete di centri Muchachos y Muchachas con Don Bosco, ha commentato, riflettendo sull’impatto sociale dell’organizzazione: “La nostra missione non è sostituire la scuola, ma recuperare la gioia dell’infanzia. Vedere i bambini smettere di essere adulti nel momento sbagliato della loro vita e godersi la loro infanzia è la nostra più grande ricompensa”.

In questi 40 anni, Muchachos y Muchachas con Don Bosco ha fornito ai suoi beneficiari uno spazio sicuro e formativo per accedere all’educazione, alle cure mediche, al cibo e ad un ambiente che promuove il loro sviluppo integrale. Questo anniversario non solo celebra i risultati raggiunti, ma incoraggia anche tutti i suoi protagonisti a continuare a seminare un futuro sostenibile, basato sull’educazione come motore del cambiamento.

Le celebrazioni per il 40° anniversario sono iniziate lunedì 9 dicembre 2024 con un’emozionante Eucaristia, presieduta da don José Pastor Ramírez, Superiore di ANT, e concelebrata da diversi altri sacerdoti salesiani, alla presenza di numerosi benefattori, collaboratori e volontari che sono stati pilastri fondamentali nei 40 anni di servizio di quest’opera.

Nel corso dell’anno sono in programma diversi eventi e attività per sottolineare questa storia di superamento dei limiti e di speranza.

L’Ispettoria salesiana delle Antille e Muchachos y Muchachas con Don Bosco invitano tutta la società dominicana a partecipare a questa celebrazione e a continuare a sostenere il loro lavoro, ribadendo che lavorando tutti insieme è possibile trasformare in meglio la vita dei più piccoli e costruire un futuro migliore per le generazioni a venire, seguendo il sogno di Don Bosco.

Argentina – Al via le celebrazioni per il 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana

(ANS – Buenos Aires) – In sintonia con il grande evento ecclesiale del Giubileo 2025, la Congregazione Salesiana celebrerà nei prossimi mesi il 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria, inviata dallo stesso Don Bosco in Argentina, che arrivò a Buenos Aires il 14 dicembre 1875.

L’inizio di questo particolare anno giubilare avrà luogo pertanto già questo sabato 14 dicembre 2024, con una solenne celebrazione presso la chiesa “Mater Misericordiae”, nel quartiere “Congreso” di Buenos Aires, il luogo in cui si insediarono i primi salesiani, guidati da don Giovanni Cagliero, SDB.

La celebrazione sarà presieduta dal Superiore dell’Ispettoria “Beato Ceferino Namuncurá” dell’Argentina Sud (ARS), don Darío Perera.

Affinché tutte le case salesiane dell’Argentina possano partecipare a questo momento di festa, così come i membri della Famiglia salesiana di tutto il mondo, sarà possibile assistere alla Messa anche da remoto, attraverso la diretta streaming sul canale YouTube del Bollettino Salesiano, con inizio alle ore 11 argentine (UTC-3).

L’Argentina salesiana ha sviluppato un ricco programma di celebrazioni evocative e significative da vivere per tutto il prossimo anno. L’elenco dettagliato delle attività è accessibile a questo link.

Giornata del curricolo di pastorale giovanile al Centro Nazionale

Lo scorso 14 novembre, la quasi totalità degli studenti e studentesse e alcuni docenti del curricolo di pastorale giovanile abbiamo celebrato insieme la Giornata del curricolo visitando Centro Nazionale Opere Salesiane – CNOS, Ente civilmente riconosciuto che in stretto collegamento con i superiori religiosi d’Italia promuove e anima gli uffici e gli organismi nazionali di coordinamento delle Opere salesiane.

In mattinata, i partecipanti sono stati accolti dal presidente istituzionale, don Elio Cesari, e da alcuni altri membri dell’Ente, intrattenendoci in un ricco momento di ascolto e scambio sulla dimensione sociale dell’agire ecclesiale con i giovani e sull’aspetti organizzativi da considerare quando si intende interagire sul territorio in dialogo con altre forze della società a favore dei giovani.

Con la celebrazione della Santa Messa e un sostanzioso pranzo conviviale nelle istallazioni della casa salesiana Pio XI, il tutto si è concluso in modo soddisfacente. Sia questo lo spazio per ringraziare ancora una volta tutti coloro che ci hanno accolti, accompagnati e assistiti in questa gradita esperienza.

Gustavo Cavagnari, direttore dell’Istituto di teologia pastorale

Ancorati alla Speranza: il poster della Strenna per il 2025

(ANS – Roma) – Quale rappresentazione visiva e immediata del più articolato messaggio della Strenna, viene rilasciato oggi il poster che sintetizza e riassume in pochi e colorati tratti gli spunti che accompagneranno la Famiglia Salesiana per tutto il 2025, anno giubilare. Con una ricca tavolozza di colori, tratti ben definiti ed evidenti richiami ecclesiali e salesiani, il poster manifesta graficamente il tema di questa speciale Strenna, ideata nei suoi tratti essenziali dal Card. Ángel Fernández Artime insieme a don Stefano Martoglio, e che verrà pienamente sviluppata e infine consegnata da quest’ultimo a fine anno, sul tema: “Ancorati alla speranza, pellegrini con i giovani”.

Arrivata insieme a diverse altre proposte giunte da tutto il mondo, l’opera grafica è stata selezionata da parte di don Martoglio insieme ai suoi collaboratori, successivamente è stata perfezionata e arricchita con alcuni elementi e dettagli da essi suggeriti, che hanno poi portato al risultato finale.

L’autore del poster è il disegnatore portoghese Nuno Quaresma, membro dell’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria “Sant’Antonio” del Portogallo, che così descrive la sua nuova proposta:

L’obiettivo di questa proposta grafica è quello di raccontare la storia ricca e dinamica della Famiglia Salesiana, dagli inizi ai giorni nostri. Essa riassume questo percorso in un’unica immagine, catturando un fenomeno singolare e speciale. La scena si svolge tra i verdi campi del Colle Don Bosco e Valdocco, punti di partenza di un viaggio che si estende nel tempo e nello spazio in tutto il mondo, da Torino a Buenos Aires.

Raffigura la Famiglia Salesiana che avanza, con la protezione di Maria Ausiliatrice, Madre e Maestra. In fondo alla composizione, ci sono le Alpi, che rappresentano il fondamento e la fonte da cui scaturiscono il carisma e l’azione di Don Bosco.

Don Bosco, con la sua amorevole cura, accoglie e indica tutti i suoi giovani e indica loro la strada. Quando gli si chiede: ‘Dove andiamo, Don Bosco?’, egli sorride e risponde: ‘In Paradiso’. Accanto a lui, unite nella stessa dedizione, gioia e amore per i giovani, ci sono sua madre, Mamma Margherita, e Madre Maria Domenica Mazzarello. Ricordano a tutti i momenti fondanti di questo viaggio miracoloso. La speranza le rende credenti nel futuro, poiché il luogo in cui sperimentano più intensamente la speranza è la trascendenza.

Al centro di ogni azione c’è Gesù, il Buon Pastore, la fonte e l’ancora di ogni fede e fiducia. Nella sua infinita Luce e nel suo Amore, accoglie Don Bosco e tutti i pellegrini, guidandoli e conducendo lo sguardo degli spettatori verso il cammino della piena realizzazione.

Ogni giovane porta con sé i segni e i simboli di coloro che progettano e costruiscono la pace nel mondo, così come gli artigiani e gli artisti della bellezza e dell’entusiasmo, alla ricerca del bene, soprattutto a favore dei più poveri e vulnerabili. I giovani più grandi camminano davanti, mentre i più piccoli seguono dietro. Si tratta di una disposizione simbolica, che evoca la trasformazione che avviene attraverso l’accoglienza, l’accompagnamento e l’educazione nelle comunità salesiane.

Nell’amore di Cristo e in questo ambiente oratoriano, la paura e la vulnerabilità si trasformano in coraggio e speranza. Ancorati alla speranza, costruiscono ponti e portano musica, sogni e gioia. Nei loro cuori, custodiscono i semi più fecondi e gli strumenti necessari per realizzare i loro sogni e i loro obiettivi”.

Completano il poster gli elementi testuali del motto della Strenna 2025 e, in alto a destra, una rivisitazione in chiave salesiana del logo del giubileo 2025.

 

Viaggio nelle Sale della Comunità in occasione dei 75 anni di ACEC – Famiglia Cristiana

Si riporta di seguito l’articolo apparso su Famiglia Cristiana.

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Cinema parrocchiali? Siamo luoghi d’incontro

Il Don Bosco nella capitale ha riqualificato un intero quartiere; il Busan nel Trevigiano è un riferimento per l’intera provincia; la città lombarda vanta un primato di sale per numero di abitanti

Come nella sceneggiatura di un film. Scena: Roma, periferia Sud-Est, quartiere Tuscolano dove sorge Cinecittà, epicentro della cultura cinematografica italiana dai primi del ‘900 a oggi.

“A poche centinaia di metri da dove ti parlo, il maestro Sergio Leone passeggiava per i viali di Cinecittà, prima come aiuto regista in grandi produzione internazionali come Ben-Hur e Quo vadis? e poi ultimando film cult come Il buono, il brutto, il cattivo o C’era una volta il West. E non solo lui, qui ha battuto e batte ancora il cuore del cinema italiano. Nonostante ciò, per anni nel quartiere non abbiamo avuto una sala cinematografica”.

A spiegarlo, è Fabio Zenadocchio, direttore del Centro Culturale Salesiano, che per ovviare a questa grave lacuna ha ristrutturato e riaperto a fine anni ’80 la Sala della Comunità Don Bosco.

“Da allora le attività cinematografiche e teatrali non si sono più interrotte. Anzi, sono andate in crescendo sia le iniziative culturali sia la risposta del pubblico”

aggiunge Zenadocchio. Che ricorda:

“Oltre che un presidio culturale, il nostro cinema è un punto di riferimento per i giovani del quartiere, che non hanno mai visto il Colosseo e non vivono immersi nella bellezza dei palazzi rinascimentali del centro di Roma, ma crescono di fianco a una delle piazze di spaccio più grandi della capitale. Per loro gli eventi e le proiezioni sono aria fresca. Sono salvezza“.

E anche un’occasione di lavoro:

“Negli anni”, dice il direttore del Don Bosco, “abbiamo costruito un gruppo di giovani progettisti in ambito culturale che sono stati assunti dalla Sala della Comunità per pensare alle proposte e coordinare i volontari”.

Perché “la qualità va pagata, ma ripaga. Sempre. E la nostra proposta punta a quello“, afferma don Elio Girotto, parroco a Mogliano Veneto e coordinatore della Sala Busan. Lui, che è anche presidente ACEC Triveneto, ha ben chiara la missione delle sale della comunità:

“Portiamo il cinema, quello che fa pensare una comunità cristiana, alle persone. Offriamo un luogo dove confrontarsi sui grandi temi insieme ai registi, attori e critici, ma anche con la persona che vive sul tuo stesso pianerottolo. Il Busan è anche uno spazio dove divertirsi e, mi lasci dire, l’unico cinema di un territorio che è molto ricco, ma povero di occasioni culturali. Basti pensare che pur essendo a pochi chilometri dal Lido, celebre location di uno dei festival di cinema più importanti al mondo, nella nostra sala vengono da tutto il Triveneto, anche da Treviso”.

E il bello è che la proposta culturale

“è accessibile a buon prezzo per le famiglie: mamma, papa e due figli con 20 euro di domenica possono entrare in sala a pochi passi da casa. Una bella differenza economica rispetto ai 60 euro da tirar fuori in un multisala, dove la proposta di visione non è ragionata con cura e si è solo “un cliente”.

L’idea di cinema del Busan va oltre il semplice intrattenimento: il film è un pretesto per creare un legame“, chiosa don Elio, “e per costruire una comunità“.

Questo accade a Busto Arsizio, città lombarda tra Milano e Varese, che vanta un numero record di sale ACEC. E come per ogni allenatore che si rispetti, l’abbondanza non è mai un problema:

“Questa situazione di straordinaria vivacità poteva essere un pretesto per farsi una concorrenza spietata, una corsa per conquistarsi gli spettatori delle altre sale, sovrapponendo eventi, incontri e proiezioni. È stata, invece, l’occasione per creare una rete collaborativa e progettuale tra i cinema Lux, Fratello Sole, Manzoni e San Giovanni Bosco”

testimonia Silvia Salvetti, volontaria responsabile per la sala Lux della gestione e della programmazione.

“Le sale della comunità di Busto si sono unite per offrire una variegata proposta di cinema d’essai “spalmata” durante l’intera settimana, sia al pomeriggio che alla sera. E per tutto l’anno, anche d’estate”, aggiunge Salvetti che coordina un gruppo di circa quaranta volontari attivi nella sala della frazione Sacconago. “Con un programma che va da martedì a domenica, ogni cinema propone una selezione di film, tra cineforum e nuove uscite, senza mai sovrapporre le proiezioni. Questo approccio consente agli appassionati di godere di un’ampia varietà di opere, con un’offerta che si traduce in ben quattro film diversi ogni settimana, per un totale di 270 proiezioni stagionali. Questa proposta culturale è un valore aggiunto che rende la città di Busto Arsizio un punto di riferimento per gli amanti del cinema e, di fatto, la capitale della sale della comunità per concentrazione in rapporto agli abitanti e spirito di collaborazione”.

Famiglia Cristiana

Missioni Don Bosco: l’impegno dei salesiani per i più poveri fra i giovani in Argentina

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco del 4 novembre 2024.

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Viaggio di Missioni Don Bosco nella prima metà di novembre

Tra storia e attualità, l’impegno dei salesiani per i più poveri fra i giovani in Argentina

La delegazione prepara il terreno alla celebrazione dei 150 anni dalla prima partenza missionaria
diretta alla capitale sudamericana. L’aiuto ai migranti italiani e l’evangelizzazione ai confini del mondo

Arriva oggi in Argentina la delegazione di Missioni Don Bosco Onlus, guidata dal presidente don Daniel Antùnez, per incontrare i salesiani e i loro collaboratori in quattro importanti località: Buenos Aires, Rio Grande, Viedma e Ushuaia.

L’iniziativa costituisce l’avvio di una ricerca di informazioni e di documentazione audio-video in relazione all’arrivo in Argentina dei primi salesiani nel 1875. Fu lo stesso Don Bosco a destinare lì il primo gruppo dei suoi missionari, seguendo l’impegno della Congregazione da lui fondata a occuparsi di giovani in tutto il mondo, soprattutto di quelli nelle situazioni più difficili anche nei territori più lontani da Torino. Rispondendo inizialmente alla richiesta delle autorità civili e religiose di sostenere spiritualmente gli italiani in Sud America, i suoi giovani collaboratori pre-sto si resero conto dell’importanza di evangelizzare la vasta regione della Patagonia.

Guidati da uno dei più fedeli protagonisti dell’oratorio di Valdocco, Giovanni Cagliero, la presenza salesiana si spinse sempre più a Sud, fino a raggiungere la fin del mundo, come usualmente viene definita l’estremità del cono sudamericano che si affaccia sull’Antartide. Missioni Don Bosco calcherà i principali percorsi di quei pionieri per leggere con gli occhi di oggi il passato eroico di decine e centinaia di missionari, alcuni dai quali hanno lasciato un’impronta riconosciuta anche sul piano civile e culturale. La delegazione cercherà gli elementi che permettano di valorizzare in Italia la ricorrenza dei 150 anni dalla prima partenza missionaria, in considerazione anche dei forti legami fra Argentina e Italia che tuttora persistono attraverso i numerosissimi discendenti dei nostri migranti.

Quello della delegazione di Missioni Don Bosco non sarà solo un viaggio che guarda al passato: fedele al suo mandato di sostegno i progetti di sviluppo, incontrerà gli attuali responsabili dei vari interventi educativi realizzati sia attraverso le scuole (la più prestigiosa fra quelle visitate, è la Scuola tecnico agraria di Rio Grande, dove fu direttore lo stesso don Antùnez) sia attraverso le presenze significative nei quartieri della vasta periferia della capitale (come nella baraccopoli di Villa Itati dove la povertà assume molteplici valenze). Le tappe sono segnate dal valore sociale della presenza salesiana, arricchita in Argentina dalla forte corresponsabilità di donne e uomini laici, ma anche da ciò che hanno lasciato le persone più eminenti sul piano della santità, come Ceferino Namuncurà, Laura Vicuña e Artemide Zatti.

Non marginale sarà infine l’attenzione di Missioni Don Bosco ai percorsi del giovane Jorge Bergoglio, che con la sua famiglia e poi in autonomia frequentò i luoghi salesiani di Buenos Aires, maturando la sua vocazione e facendosi permeare dello spirito gioioso e intraprendente dei maestri di spiritualità che lì incontrò.

Il viaggio verrà documentato sui social di Missioni Don Bosco, Facebook Instagram.

Missioni Don Bosco

 

Il 1° novembre torna la Corsa dei Santi

Da Roma Sette.

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Si corre venerdì 1° novembre a Roma la “Corsa dei Santi”, arrivata alla XVI edizione. 4mila i runner iscritti, da 53 nazioni. Percorreranno 10 chilometri che li porteranno da piazza Pio XII – dove il ritrovo è per tutti alle 8 – ai luoghi più significativi della città, dal Colosseo ai Fori Imperiali, fino ad arrivare in piazza San Pietro, per ricevere, al termine dell’Angelus, la benedizione di Francesco.

Il progetto associato a questa edizione è promosso da Missioni Don Bosco e si intitola: “Subito in campo per ripartire”. Si può contribuire inviando un sms solidale al numero 45594, attivo fino al 5 novembre. Il progetto è destinato alla realizzazione di una infrastruttura sportiva a Leopoli, in Ucraina: si prevede di ristrutturare un campo di calcio del centro Don Bosco di Leopoli. La struttura  sarà utilizzata dai circa 600 giovani, tra cui 70 bambini e ragazzi, accolti nella casa famiglia Prokova, di età compresa tra i 6 e i 19 anni. Si tratta di orfani o minori sfollati dalle zone più colpite della guerra. A beneficiare del campo di calcio saranno anche 45 ragazzi che hanno subito lesioni agli arti a causa del conflitto. «Il 45594 non è solo un numero. Dietro quel numero ci sono delle persone, i volti di bambini e di ragazzi che chiedono un segno di speranza», dichiara presentando l’iniziativa don Daniel Antùnez, presidente di Missioni don Bosco.

A gareggiare con il pettorale numero 1 sarà la primatista italiana di maratona Sofia Yaremchuk, una degli atleti di elite in gara. «Questa manifestazione – commenta – è un messaggio di sport e solidarietà in un periodo così tragico che sta vivendo la mia Ucraina e la mia Leopoli, città nella quale sono nata e sono cresciuta. Fa male sentire le cose terribili che sta vivendo il mio popolo a causa della guerra. E il pensiero va soprattutto ai bambini che hanno diritto di futuro, hanno diritto di vivere liberi e felici. Grazie allo sport possono crescere migliori perché lo sport apre porte e unisce le persone».

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Il Cardinale Ángel Fernández Artime testimone d’eccezione al pellegrinaggio dei giovani alla Vergine del Rocío

Dall’agenzia ANS.

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Almonte, Spagna – ottobre 2024 – Sabato 26 ottobre si è svolto il pellegrinaggio dei giovani al Santuario della Vergine del Rocío, situato nella Provincia di Huelva, nel sud della Spagna. L’evento, giunto alla sua ventesima edizione e organizzato dalla Delegazione per la Gioventù della Confraternita Matriz, ha riunito oltre 3.500 giovani di ottanta confraternite e ha visto la partecipazione di un pellegrino d’eccezione, il Cardinale Ángel Fernández Artime. Tra i momenti salienti condivisi dal Rettor Maggiore emerito della Congregazione salesiana, che ha guidato i giovani da Almonte ai piedi della Vergine del Rocío, ci sono stati la recita dell’Angelus nella zona cosiddetta del Pastorcito e l’Eucaristia che ha concluso il pellegrinaggio al Santuario, da lui presieduta e concelebrata dal Vescovo di Huelva, Mons. Santiago Gómez Sierra. A ricordo della sua partecipazione, il Cardinale Fernández Artime ha poi apposto la sua firma nel Libro d’Onore della Confraternita Matriz.