Ricerche Storiche Salesiane n° 79

Dal sito InfoANS.

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È stato pubblicato il numero 79, relativo al semestre luglio-dicembre 2022, di “Ricerche Storiche Salesiane” (RSS), la rivista bimestrale di Storia religiosa e civile, pubblicata dall’Istituto Storico Salesiano (ISS).

La rivista accoglie, nel settore STUDI, quattro saggi:

L’articolo Il primo teologato salesiano nazionale in Spagna, El Campello? è il frutto della ricerca di don Fernando Ría García e don Pedro Ruz Delgado. Nella storiografia salesiana spagnola non era del tutto chiaro il ruolo svolto dall’opera salesiana di El Campello (Alicante) nel campo della formazione. Questo articolo intende chiarire l’argomento e il suo ruolo nella formazione teologica dei primi salesiani spagnoli. Con dati precisi dell’archivio centrale, e contando su altre fonti con l’ausilio di un totale di 140 note come apparato critico e la conoscenza dei loro autori, questo lavoro di ricerca chiarisce l’esistenza del primo Teologato Nazionale salesiano in Spagna con sede a Campello. Ne analizza le vicissitudini, i suoi alti e bassi fino alla sua traumatica soppressione nel 1931. La ricerca è articolata in due parti diseguali. Una prima, incentrata sul contesto salesiano e una seconda sulla vita e l’organizzazione del Teologato Nazionale, per concludere con alcune conclusioni finali.

Lo studio di don Aldo Giraudo La fondazione dell’Oratorio di Borgo San Paolo in Torino (1918). Un modello esemplare di azione salesiana nel primo dopoguerraNel dicembre 1918 si inaugurava a Torino l’Oratorio salesiano di Borgo San Paolo, periferia in rapidissima crescita demografica. La popolazione era composta da famiglie di operai immigrati che vivevano in condizioni precarie aggravate dalla guerra. L’inizio dell’opera avveniva alle soglie del “biennio rosso” (1919-1920), un periodo caratterizzato da lotte operaie, scioperi violenti e occupazioni armate di fabbriche. L’articolo collega la narrazione dell’avvio dell’Oratorio sia con le problematiche sociali del momento, sia col dibattito sulla necessità di aggiornare il modello oratoriano tradizionale. Si sentiva l’urgenza di strutturare una proposta formativa articolata in associazioni e circoli, più rispondente ai bisogni delle nuove generazioni. In pochi anni vennero fondati 20 diversi gruppi che coprivano le varie età (inclusi i padri di famiglia) e rispondevano a esigenze diverse. Nel 1925 membri di queste associazioni organizzate erano oltre tremila e l’Oratorio San Paolo risultò un esempio riuscito di rivitalizzazione intelligente e creativa dello spirito, del metodo e della missione oratoriana, riformulata nel nuovo contesto socio-economico e religioso di una città industriale.

La ricerca I disaccordi tra mons. Louis Mathias e don José Luis Carreño da una prospettiva storica è redatta da don Thomas Anchukandam. Con la Bolla Pontificia Ex primaevae ecclesiae di 13 novembre 1952, Papa Pio XII eresse l’arcidiocesi di Madras-Mylapore e nominò mons. Louis Mathias SDB come suo primo arcivescovo. Questo è stato il riconoscimento de facto da parte di Roma che la vitalità dinamica e la crescita significativa della Chiesa cattolica nella città devono molto al contributo incondizionato dei Salesiani di Don Bosco. Tuttavia, il modo apparentemente invasivo con cui l’arcivescovo promuoveva gli interessi dell’Arcidiocesi a scapito di quelli dell’Ispettoria e la sua tendenza a farsi coinvolgere in questioni che rientravano strettamente nella competenza dell’Ispettore, don José Louis Carreño, inevitabilmente portarono a delle divergenze tra questi due architetti delle opere salesiane nel sud dell’India. Questo articolo presenta le questioni più salienti su cui i due non potevano sentirsi d’accordo e le conseguenti controversie che portarono don Carreño a non essere nominato per un secondo mandato come Ispettore, cosa che lo portò alla decisione di lasciare l’Ispettoria nell’anno 1951.

Hendry Selvaraj Dominc è l’autore dell’ultimo articolo di questa sezione, intitolato: Dalla Missione di Madras all’Arcidiocesi di Madras: il protagonismo di mons. Louis Mathias SDB e dei Salesiani di Don Bosco. In esso si legge che il primo gruppo dei Salesiani di don Bosco raggiunse Tanjore, nella regione del Tamil Nadu, Sud dell’India, nel 1906, sotto la guida di don Giorgio Tomatis. Nel 1922, a nome di Propaganda Fide, un secondo gruppo di missionari, composto da 11 salesiani guidati da don Louis Mathias, arrivò nell’Assam, nel Nord-Est dell’India. Questo studio presenta le vicende che precedettero l’affidamento dell’Arcidiocesi di Madras, nel 1928, ai Salesiani di Don Bosco. Questa era, indubbiamente, una delle più importanti sedi arcivescovili nell’India coloniale, e l’incarico affidato a Mons. Louis Mathias era un evidente apprezzamento del suo lavoro pastorale compiuto nell’Assam. Infatti, la Chiesa cattolica in un breve lasso di tempo lo consacrò, nel 1934, primo vescovo di Shillong, e poi, nel 1935, quarto arcivescovo di Madras – il secondo salesiano a diventarne pastore. L’autore ritiene che questo studio porti un contributo significativo alla ricerca storica sull’arcidiocesi di Madras che ebbe un nuovo inizio dalla fusione di due diocesi – Madras e Mylapore – e la successiva nascita dell’arcidiocesi di Madras-Mylapore (1952).

Nel settore FONTI è presentato un testo originale:

L’elaborazione critica della fonte La rabbia marxista con i Salesiani di Malaga (18 luglio 1936 – 8 febbraio 1937), di Antonio Ureña Arroyo, Malaga 1937 è stata realizzata da don Pedro Ruz Delgado. Nel luglio del 1936 la Spagna visse uno dei momenti più traumatici della sua storia contemporanea. Inizia una lunga guerra civile di tre anni che lascerà alle spalle un Paese moralmente e materialmente rovinato con ferite che ancora oggi fanno male, dopo più di ottantacinque anni. Lo studioso presenta la testimonianza di prima mano di un giovane salesiano che visse in prima persona i primi giorni della rivolta militare e dell’assalto al collegio salesiano di Malaga, dopo il quale furono assassinati nove religiosi, e sopravvisse grazie a un generoso protettore. Scritto nei mesi successivi al verificarsi degli eventi e con i ricordi ancora freschi nella memoria, conferisce una carica di emozione ai fatti e ai dettagli narrati. Lo studioso indaga, attraverso l’apparato critico, luoghi, persone ed eventi, trasformando la testimonianza in un documento più comprensibile e chiaro per il lettore. Questo testo con il suo apparato critico, fa rivivere con lucidità alcuni eventi drammatici che aiutano a conoscere – mai a giustificare – l’orrore e la morte che la guerra civile spagnola ha significato in una città che tanto ha sofferto come Malaga, “la città martire”.

Nel settore PROFILI viene presentato un saggio di Michael Mendl, Father Arthur J. Lenti, SDB (1923-2022).

Nel settore NOTA vi sono due contributi. Il primo è di Morand Wirth: Une biographie du Pere Rene-Marie Picron (1906-1991). Il secondo di Paolo Alfieri: Nota sul volume di Michal Vojtáš: Pedagogia salesiana dopo don Bosco. Dalla prima generazione fino al sinodo sui giovani (1888-2018).

Nel settore RECENSIONI sono state recensite pubblicazioni sugli argomenti relativi alle personalità ed all’attività salesiane:

Giovanni Caputa, Simone Srugi (1877-1943) Nella storia di Betgamãl. Gerusalemme, STS Publications 2020; Józef Nęcek, Historia salezjanina – lata 1916-1972 [Storia del salesiano – anni 1916-1972]. Redattore e editore Waldemar Witold Żurek. Lublin, Bonus Liber Wydawnictwo i drukarnia Diecezji Rzeszowskiej 2020; Francesca Caggiano, Il sogno della Fraternità. Biografia del venerabile don Felice Canelli. San Severo 2022; Jan Pietrzykowski, Salezjanie w Łodzi przy ul. Wodnej (1922-2022). Odpowiedź na zapotrzebowanie społeczeństwa i Kościoła lokalnego [Salesiani a Łódź in via Wodna (1922-2022). Una risposta ai bisogni della società e della Chiesa locale]. Łomianki, Wydawnictwo LTW 2022.

Nel settore SEGNALAZIONI si presenta il seguente volume:

Eusebio M. Vismara, Cronaca del Pontificio Ateneo Salesiano. I. Le origini. Il sorgere dell’“idea”, la nascita e il primo anno accademico (1940-41). Roma, LAS 2020.

Torino: Comunità educanti, inizia la “fase due” – Vita

La rivista “Vita” ha dedicato un articolo, a cura di Sara De Carli, alla realtà educativa della Casa Salesiana Michele Rua di Barriera di Milano, a Torino, che con il progettoBarriera oggi” mette al centro il prendersi cura di chi cura. Di seguito un estratto dell’articolo.

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Comunità educanti, inizia la “fase due”

Dal lavoro di rete al lavoro di comunità: è questo il passaggio da fare oggi nelle comunità educanti secondo don Stefano Mondin, salesiano che opera nel quartiere più multietnico di Torino. “Barriera oggi” è uno dei 152 progetti selezionati da Con i Bambini con un bando da 14,5 milioni di euro che mette al centro il prendersi cura di chi cura, perché l’impatto lo fanno i progetti ma anche i soggetti. Marco Rossi-Doria, il presidente: «Ma l’infrastrutturazione sociale non nasce per autopoiesi»

Barriera di Milano, a Torino, è un quartiere in cui bambini e adolescenti trovano gli stessi input sia per una vita sana sia per una vita borderline. Il bivio è lì, davanti a tutti e tutti devono scegliere che strada imboccare. Don Stefano Mondin è presidente del Comitato Salesiani per il Sociale del Piemonte nonché direttore della Casa Salesiana Michele Rua che a Barriera opera da cento anni. Da qui passano 2mila ragazzi ogni anno, dalle scuole all’oratorio, dai maker lab di falegnameria, sartoria e robotica aperti al territorio fino ai percorsi di formazione professionale “non convenzionale” che stanno immaginando per chi dentro la scuola – quale che sia – non riesce a stare.

L’innovazione sta nel passare dal lavoro in rete al lavoro in comunità. C’è un’enorme differenza. Dobbiamo uscire dalla logica dell’iperspecializzazione degli ambiti, del “passarsi” le persone che si seguono senza far percepire alle persone che c’è una progettualità unica. Vuol dire superare l’idea che una persona ci interessa finché c’è un progetto, ma quando termina il progetto basta. Noi non offriamo servizi, costruiamo progetti con le persone. Va in questa direzione per esempio l’idea di mettere a disposizione uno spazio per i giovani facendo insieme a loro la fatica di capire cosa fare di questo luogo.

don Stefano Mondin

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Italia – Don Alberto Maria De Agostini l’ultimo esploratore della “fine del mondo”

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – “Don Alberto Maria De Agostini l’ultimo esploratore della ‘fine del mondo’” è il titolo del volume che il curatore don Francesco Motto, SDB, manda in libreria in occasione della festa di Don Bosco, edito dalla LAS di Roma. Si tratta degli Atti del Convegno promosso dall’Istituto Storico Salesiano e tenutosi all’UPS a fine aprile 2022, valorizzati da un inserto fotografico di grande interesse.

Nell’ambito della storiografia salesiana il volume costituisce quasi un’assoluta novità: la quindicina di redattori dei contributi in esso presenti sono praticamente tutti laici, esterni al mondo salesiano, e tutti professori universitari o Direttori di musei e di Centri Nazionali di studi. Dunque uomini di cultura che si sono impegnati a presentare alcune delle molteplici sfaccettature del salesiano forse più famoso dell’America meridionale, non a caso chiamato anche “don Patagonia: un diligente cartografo per nascita, un provetto scalatore ed esperto fotografo per eredità territoriale, un buon sacerdote per vocazione, un generoso missionario per scelta, un intrepido esploratore della Patagonia e Terra del Fuoco, un valido promotore turistico, con eccellenti doti di naturalista, etnologo, scrittore, cineasta.

In quella terra della “fine del mondo” sognata da Don Bosco, don De Agostini, con dieci traversate transatlantiche, portò a termine spedizioni di grande valore scientifico scalando coraggiosamente decine di montagne per lo più coperte di neve e ghiaccio, attraversando foreste vergini inesplorate, navigando in acque tumultuose, percorrendo a piedi, a cavallo, su carri, migliaia di chilometri di impervi ed inesplorati terreni, il tutto affrontato con penuria di mezzi e tra incredibili difficoltà climatiche.

Per 50 anni (1910-1960), equamente divisi fra Italia e Argentina-Cile, intrecciò lunghe escursioni con giornate di lavoro a tavolino, alternò esplorazioni scientifiche e pubblicazioni con attività educative e sacerdotali, intercalò solitudini assolute con la vita comunitaria. Attraverso libri, conferenze, fotografie e documentari mise sulla mappa del pianeta l’ultimo lembo di terra ignoto all’umanità – prima che gli aerei lo potessero facilmente sorvolare – e tramandò alle future generazioni vedute naturali e volti di popolazioni indigene prima che scomparissero: le une per il surriscaldamento climatico, gli altri per violenti contatti con la “civiltà ed il progresso” degli invasori occidentali.

Il volume verrà prossimamente presentato a Roma e successivamente a Torino-Valdocco, dove sarà pure ri-allestita ed arricchita la mostra già esposta nel corso del convegno romano.

 

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RMG – Una nuova edizione del “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF): “L’amore costruisce la pace e la solidarietà”

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Dopo il grande successo della prima edizione del “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), realizzato in tutto il mondo nel novembre del 2021, il Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana ha deciso di proporre una seconda edizione del festival cinematografico giovanile salesiano di livello mondiale, finalizzata anche in questo caso a riunire e coinvolgere i giovani di tutto il mondo, e specialmente questa volta quelli degli ambienti salesiani, per essere portatori di un messaggio di pace e di speranza ed essere protagonisti del cambiamento di cui il mondo ha bisogno. “L’amore costruisce la pace e la solidarietà” è il motto guida di quest’edizione, che si realizzerà concretamente il 13-14 ottobre 2023.

La prima edizione del DBGYFF è stata ritenuta da tutti un significativo successo: con il tema “Mossi dalla speranza”, ha ricevuto 1.686 opere da 116 Paesi, che sono state visionate dai 100 membri della Giuria Preliminare (tra cui molti salesiani) provenienti da diverse parti del mondo, e successivamente dai membri della Grande Giuria, che hanno selezionato una lista ristretta di opere e hanno poi decretato i vincitori dei premi. Il festival è stato organizzato in 260 località di 50 Paesi, ed è stato davvero una voce globale che ha fatto risuonare nel mondo il nome di Don Bosco, la Gioventù e la Speranza.

“Dopo la valutazione e il discernimento fatti al termine della prima edizione del DBGYFF, abbiamo deciso di rendere annuale quest’iniziativa – ha spiegato don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale –. Essa, infatti, offre un’opportunità d’oro: per i nostri giovani, di incontrarsi ed esprimersi, generando in loro tanto entusiasmo, energia e corresponsabilità; per i nostri salesiani, di accompagnare, guidare e motivare i giovani nella loro ricerca creativa; e per riunire i membri della Famiglia Salesiana, e far conoscere il nome di Don Bosco e la nostra missione per i giovani in tutto il mondo”.

In questa seconda edizione, che sarà sostenuta, come la prima, dalla Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, sono state previste due diverse categorie di iscritti: gli Juniores (14-19 anni) e i Seniores (20-25 anni), tutti appartenenti alle realtà della Famiglia Salesiana (scuole, Centri di Formazione Professionale, Istituti di Educazione Superiore, Parrocchie, Oratori…).

“La prima edizione è stata proposta a livello globale per definirci di fronte a tutti, ed era aperta a tutto il mondo. Questa seconda edizione vuole essere un viaggio ad intra, ripensata in modo specifico per il mondo salesiano, per avvicinare i giovani delle nostre case e istituzioni” ha affermato il Direttore del Festival, don Harris Pakkam.

Che poi ha proseguito individuando le finalità del DBGYFF 2023: “Vogliamo arrivare a dialogare con i giovani del mondo salesiano, con i loro linguaggi, e coinvolgerli nella trasformazione della società; incoraggiarli ad esprimere il loro talento e a creare contenuti visivi sul tema; e formare e motivare i giovani a diventare apostoli e ambasciatori d’amore”.

Come dati tecnici, anche quest’anno potranno partecipare cortometraggi (fino a 5 minuti di durata) di qualsiasi genere (video musicali, documentari, commedie, film muti, d’animazione…). E quale ulteriore incentivo alla partecipazione, saranno assegnati 100.000 euro complessivi ai vincitori. Verranno premiati i migliori corti a livello globale (10 premi da 2.000 euro), e i migliori a livello regionale (10 premi da 1.000 euro per le sette Regioni salesiane), e ci saranno anche 100 premi locali.

Anche il meccanismo di selezione dei corti è stato affinato, sulla base della prima edizione: ogni équipe regionale giudicherà i film dell’area geografica di pertinenza e premierà i migliori 10. Inoltre, i 25 film ritenuti migliori in ogni regione saranno ammessi alla competizione di livello globale per essere sottoposti al voto della giuria globale.

Inoltre, la stessa organizzazione del festival sarà significativa e fruttuosa per la Congregazione, la Famiglia Salesiana e i giovani: “L’esperienza di sinergia e di lavoro in rete deve essere vista come un frutto reale di quest’iniziativa tra i giovani, i Salesiani delle Ispettorie e la Famiglia Salesiana… Questo nuovo progetto contribuirà in modo tangibile alla trasformazione della società e che avrà dei risvolti molto positivi tra i giovani” ha concluso con entusiasmo don Mendes.

Per ulteriori informazioni sul festival è possibile scrivere a: dbgyff@sdb.org o visitare il sito: https://www.dbgyff.com

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ANS – Una nuova pubblicazione salesiana: il “Bollettino Salesiano OnLine”

Pubblicato oggi, 31 gennaio 2023, il “Bollettino Salesiano OnLine”, un progetto del Rettor Maggiore in sette lingue unicamente online, che fungerà da rivista mensile per continuare una tradizione che viene dai tempi di Don Bosco.

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Dalla notizia ANS:

Domani, 31 di gennaio, nella Festa di San Giovanni Bosco, sarà lanciata una nuova pubblicazione ufficiale della Congregazione Salesiana, denominata “Bollettino Salesiano OnLine”. È un progetto del Rettor Maggiore e sarà pubblicato in sette lingue unicamente online, come afferma anche il nome.

Avrà il suo ruolo al fianco gli altri canali salesiani di comunicazione. Se il sito sdb.org è il sito istituzionale della Congregazione e il sito infoans.org dell’Agenzia iNfo Salesiana (ANS) offre notizie quotidiane, il sito del Bollettino Salesiano OnLine (BSOL) sarà una rivista mensile che continuerà una tradizione che viene dai tempi di Don Bosco.

È una ripresa delle indicazioni del santo fondatore che, infatti, nel Capitolo Superiore del 17 settembre 1885, aveva stabilito alcuni aspetti fondamentali per il Bollettino Salesiano:

“Il Bollettino non dev’essere un foglio particolare per ciascuna regione, come Francia, Spagna, Italia ecc., ma dev’essere l’organo generale di tutte queste regioni, cioè dell’Opera salesiana non in particolare, ma in generale. Le notizie siano raccolte in modo che tutte le regioni diverse vi abbiano interesse e che tutte le edizioni in varie lingue siano identiche. Per questo fine in tutte le varie lingue siano stampati nella casa madre, perché così si darà l’indirizzo uguale a tutti”. (MB XVII,668)

Se all’inizio Don Bosco parlava di alcuni Paesi, oggi la Congregazione Salesiana è presente in 135 nazioni nel mondo. La tecnologia odierna permette di arrivare a comunicare in tempo reale in un modo impensabile fino pochi anni fa. Avere la possibilità di usare questi strumenti per trasmettere il carisma salesiano è una grande opportunità che non va tralasciata. Si parte con le lingue più diffuse nella Congregazione: inglese, italiano, spagnolo, francese, portoghese, polacco, tedesco. Per le altre lingue si potranno usare – per adesso – i servizi gratuiti di traduzione dei siti web (la procedura è indicata anche nel nuovo sito).

Qual è il suo scopo? Nient’altro che quello definito nell’articolo 41 dei Regolamenti salesiani:

“Il Bollettino salesiano, fondato da Don Bosco, diffonde la conoscenza dello spirito e dell’azione salesiana, specialmente di quella missionaria ed educativa. Si interessa ai problemi dei giovani, incoraggia la collaborazione e cerca di suscitare vocazioni. È inoltre uno strumento di formazione e un vincolo di unità per i vari gruppi della Famiglia Salesiana. Viene redatto secondo le direttive del Rettor Maggiore e del suo Consiglio in varie edizioni e lingue.”

E quale sarebbe lo spirito salesiano? Un’imparziale definizione la ricordiamo proprio dai tempi di Don Bosco da parte del Cardinale Lucido Maria Parocchi, Vicario di Sua Santità, alla fine di una conferenza ai Salesiani Cooperatori nella chiesa di Santa Francesca Romana tenuta da Don Bosco l’8 maggio 1884.

«Che cosa, dunque, di speciale vi sarà nella Congregazione Salesiana? Quale sarà il suo carattere, la sua fisionomia? Se ne ho ben compreso, se ne ho bene afferrato il concetto, se non mi fa velo all’intelligenza, il suo scopo, il suo carattere speciale, la sua fisionomia, la sua nota essenziale, è la Carità esercitata secondo le esigenze del nostro secolo: Nos credidimus caritati; Deus caritas est, e si rivela per mezzo della Carità. Il secolo presente soltanto colle opere di Carità può essere adescato, e tratto al bene.

Il mondo ora null’altro vuole conoscere e conosce, fuorché le cose materiali; nulla sa, nulla vuol sapere delle cose spirituali. Ignora le bellezze della fede, disconosce le grandezze della religione, ripudia le speranze della vita avvenire, rinnega lo stesso Iddio. Potrà un cieco giudicar dei colori, un sordo intendere le sublimi armonie di un Beethoven o di un Rossini, un cretino giudicar delle bellezze di un’arte? Così è il secolo presente: cieco, sordo, senza intelligenza per le cose di Dio e per la Carità. Questo secolo comprende della Carità soltanto il mezzo e non il fine ed il principio. Sa fare l’analisi di questa virtù, ma non sa comporne la sintesi. Animalis homo non percipit quae sunt spiritus Dei; così S. Paolo. Dite agli uomini di questo secolo: Bisogna salvare le anime che si perdono, è necessario istruire coloro che ignorano i principii della religione, è uopo far elimosina per amor di quel Dio, che un giorno premierà largamente i generosi; e gli uomini di questo secolo non capiscono.

Bisogna dunque adattarsi al secolo, il quale vola terra terra. Ai pagani Dio si fa conoscere per mezzo della legge naturale; si fa conoscere agli Ebrei col mezzo della Bibbia; ai Greci scismatici per mezzo delle grandi tradizioni dei Padri; ai Protestanti per mezzo del Vangelo: al secolo presente si fa conoscere colla CaritàNos credidimus caritati.

Dite a questo secolo:

Vi tolgo i giovani dalle vie perché non siano colti sotto i tramvai, perché non cadano in un pozzo; li ritiro in un ospizio perché non logorino la loro fresca età nei vizi e nei bagordi; li raduno nelle scuole per educarli perché non diventino il flagello della società, non cadano in una prigione; li chiamo a me e li vigilo perché non si cavino gli occhi gli uni gli altri, e allora gli uomini di questo secolo capiscono ed incominciano a credere: Et nos cognovimus et credidimus caritati, quam habet Deus in nobis.» (MB XVII, 94-95)

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All’Università Salesiana di Roma convengo: “Sport e Terzo Settore. Opportunità e prospettive tra le due riforme”

Pubblichiamo un comunicato stampa dell’Università pontificia salesiana di Roma.

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Sabato 28 gennaio (dalle 9:30 alle 13:00), l’Università Pontificia Salesiana di Roma promuove una mattinata dedicata alle novità delle due riforme attualmente in corso per gli enti sportivi. Il 2023 è un anno denso di cambiamenti per il mondo del non profit, specie per quello sportivo: da un lato la riforma del Terzo settore, con il popolamento e definitivo assestamento del Registro unico  nazionale e il nuovo impianto fiscale. Dall’altro, l’approvazione della riforma dello Sport che riorganizza e revisiona la disciplina degli enti sportivi professionistici e dilettantistici, oltreché in tema di lavoro sportivo. È proprio quest’ultima Riforma il focus principale dell’evento, nel quale ci sarà l’opportunità di approfondire il tema grazie al parterre di ospiti e relatori.

Il convegno, moderato dalla giornalista e conduttrice Rai Simona Rolandi, si svolge in presenza nell’Aula Paolo VI dell’Università (Roma, Piazza dell’Ateneo Salesiano 1).
Intervengono:
 Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico Università Pontificia Salesiana
 Giovanni Malagò, Presidente CONI
 Luca Pancalli, Presidente Comitato Italiano Paralimpico (CIP)
 Daniele Leodori, Presidente in pectore Regione Lazio
 Stefano Zamagni, Docente di Economia Politica Università di Bologna
 Gabriele Sepio, Avvocato, Segretario Generale Fondazione Terzjus

Significativa la partecipazione di esperti e professionisti del mondo dello sport:
 Andrea Mancino, Coordinatore della Commissione fiscale CONI
 Patrizia Claps, Direttrice centrale PF LA ENC Agenzia delle Entrate
 Olga Pirone, Magistrato e Consigliere della Corte di Appello Roma
 Francesco Pastorella, Sustainability & Community Relations Department Director AS Roma
 Gabriella Bascelli, Presidente Fondazione Lazio
 Giacomo Sintini, ex pallavolista e Presidente dell’Associazione Giacomo Sintini
 Cristina Chiuso, Vicepresidente Confsport Italia ed ex nuotatrice Nazionale italiana femminile
 Ciro Bisogno, Presidente Polisportive giovanili salesiane APS

Il convegno è in continuità con quello promosso dall’Università Salesiana lo scorso 26 febbraio (“La riforma del Terzo Settore. Prospettive per lo sviluppo dell’economia sociale”), che ha  riscontrato una grandissima partecipazione e interesse.

La nostra Università – che persegue già nella propria mission le tematiche legate al non profit, Terzo Settore e Sport – desidera ampliare e rinnovare i propri orizzonti, approfondendo da un lato gli aspetti della riforma nei vari ambiti di applicazione, dall’altro diventare un punto di riferimento per la formazione e l’aggiornamento di tutti quei professionisti che operano nel mondo del non profit.

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Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa: Comunicare col cuore in un tempo di contrapposizioni

Da Vatican News, un articolo per il messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio.

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di Adriana Masotti

“Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”. E’ un passaggio di estrema attualità contenuto nel Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio. Il Papa si rivolge in modo particolare agli operatori della comunicazione ma osserva che l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” è responsabilità di ciascuno.

Il tema si collega idealmente a quello del 2022, che invitava all’ascolto e a quello precedente che esortava a “andare e vedere” quali condizioni per una buona comunicazione. Questa volta il Papa vuol soffermarsi sul “parlare con il cuore”. Il cuore è infatti ciò che muove all’accoglienza, al dialogo e alla condivisione, innescando una dinamica che Francesco definisce come quella del “comunicare cordialmente”. L’accoglienza dell’altro è ciò che permette, dopo l’ascolto, di “parlare seguendo la verità dell’amore”. Scrive:

Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore. Perché “il programma del cristiano – come scrisse Benedetto XVI – è ‘un cuore che vede’”. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro.

Parlare con il cuore significa lasciar intravedere la partecipazione “alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, afferma il Papa. E’ un appello che interpella particolarmente chi comunica in un contesto oggi “così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità”.

Papa Francesco indica l’esempio di un comunicatore con il cuore nel “misterioso Viandante che dialoga con i discepoli diretti a Emmaus”: parlando con amore, Gesù accompagna “il cammino del loro dolore”, rispettando i loro tempi di comprensione. Il Papa scrive ancora:

In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità.

Questo richiamo interpella in modo particolare i cristiani, prosegue Francesco, dalla cui bocca “non dovrebbero mai uscire parole cattive”, ma solo parole capaci di fare del bene agli altri e di scalfire anche i “cuori più induriti”. E’ la “forza gentile dell’amore” che il Papa indica, invitando a ripensare alle sue conseguenze sociali:

Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di “galateo”, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono.

Di san Francesco di Sales, dottore della Chiesa, vescovo di Ginevra in un tempo di accese dispute con i calvinisti e proclamato da Pio XI patrono dei giornalisti cattolici, Francesco dice che “il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio”. Per il santo la comunicazione era un “riflesso dell’animo” e una manifestazione di amore. Noi “siamo ciò che comunichiamo” ci ricorda e il suo insegnamento, osserva il Papa, appare “controcorrente” in un tempo in cui spesso la comunicazione viene strumentalizzata. I suoi scritti suscitano una lettura “sommamente piacevole, istruttiva, stimolante” dice Papa Francesco citando le parole di san Paolo VI e poi commenta:

Se guardiamo oggi al panorama della comunicazione, non sono proprio queste le caratteristiche che un articolo, un reportage, un servizio radiotelevisivo o un post sui social dovrebbero soddisfare? Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive.

“Parlare con il cuore”, il tema di questa Giornata mondiale si inserisce nel processo sinodale che la Chiesa sta vivendo e Papa Francesco osserva che l’ascolto reciproco è il dono più prezioso che possiamo farci. C’è tanto bisogno, scrive, di un linguaggio “secondo lo stile di Dio, nutrito di vicinanza, compassione e tenerezza”. E descrive il suo sogno:

Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale.

Il Papa guarda ancora al contesto di conflitto globale che stiamo vivendo e ribadisce quanto sia necessaria, “una comunicazione non ostile” per promuovere una “cultura di pace” capace di “superare l’odio e l’inimicizia”. L’escalation bellica che oggi l’umanità teme, scrive Francesco, “va frenata quanto prima anche a livello comunicativo” perché le parole spesso si tramutano in azioni belliche di efferata violenza”. E, dunque, insiste:

Abbiamo bisogno di comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori. (…) Va rifiutata ogni retorica bellicistica, così come ogni forma propagandistica che manipola la verità, deturpandola per finalità ideologiche. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli.

Il messaggio di Papa Francesco si conclude sottolineando che lo sforzo di “trovare le parole giuste” per costruire “una civiltà migliore” è richiesto a tutti, ma in particolare è una responsabilità affidata agli operatori della comunicazione e per loro invoca il Signore perché con la loro professione improntata alla “verità nella carità”, possano aiutare a riscoprirci fratelli e sorelle e a “sentirci custodi gli uni degli altri”.

Incontro europeo dei Coordinatori Ispettoriali delle Scuole: lo scopo della scuola è trasformare gli specchi in finestre

Dall’articolo di ANS – Europa

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Il 17 gennaio si sono riuniti i Coordinatori Ispettoriali delle scuole dei Salesiani di Don Bosco in Europa, convocati da don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, e Antonio Rodríguez López, Coordinatore della “Commissione Scuola Salesiana Europa-Coordinamento SDB”.

L’incontro è iniziato con una motivazione al lavoro in rete, al fine di condividere valori e sforzi nel mondo dell’innovazione e avere una visione rigorosa di ciò che l’apprendimento reale comporta per ogni studente in classe nel quotidiano. La scuola salesiana, è stato osservato nella circostanza, non è solo impegnata a migliorare il rendimento scolastico e lo spessore educativo-pastorale: trasforma gli specchi in finestre, cioè aiuta i giovani a conoscere e a formarsi per aprirsi al futuro.

Durante l’incontro ai Delegati è stata consegnata la Carta d’Identità della Scuola Salesiana, in 6 lingue.

In secondo luogo, si è svolta un’ampia riflessione sui risultati globali e nazionali dell’“Educobarometro”: un questionario di ricerca condotto con i membri delle équipe Direttive delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale d’Europa.

Tra le conclusioni emerse e discusse dall’équipe, si segnala in primo luogo che sarebbe importante che le équipe di gestione potessero dedicare più tempo alla pianificazione e al sostegno degli studenti e delle loro famiglie, riducendo il tempo dedicato a compiti organizzativi e burocratici. Si dovrebbe pertanto prendere in considerazione la ridistribuzione delle funzioni.

Inoltre, dovrebbero essere progettati dei corsi di formazione per facilitare lo sviluppo delle capacità di leadership e di coordinamento dei gruppi, con attenzione ai progetti interdisciplinari, alle metodologie innovative e al benessere emotivo degli insegnanti. Per questi ultimi, si dovrebbero incoraggiare incontri, dibatti, comunicazioni e informazioni per creare un clima di sostegno e fiducia per il loro sviluppo personale e professionale.

Il messaggio trasmesso dai gruppi dirigenti sembra andare nella direzione di rafforzare l’identità salesiana. E potrebbe essere un buon approccio quello di collegare l’identità salesiana con alcune delle principali aree di interesse delle équipe direttive e docenti, come l’innovazione pedagogica, l’inclusione educativa o il benessere emotivo.

La proposta principale per migliorare la qualità delle scuole, in definitiva, è un insegnamento più attivo, cooperativo e basato su progetti.

L’impegno per un’educazione inclusiva si basa in larga misura sul sostegno delle équipe di gestione, così come sull’accompagnamento degli alunni e sulla cura del rapporto con le famiglie.

Da ultimo è stato ricordato che temi e conclusioni di questo raduno verranno ripresi in futuro con le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA).

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Strenna 2023: presentazione PDF disponibile

Dall’agenzia ANS.

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Per facilitare la lettura e la presentazione della Strenna del Rettor Maggiore per il 2023 – “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA D’OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco” – e per evidenziare alcuni dei suoi nuclei essenziali, viene messa a disposizione di tutti gli interessati una presentazione in 5 lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese). È stata ideata da una insegnante del Liceo salesiano di Torino Valsalice, la prof.ssa Elena Cristino, membro della Famiglia Salesiana.

Divisa in 14 segmenti, la presentazione parte dal chiarimento di cosa è il lievito e di quali ingredienti siano necessari per produrre la pasta, per addentrarsi poi sulle tematiche più pertinenti per la Famiglia Salesiana e la sua opera educativa ed evangelizzatrice. Essa rintraccia anche il cammino già percorso con le Strenne degli ultimi anni e individua gli ambiti e gli impegni cui laici e consacrati sono chiamati a rispondere insieme.

La presentazione è accessibile e scaricabile in formato PDF, cliccando sugli hyperlink corrispondenti: IT – EN – ES – FR – PT.

Essa può essere uno strumento utile come introduzione al testo della Strenna o come materiale per l’animazione, ma soprattutto vale quale incentivo alla lettura personale del messaggio integrale del Rettor Maggiore, disponibile qui su ANS nelle varie lingue.

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RMG – Strenna 2023: il video disponibile in 33 lingue

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Del messaggio della Strenna, il video che lo accompagna è divenuto negli ultimi anni una delle principali risorse di divulgazione. Merito certamente della forza delle immagini in movimento, così come della sintesi concettuale operata dal Rettor Maggiore e dall’équipe che lo coadiuva, ma anche della capillare diffusione del video in molte lingue. Su ANSChannel è possibile trovare il video della Strenna per il 2023 in 33 diversi idiomi.

La Strenna per quest’anno mette al centro i laici e il loro ruolo nella Famiglia Salesiana, come costruttori del Regno di Dio al servizio del prossimo – chiunque esso sia nella grande famiglia umana. È un tema, peraltro, in perfetta sintonia con la stagione ecclesiale che sta vivendo la Chiesa, di riscoperta della sua dimensione sinodale, di popolo che cammina insieme. E non a caso, afferma il Rettor Maggiore nell’apertura del suo messaggio: “L’essere insieme come popolo di Dio (laós = popolo, da cui laico, cioè membro del popolo) per il bene dei giovani dall’Est all’Ovest del globo, dal Sud al Nord, è in piena sintonia con quanto la Chiesa chiede insistentemente da tempo, ed è ciò di cui il nostro mondo così frammentato ha sempre più bisogno”.

Nel video, girato nel Teatro Grande di Valdocco, il Rettor Maggiore interagisce con laici e giovani e ribadisce la necessità della collaborazione tra laici e religiosi per la costruzione del Regno di Dio, una realtà che, come il lievito, è apparentemente piccola, ma che nelle mani di Dio può fare tantissimo nella realtà concreta di tante persone.

Attraverso lo scorrere delle immagini appare chiaro come l’obiettivo ultimo dell’azione di Don Bosco – la salvezza dei ragazzi e trasformazione della società – oggi nella Famiglia Salesiana avviene già in molti casi grazie al lavoro di tanti laici: come il rapper messicano Eric Ponce, che canta per l’educazione dei ragazzi di strada di Ciudad Juárez; o Giovanna Bruno, Salesiana Cooperatrice e Sindaco di Andria, che ha scelto come suo motto per l’impegno politico il “le persone al centro”.

“C’è bisogno dello sguardo dei laici” ricorda il Rettor Maggiore nel video, per santificare il mondo dal di dentro; e cita poi tanti esempi di santità laicale: Attilio Giordani, Dorotea Chopitea, i martiri di Poznan, Mamma Margherita e ovviamente Artemide Zatti, salesiano canonizzato lo scorso anno proprio per il suo impegno laicale tra i sofferenti. Accettare e trasformare la realtà presente; essere umani portatori di umanità; e infine vivere la santità: seguendo le tre linee del video, ecco ciò a cui tutti sono invitati.

Il video della Strenna, realizzato quest’anno da “IME COMUNICAZIONE”, è pensato per l’animazione delle comunità e dei gruppi della Famiglia Salesiana di tutto il mondo, ed è attualmente disponibile in rete su ANSChannel in 33 lingue. Tale varietà linguistica è stata possibile solo grazie al lavoro professionale e qualificato di molte persone in diverse nazioni del mondo, che, sotto il coordinamento dell’ANS,  hanno reso possibile con il loro impegno una simile pervasività della voce e dei pensieri del Rettor Maggiore. A tutte loro va il grazie sentito della Famiglia Salesiana.

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