CNOS FAP, la “Chiusura del cerchio” per la formazione professionale che mette al centro i giovani

Il 15 ottobre a Bologna, CNOS-FAP e AECA (Associazione Emiliano-Romagnola Enti Autonomi che associa 24 enti di formazione professionale di ispirazione cristiana) hanno organizzato un convegno dal titolo “La chiusura del cerchio”, per mettere in luce come il cerchio si chiude quando la formazione professionale inserisce effettivamente nel mondo del lavoro l’allievo.

Nell’introduzione don Enrico Peretti, direttore generale del CNOS-FAP ha sottolineato come “in Italia, a fronte di 2 milioni di giovani NEET, l’impegno nella formazione professionale dei salesiani vuole portare i giovani non solo all’occupabilità – quindi dotarli di un titolo – ma all’occupazione – dotarli di un posto di lavoro -. In Italia i salesiani formano attualmente 26mila allievi e considerano la formazione professionale non una azione di recupero contro la dispersione scolastica ma una risposta ai giovani che hanno “l’intelligenza nelle mani” e imparano dalla concretezza del fare. La formazione professionale è azione educativa integrale che mette al centro i giovani, con la consapevolezza che formare il capitale umano è il migliore investimento per il futuro di una società”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha inviato un video messaggio nel quale ha ricordato “In Emilia Romagna la disoccupazione è calata dal 9 al 6 %, ma obiettivo del 2020 è arrivare al 4%. L’obiettivo è portare i giovani non solo a una occupazione piena ma buona; vanno integrate le strutture formative con i centri per l’impiego. L’intesa tra le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna sulla sinergia scuola-università-formazione professionale è virtuosa e promettente. Si potenzierà la rete dei politecnici e tecnopoli, mancano figure qualificate che il mondo lavorativo richiede”.

Al convegno è intervenuta anche la dottoressa Ferrario del Ministero dell’Istruzione, ricordando come “gli Istituti Tecnici e la Formazione Professionale hanno la stessa dignità del Liceo. Il governo si sta impegnando per un orientamento adeguato, per una qualificazione e una personalizzazione maggiore dell’alternanza scuola-lavoro, per innovare la formazione professionale assicurando il coinvolgimento del mondo imprenditoriale”.

Eugenio Gotti, fondatore di Noviter, ha fatto una relazione su  “Politiche della Formazione Professionale – Analisi ragionata degli interventi regionali”. “In Italia vi è il paradosso che da una parte si ha una disoccupazione giovanile sopra il 30% (tre volte quella complessiva) con 437mila giovani overeducated e dall’altra si contano 76mila posti vacanti (IT e manifattura 4.0) e  di come si prevede tra il 2018 e il 2022 in 5 settori (meccanica, chimica, tessile, ICT, alimentare) un fabbisogno di 280mila profili tecnici. Le due risposte che vengono date in questo momento sono: Policy pubbliche (alternanza scuola e lavoro, apprendistato duale, IeFP, ITS, PAL-Politiche Attive del Lavoro, Formazione Continua), azioni del mercato privato (disintermediazione: Academy aziendali, Progetti sud-nord, Acquisto di Formazione, ma con fini più di reclutamento e addestramento che di sviluppo educativo)”.

“L’orizzonte è camminare verso una Sistema Formativo che integri esigenze della persona e dell’Impresa per lo sviluppo del capitale umano nella filiera complessiva: prima formazione secondaria e terziaria, transizione scuola-lavoro, PAL, Formazione continua e permanente, Innovazione (impresa 4.0)”.

Gli Istituti Tecnici Superiori dovranno espandersi (in Italia gli iscritti a un ITS sono pari allo 0,65% degli iscritti all’Università mentre sia in Germania che in Francia sono pari al 20%). Attualmente per gli ITS il Ministero mette 13 milioni di euro mentre le Regioni 40 milioni l’anno. Va evitato il cannibalismo delle lauree professionalizzanti rispetto agli ITS. L’ITS dovrà avere una sua sempre maggiore identità, stabilità, conoscibilità. La sua carta vincente è la flessibilità. In questo momento l’ITS colloca immediatamente l’80% di chi termina gli studi. Va studiata la transitabilità tra ITS e Università. I finanziamenti delle regioni italiane (quasi due miliardi di euro nel 2017) sono attualmente oltre la metà per le Politiche Attive al Lavoro rispetto alla Formazione. Spariranno nei prossimi anni 75 milioni di posti di lavoro attuali nel mondo e se ne produrranno altri 122 milioni di nuovi. I tre assi per il futuro sono competenza, manualità e capacità di giudizio”.

Durante il convegno c’è stato lo spazio anche per una tavola rotonda moderata da Ilaria Vesentini, giornalista del Sole 24ore, con Cristina Grieco (Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Toscana e Coordinatore della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni); Stefano Versari (Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna), Daniele Vacchi (Direttore ITS Maker e Dirigente IMA per la Formazione e le risorse umane); Vincenzo Colla (Segreteria Nazionale CGIL); Paola Vacchina  (Presidente Nazionale FORMA) e Patrizio Bianchi (Assessore Regionale e Coordinamento delle Politiche europee allo Sviluppo, Scuola, Formazione Professionale, Università, Ricerca e Lavoro della Regione Emilia Romagna), che chiudendo ha detto: “Ho via via consolidato la certezza che l’unica vera forza in grado di muovere un’economia e di garantire lo sviluppo sono le persone. Non i singoli, non le persone sole, ma la collettività quando dimostra di essere in grado di riconoscersi in valori quali il rispetto reciproco e l’autonomia individuale e di darsi regole per competere e cooperare, condividendo obiettivi di prosperità. Oggi chiamiamo questa ricchezza “capitale umano” e sappiamo che quella buona economia, che in Europa definiamo intelligente, sostenibile ed inclusiva, deve saper coniugare la crescita con la coesione, costruendo capitale sociale, quell’insieme di conoscenze condivise, non appropriabili singolarmente e fruibili collettivamente che rappresentano le fondamenta di una comunità”.

 

“Dobbiamo essere coraggiosi perché la Chiesa ci invita a essere lungimiranti”: il messaggio del Rettor Maggiore al congresso “Giovani e scelte di vita”

Domenica 23 settembre si è concluso il <strong>Congresso Internazionale GIOVANI E SCELTE DI VITA: PROSPETTIVE EDUCATIVE </strong>organizzato dall’UPS e dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium.  Oltre 400 i partecipanti, 94 i relatori che si sono alternati nei quattro giorni di Congresso, tanti gli ospiti che hanno voluto contribuire all’evento; tra questi ricordiamo <strong>Pietro Sebastiani</strong>, Ambasciatore italiano presso la Santa Sede, il <strong>Cardinale Lorenzo Baldisseri</strong>, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi e <strong>Monsignore Michele Falabretti</strong>, Direttore del Servizio di Pastorale Giovanile della CEI.

<strong>“Umanizziamo, evangelizziamo, educhiamo e siamo coraggiosi nelle sfide e nelle proposte perché la Chiesa ci invita oggi a essere lungimiranti sui giovani”</strong>. Con il rammarico di non poter essere fisicamente presente al congresso,  il saluto del Rettor Maggiore dei Salesiani <strong>don Àngel Fernández Artime</strong> giunge con un videomessaggio e ricorda la grande opportunità che il Sinodo è per gli educatori e gli evangelizzatori. Don Fernández Artime invita a non avere timore perché i giovani hanno bisogno di sentirsi dire “che cosa vuoi fare della tua vita? Quale pensi che sia il sogno di Dio su di te? Come pensi di vivere la vita come dono e come servizio?”.

“Le scelte che un giovane fa non sono un menù. Quando noi scegliamo, scegliamo la nostra libertà”. Le conclusioni di domenica 23 settembre  sono affidate al <strong>prof. Andrea Bozzolo della Facoltà di Teologia dell’Università Pontificia Salesiana di Torino</strong>. “La giovinezza non è solo età anagrafica, ma è una sfida antropologica e teologica dell’identità”. Il prof. Bozzolo si è soffermato sulle scelte irrevocabili che si giocano tra euforia e dubbio. “Ma come si fa ad impegnarsi per tuttala vita, a promettere?” Sono proprio le parole di Papa Francesco a venirci in aiuto: “Chiediti perché sei tu”, solo in questo modo la vocazione assume i tratti originali di una “grazia, una missione e saranno i nostri fratelli a farci scoprire cos’è la libertà”. Il prof. Bozzolo suggerisce di rinnovare il linguaggio con cui la Chiesa parla ai giovani per renderli protagonisti e di recuperare gli insegnamenti di Don Bosco e Madre Mazzarello che indicavano orizzonti immensi ai loro ragazzi anche nelle piccole scelte. “Spero che questo Sinodo possa far recuperare la bellezza della scelta e della libertà dei giovani”. <strong>La Preside della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium, sr. Pina Del Core</strong>, ha posto l’accento sulle sfide aperte dal Congresso. Dal punto di vista educativo la prof.ssa Del Core <strong>ha sottolineato la necessità di aiutare i giovani nei processi decisionali</strong>, nelle scelte vocazionali tra libertà e progetto personale. Le scelte e i processi decisionali costituiscono quindi “il nuovo campo di battaglia in cui si giocano i progetti professionali e vocazionali”. Inoltre il mondo digitale e le nuove tecnologie comunicative ci spingono a ripensare i grandi temi, come la libertà, l’educazione, la scelta; educare alla scelta ha a che fare inevitabilmente anche con “l’accoglienza del mistero che accompagna ogni decisione, perché essa implica sempre una rischiosa consegna di sé, un affidamento a qualcosa o a Qualcuno”. Dal punto di vista pastorale è importante curare la formazione degli educatori, dei formatori, tra cui anche i genitori “perché apprendano il discernimento come stile permanente di vivere e di educare”. Solamente con un autentico e fruttuoso dialogo tra scienze umane,scienze dell’educazione e scienze teologiche produrrà “una visione integrale dei percorsi di accompagnamento e di discernimento vocazionale”.I ringraziamenti finali sono affidati <strong>al Rettore Magnifico prof. don Mauro Mantovani</strong>. “Un grazie particolare va al Dicastero di Pastorale Giovanile dei Salesiani e all’Ambito per la Pastorale Giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ai Consiglieri, a Madre Yvonne Reungoat, al Comitato scientifico e organizzativo del Congresso, ai presentatori, ai giovani traduttori appena laureati alla Università La Sapienza di Roma, agli sponsor e ai patrocini, ai benefattori, in particolare la Fondazione Malizia, alla Visitatoria Salesiana, ai ragazzi dell’Università per la copertura video fotografica Andrea Petralia, Jacopo Balliana, Lia Maria Palmieri, agli uffici di comunicazione dell’UPS e della Facoltà Auxilium, all’apparato tecnico di regia, ma soprattutto ai giovani volontari, studenti, ex allievi, salesiani cooperatori e amici delle nostre Istituzioni che hanno regalato tempo ed energie per la buona riuscita dell’evento”. Don Mauro Mantovani ha concluso che: “Siamo Chiesa, siamo famiglia, siamo per i giovani ed è proprio questa la nostra missione”. Sulle note della canzone «Don Bosco Padre Maestro e Amico» e con un immancabile selfie finale, firma distintiva della cultura di oggi, si è concluso il Congresso Internazionale.

Per leggere tutti i comunicati del Congresso, <a href=”https://www.giovaniesceltedivita.org/”>vai qui</a>

Madre Yvonne Reungoat scrive una lettera di solidarietà a Papa Francesco

Nei giorni scorsi <strong>Madre Yvonne Reungoat</strong>, Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha inviato una lettera a Papa Francesco per manifestargli sostegno e solidarietà, particolarmente in questo momento di difficoltà, e trasformarli in preghiera e penitenza, come lo stesso Santo Padre ha chiesto al Popolo di Dio. La lettera di Madre Reungoat esprime un sentimento comune a tutta la Famiglia Salesiana.

***
<blockquote><em>Beatissimo Padre,</em></blockquote>
<em>ci uniamo alla voce di persone, gruppi e istituzioni che in questi giorni si stringono intorno a lei per esprimerle solidarietà e sostegno.</em>

<em>Grazie, Santità, per la testimonianza di serenità nella fedeltà a Cristo e al suo Vangelo; per la trasparenza delle sue parole – risonanza di una vita coerente e ricca di amore – che sta offrendo non solo ai cattolici, ma al mondo intero. Siamo riconoscenti per il suo quotidiano spendersi come Pastore della Chiesa universale a servizio del popolo di Dio. Un popolo che si sente in comunione con lei, in profonda sintonia con le sue parole, i suoi gesti, la sua vicinanza ai poveri.</em>

<em>Lei annuncia e testimonia con passione e sguardo profetico un Vangelo senza sconti, lo rende credibile e affidabile con le sue scelte di ogni giorno. Ci conferma nel cammino per essere sempre più “Chiesa in uscita”, a partire da una convinta conversione pastorale e missionaria. Ci indica nuovi passi per dare corpo e vita al messaggio centrale del Vangelo che in Gesù rivela pienamente il volto di misericordia del Padre.</em>

<em>Grazie, Santità, per le fatiche che affronta percorrendo la via dell’ascolto e del dialogo, dell’incontro che non esclude, né scarta nessuno, ma apre invece porte e finestre in cui si manifesta la libertà della Spirito. Condividiamo il suo atteggiamento: “La verità è mite, la verità è silenziosa”; non cerca lo scandalo, né la divisione. Facciamo nostra la sua scelta di “silenzio e preghiera” ed esprimiamo una rinnovata fedeltà ai tre amori di Don Bosco: Eucaristia, Maria Ausiliatrice e il Papa.</em>

<em>Il suo magistero, Santo Padre, ci trova in piena sintonia e ispira il cammino dell’Istituto in questo tempo di sfide epocali e di grandi opportunità, ricco di grazia e aperto alla speranza: quella speranza che leggiamo impressa nelle sue parole e nei suoi gesti e, soprattutto, nel suo luminoso volto di gioia.</em>

<em>Santità, siamo tutti con Lei – Figlie di Maria Ausiliatrice, comunità educanti, giovani – come Istituto che vive e opera nella Famiglia Salesiana e nella più ampia comunità ecclesiale e le chiediamo di benedirci. Lei stessa, Santità, è una benedizione per la nostra Famiglia religiosa e per il mondo di oggi. Grazie!</em>

Suor Yvonne Reungoat, FMA

Superiora Generale dell’Istituto FMA

TGS: 50 volte grazie!

Si è appena concluso un fine settimana di festa per <strong>TGS Eurogroup: TGS50, la festa di compleanno per i 50 anni di vita associativa</strong>. L’associazione di promozione sociale, promossa dall’Ispettoria Salesiana San Marco INE, è nata nel 1968 su intuito del fondatore Don Dino Berti, sacerdote salesiano, che sulle orme di San Giovanni Bosco e seguendo l’esempio delle sue “passeggiate autunnali” ha esteso l’idea del “viaggio formativo” quale strumento efficace per coinvolgere i giovani non solo in un percorso di esplorazione e conoscenza dell’ambiente che ci circonda, ma anche e soprattutto in un percorso di crescita personale: una vera esperienza cristiana di vita di gruppo.

Alla festa TGS50, che si è svolta domenica 16 settembre nella sede dell’Associazione al Collegio Salesiano Astori di Mogliano Veneto (Treviso), <strong>hanno preso parte oltre 140 volontari e collaboratori</strong> che nel corso di 50 anni hanno dato il proprio contributo nella forma di servizio responsabile con i giovani e per i giovani. Al momento di benvenuto e accoglienza nel cortile del collegio è seguita la presentazione in teatro: un’opportunità per rinnovare la proposta turistico-culturale volta ad accompagnare i giovani di oggi e dare uno sguardo alle attività più recenti di TGS Eurogroup. La Santa Messa è stata l’occasione per ringraziare il Signore per i 50 anni di attività rivolte ai giovani e per affidare a Lui i progetti e le sfide educative per il futuro dell’Associazione.
I momenti conviviali del pranzo comunitario e della tradizionale gara di torte hanno concluso la giornata di festa.

La festa TGS50 è stata preceduta nella giornata di sabato 15 settembre 2018 da un vero e proprio <strong>“Su e Zo Tour” a Venezia, in omaggio alla manifestazione “Su e Zo per i Ponti”</strong> organizzata ogni anno a primavera da TGS Eurogroup e arrivata quest’anno alla 40° edizione. Una rappresentanza di collaboratori inglesi dell’Associazione, giunta appositamente dalla Gran Bretagna per partecipare ai festeggiamenti, ha preso parte assieme ad alcuni membri del Consiglio Direttivo e Leader TGS Eurogroup a una suggestiva escursione nella Laguna di Venezia che ha toccato le isole di Murano, Burano e Torcello per poi concludersi in serata a Piazza San Marco.

In occasione dei festeggiamenti per i 50 anni dell’associazione <strong>è stato pubblicato il libro fotografico in edizione limitata “TGS50: the journey never ends”</strong>, edito da ZeL Edizioni, con le fotografie del fotografo professionista Arcangelo Piai. Il libro rappresenta un’ideale “istantanea” dello stato dell’associazione oggi, attraverso un progetto fotografico che ripercorre per immagini le attività più rappresentative di quest’anno di festa: dai percorsi di educazione alla Cittadinanza Europea, alla Su e Zo per i Ponti di Venezia, ai corsi estivi di lingua inglese in Gran Bretagna.

Per ulteriori informazioni:
TGS Eurogroup
Via Marconi 22
31021 – Mogliano Veneto TV
tel. 041.5904717 – fax 041.5906702
e-mail: <u><a href=”mailto:info@tgseurogroup.it”>info@tgseurogroup.it</a></u>
web: <a href=”http://www.tgseurogroup.it/”>www.tgseurogroup.it</a>

Il CGS torna alla Mostra del Cinema di Venezia con tanti giovani

Il C.G.S. (Cinecircoli Giovanili Socioculturali) è tornato alla Mostra del Cinema di Venezia martedì 28 agosto con il primo gruppo di operatori che guideranno la giuria per il premio Lanterna Magica. Il riconoscimento sarà assegnato alla pellicola più significativa sulle tematiche sociali di crescita e di educazione.

Gli operatori saranno circa 30 provenienti da Marche, Liguria, Sardegna, Lazio e Veneto, molti dei quali di età compresa tra i 18 e 26 anni, e saranno coinvolti attivamente sia nella visione delle pellicole che nei dibattiti e nelle recensioni online.

Saranno guidati  dai responsabili del Progetto promosso a partire dalle Marche da CGS e ACEC “Sentieri di Cinema” affiancati da quei giovani che hanno seguito negli ultimi anni corsi, laboratori, rassegne, percorsi di alternanza scuola-lavoro proposti dall’Associazione CGS.

 

Il Papa con le famiglie a Dublino nel IX incontro mondiale: “Siete la speranza della Chiesa e del mondo!”

A Dublino dal 21 al 26 agosto si è tenuto il IX Incontro mondiale delle Famiglie, evento internazionale a cadenza triennale instituito da papa Giovanni Paolo II per riunire tutte le famiglie del mondo in momenti di riflessione e preghiera.

A partire dall’Esortazione Apostolica “Amoris Laetitia” scritta nel 2016 da Papa Francesco, il tema dell’incontro scandito in sei giornate è stato “Il Vangelo della famiglia, gioia per il mondo”.

La cerimonia di apertura si è svolta il 21 agosto simultaneamente in tutte le 26 diocesi d’Irlanda con una celebrazione liturgica. Nelle giornate di 22, 23 e 24 agosto relatori, tavole rotonde, workshop e preghiera alla Royal Dublin Society per approfondire i temi di fede, amore e speranza proposti nell’“Amoris Laetitia”; la giornata di sabato 25 agosto è stata dedicata al Festival delle Famiglie al Croke Park Stadium tra momenti liturgici e momenti culturali e musicali accompagnati da danze tradizionali. Ed è proprio in questa cornice gioiosa e di festa che le famiglie hanno incontrato Papa Francesco. “La Chiesa è la famiglia dei figli di Dio.” – ha detto il pontefice – “Una famiglia in cui si gioisce con quelli che sono nella gioia e si piange con quelli che sono nel dolore o si sentono buttati a terra dalla vita. Una famiglia in cui si ha cura di ciascuno, perché Dio nostro Padre ci ha resi tutti suoi figli nel Battesimo”. Ancora una volta ha ripetuto le tre parole necessarie, “scusa”, “per favore” e “grazie”, e ha dibattuto sul valore del perdono e sull’armonia familiare: “Perdonare vuol dire donare qualcosa di sé. […] I figli imparano a perdonare quando vedono che i genitori si perdonano tra loro”. Parole anche per i nonni con la testimonianza di una coppia di sposi da più di cinquant’anni venuta dal Canada coi nipotini: “I nostri nonni ci insegnano il significato dell’amore coniugale e genitoriale. Loro stessi sono cresciuti in una famiglia e hanno sperimentato l’affetto di figli e figlie, di fratelli e sorelle. Per questo costituiscono un tesoro di esperienza, un tesoro di sapienza per le nuove generazioni”. “Siete la speranza della Chiesa e del mondo!”, conclude il Papa e per tutti i presenti ha fatto consegnare loro una copia di Amoris laetitia.

L’incontro si è concluso nella giornata di domenica 26 agosto al Phoenix Park dove il Papa in merito allo scandalo degli abusi del clero irlandese ha  introdotto la messa con un atto penitenziario: “Ieri mi sono incontrato con otto persone sopravvissute di abusi di potere, di coscienza e sessuali. Raccogliendo quello che mi hanno detto, vorrei porre davanti alla misericordia del Signore questi crimini e chiederne perdono”.

TGS, l’estate in Inghilterra per un’esperienza di gruppo

Si è conclusa il 1° agosto l’Estate TGS Eurogroup in Gran Bretagna, cominciata ufficialmente il 4 luglio 2018 con la partenza dei primi gruppi di studenti.

Da cinquant’anni l’associazione TGS Eurogroup organizza soggiorni studio in Inghilterra per giovani studenti di età compresa tra gli 11 e i 18 anni. Un’esperienza pensata per tutti quelli che non desiderano semplicemente migliorare il loro inglese, ma soprattutto prendere parte ad una vera esperienza cristiana di vita di gruppo, attraverso un programma intenso e ricco di proposte, tra cui visite guidate in luoghi di rilevanza storico-culturale, gite, attività di carattere sportivo e ricreativo, momenti di riflessione e serate di animazione. Un percorso di crescita e formazione personale in un contesto gioioso e informale.

Attraverso un vero e proprio “album dei ricordi” dell’Estate TGS Eurogroup 2018 è ora possibile rivivere tutta l’esperienza attraverso le pagine di diario del blog TGS Journal, le foto degli album fotografici nella TGS Gallery e il TGS Social Wall creato da studenti e leader.

Questi i numeri dell’estate TGS Eurogroup:

  • 108 studenti, 23 Leader TGS (inclusi 4 sacerdoti salesiani), 3 Trainer TGS;
  • 53 famiglie ospitanti, 11 insegnanti madrelingua, 3 organizzatori locali;
  • 2 membri del Consiglio Direttivo TGS Eurogroup presenti in loco a supporto dei gruppi;
  • 1 responsabile di Segreteria TGS Eurogroup disponibile 24h su 24;
  • 1 collaboratrice inglese a sostegno logistico e amministrativo di tutti i gruppi;
  • 1 collaboratrice inglese a coordinamento delle attività didattiche di tutti i gruppi;
  • 5 parrocchie cattoliche, 1 casa salesiana, 2 college, 1 centro di formazione permanente, 1 centro servizi municipale, 1 consiglio comunale e 1 ufficio di informazioni turistiche coinvolti nel progetto educativo;
  • 218 ore di lezione di lingua inglese complessive;
  • 2 esami Cambridge English proposti agli studenti (PET e FCE);
  • 40 ore di alternanza scuola/lavoro nell’ambito del Laboratorio di Turismo Giovanile e Sociale;
  • 5 giornate in visita a Londra, 17 gite di mezza giornata, 6 gite di una giornata intera;
  • 57 pomeriggi di attività ricreative e sportive, inclusi 4 incontri sportivi tra centri diversi.
  • 31 serate di gruppo, inclusi 4 “Welcome Meeting” e 5 “GetTogether” assieme alle famiglie e ai collaboratori inglesi;
  • 9 Sante Messe celebrate in italiano e 5 in lingua inglese assieme alle comunità parrocchiali locali.

Scopri di più sui corsi estivi TGS Eurogroup in Gran Bretagna alla pagina: http://www.tgseurogroup.it/scopri/corsi-estivi-di-lingua-inglese/

Il 15 e il 16 agosto da vivere sotto il segno del carisma salesiano a Colle Don Bosco

Ad agosto due giornate da vivere sotto il segno del carisma salesiano: il Rettor Maggiore Don A. F. Artime celebrerà il 15 agosto nella Chiesa Madonna del Castello a Castelnuovo Don Bosco una messa per la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. A seguire la giornata sarà onorata con un rinfresco e la festa in paese.

Il 16 agosto ricorrono, invece, i tre eventi cardine della vita e della dottrina di Don Bosco: la nascita del Santo dei giovani, la prima pietra posata per l’edificazione del Santuarietto di Maria Ausiliatrice – di cui quest’anno ricorre il centenario della sua consacrazione – e la nascita della prima comunità salesiana al Colle. La giornata sarà omaggiata con l’incontro “Tre luci sui primi 100 anni del santuarietto” moderato da Don Moreno Filipetto, dove interverranno il dottor Giorgio Musso, l’architetto Carlo Faccio e Don Ezio Orsini per una disamina storica, architettonica e spirituale; a seguire la Solenne Concelebrazione Eucaristica in Basilica con il Rettor Maggiore.

60mila giovani ministranti da tutto il mondo per incontrare Papa Francesco

Sono giunti a Roma, nella cornice del XII Pellegrinaggio Internazionale dei “servitori dell’altare”, oltre 60mila ministranti da tutto il mondo per incontrare Papa Francesco. Sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze che dal 30 luglio al 3 agosto ascoltano le parole del Papa in Piazza San Pietro. “Trasformate il mondo con l’amore di Cristo” ha ripetuto Papa Francesco fino a porgere ai suoi giovani una domanda imprevista: “Cosa posso fare io, oggi, per venire incontro ai bisogni del mio prossimo?”. I ministranti o chierichetti si dedicano, infatti, al servizio liturgico della Messa e il Papa con le sue parole ha voluto precisare che il servizio all’altare è un incontro con Gesù che deve estendersi anche oltre la celebrazione eucaristica, ovvero nella carità e nel servizio ai bisognosi.

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Festa di Maria Assunta: Don Bosco e il miracolo della pioggia di Montemagno

Il giorno della festa di Maria Assunta, nel 1864, Don Bosco fece cadere una pioggia abbondante sulle campagne di Montemagno, nell’Astigiano. Ecco come lo racconta nelle Memorie biografiche don Lemoyne, raccogliendo la testimonianza del viceparroco di allora, don Marchisio.

«Da tre mesi un cielo di bronzo negava la pioggia alle arse campagne e invano si erano fatte molte pubbliche e private preghiere. Tutto il raccolto doveva andar perduto. Don Bosco, invitato a predicare, salì sul pulpito e nella sua prima predica disse al popolo: “Se voi verrete alle prediche in questi tre giorni, se vi riconcilierete con Dio per mezzo di una buona confessione, se vi preparerete tutti in modo che il giorno della festa vi sia proprio una Comunione generale, io vi prometto, in nome della Madonna, che una pioggia abbondante verrà a rinfrescare le vostre campagne”.

La sua calda esortazione vinse tutti i cuori. Egli, nella foga del parlare, non aveva intenzione di fare promessa assoluta, ma solo un’esortazione, appoggiato sulla bontà di Maria; la Madonna però aveva parlato per bocca sua.

Don Bosco in sacrestia osservò che la gente lo guardava meravigliata e commossa e il parroco Don Clivio gli si avvicinò e gli disse: “Ma bravo, ma bene; ci vuole il suo coraggio”.

“Quale coraggio?”.

“Il coraggio di annunciare al pubblico che la pioggia infallibilmente cadrà il giorno della festa”.

“Io ho detto questo?”.

“Certamente. Ha detto queste precise parole: ‘In nome di Maria SS. vi prometto che se voi tutti farete una buona confessione, avrete la pioggia’”.

“Ma no; avrà frainteso; io non mi ricordo di averlo detto. Mi rifiuto di crederlo”.

“Interroghi pure a uno a uno gli uditori e vedrà se tutti non hanno inteso quello che io ho inteso”.

Infatti la cosa era andata così e il popolo ne era talmente persuaso, che si accinse risolutamente ad aggiustare i conti in sospeso della propria coscienza. Non bastavano i confessori ai penitenti.

Nei paesi vicini si facevano i commenti e le risa su quella profezia; anzi, nel paese di Grana, per festeggiare la smentita che il tempo avrebbe dato al prete, si era preparata una gran festa da ballo. In quei tre giorni il cielo fu sempre infuocato. Don Bosco continuava a predicare e nell’andare e nel venire dalla chiesa i popolani lo interrogavano: “E la pioggia?”. “Togliete il peccato”, rispondeva.

Il giorno della festa di Maria Assunta in cielo, che in quell’anno cadeva di lunedì, vi fu una Comunione generale, tale che da tempo non si era mai più vista. In quel mattino il cielo non sembrò mai così sereno. Don Bosco sedette a pranzo col marchese Fassati; ma, prima ancora che i convitati avessero finito, si alzò e si ritirò in camera. Era in ansia perché la sua predizione aveva fatto troppo rumore. L’aria gli portava all’orecchio il suono delle trombe del ballo pubblico di Grana. Nella stessa Montemagno certuni avevano organizzato dimostrazioni contro di lui.

Le campane dettero il segno dei vespri e in chiesa incominciò il canto dei salmi. Don Bosco, appoggiato alla finestra, interrogava il cielo, che sembrava inesorabile. Regnava un caldo soffocante. Egli studiava che cosa dire dal pulpito se la Madonna non avesse fatto la grazia.

“Intanto – ci raccontò poi Luigi Porta – io andavo verso la chiesa col marchese e si parlava appunto della pioggia promessa; il sudore gocciolava dalle nostre fronti, benché dal palazzo alla chiesa non vi fossero che dieci minuti di strada. Come fummo giunti in sacrestia, sul finire del vespro ecco giungere Don Bosco. Il marchese gli disse: ‘Questa volta, signor Don Bosco, farà fiasco. Ha promesso la pioggia, ma qui c’è tutt’altro che pioggia”.

Allora Don Bosco chiamò il sacrestano: “Giovanni – gli disse – andate dietro il castello del barone Garofoli ad osservare come si mette il tempo e se vi è qualche indizio di pioggia”. Il sacrestano andò, ritornò e riferì a Don Bosco: “È limpido come uno specchio; appena una piccola nuvoletta, quasi come l’orma di una scarpa, verso Biella”.

Era dunque come la nuvoletta del Carmelo?

“Bene – gli rispose Don Bosco – datemi la stola”.

Alcuni fra i molti uomini che erano in sacrestia gli si fecero intorno e lo interrogarono: “E se la pioggia non cade?”. “È segno che non la meritiamo”, rispose Don Bosco.

Finito il Magnificat, Don Bosco saliva lentamente il pulpito dicendo nel suo cuore a Maria: “Non è il mio onore che in questo momento si trova in pericolo, ma il vostro. Che cosa diranno gli schernitori del vostro nome, se vedranno deluse le speranze di questi cristiani che hanno fatto del loro meglio per piacere a voi?”.

Don Bosco si affacciò al pulpito. Una moltitudine fitta che occupava ogni angolo della chiesa aveva gli occhi fissi sopra di lui. Detta l’Ave Maria gli sembrò che la luce del sole si fosse leggermente oscurata. Incominciò l’esordio ma, detti pochi periodi, si udì prolungato il rumore del tuono. Un mormorio di gioia corre per tutta la chiesa. Don Bosco sospese per un istante, in preda alla più viva emozione. I tuoni si succedevano e una pioggia a dirotto batteva sulle invetriate.

Pensate voi all’eloquente parola che usciva dal cuore di Don Bosco, mentre imperversava la pioggia; fu un inno di ringraziamento a Maria e di conforto ai suoi devoti. Piangeva esso, piangevano gli uditori. Dopo la benedizione, la gente si fermò ancora in chiesa e sotto il grande atrio, innanzi a questa, perché la pioggia continuava dirotta. Tutti riconoscevano il miracolo; ma nel paese di Grana cadde una grandine così terribile che portò via tutti i raccolti e, cosa degna di memoria, fuori dei confini di questo comune in tutti i paesi circostanti non cadde neppure un chicco di grandine» (cf MB 7,725).