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Italia – Chiusura Inchiesta diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di don Silvio Galli, SDB

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Chiari) – Domenica scorsa, 12 giugno, presso l’Istituto salesiano “San Bernardino” di Chiari, Brescia, si è chiusa l’Inchiesta diocesana per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio don Silvio Galli, salesiano sacerdote, che si era aperta nel Duomo di Chiari l’11 ottobre 2020. Oltre 1.500 le persone che hanno preso parte all’evento: a significare come don Galli sia ancora tanto amato dalla gente.

L’Ispettore dei Salesiani di Lombardia ed Emilia (ILE), don Giuliano Giacomazzi, ha dato il benvenuto a tutti i presenti: a mons. Pierantonio Tremolada, vescovo di Brescia, che fin dall’inizio ha seguito e sostenuto con vivo interesse la Causa di don Galli; al Rettor Maggiore, Don Ángel Fernandez Artime, X Successore di Don Bosco, la cui presenza esprimeva la riconoscenza e l’amore dell’intera Congregazione verso don Galli e la sua testimonianza di salesiano sacerdote; alla comunità cristiana e civile di Chiari; ai parenti di don Galli e a tutti coloro che hanno reso possibile questo evento grazie alla loro dedizione e competenza: ai volontari del centro “Auxilium”, fondato dallo stesso don Galli; ai membri del Tribunale diocesano; ai censori teologi; ai membri della Commissione storica; al Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, e ai suoi collaboratori, dott.ssa Lodovica Zanet e dott. Matteo Penati.

Proprio il 12 giugno ricorrevano i 10 anni della nascita al cielo di don Galli, ma la sua vita non è terminata il 12 giugno 2012: le tante grazie segnalate e le persone che vanno a pregare presso la sua tomba dicono che la sua storia prosegue e che la sua fama di santità e di segni si infittisce nel tempo.

Nell’omelia mons. Tremolada, ispirandosi alla lettera di San Paolo ai Romani proclamata nella liturgia della solennità della Santissima Trinità, ha evidenziato come don Galli sia stato un testimone di speranza che, ricolmo dell’amore di Dio, ha saputo dare consolazione e motivi di ripartenza a tante persone che, ferite nell’anima e nel corpo, si rivolgevano a lui.

Nel suo intervento al termine della celebrazione il Rettor Maggiore ha letto il testo di una lettera scritta da don Galli al Sig. Carlo Barzaghi, un confratello coadiutore nel 1976, una “perla preziosa”, come l’ha definita, che riassume la vita e la testimonianza di don Galli e che rappresenta “una vera eredità spirituale”. Tra le altre cose don Galli scriveva: “Ti debbo ringraziare per l’aiuto che mi hai dato l’anno scorso. I passi che hai fatto per andare nel deposito a prendere la roba dei poveri, i passi che hai fatto per portare la refezione al prof. Grammatica, i passi che hai fatto per la povera gente, te li ha contati tutti Gesù, perché ritiene fatto a Lui quanto facciamo per il fratello emarginato. E cerca di coltivare la passione e la devozione per i poveri. Non sta a noi giudicare se meritano o meno; sappiamo che Gesù si è fatto Samaritano di tutti, e si è chinato sulle nostre piaghe. ‘Come ho fatto Io, fate anche voi’, ci ha detto. E… ‘avevo fame, e non mi avete…, avevo sete, e non mi avete… ero forestiero… e non mi avete…’. Che non sia mai di noi quella condanna, caro Carlo. E continua ad essere quale ti sei mostrato: prima il povero, poi noi. Il piatto di minestra più buono, al povero, e poi a noi; prima servire il povero, e poi noi; perché noi veniamo dopo il povero: e prima c’è da servire Lui, se in lui c’è Gesù. Che il povero abbia la sensazione di essere atteso, ben ricevuto, amato… È Gesù”. L’intero evento è stato accompagnato dal “Coro Piccola Accademia San Bernardino”, diretto dal Maestro Maurizio Ramera.

Se con la chiusura dell’Inchiesta diocesana l’epicentro della Causa si sposta dalla Diocesi di Brescia a Roma, questo non significa però che don Silvio “lasci” Chiari: essa resta il luogo vivo dove continuare a “frequentarlo”; dove avvicinare a lui tante persone che ancora non lo conoscono; dove assumere quel dinamismo di preghiera e di carità che egli ancora oggi insegna a ciascuno.

I luoghi dove don Silvio Galli ha vissuto e che ha amato, i legami vivi che ha intessuto, restano il tesoro prezioso per conoscerlo e farlo conoscere, amarlo e farlo amare, camminare sul suo esempio e sentirlo e saperlo vicino.

Mons. Giuseppe Cognata, don Silvio Galli e Vera Grita – le Cause dei Servi di Dio avanzano

Avanzano le Cause dei Servi di Dio legati alla Famiglia Salesiana. Di seguito un estratto dell’ultimo numero “Umili Voci” dedicato a Mons. Giuseppe Cognata, il Foglio informativo della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Don Galli Silvio, Salesiano di Don Bosco e il Foglio informativo della Serva di Dio Vera Grita, Laica, Salesiana Cooperatrice, portavoce dell’Opera dei Tabernacoli Viventi.

Apertura dell’Inchiesta diocesana di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Mons. Giuseppe Cognata

(ANS – Tivoli) – In un clima di solenne semplicità si è svolta, sabato 12 dicembre 2020, presso la Curia vescovile di Tivoli, l’Apertura ufficiale dell’Inchiesta diocesana di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Mons. Giuseppe Cognata, (1885-1972), della Pia Società di san Francesco di Sales, Vescovo Titolare di Farsalo, già Vescovo di Bova, Fon- Apertura dell’Inchiesta diocesana di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Mons. Giuseppe Cognata datore dell’Istituto delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore. Il Vescovo diocesano, Mons. Mauro Parmeggiani, ha presieduto tale atto, nel corso del quale è avvenuto l’insediamento dei membri del Tribunale, il loro giuramento e quello del Postulatore: don Gaetano Maria Saccà, Delegato Episcopale; don Massimo Sebastiani, Promotore di Giustizia; diacono Luigi De Giusti, Notaio; don Pierluigi Cameroni, SDB, Postulatore. Ha svolto il compito di Notaio della Sessione di apertura il Cancelliere vescovile, don Ernesto Rapone. Nel suo intervento Mons. Pameggiani ha anche voluto attualizzare il messaggio di questa Causa di Beatificazione di Mons. Cognata, affidando al Servo di Dio “tutte le vittime del Covid ed il personale sanitario che sta lavorando per combattere questo virus terribile. Ma, a Mons. Cognata, vittima di calunnie e menzogne, vorrei chiedere di intercedere perché nella Chiesa e nella società cessi il diffondersi di quell’altro virus dal quale Papa Francesco non smette mai di mettere in guardia: la calunnia, la maldicenza, la falsità. Che per intercessione di Mons. Cognata possiamo imparare tutti ad essere franchi e rispettosi vicendevolmente affinché la Chiesa cresca con quella esemplarità che non le è data perché composta di uomini e donne migliori degli altri, ma da uomini e donne che sanno tutti di avere bisogno della Misericordia di Dio per poter sussistere ed essere credibili”. E ha proseguito dicendo: “Mi piace pensare come questo inizio di inchiesta diocesana, cada pochi giorni dopo che Papa Francesco ha indetto un anno dedicato a San Giuseppe, il Santo protettore del nostro Mons. Cognata. Il Santo del silenzio, dell’obbedienza, della paternità, della fiducia in Dio… tutti atteggiamenti che Mons. Cognata ha tentato di vivere pienamente”. A nome di tutta la Famiglia Salesiana il Rettor Maggiore ha portato il 6 suo saluto di vicinanza e di partecipazione a questo evento di grande rilevanza ecclesiale e per tutto il mondo salesiano. In particolare, alla luce della Strenna per il 2021, dal titolo «Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose” (Ap 21,5)», ha sottolineato come di fronte alla pandemia che ha colpito tutto il mondo, “noi cristiani dobbiamo avere un modo proprio di vivere da credenti questa realtà. Un anno in cui possiamo dire che il nostro confratello Mons. Giuseppe Cognata ha preso il vaccino bellissimo del perdono. Per lui il perdono è stato la norma di vita, nel vivere una vita di sofferenza, però una vita piena di senso di Dio, di fede e di attesa di una giustizia che, senza dubbio, egli pensava che Dio avrebbe dato”. Madre Graziella Benghini, Superiora Generale delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore (SOSC) ha manifestato la gioia e il ringraziamento di tut- to il suo Istituto per questo evento di grazia. Il Servo di Dio Mons. Giuseppe Cognata con la sua spiritualità oblati- va, “Oblatus est quia ipse voluit” (si è offerto perché egli stesso lo volle) è incarnazione singolare di quella cate- na di santità della Famiglia Salesiana che, cominciando con il venerabile Andrea Beltrami e continuando con Augusto Czartoryski, Luigi Variara, Laura Vicuña, Eusebia Palomino, Alexandrina da Costa, Nino Baglieri, Vera Grita e i numerosi martiri, ha reso visibile e incarnato in modo speciale la dimensione oblativa del cari- sma salesiano come intima volontà di partecipazione al sacrificio redentore di Cristo per la salvezza delle anime, e che ricorda come la fecondità del Da mihi animas dipenda dall’ascesi del cetera tolle.

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La Causa del Servo di Dio don Silvio Galli avanza…

Dopo l’apertura dell’Inchiesta diocesana, svoltasi a Chiari il 10 ottobre 2020 e presieduta dal Vescovo di Brescia Mons. Pierantonio Tremolada, tutti coloro che sono stati incaricati di accompagnare l’Inchiesta hanno iniziato a raccogliere le prove testimoniali e documentali tese a dimostrare la vita virtu- osa del Servo di Dio. I membri del Tribunale, ovvero il Delegato episcopale, Mons. Pierantonio Lanzoni, il Promotore di giustizia, don Carlo Lazzaroni, e il Notaio, in un primo tempo don Claudio Boldini, sostituito dal mese di febbraio 2021 dalla Dott.ssa Vesna Cunja, da ottobre 2020 a marzo 2021 hanno ascoltato già oltre 30 testimoni. Per la maggior parte si tratta di persone che hanno frequentato per diversi anni don Galli e sono stati profonda- mente segnati dalla sua testimonianza di vita consacrata e apostolica a servizio degli ultimi, dei feriti nell’anima e nel corpo. Inoltre i tre Periti in materia storica hanno iniziato a ricercare e raccogliere i documenti e gli scritti del Servo di Dio. Tutto questo lavoro è accompagnato da un sentito e diffuso movimento di preghiera per chiedere la glorificazione di don Galli e anche dalla richiesta di grazie per sua intercessione, soprattutto in questo tempo drammatica- mente segnato dalla pandemia. don Pierluigi Cameroni SDB – Postulatore.

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Vera Grita

Un anniversario significativo L’11 febbraio 2021, festa della Beata Vergine di Lourdes, con gioia ricordiamo il luogo particolarmente caro a Vera di Gesù che alla grotta di Massabielle si recava ogni anno in pellegrinaggio offrendo alla Immacolata le sue sofferenze per la conversione dei cuori. Inoltre ricorre oggi il 20° anniversario della creazione del Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi presso l’Ispettoria di Milano. Era l’11 febbraio 2001, ad un mese e poco più di distanza dalla prima Messa celebrata a Savona presso la Chiesa dell’Ausiliatrice, con tutti i gruppi dei Tabernacoli Viventi, per il Giubileo dell’Anno 2000. Il Centro Studi, dedicato a Vera Grita e a don Zucconi sdb, è consacrato all’Immacolata: a Lei, fin dall’inizio, è stata affidata la guida del Centro Studi affinché l’Opera dei Tabernacoli Viventi potesse essere studiata, meditata e realizzata nella luce di grazia e di verità che solo Lei, Immacolata, poteva dare per realizzare l’opera secondo la Volontà del Signore (Maria Rita).

Mons. Cognata
Don Galli
Vera Grita

Don Silvio Galli, aperta la causa di beatificazione e canonizzazione

A Chiari si è aperta la causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio don Silvio Galli. L’articolo è uscito su Il Giornale di Brescia, a firma di Barbara Bertocchi.

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C’è la mamma stanca di vedere il figlio rientrare a casa ubriaco. Il papà piegato dalla malattia. Il nonno che vorrebbe avere la forza di affrontare la dipendenza dal gioco. Sono le anime che tuttora cercano conforto nell’amore infinito di don Silvio Galli, il prete degli ultimi, il salesiano con la tonaca rattoppata che sapeva leggere nei cuori delle persone e dare loro risposte. Ieri nel duomo di Chiari con il vescovo monsignor Pierantonio Tremolada, davanti al maxi schermo collocato a San Bernardino o da casa, seguendo la diretta di Teletutto, hanno pregato per il sacerdote che visse di umiltà e altruismo affinché un giorno non troppo lontano il sogno di vederlo diventare santo si avveri.

Atto solenne. La causa di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio è stata ufficialmente aperta con la seguitissima cerimonia iniziata con i giuramenti del postulatore don Pierluigi Cameroni, del vescovo e dei tre membri del tribunale (monsignor Pierantonio Lanzoni, delegato episcopale, don Carlo Lazzaroni, promotore di giustizia, e don Claudio Boldini, notaio) che seguirà l’inchiesta diocesana.

Un «atto solenne – ha evidenziato mons. Tremolada – che dà l’idea di come la Chiesa prenda sul serio la santità di vita: ora, attraverso l’ascolto delle testimonianze di tantissime persone, si definirà come don Galli può essere presentato al mondo». Alla cerimonia – animata dai canti delle Fiamme di San Michele – erano presenti il rettor maggiore dei salesiani don Ángel Fernández Artime, in rappresentanza della grande famiglia fondata da don Bosco alla quale anche don Galli apparteneva, il fratello e due sorelle del sacerdote vissuto a Chiari per oltre 50 anni e i sindaci della cittadina e di Roccafranca.

I ricordi. Il vescovo ha sottolineato l’importanza delle testimonianze che verranno raccolte e dei due miracoli necessari (uno avvenuto dopo la morte e uno dopo la beatificazione): «Sono il segno che il Signore attesta la verità». Ha riferito un aneddoto: «Quando sono diventato vescovo di Brescia alcune persone sono venute da me con una foto di don Galli e mi hanno detto: “Vale la pena verificare che sia santo”. Io allora non conoscevo Chiari e non conoscevo questo sacerdote. Ma poi ho scoperto che in tanti conservavano già quell’immagine, che aveva colpito subito anche me per l’espressione del volto di don Silvio». Perché quello immortalato con la casula «è stato un padre per molte persone, ha accolto chi andava da lui dimostrando sapienza e capacità di ascolto. Era un uomo che viveva la carità verso i poveri: l’Auxilium ne è la testimonianza. Di lui colpivano l’umiltà, la mitezza e l’amorevolezza: era un buono che raccomandava di essere buoni. Vinceva il male con il bene. Aveva un modo tutto suo di vivere l’eucarestia e nutriva un amore profondo verso la Madonna». «A Maria affidiamo questa causa richiesta dal popolo santo di Dio – ha concluso il rettore don Artime -. Don Galli era vicino ai deboli, ai malati e ai carcerati. Usciva a cercare chi si era perduto».

Don Galli presto tra i beati

Il 12 giugno 2019, VII anniversario della nascita al cielo di don Silvio Galli, era stato ufficialmente presentato al vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, il Supplex libellus, cioè l’istanza ufficiale con la quale la Congregazione Salesiana chiedeva l’apertura dell’Inchiesta diocesana sulle virtù, la fama di santità e di segni di don Silvio Galli, Sacerdote Professo della Società di san Francesco di Sales.

La Santa Sede ha così concesso nelle giornate scorse il Nulla osta per la causa del servo di Dio.

Si riporta di seguito l’intervista al Postulatore per le Cause dei Santi, don Pierluigi Cameroni riportata sul settimanale La Voce del Popolo il 13 marzo scorso.

Con la vita e con la Parola insegnò a scoprire e a servire Cristo nei poveri.

“La figura e la testimonianza di don Silvio Galli – spiega don Pierluigi Cameroni – si caratterizza per la sua capacità di aver corrisposto al dono di Dio dedicando la sua vita alle persone più emarginate con un atteggiamento profetico. Quello che don Galli ha fatto si inserisce nella linea di Papa Francesco che indica una Chiesa in uscita, una Chiesa in grado di porsi in ascolto del grido delle persone. Con il suo stile e con la sua sensibilità ha saputo essere un segno forte della capacità di compassione di Cristo e della Chiesa nella quotidianità”.

La devozione popolare. Attorno a don Silvio si respira una grande devozione popolare.

“In assoluto ho trovato tanta fama di santità. Qualcosa già abbiamo raccolto, qualcosa uscirà dopo l’apertura del processo”.

“L’iter. Il 12 giugno si apre l’inchiesta diocesana all’interno del Duomo di Chiari; verrà nominato il tribunale che dovrà accompagnare l’ascolto dei testimoni circa la vita e le virtù di don Silvio e la raccolta di una documentazione qualificata con il giudizio degli storici e dei teologi”.

La vita di fede. Don Pierluigi ha avuto la grazia di avere, a San Bernardino, don Galli come insegnante.

“Alla radice di tutta la sua opera di carità c’è una profonda vita di fede. Era un uomo radicato in Dio. Un aspetto che qualifica il suo cammino di santità è la filiale devozione a Maria: tutta la sua esistenza è segnata dal legame con Maria Ausiliatrice”.

La predilezione per gli ultimi.

“Ha intercettato, già dalla fine degli anni Sessanta, le emergenze: è stato capace di avere il cuore aperto, cercando di rispondere alle domande. Ha sempre accompagnato il cammino di fede dei volontari, dando senso alle cose che facevano, per far maturare, dentro l’impegno, una scelta di fede”.

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