“Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia”: il tema della 54ma Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali

Con la scelta di questo tema, tratto da un passo del Libro dell’Esodo, Papa Francesco sottolinea come sia particolarmente prezioso, nella comunicazione, il patrimonio della memoria. Tante volte il Papa ha sottolineato che non c’è futuro senza radicamento nella storia vissuta. E ci ha aiutato a comprendere che la memoria non va considerata come un “corpo statico”, ma piuttosto una “realtà dinamica”. Attraverso la memoria avviene la consegna di storie, speranze, sogni ed esperienze da una generazione ad un’altra.

Il tema della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ci ricorda inoltre che ogni racconto nasce dalla vita, dall’incontro con l’altro. La comunicazione è chiamata dunque a mettere in connessione, attraverso il racconto, la memoria con la vita. Gesù faceva ricorso alle parabole per comunicare la forza vitale del Regno di Dio, lasciando agli ascoltatori la libertà di accogliere questi racconti e riferirli anche a sé stessi. La forza di una storia si esprime nella capacità di generare un cambiamento. Un racconto esemplare ha una forza trasformativa. Lo sperimentiamo quando ci confrontiamo, attraverso il racconto, con le vite dei santi. Un punto che, ultimamente, il Santo Padre ha ripreso rivolgendosi al Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, quando ha esortato a comunicare la “grande ricchezza” offerta dalla testimonianza di vita dei martiri.

Ancora una volta, al centro della riflessione, il Pontefice pone la persona con le sue relazioni e la sua innata capacità di comunicare. Il Papa chiede a tutti, nessuno escluso, di far fruttare questo talento: fare della comunicazione uno strumento per costruire ponti, per unire e per condividere la bellezza dell’essere fratelli in un tempo segnato da contrasti e divisioni.

Le lettere di Don Bosco e il Social Media Management al centro del secondo seminario di Comunicazione Sociale

Don Bosco comunicatore con le lettere e la strategia di un piano di comunicazione sui Social Media: questi due argomenti sono stati il cuore del secondo seminario di Comunicazione Sociale che si è svolto a Letojanni, in Sicilia, dal 3 al 6 settembre. Oltre ai rappresentanti delle ispettorie, quest’anno hanno partecipato anche i membri delle segreterie di CGS, TGS e MGS Italia.

A guidare la riflessione è stato don Javier Valiente, incaricato per la Comunicazione sociale della Spagna e direttore del Bollettino Salesiano in lingua spagnola. Don Valiente ha guidato in prima battuta la riflessione sulle lettere di Don Bosco, sulla modalità creativa usata per raggiungere le persone, sulla sua capacità di capire il potere della comunicazione.

Social Media Management e strategia di un piano di comunicazione sono stati invece gli argomenti della seconda parte della formazione: indicazioni pratiche, analisi di quello che ciascuno fa nel proprio ambiente hanno guidato uno dei momenti laboratoriali. I partecipanti al seminario hanno poi potuto misurarsi anche con la prima parte del lavoro svolto dall’ufficio nazionale di Comunicazione sociale per il CS Book 2 “Il salesiano e la rete”, dando un prezioso contributo alla stesura finale.

L’appuntamento è a settembre del 2020.

Il Papa ai missionari digitali: Dire le cose con tenerezza

Il 13 giugno, a Madrid, si è svolta la Giornata di “iMission” per la formazione gratuita dei missionari digitali di lingua spagnola. Per l’occasione, il Papa ha registrato un breve videomessaggio che è stato diffuso sull’account Twitter degli organizzatori dell’evento invitandoli a “compromettersi” nell’evangelizzazione attraverso la tenerezza. Un messaggio che coinvolge tutti.

Il servizio di Vatican News – Gabriella Ceraso

Evangelizzazione del continente digitale: è questo il cuore dell’interesse di ” iMission” un’associazione senza scopo di lucro che riunisce persone e istituzioni cattoliche che lavorano su questo tema sin dal 2012 con l’obiettivo di creare una rete di missionari impegnati in internet e di dar loro una formazione sistematica.

A  Madrid si è svolta la Giornata per la formazione gratuita dei missionari digitali di lingua spagnola, cui ha partecipato con un saluto inviato tramite un videomessaggio su Twitter, anche Papa Francesco. Il suo innanzitutto è stato un incoraggiamento:

La prossimità, fondamento dell’annuncio 

“Avanti!” ha detto e ripetuto a tutti i presenti il Papa, entrando quindi nel merito del suo messaggio dedicato alle modalità della comunicazione.

“Il problema che abbiamo oggi non è tanto quello che dici o quello che non dici, ma come”. Ci sono parole che possono essere dette – spiega Francesco – “all’interno di un laboratorio totalmente asettico e inutile”; parole dette “a distanza”, non di “grande utilità” e che forse “ispirano qualcosa”. Ma l’importante è “dire le cose con prossimità, con vicinanza”:

E quando si è in grado di dire le cose con vicinanza e con “prossimità” si esprime la tenerezza. La tenerezza di una carezza, la tenerezza di uno sguardo sereno e semplice. La tenerezza di una parola di incoraggiamento, la tenerezza dell’accompagnare chi resta indietro. La tenerezza di chi soffre gli effetti di questa civiltà dello scarto. Non abbiate paura della tenerezzaLa tenerezza nobilita, la tenerezza è il linguaggio di Dio.

Con la tenerezza costruirete il futuro

Così infatti, ricorda il Papa, si presenta il “Padre” “al popolo d’Israele, come “un Padre che porta in braccio il suo bambino. Si presenta con un’immagine di tenerezza”. Quindi rimarca:

Non abbiate paura della tenerezza, andate avanti! Impegnatevi con il cuore, allora sì che andrete a “dire” cose di verità, ma non cose asettiche, non cose solo dichiaratorie, non cose di compromesso, ma cose che costruiscono il futuro. 

E così il Papa chiude il suo videomessaggio con la benedizione e affidando i nuovi missionari digitali al cuore di Maria.

Incontro Internazionale del Bollettino Salesiano: Animare il digitale con il pensiero di Don Bosco

“Quali reti sociali frequenterebbe Don Bosco oggi?”. È la domanda che si sono sentiti rivolgere i 45 direttori dei Bollettini Salesiani radunati dal 26 al 29 maggio al Centro La Salle dai due relatori Nicola Zamperini e Sandro Cristaldi, che hanno animato una delle sessioni di lavori. Le risposte non si sono fatte attendere: “Utilizzerebbe tutti i media digitali attuali”, ha detto immediatamente Adriana Porterio, Responsabile del Bollettino Salesiano dell’Uruguay; mentre Alejandra Rodríguez, ha affermato categoricamente che “Don Bosco userebbe soprattutto YouTube”.

Non c’è dubbio che i tempi siano cambiati, ma per Don Bosco e per i Salesiani di oggi, “i media devono essere usati per annunciare Gesù Cristo e ricercare la salvezza dei giovani”, ha commentato don Filiberto González, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

In effetti, la salvezza delle anime è stata la ragion d’essere di tutta l’opera di Don Bosco e della stessa diffusione del Bollettino Salesiano. Don Francesco Motto, Direttore emerito dell’Istituto Storico Salesiano, durante la prima relazione della giornata, aveva magistralmente presentato la storia del Bollettino Salesiano nel pensiero di Don Bosco e nei suoi primi anni di vita. “Don Bosco è stato un grande impresario, un organizzatore, un manager… Ma soprattutto una persona appassionata nel trasmettere Dio”.

Successivamente il dott. Zamperini ha spiegato che “Il mondo digitale non determina semplicemente il passaggio da un bollettino tradizionale a un file pdf. Il contenuto, il testo, il layout, le immagini… Tutto deve essere ripensato. Per questo non dovremmo concentrarci sul ‘passare’ al testo digitale, ma dovremmo pensare fin dall’inizio al mondo digitale e al mondo della stampa. Dobbiamo fare uno sforzo di pensiero e cambiare prospettiva”. Lo sforzo da fare, ha insistito, “è essenzialmente un cambiamento di pensiero per comunicare in un mondo diversoAnche Instagram può essere un oratorio digitale se lo animiamo con il pensiero di Don Bosco”.

“Il Bollettino Salesiano senza dubbio ha fatto conoscere Don Bosco fuori da Valdocco e Torino – commenta don Filiberto González, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale –. Ha presentato l’identità e l’immagine della sua missione. Tra le varie opere di Don Bosco come comunicatore c’è il Bollettino Salesiano, rivista che rende visibile nella società il suo lavoro a favore dei giovani più bisognosi e le missioni ad gentes”.

30 anni di web, Pasqualetti (FSC): La comunicazione deve umanizzarci

In occasione del 30mo anniversario della nascita del web, Radio Vaticana ha intervistato il prof. Fabio Pasqualetti, decano della Facoltà di Comunicazione Sociale dell’Università Pontificia Salesiana.

Prof. Pasqualetti, come è cambiata invece la comunicazione della Chiesa in questi decenni? Mi riferisco sia all’annuncio della Parola che proprio all’essere in rete.

La Chiesa è stata innanzitutto sfidata principalmente a livello di struttura comunicativa. La Chiesa, potremmo facilmente riconoscere, ha sempre avuto una struttura comunicativa top down, cioè dai massimi vertici verso la base. Internet implica invece una modalità di comunicazione totalmente opposta: tutti a tutti, è orizzontale, non ha centro. Per cui la Chiesa ha dovuto accettare la sfida di entrare nella rete dovendo accogliere il fatto che è una delle voci fra tante voci. Credo che questa sia la sfida più grande, nel senso che effettivamente devi aver qualcosa di interessante da dire perché qualcuno venga a visitare i tuoi siti, faccia riferimento ai tuoi contenuti e quindi in un certo senso trovi anche uno spazio di confronto. Tuttavia non sono ancora molte le istituzioni e i siti ecclesiali che accolgono ancora un confronto diretto; molti accolgono magari dei contributi, ma sempre molto regolati; altri sono dei portali di informazione. Credo che però a lungo andare stia entrando l’idea che la modalità comunicativa – se si accetta di stare in questi ambienti digitali, nei social ad esempio – comporti inevitabilmente l’interazione diretta.

Sicuramente la Chiesa ha saputo, anche profeticamente, richiamare nei suoi documenti magisteriali il ruolo che deve avere la comunicazione internet.

Il principio fondamentale della Chiesa che riguarda tutti i mezzi di comunicazione è che questi dovrebbero aiutarci ad umanizzarci sempre di più; questa è anche la grande sfida. La si può porre in un altro parametro simbolico tratto dal Vangelo: o il sabato è al servizio dell’uomo o l’uomo rischia di esser schiavo del sabato. Oggi, quali sono i nuovi sabati? Potremmo partire dall’economia, dallo sviluppo, dalla tecnologia che se orientate nelle nuove forme al servizio dell’uomo diventano davvero liberanti e si può progredire e crescere come umanità; nel momento in cui invece diventano strumenti di controllo, di potere, di sottomissione degli altri ovviamente schiavizzano. Allora, credo che anche qui la grande sfida è capire oggi in che direzione stiamo andando; capire, ad esempio, tutta la problematica degli algoritmi, del machine learning, di chi li usa, di chi li controlla, di che cosa si sta facendo, proprio per avere una maggiore conoscenza e coscienza di quale direzione stiamo prendendo come società e come umanità.

Consulta Comunicazione sociale: comunicare Gesù ai giovani nel mondo digitale

Il 23 febbraio si è conclusa la Consulta Mondiale della Comunicazione Sociale, che si è svolta nella Sede Centrale Salesiana a Roma, con una visita in Piazza San Pietro per ricevere la benedizione del Santo Padre.

Don Filiberto González, Consigliere Generale per le Comunicazioni Sociali della Congregazione Salesiana, ha presentato gli orientamenti della Consulta, le sfide dell’incontro, le proposte e la metodologia di lavoro. Ognuno dei partecipanti alla Consulta ha preso parte attivamente ai lavori, con una relazione preparata in anticipo e che mirava ad aiutare i Salesiani ad approfondire il tema attuale: la comunicazione in un mondo digitale.

“La Consulta è composta da Salesiani consacrati e laici provenienti dalle sette regioni della Congregazione – ha detto don González -. In generale, vengono rappresentate non solo culture diverse, ma anche modi particolari di vivere la gioventù e la missione ereditata da Don Bosco. Infatti, i partecipanti a questa Consulta Mondiale appartengono ai cinque continenti, e ognuno di essi ha un retroterra culturale diverso nel campo della comunicazione, che sarà una ricchezza per la Congregazione che opera in 134 Paesi”.

In un altro momento della presentazione, don González ha poi affermato con forza che l’obiettivo di questa Consulta è fondamentalmente quello di “offrire il profilo di un salesiano che sappia testimoniare Gesù in una società dominata dal mondo digitale”.  I lavori sono stati suddivisi per regioni, per favorire un arricchimento culturale.

Alla fine del pomeriggio, i partecipanti si sono riuniti per ringraziare Dio per il dono di questo incontro e per ascoltare la Buona Notte, offerta da don Javier Valiente, dell’Ispettoria di Spagna-San Giacomo Maggiore, che ha anche parlato sulla “comunicazione di crisi” che l’Ispettoria sta sperimentando.

“Mentre concludiamo la giornata – ha detto don González – ricordiamo che è importante essere sempre autentici, perché questo è il modo migliore per dire al mondo che le nostre vite hanno valore. I mezzi che ci ha lasciato Don Bosco sono ancora oggi validi: la preghiera e la vita spirituale. Ed è importante saper osservare la nostra realtà sociale e giovanile con gli occhi di Don Bosco, per offrire una proposta che ci spinga a comunicare Gesù Cristo in mezzo ai giovani in un mondo digitale”.

Verso il 28° Capitolo generale: da Panama all’ascolto dei giovani

Dopo la grande avventura di Panama con la GMG vissuta a casa Don Bosco, la Famiglia Salesiana si prepara al 28° Capitolo Generale che si terrà a Valdocco nel 2020. Tre le dimensioni attorno a cui ruoteranno i lavori: 

  • priorità della missione per i giovani;
  • il profilo del salesiano di oggi;
  • la missione condivisa tra salesiani e laici.

Su Avvenire, Matteo Liut fa il punto della preparazione:

Un lungo percorso il cui primo passo è proprio l’ascolto dei giovani, in continuità con il carisma del fondatore, don Giovanni Bosco, e in piena sintonia con lo stile indicato dal Sinodo dei giovani dello scorso ottobre. In Italia quest’impegno all’ascolto dei giovani passa anche dal web, attraverso un sito che permette a tutti di dare il proprio contributo alla costruzione del futuro dei Salesiani.

All’indirizzo www.salesianiperilfuturo.it, realizzato dall’ufficio di comunicazione sociale dei Salesiani in Italia, i giovani delle Ispettorie salesiane possono riempire un questionario, caricando un testo, un video o un’immagine. Il loro contributo servirà al confronto prima all’interno dei Capitoli ispettoriali e poi a quello generale del prossimo anno, durante il quale verrà definito l’orientamento da dare all’intera congregazione per i successivi sei anni.

All’incontro del 2020 prenderanno parte i delegati eletti nel corso dei Capitoli locali delle 89 Ispettorie di tutto il mondo con 131 nazioni rappresentate. Il “volto mondiale” dello spirito e del carisma salesiano si è respirato anche a Panama, durante la recente Gmg.

Nella capitale centroamericana, infatti, la presenza dei figli di don Bosco è preziosa e ha il suo cuore attorno alla Basilica di Don Bosco, dove nel 2017 ha preso avvio il progetto “Panama, Valdocco d’America” con l’obiettivo di creare a Panama entro il 2021 un centro di devozione a Don Bosco, che sia riferimento per tutta l’America Latina.

Un cammino che vede impegnato anche l’Istituto Tecnico Don Bosco di Panama. I due centri salesiani cittadini (l’Istituto e la Basilica) sono stati il cuore pulsante della partecipazione salesiana alla Gmg. Negli spazi della Basilica, in particolare, si sono tenuti due momenti di festa e incontro per il Movimento giovanile salesiano (Mgs) il 23 gennaio: il Forum dei responsabili del Movimento e la Festa con i giovani salesiani. Al primo appuntamento hanno preso parte 200 persone da 30 Paesi, che si sono confrontate con il rettor maggiore dei Salesianidon Ángel Fernández Artime, e la madre Generale delle Figlie di Maria AusiliatriceMadre Yvonne Reungoat.

Dall’incontro è uscito un messaggio rivolto a tutti i giovani del Mgs nel mondo. «Le sfide di oggi – si legge nel documento – richiedono giovani forti che siano pronti a fronteggiarle. Impegniamoci dunque, come Mgs, a formare giovani che desiderino seguire i propri sogni, impegnarsi per gli altri, cambiare il mondo a partire dal proprio contesto locale e quotidiano, seguendo Cristo nello spirito di Don Bosco e Madre Mazzarello».

La santità anche per te: un nuovo sito per realizzare il poster personalizzato

La santità anche per te: la strenna del Rettor Maggiore diventa personalizzabile con un nuovo strumento, nato su iniziativa del Dicastero per le Comunicazioni Sociali, grazie al lavoro dell’Agenzia iNfo Salesiana e della “IME Comunicazioni”: https://www.lasantitaancheperte.it/.

Il sito è una interfaccia che permette di realizzare una versione “personalizzata” del poster della Strenna 2019. Attraverso la registrazione sul sito, realizzabile anche utilizzando le credenziali di Facebook, ciascuno potrà caricare la propria foto sul sito e vederla poi inserita nello schermo di una smartphone e con l’hashtag #lasantitàancheperte sovrimpresso – allo stesso modo in cui figura il Poster della Strenna 2019.

Una volta caricata la foto sul sito, il “poster personalizzato” che verrà generato potrà essere scaricato sul proprio PC o dispositivo e condiviso immediatamente sulle reti sociali – in particolare, per Facebook, Twitter e WhatsApp è previsto un pulsante per la condivisione diretta.

Ciascun utente – che può essere anche un gruppo, un oratorio, una classe – potrà caricare una sola foto sul sito; ma tutti insieme si potrà andare a creare un caleidoscopio di immagini della santità quotidiana salesiana vissuta in tutto il mondo!

Come ha scritto il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nella Strenna per il 2019: “Posso tranquillamente affermare che il più grande bisogno e la più grande urgenza che abbiamo oggi nel nostro mondo salesiano non è di fare più cose, di progettare e riprogettare nuove realtà…, bensì di mostrare ciò che le nostre vite comunicano personalmente e collettivamente, il nostro modo di vivere il Vangelo”.

Panama, l’effetto di Don Bosco sui giovani: il racconto da un “palco” speciale

La musica, i colori, la commozione, l’accoglienza: Andrea Papa, che con Angelo Jayakodi e don Pierluigi Lanotte della IME comunicazione, ha seguito il cammino della GMG per l’agenzia ANS a Panama racconta la sua esperienza nei dieci giorni vissuti in America centrale. “L’obiettivo era seguire il cammino della GMG dal punto di vista dei pellegrini salesiani. La base operativa era alla scuola salesiana di Panama City, dove si è svolta la festa mondiale dell’MGS”, racconta.

“Con Angelo abbiamo deciso di tenere il punto focale sui ragazzi, quello che accade sul palco è importate ma ci sentivamo più vicini a quanto succedeva ai giovani. Il “nostro palco” era dove stavano i pellegrini! Abbiamo raccolto tanto materiale, bello, colorato”: la musica, ovunque, i colori sono stati elementi importanti per Andrea. “Bellissimo vedere come vivono l’accoglienza, vedere la loro fede genuina, gioiosa e colorata: questa forse è la cosa più bella. Ho visto gente partecipare alle funzioni con trasporto, commozione: abbiamo cercato volti, colori e musica. Ecco, la musica era ovunque. Molti atteggiamenti visti, nel nostro Paese sembrerebbero eccessivi. Ma lì è tutto normale, veramente genuino e spontaneo”. Come la festa di Don Bosco, patrono della città. “La GMG si è svolta pochi giorni prima della festa di Don Bosco, alla quale abbiamo potuto partecipare: a Panama è festa nazionale. Sentendo anche le parole del Rettor Maggiore, ha detto che una festa così di Don Bosco non l’ha mai vista da nessun’altra parte del mondo. Fa impressione vedere 10, forse 20mila persone in processione dietro la statua di Don Bosco, gente che scendeva in strada. Alla fine della processione, c’era una vecchina, che forse nemmeno vedeva la testa della statua ma che camminava tenendo una statuina in mano. Il trasporto e la commozione nel vivere la fede mi hanno molto colpito”.

Poi, il Rettor Maggiore. Don Angel è stato accolto in modo straordinario: “L’accoglienza al Rettor Maggiore è stata straordinaria, lui poi non si sottraeva mai, salutava tutti. La cosa che mi ha colpito è che i giovani non gli chiedevano la foto e basta, ma volevano due minuti per parlargli, raccontargli qualcosa di loro. Don Bosco è il loro salvatore, lo vivono così. I bambini, anche molto piccoli, sanno benissimo chi è Don Bosco e cosa ha fatto per loro, la gente sperimenta ogni giorno l’effetto di Don Bosco su di loro. La basilica di Don Bosco si trova in una zona molto povera, dove le case sono baracche. Lì abbiamo incontrato una famiglia con sette bambini e quattro donne a governare tutti. Ci hanno accolto e ci hanno raccontato come Don Bosco li abbia salvati”.

Poi un aneddoto: “Durante la veglia finale, con Angelo volevamo intervistare i giovani dell’MGS, ma nella spianata non li trovavamo. A un certo punto ci viene incontro un gruppo di ragazzi che ci aveva riconosciuto: ci hanno portato in mezzo a loro, li abbiamo intervistati e siamo stati anche testimoni di una proposta di matrimonio!”.