Salesiani Sicilia – Pasqua Giovani a Modica

Dal sito dei Salesiani in Sicilia.

***

Dal 6 all’8 aprile 2023 noi ragazzi dell’Oratorio Salesiano di Modica abbiamo avuto la possibilità, per la prima volta dopo tanto tempo, di fare una convivenza nel nostro oratorio.
Per vivere al meglio la preparazione alla Pasqua, la convivenza è stata svolta durante il periodo dal Giovedì Santo alla veglia pasquale; riuscendo a vivere e a comprendere meglio, grazie anche alla presenza di Don Dario, il significato della Pasqua.

“Il Signore combatterà per voi e voi sarete tranquilli”
Questa è la frase che più ci ha colpito quando, attraverso la catechesi di Don Dario, abbiamo approfondito e capito meglio il tredicesimo capitolo dell’Esodo, che racconta la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù e di tutti i momenti critici e pieni di dubbi che hanno dovuto affrontare. Attraverso questo passo Don Dario ci ha rivolto delle domande dove abbiamo riflettuto su tre punti principali:
-il primo ci chiedeva chi fosse il nostro Mosè; colui che ci fa affrontare il nostro “mare” che rappresenta tutte le nostre paure e i nostri dubbi.
-il secondo ci chiedeva quale grido noi rivolgiamo a Dio; anche Mosè, quando più era terrorizzato, non ha avuto fiducia in Dio e ha gridato contro di Lui, così anche noi in quel momento dovevamo rivolgerGli tutte le nostre incertezze.
-il terzo invece chiedeva quale fossero le paure che ci impediscono di andare avanti, qui Don Dario ci ha ricordato come Dio trasformi ciò che è morto in vita; e il mare delle paure si può trasformare in un strada di liberazione.
Dopo la riflessione personale abbiamo preparato l’adorazione per la sera dividendoci in due gruppi. Uno che preparava i canti e uno che preparava i segni. Questa esperienza, per noi nuova, ci ha fatto capire quanto impegno ci sia dietro la preparazione di un’adorazione e di come sia importante il lavoro di gruppo.
La sera, dodici di noi, hanno partecipato alla lavanda dei piedi; due di noi, per la prima volta, hanno partecipato alla celebrazione come ministranti e grazie anche alla presenza del prenovizio salesiano Pietro sono riusciti a vivere al meglio e serenamente questa esperienza che gli ha fatto scoprire un nuovo modo di partecipare alla celebrazione Eucaristica.
Dopo la celebrazione abbiamo vissuto l’adorazione che è stato un momento di riflessione molto intenso.

“Tu vali il sangue di Cristo”

Questo giorno è stato molto intenso. Dopo le lodi mattutine, affiancati dai ministri straordinari, siamo andati a portare ai più anziani l’Eucarestia.
Per molti di noi è stata un’esperienza nuova e molto forte. Siamo riusciti a vedere quanto può essere forte la Fede e quanto questa riesca a salvare la vita delle persone.
Per rispettare il periodo di digiuno abbiamo pranzato con pane e acqua accompagnando il pranzo e i momenti a seguire con il silenzio, non solo verbale ma anche dei social.
Il pomeriggio abbiamo partecipato all’adorazione della Croce, questo per noi è stato un momento non solo nuovo ma anche molto commovente, dove chinandoci dinanzi a quella Croce siamo riusciti a liberarci da tutte i nostri pensieri negativi.
Dopo la cena i nostri educatori ci hanno fatto vivere un’esperienza unica; ci hanno portato a mare dove ci hanno fatto pregare il Rosario camminando tutti assieme in spiaggia. In alcuni di noi questo ha riportato alla mente il passo dell’Esodo visto che eravamo tra il mare (segno delle difficoltà) e la sabbia (che simboleggia il deserto), camminando avanti e indietro replicando il percorso che Dio ha fatto fare agli Ebrei. Al termine del Rosario abbiamo fatto una condivisione in spiaggia di come avessimo vissuto la giornata. Molti di noi, grazie a questa condivisione, sono riusciti a percepire le emozioni e le sensazioni di ognuno di noi.

“Muore l’uomo vecchio per rinascere l’uomo nuovo”

Il terzo giorno sono venuti da noi i ragazzi dell’oratorio di Pozzallo e insieme abbiamo partecipato alla celebrazione penitenziale, momento che ci ha preparati per il sacramento della Confessione che ci ha aiutati a riavvicinarci a Dio per riuscire a vivere la Pasqua con una maggiore serenità.
Prima della cena abbiamo fatto la sintesi di questa meravigliosa esperienza, abbiamo capito come la presenza di Dio nella nostra vita non cambi niente attorno a noi ma cambia il nostro modo di vedere le cose e il modo in cui affrontiamo le avversità, avendo la consapevolezza che anche quando ci viene da disperarci, e pensiamo che nulla ha senso, in Lui possiamo trovare ristoro.
La veglia pasquale, per molti di noi, ha veramente avuto il valore di una rinascita e di come abbiamo sentito veramente vicino la presenza di Dio, che ha suscitato in noi una felicità e una serenità inspiegabili.
Alla fine di questa esperienza sono tante le cose che ci portiamo, ma ne usciamo con la consapevolezza di fare tutto per Amore perché noi siamo amati sempre, gratis e comunque a tal punto di valere il sangue di Cristo.

Carla Russo, Giuseppe Civello

Salesiani Sicilia: assistenza salesiana/Sacramento della Presenza: abitare i mondi vitali dei giovani

Dal sito dei Salesiani Sicilia.

***

Anche il terzo incontro di “Formazione SDB-LAICI”, organizzato dai Salesiani di Sicilia, focalizzato sul tema “Assistenza salesiana/Sacramento della Presenza: abitare i mondi vitali dei giovani”, ha registrato significativa partecipazione e viva attenzione. Indubbiamente stimolante la relazione sull’argomento tenuta dal dr. Alessandro Iannini, psicologo e docente, esperto nelle problematiche giovanili e familiari, nella formazione degli operatori sociali e volontari, nel settore della rieducazione dei minori.

Il relatore ha posto alla riflessione il bisogno di un rinnovamento del cammino educativo da basare decisamente su una rete di rapporti umani inclusivi in cui ognuno si senta realmente accolto e coinvolto in un contesto di comunità aperta dove si possa “star bene”, tra “gente allegra”, in una atmosfera di reciproca condivisione.

Iannini ha indicato come elemento cardine di riferimento la scelta di privilegiare il rapporto educativo verso i giovani con un impegno sociale verso i più poveri con spirito di accoglienza spirituale e umana, aperta verso i ragazzi con diverse culture e fedi.

Ha quindi sottolineato come sia importante che l’educatore senta, e faccia percepire, l’essere generosamente disponibile con un atteggiamento “che non tende all’appagamento personale, ma a soddisfare le miserie degli altri”.  In altri termini tenere presenti le parole del Rettor Maggiore che incoraggia a percorrere “un itinerario educativo che comincia con l’andare incontro all’altro” ed il suggerimento di Papa Francesco che ricorda “….che siamo noi che dobbiamo andare incontro all’altro per fare comunione, per realizzare un cambiamento sociale che ci permetta di partecipare alla comunità vivente del Signore”.

Il relatore, inoltre, ha messo in evidenza come sia cruciale tenere presente che il compito di chi educa sia di: “….aiutare gli altri a camminare avendo occhi e orecchi attenti. Per farlo c’è un unico modo: rendersi credibili e degni di fiducia” ed ancora “…però la fiducia, come tutte le dimensioni vitali non passa per educazione (ex ducere tirare fuori) ma per induzione (in-ducere mettere dentro): per ricevere fiducia occorre darla per primi”

Rimanendo sul pensiero del Rettor Maggiore, Iannini, riferendosi al CG 28, evidenzia come nell’azione programmatica sia fondamentale dare la «priorità assoluta per i giovani, i più poveri e i più abbandonati», con la profonda convinzione che «…se un giorno dovessimo abbandonare i ragazzi, i giovani e, tra loro, i più poveri, sarebbe l’inizio della morte della nostra Congregazione”. Allo stesso tempo attenzione particolare va rivolta al fenomeno migratorio, e sull’argomento ancora il CG 28 afferma che “i migranti non possono essere un problema, sono per noi Salesiani di oggi una grande opportunità per incontrare Gesù”.

Tra le conclusioni dell’intervento Iannini ha fatto riferimento all’approccio ecologico (al quale il Rettor Maggiore ha dedicato una precedente Strenna) sulla traccia della Laudato si’ di Papa Francesco che, nel proporre il concetto della “ecologia integrale”, ci dice che  “tutto è collegato” e la cura del creato, della casa comune, è intimamente unita a quella delle comunità umane: «Oggi non possiamo non riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare sia il grido della terra sia il grido dei poveri».

 Un articolato e vivace dibattito è seguito all’intervento di Iannini.

Prof. Alfredo Petralia, presidente Ex Allievi Salette CT

 

Vai alla notizia

Italia – Porte e cuore aperti all’oratorio “San Luigi” di San Cataldo

Dall’agenzia salesiana ANS.

***

(ANS – San Cataldo) – I ragazzi dei gruppi formativi dell’oratorio salesiano “San Luigi” di San Cataldo hanno vissuto nei giorni scorsi una significativa esperienza di conoscenza e riflessione, accogliendo nei loro spazi due giovani detenuti dell’Istituto Penale per i Minorenni (IPM) di Caltanissetta, con i quali si sono intrattenuti in un intenso confronto.

Ammessi ad un permesso premio, accompagnati dal Direttore, da due educatrici dell’IPM, da Padre Alessandro Giambra, cappellano del medesimo istituto, e da don Francesco Bontà, salesiano, Direttore dell’oratorio di San Cataldo, i due giovani hanno trascorso la prima parte dell’incontro in un percorso culturale di conoscenza del territorio sancataldese, concludendo la loro giornata all’oratorio dove hanno avuto la possibilità di vivere un momento di incontro con circa 60 ragazzi e animatori della realtà salesiana.

Inevitabile l’imbarazzo iniziale dall’una e dall’altra parte, in un totale silenzio che il Direttore dell’IPM ha invitato ad apprezzare come “dono” in quanto proprio nel silenzio ci si ascolta e ci si comprende.

Diverse le riflessioni scaturite nel corso del confronto in uno stimolante scambio di domande e di testimonianze tra i presenti che ha reso questo incontro emozionante, in particolar modo quando si è affrontato il tema della libertà, così poco apprezzata nella vita ordinaria e così tanto desiderata quando se ne è privati.

Ai ragazzi dell’oratorio è stata offerta la possibilità di conoscere la vera realtà della vita carceraria che è ben diversa da quella romanzata e presentata da alcune serie tv; ai ragazzi dell’IPM è stata data la possibilità di conoscere un’altra realtà, fatta di ragazzi che coltivano il desiderio di essere “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Dall’incontro è scaturito il desiderio di avviare una collaborazione tra oratorio salesiano e Istituto Penale.

Al momento di confronto ha fatto seguito un breve momento di fraternità vissuto in clima salesiano: quattro calci al pallone, chiacchiere fra amici, non poche risate… il tutto condito dal tempo del ristoro.

Se l’incontro si è concluso con il rientro all’IPM dei due giovani, la riflessione è a lungo proseguita sui vari gruppi WhatsApp con delle belle e profonde riflessioni da parte dei ragazzi: E’ stato bello conoscere la loro storia, e vedere nei loro occhi la luce di essere liberi per un po’”; “Non è detto che visto che stanno in carcere sono cattive persone, perché la maggior parte delle volte si entra in carcere per uno sbaglio che ti segna la vita”; “Prima di essere dei carcerati sono delle persone come noi”…

Il bel momento vissuto insieme è stata un’occasione per ricordare che l’ambiente carcerario è vicino all’esperienza salesiana perché proprio dall’incontro di Don Bosco con i giovani della “Generala”, l’allora carcere minorile di Torino, e dall’incontro con le loro storie di vita e con la loro sofferenza, è emerso l’antico e sempre nuovo appello: “Se qualcuno si fosse preso cura di loro…”.

“E se, per ovvi motivi, nessuna foto resta a ricordo di questo incontro, abbiamo la certezza che nel cuore dei ragazzi resteranno impresse le belle emozioni vissute. Non solo le porte e i cancelli sono stati aperti, ma anche e soprattutto i cuori!” ha commentato Luciano Arcarese, educatore di San Cataldo, Salesiano Cooperatore.

Vai alla notizia

Italia – Pubblicato un nuovo numero della rivista “Itinerarium”

Dall’Agenzia ANS.

***

(ANS – Messina) – È stato recentemente pubblicato un nuovo numero, l’82° della sua storia, di “Itinerarium”, la rivista quadrimestrale multidisciplinare dell’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, Aggregato alla Facoltà di Teologia della Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma.

Quest’edizione della rivista si apre con l’Editoriale di don Giovanni Russo, Direttore di Itinerarium, nonché dell’Istituto Teologico e della Scuola Superiore di Bioetica di Messina ad esso associata. In tale contributo, dal titolo “Est e ovest per la coesistenza umana. “Navigare nello stesso mare, scegliendo la rotta dell’incontro anziché quella dello scontro’”, don Russo prende spunto dal discorso pronunciato da Papa Francesco nel suo recente viaggio in Bahrein (3-6 novembre 2022) per dire che tutti i popoli compongono un’unica famiglia, chiamata a tendere all’amicizia e alla pace.

Nella Sezione Monografica viene approfondita la Lettera Apostolica di Papa Francesco intitolata Desiderio desideravi, con la quale il Santo Padre ha condiviso con tutti i fedeli “alcune riflessioni sulla Liturgia, dimensione fondamentale per la vita della Chiesa”. L’analisi viene condotta con un approccio multidisciplinare, attraverso quattro contributi:

  • Marcello PAVONE, L’ars celebrandi nella Lettera Apostolica Desiderio desideravi. Apprendere, curare, custodire, trasfigurare.
  • Antonino ROMANO, L’omelia e la formazione liturgica nella Desiderio desideravi. Considerazioni catechetiche.
  • Giuseppe COSTA, Desiderio desideravi hoc Pascha manducare vobiscum, antequam patiar (Lc 22,15). Analisi esegetica della pericope lucana, alla base scritturistica della Lettera Apostolica Desiderio Desideravi di Papa Francesco.
  • Giovanni RUSSO, La Liturgia: antidoto al veleno della mondanità spirituale. Considerazioni etiche sulla Desiderio Desideravi.

L’area della Miscellanea raccoglie invece studi e interventi di diversi studiosi che, come ben illustra il nome della sezione, spaziano su vari argomenti. Il numero raccoglie i seguenti testi:

  • Nunzio BOMBACI, Affidare alla scrittura il segreto delle vite. La riflessione di Maria Zambrano.
  • Imanol BAGENETA MESSEGUER, La actividad editorial de Jean de Fabrègues y Emmanuel Mounier: “Esprit” y “Réaction
  • Giovanni DONATO, Lavoro e santificazione in Giorgio La Pira.
  • Nicola ANTONAZZO, Buone prassi per la costruzione del Villaggio dell’Educazione. Il contributo dell’Istituto Teologico “San Tommaso” al Global Compact on Education.
  • Maria Teresa PACILE’, Il niggun della speranza. Elie Wiesel, sentinella contro il male politico contemporaneo.
  • Calogero DELLO SPEDALE ALONGI, L’Eucaristia nel pensiero di Mons. Eugenio Giambro.

Completano questo numero le Note e discussioni, dove sono accolti gli ultimi due elaborati:

  • Nunzio BOMBACI, Un altro Verga? Note in margine a G. Savoca Verga cristiano. Dal privato al vero.
  • Manlio SODI, Attualità e implicanze di una “Storia della Catechesi”. Nota bibliografica
Vai alla notizia

Sicilia, salesiani e laici: comunione, condivisione e corresponsabilità

Dal sito dei Salesiani di Sicilia.

***

Sabato 25 febbraio si è svolto on line il terzo incontro di formazione congiunta tra sdb e laici. L’ispettoria salesiana sicula ha avviato già da qualche anno un percorso di sempre maggiore condivisione tra le due principali componenti delle proprie realtà educative pastorali.

Durante questo anno sociale, 2022 – 2023, ha definito in maniera precisa questo percorso attraverso un itinerario formativo che prevede cinque tappe. A voler essere più precisi, sei, considerando l’incontro di programmazione ispettoriale svoltosi a fine agosto a Montagna Gebbia.

Un vero e proprio spin-off, l’incontro di Montagna Gebbia, nato dalla necessità impellente di definire le modalità di realizzazione concreta del processo di Comunione, Condivisione e Corresponsabilità tra laici e salesiani nelle opere della nostra ispettoria.

Dopo i momenti iniziali di preghiera, saluto e introduzione all’incontro, siamo stati guidati in questa approfondita riflessione da Don Fabio Attard, per 12 anni Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile della Congregazione, e dal 2020 Responsabile per la Formazione Permanente dei salesiani e dei laici in Europa. Un incarico fino a quell’anno inesistente in congregazione a sottolineare quanto il processo di coinvolgimento e corresponsabilità sia importante per la stessa.

71 utenti collegati in modalità online,  per un centinaio, forse più,  di persone a seguire la presentazione in un percorso attraverso la storia degli ultimi cinquant’anni della congregazione salesiana. A partire, però, dalla necessaria riflessione sulle radici e sulle origini della missione di don Bosco. Perché se non si parte dalla lettura storica, concreta dei fatti e delle azioni del nostro Padre fondatore e di coloro che lo hanno guidato e accompagnato nella sua incondizionata disponibilità all’agire dello Spirito Santo, si rischia di commettere un errore interpretativo.

Don Bosco si è calato completamente nell’epoca storica del periodo, del territorio in cui è vissuto e della realtà ecclesiale, sociale, politica che ha incontrato. Ha sentito forte la necessità di dovere e potere accedere a tutte le risorse intellettuali e spirituali alla sua portata per poter dare risposte concrete alle necessità dei giovani poveri, emarginati e abbandonati di Torino del diciannovesimo secolo.

Lo ha fatto perché, affidandosi allo Spirito e riconoscendone l’azione, sapeva che:

… tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, […] Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra.

Per cui ha riconosciuto in ognuna delle persone che ha incontrato il suo peculiare carisma, ha condiviso con esse la propria missione, affinché essa si proiettasse nel tempo e in tutta la terra.

Rimanere saldamente connessi alle proprie radici e alla propria storia non significa però rimanere immobili in uno stato di celebrazione perpetua del passato, significa comprenderne gli avvenimenti attualizzandoli nel presente e nel posto in cui ci troviamo, mostrandoci capaci di lasciarci guidare, come fece don Bosco, dallo Spirito Santo per attualizzarne l’azione.

Nel tempo costanti sono state le precisazioni, gli inviti, le indicazioni da parte della Chiesa e della congregazione a recuperare la dimensione della comunione tra il laicato impegnato e i salesiani che operano nelle diverse realtà sui territori. Tante le esperienze avviate, nella congregazione a livello mondiale ma anche nella nostra Ispettoria, con alterne vicende, a testimonianza di impegno  e di volontà in tal senso. Un percorso sempre più intenso, in crescita, ricco di esperienze, di contributi, irto di difficoltà e di tentazioni a recedere la cui spinta propositiva ad andare avanti sembra al momento vigorosa.

Ad ulteriore testimonianza di questo percorso la creazione in ispettoria di una equipe di formazione sdb-laici realizzata a seguito delle indicazioni emerse dall’ultimo capitolo ispettoriale è inserite nel POI 2022-2026, costituita da membri laici ed sdb è impegnata da diversi mesi ad elaborare un progetto di formazione congiunta che ha come obiettivi principali proprio la realizzazione attraverso percorsi formativi, di incontro e confronto.

La riflessione di don Attard ha recuperato alle nostre memorie e al nostro bagaglio informativo e culturale la necessaria definizione del “nostro essere Chiesa”, e “del nostro servizio pastorale” che si realizza attraverso un “servizio comunitario offerto ai giovani specialmente più poveri da parte della comunità salesiana che anima e coordina la comunità educativo pastorale” che a sua volta fa riferimento al CGS20 e ai CG24 e 28, concludendo con l’invito a rileggere attentamente questi documenti.

Papa Francesco a ottobre 2021, a inizio del percorso sinodale, infine, grazie alla sua immensa capacità di sintesi utilizzando tre parole ci forniva un ulteriore strumento di lettura per muoverci in questo percorso di costruzione : Comunione – Partecipazione – Missione. La prima e la terza non possono essere realizzate se non attraverso la effettiva realizzazione di percorsi partecipativi veri.

Vai alla notizia

 

Italia – Dalla Sicilia al Senegal, un ponte di educazione e solidarietà nel nome di Don Bosco

Dall’agenzia ANS.

***

(ANS – Piazza Armerina) – In quest’anno dedicato alla riflessione e allo sviluppo della dimensione laicale della Famiglia Salesiana può essere interessante mettere in luce organizzazioni e realtà guidate da laici che vivono sul campo il carisma di Don Bosco. Come l’Associazione “Don Bosco 2000”, che ha accolto e declinato il sistema preventivo di Don Bosco nelle sue attività quotidiane, dall’accoglienza dei migranti che raggiungono l’Italia alla cooperazione internazionale, dall’esperienza nelle carceri alla formazione dei giovani negli oratori. “Don Bosco rappresenta per noi la guida per rispondere in modo pragmatico alle esigenze del tempo storico in cui viviamo, permettendoci di identificare nei giovani il nostro destinatario privilegiato, in particolare i più giovani e bisognosi”, spiega Cinzia Vella, Direttore generale dell’associazione.

In quest’ottica, l’oratorio di Piazza Armerina, gestito per anni dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e, dal 2001, struttura laica e realtà cittadina fortemente consolidata, che è la culla dell’associazione, si fa promotore di svariate iniziative e cooperatore di molte associazioni per il sociale. Durante l’inverno sono previsti incontri settimanali per i giovani che non sono solo fruitori, ma essi stessi promotori e organizzatori delle attività, principalmente collegate all’ideazione e alla preparazione del Grest salesiano nella bella stagione. Per il 2022, il tema è stato quello del talento, da intendersi come dono prezioso da condividere con gli altri.

Il Grest diventa anche luogo di inclusione e di scambio: le attività estive si estendono ai bambini delle famiglie migranti accolte nelle comunità di Piazza Armerina e dei paesi limitrofi, e spesso sono proprio i fratelli più grandi di questi bambini a diventare animatori per i piccoli della città.

L’oratorio è altresì cooperatore di iniziative che coinvolgono gli attori sociali del XXI secolo. Tra gli altri, i giovani hanno partecipato nel 2022 a un progetto della Caritas di Piazza Armerina per la realizzazione di uno spettacolo teatrale in collaborazione con la casa circondariale di Enna “Luigi Bodenza”. La messa in scena dello spettacolo dal titolo “Io sono Dante” – una rappresentazione della Divina Commedia con la recita dei versi nella loro versione originale – ha portato sul palco 26 tra giovani e detenuti che, il 14 dicembre 2022, hanno potuto lasciare il carcere per recarsi al Teatro Garibaldi di Enna e aprire così la stagione teatrale del teatro comunale della città.

Ma l’esperienza di Don Bosco attraverso l’Associazione ha oltrepassato i confini nazionali, e si è spinta fino a Veligara Pont, un villaggio della regione di Tambacounda, in Senegal. È lì, in una delle aree più povere del mondo, che oggi esiste un vero e proprio oratorio nella savana. Un progetto che, dopo una prima esperienza estiva con animatori volontari, è stato “frutto di un disegno voluto dall’alto” racconta ancora Cinzia. “Il capo villaggio ci ha raccontato che da quando siamo arrivati i ragazzi erano più felici, continuavano a ripetere i giochi e i balli dell’estate”.

Un desiderio che si è tradotto in realtà grazie alla generosità di don Baldassarre Meli, a cui l’oratorio è oggi titolato. Il sacerdote, deceduto prematuramente, non riuscì a realizzare il suo sogno di andare in Africa, per vedere i luoghi di origine dei ragazzi che accoglieva, così decise di devolvere il ricavato per il suo funerale al progetto dell’oratorio di Veligara.

Una gioia immensa per i ragazzi di Tambacounda che, nell’attesa che l’oratorio prendesse vita, staccarono un adesivo dei Don Bosco dall’auto dei cooperanti e lo attaccarono su un albero: “Nell’attesa, vogliamo che Don Bosco resti con noi”, spiegarono.

 “L’oratorio è una cosa bellissima per noi, facciamo tantissime cose con i bambini, incontri, riunioni, formazione. Teniamo il corso di lingua francese e italiana”, spiega Amara, cooperante dell’associazione, “ogni sabato e domenica abbiamo più di 50 bambini che frequentano l’oratorio, distribuiamo la merenda ai più bisognosi”. E non solo: grazie alla disponibilità di due medici volontari locali, è attivo ogni giorno un dispensario per le cure mediche.

Vai alla notizia

Salesiani Sicilia, la reliquia del beato Livatino a Catania

Pubblichiamo il comunicato stampa dei Salesiani in Sicilia sul passaggio della reliquia del Beato Rosario Livatino a Catania.

***

Nei giorni 27 e 28 gennaio la città di Catania ha accolto la peregrinatio della reliquia del Beato Rosario Livatino, ospitata presso l’Istituto Salesiano “san Francesco di Sales”. 

L’iniziativa, organizzata dai Salesiani di Sicilia e Tunisia con la collaborazione dell’Ufficio di Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Catania, ha visto un susseguirsi di momenti di raduno e testimonianze volti a far conoscere alle giovani generazioni la figura del giovane magistrato beato.

La prima mattinata di eventi è stata dedicata all’incontro con alcune delegazioni di ragazzi delle scuole medie della città, mentre nel pomeriggio l’occasione del confronto con la vicenda umana del beato è stata integrata con l’evento della presentazione della Strenna del Rettor Maggiore dei Salesiani, che quest’anno è centrata sul tema della partecipazione dei laici alla missione educativa salesiana; tema quanto mai in sintonia con la figura di Livatino, giovane che ha trovato la strada della sua maturità umana e cristiana in una forma di vita laicale. Il pomeriggio è stato arricchito dal commento alla Strenna da parte dell’Ispettore dei Salesiani, don Giovanni D’Andrea, e dalla testimonianza della dott.ssa Luisa Turco, attuale magistrato presso il tribunale dei minori Caltanissetta e per un periodo collega del beato Livatino. In serata si è svolta una veglia di preghiera animata dal settore giovani dell’Azione Cattolica di Catania.

La seconda giornata è stata dedicata alla fascia dei giovani, partendo dall’incontro del mattino per i liceali dell’istituto San Francesco di Sales, insieme ai rappresentanti di varie scuole superiori e agli operatori volontari Servizio Civile Universale dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Sicilia; fra gli ospiti l’avv. Sebastiano Mignemi, presidente della I corte d’assise di Catania, Claudia Vecchio, presidente dell’associazione “Casa giudice Livatino”, il dott. Ugo Tomaselli, presidente dell’associazione “Giustizia e pace”.

Culmine delle due giornate è stata la Festa degli Oratori, occasione di incontro per i giovani animatori della diocesi, all’interno della quale l’Arcivescovo Mons. Luigi Renna ha affidato tutti gli Oratori della diocesi alla protezione di Maria Ausiliatrice, San Giovanni Bosco e del Beato Rosario Livatino. Dopo la celebrazione si è svolto un ultimo momento di confronto fra i giovani, per chiudere con una serata di fraternità.

Un ringraziamento particolare va a don Gero Manganello, Direttore della Pastorale Giovanile della Diocesi di Agrigento e accompagnatore della reliquia nel suo pellegrinaggio, per la sua disponibilità e le testimonianze che lui stesso ha dato ai vari uditori che si sono susseguiti lungo le giornate; al Delegato della Pastorale Giovanile dei Salesiani don Alberto Anzalone, al Direttore della Pastorale Giovanile diocesana padre Matteo Minissale, alla dott.ssa Letizia Scandurra, responsabile dell’Ufficio di progettazione dei Salesiani, per l’impegno profuso nell’organizzazione dell’intero evento e a tutti coloro, giovani e meno giovani, che nell’anonimato hanno contribuito affinché queste giornate potessero diventare un’esperienza fruttuosa per i giovani della città e per chi ha seguito l’evento dai social media. Chiudiamo il resoconto con un’espressione che don Gero ha usato presentando la reliquia ai giovani catanesi: «Di fronte alle reliquie dei santi di solito ci si avvicina con l’atteggiamento di chi ha da fare una richiesta. Davanti alla reliquia di Livatino si resta senza parole; a Livatino non si può chiedere nulla, è lui che chiede qualcosa a noi»: l’impegno di una vita improntata alla coerenza ed alla legalità riscaldata dall’amore per l’uomo.

Video 1 giorno
\n\n\n
Video 2 giorno

Palermo, in occasione della festa di Don Bosco visita dell’assessore regionale all’Istruzione

Da Palermo Today.

***

In occasione della memoria liturgica di San Giovanni Bosco, l’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale, Mimmo Turano, ha fatto visita all’Istituto salesiano “Gesù adolescente” di Palermo. L’assessore, accolto dal direttore dell’istituto, don Arnaldo Riggi, ha partecipato alla liturgia per la festa di Don Bosco e ha incontrato allievi e docenti dei corsi di formazione professionale nei settori della grafica, dell’automotive, della meccanica, dell’elettronica e della ristorazione. “Ho voluto esprimere personalmente – ha detto Turano – l’apprezzamento per una realtà educativa di altissimo livello e soprattutto per l’impegno e la passione dei docenti, dei formatori e dei collaboratori che ogni giorno si spendono per il bene degli studenti e che hanno come obiettivo non solo la formazione professionale, ma soprattutto la crescita umana. Come governo regionale siamo impegnati a sostenere e valorizzare tutte le esperienze educative che garantiscano una formazione adeguata ai tempi e che tenga conto della persona”.

Vai alla notizia

Sicilia, Meeting sulla santità per i giovani del Movimento Giovanile Salesiano

Pubblichiamo il resoconto del Meeting del MGS Sicilia.

***

Nei giorni dal 3 al 5 Gennaio 2023, noi ragazzi del MGS Sicilia, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci, divertirci e ascoltare con molto interesse gli incontri formativi proposti dall’equipe, durante un campo animatori chiamato “Meeting”.

Le tematiche principali sono state la santità e l’importanza di scoprire se stessi non temere di esserlo.

Il primo giorno, in seguito a un momento di animazione e di lancio del tema, è iniziato il primo incontro formativo, guidato da don Marco Piana, sulla tematica dell’Essere, nel quale abbiamo approfondito il tema della Santità: in quanto figli amati da Dio, siamo stati chiamati per nome da lui e per questo ognuno di noi è già prezioso, bello e inimitabile. In quanto figli, dobbiamo ricordarci di avere un padre, perché in caso contrario, potremmo dimenticare la nostra unicità e il valore che ognuno di noi ha: per questo è importante “seguire la voce che ci ricorda la nostra bellezza“. Successivamente, abbiamo riflettuto sulla nostra identità provando a dare un senso al nostro passato, al nostro presente e al nostro futuro, tramite delle domande di riflessione. In seguito, ci siamo confrontati in piccoli gruppi.

Il secondo giorno, vi sono stati due incontri formativi sulle tematiche dell’essere Con e dell’essere Per.

Durante il primo momento abbiamo approfondito, con l’aiuto di don Dario Spinella , la tematica dell’essere Con, partendo dall’ascolto della canzone “Io sono l’altro” di Niccolò Fabi: l’altro è diverso da noi, spesso rapportarsi è una fatica, ma questo non ci permette di giudicare, perché l’altro “è un terreno sacro sul quale togliersi i sandali”. L’altro, per la vita di ognuno di noi, è una ricchezza, perché evita la monotonia, e i suoi feedback ci aiutano a crescere, a far conoscere i nostri difetti e le nostre potenzialità. Dobbiamo stare sempre attenti però, perché ciò che ci viene detto non sempre è la verità e solo Dio ci conosce veramente e ci può dire veramente chi siamo. Successivamente, partendo dalla lettura della prima lettera di San Paolo ai Corinzi (1 Cor 12,12-27), abbiamo capito l’importanza dell’altro, perché in quanto fratelli, ci interessa la sua vita. Non dobbiamo provare invidia, ma empatia e compassione perché essendo tutti membra di Cristo, siamo tutti Cristo e ciò che facciamo agli altri lo facciamo a Cristo (Mt 25,40).

Nel pomeriggio abbiamo approfondito con l’aiuto di una Salesiana Cooperatrice, Angela Caradonna, la tematica dell’essere Per, declinato in 3 modi:

  • Alla luce della Parola di Dio: Essere sale della terra e luce del mondo (Mt 5, 13-16)

Grazie a questo versetto abbiamo capito l’importanza di lasciare il segno di Gesù e di noi stessi donando i nostri talenti, in ogni ambiente che frequentiamo… il nostro essere deve essere coerente.

  • Alla luce delle parole di Papa Francesco

EG 273 “Io sono una missione per la vita degli altri”. Sull’esempio di Maria che fa visita alla cugina Elisabetta, abbiamo capito quanto sia importante e bello mettersi al servizio di ogni persona che incontriamo, perché ogni missione porta felicità a chi riceve e a chi dona.

  • Alla luce della Spiritualità Giovanile Salesiana

Il servizio responsabile: abbiamo capito quanto sia importante e delicato il nostro servizio, perché ognuno di noi, donando i propri talenti, dà l’esempio… e per essere dei bravi Animatori Salesiani, dobbiamo essere buoni cristiani e onesti cittadini in qualsiasi posto ci troviamo, non solo in oratorio.

I primi due giorni si sono conclusi confrontandoci in gruppi sulle tematiche affrontate, recitando le preghiere dei vespri (la mattina iniziando con le lodi), vivendo dei momenti di fraternità insieme ai coordinatori, ascoltando delle testimonianze di alcuni ragazzi e partecipando al “laboratorio di santità”. Il laboratorio di santità consisteva nell’approfondire la vita di alcuni santi.
Il secondo giorno si è concluso con l’adorazione Eucaristica ascoltando delle testimonianze sulla vita della santa Chiara Corbella Petrillo.
Il terzo giorno i membri dell’equipe ci hanno guidato a costruire il nostro “modellino” di santità confrontandoci con la vita dei santi e le nostre qualità.

Il meeting si è concluso con la Celebrazione Eucaristica, alla presenza di don Giovanni D’Andrea e suor Angela Maria Maccioni, per rendere grazie a Gesù per la crescita spirituale, l’amicizia, la grazia e il divertimento che ci ha donato in questi giorni, come ripartenza per questo nuovo anno!

La presenza costante degli SDB e delle FMA è stata di fondamentale importanza, perché senza di loro non avremmo potuto vivere in pienezza questa esperienza. Con la loro gioia e la loro allegria riescono a trasmettere il carisma salesiano anche tramite uno sguardo, un abbraccio e – soprattutto – attraverso l’ascolto.

 

Palermo – L’oratorio salesiano “Santa Chiara” ospita un laboratorio di sartoria rivolto a donne e mamme

Si riporta la notizia proveniente da InfoAnsAgenzia iNfo Salesiana – con il racconto del nuovo laboratorio di sartoria nato all’oratorio “Santa Chiara” di Palermo.

(ANS – Palermo) – Prende il nome da Mamma Margherita, la mamma di Don Bosco, l’iniziativa “LABMAG”, un laboratorio di sartoria per giovani donne e mamme ospitato presso l’oratorio salesiano “Santa Chiara”, nel quartiere Ballarò di Palermo. Incontrandosi circa tre volte a settimana, le partecipanti hanno l’opportunità di socializzare, ma soprattutto di mettersi in gioco per realizzare prodotti artigianali e creare un futuro più roseo.

Le protagoniste di questa iniziativa sono, dunque, un gruppo di donne, mamme, che, prendendo ispirazione dalla figura della Venerabile Margherita Occhiena, ha voluto porre le fondamenta per portare avanti l’idea di un laboratorio di sartoria nel cuore del quartiere Ballarò, ovvero, all’oratorio Salesiano di Santa Chiara. L’oratorio è da decenni luogo di incontro, di confronto e di speranza per le tante diversità, sociali e culturali, che vivono questo quartiere.

Una realtà eterogenea che ha all’interno persone con diverse storie di vita, tra dolori e speranze, gioie e preoccupazioni, accomunate dalla voglia di mantenere il sorriso interagendo con spensieratezza e allegria in questo luogo che per loro diventa unico ed inimitabile. Il motivo? È l’unico posto che le rende delle “sognatrici” in grado di poter costruire un percorso roseo per il futuro proprio e della loro famiglia. Trasmettono una piena determinazione nel realizzare i propri prodotti creativi, continuando, giorno dopo giorno, a credere a ciò che per loro rappresenta una seconda famiglia, quella dei Salesiani.

Marina Profeta, coordinatrice del gruppo, racconta il suo avvicinamento a questa realtà e come vorrebbe vedere l’ampliamento del laboratorio. “Il mio impegno è nato l’estate scorsa, per una scelta mia in quanto futura salesiana cooperatrice – spiega – Questa sartoria rappresenta l’incontro con le donne di questo quartiere, con cui ci vediamo tre volte a settimana e insieme, oltre a lavorare, creare, cerchiamo di socializzare, parlando di quelle problematiche che ci stanno a cuore, la famiglia, il lavoro, i figli. Qui non si sentono giudicate, anzi, condividono insieme le loro paure, le loro aspettative, la voglia di imparare qualcosa per il futuro – prosegue Marina – Ci piacerebbe avvicinarci alle donne migranti che hanno delle esperienze di vita diverse e sono ricche di valori. Possono darci uno scambio interculturale che potrebbe far diventare la nostra realtà una sartoria del mondo”.

Don Domenico Luvarà, Direttore dei Salesiani di Santa Chiara, ricorda l’importanza della loro presenza nell’oratorio: “Riteniamo una delle nostre priorità l’attenzione a queste donne, attraverso il nostro progetto educativo pastorale della Comunità di Santa Chiara. La loro presenza qui è di vitale importanza, in primis, per lavorare di più con i ragazzi, e incidere dal punto di vista educativo e poi per sostenere loro come donne, come mamme, che hanno bisogno anche di essere sostenute e incoraggiate”. Ed è in questo quadro complessivo che il LABMAG diventa di importanza cruciale per “fare comunità”.

Il Mediterraneo 24
InfoANS