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Il sogno di Papa Francesco

Dal Dossier CRISTIANI E CITTADINI – Tra fraternità e cura della casa comune

A cura della redazione di “Aggiornamenti Sociali”:
Giacomo Costa, Giuseppe Riggio, Mauro Bossi, Paolo Foglizzo

Un desiderio, profondamente radicato nel Vangelo, sta al cuore del pontificato di papa Francesco ed emerge continuamente, con sfaccettature diverse, nel suo magistero. Possiamo esprimerlo con la formulazione più recente, quella che troviamo nell’enciclica Fratelli tutti: «costruire un popolo capace di raccogliere le differenze» (n. 217), «un “noi” che abita la casa comune» (n. 17), che viva nella fratellanza e nel rispetto di tutta la creazione. Ma in maniera analoga si esprimeva nel 2015 l’enciclica Laudato si’: «La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare» (n. 13). I termini chiave sono gli stessi: un soggetto plurale (popolo, “noi” e famiglia umana) fondato su solidi legami, una casa comune e un orizzonte di cambiamento.

È questo il progetto su cui il Papa insiste fin dall’inizio del pontificato: la radice dell’insistenza sulla necessità di costruire un popolo va rintracciata nella sezione “Il bene comune e la pace sociale” del cap. IV della sua prima esortazione apostolica, la Evangelii gaudium, che riveste un valore programmatico e rappresenta una sorta di chiave ermeneutica delle molte linee del suo ministero. Secondo il n. 220, è il popolo, come soggetto plurale autenticamente inclusivo − capace cioè di riconoscere e valorizzare ciascuno dei suoi membri −, a poter prendere in mano il proprio destino e decidere la direzione del proprio sviluppo, rappresentando quindi l’alternativa alla “massa” anonima che non può che essere trascinata dalle forze della globalizzazione e del consumismo.
Anche se aggancia un sogno che percorre tutta la storia dell’umanità, quello della fraternità a cui è dedicata l’enciclica Fratelli tutti, questo progetto suscita forti resistenze, in particolare da parte di coloro che dalla massificazione individualista traggono potere e ricchezza. I contrasti emersi in occasione del Sinodo sull’Amazzonia, che denunciava gli interessi dietro l’ecocidio della regione, ne sono una delle più evidenti dimostrazioni. Da sempre particolarmente attento alla dinamica del conflitto, anche in virtù delle sue origini latinoamericane, papa Francesco non pecca certo di irenismo ed è consapevole che dal conflitto si può uscire soltanto accettando di passare attraverso una dinamica pasquale: «Vi è però un terzo modo, il più adeguato, di porsi di fronte al conflitto. È accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di un nuovo processo» (Evangelii gaudium, n. 227). L’esortazione apostolica postsinodale Querida Amazonia formula questa esigenza con parole particolarmente suggestive, anche in chiave pastorale: «Le autentiche soluzioni non si raggiungono mai annacquando l’audacia, sottraendosi alle esigenze concrete o cercando colpe esterne. Al contrario, la via d’uscita si trova per “traboccamento”, trascendendo la dialettica che limita la visione per poter riconoscere così un dono più grande che Dio sta offrendo. Da questo nuovo dono, accolto con coraggio e generosità, da questo dono inatteso che risveglia una nuova e maggiore creatività, scaturiranno, come da una fonte generosa, le risposte che la dialettica non ci lasciava vedere» (n. 105). Ci sono conflitti che non possono essere risolti con la diplomazia, ma solo per via di sovrabbondanza e traboccamento, o desborde, secondo il suggestivo originale spagnolo: un modo di porsi che lascia da parte il calcolo e il compromesso e non teme di tentare soluzioni nuove e radicali.

Il desiderio che il Creatore ha posto nel cuore dell’essere umano punta così al dono che il Redentore gli offre, e quando l’incontro si realizza ne scaturisce l’inarrestabile gioia del Vangelo: è questo l’annuncio fondamentale che abita l’intero ministero di papa Francesco, declinandosi nella concretezza delle questioni che affronta con le sue azioni e i suoi insegnamenti; è in tale luce che nelle pagine di questo dossier sarà offerta una rilettura di alcuni testi del suo magistero, con particolare attenzione alle due encicliche sociali, Laudato si’ e Fratelli tutti (cfr il riquadro per le abbreviazioni con cui saranno indicati nel prosieguo). Dopo una riflessione sul metodo su cui i documenti si basano, verranno approfondite le diverse dimensioni dell’ecologia integrale, fulcro della Laudato si’, e l’invito ad «andare oltre» le frontiere costruendo cammini di fraternità e di amicizia sociale, a cui è dedicata la Fratelli tutti. Infine si focalizzano due filoni lungo i quali dare creativamente attuazione agli stimoli del Papa: da una parte i gesti concreti e gli stili di vita che disegnano la trama del nostro vivere quotidiano, dall’altra la formazione all’impegno sociale e politico a servizio della costruzione di quel “noi” in cui ognuno trovi posto, in particolare coloro che sono messi ai margini. A corredo, in parte anche sul sito web di NPG, verranno offerti inviti alla preghiera a partire dalle due encicliche, suggeriti libri e film per approfondire le tematiche toccate e si presenteranno alcune esperienze internazionali che traggono ispirazione dall’insegnamento del Pontefice.

L’obiettivo del dossier non è presentare il contenuto dei documenti: per questo scopo è sufficiente rimandare alle molte valide risorse già disponibili, anche in rete, tra cui ci permettiamo di segnalare le sezioni dedicate Laudato si’ e Fratelli tutti sul sito di Aggiornamenti Sociali. L’intenzione è piuttosto evidenziare il dinamismo fondamentale che anima i due documenti, con l’auspicio di contribuire a stimolare processi di lettura della realtà che sbocchino in iniziative creative per l’attuazione nelle varietà delle circostanze concrete dell’ispirazione che essi forniscono: come vedremo meglio nel prossimo passo del nostro itinerario, è questo lo scopo per cui sono stati scritti.

Europa e laicità

Di Renato Cursi

La parola “laicità”, tra le più abusate del nostro tempo, è radicata nell’idea di popolo. Sul piano etimologico, è laico ciò che è del popolo, di tutto il popolo, in contrapposizione a ciò che appartiene ad una o più parti separate dal resto. Se è in pericolo la laicità, è in pericolo l’esistenza stessa del popolo che la esprime.
I popoli europei hanno imparato a conoscere interpretazioni diverse di questo concetto nel corso della storia, con particolare riferimento al rapporto tra religioso e civile nell’ordinamento giuridico e nella vita sociale e politica. In questo percorso storico, certamente la parola di Gesù nel Vangelo (Mt 22,21; Mc 12,17; Lc 20,25) segna una forte discontinuità con il passato (come testimoniato da alcune descrizioni della vita delle prime comunità cristiane, non ultima la cosiddetta Lettera a Diogneto), anche se lo stesso non si può sempre dire delle sue interpretazioni e applicazioni successive da parte degli stessi cristiani.

Oggi la laicità in Europa è in pericolo, sotto i colpi di opposti fondamentalismi che fingono di combattersi per alimentarsi a vicenda. Una laicità di Stato che nega il diritto dei cittadini a vivere e testimoniare una fede trascendente o che comunque relega queste persone ad una cittadinanza di livello inferiore rispetto agli altri, è infatti la migliore alleata dei fondamentalismi religiosi. Non a caso, papa Francesco nel suo messaggio per le celebrazioni del 40° anniversario della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea (COMECE), ha affermato di sognare “un’Europa sanamente laica, in cui Dio e Cesare siano distinti ma non contrapposti. Una terra aperta alla trascendenza, in cui chi è credente sia libero di professare pubblicamente la fede e di proporre il proprio punto di vista nella società”. Papa Francesco afferma inoltre di sperare che sia finito, con il tempo dei confessionalismi, “anche quello di un certo laicismo che chiude le porte verso gli altri e soprattutto verso Dio, poiché è evidente che una cultura o un sistema politico che non rispetti l’apertura alla trascendenza, non rispetta adeguatamente la persona umana”. Una laicità atea non è laica: divide il popolo in se stesso e lo lacera.

Non si tratta quindi di abbracciare mode e ideologie dell’ultima ora, volte a negare acriticamente le radici per darsi slanci illusori con ali di cera. La sfida della cancel culture, ad esempio, forma moderna di ostracismo neopuritano, impone di educare al pensiero critico e ad una “coscienza storica”, come leggiamo nella Lettera Enciclica Fratelli Tutti (FT) dedicata da papa Francesco alla fraternità e all’amicizia sociale (FT 13-14). In quest’Enciclica papa Francesco rivolge due appelli fondamentali ai giovani, entrambi connessi esplicitamente con l’Esortazione Apostolica Christus Vivit. Il primo di questi due appelli è dedicato esattamente al tema che stiamo affrontando: «Se una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dell’esperienza degli anziani, di disprezzare tutto ciò che è passato e guardare solo al futuro che lui vi offre, non è forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice? Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati, diffidenti di tutto, perché possiate fidarvi solo delle sue promesse e sottomettervi ai suoi piani. È così che funzionano le ideologie di diversi colori, che distruggono (o de-costruiscono) tutto ciò che è diverso e in questo modo possono dominare senza opposizioni. A tale scopo hanno bisogno di giovani che disprezzino la storia, che rifiutino la ricchezza spirituale e umana che è stata tramandata attraverso le generazioni, che ignorino tutto ciò che li ha preceduti» (FT 13, ChV 181).

 

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Verso l’estate, la doppia proposta dell’Italia Centrale salesiana

L’Italia centrale salesiana si prepara all’estate con una doppia proposta. Da una parte, i campi Base, Bosco, Bivio, Biblico e l’esperienza missionaria divisi per fasce di età e promossi dal MGS Italia Centrale che si svolgeranno tra giugno e agosto in presenza. Per queste esperienze, sono disponibili le informazioni nella locandina: per tutto il resto, fare riferimento ai responsabili delle opere e dei gruppi.

La seconda proposta nasce dopo l’esperienza dello scorso anno con Venti20 di novità ed è promossa dall‘ispettoria Italia Centrale: Vent’1 per tutti! è il progetto che  accompagnerà i giovani nella prossima estate. Il punto di partenza ispirativo è rimasto quello di dare vita a una proposta che permetta ai ragazzi di mettersi in gioco, di sognare un mondo nuovo e possibile, di cogliere strade di futuro ispirate al messaggio evangelico.  Lo spunto è Fratelli tutti, l’ultima enciclica  di Papa Francesco. Un documento che scuote, scomoda, spinge all’azione, invita a far diventare  vita concreta il Vangelo in cui crediamo con tanta fede. E allora ecco l’intuizione, in continuità con  lo scorso anno, di coinvolgere le nuove generazioni in questa sfida che il papa ha lanciato alla  Chiesa e al mondo e che sentiamo tanto “salesiana” perché tanto concreta nelle sue implicazioni  quotidiane.

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Un mondo nuovo. Un’Enciclica dedicata alla fraternità e all’amicizia sociale

di Mario Toso
Vescovo di Faenza-Modigliana

Nel contesto della pandemia del Covid-19, che mette in luce non solo i problemi della salute dei popoli, dell’ecologia integrale, ossia dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento, della distruzione della biodiversità, delle migrazioni ingenti di animali e di persone, ma anche i problemi connessi ad una cultura consumistica e dello scarto, delle ineguaglianze, delle ingiustizie, della fame, del deficit della politica, dello scisma tra singolo e comunità, papa Francesco promulga l’enciclica Fratelli tutti, [1] firmandola ad Assisi, ai piedi della tomba del Santo dell’amore fraterno, della semplicità e della gioia.

Il titolo Fratelli tutti è preso in prestito dalle Ammonizioni dello stesso Francesco d’Assisi. In particolare, papa Francesco, per comporre la «sua» Pacem in terris, ossia un’enciclica analoga a quella di san Giovanni XXIII,[2] avente però come perni centrali la fraternità e l’amicizia sociale, prende ispirazione da un episodio della vita del Santo di Assisi che, senza ignorare difficoltà e pericoli, va ad annunciare l’amore di Dio al Sultano Malik-al-Kamil in Egitto, senza nascondere la propria identità, invitandolo alla conversione. In un mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, di lotta tra cristiani e mussulmani, Francesco intende suscitare in tutti i popoli il sogno di una società fraterna, pacifica. Papa Francesco, che porta il nome del Poverello di Assisi, si fa missionario di un tale sogno nel contesto storico contemporaneo, per far rinascere tra tutti gli uomini l’aspirazione mondiale alla fraternità, alla pace. Se si vuole cambiare il mondo è importante «sognare» insieme come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne, come ospiti di una stessa terra. 

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VIS – Un Mondo possibile n°64: la pandemia, #restiamoattivi e un forno speciale a Betlemme

L’ultimo numero della rivista VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo), “Un Mondo Possibile – n°64“,  riporta alcune riflessioni dei giornalisti Riccardo Iacona della RAI e Francesco Ognibene di Avvenire, oltre all’analisi dell’economista Gianni Vaggi relativamente ad alcuni aspetti legati al dialogo interreligioso e alle identità nazionali dell’enciclica Fratelli tutti.

L’associazione VIS, nata nel 1986 su promozione del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), si ispira al messaggio di San Giovanni Bosco e al suo sistema educativo preventivo.

Di seguito una breve descrizione del contenuto dedicato al numero 64 della rivista e il rimando al pdf completo.

IN QUESTO NUMERO
Nel numero di Natale ci siamo lasciati ispirare da papa Francesco. Le sue parole hanno guidato l’analisi dei due giornalisti che hanno collaborato a questo numero, Riccardo Iacona della RAI e mentre una analisi socio politica di alcuni aspetti legati al dialogo interreligioso e alle identità nazionali dell’enciclica “Fratelli tutti” è offerta dall’economista Gianni Vaggi.

Cuore della rivista è il forno di Betlemme, che da 130 anni vende pane e lo regala a chi non può permetterselo anche grazie alla campagna “Pane per Betlemme”.

Per quanto riguarda le attività del VIS, in questo numero potete leggere due storie di riscatto e di successo di due potenziali migranti divenuti piccoli imprenditori in Senegal ed Etiopia. Dal Ghana riportiamo le vicende di Ernest e O’Brien, che hanno deciso di diventare agricoltori organici. Il tema dell’uguaglianza di genere è invece al centro del racconto dalla Repubblica Democratica del Congo.

Editoriale

Un Natale diverso, di Nico Lotta

Speciale Covid-19

  • La pandemia permanente, di Riccardo Iacona
  • Fraternità, antidoto per le strumentalizzazioni politiche e religiose, di Ilaria Nava

Speciale Progetti Natale

  • Etiopia, di Renato Mele
  • Ghana, di Gianpaolo Gullotta
  • D.Congo, di Ben Kamuntu
  • Senegal, di Tiziana Meretto
  • Palestina, di Luigi Bisceglia

Reportage

Pane per Betlemme

Vita Associativa

La risposta del VIS all’Emergenza Covid-19, di Manuel Morini

Oggi si parla di…

  • L’educazione salverà il mondo: un patto educativo fatto di amore e responsabilità, Elisabetta Gatto
  • Quella compagnia paterna che veglia sul nostro smarrimento, Francesco Ognibene

Dal Direttore

 La pandemia, #restiamoattivi e un forno, di Luca Cristaldi

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PDF - Un Mondo Impossibile 64

In uscita la Lettera Enciclica di Papa Francesco “Fratelli tutti” edita da Elledici

Elledici segnala per il 12 ottobre 2020 l’uscita della Lettera Enciclica di Papa Francesco sulla fraternità e l’amicizia sociale “Fratelli tutti” edita dalla Casa Editrice salesiana, con la guida alla lettura di padre Giacomo Costa SJ.

 

 – IN USCITA IL 12 OTTOBRE 2020 – 

PREZZO SPECIALE di € 2,30

“Fratelli tutti”: questo è il titolo della terza enciclica di Papa Francesco firmata il 3 ottobre scorso ad Assisi. Un documento che chiarisce ulteriormente il forte legame tra il magistero del Pontefice e la spiritualità di San Francesco. Fratelli tutti sono gli invisibili, gli immigrati. Quelli che accogliamo e quelli che giacciono sul fondo dei mari che disperatamente hanno cercato di attraversare. Fratelli tutti è un monito all’amore fraterno e quindi alla pace. Fratelli tutti perché crediamo, come dice proprio Papa Francesco, in Dio Padre di tutti. La fratellanza è un legame indissolubile che ci spinge a guardarci dentro, nelle nostre coscienze e negli occhi dei nostri fratelli.
Guida alla lettura di padre Giacomo Costa SJ.

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