Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, il Papa: Comunicare col cuore in un tempo di contrapposizioni

Da Vatican News, un articolo per il messaggio del Papa in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio.

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di Adriana Masotti

“Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile. Abbiamo bisogno di comunicatori coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori”. E’ un passaggio di estrema attualità contenuto nel Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023 che quest’anno si celebrerà domenica 21 maggio. Il Papa si rivolge in modo particolare agli operatori della comunicazione ma osserva che l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” è responsabilità di ciascuno.

Il tema si collega idealmente a quello del 2022, che invitava all’ascolto e a quello precedente che esortava a “andare e vedere” quali condizioni per una buona comunicazione. Questa volta il Papa vuol soffermarsi sul “parlare con il cuore”. Il cuore è infatti ciò che muove all’accoglienza, al dialogo e alla condivisione, innescando una dinamica che Francesco definisce come quella del “comunicare cordialmente”. L’accoglienza dell’altro è ciò che permette, dopo l’ascolto, di “parlare seguendo la verità dell’amore”. Scrive:

Non dobbiamo temere di proclamare la verità, anche se a volte scomoda, ma di farlo senza carità, senza cuore. Perché “il programma del cristiano – come scrisse Benedetto XVI – è ‘un cuore che vede’”. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Questo porta chi ascolta a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda, al punto da arrivare a sentire nel proprio cuore anche il palpito dell’altro. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro.

Parlare con il cuore significa lasciar intravedere la partecipazione “alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, afferma il Papa. E’ un appello che interpella particolarmente chi comunica in un contesto oggi “così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità”.

Papa Francesco indica l’esempio di un comunicatore con il cuore nel “misterioso Viandante che dialoga con i discepoli diretti a Emmaus”: parlando con amore, Gesù accompagna “il cammino del loro dolore”, rispettando i loro tempi di comprensione. Il Papa scrive ancora:

In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità.

Questo richiamo interpella in modo particolare i cristiani, prosegue Francesco, dalla cui bocca “non dovrebbero mai uscire parole cattive”, ma solo parole capaci di fare del bene agli altri e di scalfire anche i “cuori più induriti”. E’ la “forza gentile dell’amore” che il Papa indica, invitando a ripensare alle sue conseguenze sociali:

Ne facciamo esperienza nella convivenza civica dove la gentilezza non è solo questione di “galateo”, ma un vero e proprio antidoto alla crudeltà, che purtroppo può avvelenare i cuori e intossicare le relazioni. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono.

Di san Francesco di Sales, dottore della Chiesa, vescovo di Ginevra in un tempo di accese dispute con i calvinisti e proclamato da Pio XI patrono dei giornalisti cattolici, Francesco dice che “il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio”. Per il santo la comunicazione era un “riflesso dell’animo” e una manifestazione di amore. Noi “siamo ciò che comunichiamo” ci ricorda e il suo insegnamento, osserva il Papa, appare “controcorrente” in un tempo in cui spesso la comunicazione viene strumentalizzata. I suoi scritti suscitano una lettura “sommamente piacevole, istruttiva, stimolante” dice Papa Francesco citando le parole di san Paolo VI e poi commenta:

Se guardiamo oggi al panorama della comunicazione, non sono proprio queste le caratteristiche che un articolo, un reportage, un servizio radiotelevisivo o un post sui social dovrebbero soddisfare? Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive.

“Parlare con il cuore”, il tema di questa Giornata mondiale si inserisce nel processo sinodale che la Chiesa sta vivendo e Papa Francesco osserva che l’ascolto reciproco è il dono più prezioso che possiamo farci. C’è tanto bisogno, scrive, di un linguaggio “secondo lo stile di Dio, nutrito di vicinanza, compassione e tenerezza”. E descrive il suo sogno:

Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale.

Il Papa guarda ancora al contesto di conflitto globale che stiamo vivendo e ribadisce quanto sia necessaria, “una comunicazione non ostile” per promuovere una “cultura di pace” capace di “superare l’odio e l’inimicizia”. L’escalation bellica che oggi l’umanità teme, scrive Francesco, “va frenata quanto prima anche a livello comunicativo” perché le parole spesso si tramutano in azioni belliche di efferata violenza”. E, dunque, insiste:

Abbiamo bisogno di comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori. (…) Va rifiutata ogni retorica bellicistica, così come ogni forma propagandistica che manipola la verità, deturpandola per finalità ideologiche. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli.

Il messaggio di Papa Francesco si conclude sottolineando che lo sforzo di “trovare le parole giuste” per costruire “una civiltà migliore” è richiesto a tutti, ma in particolare è una responsabilità affidata agli operatori della comunicazione e per loro invoca il Signore perché con la loro professione improntata alla “verità nella carità”, possano aiutare a riscoprirci fratelli e sorelle e a “sentirci custodi gli uni degli altri”.

Incontro europeo dei Coordinatori Ispettoriali delle Scuole: lo scopo della scuola è trasformare gli specchi in finestre

Dall’articolo di ANS – Europa

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Il 17 gennaio si sono riuniti i Coordinatori Ispettoriali delle scuole dei Salesiani di Don Bosco in Europa, convocati da don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, e Antonio Rodríguez López, Coordinatore della “Commissione Scuola Salesiana Europa-Coordinamento SDB”.

L’incontro è iniziato con una motivazione al lavoro in rete, al fine di condividere valori e sforzi nel mondo dell’innovazione e avere una visione rigorosa di ciò che l’apprendimento reale comporta per ogni studente in classe nel quotidiano. La scuola salesiana, è stato osservato nella circostanza, non è solo impegnata a migliorare il rendimento scolastico e lo spessore educativo-pastorale: trasforma gli specchi in finestre, cioè aiuta i giovani a conoscere e a formarsi per aprirsi al futuro.

Durante l’incontro ai Delegati è stata consegnata la Carta d’Identità della Scuola Salesiana, in 6 lingue.

In secondo luogo, si è svolta un’ampia riflessione sui risultati globali e nazionali dell’“Educobarometro”: un questionario di ricerca condotto con i membri delle équipe Direttive delle Scuole e dei Centri di Formazione Professionale d’Europa.

Tra le conclusioni emerse e discusse dall’équipe, si segnala in primo luogo che sarebbe importante che le équipe di gestione potessero dedicare più tempo alla pianificazione e al sostegno degli studenti e delle loro famiglie, riducendo il tempo dedicato a compiti organizzativi e burocratici. Si dovrebbe pertanto prendere in considerazione la ridistribuzione delle funzioni.

Inoltre, dovrebbero essere progettati dei corsi di formazione per facilitare lo sviluppo delle capacità di leadership e di coordinamento dei gruppi, con attenzione ai progetti interdisciplinari, alle metodologie innovative e al benessere emotivo degli insegnanti. Per questi ultimi, si dovrebbero incoraggiare incontri, dibatti, comunicazioni e informazioni per creare un clima di sostegno e fiducia per il loro sviluppo personale e professionale.

Il messaggio trasmesso dai gruppi dirigenti sembra andare nella direzione di rafforzare l’identità salesiana. E potrebbe essere un buon approccio quello di collegare l’identità salesiana con alcune delle principali aree di interesse delle équipe direttive e docenti, come l’innovazione pedagogica, l’inclusione educativa o il benessere emotivo.

La proposta principale per migliorare la qualità delle scuole, in definitiva, è un insegnamento più attivo, cooperativo e basato su progetti.

L’impegno per un’educazione inclusiva si basa in larga misura sul sostegno delle équipe di gestione, così come sull’accompagnamento degli alunni e sulla cura del rapporto con le famiglie.

Da ultimo è stato ricordato che temi e conclusioni di questo raduno verranno ripresi in futuro con le Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA).

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Strenna 2023: presentazione PDF disponibile

Dall’agenzia ANS.

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Per facilitare la lettura e la presentazione della Strenna del Rettor Maggiore per il 2023 – “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA D’OGGI. La dimensione laicale della Famiglia di Don Bosco” – e per evidenziare alcuni dei suoi nuclei essenziali, viene messa a disposizione di tutti gli interessati una presentazione in 5 lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese). È stata ideata da una insegnante del Liceo salesiano di Torino Valsalice, la prof.ssa Elena Cristino, membro della Famiglia Salesiana.

Divisa in 14 segmenti, la presentazione parte dal chiarimento di cosa è il lievito e di quali ingredienti siano necessari per produrre la pasta, per addentrarsi poi sulle tematiche più pertinenti per la Famiglia Salesiana e la sua opera educativa ed evangelizzatrice. Essa rintraccia anche il cammino già percorso con le Strenne degli ultimi anni e individua gli ambiti e gli impegni cui laici e consacrati sono chiamati a rispondere insieme.

La presentazione è accessibile e scaricabile in formato PDF, cliccando sugli hyperlink corrispondenti: IT – EN – ES – FR – PT.

Essa può essere uno strumento utile come introduzione al testo della Strenna o come materiale per l’animazione, ma soprattutto vale quale incentivo alla lettura personale del messaggio integrale del Rettor Maggiore, disponibile qui su ANS nelle varie lingue.

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RMG – Strenna 2023: il video disponibile in 33 lingue

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Del messaggio della Strenna, il video che lo accompagna è divenuto negli ultimi anni una delle principali risorse di divulgazione. Merito certamente della forza delle immagini in movimento, così come della sintesi concettuale operata dal Rettor Maggiore e dall’équipe che lo coadiuva, ma anche della capillare diffusione del video in molte lingue. Su ANSChannel è possibile trovare il video della Strenna per il 2023 in 33 diversi idiomi.

La Strenna per quest’anno mette al centro i laici e il loro ruolo nella Famiglia Salesiana, come costruttori del Regno di Dio al servizio del prossimo – chiunque esso sia nella grande famiglia umana. È un tema, peraltro, in perfetta sintonia con la stagione ecclesiale che sta vivendo la Chiesa, di riscoperta della sua dimensione sinodale, di popolo che cammina insieme. E non a caso, afferma il Rettor Maggiore nell’apertura del suo messaggio: “L’essere insieme come popolo di Dio (laós = popolo, da cui laico, cioè membro del popolo) per il bene dei giovani dall’Est all’Ovest del globo, dal Sud al Nord, è in piena sintonia con quanto la Chiesa chiede insistentemente da tempo, ed è ciò di cui il nostro mondo così frammentato ha sempre più bisogno”.

Nel video, girato nel Teatro Grande di Valdocco, il Rettor Maggiore interagisce con laici e giovani e ribadisce la necessità della collaborazione tra laici e religiosi per la costruzione del Regno di Dio, una realtà che, come il lievito, è apparentemente piccola, ma che nelle mani di Dio può fare tantissimo nella realtà concreta di tante persone.

Attraverso lo scorrere delle immagini appare chiaro come l’obiettivo ultimo dell’azione di Don Bosco – la salvezza dei ragazzi e trasformazione della società – oggi nella Famiglia Salesiana avviene già in molti casi grazie al lavoro di tanti laici: come il rapper messicano Eric Ponce, che canta per l’educazione dei ragazzi di strada di Ciudad Juárez; o Giovanna Bruno, Salesiana Cooperatrice e Sindaco di Andria, che ha scelto come suo motto per l’impegno politico il “le persone al centro”.

“C’è bisogno dello sguardo dei laici” ricorda il Rettor Maggiore nel video, per santificare il mondo dal di dentro; e cita poi tanti esempi di santità laicale: Attilio Giordani, Dorotea Chopitea, i martiri di Poznan, Mamma Margherita e ovviamente Artemide Zatti, salesiano canonizzato lo scorso anno proprio per il suo impegno laicale tra i sofferenti. Accettare e trasformare la realtà presente; essere umani portatori di umanità; e infine vivere la santità: seguendo le tre linee del video, ecco ciò a cui tutti sono invitati.

Il video della Strenna, realizzato quest’anno da “IME COMUNICAZIONE”, è pensato per l’animazione delle comunità e dei gruppi della Famiglia Salesiana di tutto il mondo, ed è attualmente disponibile in rete su ANSChannel in 33 lingue. Tale varietà linguistica è stata possibile solo grazie al lavoro professionale e qualificato di molte persone in diverse nazioni del mondo, che, sotto il coordinamento dell’ANS,  hanno reso possibile con il loro impegno una simile pervasività della voce e dei pensieri del Rettor Maggiore. A tutte loro va il grazie sentito della Famiglia Salesiana.

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“Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri”. Pubblicato il libro sulla sua beatificazione e canonizzazione

Dall’agenzia ANS.

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(Roma, 16 gennaio 2023) – La canonizzazione di Artemide Zatti realizzata il 9 ottobre 2022 a Roma rivive in un libro bilingue, italiano e spagnolo (Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri. Edizione S.D.B., pp. 136) che raccoglie discorsi e documenti relativi non solo a questo evento, ma anche alla beatificazione. Editorialmente il volume è curato da don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana.

Il libro è soprattutto fotografico, con immagini di Gregorz Galazka e testi del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime. Vi vengono raccolti anche i discorsi e le omelie pontificie. Varie foto provengono dall’Archivio Salesiano Argentino, dall’ANS e dal Vaticano. Nel suo insieme è come trovarsi una documentazione dal valore storico che certamente può far conoscere meglio questa figura di santo infermiere e salesiano coadiutore. È, quest’ultima, una vocazione specifica salesiana alla quale teneva moltissimo lo stesso fondatore, San Giovanni Bosco.

“Sant’Artemide Zatti – ha scritto in una lettera che accompagna il volume Don Á.F. Artime – ci ha riportati alla santità semplice, ma esigente dei salesiani impegnati nel lavoro quotidiano e ci ha fatto riscoprire aspetti della nostra storia forse troppo presto messi nel dimenticatoio. Papa Francesco più volte ha richiamato la nostra memoria ed attenzione alla Patagonia salesiana, autentico paradigma di fatica generosa e di donazione indiscussa a Dio e al prossimo”.

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Italia – “Amato Padre Don Bosco, la tua famiglia oggi è qui accanto a te”. Concluse le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Si sono concluse nella mattinata di domenica 15 gennaio le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023. La Messa presieduta nella Basilica di Maria Ausiliatrice dal Rettor Maggiore e Padre e Centro di Unità della Famiglia Salesiana, Don Ángel Fernández Artime, ha rappresentato il vertice spirituale e comunitario di quest’appuntamento, mentre la successiva sessione conclusiva ha permesso di tirare le fila dell’evento e di proiettare questo grande movimento di persone dedito alla salvezza dei giovani verso un nuovo anno da vivere in spirito di missione e di servizio verso la grande famiglia umana.

Durante l’Eucaristia il Rettor Maggiore ha esordito sottolineando il valore di una celebrazione che vede rappresentata tutta la Famiglia Salesiana nel luogo in cui tutto ha avuto inizio, e ha esclamato: “Amato Padre Don Bosco, la tua famiglia oggi è qui accanto a te”.

Poi, proseguendo la sua riflessione sulle letture del giorno, il X Successore di Don Bosco ha rivolto l’invito ad essere luce per il prossimo – “una frase facile a dirsi, anche se il difficile è fare esperienza del buio”. Ha esortato, perciò, ad avere apertura verso il prossimo e la capacità di trasmettere umanità e positività, nella consapevolezza, come ha insegnato Don Bosco, che in tutti c’è un seme di bene da far fruttificare.

Guardando alla grande famiglia umana, composta da tantissime persone e da molte che cercano di fare il bene, Don Á.F. Artime ha aggiunto ancora: “Noi crediamo nell’umanesimo cristiano e abbiamo per eredità un ottimismo salesiano; per questo crediamo che possiamo essere un lievito, semplice e umile, per tante persone. E questo è Vangelo, questa è costruzione del Regno”.

Infine, ha ricordato come la Famiglia Salesiana nata con Don Bosco sia stato un vero dono dello Spirito, che la sorregge da oltre 163 anni; per questo ha ricordato di fare sempre affidamento sullo Spirito Santo e di seguire ciò che Egli suscita, mettendo in guardia dal cercare di promuovere se stessi o le proprie attività.

Dopo la Messa, terminata con un momento di raccolta tra tutti i Responsabili, Coordinatori e Rappresentanti dei vari gruppi della FS attorno alle spoglie di Don Bosco, i circa 300 partecipanti alle GSFS 2023 si sono suddivisi in piccoli gruppi per realizzare la sintesi dei lavori svoltosi nelle giornate precedenti, e si sono poi riuniti un’ultima volta nel Teatro Grande di Valdocco per la sessione conclusiva delle Giornate.

Aprendo la sessione, il Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, don Joan Lluís Playà ha affermato: “Abbiamo vissuto tanti momenti in queste Giornate, questo è il momento di dire cosa ci portiamo nel cuore, e di esprimere gli aspetti più interessanti e urgenti per il nostro gruppo e l’intera Famiglia Salesiana, per vivere e testimoniare questa dimensione sociale del carisma salesiano”.

Corresponsabilità, integrazione pastorale tra religiosi e laici, formazione congiunta e calibrata per le diverse identità, maggiore conoscenza reciproca, rimozione di certe presunzioni di superiorità, essere “sale”, oltre che lievito, nella grande famiglia umana, capacità di sporcarsi le mani, presenza tra i giovani, rafforzamento del senso di appartenenza, Famiglia Salesiana in uscita, responsabilità educativa dei laici, progettualità condivisa, cura delle relazioni, lavoro in rete… Man a mano che i vari segretari dei gruppi sono saliti sul palco, una gran quantità di spunti sono stati condivisi, a tracciare tutto un cammino da vivere, insieme, almeno ancora per tutto un nuovo anno.

“Tutto questo è oro fino. Facciamolo e vivremo. Non c’è altro da aggiungere” ha detto a mo’ di conclusione don Playà.

Prima di dichiarare definitivamente chiuse le GSFS 2023 c’è stato ancora tempo per lanciare due grandi appuntamenti aperti a tutta la Famiglia Salesiana: la seconda edizione del festival cinematografico salesiano “Don Bosco Global Youth Film Festival” (13-14 ottobre 2023) e il Congresso Mondiale dell’Associazione di Maria Ausiliatrice (29 agosto – 1° settembre 2024 – Fatima, Portogallo).

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Italia – Aperte le Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2023

Dal sito dell’ANS.

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(ANS – Torino) – Con la semplicità e la naturalezza dell’incontro di un Padre con i suoi familiari, così si sono aperte nel Teatro Grande di Valdocco, a Torino, le XLI Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana. Con vera affabilità, infatti, Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e Padre e Centro di Unità della Famiglia Salesiana, ha illustrato il tema della sua Strenna per il 2023 – “COME LIEVITO NELLA FAMIGLIA UMANA D’OGGI. La dimensione laicale nella Famiglia di Don Bosco” – atto di partenza del percorso di riflessione che verrà poi sviluppato nelle giornate successive dell’evento.

Condotto dall’exallievo ungherese Marton e dall’animatrice italiana Federica Ambrogio, l’evento si è aperto con gli interventi di benvenuto e i saluti introduttivi di don Leonardo Mancini, Superiore della Circoscrizione Speciale del Piemonte e della Valle d’Aosta, e di don Joan Lluís Playà, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana.

“Il lievito salesiano è unico e originale, perché così lo ha inventato e offerto a noi lo Spirito Santo. È vivo! È fatto di ragione, religione e amorevolezza, è polvere di sogni – sogni ispirati da Dio – e concentrato di Cielo, perché da lì proviene. È suscitatore di azioni di carità straordinarie per i ragazzi e i giovani di tutto il mondo, e vuole essere deposto dentro i ragazzi e i giovani di tutto il mondo (…). Il lievito salesiano non si compra, si dona soltanto, è gratis. Lo dona lo Spirito, e chi lo riceve è chiamato a donarlo a sua volta, in abbondanza!” ha affermato con una serie di immagini evocative don Mancini.

Da parte sua, don Playá ha sottolineato il legame tra la Strenna di quest’anno e quella del 2022, dato che il messaggio di quest’anno individua “uno dei filoni centrali della spiritualità di Francesco di Sales: la dignità della vocazione laicale, chiamata alla santità perché il Signore chiama tutti a vivere la pienezza del Vangelo”. Poi, proseguendo la sua riflessione, ha aggiunto a mo’ di augurio: “Vedere Don Bosco coinvolgere i laici nella sua missione educativa e contemplare l’ampiezza della sua visione carismatica deve guidarci in questi giorni nella riflessione”.

Dopo un momento di preghiera e canti in varie lingue, don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione ha ripercorso alcuni dei momenti salienti degli ultimi 12 mesi vissuti sotto il segno del 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales, e ha poi dichiarato chiuso ufficialmente l’anno a lui dedicato.

La cerimonia è entrata quindi nel vivo con la proiezione del video delle Strenna. Introducendolo, Don Á.F. Artime ha ricordato la genesi del motto di quest’anno, frutto di una “convergenza grandissima” tra tutti i partecipanti alla Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana dello scorso maggio nel voler approfondire la dimensione laicale della Famiglia Salesiana.

Nel video, girato proprio nel Teatro Grande di Valdocco, il Rettor Maggiore interagisce con laici e giovani e ribadisce la necessità della collaborazione tra laici e religiosi per la costruzione del Regno di Dio, una realtà che, come il lievito, è apparentemente piccola, ma che nelle mani di Dio può fare tantissimo nella realtà concreta di tante persone.

Con lo scorrere delle immagini è apparso chiaro come l’obiettivo ultimo dell’azione di Don Bosco – la salvezza dei ragazzi e trasformazione della società – oggi nella Famiglia Salesiana avviene già in molti casi grazie al lavoro di tanti laici, quali il rapper messicano Eric Ponce, che canta per l’educazione dei ragazzi di strada di Ciudad Juárez; o Giovanna Bruno, Salesiana Cooperatrice e Sindaco di Andria, che ha scelto come suo motto per l’impegno politico il “le persone al centro”.

“C’è bisogno dello sguardo dei laici” ricorda il Rettor Maggiore nel video, per santificare il mondo dal di dentro; e cita poi tanti esempi di santità Laicale: Attilio Giordani, Dorotea Chopitea, i martiri di Poznan, Mamma Margherita e ovviamente Artemide Zatti, salesiano canonizzato lo scorso anno proprio per il suo impegno laicale tra i sofferenti. Accettare e trasformare la realtà presente; essere umani portatori di umanità; e infine vivere la santità: seguendo le tre linee del video, ecco a cosa sono chiamati i laici nella Famiglia Salesiana.

Dopo la proiezione c’è stato ancora tempo per il Rettor Maggiore per rispondere ad alcune domande – giunte sia da tutto il mondo, sia dalla sala del teatro – per approfondire vari aspetti specifici della Strenna: la dimensione globale della Famiglia Salesiana al servizio della famiglia umana; la formazione dei laici all’impegno socio-politico; lo sforzo di “essere lievito” anche nonostante le condizioni avverse in cui tante volte versa la pasta; le possibilità di arrivare al cuore delle persone nel quotidiano, anche senza avere la potenza di grandi media; e la complementarietà come ricchezza della diversità nella Famiglia Salesiana.

La prima sessione delle GSFS 2023 si è, infine, chiusa con la presentazione, da parte dei loro autori – il portoghese Nuno Quaresma e lo spagnolo Agustín de la Torre – dei due poster della Strenna, e con la proiezione di un video di presentazione del V gruppo della Famiglia Salesiana, gli Exallievi di Don Bosco.

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Pubblicati il Dossier Postulazione 2022 e il Poster della santità della Famiglia Salesiana 2023

Sono stati pubblicati il Dossier Postulazione 2022 e il Poster della santità della Famiglia Salesiana 2023. Di seguito i dettagli nella notizia a cura del sito ANS.

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 “I Magi provenienti dall’Oriente sono soltanto i primi di una lunga processione di uomini e donne che nella loro vita hanno costantemente cercato con lo sguardo la stella di Dio, che hanno cercato quel Dio che a noi, esseri umani, è vicino e ci indica la strada. È la grande schiera dei santi – noti o sconosciuti – mediante i quali il Signore, lungo la storia, ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine; questo, Egli sta facendo tuttora. Nelle loro vite, come in un grande libro illustrato, si svela la ricchezza del Vangelo. Essi sono la scia luminosa di Dio che Egli stesso lungo la storia ha tracciato e traccia ancora”.

Queste parole di Benedetto XVI, pronunciate a Colonia il 20 agosto 2005 in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù, ricordano che i santi sono coloro che sono talmente affascinati dalla bellezza di Dio e dalla sua perfetta verità da esserne progressivamente trasformati.

“I beati e i santi – aggiunse ancora Papa Ratzinger – sono stati persone che non hanno cercato ostinatamente la propria felicità, ma semplicemente hanno voluto donarsi, perché sono state raggiunte dalla luce di Cristo. Essi ci indicano così la strada per diventare felici, ci mostrano come si riesce ad essere persone veramente umane. Nelle vicende della storia sono stati essi i veri riformatori, che tante volte l’hanno risollevata dalle valli oscure nelle quali è sempre nuovamente in pericolo di sprofondare; essi l’hanno sempre nuovamente illuminata quanto era necessario per dare la possibilità di accettare – magari nel dolore – la parola pronunciata da Dio al termine dell’opera della creazione: ‘È cosa buona’… I santi, abbiamo detto, sono i veri riformatori. Ora vorrei esprimerlo in modo ancora più radicale: solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo”.

In questa scia di santità si colloca anche la ricca e variegata costellazione della santità che da Don Bosco giunge ai giorni nostri, mostrando la bellezza del Vangelo vissuto secondo il carisma salesiano. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano. È un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita della Famiglia Salesiana, nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà. Pertanto, occorre esprimere profonda gratitudine e lode a Dio per la santità già riconosciuta nella Famiglia Salesiana di Don Bosco e per quella in via di riconoscimento.

La Postulazione salesiana interessa 173 tra Santi (10), Beati (117), Venerabili (18), Servi di Dio (28). Le Cause seguite direttamente dalla Postulazione sono 58 (più 5 extra).

Il Dossier, ricorda il Postulatore Generale, don Pierluigi Cameroni, dopo aver riportato l’elenco e lo stato di ogni Causa, presenta gli eventi del 2022, tra i quali eccelle la canonizzazione del beato Artemide Zatti, salesiano coadiutore, avvenuta domenica 9 ottobre in Piazza San Pietro. Un evento di grazia che ha toccato i cuori di tutta la Famiglia Salesiana ed è una vera benedizione.

Inoltre, meritano di essere ricordati:

  • L’apertura, il 15 marzo a Lahore (Pakistan), dell’Inchiesta diocesana di Akash Bashir (1994-2015), Laico, Ex-allievo di Don Bosco, morto in odio alla fede, prima Causa di Beatificazione del Pakistan.
  • L’apertura, il 10 aprile, e la chiusura, il 15 maggio, a Savona (Italia), dell’Inchiesta diocesana della Causa della Serva di Dio Vera Grita, Laica, Salesiana Cooperatrice (1923-1969);
  • La ricognizione canonica ad Omegna dei resti mortali del Venerabile Andrea Beltrami (1870-1897).
  • La solenne deposizione, sabato 4 giugno 2022 a Budapest, delle Reliquie del beato Stefano Sándor, (1914-1953), martire, salesiano coadiutore.
  • La chiusura, domenica 12 giugno, a Chiari (Italia), dell’Inchiesta diocesana della Causa del Servo di Dio don Silvio Galli (1927-2012).
  • La consegna della Positio super martyrio dei Servi di Dio Giovanni Świerc e VIII Compagni.
  • La chiusura, il 1° ottobre, a Roma, dell’Inchiesta diocesana della Causa del Servo di Dio Giuseppe Cognata (1885 – 1972) Vescovo di Bova, Fondatore dell’Istituto delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.
  • La validità delle Inchieste diocesane dei Servi di Dio Silvio Galli e Vera Grita.

Infine, viene richiamato l’impegno a diffondere la conoscenza, l’imitazione e l’intercessione dei membri della Famiglia Salesiana candidati alla santità, valorizzando e curando diversi aspetti: liturgico-celebrativo, spirituale, pastorale, ecclesiale, educativo, culturale, storico, sociale, missionario…

Di seguito è possibile scaricare il Dossier della Postulazione aggiornato al 31 dicembre 2022. È altresì possibile scaricare il Poster della santità della Famiglia Salesiana 2023 progettato e realizzato dal grafico Andrea Cugini.

Dossier 2022
Poster 2023
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Quando Benedetto XVI è stato a casa di Don Bosco

Una raccolta delle numerose occasioni in cui Joseph Ratzinger, in qualità di Romano Pontefice, ha visitato opere, case e strutture salesiane o animate dai Figli di Don Bosco, a cura dell’Agenzia iNfo Salesiana.

(ANS – Roma) – In occasione dei funerali del Papa Emerito Benedetto XVI, l’Agenzia iNfo Salesiana propone ai suoi lettori una raccolta delle numerose occasioni in cui Joseph Ratzinger, in qualità di Romano Pontefice, ha visitato opere, case e strutture salesiane o animate dai Figli di Don Bosco. Lasciando ovunque il segno.

La prima visita di Benedetto XVI ad una casa salesiana avvenne nel luglio del 2005, durante il suo primo anno di pontificato. Ereditando una tradizione già avviata da Giovanni Paolo II, il Santo Padre trascorse circa 20 giorni tra le Alpi valdostane, ospite della casa salesiana di Les Combes. Fu proprio nel ritiro valdostano, all’ombra del Monte Bianco e nelle lunghe passeggiate tra i boschi, che il Papa iniziò a elaborare la sua prima enciclica, la “Deus Caritas Est”.

Nella casa salesiana di Les Combes il Papa tornerà anche per le vacanze estive del 2006 e del 2009.

Come vescovo di Roma, invece, Benedetto XVI, ha incontrato i salesiani per la prima volta il 24 febbraio del 2008, III domenica di quaresima, quando si recò in visita alla parrocchia salesiana “Santa Maria Liberatrice”, nel popolare quartiere romano di Testaccio. La visita pastorale servì anche a celebrare il centenario della consacrazione e apertura al culto della chiesa, avvenuta il 29 novembre 1908; in quell’occasione il Papa ricordò anche uno dei parroci storici di quella comunità, il venerabile don Luigi Maria Olivares, SDB, e invitò tutta la comunità parrocchiale “a perseverare nell’impegno educativo che costituisce il carisma tipico di ogni parrocchia salesiana”.

L’anno successivo, nel corso del viaggio apostolico che toccò Camerun e Angola, Benedetto XVI celebrò la messa nella parrocchia salesiana “San Paolo” di Luanda, precisamente in data 21 marzo 2009. Poiché la celebrazione era rivolta specialmente al clero, ai religiosi, ai catechisti e ai rappresentanti di movimenti ecclesiali dell’Angola e di São Tomé, circa 3000 persone, il Papa, con profonda umiltà disse: “Mi sia permessa infine una parola particolare di saluto ai Salesiani e ai fedeli di questa parrocchia di san Paolo che ci accolgono nella loro chiesa, senza esitare per questo a cederci il posto che abitualmente spetta ad essi nell’assemblea liturgica. Ho saputo che si trovano radunati nel campo adiacente e spero, al termine di quest’Eucaristia, di poterli vedere e benedire, ma fin d’ora dico loro: Grazie tante! Dio susciti in mezzo a voi e per mezzo vostro tanti apostoli nella scia del vostro Patrono”.

Nel suo viaggio apostolico in Benin, invece, sul finire del 2011, Benedetto XVI, pur non visitando alcuna struttura salesiana, in un certo modo poté beneficiare lo stesso delle attenzioni salesiane: il letto sul quale il Papa riposò in quei giorni venne infatti realizzato dai giovani dell’opera salesiana di Porto Novo; mentre alla cucina della Nunziatura apostolica, dove il Papa risiedeva, erano addette le Figlie di Maria Ausiliatrice e le loro allieve.

A queste occasioni di particolare vicinanza vanno aggiunte anche le numerose Messe celebrate dal Papa presso la parrocchia “San Tommaso da Villanova” di Castel Gandolfo in occasione della Solennità dell’Assunzione di Maria. La Messa nella parrocchia – animata dai Figli di Don Bosco sin dall’epoca di Papa Pio XI – è stato un appuntamento al quale Benedetto XVI si è mostrato molto fedele nei suoi anni di pontificato, a meno che non si trovasse impegnato in altre parti del mondo.

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ELLEDICI: Lettera Apostolica “Totum Amoris Est” nel IV centenario della morte di San Francesco di Sales – Papa Francesco

Si segnala l’uscita della Lettera Apostolica “Totum Amoris Est” nel IV centenario della morte di San Francesco di Sales di Papa Francesco, edita da Elledici, con invito alla lettura del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Ángel Fernández Artime, e i commenti e approfondimenti curati da Morand Wirth, Michele Molinar e Gianni Ghiglione. Di seguito le principali informazioni.

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Totum Amoris Est

Lettera Apostolica nel IV centenario della morte di San Francesco di Sales

PAPA FRANCESCO 

Invito alla lettura del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco Ángel Fernández Artime;

Commenti e approfondimenti curati da Morand Wirth, Michele Molinar, Gianni Ghiglione.

 

«Accostare la figura e i testi di San Francesco di Sales è sempre una sorpresa appassionante, perché in essi viene proiettata una visione cristiana adulta, intensa e tutt’altro che pesante. Proporlo oggi significa aiutare tutti ad essere accompagnati da un maestro di vita spirituale, esperto di umanità e profondamente sapiente nelle cose di Dio. Davvero “Dio è il Dio del cuore umano” e andiamo a lui con tutto noi stessi perché è lì che tutto giunge a maturazione e a pienezza»

(Dal commento di Michele Molinar)

Per motivi legali connessi ai diritti d’autore gestiti dalla Libreria Editrice Vaticana il libro sarà acquistabile solo a partire dall’11 gennaio 2023.

 

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