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Udine, il presidente Mattarella in visita al “Bearzi” per ricordare Lorenzo: “La sicurezza sui luoghi di lavoro è un diritto, assicurarla un dovere”

“In questo tempo difficile è di conforto trovarsi sotto l’immagine rassicurante di Don Bosco“: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, questa mattina ha fatto visita all’istituto salesiano “Bearzi” di Udine, scuola frequentata dal giovane Lorenzo Parelli, morto lo scorso gennaio a causa di un incidente alla Burimec di Pavia di Udine, l’ultimo giorno di un percorso duale tra scuola e lavoro. Il presidente è stato accolto dalla comunità salesiana di Udine, con il direttore don Lorenzo Teston, il superiore dell’Italia Nord Est, don Igino Biffi, il vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio e l’arcivescovo di Udine, monsignor Andrea Bruno Mazzocato. Presenti anche il sindaco di Udine, Pietro Fontanini e il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga.

Dopo aver incontrato privatamente i genitori e la sorella di Lorenzo, il presidente  è stato guidato nell’istituto tra le aule della scuola primaria e quelle del centro di formazione professionale. Poi, il momento istituzionale nella palestra con i saluti delle autorità presenti.

“Udine le è grata, signor Presidente, perché la sua visita dimostra l’impegno dello Stato affinché episodi come quelli che abbiamo ricordato oggi non accadano più”, ha detto il sindaco di Udine, Pietro Fontanini, che poi ha rivolto un ringraziamento anche all’istituto “Bearzi”: “Ringrazio l’istituto Bearzi che rappresenta un punto di riferimento non solo scolastico ma anche sociale per tutti i ragazzi del Friuli”.

Massimiliano Fedriga, governatore dei Friuli Venezia Giulia ha invece sottolineato come serva “rafforzare la formazione e quindi la prevenzione. Solo la competenza e la consapevolezza possono tutelare chi, come Lorenzo, non stava lavorando, ma si stava formando. Forse in questo episodio è mancata la centralità dello studente, dunque la prima cosa è riportare le persone al centro dei percorsi formativi”.

L’opera costante di tutta la comunità educativa del Bearzi, in comunione con le Istituzioni, con la Chiesa ma soprattutto con le forze imprenditoriali del territorio, qui ben rappresentate, è quella di promuovere spazi e tempi di umanizzazione, di progresso e coesione sociale, di incontro con il messaggio del Vangelo –  ha detto il direttore don Lorenzo Teston -. Qui al Bearzi speriamo ardentemente e operiamo costantemente al fine di non venire meno al compito educativo affidatoci, fornendo il nostro aiuto a realizzare quello spirito comune, italiano, europeo e mondiale, di fratellanza, di solidarietà e di coesione, rivolto al progresso di ogni persona e conseguentemente della società intera”.

Il prof. Giulio Armano, invece, ha spiegato come “Alcuni ragazzi che accedono alla formazione professionale provengono da qualche insuccesso scolastico: il nostro ambiente li accoglie e li rilancia cercando di valorizzarli,  aiutandoli ad acquisire le competenze che in questo momento il mercato del lavoro cerca e richiede fortemente (muratori, cuochi, camerieri, meccanici, elettricisti, saldatori) maestranze spesso introvabili. Molti ragazzi partendo dai percorsi IeFP sono poi diventati artigiani o imprenditori”.

A testimoniare chi fosse Lorenzo in classe è stato Matteo Lorenzon, suo compagno. “Si vedeva proprio che non era mai svogliato nel venire a scuola. Anzi aveva sempre voglia di imparare e scherzare con tutti e, dato che era molto bravo, capitava spesso di chiedergli un aiuto e lui era sempre pronto a darti una mano. Nel giorno di rientro a scuola durante il periodo di stage, dove ci rincontravamo tutti, ci raccontavamo a vicenda quello che facevamo in azienda. Lui ci raccontava con grandissimo entusiasmo dei bei lavori che facevaI momenti che passavamo tutti insieme sia in classe che a ricreazione erano sempre un divertimento; noi continuiamo a farlo ricordandoci sempre delle sue battute. In questi momenti dove magari eravamo solo noi della classe Lorenzo ci parlava del fatto che gli piaceva di più stare in azienda a lavorare rispetto che stare a scuola, come anche a tutto il resto della classe. Caro Lorenzo per noi resterai sempre un membro della nostra classe. Continua da Cielo a portare avanti con tutti noi la passione per questo fantastico mestiere”. 

“Io sono qui anzitutto per esprimere la mia vicinanza e la mia partecipazione all’immenso e insanabile dolore dei genitori, della sorella, degli amici e dei compagni di Lorenzo. È una ferita profonda che interroga l’intera comunità, a cominciare dalla quella scolastica di cui era parte, dai ragazzi e dagli insegnanti del suo corso di formazione professionale – ha detto il presidente Mattarella nel suo discorso -.  La natura del suo percorso formativo lo aveva portato in azienda. Ma è accaduto quel che non può accadere, quel che non deve accadere. La morte di un ragazzo, di un giovane uomo, con il dolore lancinante e incancellabile che l’accompagna ci interroga affinché non si debbano più piangere morti assurde sul lavoro. La sicurezza nei luoghi di lavoro è un diritto, una necessità; assicurarla è un dovere inderogabile. Questa esigenza fondamentale sarà al centro della cerimonia di dopodomani, Primo Maggio, al Quirinale. Ma quest’anno anticipiamo qui la celebrazione della Giornata del Lavoro, in omaggio a Lorenzo e a tutti coloro che hanno perso la vita sui luoghi di lavoro, affinché si manifesti con piena chiarezza che non si tratta di una ricorrenza rituale, astratta, ma di un’occasione di richiamo e riflessione concreta sulle condizioni del diritto costituzionale al lavoro”.

“Il ritardo – un ritardo che ci mette in coda alle statistiche europee – con il quale gran parte delle nuove generazioni riesce a trovare una occupazione non è condizione normale – ha detto ancora il Presidente  – .Sono quindi apprezzabili i percorsi che accompagnano i giovani ad entrare nel mondo del lavoro. Un mondo che deve rispettarli nella loro dignità di persone, di lavoratori, di cittadini. Che dia ai giovani quel che loro spetta, che consenta loro di esprimere le proprie capacità, affinché possano costruire il domani. È una necessità per il futuro stesso dell’intera società”.

“Esperienze come questa in cui ci troviamo, il Bearzi, – come è stato poc’anzi sottolineato opportunamente – sono uno strumento di forte contrasto alla dispersione scolastica e, sovente, sollecitano il raggiungimento di un titolo di studio secondario superiore. Le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono un’occasione da cogliere anche per modificare questi squilibri generazionali che hanno il loro fulcro nel lavoro ma che riguardano anche la casa e il welfare, insomma le condizioni per progettare in autonomia il proprio futuro e dar vita a una famiglia”.

“L’Italia ha dimostrato nei mesi passati di possedere le qualità morali per non lasciarsi confondere, per non lasciarsi distrarre dal proprio cammino e dai propri valori. Quando aumentano le difficoltà siamo capaci di trarre una forza supplementare dalla unità di intenti, che pure fa salva la diversità e la ricchezza degli apporti. È parte della nostra cultura, della nostra civiltà. Il lavoro è espressione di questa coesione, di questa spinta all’unità, di consapevolezza di un destino comune. Una forza preziosa che ci serve particolarmente in questa stagione, in questo periodo così difficile. Buon lavoro per l’oggi. Buona preparazione per il lavoro di domani”, ha concluso il Presidente della Repubblica.

 

 

 

 

Morte di Lorenzo Parelli, CNOS FAP: “Vicini alla famiglia nel loro dolore”

Pubblichiamo il comunicato stampa della Federazione Nazionale CNOS – FAP in seguito alla morte di Lorenzo Parelli, giovane studente dell’istituto “Bearzi” di Udine.

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La Federazione Nazionale CNOS-FAP esprime le più sentite condoglianze alla famiglia di Lorenzo Parelli, ai formatori e ai corsisti del Centro di Formazione Professionale Bearzi di Udine per la grave perdita. “Tutta la Federazione vuole essere vicina alla famiglia di Lorenzo e a tutti coloro che lo hanno conosciuto durante il suo percorso formativo – dichiara don Fabrizio Bonalume, direttore generale del CNOS FAP -. Quando si incontra un giovane desideroso di affrontare il proprio cammino per diventare adulto, è nostro stile cercare di aiutarlo a prevenire i pericoli che dovrà affrontare passo dopo passo, cercando di intravedere la meta che è chiamato a raggiungere. Per Lorenzo questo cammino si è interrotto all’improvviso e sulla vita di coloro che lo hanno conosciuto è calato il silenzio. È rispettando questo silenzio che vorremmo rimanere vicini a chi sta soffrendo.

Per questo abbiamo  chiesto a tutti i nostri CFP di vivere con gli allievi un momento di preghiera in ricordo di Lorenzo. Al nostro cordoglio si unisce il Ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi che contattandoci ha sottolineato la sua vicinanza alla famiglia e al CFP Bearzi, e il dolore che prova in questo momento”.

Il direttore generale e la Federazione CNOS FAP si uniscono alle parole di Paola Vacchina, presidente nazionale di Forma, associazione italiana degli enti di formazione professionale.

“Siamo molto addolorati per la morte del giovane Lorenzo Parelli, che frequentava il quarto anno di un percorso duale nel settore della meccanica industriale, deceduto a seguito di un incidente presso l’azienda che lo ospitava. La tragedia ha visto la presa di posizione di alcuni soggetti che hanno messo in dubbio la qualità e la bontà della tipologia formativa che il giovane stava svolgendo. Per questo, ci troviamo costretti a precisare che il sistema duale è una modalità per realizzare percorsi scolastici/formativi che coinvolge due attori, la Scuola/Ente di formazione e l’Azienda per favorire il passaggio al mondo del lavoro e sottrarre i giovani al limbo della disoccupazione. E’ una preziosa alleanza tra scuola e lavoro”, dichiara Paola Vacchina.
“Le riforme del mercato del lavoro (D. Lgs. 81/15) e della scuola (L. 107/15) hanno introdotto in Italia questo modello di apprendimento, già applicato con successo in altri Paesi Ue, che raggiunge ottimi risultati nel recupero della dispersione scolastica e in termini di inserimento lavorativo. Realizzare questi percorsi nel periodo dell’adolescenza è complesso, ma non ci possiamo sottrarre ad assicurare con responsabilità un futuro ai giovani – aggiunge – La formazione e il rispetto della normativa prevista per la sicurezza sul lavoro sono parte integrante dei corsi ed elementi imprescindibili nella formazione pratica. Come enti di formazione siamo i primi a chiedere alle aziende il massimo rispetto delle norme di sicurezza e alle istituzioni di rafforzare la vigilanza”, aggiunge Vacchina che conclude: “Ci sono migliaia di aziende che ogni anno mettono a disposizione la loro professionalità ed esperienza per concretizzare i percorsi formativi ed educativi dei nostri studenti, dimostrando passione e competenza. Gli enti di formazione e le aziende vanno
sostenuti in questo momento di difficoltà. Di fronte alla tragedia non ci si dimentichi di quanto bene viene fatto con passione educativa e competenza per i nostri giovani, per il loro futuro e il futuro del nostro Paese”.

“Chiamati a riBellarsi”: l’iniziativa dell’associazione LaViarte per approfondire la Laudato Sì

Pubblichiamo l’iniziativa della Comunità Laudato sii (Salesiani di Santa Maria La Longa, Udine) su un ciclo di incontri che prendendo spunto dalla Laudato sii, propone pratiche per la gestione del bene comune.
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Sempre più nella nostra quotidianità e dalle notizie che ascoltiamo ci rendiamo conto di quanto una riflessione sui temi dell’ecologia integrale e della sostenibilità sia di fondamentale importanza per garantire un presente migliore e un futuro possibile al pianeta e a chi vive su di esso.
Il ciclo di incontri che vogliamo presentarvi prende spunto dall’Enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco, esplorando applicazioni praticabili e ragionevoli negli ambiti della GESTIONE DEL BENE COMUNE, ALIMENTAZIONE, EDUCAZIONE e SALUTE, cercando di proporre un approccio integrale e integrato a queste tematiche, assumendo una prospettiva sociale che si fonda sul riconoscimento della dignità umana e dei suoi diritti fondamentali con una opzione preferenziale per i più poveri.
L’invito è rivolto a TUTTI, in quanto occasioni di incontro tra realtà diverse e conoscenza reciproca, dialogo e collaborazione, affinché si generi una rete di conoscenze ed esperienze, nel perseguimento e rigenerazione del Bene Comune e nell’interesse primario della tutela dell’essere umano.
Vi aspettiamo numerosi!
Per iscrizioni: https://forms.gle/U5uVPXLgwJ7xXNQ39

Confartigianato Udine regala cinquanta tute da lavoro al Bearzi

Confartigianato-Imprese Udine rinsalda simbolicamente il legame con il mondo della formazione regalando agli studenti del Centro professionale del Bearzi 50 tute da lavoro. Destinatari dell’omaggio, che è stato consegnato nel corso di una cerimonia a scuola, sono gli studenti del corso di meccanica industriale.

“E’ un modo per ringraziare il Bearzi per prezioso lavoro che la scuola sta facendo a supporto dell’artigianato – ha detto nel consegnare le tute il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti -. Questa realtà è tra le eccellenze della formazione professionale in regione e siamo felici di poter collaborare per il bene dei nostri giovani e delle nostre aziende”. Realtà come il Bearzi si stanno più che mai oggi rivelando fondamentali nel mismatch tra domanda e offerta di lavoro, nell’offrire al mercato profili professionali che sono sempre più difficili da trovare. Tilatti ha quindi ringraziato anche i ragazzi, “per la scelta che hanno fatto e per l’investimento che le famiglie fanno sul loro futuro. Gli artigiani e le imprese del territorio hanno bisogno di collaboratori formati e specializzati”. Profili che da sempre il Bearzi contribuisce a formare. Da quest’anno anche con un percorso in più, quello per conseguire il diploma di tecnico della saldatura, figura tra le più ricercate dalle aziende in questo momento.

Il mondo della formazione – ha detto dal canto suo il direttore del Bearzi, don Lorenzo Teston, ringraziando Confartigianato per l’iniziativa – è al servizio del territorio per il bene dei giovani e siamo ben contenti di lavorare insieme con altre agenzie del territorio che condividono con noi da tempo gli stessi obiettivi”. Alla cerimonia, che segue quella recente al Civiform di Cividale, hanno preso parte oltre a Tilatti e al direttore dell’Istituto, don. Lorenzo Teston, anche il coordinatore del coordinatore del CNOS-FAP Bearzi, Giulio Armano, il coordinatore del settore meccanico, Guerrino Castellani, e alcuni allievi in rappresentanza delle classi terze.

 

Il Messaggero Veneto – Giovani alle prese con il futuro: promesse scritte sulla pelle

Pubblichiamo un articolo de Il Messaggero veneto su una iniziativa dell’istituto salesiano Bearzi di Udine.

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Da sempre attento alla realtà giovanile, l’Istituto Salesiano Bearzi di Udine presenta al pubblico il suo nuovo progetto musicale, “Le promesse che ho scritto sulla pelle”, un brano nato con lo scopo di raccontare il mondo dei giovani attraverso i giovani stessi. Al centro del progetto ci sono infatti i pensieri degli studenti di cinque classi delle scuole superiori del Bearzi che, guidati dai loro insegnanti, hanno condiviso le loro preoccupazioni sulla vita, sulle loro scelte, ed in generale sul loro futuro, timori e domande che ovviamente sono amplificati in questo particolare momento storico e ai quali la Dad, la didattica a distanza, non offre di certo facili risposte ed adeguato supporto.

“Chi l’ha detto che la strada è facile?”, inizia proprio così la canzone “Le promesse che ho scritto sulla pelle”, che prosegue tra le mura della “mia stanza” trasformata in questi tempi “nel mio grande universo”, dove i giovani si chiedono “come faccio a cercare un senso”. Dopotutto, adesso basta “una felpa che mi protegga da tutti i miei guai” e un’“antenna per amplificare il Wi-Fi”, e poi tutto sembra funzionare. I giovani possono però ancora contare su chi si accosta a loro aiutandoli a capire che ognuno di loro ha “un’anima enorme” e che “su questo palco” i veri attori sono proprio loro. “Credere che tutto sia possibile anche quando è incomprensibile”, infatti, non è solo il ritornello della canzone, ma anche il messaggio di speranza che questo brano vuole portare a tutti i ragazzi.

Disponibile in rete dal 31 gennaio con un videoclip su YouTube e sulle principali piattaforme musicali digitali, il brano non coinvolge però soltanto i giovani ma anche diversi talenti musicali attivi in alcune case salesiane del Triveneto, a partire dall’autore del brano, il rapper Proph (Alberto Boldrini, docente al collegio salesiano Astori di Mogliano Veneto) che lo ha cantato assieme a Caterina Cesca (maestra all’Istituto Bearzi), per arrivare poi al chitarrista Gianni Montagner (volontario all’oratorio don Bosco di San Donà) ed al produttore della canzone Simone Rizzi (formatore al Cfp Bearzi di Udine) che vi ha suonato anche il basso. —

Formazione al Bearzi di Udine, dal reale al virtuale

Pubblichiamo un articolo uscito su Il Friuli dove viene raccontata l’esperienza dell’istituto Bearzi di Udine con le lezioni online.

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Da metà marzo al Cnos-Fap Bearzi di Udine sono state avviate online tutte le lezioni per le classi dei tre indirizzi: meccanico, elettromeccanico e automotive. Tutto è diventato virtuale: i muri, le lavagne, i laboratori sono rimasti in via don Bosco 2, ma tutta l’attività didattica si è spostata sulla rete.

“Il primo giorno è stato emozionante ma anche ricco di tensione e ansia”, spiega Giulio Armano, coordinatore del Cnos-Fap Bearzi. “Tutti pensavano la stessa cosa ovvero ce la faremo? Entrare nelle varie classi “Meet” per verificare se i ragazzi, uno dopo l’altro, chiedevano di entrare come se entrassero dalla porta dell’aula, sentire una parola di benvenuto del docente con un sorriso di emozione del ragazzo, è stato molto bello… Scoprire, poi, che i gruppi classe erano al completo con il 99% dei ragazzi presenti, è stato un successo”.

“In questi ultimi due mesi, tutto sembra procedere in modo quasi normale e, ormai, collaudato. La direzione ha deciso d’incrementare l’attività inserendo un’ulteriore ora pomeridiana di formazione asincrona dove i ragazzi decidono l’orario che vogliono dedicare all’auto-apprendimento, studiando sui materiali che vengono proposti dal docente o partecipando a lezioni facoltative dove è presente un gruppo più ristretto di ragazzi. Nei pomeriggi, per gli allievi con difficoltà di apprendimento o con certificazione, è stato attivato un gruppo di lavoro per il sostegno sotto la guida della psicologa presente al Centro”, spiega Armano.
Come è possibile garantire un servizio di qualità anche nelle difficoltà e in poco tempo? “Grazie agli investimenti tecnologici che il CFP Bearzi, con lungimiranza, ha fatto nel tempo”, spiegano dal Centro. “Nel dettaglio il registro informatico (la regia di tutta l’attività): con un clic, i ragazzi entrano direttamente ogni giorno nella lezione secondo l’orario e i docenti rilevano in tempo reale le presenze, scrivono il contenuto delle lezioni ed assegnano i compiti. Poi l’utilizzo, per docenti e allievi, di un account di Google istituzionale che gli permette di mandare in modo rapido le comunicazioni ed accedere alla Gsuite. La dotazione, per tutti i gli allievi del secondo, terzo e quarto anno, di un tablet (uguale per tutti) che può essere gestito da remoto caricando le App che servono alla didattica (la maggior parte dei ragazzi possiede anche un PC). Disporre già da anni di una piattaforma e-learning (moodle) per trasmettere e raccogliere il materiale didattico, fare dei compiti in classe per verificare l’apprendimento in itinere. Avere a disposizione alcuni strumenti informatici da poter fornire in dotazione ai ragazzi in situazione di svantaggio. Inoltre per raggiungere questo risultato, il Bearzi ha messo in pista ogni giorno tutti gli insegnanti on-line oltre al personale tecnico che garantisce il funzionamento dell’infrastruttura tecnologica, tutti operativi in modalità smart working insieme a parte del personale amministrativo”.

Su cosa investire in questo periodo di formazione a distanza? “Abbiamo puntato su tre aspetti prioritari: garantire la continuità della formazione a tutti gli allievi attraverso l’insegnamento a distanza; essere vicino alle famiglie in questo periodo difficile con diverse iniziative e proposte (video corsi on-line, quiz, momenti di incontro, momenti di preghiera e di pastorale giovanile); mantenere un contatto costante con le aziende del territorio per assicurare ai giovani degli sbocchi sicuri per il prossimo futuro”, spiegano dal Cnos-Fap Bearzi.

“Se in un primo momento i ragazzi erano contenti rimanere a casa ancora una settimana, poi hanno capito che sarebbe venuto a mancare qualcosa di molto importante: stare con i compagni, incontrare i docenti e soprattutto poter lavorare nei laboratori. Anche i genitori, ancora impegnati fuori casa per lavoro, ci chiedevano di impegnare i loro figli: la preoccupazione di saperli a casa soli e senza fa nulla creava loro apprensione”, spiegano ancora dal Centro Bearzi.

“Secondo il mio punto di vista – racconta Filippo Battigello, un allievo – i pregi sono che si sta più attenti alle lezioni, non c’è la distrazione che a volte abbiamo in classe di conseguenza s’impara meglio e ognuno può dedicare il tempo esclusivamente al proprio lavoro. Riguardo ai difetti, a volte trovo difficoltà nel collegamento che è disturbato e si fatica a capire le parole; inoltre non c’è la possibilità di dialogare privatamente con il professore a fine lezione. La tecnologia sicuramente ci stà aiutando. Fortunatamente abbiamo la possibilità di comunicare e continuare le lezioni per terminare il programma scolastico stando ognuno a casa propria. Il bilancio lo ritengo positivo perchè, almeno nel mio caso, posso alzarmi ben 90 minuti dopo, non devo chiedere ai miei genitori di portarmi alla fermata della corriera e al pomeriggio ho più tempo libero da dedicare alle mie passioni. Ma mi manca il poter stare fisicamente assieme ai miei compagni e ai professori”.

“L’esperienza della Formazione A Distanza (FAD) ormai avviata da tempo – spiega Simone Giovanelli, un formatore – è stata una sfida completamente nuova, non solo appunto per il tabù del lavoro a distanza o smart working, ma principalmente per il fatto, che ad esempio, come nel mio caso le materie di cui mi occupo sono prettamente pratiche. Dopo un blocco iniziale durato qualche minuto con una buona preparazione e dotazione di materiale il muro è stato abbattuto ed è stato tutto un crescere con sorprendenti risultati. C’è da dire che richiede molto lavoro di preparazione, appunto per poter dare il massimo ai ragazzi e riuscire ad avere un contesto più pratico possibile nonostante l’impossibilità di utilizzare realmente una macchina utensile o di poter intervenire su un impianto. Le maggiori difficoltà arrivano però con chi ha perso molta pratica all’inizio e quindi se manca nella mente “l’idea” poi è pure difficile far muovere ed elaborare la fantasia; perché sì, la fantasia fa molto in questa situazione, sia per l’insegnante che deve sfruttare al massimo tutti gli strumenti e le conoscenze approfittando anche di questo per aumentare il proprio livello di formazione, sia per i ragazzi che dall’insieme di idee che hanno mescolandole con tutto ciò che gli viene fornito possono sentirsi in un officina virtuale e spesso la mancanza concreta della macchina che dà loro la sicurezza del “poter provare” gli stimola ancora di più a voler centrare l’obiettivo e a recuperare se non raggiunto. Chiaramente da sola questa attività non può farcela, ma non è nemmeno da scartare completamente in una visione più ampia delle cose. Fondamentale la passione… è sempre lì il trucco per farcela (…più o meno)”.

“I pregi?”, conclude Maicol Cabai, un altro allievo. “Non devi svegliarti tanto presto! Sinceramente questa tecnologia fa il suo dovere per quello che deve fare però tutto sommato è meglio venire a scuola. Questa tecnologia, è una trovata geniale per fare lezione. Solitamente per andare a scuola dovevi svegliarti prestissimo, avere l’orologio attaccato agli occhi per non rischiare di perdere la corriera invece ora è tutto più semplice, ti svegli giusto una mezzoretta prima della lezione ti prepari e partecipi. Nel complesso le lezioni si fanno bene, le spiegazioni sono limpide, a meno che non ci sia una mancanza di connessione. I doppi schermi che i professori utilizzano spesso per presentare la lezione funzionano molto bene e anche la limpidità è molto alta”.

Particolare attenzione è stata data anche alla seconda formazione per andare in contro ai tanti giovani e adulti della provincia di Udine ma non solo. In questo periodo sono stati lanciati ben 10 corsi a distanza: un corso per migliorare le proprie competenze video, un corso per migliorare la comunicazione a fini lavorativi, un corso di inglese dedicato alla conversazione, un corso in inglese per approcciarsi al colloquio di lavoro. Aperte le iscrizioni anche dei corsi più tecnici come il corso “Tecnico Cad”, un corso dedicato agli addetti ai lavori elettici (Pes, Pav, Pei), un corso Polymath, un corso commerciale, un corso sulle vendite on-line ed un corso sul panorama economico mondiale post Covid-19.

Dopo due mesi sorgono alcuni interrogativi: “Funzionerà per lungo tempo? i ragazzi che tenuta potranno avere? Apprendono veramente o le distrazioni presenti in casa possono compromettere il risultato? Sarà questo il futuro? La Regione ha già deciso e riconosciuto validando la FAD come una possibile modalità di formazione per il futuro da usare nelle emergenze o per alcune attività. Sicuramente, però, la componente umana, il contatto fisico, il guardarsi direttamente negli occhi, Il percepire le emozioni delle persone, il poter fare le attività di laboratorio non potranno mai essere sostituite dalla modalità virtuale!”.

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