Vaticano – Don Carlo Crespi, SDB, è Venerabile

Dal sito dell’ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Il 23 marzo 2023, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi. Durante l’Udienza, il Sommo Pontefice ha autorizzato il medesimo Dicastero a promulgare il Decreto riguardante le virtù eroiche del Servo di Dio Carlo Crespi Croci, Sacerdote professo della Società Salesiana di San Giovanni Bosco; nato il 29 maggio 1891 a Legnano (Italia) e morto il 30 aprile 1982 a Cuenca (Ecuador).

Carlo Crespi nasce a Legnano, presso Milano, il 29 maggio 1891, come terzo di 13 figli, da una famiglia facoltosa ed influente. Frequenta la scuola locale e all’età di dodici anni entra nell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio Opera Don Bosco di Milano, dove fa il suo primo incontro con la realtà salesiana. Nel 1903 si reca al liceo salesiano di Valsalice, a Torino, per completare gli studi ed è qui che conosce Renato Ziggiotti, suo compagno di classe e futuro Successore di San Giovanni Bosco. Avvertita la chiamata alla vita salesiana, completa il noviziato a Foglizzo e l’8 settembre 1907 emette la prima professione religiosa. Nel 1910 emette la professione perpetua.

È durante questo periodo che approfondisce lo studio della teologia, della filosofia ed insegna matematica, musica e scienze naturali. Il 28 gennaio 1917 viene ordinato sacerdote. Presso l’Università di Padova scopre l’esistenza di un microorganismo fino ad allora ignoto, segnalandosi in ambiente scientifico per questa importante scoperta. Nel 1921 consegue il dottorato in scienze naturali, con specializzazione in botanica e poco dopo il diploma di musica.

È il 1923 quando parte per l’Ecuador come missionario. Dapprima sbarca a Guayaquil, raggiunge Quito e infine si stabilisce definitivamente a Cuenca dove rimarrà fino alla morte. È qui che inizia un lavoro di promozione umana senza precedenti, fondando diverse opere: l’oratorio festivo, il Normal Orientalista per la formazione dei missionari salesiani, la scuola elementare “Cornelio Merchán”, la scuola di arti e mestieri che in seguito assumerà il nome di Collegio tecnico salesiano, la Quinta Agronomica, ovvero il primo istituto di agraria della regione, il Teatro salesiano, la Gran Casa della comunità, l’Orfanotrofio “Domenico Savio”, il museo “Carlo Crespi”, celebre per i suoi numerosi reperti scientifici. Nel 1938 organizza il Primo Congresso Eucaristico Diocesano a Cuenca.

Generazioni di cittadini di Cuenca beneficiano dei suoi insegnamenti e della sua generosità. La riconoscenza della gente comune per il bene compiuto da padre Crespi è tale da manifestarsi con forza anche nella dolorosa circostanza che nel 1962 vide, a causa di un incendio, la quasi totale distruzione dell’Istituto “Cornelio Merchán”. Gli abitanti di Cuenca partecipano infatti senza esitazione alla ricostruzione.

Gran parte del suo tempo è trascorso nel Santuario di Maria Ausiliatrice di Cuenca, della quale diffonde con zelo la devozione. Gli ultimi anni della sua vita sono trascorsi interamente nel nascondimento del confessionale, dove i fedeli si susseguono in lunghe file, desiderosi di ricevere il sacramento della Riconciliazione, ma allo stesso tempo anche consiglio e conforto da parte di chi ormai non esitano a chiamare “san Carlo Crespi”.

Fiaccato da una vita di stenti scelta per vivere come povero tra i suoi poveri, il 30 aprile 1982, dopo aver chiesto per l’ultima volta di avere fra le mani il crocifisso, il Venerabile muore nella Clinica “Santa Inés” di Cuenca a causa di una broncopolmonite e di un attacco cardiaco.

Italia – La “buonanotte” di Mons. Ryabukha, SDB, ai salesiani della Sede Centrale Salesiana. Una testimonianza sui miracoli di Maria durante la guerra in Ucraina

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – La realtà terribile della guerra, con violenze, bombardamenti e migliaia di persone in fuga; ma anche i miracoli nascosti e silenziosi avvenuti per tante persone semplici, la presenza costante di Maria Ausiliatrice e lo zelo di un pastore per il suo gregge sofferente. Tutto questo si è concentrato nel pensiero della “buonanotte” che pochi giorni fa Mons. Maksym Ryabukha, SDB, vescovo ausiliare dell’esarcato arcivescovile di Donetsk, ha offerto ai salesiani della Sede Centrale Salesiana a Roma.

“Voglio lasciare una semplice testimonianza: fino al 21 dicembre scorso sono stato il Direttore della casa salesiana di Kiev. Abbiamo vissuto tutto l’assedio della capitale. Per me è stato come rivivere la storia di Don Bosco” esordisce il presule in un italiano fluente, dato che arrivò in Italia a 17 anni, finita la scuola ucraina post-sovietica dell’epoca.

La casa di Kiev, che i salesiani non costruirono, ma ricevettero così com’era, prima della guerra aveva un centro giovanile unico a livello di Chiesa locale, ma era senza cantina. “Quando è iniziata la guerra ci siamo posti la domanda: dove nascondersi da missili e bombe?” prosegue.

Il terreno della casa salesiana confina con una scuola statale, la quale, pur legata al Patriarcato Ortodosso di Mosca, ha sempre mantenuto un buon rapporto di vicinato con i salesiani. Nelle prime settimane di guerra ospitava 320 persone nei suoi sotterranei. “La Direttrice spesso mi chiamava chiedendo che andassi a parlare con la gente perché c’è una depressione generalizzata…”

Mons. Ryabukha racconta come durante le sue visite cercasse in tutti i modi di incoraggiare, sostenere i bisognosi. Come quella volta che incontrando una signora anziana dallo sguardo assente le ha chiesto di poterla abbracciare, e ricevuto l’assenso, l’ha sentita “sciogliersi” e tornare alla realtà tra le sue mani. O dicendo loro: “Non so se voi crediate o no, ma la casa che voi vedete dalle vostre finestre non è mia, è della Madonna, perciò, a casa mia non accadrà nulla. Don Bosco ha promesso infatti che ogni persona che passa la soglia di qualsiasi casa salesiana si trova sotto la custodia di Maria Ausiliatrice’. Ma dato che se succede qualcosa a voi qui, finisce per ricadere anche su casa mia, potete stare tranquilli che la Madonna tiene sotto la sua custodia anche tutti voi”.

Certo, erano parole di consolazione e sostegno a delle persone impaurite. Ma Mons. Ryabukha tiene a sottolineare anche un altro dato: “Dall’inizio della guerra a pieni confini fino ad oggi non c’è nessuno tra le persone che sono passate per la nostra casa che sia morto in guerra. Questo per me è un grande miracolo”.

La casa a Dnipro è oggi un centro che accoglie profughi e sfollati da varie zone del Paese. Attualmente vi è rimasto un solo salesiano che si impegna da mesi nell’accompagnare queste persone nella loro fuga dalla guerra. “Le storie che lui ci riporta sono spesso terrificanti, ma fino ad oggi è riuscito a salvare la vita di molte persone, di molti ragazzi. Anche questo credi sia una benedizione che ci regala Don Bosco”.

Sulla sua nomina episcopale a vescovo di Donetsk, afferma: “Forse il Santo Padre ha scelto me perché sa che i Salesiani sono bravi con i ragazzi più difficili, e lì ce n’è di lavoro”

E quanto al suo apostolato, individua due grandi ambiti per la “pastorale di paternità” che intende portare avanti: “L’ambiente parrocchiale, perché la presenza del sacerdote, come anche del vescovo, serve a rendere manifesta e visibile la presenza di Dio. E poi anche i militari: quella oggi è un’altra ‘parrocchia’ che ho in abbondanza. Molti di quei ragazzi sono nostri exallievi, i papà o gli zii dei nostri allievi”.

Uno di questi militari – parte del contingente di difesa che proteggeva la capitale ucraina e che dall’inizio della guerra fino a metà luglio frequentava la casa salesiana di Kiev per la doccia o per cambiarsi – ha ricontattato Mons. Ryabukha dal fronte. “Mi ha scritto, e appena ha potuto mi ha pure telefonato, per ringraziarmi, e mi ha raccontato: ‘So che lei prega per noi. Sono finito in un bombardamento e la scheggia di una bomba mi ha attraversato il naso. Qualche centimetro più in là e oggi non sarei più vivo. È stato un miracolo della Madonna, di cui lei ci parlava sempre’”.

Le ultime parole di Mons. Ryabukha, alla fine, sono solo di ringraziamento: “Vorrei dire a tutti voi grazie, alla Congregazione Salesiana, che da questo cuore al centro permette a tutti noi di restare sul campo. Siamo gli uni con gli altri in questa missione che Don Bosco ha sognato e ci ha voluto regalare e che non muore”.

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RMG – DBGYFF 2023: procedono i lavori, tra l’entusiasmo generale

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Procedono a ritmo spedito le attività preparatorie del “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), il festival cinematografico giovanile salesiano di livello mondiale ideato e proposto dal Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana. Nella commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice, 24 marzo 2023, l’équipe di coordinamento del festival informa diffusamente sullo stato di avanzamento dei lavori: tutti i processi sono stati già ben avviati, il portale digitale è ultimato in tutte le sezioni e lingue, sono già disponibili i moduli per iscriversi e partecipare… Ma, soprattutto, l’ambiente è già caldo e l’entusiasmo è elevato da parte di tutti: salesiani, giovani e membri della Famiglia Salesiana.

La seconda edizione del DBGYFF, sostenuta anche in quest’occasione dalla Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, avrà luogo effettivamente il 13-14 ottobre 2023 in più luoghi dei 134 Paesi in cui sono sparsi i salesiani. Il festival, stavolta ripensato in modo specifico per i giovani delle realtà della Congregazione e della Famiglia Salesiana, vuole essere uno strumento al servizio della missione salesiana e pertanto intende riunire e coinvolgere i giovani di ogni latitudine affinché si facciano portatori di un messaggio di speranza e di pace e siano i protagonisti del cambiamento di cui il mondo ha bisogno. “L’amore costruisce la pace e la solidarietà” è infatti il motto prescelto.

E la fase preparatoria del festival è iniziata già da diversi mesi. “Stiamo lavorando a tutti i livelli perché l’edizione 2023 del DBGYFF sia un successo come e più della precedente – ha dichiarato don Gildasio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale (CS) –. Ho già inviato personalmente una lettera sul tema a tutti gli Ispettori salesiani del mondo, ora stiamo coinvolgendo anche i Coordinatori delle sette Regioni salesiane e i Delegati ispettoriali di CS nel compito dell’animazione, e prossimamente verranno contatti anche tutti i Direttori di ogni casa salesiana e i responsabili di ciascuna realtà della Famiglia Salesiana: si tratta davvero di un grande sforzo, perché crediamo nella forza e nel potere dell’unità della Famiglia Salesiana”.

Da parte sua il Direttore del DBGYFF, don Harris Pakkam, aggiunge: “In questa prima fase ci stiamo concentrando davvero tanto nel fomentare la partecipazione dei giovani, avendo cura di coinvolgere ogni gruppo della Famiglia Salesiana: è la fase della semina, potremmo dire: vogliamo raggiungere le radici, le menti, ma soprattutto i cuori dei giovani, spiegando loro diffusamente tutte le opportunità previste da questo festival. È questo, infatti, il tempo per loro per pensare, pianificare e programmare i loro progetti”. E a tal proposito don Pakkam comunica anche che sono stati elaborati già dei video e dei sussidi per facilitare i processi di iscrizione.

Il Presidente della Fondazione DON BOSCO NEL MONDO, il sig. Alberto Rodríguez, SDB, sottolinea: “Siamo molto felici di poter sostenere ancora una volta questo festival, perché è un progetto totalmente in linea con la nostra missione: è a vantaggio dei giovani, per formare ed educare loro al bene comune; e quest’iniziativa favorisce anche il nostro coinvolgimento con loro. Da parte mia voglio ringraziare ancora i nostri benefattori e patrocinatori, perché è grazie a loro se possiamo sostenere i giovani, con questo progetto, così come con gli altri che portiamo avanti”.

La partecipazione al progetto del festival, in effetti, è già molto diffusa, sia a livello geografico, sia a livello di Famiglia Salesiana. Dalla Papua Nuova Guinea il salesiano missionario don Ambrose Pereira, da sempre molto attivo nell’educazione dei giovani ai media, riporta: “Mi piace molto questo progetto: è un’opportunità che ciascun salesiano dovrebbe saper cogliere, perché ci consente davvero di assistere i nostri ragazzi, di guidarli, stare loro vicino, in breve, di accompagnarli, e di essere con loro sognatori di un nuovo futuro. Qui da noi non vediamo l’ora di iniziare”.

Il Presidente della Confederazione Mondiale degli Exallievi e Amici di Don Bosco, Bryan Magro, da Malta ha confermato l’adesione sua e della sua istituzione. “Come Exallievi siamo felici di collaborare a questa proposta. La sosteniamo con decisione, perché porta alto in alto il nome di Don Bosco ed è autenticamente al servizio dei giovani”.

Ancora, Antonio Boccia, Coordinatore Mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori, asserisce: “Il DBGYFF è un’opportunità per radunare, formare e responsabilizzare i giovani. Daremo tutto il nostro appoggio per promuovere il DBGYFF in tutti gli ambienti in cui collaborano i Salesiani Cooperatori”.

Dal Brasile, Padre Wagner Ferreira da Silva, nuovo Presidente della Comunità “Canção Nova”, 25° gruppo della Famiglia Salesiana, commenta: “Quest’iniziativa è molto vicina al nostro carisma. La incoraggeremo in tutti i modi possibili, con i nostri collaboratori e beneficiari”.

Madre Josephine Selvi, Superiora Generale delle Suore di Maria Ausiliatrix, 27° gruppo della Famiglia Salesiana, originaria dell’India, ribadisce: “Già adesso uniamo gli sforzi con i salesiani in tante iniziative locali e progetti. Noi approfitteremo di questa bella iniziativa, che è una bella opportunità per dire al mondo la grande forza della famiglia salesiana che si cela dietro il nome di Don Bosco, attraverso i suoi giovani”.

Dall’America Centrale arriva anche l’eco della Coordinatrice Regionale del DBGYFF per l’America Latina, Zaida Navarrete: “Qui tutti si stanno preparando con grandi interesse e partecipazione e attendono i suoi sviluppi con molto entusiasmo. Vogliamo risvegliare il mondo con il fuoco di Don Bosco e costruire, insieme ai giovani, un mondo migliore”.

L’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) di Chennai, in India, suor Nirmala Lazar aggiunge ancora: “Sono davvero felicissima di sapere di quest’iniziativa che coinvolge l’intera Famiglia Salesiana a livello globale. Certamente anche le ragazze di tutte le nostre scuole e istituzioni parteciperanno, per ribadire tutte insieme che ‘l’amore costruisce la pace e la solidarietà’”.

Da ultimo si esprime anche il Delegato di CS dell’Ispettoria di Brasile Campo Grande, Euclides Brites: “Mi è piaciuto molto come è stato organizzato tutto il sistema delle premiazioni a livello globale, regionale e locale, così che ciascuno possa essere ricompensato. Da parte mia sto già invogliando i giovani di BCG a darsi da fare per partecipare e vincerne il più possibile”.

Il termine ultimo per inviare i video al festival è fissato al 31 luglio 2023: ci sono dunque ancora circa 130 giorni per animare i giovani di tutto il mondo ad esprimere con creatività il messaggio “l’amore costruisce la pace e la solidarietà”.

Per ulteriori informazioni, per partecipare al festival e per restare sempre aggiornati, visitare il sito: www.dbgyff.org. Ecco, inoltre, alcune altre risorse utili: video 1 – video 2.

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Italia – 100° anniversario di ordinazione sacerdotale del Venerabile Mons. Stefano Ferrando, SDB, Fondatore delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Rossiglione) – A Rossiglione, nella chiesa parrocchiale di Santa Caterina, il 18 marzo 2023 è stato solennemente celebrato il 100° anniversario dell’ordinazione sacerdotale del Venerabile Mons. Stefano Ferrando, SDB, Fondatore delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani. In quella chiesa il giovane don Ferrando celebrò la sua prima Messa, essendo nativo di quella località, incardinata nella antica diocesi di Acqui Terme. Per festeggiarne la ricorrenza è stata celebrata la Missa de Angelis, presieduta dal Vescovo di Acqui, Mons. Luigi Testore, insieme al parroco don Aldo Badano, e a numerosi sacerdoti.

La chiesa ha visto la presenza di autorità civili, i sindaci di Rossiglione e Moretta, autorità militari, la Croce Rossa, le Confraternite, famigliari di Mons. Ferrando, numerosi fedeli e compaesani del Venerabile Mons. Ferrando, insieme a numerose Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, provenienti da diverse comunità.

Durante l’omelia, il Vescovo ha ricordato la venerabile figura di Mons. Ferrando e il suo indomito spirito missionario che sempre lo ispirò. Quel bene che Lui aveva sempre profuso a favore dei più bisognosi e diseredati in terre come l’India, ora ritorna e viene abbondantemente riversato nella sua terra d’origine, e non solo, portando aiuto, sollievo e diffondendo con carità la parola di Dio.

Mentre viene dato l’avvio a una serie di celebrazioni per commemorare il centenario dell’ordinazione sacerdotale di Mons. Ferrando, ricordandone con gioia la vita e la santità, si continua a pregare perché egli possa presto essere elevato agli onori degli altari come Beato, per continuare ad ispirare le sue figlie spirituali e intercedere per tutti noi.

L’Istituto Religioso delle Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani (MSMHC, dalla sigla in inglese) è il 12° gruppo della Famiglia Salesiana. È stato ufficialmente fondato il 24 ottobre 1942 a Guwahati, nello Stato dell’Assam, nord-est dell’India, mentre era ancora in corso il secondo conflitto mondiale. Mons. Ferrando, per superare le difficoltà di aiuti di ogni genere, ebbe l’ispirazione di fondare tale istituto, che crebbe numeroso a tal punto che ora è presente in Europa, Asia, Africa e America: le sue figlie spirituali, come lui amava chiamarle, oggi sono oltre 1.500, appartenenti a 60 gruppi etnici, che lavorano in 190 centri in India e 25 in altri Paesi, e svolgono con entusiasmo, gioia e abnegazione il loro apostolato di preghiera e carità, perseverando nell’evangelizzazione missionaria del loro fondatore.

 

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Italia – Addio a don José Manuel Prellezo, SDB

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – È venuto a mancare ieri, giovedì 16 marzo 2023, il salesiano spagnolo don José Manuel Prellezo, per oltre 30 anni illustre studioso e docente dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), nonché autore di un’ampia serie di contributi nuovi, originali, critici nello studio del pedagogista Manjón, della storia della pedagogia spagnola e della storia salesiana. Don Prellezo ha raggiunto la Casa del Padre con 90 anni d’età, 74 di vita salesiana e 64 di vita sacerdotale.

Nato ad Espinama, nella Comunità Autonoma della Cantabria, il 21 aprile 1932, era diventato salesiano il 16 agosto nel 1949, presso Mohernando, ed era stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1959 a Madrid.

Dal 1959 al 1961 ha svolto vari incarichi come professore e catechista nell’aspirantato di Cambados e come professore nello studentato filosofico di Medina del Campo.

Nel 1961 ha iniziato gli studi superiori di Pedagogia al Pontificio Ateneo Salesiano dove ha conseguito la Licenza in Filosofia-Pedagogia nel 1965 e ha fatto poi i corsi di Dottorato.

Dal 1965 al 1967 è stato professore nell’Istituto di Ourense e professore e catechista nello studentato teologico di Salamanca. Ottenuto il Dottorato in Pedagogia nel 1968 con la tesi pubblicata dal titolo “Fuentes de los escritos pedagógicos manjonianos”, è stato inviato dall’obbedienza al Pontificio Ateneo Salesiano nel 1968.

Dal 1969 in poi ha tenuto corsi di metodologia del lavoro scientifico e di Storia della Pedagogia, prima in qualità di assistente, poi di docente aggiunto (1970-1973), quindi come professore straordinario (1973-1976) e infine come ordinario (1976-2002), apprezzato per la sua competenza e la qualità didattica del suo insegnamento.

A questo lavoro di base si sono aggiunti altri impegni assai impegnativi, come la Condirezione della rivista Orientamenti pedagogici, la Direzione dell’Istituto di Teoria e Storia dell’Educazione e della Pedagogia, del Centro Studi Don Bosco e la responsabilità di vicario nella comunità “San Domenico Savio”.

Negli oltre trent’anni di docenza universitaria, don Prellezo ha prodotto un’ampia serie di studi che hanno offerto contributi nuovi, originali, critici nello studio del pedagogista Manjón, della storia della pedagogia spagnola e della storia salesiana. Lo comprovano una dozzina di volumi di cui è autore e un’altra quindicina di libri curati o composti in collaborazione con altri autori, senza contare gli oltre 120 articoli di riconosciuto valore scientifico pubblicati in varie riviste e dizionari. Né va dimenticata la sua partecipazione a numerosi convegni e incontri scientifici.

Per la sua apprezzata competenza in campo storico è stato chiamato a ricoprire incarichi prestigiosi: membro rispettivamente del comitato consultivo della rivista Educación y Futuro del Centro universitario «Don Bosco» di Madrid; dell’Istituto Storico Salesiano (ISS) e dell’Associazione Cultori di Storia Salesiana (ACSSA); inoltre, socio ordinario della Società Spagnola di Pedagogia; e, infine, Direttore della collana Fuentes y Documentos de Pedagogía pubblicata dalla “Editorial CCS” di Madrid.

Nella lettera per il suo emeritato, l’allora Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez Villanueva, scrisse: “Ripercorrendo gli anni della sua vita e in modo particolare quelli della sua attività all’UPS, si resta ammirati per l’assidua e infaticabile dedizione con cui ha svolto il Suo servizio accademico. Entrando nella nostra Congregazione, Lei ha potuto sviluppare in modo assai apprezzabile le doti ereditate dalla Sua famiglia e dallo stesso ambiente delle sue origini: un’instancabile laboriosità e la puntigliosa tenacia, accompagnata da salesiana serenità, nel compiere gli incarichi che le sono stati successivamente affidati nell’Università e nella vita della comunità religiosa”.

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RMG – Giornata Missionaria Salesiana 2023: il Vangelo della Creazione

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma)  Riportiamo oggi, 11 del mese, un estratto dell’articolo “Il Vangelo della Creazione”, ad opera di don Joshtrom Isaac Kureethadam SDB, Coordinatore del Settore Ecologia e Creazione presso il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, scritto per la Giornata Missionaria Salesiana (GMS3), promossa dal Settore per le Missioni Salesiane. In questa circostanza l’autore sviluppa il tema della GMS – “CURA DEL CREATO – La nostra missione” – approfondendo come il Vangelo della Creazione aiuti a riscoprire il creato con gli occhi della fede.

Seguendo il secondo capitolo dell’enciclica di Papa Francesco Laudato Si’, è possibile affermare che la creazione è Vangelo, è buona notizia. Innanzitutto, la creazione ha una bontà di fondo, come si legge nel Libro della Genesi. “Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”. (Gen 1, 31). Per un credente, è la bontà fondamentale della creazione agli occhi di Dio che costituisce il valore intrinseco di ogni realtà creata. Le varie creature, volute nel loro proprio essere, riflettono, ognuna a suo modo, un raggio dell’infinita sapienza e bontà di Dio.

La creazione è atto d’amore di Dio. Il nostro universo fisico non è un incidente o un evento fortuito, la parola “creazione” è più che “natura”, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. Che meravigliosa certezza è sapere che la vita di ogni persona non si perde in un disperante caos, in un mondo governato dalla pura casualità o da cicli che si ripetono senza senso! Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario.

Infine, la creazione è una “buona notizia” in quanto è la prima e primordiale rivelazione di Dio. In tutte le tradizioni religiose, ci sono stati innumerevoli uomini e donne, saggi e santi che hanno saputo vedere Dio nello specchio della Sua creazione, come San Francesco d’Assisi.

Nel contesto della crisi ecologica contemporanea, mentre l’umanità affronta lo spettro del collasso stesso della civiltà, bisogna ricordare il mandato di Gesù a tutti i suoi discepoli di “andare e predicare la buona novella ad ogni creatura” (Mc 16,15).

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023.

Missioni Don Bosco: lettera aperta del presidente Antúnez per i 10 anni dall’elezione di Papa Francesco

Si pubblica di seguito il comunicato stampa di Missioni Don Bosco con la lettera aperta del suo Presidente, don Daniel Antúnez, inviata a Papa Francesco per i 10 anni dalla sua elezione.

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9 marzo 2023

Nella ricorrenza dei 10 anni dall’elezione a Papa del cardinale Bergoglio il presidente di Missioni Don Bosco don Daniel Antúnez, anch’egli argentino, invia a Francesco una lettera aperta.

 

Caro Francesco,

celebro con te e con tutti i battezzati la tua missione, e soprattutto il servizio, di guida della nostra Chiesa in cammino. Incredibilmente sono passati già 10 anni da quella sera dell’uscita sul balcone della basilica di San Pietro, quando si annunciò il tuo nome come Padre-Fratello-Pastore di tutti noi credenti.

Mentre aspettavamo l’annuncio, l’ansia e il cuore acceleravano, per vedere il nuovo vescovo di Roma. Sentire pronunciare il tuo nome: “Jorge Mario Bergoglio”, è stata una cosa inaspettata. Tutti i fedeli in piazza e nel mondo si chiedevano: di dove è? chi è? chi lo conosce? qual è la sua origine? La risposta cominciò a risuonare: è un Argentino.

La scelta del nome Francesco è stato il primo segnale di una volontà che con il tempo è diventata segno di identità. Vederti apparire quella sera non fu soltanto una gioia. Quando si aprì la finestra avvertii come l’aria cominciava a circolare. Ho sentito una grande speranza e una profonda, intima fiducia quando hai fatto gli auguri di buona notte e di buon riposo: quanta umanità in quelle poche parole!

In questi anni ci hai tramesso ciò che è fondamentale: l’amore per i poveri, i bisognosi, i peccatori, soprattutto lo stimolo a vedere in loro un Dio misericordioso, tenero e vicino. E sei andato oltre, promuovendo una Chiesa povera e al servizio, che non deve seguire le strade del potere e dei beni materiali, ma deve essere una Chiesa capace di mostrare al mondo il volto di un Dio che invita ad andare incontro all’altro.

Come hai detto, tu arrivi dalla fine del mondo dove il vento ti spinge ad andare avanti; così è il vento in Patagonia: non ti lascia stare in piedi, fermo. È un’aria che rinnova, rimuove e, soprattutto, ti muove. In questo mi sento di dire che tu sei così, un vento che soffia e che vuole che la Chiesa, con ognuno di noi, possa sentire questo vento come una nuova Pentecoste. Non dobbiamo avere paura, lasciamo operare lo Spirito che rinnova tutte le cose!

Che la Madonna sia per tutta la Chiesa e per la tua vita ragione di speranza.

Prego per te.

Grazie, Francesco.
Don Daniel Antúnez, salesiano di Don Bosco

Il nostro presidente, don Daniel Antúnez, la sera dell’elezione a Papa di Jorge Mario Bergoglio si trovava insieme con mons. Joaquín Mariano Sucunza, vescovo vicario di Buenos Aires, a seguire la diretta televisiva da piazza San Pietro.

Ricorda che il cardinale argentino era dato fra gli eleggibili al soglio pontificio, ma l’attesa dei suoi diocesani rimase sotterranea fino a che il 13 marzo 2013 non fu pronunciato l’Habemus Papam da mons. Jean-Louis Pierre Tauran.

Mentre i fedeli presenti in Vaticano nella loro gran maggioranza si interrogavano sull’identità del nuovo successore di Pietro, in tutta l’Argentina e l’America Latina fu un’esplosione di gioia e fu subito colto il senso della scelta del Sacro Collegio.

Il ricordo – ma soprattutto il messaggio ancora vivo di quel momento – viene espresso da don Antúnez, allora membro dell’Ispettoria salesiana dell’Argentina oggi alla guida di Missioni Don Bosco, nella lettera aperta a papa Francesco.

Grazie per l’attenzione.

Cordiali saluti,
Antonio R. Labanca, Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

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Università Salesiana, webinar online “L’età tradita – Il ruolo degli adulti significativi”

Mercoledì 15 marzo, dalle ore 18.30 alle ore 19.30, sul canale Youtube dell’Università Pontificia Salesiana si svolgerà un webinar online “L’età tradita – Il ruolo degli adulti significativi”. Introduce il prof. Zbigniew Formella, direttore dell’Istituto di Psicologia dell’UPS; interviene il prof. Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta dell’Università Milano Bicocca; modera il prof. Alessandro Ricci, UPS.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: disponibili i video

Il Settore per le Missioni Salesiane ha lanciato il video della Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato, la nostra missione”, in due versioni: la prima per gli adulti, gli educatori e i salesiani, e una più breve “YOUNG EDITION” per i giovani. Di seguito la notizia a cura di InfoANS.

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Nella vigilia della memoria dei Santi martiri salesiani Luigi Versiglia e Callisto Caravario, il 24 febbraio 2023, il Settore per le Missioni Salesiane ha lanciato il video della Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato, la nostra missione”, in due versioni: la prima per gli adulti, gli educatori e i salesiani, e una più breve “YOUNG EDITION” per i giovani.

Nel video vengono presentati i temi sviscerati nel libretto della Giornata Missionaria Salesiana (GMS) di quest’anno, sull’ecologia integrale, con le esortazioni del Rettor Maggiore e di Papa Francesco a prendersi cura della Casa Comune.

La GMS propone un mandato coinvolgente, un itinerario comune che coinvolga tutte le Comunità Educativo-Pastorali con lo stesso entusiasmo che Don Bosco infondeva nei suoi ragazzi.

“Tutti noi possiamo agire per essere una parte attiva, responsabile, che guarda, ama e si occupa del Creato in ogni suo aspetto, non per una tendenza new age, ma conducendo una vita alla luce del Vangelo – spiegano dal Settore per le Missioni –.

Imparando da Gesù e da Don Bosco possiamo pregare, osservare e progettare, aiutare i giovani ad avere un cuore e una mente missionari e, infine, verifichiamo quanto i nostri progetti missionario abbiano fatto crescere i singoli e la comunità”.

Per questo, l’invito rivolto dal Settore per le Missioni è: “Dio ci chiama: rispondiamogli con prontezza insieme”.

I video della GMS 2023 sono disponibili, nelle due versioni, in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese:

ITA – ITA YOUNG EDITION

ENG – ENG YOUNG EDITION

ESP – ESP YOUNG EDITION

FRA – FRA YOUNG EDITION

POR – POR YOUNG EDITION

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“Vincerà chi avrà servito meglio il suo popolo” – il presidente di Missioni Don Bosco interviene sulla guerra in Ucraina

Si riporta di seguito il comunicato stampa di Missioni Don Bosco sul primo anniversario dall’inizio della guerra in Ucraina.

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24 Febbraio 2023

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina

 

Don Daniel, sei è stato in Ucraina subito dopo lo scoppio della guerra. Hai condiviso la preoccupazione e l’impegno dei salesiani di Lviv e di Kyiv per salvare i bambini senza famiglia, le donne che fuggivano con i figli piccoli…

Non è facile esprimere i sentimenti di quel viaggio di pochi giorni che ho fatto con un confratello di Valdocco. Ma quello che mi è rimasto impresso è l’incredulità della gente, che fino al 23 febbraio pensava che le minacce russe non si potessero tradurre in un’aggressione.

E ancora dopo i primi giorni aveva la speranza che la guerra durasse così a lungo. Oggi invece la paura più profonda è che questo conflitto sia destinato a diventare una realtà endemica, un incendio che non si sa quando si estinguerà.

Ce lo insegnano le situazioni della Siria, in guerra da 10 anni, del Congo, con i suoi episodi di guerriglia che continuano da 30 anni.

Eppure si dovrà trovare un modo per uscire da questa tragica situazione.

La via è quella di abbassare la guardia. “Il più grande non è chi dirà di aver vinto, ma colui che meglio avrà servito la causa del suo popolo”, c’è scritto nel Vangelo.

Come nei conflitti fra persone, famiglie, gruppi, anche fra le nazioni si può ragionare quanto sia migliore chi sa rinunciare a qualcosa in vista di un bene superiore.

Questo non è perdere, è essere grande.

Questa è una considerazione che non piace a nessuna delle parti, nel conflitto russo-ucraino come in qualsiasi altro.

ll Papa ha detto che il grande male del modo è la corsa agli armamenti. Tornando dal Congo ha fatto notare che un anno di spesa per le armi corrisponde al fabbisogno alimentare della intera Africa.

Vediamo povertà, miserie morali, bisogni mai soddisfatti… e c’è la guerra.

Perché sostenere progetti di sviluppo in paesi in guerra?

Noi di Missioni Don Bosco proviamo a ristabilire un equilibrio, attraverso l’istruzione e la creazione di opportunità di sviluppo di quelle comunità.

Le guerre non hanno l’effetto di portare tutti allo stesso livello, anzi sono moltiplicatrici di corruzione, di discriminazioni, di violenze.

In questi casi può sembrare che l’aiuto esterno possa andare distrutto, ma attraverso i nostri missionari – anche in Ucraina in questo momento – arriviamo alle persone che hanno più bisogno, le aiutiamo a sopravvivere in assenza di protezioni, facciamo in modo che i giovani possano coltivare i loro sogni.

I benefattori danno generosamente anche in queste situazioni, come recentemente è accaduto per il soccorso alla popolazione terremotata di Siria e Turchia.

Resistenza per prepararsi al dopo, alla ricostruzione materiale e morale dell’Ucraina?

Certo. Noi siamo il ponte che fa arrivare l’aiuto anche in situazioni apparentemente senza sbocco. Questo aiuta ad alimentare la speranza che è possibile far finire la guerra.

Insieme con Papa Francesco che tutte le domeniche non perde l’occasione dell’Angelus per chiedere al mondo di pregare per la pace anche noi confidiamo che una forza superiore è la sola che può aiutare l’umanità a districarsi dai lacci dell’odio.

Padre Maksym Ryabukha, salesiano di Lviv – Leopoli che Missioni Don Bosco ha conosciuto a Kyiv qualche giorno prima dello scoppio della guerra, nel frattempo è stato consacrato vescovo di Donetsk.

A lui abbiamo chiesto di descriverci l’anima ucraina in questo lungo tempo di guerra:

“La vita di tutti i cittadini ucraini, come alla fine dei conti di tutto il continente europeo e di tutto il mondo si divide su “prima” e “dopo” quella data.

La vita di sicurezza, di valori garantiti, di possibilità aperte, di gioia e di felicità si è cambiata in un momento.

Le bombe, gli spari, il terrore, l’ingiustizia, l’urlo delle sirene hanno cambiato la vita di tutti, non risparmiando nessuno.

I ragazzi erano pieni di vita, di sogni, di gioia e di serenità. Si è tornati appena a scuola dopo lunghissimi mesi di chiusura a casa per il covid.

Da poche settimane si gustava la felicità di stare di nuovo insieme, la possibilità di studiare non attraverso lo schermo del computer ma dal vivo… Ritornare a sperimentare l’amicizia reale, i rapporti diretti, l’esperienza del gruppo.

Una sola notte ha rubato tutto. Da lì in poi tanta paura, tanto terrore, tanta delusione…”.

Missioni Don Bosco