Articoli

ISI – Campo Savio 2022

Dal 30 luglio al 1 agosto 2022, dopo 2 anni di stop, si è svolto a Montagna Gebbia (EN) il Campo Savio dedicato ai ragazzi delle scuole medie. Di seguito la notizia a cura di Adele Marino e Desiree Clemente (Oratorio Salesiano Marsala) apparsa sul sito dei Salesiani di Sicilia.

***

Dopo due lunghissimi anni di stop, dal 30 luglio al 1 agosto si è svolto a Montagna Gebbia (EN) il Campo Savio dedicato ai ragazzi che frequentano le scuole medie.

Il campo leader, intitolato “Una vita al top”, ha visto come temi principali l’allegria, l’amicizia e la solidarietà prendendo esempio dalle vite di tre giovani che hanno fatto la differenza.

Prima del campo inoltre l’equipe si è incontrata a Catania per vivere insieme i due giorni che lo hanno preceduto. Giorni vissuti con tanta allegria e utili per istaurare legami all’interno del gruppo. Diventando una grande squadra, abbiamo assicurato a noi stessi e ai ragazzi che abbiamo incontrato durante questa esperienza di vivere in un ambiente di famiglia, dove ognuno fa la sua parte per il bene comune.

Testimonianza di Desiree Clemente da Marsala:

La mattina della 30 luglio ero super emozionata, non vedevo l’ora di arrivare per fare questa bellissima esperienza. In passato, sentendo gli altri ragazzi del mio oratorio parlare di questi campi animatori, avevo sempre nutrito una certa curiosità e finalmente era arrivato il nostro grande giorno!

Nonostante tutta l’adrenalina, avevo anche una sorta di “paura”: di non riuscire a socializzare o comunque non trovarmi a mio agio con gli altri ragazzi, dimenticandomi che tutti eravamo ragazzi di Don Bosco. Fin da subito ho fatto amicizia con gli altri ragazzi, quindi tutte le paranoie che mi ero fatta si sono rivelate non veritiere. Ho instaurato un rapporto d’amicizia non solo con i miei coetanei, ma anche con i salesiani e le FMA.

I tre personaggi principali di cui abbiamo parlato durante le formazioni sono stati: Domenico Savio, Laura Vicuña e Carlo Acutis. Di questi tre ragazzi mi porto a casa 3 cose fondamentali:

  1. essere sempre felici nonostante magari la vita non ci sorrida, e se non sorride guardate quella faccina al contrario ;);
  2. offrire il nostro amore e la nostra amicizia a tutti senza avere pregiudizi. Penso anche che tutto il bene dato in qualche modo ci tornerà indietro;
  3. non ignorare chi ci sta vicino, il nostro prossimo, ma offrire sempre il nostro aiuto.

Seguite queste tre cose e vivrete anche voi una vita al top!

Una giornata dedicata a Giovanni Massaglia, allievo di Don Bosco e amico di Domenico Savio

Lo scorso 15 agosto, nella Chiesa della Madonna della Neve a Marmorito Santa Maria di Aramengo (Asti), si è tenuto un pomeriggio dedicato al Chierico Giovanni Massaglia, allievo di San Giovanni Bosco e amico di San Domenico Savio.

Leggi la notizia sul sito InfoANS

***

Lo scorso 15 agosto, nella frazione di Marmorito Santa Maria di Aramengo (Asti), suo luogo d’origine, si è svolto un pomeriggio dedicato al Chierico Giovanni Massaglia (1° maggio 1838 – 20 maggio 1856), Testimone della Fede, allievo di San Giovanni Bosco e amico di San Domenico Savio.

L’evento, svoltosi nella Chiesa della Madonna della Neve, è stato avvalorato dalla presenza e dall’intervento di don Giovanni Rolandi, SDB, Direttore del Colle Don Bosco e organizzato e patrocinato dalla Parrocchia S. Antonio Abate di Aramengo (rappresentata dal Parroco Don Giovanni Villata, coadiuvato dallo storico locale Beppe Moiso), e dal Comune di Aramengo (rappresentato dal  Sindaco Giuseppe Marchese), realtà comunitarie che hanno custodito e tramandato fino ad oggi la fama di santità di Giovanni Massaglia. Ovviamente, il cuore della tradizione locale consiste nelle memorie della Famiglia Massaglia (rappresentata dalle sorelle Angela e Maria Teresa Massaglia), che, a livello di archivio storico privato, ne custodisce il materiale scolastico e le reliquie.

I vari momenti commemorativi, che hanno messo in luce il suo ritratto pittorico, la chiesa in cui sbocciò la sua vocazione ed il caseggiato in cui nacque e morì, dove è stata inaugurata una targa commemorativa, hanno accompagnato la proiezione del cortometraggio “Vita di Giovanni Massaglia e Domenico Savio secondo la storia”, curato da Ornella Ceruti di Nebbiuno (NO). Premesso che la tradizione salesiana resta quella fondamentale ed insostituibile, nell’ultimo decennio, la Ceruti ha raccolto, documentato, restaurato e coniugato tutte le tradizioni che raccontano la vita di Giovanni Massaglia e Domenico Savio, amici inseparabili. Il risultato editoriale sono tre libri (pro-manoscritto, edizione extra commerciale), più un opuscolo che li riassume in poche pagine ricche di illustrazioni, dal quale è stato tratto il cortometraggio.

La rigorosa ricostruzione storica, svelando l’inedita biografia del suo “vero amico per le cose dell’anima”, arricchisce la biografia di Domenico Savio e, in definitiva, riporta in primo piano la Compagnia dell’Immacolata Concezione, personificazione dell’apostolato dei giovani tra i giovani, che costituisce il frutto maturo e duraturo della loro amicizia umanamente e cristianamente perfetta.

Giovanni era il primogenito dei coniugi Pietro Massaglia di Marmorito (frazione e parrocchia di Santa Maria) e Maria Garesio di Mondonio, contadini benestanti e distinti, perché proprietari ed istruiti. Nel 1853, all’età di 15 anni, avrebbe potuto passare dall’Educandato di Cocconato, sede del ginnasio inferiore, al Collegio di Chieri, sede del ginnasio superiore. Invece, manifestando il suo indirizzo vocazionale, suscitò la contrarietà paterna, che lo spogliò di tutto e lo portò a Torino, in cerca di un benefattore disposto ad accasarlo e a patrocinare i suoi studi in direzione del sacerdozio. L’incontro con Don Bosco decise in positivo anche il futuro di Domenico Savio, perché gli procurò l’amicizia sostenitrice, grazie alla quale riuscì a “farsi santo, e presto santo”. Infatti, essendo più avanti di quattro anni nell’età e negli studi ed essendo entrato nel Convitto dell’Oratorio un anno prima, il Massaglia fu per il Savio un provvidenziale fratello maggiore. Si conobbero nel 1853 a Mondonio, terra comune. A Valdocco, convissero nell’anno scolastico 1854/55 e nella prima metà del successivo. Ad accomunarli, fu “l’innocenza della vita e la perseveranza nel bene sino all’ultimo respiro”, attestata da Don Bosco, coronata da doni carismatici, registrati e resi noti da Don Michele Molineris in una pubblicazione del 1971:

“Avevano le stesse disposizioni morali, volevo dire mistiche, che creano appunto un santo da altare”.

Giovanni era un bel giovane, di buona statura e costituzione forte, molto promettente negli studi. Il 30 settembre 1855, fu rivestito dell’abito da chierico, da Don Bosco in persona, ai Becchi. Lasciò incompiuto il primo anno del corso seminaristico di filosofia. Appena diciottenne, morì in famiglia, a tre mesi dal rientro per malattia polmonare. Domenico, debole di polmoni fin dall’infanzia, lo raggiunse in Paradiso una decina di mesi dopo, quasi quindicenne.

 

Castelnuovo Don Bosco: conclusione della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano al Colle Don Bosco

Il 6 maggio, festa di San Domenico Savio, la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano ha concluso il suo intenso ciclo di cinque settimane al Colle Don Bosco. Negli ultimi giorni, dedicati alla appropriazione personale del cammino fatto insieme e alla verifica, è emerso quanto ha inciso maggiormente sulla esperienza dei partecipanti. Dal 17 agosto al 19 settembre 2022 avrà luogo, sempre a Valdocco e al Colle Don Bosco, la seconda edizione della scuola, per i confratelli di lingua italiana, spagnola o portoghese. Vai alla notizia riportata dal sito ANS.

***

(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano che ha visto la partecipazione di 25 salesiani di lingua inglese da 15 diversi Paesi e 5 Regioni salesiane del mondo ha concluso il suo intenso ciclo di cinque settimane al Colle Don Bosco, venerdì scorso, 6 di maggio, festa di san Domenico Savio.

Negli ultimi giorni, dedicati alla appropriazione personale del cammino fatto insieme e alla verifica, è emerso quanto ha inciso maggiormente sulla esperienza dei partecipanti, accolto come un prezioso talento che questo tempo passato sui luoghi di Don Bosco affida a ciascuno perché ora venga impiegato e moltiplicato nelle Ispettorie di origine.

Ecco alcuni dei punti forti emersi sia nella valutazione, che nella video intervista realizzata l’ultimo giorno:

  • Si è scoperto un nuovo volto di Don Bosco, oltre quello popolarmente conosciuto della sua formidabile attività. La sua dedizione senza riserve a una missione così feconda e universale ha radici molto profonde. C’è un accompagnamento di grande valore che modella il suo spirito e la sua arte educativo-spirituale, fin dagli anni dei Becchi e poi attraverso tutte le tappe della sua vita, non meno intenso dopo la sua ordinazione sacerdotale di quanto lo sia stato prima. Nella vita di Don Bosco formazione e missione diventano un tutt’uno, così come Papa Francesco ci ha chiesto nel suo messaggio al CG28. E così lui farà con i primi salesiani, formandoli e accompagnandoli dentro una missione che produce santità. “Il lavoro di Don Bosco è fare santi” (Pio XI).
  • Si è appresa per esperienza l’arte dell’ascolto: di Dio, di sé, di qualunque fratello e sorella che cercano anzitutto questo tipo di disponibilità. Si è toccato con mano che c’è un cammino non facile di ascesi e disciplina per imparare ad ascoltare, prestando attenzione all’incontro sempre in atto tra Dio e il cuore di chi ci è dato di servire. Questo operare della grazia dentro il mistero di ogni libertà ha la priorità su piani, idee, consigli che chi si presta a fare da accompagnatore aveva già in serbo.
  • È stata soprattutto l’esperienza diretta a rendere ciascuno più disposto e convinto a mettersi in cammino per diventare un credibile compagno di viaggio per altri: gli esercizi spirituali personalmente guidati; le sessioni di practicum dove a turno ci si è esercitati nel guidare, essere guidati e fare da supervisori; i training per l’acquisizione di competenze.
  • Prima condizione: diventare guide guidate, come è stato per Don Bosco. Se senza di lui non riusciamo a immaginare Domenico Savio, senz’altro senza Cafasso non avremmo Don Bosco. Questo conferma che l’accompagnamento è essenzialmente MISSIONE per chi vive il carisma salesiano: è un modo di diventare come Don Bosco per i giovani e per tutti. Chi vive in un ambiente e con educatori capaci di incarnare questo tipo di prossimità educativo-pastorale ha buone chance di diventare a sua volta un accompagnatore di giovani nello stile di Don Bosco. Ecco perché è così importante vivere il Sistema Preventivo nelle case di formazione iniziale – che è poi un altro modo di definire l’accompagnamento spirituale salesiano. È infatti soltanto attraverso questa esperienza diretta vissuta che si può apprendere a riviverlo e moltiplicarlo, qualunque sia il coinvolgimento nella missione per la vita salesiana “fino all’ultimo respiro”.

La Scuola di Sccompagnamento Spirituale Salesiano ha seguito la stessa dinamica: si è intensamente vissuto sui luoghi di Don Bosco quanto si desidera praticare e vivere nelle tante Ispettorie e nazioni di provenienza, sperando che il seme porti frutto e si moltiplichi oltre le aspettative.

Dal 17 agosto al 19 settembre 2022 avrà luogo, sempre a Valdocco e al Colle Don Bosco, la seconda edizione della Scuola, per i confratelli di lingua italiana, spagnola o portoghese.

Vai alla notizia

Castelnuovo Don Bosco: dall’esperienza personale di Dio all’accompagnamento di altri all’esperienza di Dio

La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano, in corso attualmente al Colle Don Bosco, ha concluso la terza settimana del suo programma iniziata Lunedì dell’Angelo. Questa terza fase è consistita in una serie di stimoli e riflessioni consegnati in luoghi originali, che ponevano in luce il ruolo delle guide spirituali nella vita del giovane Giovanni Bosco. Secondo i partecipanti lo spunto fondamentale emerso in questa settimana è stato che la storia di ogni Figlio di Don Bosco corrisponde un po’ alla storia del fondatore della Congregazione – e questo costituisce un perenne invito ad aiutare i giovani affidati ai salesiani. Di seguito la notizia riportata dal sito dell’ANS.

***

(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano in corso attualmente al Colle Don Bosco ha concluso la terza settimana del suo programma. Dopo la prima settimana passata a ripercorrere la storia spirituale di Don Bosco presso Valdocco e le aree circostanti, il gruppo di 20 salesiani si è trasferito a Colle Don Bosco, dove è iniziato il ritiro spirituale. Il ritiro, guidato individualmente, è stato caratterizzato dal silenzio totale, essendo consistito in una sessione quotidiana di incontro dei partecipanti con le rispettive guide e con la sola celebrazione eucaristica come programma comune per tutti. Anche i pasti, infatti, sono stati consumati in silenzio, sebbene in comune.

Per la maggior parte dei partecipanti è stato questo il primo ritiro in silenzio totale della propria vita salesiana, e si è rivelato un’esperienza profondamente contemplativa. Il contesto ambientale del Colle Don Bosco e il contesto temporale della Settimana Santa hanno fornito le giuste coordinate per una profonda esperienza di Dio per quasi tutti. Le sessioni di incontro con le guide hanno fornito un eccellente modello di reale accompagnamento spirituale, che si distingue dal rendiconto, dalla confessione o dal counselling.

La terza settimana del programma è iniziata Lunedì dell’Angelo. Questa terza fase è consistita in una serie di stimoli e riflessioni consegnati in luoghi originali, che ponevano in luce il ruolo delle guide spirituali nella vita del giovane Giovanni Bosco. La sua prima guida spirituale fu, naturalmente, Mamma Margherita. E poi, quando il piccolo Giovanni Bosco dovette risiedere per tre anni alla Cascina Moglia a causa delle sue difficoltà ai Becchi, cercò una guida in don Francesco Cottino, presso Moncucco.

Dopo il suo ritorno ai Becchi, nel giro di pochi giorni incontrò provvidenzialmente don Calosso sulla strada da Buttigliera a Morialdo, che gli fornì il modello per i suoi incontri, negli anni successivi, con i vari Bartolomeo Garelli, Domenico Savio, Michele Magone, Francesco Besucco… Don Calosso che si trova a Morialdo per un malinteso, divenne il benefattore mandato da Dio nella vita di Giovanni Bosco, che lo portò a fare un grande passo avanti verso la realizzazione del suo sogno dei 9 anni. Infine, a Chieri, Giovanni Bosco torna alla formazione scolastica e seminaristica, sostenuto da tanti altri, materialmente, intellettualmente e spiritualmente.

Secondo la maggior parte dei partecipanti lo spunto fondamentale emerso in questa settimana è stato che la storia di ogni Figlio di Don Bosco corrisponde un po’ alla storia del fondatore della Congregazione – e questo costituisce un perenne invito ad aiutare i giovani affidati ai salesiani.

Attualmente, i partecipanti alla Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano sono in fase di formazione nelle competenze per offrire sostegno. Durante l’ultima settimana del programma avranno, infine, l’opportunità di fare delle sessioni pratiche di accompagnamento spirituale, supervisionati dall’équipe della Scuola.

Vai alla notizia

“Stoffa di santità”: il videoclip ispirato a Domenico Savio prodotto dall’Ispettoria Meridionale

Il video ufficiale dell’inno alla Santità Giovanile Salesiana, ispirato a Domenico Savio, Prodotto dall’Ispettoria Salesiana Meridionale è disponibile sul canale Youtube dell’ispettoria e sulla pagina Facebook di MGS Don Bosco al Sud.
Ecco il messaggio di accompagnamento dell’Ispettore, don Angelo Santorsola:

Carissimi ragazzi e giovani,

il Covid19 ci ha costretti a stare fermi in casa per tre mesi, così da non poter vivere quegli eventi che stavamo preparando per quest’anno che avevo indetto come “anno della santità giovanile”.

Avevamo fatto conoscere il nuovo inno sulla santità giovanile pensando a Domenico Savio e avevamo promesso un videoclip che lo pubblicizzasse. Nessun virus può bloccare la santità e sono certo che nella nostra Ispettoria, anche nel periodo di lockdown, la santità di tanti giovani si è resa visibile alla grande! I figli e i giovani di don Bosco non si fermano e continuano a sognare alla grande! Recupereremo gli eventi che avevamo pensato e intanto ripartiamo alla grande con il videoclip su “Stoffa di santità”! Promessa mantenuta!

Un ringraziamento speciale all’intero staff dell’ufficio di Comunicazione Sociale della IME.

Buona visione e buon ascolto!

don Angelo Santorsola, Ispettore.

Info:
testo: Antonio Ruoti
Musica: Alfredo Franciosa
Incisione e mixaggio: Zeus Record (Napoli)
Regia, riprese, montaggio: IME Comunicazione