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“Mani in Pasta”: si conclude il laboratorio per pizzaioli di Casa Valdocco

Dall’agenzia ANS l’articolo dell’evento conclusivo “Mani in pasta”, il laboratorio di pizzeria del centro diurno Casa Valdocco di Torre Annunziata.

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Si è tenuto lo scorso 6 ottobre, presso la casa salesiana di Torre Annunziata, l’evento conclusivo di “Mani in Pasta”, il primo laboratorio di pizzeria del Centro diurno “Casa Valdocco”, realizzato con il sostegno e il finanziamento della Fondazione “Banco di Napoli per l’assistenza all’infanzia”. In questa occasione, gli allievi che hanno frequentato il corso hanno ricevuto l’attestato di pizzaioli, riconosciuto dalla Regione Campania e, successivamente, sono stati presentati gli allievi del secondo corso.

Il laboratorio per pizzaioli, che ha visto coinvolti ragazzi tra i 16 e i 18 anni, è stato lanciato per offrire una possibilità di apprendimento e di successivo inserimento nel mondo del lavoro ai giovani a rischio di marginalità sociale.

Come aveva spiegato don Antonio Carbone, il salesiano responsabile del progetto, “Mani in Pasta” nasce: “in un territorio dove tante sono le difficoltà e difficili sono anche le prospettive di lavoro e di impegno. Ogni giorno il nostro obiettivo è togliere i giovani dalla strada. Li salveremo dai clan grazie a un laboratorio gastronomico che insegnerà loro a cucinare e a infornare pizze. E grazie a questa qualifica potranno trovare un lavoro onesto”.

Per tanti ragazzi del territorio, infatti, il progetto è stato proprio questo: un’alternativa ai pericoli o alla malavita. “Avrei voluto che il corso durasse di più, per imparare sempre di più le tecniche e migliorare – ha detto infatti il giovane Saverio, 16 anni –. Non so ancora se da grande vorrò fare questo lavoro ma conserverò con cura questo attestato conquistato con costanza e sacrificio”, ha aggiunto, dimostrandosi fiero dei risultati raggiunti.

Ma, proprio in occasione di questo momento di festa, non si può non rivolgere un pensiero a Luigi, 17 anni, morto nelle scorse settimane a Napoli, raggiunto da un colpo di pistola dopo aver tentato una rapina. Luigi è stato ospite per un anno e mezzo della comunità di Torre Annunziata e, dietro al bancone, era uno dei più appassionati.

A lui, don Antonio Carbone, ha dedicato un lungo post su Facebook, ricordando che Don Bosco ci invita sempre a trovare in ogni ragazzo quel “punto accessibile al bene”.

“Lo ricordo quando con tanto sacrificio volle imparare il mestiere del pizzaiolo, lo ricordo quando durante i mesi di lockdown tre giorni a settimana, insieme ad altri ragazzi preparava le pizze da portare a famiglie disagiate, lo ricordo piangere perché in quei mesi non poteva vedere la sua famiglia, lo ricordo la domenica a Messa con sguardo rivolto verso il basso quando durante l’omelia si parlava di vita bella alla quale ci chiama Gesù”, scrive il salesiano, che poi conclude: “Spesso mi sento fare questa domanda: ma dei ragazzi che passano per la comunità in quanti si salvano e in quanti si perdono? La vita, per fortuna, è un evolversi, nessuno di noi ha il sigillo del salvato e nessuno è per sempre perso”.

 

Scuole paritarie, la lettera di don Angelo Santorsola al presidente della Regione Campania

Pubblichiamo un articolo uscito su Il Mattino di Napoli che riporta la lettera di don Angelo Santorsola, ispettore dell’Ispettoria Meridionale, al presidente della Regione Campania e alle famiglie degli alunni delle scuole salesiane di Napoli.

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Due lettere, una inviata al presidente della Regione, l’altra alle famiglie degli alunni che frequentano la scuola del Vomero. La firma è di don Angelo Santorsola, ispettore dell’istituto dei Salesiani di via Don Bosco. La ragione è una sola: la crisi economica che si è abbattuta anche su di loro in seguito all’emergena Covid: « Il decreto Cura Italia – si legge nella lettera a De Luca – ha previsto 85 milioni di euro per estendere l’accessibilità e migliorare l’uso della didattica a distanza, ma questi sono stati riservati alle scuole pubbliche statali (11,18 euro per allievo). Solo in sede di conversione in legge, il Parlamento ha previsto 2 milioni di euro per le scuole pubbliche paritarie (2,30 euro per allievo). La disparità di trattamento è palese».
IL RISCHIO
Poi, il rischio chiusura: «Le nostre scuole pubbliche paritarie, – dicono i Salesiani – hanno reagito con prontezza alla crisi, attuando, senza interruzione percorsi di didattica a distanza, anticipando le disposizione delle ordinanze ministeriali. Per attuare tale orientamento si è di fatto rinunciato all’accesso degli ammortizzatori sociali previsti. Tuttavia la crisi economica, tra i tanti settori, ha messo in ginocchio queste nostre istituzioni. Permanendo l’attuale assenza di qualsiasi intervento, lo stato di dissesto economico, già oggi manifesto, fa prevedere la loro chiusura». Da qui – secondo i sacerdoti – la necessità di «far pressione
politica, verso i suoi gruppi parlamentari, affinché vengano approvati, in sede di conversione in legge dei decreti emanati dal governo, quegli emendamenti che prevedono provvedimenti a favore degli allievi della scuola pubblica paritaria e delle loro famiglie, primo fra tutti la detraibilità delle spese sostenute. Altresì – scrivono ancora i Salesiani – la invitiamo a considerare la possibilità, oltre ai numerosi interventi messi in atto a sostegno delle famiglie e delle imprese per questo tempo di crisi, che possa configurarsi, come peraltro già avviene da tempo in Lombardia, anche un aiuto verso le scuole paritarie, attraverso degli interventi strutturati o una tantum che divengano condizione fondamentale per le famiglie per esercitare il proprio diritto di scelta costituzionalmente garantito». Una richiesta di aiuto economico prima che sia troppo tardi. Un appello che i Salesiani rivolgono alle famiglie degli studenti della scuola di Napoli, ma anche di Caserta e Soverato.
LE RETTE
«È opinione diffusa, quanto errata, che le rette da voi pagate, siano sufficienti non solo a coprire i costi gestionali della scuola, ma addirittura a generare un profitto per la Casa Salesiana nel suo complesso. Non è così. Piuttosto, è vero il contrario». Vale a dire – spiegano – che la sostenibilità delle scuole, si basa su un equilibrio molto delicato. «Pertanto è chiaro che, le sole rette scolastiche, che abbiamo sempre cercato di contenere nel tempo, non sono sufficienti a coprire i costi di gestione della scuola. Col sopraggiungere dell’emergenza Covid19, ogni nostro docente, ogni nostro dipendente, che è regolarmente inquadrato ha visto tutelati i propri diritti di lavoratore. Mai siamo venuti meno ai nostri doveri. Anche in questo tempo, seppur difficile. Ora – concludono – sentiamo il bisogno, di rivendicare quelli che sono i nostri e vostri diritti anche sul fronte economico».