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Valdocco: Solennità di Maria Ausiliatrice 2020

Si riporta di seguito il programma dei festeggiamenti dedicati a Maria Ausiliatrice nella giornata di domenica 24 maggio 2020 che si terranno presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino, Valdocco. Un momento significativo per tanti devoti e per la Famiglia Salesiana che, in tutto il mondo, vive questa ricorrenza in maniera speciale.

Quest’anno il programma è stato ripensato nel rispetto delle modalità richieste dalle Autorità civili in questo particolare tempo.

“Desideriamo vivere questa solennità con uno spirito di profonda confidenza in Maria. Aprendo il cuore e confidando a Lei paure e speranze che animano questi giorni potremo sperimentare la dolcezza dell’essere protetti sotto il suo manto”.

(Don Enrico Stasi – Ispettore dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta)

Orario celebrazioni eucaristiche

ORE 8:00 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Carmine Arice.

ORE 9:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Enrico Stasi – Ispettore dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta.

ORE 11:00 – Presiede S.E. mons. Cesare Nosiglia.
(in diretta su Rete 7 e sul canale Facebook @ilcortilediValdocco)

ORE 12:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Guido Dutto.

ORE 15:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Leonardo Mancini.

ORE 17:00 – Presiede don Angel F. Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di don Bosco.
(In diretta su Rete 7, Telepace e sul canale Facebook @agenziaans). Partecipazione esclusiva per i giovani del Movimento Giovanile Salesiano previa prenotazione presso il sacerdote della casa salesiana di riferimento.

ORE 18:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Guillermo Basañes.

ORE 20:30 – “Dalla Basilica di Maria Ausiliatrice alle nostre case
Rosario meditato, accessibile ai fedeli solo tramite diretta tv su Rete 7, Telepace oppure canale Facebook @agenziaans.

 

Colle don Bosco, il direttore don Rolandi: “Eremo surreale per il periodo pasquale”

Pubblichiamo l’intervista uscita su La Stampa – a firma di Marina Rissone – a don Giovanni Rolandi, direttore del Colle don Bosco, nella quale racconta l’esperienza durante il periodo pasquale della vita della basilica.

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I mesi del lockdown hanno lasciato ai salesiani del Colle Don Bosco molte riflessioni, tra fede e speranza nel futuro. Frazione Morialdo di Castelnuovo è stata orfana di migliaia di pellegrini che ogni giorno affollano i luoghi natali del santo sociale dei giovani per trovare momenti di preghiera. Il direttore don Giovanni Rolandi parla di alcuni aspetti dell’emergenza sanitaria dal punto di vista religioso e storico.

Come avete vissuto l’isolamento al Colle?
«Le chiese sono rimaste sempre aperte ai fedeli, senza celebrazioni. Il Colle è  diventato una specie di eremo: per giornate abbiamo vissuto in solitudine. L’unica compagna è stata la preghiera in una cappella privata per la comunità religiosa salesiana. Una atmosfera surreale soprattutto nel periodo pasquale».

E’ stato lasciato un segno sul modo di pregare?
«Noi cristiani siamo privilegiati: possiamo pregare ovunque. A differenza del Giudaismo, per noi il luogo di culto non è fondamentale, come per loro era il Tempio di Gerusalemme. La preghiera comunitaria è importante. Papa Francesco ha detto di fare attenzione a non “viralizzare” (da “virus”) la liturgia: c’è una differenza abissale tra una liturgia seguita da casa sui media (che va bene quando non si può fare altro) e una vissuta di persona con la comunità».

Come avrebbe reagito San Giovanni Bosco alla pandemia e alla perdita di molte certezze scontate?
«Don Bosco si trovò nel bel mezzo di un’epidemia di colera a Torino dall’agosto al novembre 1854 con epicentro Borgo Dora e Valdocco. Invitò i ragazzi dell’oratorio a non aver paura e fece una promessa “pazza” a nome di Dio. Disse: “Se farete quanto vi dico, sarete salvi. Se vi metterete in grazia di Dio e non commetterete alcun peccato mortale, vi assicuro che nessuno di voi sarà  toccato. Ma se qualcuno rimanesse ostinato nemico di Dio e osasse offenderlo gravemente, io non potrei più essere garante né di lui, né per qualunque altro”. Li invitò a portare al collo una medaglia della Madonna e recitare ogni giorno un Pater, Ave, Gloria. Trenta ragazzi si offrirono volontari per prestare soccorso ai malati di colera della zona. Usavano una bottiglietta di aceto per sanificare spesso le mani. Don Bosco usò ogni precauzione: fece ripulire i locali dell’oratorio, aggiunse camere, diminuì il numero dei letti in dormitorio, migliorò il vitto sobbarcandosi molte spese. E, in preghiera, si offrì lui stesso come vittima al Signore, al posto dei ragazzi. Nessuno si ammalò in oratorio, seppur nell’epicentro del contagio. Don Bosco inviterebbe a non aver paura, a rimboccarsi le maniche, a prendere giuste precauzioni e a conservare l’amicizia con Gesù».

Un suo pensiero personale ai lettori.
«Non mi ero mai trovato in una situazione simile. Neppure in Kenya dove ho vissuto per anni. L’epidemia di ebola laggiù ci ha sfiorato due volte, ma non ha mai assunto le proporzioni di questa pandemia. Credo che siamo sempre e solo nelle mani di Dio. Se lui è con noi, davvero nulla può essere contro di noi (parafrasando San Paolo, in Romani 8, 31). Pratichiamo un po’ d’igiene mentale, ascoltando meno notizie da “breaking news” e attenendoci alle comunicazioni ufficiali delle autorità . E’ necessario camminare verso un delicato equilibrio. Sono perplesso sulla posizione delle agenzie governative e che siano state revocate, dall’oggi al domani, alcune libertà  fondamentali del cittadino in nome della salute». 

Coronavirus, quello che hanno fatto i Salesiani

Pubblichiamo un articolo del sito Altra Voce a firma di Alessandro Ritella sulle iniziative portate avanti dai Salesiani in questo tempo di emergenza sanitaria.

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Questo ultimo periodo ci ha fatto riscoprire un sentimento particolarmente andato in disuso prima dell’emergenza. Ci ha rimesso gli occhi, la mente e il cuore di fronte ad una realtà: da soli non ci si salva e soprattutto non si va da nessuna parte. Soprattutto ci sta facendo comprendere che noi non siamo individualità fina a sé stessa, ma siamo comunità. Come umani, necessitiamo dei rapporti con le altre persone ed è forse il più particolare aspetto di cui proviamo nostalgia.
Altra Voce si è impegnata a portare all’attenzione di tanti esempi nobili e talvolta originali di questo tempo di prova. Ci si è messi ad ascoltare tutti perché si crede bello ed importante ascoltare anche iniziative virtuose ed originali. Fra queste non sono mancate quelle messe in piedi organizzate con grande attenzione al contesto dai Salesiani di Don Bosco, che in Piemonte gestiscono diverse scuole e molti centri giovanili, ultimamente almeno da un punto di vista fisico lasciati deserti dagli allievi, dalle famiglie, dai giovani, dai ragazzi.
Abbiamo parlato con i direttori di alcune opere e questo è quello che ci hanno detto.
Da Valsalice, istituto scolastico in collina a Torino composto dalla scuola media e dai licei classico, scientifico e delle scienze applicate, il direttore don Piermario Majnetti ci racconta “la maniera migliore per rispondere a questa emergenza, oltre alla preoccupazione di proseguire nell’attività scolastica, fosse avviare una serie di iniziative per far sentire meno soli i ragazzi, inizialmente entusiasti dalla notizia in quanto stava terminando il ponte di Carnevale, però poi colpiti duramente dalle forti restrizioni. Successivamente abbiamo compreso che fosse utile anche sostenere le famiglie, spaventate da queste giornate di quarantena caratterizzate da pigrizia e noia. Per questo abbiamo avviato #valsaaltuofianco. Ogni lunedì mattina sul registro elettronico si condivide sul registro elettronico la lettera del lunedì scritta dal direttore che affronta varie tematiche. Frequentemente in questo periodo mi sto impegnando nel contatto telefonico e via posta elettronica soprattutto con le famiglie più provate dalla malattia. Per la Quaresima, essendo una scuola cristiana, si è dato vita a un cammino di preparazione e in occasione della Pasqua sono stati inviati videomessaggi con auguri pasquali da tutti gli insegnanti. Si sono organizzati con tutte le classi momenti conviviali virtuali chiamati per esempio “il Té col direttore” o “il Té con il coordinatore” oppure ancora “il Té con le mamme”, organizzati dalle insegnanti donne con le mamme degli allievi di ogni classe. Sono nate la rubrica “C’è posta per te”, che consiste nell’invio di lettere come simbolo di incoraggiamento, ed una rubrica “Per guardarsi negli occhi”, in cui chi desidera può incontrare i suoi insegnanti per condividere un po’ di quanto si sente di dire. Si sta riuscendo a trasmettere tramite Meet, lo strumento che stiamo usando per le iniziative, la Santa Messa domenicale in streaming. Un insegnante si è dedicato alla rubrica di passatempo enigmistico e si è pure proposta una rassegna di film, alla quale, quando si riesce, segue una sorta di cineforum. Ultima ma non ultima è l’attivazione recente di un fondo di solidarietà apposito per sostenere le famiglie attualmente in difficoltà dalla crisi a cui quelle che hanno contribuito hanno risposto positivamente. Il doppio versante che ci si è proposti da subito era proprio la prosecuzione con i mezzi a disposizione dell’anno scolastico e una forma di accompagnamento emotivo alla persona. Abbiamo ragazzi ancora adolescenti o anche più piccoli se si pensa ai ragazzi delle medie e del biennio superiore. Non è sempre semplice fare lezione da casa propria perché si vive in un’emergenza che può avere colpito anche componenti della propria famiglia. Naturalmente abbiamo implementato il sostegno ai ragazzi in difficoltà sia quelli più provati sia quelli più problematici con l’apprendimento. Sono state molto gradite la lettera del lunedì in quanto ha accomunato tutti dai più piccoli ai più grandi su un tema. É come se ci fosse un epicentro che fa girare le riflessioni verso l’interno e permette di creare un linguaggio comune attorno ad argomenti comuni.
Don Piermario ci dice come spesso si ritrovi a scrivere email e rispondere a genitori e adulti preoccupati o in particolare criticità in questo periodo.
Alla casa di Rivoli – Cascine Vica, che comprende oratorio, parrocchia, cinema teatro e sportiva, il direttore don Claudio Giovannini ci racconta che le iniziative sono nate dal dispiacere di non poter vivere soprattutto con gli animatori più grandi il percorso in preparazione e dopo la Pasqua e da qui é emersa la proposta di vivere gli stessi momenti di formazione e di preghiera attraverso gli strumenti multimediali. L’aspetto più innovativo è la settimana di ComunitAPP, sviluppata tramite Whatsapp. Siccome l’approccio è stato molto apprezzato, allora si è proseguito dopo la Pasqua con OttavAPP dato che per i Cristiani questa festività dura otto giorni. Nelle ultime due settimane si è portato avanti nelle riflessioni il tema delle beatitudini declinato nell’ottica della famiglia grazie anche all’ausilio di materiale presente sul web. La parrocchia sta portando avanti per i ragazzi più piccoli una forma di catechismo online. In tutte queste iniziative il meccanismo funziona grazie ai canali social dell’oratorio, Facebook e YouTube soprattutto. “Pensiamo che la Pasqua è un importante appuntamento, non prepararsi per niente e non celebrare le funzioni sembrava una prospettiva triste.” Si sta valutando, nonostante il fatto che sia impegnativo, se può essere riproposto come strumento per allacciare contatti anche verso chi più raramente si ferma nell’ambiente oratoriano.
A Cuneo sin da subito hanno compreso che non sarebbe stata un breve tempo. Ci racconta il responsabile dell’oratorio don Alberto Goia che inizialmente hanno portato avanti l’attività ordinaria virtualmente parlando con i più grandi, quindi gli incontri con i ragazzi delle superiori e dli universitari, fino al Triduo Pasquale. Gli animatori hanno organizzato anche la Via Crucis realizzando filmati. Dopo questi incontri più spirituali, una ottantina di ragazzi si stanno ritrovando con il Corso Animatori a livello formativo. Negli ultimi giorni sempre in videochiamata si è fatto un incontro che si sarebbe dovuto tenere in maggio con il Sindaco ed il Presidente della provincia. Quando è partito ufficialmente il lockdown ci si è attivati per due servizi. Uno è la spesa a domicilio per anziani, persone positive al Covid19, persone in quarantena – a Cuneo la chiamano “La spesa che non pesa” – attraverso un numero telefonico raggiungibile e grazie alla collaborazione con alcuni enti che seguono la Terza età e la Coop. Finora più di 190 consegne. Grazie agli animatori volontari del triennio e universitari. L’altro servizio è svolto grazie alla Caritas parrocchiale, che, non potendo più consegnare viveri, si è impegnata grazie anche al Banco Alimentare e ai benefattori per i pacchi ai suoi assistiti che vengono consegnati dai ragazzi del biennio e dalle famiglie che hanno scelto di impegnarsi da tre settimane. Più di 80 nuclei vengono aiutati. Infine da una richiesta del Consorzio, in collaborazione con associazioni presenti, si è scelto di accogliere alcuni senza fissa dimora nell’oratorio, categoria più a rischio rispetto ad altre. Va bene #iorestoacasa, ma per loro è impossibile. Le persone cha accogliamo dormono in un dormitorio della croce rossa vicina. E da mezzogiorno alla sera vengono smistati da noi, da un’altra parrocchia vicina e da una Casa del Quartiere molto attiva in città. Ogni giorno si accoglie una decina di persone. Come stiamo rileggendo l’oratorio come una casa. È particolare vedere l’oratorio vuoto, ma con altre persone che vivono il posto come una casa – dalle parole di un giovane, che come altri oratoriani è contento di sapere che l’oratorio continui comunque la missione di Don Bosco. Altra proposta un po’ più informale è quella dei contatti con gli appuntamenti di preghiera o di celebrazione in streaming sui canali social della comunità, come la preghiera delle 17:00 condivisa anche dagli animatori, le celebrazioni, la condivisione della Parola di Dio al venerdì sera, la prossima preghiera del Rosario nel mese di maggio.
Forse certe opere di solidarietà e di generosità sono viste come scontate da questo mondo. Sono contemplate come un servizio vivo alla comunità, come un aspetto che esiste perché è parte di quanto negli insegnamenti della religione e dei suoi simboli si legge. Spesso però si rischia che la generosità e la solidarietà rimangano solo parole importanti che non trovano applicazione
In realtà, anche ascoltando l’Altra Voce a cui abbiamo deciso di dare ascolto, c’è qualcosa di più profondo. Qualcosa di concreto si riesce a creare, si riesce perché se da una parte manca quel lato tremendamente umano che riguarda il valore dell’incontro e delle relazioni dall’altra le uniche forze e certezze che ci si creava con una grande facilità cadono in fretta e allora diventano questioni vitali perché non vacilli soprattutto il nostro stato d’animo. Questo periodo di mancanza, di prova, di oggettiva difficoltà sta lasciando però un grande insegnamento. È necessario svoltare la traiettoria dalla parte della comunità, dalla parte dell’interesse di tutti e quindi lasciare indietro ad un passato in cui un po’ inconsciamente ed un po’ troppo grossolanamente ci riparavamo con un po’ di autodifesa.

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Il Cfp di Bra regala crostate e focacce alle RSA della zona per la festa della Liberazione

Pubblichiamo un articolo sull’iniziativa del CFP di Bra che il 25 aprile, grazie agli allievi del corso “Panetteria, pasticceria e pizzeria” ha potuto donare crostate e focacce alle RSa del territorio. L’articolo è di Valter Manzone.

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Realizzate nel laboratorio di panetteria/pasticceria/pizzeria del Cfp, distribuite dai volontari della Protezione civile di Bra, le crostate e le focacce sono arrivate a tutti i numerosi ospiti e operatori delle RSA cittadine, alle sorelle Clarisse del monastero braidese, alla Croce rossa di Bra, alla Caritas interparrocchiale, ai Carabinieri in congedo e alla stessa Protezione civile. Per dire loro «grazie» per il lavoro che stanno svolgendo in questa pandemia e per addolcire la festa della Liberazione.
Le materie prime impiegate erano in laboratorio, acquistate per le esercitazioni che le allieve e gli allievi del corso di «panetteria, pasticceria e pizzeria» avrebbero svolto in quest’ultima parte dell’anno formativo. L’arrivo del Covid-19 ha però cambiato tutto. Il Paese si è fermato e anche la scuola con lui.

E i materiali erano sempre lì, con la scadenza che si avvicinava sempre più. Allora, al pasticcere Giacomo Raffreddato – uno dei tre formatori del corso, insieme ai colleghi Tommaso Elia e Claudio Vaira – è venuta un’idea: perché non trasformare le uova, la farina, il burro in crostate, da omaggiare alle persone che sono ammalate e a quelle che, quotidianamente, se ne prendono cura? Dall’idea ai fatti, il passo è stato breve. Giusto il tempo per coinvolgere un paio di aziende, fornitrici del nostro Cfp (la ditta Cherasco che porta i prodotti alimentari e lo scatolificio Giacosa, che ci invia le confezioni di carta per alimenti) le quali, venute a conoscenza delle finalità del progetto per il quale si sarebbero dovuti ordinare gli elementi mancanti, non hanno esitato ad omaggiarli.
Nelle giornate di mercoledì e giovedì scorso, il professor Raffreddato – con un assistente – ha iniziato ad impastare la frolla, a stenderla, a riempire le teglie, a ricoprire la pasta con la marmellata (offerta dallo stesso docente) e a cuocerle in forno. Le crostate sono state confezionate a coppie, nell’apposita scatola, fornita di etichetta con l’elenco dei componenti, la data di scadenza e una frase beneaugurale di don Bosco. Nel primo pomeriggio di venerdì 24 maggio, gli uomini della Protezione civile comunale, dopo aver caricato le grandi crostate e una serie di focacce, hanno iniziato l’opera di consegna.

Le beneficiarie sono state le 5 RSA cittadine (ovvero «Piccola casa della divina provvidenza», Mario Francone, I Glicini, Montepulciano e Soggiorno dell’Immacolata), senza dimenticare le associazioni di volontariato braidesi (CRI, Protezione civile e Carabinieri in congedo) che hanno dato una grossa mano alla collettività in tempo di pandemia. Poi la Caritas, che distribuisce generi alimentari a tante famiglie in difficoltà: a loro, abbiamo anche inviato le confezioni di roostbeef sottovuoto che, grazie al formatore Gonella, ci sono state inviate dalla ditta Oberto, nella quale opera sua moglie. E prima di sera, tutti i destinatari del nostro pensiero hanno telefonato per ringraziare il CFP per questo gesto semplice, che sa di solidarietà e di vicinanza.

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Don Bosco Borgomanero: l’innovazione della stampa 3D al servizio della situazione attuale

Pubblichiamo un articolo dei Salesiani Piemonte sull’iniziativa del Collegio di Borgomanero.
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In questo tempo di emergenza sanitaria, i ragazzi di Prima Les (indirizzi del Liceo Economico Sociale) del Collegio don Bosco Borgomanero, grazie alla stampa 3D e coordinati dalla docente Assia Hassanein, hanno costruito dei dispositivi elastici per mascherine, per impedire lo sfregamento sulla parte posteriore delle orecchie, fornendo così 100 cinturini al reparto Ostetricia dell’Ospedale di Borgomanero e altri 100 all’Ambulanza del Vergante. Di seguito l’articolo oggi pubblicato dal sito dell’opera.

L’INNOVAZIONE È UN’ABITUDINE AL SERVIZIO DEL QUOTIDIANO

La 1 Les e la stampa dei cinturini per le infermiere dell’Ospedale di Borgomanero

Che cos’è la tecnologia? A cosa serve? Come può migliorare la vita delle persone? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui il corso di Innovazione, uno dei due indirizzi del Liceo economico sociale del don Bosco, tenta di rispondere. Si tratta di una materia pratico – teorica che mette in primo piano l’ingegno umano, in quanto capace di progettare a partire da un bisogno, a patto di usare la tecnologia come mezzo e non come fine del processo creativo.

Uno degli strumenti di cui ci si avvale nella didattica dell’Innovazione è la stampante 3D, una macchina in grado di compiere la rivoluzione che dai bit (il digitale) porta agli atomi (oggetti reali). Tramite questi strumenti è possibile, in poche decine di minuti, rispondere a un’esigenza specifica, trasformando un modello tridimensionale, cioè un disegno eseguito su un computer, in qualcosa di fisico, che possiamo toccare con mano.

Per concepire e creare questi oggetti su misura è possibile contare su un’intera comunità che, attraverso il web, condivide e modifica i progetti, trasformando i bit in atomi. Anche questa dimensione di condivisione è rivoluzionaria: un’idea è tanto più forte quanto è messa in circolazione, migliorata e declinata secondo le specifiche esigenze del maker (così si chiamano questi artigiani digitali).

In questo periodo di isolamento forzato, la portata della condivisione delle buone idee è ancora più dirompente, specie se finalizzata a migliorare un qualche aspetto della quotidianità.

Pensando alla difficile realtà attuale degli infermieri e servendosi della stampante 3D, i ragazzi di Prima Les, coordinati dalla docente Assia Hassanein, hanno costruito dei dispositivi in plastica, quasi dei cinturini, per alleggerire il peso degli elastici delle mascherine e impedire lo sfregamento sulla parte posteriore delle orecchie, evitando irritazioni, prurito, fastidio e ferite.

L’intuizione è frutto dell’estro e della creatività di Quinn Callander, ragazzo canadese di appena 13 anni, che ha messo la sua idea a disposizione senza brevetto e gratuitamente online, permettendo ai ragazzi di prima di implementare il progetto e personalizzarlo prima della stampa.

L’esito di questa attività didattica è stato la fornitura di 100 cinturini al reparto Ostetricia dell’Ospedale di Borgomanero e altri 100 all’Ambulanza del Vergante. Per saperne di più sull’ideazione e la realizzazione di questi oggetti: è possibile visitare il canale Don Bosco Borgomanero su Youtube.

Sito Ufficiale

Don Bosco Borgomanero

Coronavirus, i Salesiani di Bra usano una web radio per rimanere in contatto con gli studenti

Pubblichiamo un articolo de La Stampa sulla web radio gestita dagli insegnanti del CFP di Bra, in Piemonte.

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Una web radio per rimanere in contatto con gli studenti. Succede al Centro di formazione professionale dei salesiani di Bra, in questo periodo di forzata assenza causa Covid-19.

Oltre alla didattica svolta in Fad (formazione a distanza), un appuntamento quotidiano (o quasi) con il «Buongiorno», gestito dai membri dell’Equipe Pastorale attraverso un canale Youtube, creato appositamente per il Cfp. E adesso anche una radio, che trasmette grazie ad una piattaforma web.

I docenti Matteo Pronzati e Giovanni Spadafora, ideatori della radio, commentano: “Approfittando della strumentazione già presente nell’oratorio, abbiamo creato un palinsesto pomeridiano, attivo da lunedì 16 marzo, che ci consente di rimanere in contatto con i nostri giovani, fornendo loro delle informazioni utili sulle proposte e sui materiali che trovano su internet, caricati dai loro docenti, per permettere la prosecuzione del percorso formativo. Insomma, li vogliamo raggiungere direttamente a casa loro, con uno strumento che stimoli la loro curiosità e li aiuti al contempo”.

La Stampa

 

ICP – Celebrazione Eucaristica in diretta: vicini al Signore… anche da casa

La vita spirituale non si ferma e non va in quarantena. La Pastorale Giovanile del Piemonte ha programmato una serie di strumenti e di opportunità utili per poterla alimentare. In modo particolare l’Eucaristia domenicale, centro della vita cristiana, sarà resa disponibile nella sua celebrazione con una diretta realizzata presso la chiesa interna della Comunità Proposta di Valdocco.

Il mercoledì alle ore 21.00, sempre grazie ad una diretta Facebook disponibile sui canali ispettoriali, sarà il giorno dedicato a degli approfondimenti biblici, spirituali e teologici.

Tutti i giorni sarà poi possibile la partecipazione “televisiva” alle ore 9.00 (Tv Rete 7, canale 12 del digitale terrestre e sui social dell’emittente).

Ecco il programma:

  • Domenica

    Celebrazione Eucaristica in diretta alle ore 12.00.

  • Mercoledì sera

    Approfondimenti biblici, spirituali e teologici alle ore 21.00.

  • Tutti i giorni

    Messa quotidiana in diretta alle ore 9.00.

Mettiamo a disposizione alcune opportunità di cammino nel quotidiano. Vivere in casa la fede è possibile, anche in questo contesto così atipico. La PG non vuole lasciare soli i giovani e desidera regalare tempi di luce. Se la parrocchia è la “fontana del villaggio”, come diceva Giovanni XXIII, noi regaliamo almeno un po’ di acqua genuina. Non siamo solo noi a offrire questo: tante e belle sono le proposte che la fantasia della Chiesa sta proponendo.

Crediamo che anche don Bosco donerebbe con la sua santa inventiva fontane di Luce e di Speranza viva: buona sosta di ristoro col Signore.

(Don Fabiano Gheller)

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Piemonte e Valle d’Aosta, al via la quarta edizione di Anima MGS

Tutto pronto per la quarta edizione di ANIMAMGS 2019-2020, il corso animatori promosso dall’Ispettoria Piemonte e Valle d’Aosta e tenuto da professionisti nel campo dell’animazione che hanno l’obiettivo di formare i ragazzi, di modo che, una volta tornati nei propri cortili, possano essere un valore aggiunto per il proprio oratorio o parrocchia.

AnimaMGS può essere un’utile opportunità sia per animatori più esperti, che avranno la possibilità di affinare al meglio le loro abilità, sia per animatori alle prime esperienze, che potranno così mettersi in gioco e scoprire nuove capacità da mettere al servizio degli altri.

Novità della quarta edizione

La quarta edizione avrà una novità: vi saranno 4 moduli, suddivisi nei due sabati previsti del 9 novembre 2019 e del 28 marzo 2020, che permetteranno di seguire dei laboratori che si concluderanno nella mezza giornata. Tutto questo per dare l’opportunità ai giovani di variare e sperimentare più laboratorio o di ripetere il laboratorio per andare più a fondo in un campo specifico.