RMG – Annunciati i vincitori del concorso per il Poster della Strenna 2024

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Ispirati dal messaggio di speranza e fiducia nei giovani del Sogno dei Nove anni di Don Bosco, ben 30 artisti di tutto il mondo hanno deciso di partecipare al concorso mondiale dedicato ad individuare il Poster per la Strenna del Rettor Maggiore per il 2024. E dopo mesi di febbrile lavoro e accurata ricerca e selezione, è stato finalmente annunciato il vincitore.

Confrontarsi con “il sogno che fa sognare”, come ben manifestato nella prima parte del motto prescelto dal Rettor Maggiore per la sua Strenna, è stata una sfida affascinante per tanti grafici e designer di tutto il mondo, che ha permesso loro di condividere il proprio talento e la propria interpretazione del più celebre sogno di Don Bosco con un pubblico mondiale.

Delle 32 proposte arrivate da tutti i continenti, la commissione creata ad hoc, sotto il coordinamento di don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, ha selezionato all’unanimità le cinque proposte ritenute più appropriate a trasmettere il messaggio della Strenna del Rettor Maggiore. Proprio Don Ángel Fernández Artime ha poi individuato la proposta vincitrice – che diverrà quindi il poster ufficiale della Strenna 2024. Successivamente il Rettor Maggiore ha anche indicato i poster classificati al secondo e al terzo posto, i cui autori riceveranno – come anche l’autrice del poster vincitore – il corrispettivo premio in denaro previsto dal concorso.

Il poster della Strenna del Rettor Maggiore per il 2024 è dunque frutto dell’abilità e dell’inventiva della giovane paraguayana Salmi Medina, grafica e illustratrice, appassionata nel raccontare storie attraverso le immagini, che sta attualmente conseguendo con una laurea in comunicazione.

“Il concetto artistico che ho cercato di rappresentare è fondamentalmente la salesianità in un disegno; la composizione trova equilibrio nei personaggi centrali: Don Bosco con i suoi giovani, tra i quali il Santo si è sempre sentito realizzato – ha spiegato l’autrice –. Mi ricorda molto il logo ‘Salesianos Don Bosco’, dove si vede Don Bosco e i Salesiani, in viaggio con i giovani nel mondo. E proprio così, questa illustrazione rappresenta proprio quel viaggio e un modo che lui sognava per i giovani… la speranza”.

La composizione, costruita con una vivace tavolozza di colori in linea con il “sempre allegri” di Don Bosco, rappresenta a livello concettuale il piccolo Giovannino che passava i pomeriggi a intrattenere giovani e bambini come funambolo quando, in sogno, vide come, con l’amore, alcuni lupi diventavano agnelli. Da quel momento in poi dedicò la sua vita al servizio, ma senza avere più a che fare solo con una corda tesa, ma con una grande responsabilità.

Al secondo posto si è classificato il disegnatore portoghese Nuno Quaresma, membro dell’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria “Sant’Antonio” del Portogallo.

L’autore, che aveva già realizzato uno dei due poster utilizzati per la Strenna del 2023, ha costruito la sua proposta su tre scene: in alto a sinistra il piccolo Giovanni che sogna di giovani in lotta, lupi ed agnelli; in primo piano, sempre sulla destra, la scena del dialogo di Giovannino Bosco con quelli che capirà essere Maria Ausiliatrice e Gesù; di lato, una lunga schiera di giovani festanti: quelli trasformati dall’educazione salesiana nel corso delle generazioni.

Al terzo posto, infine, si è classificata un’altra donna, Reg Silva, illustratrice e pittrice di Manila, nelle Filippine, con un passato anche come artista nell’animazione di motion graphics. Lei stessa è legata agli ambienti salesiani, in quanto frequentante il terzo anno del Master in Pastorale presso la Scuola di Teologia “Don Bosco” di Parañaque City, e laica impegnata nella sua parrocchia, sia a livello pastorale, sia nel ministero della comunicazione sociale.

Presentando il suo lavoro, Reg Silva ha scritto: “Ho voluto ritrarre Gesù e Maria come figure protettive e di guida per il giovane Don Bosco. Come Gesù, il Buon Pastore, culla un agnello tra le sue braccia, così è il piccolo Giovanni Bosco – un’immagina riflessa del suo futuro ministero di buon pastore, impegnato nell’educazione e formazione dei giovani, sempre con la guida e la protezione di Maria. L’intera immagine è poi racchiusa in un cuore, lo spazio nel quale, per la grazia santificante di Dio, deve avvenire la nostra trasformazione personale. Solo quando i nostri cuori saranno cambiati, potremo emanare la Sua grazia ai giovani e trasformare i ‘lupi’ in ‘agnelli’. Questo è il sogno che ci fa sognare”.

Da parte di tutti gli artisti è stata espressa gratitudine verso quest’iniziativa della Congregazione, che li ha messi a confronto con un tema così ricco di suggestioni e messaggi ispiratori.

 

La Missione in 5 PAROLE. Conversando con il Rettor Maggiore dei Salesiani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Parte oggi, 25 ottobre 2023, il nuovo format “In 5 parole”, che vuole snellire i videomessaggi del Rettor Maggiore, rendendoli più veloci, social e vicini ai giovani, senza snaturarne il contenuto e rendendoli piacevoli e confortanti anche per pubblici più ampi.

Ogni argomento verrà espresso nello stile di una challenge: quella di riuscire ad esprimerlo in 5 parole salienti. Il titolo riporta immediatamente l’argomento trasmettendo anche il mood del video e il tono di voce che avrà: quello della chiacchierata. Di volta in volta, una spalla fornirà al Rettor Maggiore i punti-spunti per esprimere il suo pensiero.

Il video si apre sempre con un momento brevissimo riassuntivo del cuore di ciò che il Rettor Maggiore esprimerà all’interno del video: una sorta di “pre-video” ripreso in soggettiva che serve a incuriosire, ma anche a settare immediatamente l’argomento di cui si parlerà.

La prima challenge è sul tema della MISSIONE. Sarà don Andre Delimarta, dall’Indonesia e missionario in Malesia, che proporrà al card. Ángel FERNÁNDEZ ARTIME le 5 parole per parlare di Missione: VOCAZIONE, IDENTITÀ, PREPARAZIONE, QUOTIDIANO e  MOTIVAZIONE.

La prima serie di video di “In 5 parole” è disponibile in rete dalle ore 17:00 del 25 ottobre 2023 (UTC+2). Guarda i video e dicci cosa ne pensi!

ITA

La MISSIONE in 5 PAROLE
A cura del Rettor Maggiore dei Salesiani

–        PRIMA PAROLA: VOCAZIONE: https://youtu.be/iWZ_ZKyktkM

–        SECONDA PAROLA: IDENTITA’: https://youtu.be/dmCJ6F1JSzA

–        TERZA PAROLA: PREPARAZIONE: https://youtu.be/FThOSMBua04

–        QUARTA PAROLA: QUOTIDIANO: https://youtu.be/CrnzsJ1RJvQ

–        QUINTA PAROLA: MOTIVAZIONE: https://youtu.be/84v-XIBlsSQ

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RMG – Giornate di spiritualità della Famiglia Salesiana 2024

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Sono aperte le iscrizioni alle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (GSFS) 2024. La 42a edizione delle GSFS si svolgerà dal 18 al 21 gennaio 2024, sul tema della Strenna del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime: «“Il sogno che fa sognare”. Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”».

L’obiettivo delle Giornate di Spiritualità è far rivivere la spiritualità salesiana nelle sue dimensioni fondamentali, suggerite dalla Strenna del Rettor Maggiore, in comunione con i 32 Gruppi della Famiglia Salesiana.

Qui viene reso disponibile il link alla comunicazione in materia da parte di don Joan Lluís Playà

, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, con tutte le informazioni sulle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2024, il link per l’iscrizione e un breve video di invito all’evento.

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RMG – Poster della Strenna per il 2024: il concorso internazionale giunge alla fase finale

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Con una partecipazione di grande rilevanza – sia dal punto di vista qualitativo, sia dal punto di vista quantitativo – si è conclusa la fase di raccolta delle proposte per il Poster della Strenna del Rettor Maggiore per il 2024, che avrà per tema: «“Il sogno che fa sognare”. Un cuore che trasforma i “lupi” in “agnelli”». A giorni è prevista la scelta del vincitore da parte del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime.

Al concorso internazionale lanciato dal Settore per la Comunicazione Sociale (CS) hanno partecipato decine di grafici, illustratori e designer di tutto il mondo. In totale le proposte pervenute negli uffici del Settore per la CS sono state 32 proposte, giunte da 20 diversi Paesi (con un paio di autori che hanno presentato due proposte diverse).

In questi giorni don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, e i membri della sua équipe, hanno lavorato per procedere alla catalogazione e ordinamento del materiale. Si è giunti, dunque, ora alla fase di finalizzazione, con la quale il Rettor Maggiore in persona provvede all’individuazione del Poster ufficiale della Strenna, e anche dei due altri poster individuati come seconda e terza migliore proposta. Ai primi tre selezionati, infatti, verrà assegnato, anche il premio in denaro corrispondente (2.000, 1.250 e 750 euro).

“È stata una scelta che ha premiato quella di indire questo concorso per il Poster della Strenna – ha commentato ad ANS don Gildasio Mendes –. Abbiamo riscontrato ancora una volta quanto ci sia interesse, anche al di fuori del mondo strettamente salesiano, verso la figura di Don Bosco e verso i suoi insegnamenti. E abbiamo ricevuto una quantità davvero importante di elaborati, tutti pregevoli e rappresentativi anche della globalità del nostro carisma”.

Per dare riconoscimento a tutti coloro che hanno colto questa sfida e hanno sottoposto i loro lavori creativi, il Settore per la CS rende noto, senza alcun ordine di merito, la lista dei partecipanti al concorso:

– Francisco José Enríquez Zulaica SDB, Messico

– Sebastian Koladiyil SDB, Kenya

– Oscar Alberto Arévalo SDB, El Salvador

– Nicolas Leon Lamprea, Colombia

– Jorge Leonardo Lopez, Argentina

– Orliany Hernández, Venezuela

– Agustín Coca Roura, Messico

– Kishi-Bhee (Nakamura), Giappone

– Rodrigo Alves, Brasile

– Federica Lavia, Italia

– Douglas Azevedo Duarte, Portotallo

– Dusabemungu Ange de la Victoire, Rwanda

– Solene Tshilobo, R.D. del Congo

– Roan Grace Lorenzo, Filippine

– Georgia Beaumont-Jessop, Australia

– Nuno Quaresma, Portogallo

– Ar. Crisostomo Miguel T. Ordoño III, Filippine

– Agustina Contreras, Uruguay

– Regina Angela Silva, Filippine

– Andy Batakela, R.D. del Congo

– Jerome Quinto, Filippine

– Maria Fernanda Bastidas, Colombia

– Eduardo Delgado, Ecuador

– Daniel Baldazo Sánchez, Spagna

– Salmi Medina, Paraguay

– Lionel Floribert, R.D. del Congo

– Yurico Ayllon, Perù

– Marcela Palomo, El Salvador

– José Gomes, Portogallo

– Selene Berit

L’annuncio ufficiale del poster vincitore del concorso è atteso a breve.

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Italia – Nuovi cardinali: a colloquio con il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, SDB

Dall’agenzia ANS.

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(Roma, 24 ottobre 2023) – Avrebbe avuto ottime possibilità di intraprendere con successo all’università gli studi in medicina, con una borsa di studio già predisposta per l’occasione. E nei mesi estivi – almeno per un po’ – avrebbe potuto così continuare ad aiutare il padre nella pesca nel golfo di Biscaglia davanti al villaggio asturiano di Luanco. Invece – alla fine degli studi medio-superiori – sentì il richiamo religioso, divenne salesiano… con incarichi di sempre maggiore responsabilità fino a quando nel 2014 fu scelto come decimo successore di don Giovanni Bosco, santo tra i più amati. Oggi Don Ángel Fernández Artime è anche cardinale di Santa Romana Chiesa, creato da Papa Francesco il 30 settembre scorso.  In deroga al ‘motu proprio’ del 1962 di Giovanni XXIII non è stato ancora consacrato vescovo. Si presume che lo sarà dopo che il 31 luglio 2024 avrà rassegnato le dimissioni da Rettor Maggiore per assumere l’incarico prefigurato per lui da Papa Francesco.

Avevamo incontrato Don Ángel nel dicembre 2022 grazie alla possibilità offerta a una trentina di vaticanisti di conoscere i luoghi originari del carisma salesiano a Torino e dintorni. Giorni piacevoli tra la prima neve, tante scoperte storiche e artistiche, spirituali, sociali (le opere create a beneficio dei giovani in Piemonte e in tutto il mondo), anche gastronomiche. Al penultimo giorno la ciliegina sulla torta: l’incontro sostanzioso nei tempi e nei contenuti con il Rettor Maggiore. A distanza di una decina di mesi eccoci ora qui, davanti alla stazione Termini, a via Marsala 4,2 dove attorno alla Basilica del Sacro Cuore – anch’essa, come Santa Maria Ausiliatrice a Torino-Valdocco, voluta da Don Bosco – sorge uno dei luoghi salesiani romani più famosi…

Rettor Maggiore, Eminenza, introducendo con un saluto a Lei indirizzato la celebrazione eucaristica del primo ottobre scorso nella Basilica romana e salesiana del Sacro Cuore – era per Lei la prima Messa da cardinale – don Stefano Martoglio, il suo Vicario, ha espresso tra l’altro il senso di  gioioso stupore suscitato dalla Sua nomina: “Tu, Angel, figlio di Angel e Isabel, fratello di Rocío, Figlio di Don Bosco per vocazione, chiamato al servizio della Chiesa ad un livello grandissimo di confidenza e di responsabilità”. In questa frase emerge in primo luogo la Sua famiglia…

Sono una di quelle persone per le quali le radici sono molto importanti. E io nelle mie radici porto un grande amore per la mia famiglia, con i miei genitori già in Paradiso – mia mamma da tre mesi – per la mia origine di pescatore, per il mio essere nato e cresciuto in un paesino di pescatori, per avere avuto in famiglia cinque generazioni di pescatori, per essere andato con papà in mare nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre da quando avevo tredici anni…

D’estate si pesca certo di più…

E’ il miglior momento dell’anno. D’inverno è molto difficile a causa del mare, il Golfo di Biscaglia. Tutto questo che ho ricordato, come può capire, è restato impresso nella mia carne e mi ha dato forma. Mi ha aiutato a crescere fisicamente, ma soprattutto ha stimolato la mia attrazione per la bellezza della natura, la mia sensibilità per il dono della vita… come quando vedevo papà rientrare la mattina dopo una nottata a pescare. Ho imparato fin da piccolo a ringraziare Dio per questi doni. La mia era una famiglia credente e mi ricordo bene che si recitava il Rosario con la nonna. Questo è stato il mio contesto originario di vita. Lo porto nel mio dna, lo porto nel sangue. Mi sento orgoglioso delle mie origini molto semplici, molto umili.

Nel saluto di don Martoglio in evidenza anche quel “Figlio di don Bosco per vocazione”…

Io non conoscevo i salesiani: sono andato a studiare da loro perché una turista ultrasettantenne che veniva d’estate a Luanco aveva sviluppato negli anni un’amicizia solida con mio padre. Un giorno – io avevo 12 anni – gli chiese che cosa pensasse del mio futuro. Papà rispose che io avrei fatto il pescatore come lui. Lei osservò che ero ben sveglio e che conosceva  dei religiosi che si occupavano dell’istruzione dei giovani. I miei genitori obiettarono allora che non sarebbero mai riusciti a pagare la retta, ma lei li rassicurò: “Vedrete che non sarà così cara!”.

Come andò a finire?

I miei genitori accettarono di rinunciare ad avermi con loro tutti i giorni… fu una grande sofferenza specie per mia mamma. Sono così andato a studiare dai salesiani, a 200 chilometri da casa.

E poi, alla fine degli studi medi, cosa successe?

Avevo ormai ben preparato l’accesso alla Facoltà di Medicina e Chirurgia. Per me era già stata stabilita una borsa di studio consistente, dato che i miei erano di condizione modesta. La medicina la sentivo come vocazione… la sento un po’ anche oggi dentro di me… penso che sarei stato un buon medico di famiglia! Nel contempo però allora sentivo anche, sempre più forte, l’esigenza di chiarirmi con me stesso, perché gli anni dai salesiani mi erano piaciuti molto … apprezzavo tanto il loro lavoro con i giovani. All’ultima estate al mare condivisi con i genitori i miei pensieri, prospettando di diventare un religioso salesiano. Papà e mamma mi dissero: “Figliolo, è la tua vita. Se questo ti renderà felice, va’… non preoccuparti per noi”! Se mio padre mi avesse detto invece: “No, Angelavrò sempre bisogno di te, del tuo aiuto!”, io avrei rinunciato a diventare salesiano, avrei fatto il medico, d’estate avrei continuato ad aiutare papà. Il momento della domanda della turista e il ‘sì’ dei genitori, il momento della scelta religiosa e l’altro ‘sì’ dei genitori…. non posso non leggere nel nascere e nel concretizzarsi della mia vocazione due grandi interventi di Dio!

Parliamo del Suo stemma, che nella prima sezione dello scudo riporta una figura ben conosciuta…

La figura, molto cara a noi salesiani tanto che la portiamo nella croce che tutti indossiamo, è quella di Gesù Buon Pastore, che ritroviamo anche nelle catacombe di San Callisto. Datata agli inizi del III secolo, è presente dappertutto: negli affreschi, nei rilievi dei sarcofagi, nelle statue. Per noi il Buon Pastore incarna il dna di un salesiano. Nella seconda sezione dello scudo ecco il monogramma MA, Maria Ausiliatrice. Come don Bosco noi salesiani imploriamo sempre la sua protezione. Del resto è lei che ha fatto tutto per noi. Nella terza sezione vediamo l’ancora che per me ha un doppio significato. Da una parte sta nello scudo salesiano e vuole significare quella speranza e solidità che noi salesiani dobbiamo possedere; dall’altra l’ancora rimanda alle mie radici di pescatore, alla mia famiglia, al mio villaggio. Come ho detto, per me è qualcosa di molto importante.

Lo stemma riporta anche un motto: Sufficit tibi gratia mea

È stata una scelta del tutto personale, perché esprime come mi sento e come mi sono sentito per tutta la mia vita fino ad oggi. Come salesiano ho vissuto quello che io mai avrei scelto. Ispettore, qualche anno anche in Argentina, poi Rettor Maggiore. Vivo adesso il cardinalato in obbedienza a una decisione del Santo Padre. Come ha detto il Signore a san Paolo: “Ti basti la mia grazia”.

Nella Sua biografia troviamo come da Lei accennato anche un periodo da Ispettore in Argentina dal 2009 al 2013. Lei può facilmente immaginare la domanda connessa…

Certo, ho conosciuto Papa Francesco come Cardinale Arcivescovo a Buenos Aires negli anni 2009-2013 quand’ero Superiore dell’Ispettoria in Argentina. Mai questa conoscenza “anticipata” me la metterò come una medaglia di merito. Con l’allora arcivescovo di Buenos Aires ho avuto un rapporto come è stato il caso per tanti altri, sacerdoti e religiosi, Provinciali compresi. Per me era comunque sempre bello riceverlo ogni 24 maggio quando veniva nella Basilica di Santa Maria Ausiliatrice nel quartiere di Almagro: in quella zona avevano vissuto i suoi genitori e lì era stato battezzato.

Papa Francesco L’ha ricevuta l’11 luglio scorso, dopo l’annuncio della creazione a cardinale. Per l’occasione Lei ha rievocato così l’udienza concessa al Capitolo generale salesiano che L’aveva eletta per il prìmo mandato da Rettor Maggiore: “Santo Padre, mi permetta di ricordarle una cosa: 10 anni fa, Lei mi disse: ‘Eh, gallego, che cosa ti hanno fatto!’. Adesso sono io a dirglielo: ‘Santo Padre, che cosa mi ha fatto Lei!’.  Mi è venuta una curiosità: perché il Papa l’ha definita gallego se Lei non è della Galizia ma delle Asturie?

Il fatto è che per gli argentini ogni spagnolo è un gallego, perché le prime grandi migrazioni di spagnoli erano di galiziani… in Galizia c’era tanta fame, specie dopo la fine della Guerra civile. Un contadino con un piccolo pezzo di terra non era in grado di far vivere una famiglia con quattro o cinque figli. L’Argentina era un porto sicuro. D’altra parte in quegli anni era una potenza guidata da Juan Domingo Peron e generosamente aiutava la Spagna inviando frumento e burro. Lo sa anche che ogni italiano è chiamato tano? Perché?

…Non riesco a trovare il nome di una regione che suggerisca di usare tano

Difatti tano è il finale di un appellativo che riguarda una città: Napoli. Napoletano è troppo difficile e lungo da pronunciare… Perciò gli argentini dicono tano per ogni italiano. E l’emigrazione italiana è stata la più numerosa in Argentina. Italiani e spagnoli sono popoli che hanno sperimentato sulla propria pelle gioie e dolori, speranze e delusioni dell’emigrazione…

Al centro del carisma salesiano stanno i giovani. Dopo nove anni di Rettorato Lei ha visitato almeno 110 Paesi…)

Saranno 120 a novembre, sui 135 in cui siamo presenti.

… Dunque ha conosciuto giovani di origini diversissime. C’è qualcosa di comune a tutti i giovani nel mondo? Alla recente GMG di Lisbona è emerso questo filo rosso, caratterizzato però da una fede profonda in Gesù Cristo. Nelle loro scuole e nei loro centri professionali i salesiani ospitano giovani di ogni provenienza… secondo la Sua esperienza c’è comunque qualcosa che unisce tutti nel profondo?

Sì. Le culture sono diverse, le lingue sono diverse, gli ambienti di vita sono diversi. Se confrontiamo la vita di un giovane della Cambogia, di uno di Madrid, di un terzo, un giovane indio Shuar dell’Ecuador la differenza è enorme anche in un mondo come il nostro, che è stato definito ‘villaggio globale’.  Però, dopo quasi dieci anni di incontri in tanti Paesi, mi sono ormai convinto di una cosa: tutti i giovani del mondo, quando vedono che un adulto si avvicina con uno sguardo di amicizia, di apertura di cuore, si avvicina pensando al loro bene e per essere al loro servizio, si rivelano molto accoglienti. I giovani mai chiudono le porte. I duri siamo noi adulti, quelli che portano tante ferite di guerra nella vita siamo noi adulti… E’ vero: tanti giovani a volte si sono persi per i peccati strutturali del nostro mondo… però i giovani hanno un cuore accogliente.

Sto pensando a tanti giovani africani: perché emigrano? Non ci sono possibilità reali, concrete che possano restare nei loro Paesi per collaborare al loro sviluppo? Voi salesiani avete tante scuole e centri di formazione professionale anche in Africa… che cosa Le suggerisce la Sua esperienza? Tanti giovani seguono i pifferai magici che descrivono loro l’Europa come quell’Eldorado che spesso invece non è…

Bellissima domanda. Credo che la mia risposta sarà pure molto chiara. Parlo dapprima di noi Salesiani, che siamo presenti in quasi tutte le nazioni africane e cerchiamo di evangelizzare anche attraverso educazione e formazione. Sono delle priorità per noi. Sono stato in Africa tante volte da Ispettore…per esempio nel Senegal… Qual era e rimane la nostra intenzione? Fornire ai giovani una formazione adeguata in tre anni di studi, riuscire a dare a ciascuno uno scatolone con l’attrezzatura per poter lavorare, così che sia possibile per loro condurre una vita dignitosa, guadagnare qualche soldo, restare in contatto con la famiglia. L’abbiamo fatto e continuiamo a farlo.  Infatti sono in tanti a non essere emigrati, perché grazie a noi – e a molti altri che lavorano come noi – hanno trovato una sistemazione onorevole.

Un servizio il vostro che è stato e resta preziosissimo… però, se passiamo a un livello generale africano, la situazione è diversa…

Bisogna aiutare in modo più incisivo lo sviluppo di tanti Stati africani. Gli investimenti fatti ad esempio dall’Unione europea, dando fiumi di denaro all’uno o all’altro Paese per costruire strutture che frenino l’immigrazione – insomma campi di migranti –sono destinati al fallimento poiché gli ospiti prima o poi andranno via considerate le prevedibili condizioni di vita nel campo. Per contro l’Unione europea dovrebbe considerare con più attenzione, con maggiore serietà gli investimenti sulla formazione professionale dei giovani, finanziando la rete di chi già opera in quel campo (lo ripeto: non siamo solo noi, siamo ormai in tante istituzioni!): questo è, secondo me, un investimento che darebbe molti buoni frutti!  In sintesi: dobbiamo fare tutto il possibile perché le mafie non possano più portare per 2, 3, 5mila euro su barche artigianali persone che sono attratte dal presunto Eldorado che si chiama Europa.

Prima accennava a un’esperienza significativa, molto istruttiva, ancora in Senegal…  

Sì, torniamo al Senegal, un Paese che conosco bene. Conosco anche le sue coste e l’incredibile cultura della pesca che si registra non solo in riva al mare. Ottanta anni fa, anche quaranta, nessuno avrebbe mai pensato a una emigrazione massiccia, dato che in Senegal la pesca dava da vivere dignitosamente. In anni più recenti, tuttavia, numerose flottiglie di pescherecci esteri – purtroppo ci devo mettere anche quelli spagnoli – hanno ridotto del 70% la possibilità di pesca dei senegalesi. Certo ciò è avvenuto attraverso accordi tra governi. Però la conseguenza è che i figli dei pescatori non hanno più in molti casi la possibilità di guadagnare quel tanto che basta per una vita dignitosa. Noi europei dobbiamo prendere veramente sul serio le nostre affermazioni sull’aiuto ai popoli africani in loco per evitare le migrazioni. Gli aiuti in dollari ai governi non servono. Perché invece – e lo ripeto – non investire invece nella formazione professionale dei giovani?

Passiamo alla condizione dei giovani europei: la loro quotidianità è diversa rispetto a quella di tanti coetanei africani, ma i problemi cui sono confrontati sono pure complessi e anche drammatici. Se pensiamo alla religione, da una parte sempre più giovani europei – bombardati da messaggi culturali individualisti che indeboliscono la persona umana (di cui si riduce pure la sacralità) attraverso un allentamento delle relazioni sociali e un indebolimento dell’identità anche sessuale – stanno perdendo la fede, rifiutando esplicitamente il cristianesimo o chiudendosi in un indifferentismo molto inquietante…

Quello che ha rilevato è certamente vero, ma per avere un quadro completo della complessa condizione giovanile europea oggi, che poi può portare alla perdita della fede, c’è da aggiungere un altro elemento essenziale: dobbiamo confrontarci con giovani fragili sì, eppure in genere molto più istruiti delle generazioni precedenti o almeno potenzialmente più competenti. Parlano più lingue e sanno muoversi molto di più al di là delle proprie frontiere, sono flessibili grazie anche all’utilizzazione di nuovi strumenti preziosi di conoscenza e operativi che ai nostri tempi non esistevano. E tuttavia questa generazione di giovani porta un macigno sulle proprie spalle: il proprio futuro …

In effetti come possono programmare la propria vita se molti di loro – non per scelta propria – vivono nella precarietà?

Secondo dati che sono frutto di indagini recenti, Spagna e Italia hanno un’età media di emancipazione dalla famiglia tra 28 anni e mezzo e 32. Ma a 32 anni si è uomini o donne, non si è più catalogabili tra i giovani! Si abita ancora con i genitori, perché non si ha modo di costruirsi una vita al di fuori della famiglia. Lo dico con dolore per la mia Spagna: il 40% dei giovani spagnoli non trova lavoro. In Italia meno, ma è sempre una percentuale molto alta. Manca la stabilità che consente la formulazione di un programma esistenziale.  Certo non è una questione solo di lavoro, ma anche di senso della vita. A volte le scelte si devono fare… ma, se il futuro è incerto, si tende a rimandarle… con la conseguenza che nei giovani si sta affievolendo ad esempio il senso della maternità e della paternità. Davanti alle grandi scelte tanti giovani oggi sono titubanti, prendono tempo, perché non sanno quello che ciò potrà comportare per loro… anche il matrimonio, l’avere un figlio…

Questo dei giovani e dei loro problemi in una società fluida e contraddittoria come la nostra è un tema che meriterebbe un ancor maggiore approfondimento. Però questa intervista la dobbiamo pur concludere e allora non possiamo né vogliamo ignorare un tema che oggi ci lacera non solo per il dolore ma anche per l’apparente impossibilità concreta di ridurne l’impatto sulla quotidianità di noi tutti: il tema della guerra…

Questo tema ci fa soffrire. La penso come papa Francesco e altri che ne condividono il pensiero: stiamo vivendo una nuova Guerra mondiale, ma a pezzetti. Ho maturato nella mia vita una convinzione: nessuna guerra ha senso. Oggi se possibile ancora di più. Una volta le guerre erano più frequenti, ma paradossalmente meno pericolose. Tu trafiggevi con una spada chi ti stava di fronte, mentre adesso premi un bottone e puoi mandare un missile senza sapere chi e quanti ne ucciderai.

Nel dibattito pubblico spesso si osserva che non tutte le guerre sono uguali…

Ripeto: la guerra è assurda di per sé. Si può dibattere sulle colpe dell’uno e dell’altro, su chi ha incominciato e su chi ha reagito, sulla ferocia del fondamentalismo… ma la domanda (e constatazione) fondamentale resta una sola: quanti morti ci siamo già caricati sulle spalle in Ucraina, quanti soldati e civili ucraini e russi? E di quanti morti di ogni provenienza e di ogni età ci siamo caricati in Terrasanta con il terrorismo di Hamas e la risposta di Israele?  Quanti morti? Quanti morti? Migliaia e migliaia. Ma ricordo che già una sola vita è sacra.

Realisticamente si può nutrire la speranza che un giorno le spade saranno spezzate per farne aratri?

Mi rendo conto che tutto quanto faremo nell’investimento per la pace non sarà mai abbastanza. Dico di più: mi fa male l’assenza di una azione più ferma, più determinata, più forte per la pace da parte di tanti governi, da parte delle superpotenze, da parte degli organismi internazionali. E sul dilagare del terrorismo – anche noi salesiani ne soffriamo in primo luogo in Africa, con molte vittime – non posso che ribadire: il terrorismo non ha nessuna giustificazione, nessuna. Per concludere: dobbiamo investire molto di più non negli armamenti, ma per dare la possibilità a tutti di vivere dignitosamente nei propri Paesi di origine, in Africa e non solo. In caso contrario le migrazioni si moltiplicheranno così come i drammi umani spesso ad esse legati. Già oggi – sentivo l’altro ieri la radio spagnola – il fenomeno coinvolge giornalmente ben più di cento milioni di persone. Non c’è dunque tempo da perdere: investiamo non in missili, ma nell’educazione e nella formazione professionale dei giovani, soprattutto là dove la carenza emerge impedendo loro di programmare un futuro di stabilità.

Giuseppe Rusconi

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Italia – Visita a sorpresa del Cardinale Fernández Artime, Rettor Maggiore, alla comunità “Zeffirino Namuncurá” durante le settimane culturali-continentali

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – La comunità salesiana internazionale di studenti di Teologia “Zeffirino Namuncurá”, in via della Bufalotta 550 a Roma, venerdì 20 ottobre ha vissuto una serata memorabile: nell’ambito della conclusione della prima delle settimane culturali-continentali organizzate dalla comunità per celebrare e valorizzare la propria dimensione internazionale, ha ricevuto la visita del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, il neo-Cardinale Ángel Fernández Artime.

Intervenendo con il suo consueto fare paterno e carismatico, il Rettor Maggiore ha offerto il pensiero della “buonanotte salesiana” ai membri della comunità, lanciando un forte invito a non dimenticare mai il “PER CHI” si sta vivendo questo tempo di formazione. I giovani a cui si è mandati e che Don Bosco predilige, tanto più se segnati dalla povertà, non sono un pubblico a cui si dovrà parlare tra qualche anno: sono la famiglia a cui apparteniamo e che orienta attitudini e stile di vita quotidiana fin da subito – è stato il senso del suo discorso.

Se veramente li abbiamo a cuore, ha proseguito, essi impediscono ai salesiani di diventare una élite di privilegiati a cui tutto è garantito e, piuttosto, spronano a darsi da fare per prendersi cura il più possibile dei servizi che necessari alla vita della comunità, come anche ad investire tempo, dedizione, pazienza nelle attività pastorali che, pur con i limiti temporali che lo studio della teologia necessariamente impone, vengono portate avanti dai membri della comunità (e va segnalato che sono ben 27 i centri in cui i salesiani della casa sono impegnati durante i fine-settimana).

Don Á.F. Artime ha concluso questo momento con la benedizione e l’inaugurazione di alcuni ambienti rinnovati dell’edificio, che prima era di proprietà dei religiosi Guanelliani, e che gradualmente diventa sempre più idoneo ad ospitare la comunità di formazione specifica “Zeffirino Namuncurá” e i locali riservati alla Postulazione.

La serata è proseguita con l’agape fraterna preparata ed animata dai confratelli di Albania, Croazia, Polonia, Portogallo e Italia, le nazioni europee che sono presenti nella comunità e cui spettava l’animazione della prima delle settimane continentali-culturali di quest’anno.

“Avere con noi Don Ángel è stato un dono tanto più bello e gradito, quanto sorprendente, nel senso che ci ha colti di sorpresa, grazie al tratto di delicatezza che ha voluto riservarci anche in questo, per partecipare in semplicità a un momento della nostra vita, senza modificare quanto era già stato organizzato per quel giorno – ha commentato il Direttore della comunità, don Silvio Roggia –. È stata una occasione per incontrare insieme i membri della comunità e i 22 partecipanti al corso per missionari che ha luogo all’Università Pontificia Salesiana, ospiti della Comunità Zeffirino dalla fine di settembre fino alla conclusione del corso, l’11 novembre”.

L’iniziativa delle settimane culturali-continentali è un’espressione dell’intensa interculturalità della comunità salesiana di via della Bufalotta, che quest’anno conta 48 salesiani studenti e altri 10 confratelli dell’equipe o che si trovano a Roma al servizio della Congregazione o per seguire dei corsi di formazione. In totale, ospita Figli di Don Bosco provenienti da 27 Paesi e 28 Ispettorie.

All’inizio dell’anno pastorale la comunità dedica una settimana ad ogni continente, per presentarne elementi caratteristici sia della geografia, storia e cultura, sia della presenza salesiana, con varietà di approcci: liturgia, coreografie, momenti di presentazione e condivisione, cucina. Il fine è quello di aiutarsi mutuamente ad aprirsi alla diversità delle nazioni e comunità, per apprezzarne la ricchezza.

Il programma delle settimane culturali-continentali quest’anno si è aperto con una settimana dedicata all’Europa, cui fanno seguito le settimane dedicate all’Asia, all’Africa e infine all’America. L’intera iniziativa ha, infatti, la giornata dell’11 novembre come punto di arrivo, poiché in quella data coincidono l’anniversario della prima Spedizione Missionaria Salesiana e quello della beatificazione di Zeffirino Namuncurá, patrono della casa. 

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Italia – L’evento inaugurale della rete salesiana “Don Bosco Tech Europe”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Venerdì 20 ottobre 2023, a Roma, presso il Grand Hotel Palatino di via Cavour, si è tenuto l’evento inaugurale della rete salesiana “Don Bosco Tech Europe” (DB Tech Europe) che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone e la presenza del Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

La rete “DB Tech Europe” è una realtà di coordinamento e sviluppo nell’ambito della formazione professionale che racchiude al suo interno 211 Centri di Formazione Professionale in 22 Paesi collocati in Europa e nel bacino del Mediterraneo (Albania, Belgio, Bosnia-Herzegovina, Egitto, Francia, Germania, Irlanda, Israele, Italia, Libano, Kosovo, Marocco, Moldavia, Montenegro, Palestina, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Ucraina, Ungheria) i quali contano complessivamente una popolazione scolare di 86.200 giovani e 7.085 collaboratori (docenti, formatori, personale).

La mattina è incominciata con il saluto istituzionale del presidente della rete, don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile salesiana, ed un suo intervento sull’originalità del rapporto di Don Bosco con il mondo del lavoro, caratterizzata dalla intenzionalità educativa che cura la totalità della persona nel giovane, dalla concezione promozionale che punta sulla abilitazione e professionalità e dalla dimensione sociale etica (la formazione dell’“onesto cittadino”).

DB Tech Europe, un’organizzazione formativa salesiana in rete, risponde ad un’istanza pedagogica umanistica, con respiro di integralità personale, orientata a vincere prospettive e vedute formative puramente didattiche, tecniche e funzionali. Don García Morcuende ha fatto notare che la formazione professionale nei nostri centri salesiani oggi è, di fatto, anche un luogo di incontro delle culture, delle confessioni religiose; più largamente, rappresenta una sfida di grandi proporzioni per la società, oltre ad essere una risposta intelligente al disagio giovanile.

A seguire, il Direttore esecutivo, dott. Piero Fabris, ha illustrato il cammino lungo dodici anni che ha portato alla creazione di questa nuova organizzazione che si propone di essere un attore di primordine per le altre reti salesiane mondiali (DB Tech Africa, Americas, Asean, India) ed un partner affidabile per istituzioni pubbliche, private e per le aziende su molti temi relativi la formazione professionale; ad esempio: opportunità di lavoro per i giovani e gli adulti più vulnerabili, riqualificazione professionale, tirocini esteri, programmi “Erasmus+” e programmi “Horizon” per innovazione e digitalizzazione.

Dopo un momento di scambio fra le aziende e i responsabili dei progetti nell’ambito dell’Unione Europea provenienti da molti Centri di Formazione Professionali (CFP) salesiani e dalle istituzioni europee presenti all’evento, c’è stata la relazione conclusiva del Rettor Maggiore e neo-cardinale, Don Ángel Fernández Artime, che ha posto l’accento su come le sinergie internazionali siano fondamentali per avere dei centri di formazione che provvedano ad accompagnare giovani più bisognosi verso un futuro segnato nel solco cristiano del lavoro e nell’onestà.

Il Rettor Maggiore ha aggiunto anche che in un mondo dove sempre più spesso gli oggetti sostituiscono i valori famigliari ed etici, i salesiani continuano a rinnovarsi pur rimanendo saldi nella loro identità e tradizione, che li vede impegnati nel rimanere sempre al fianco dei giovani ed impegnati ad aiutarli a scoprire i loro sogni e a realizzarli.

Infine, ha concluso il suo intervento con un richiamo ad alcune esperienze di successo dei CFP salesiani nei contesti africani e ha ribadito l’importanza di accompagnare i giovani europei con la presenza e la testimonianza degli educatori.

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Missioni Don Bosco: Conferenza Stampa di presentazione “Corsa dei Santi” il 31 ottobre a Roma

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Comunicato Stampa
24 Ottobre 2023

Conferenza stampa con don Daniel Antúnez

Sarà presentata il 31 ottobre la Corsa dei Santi a Roma
Quest’anno è a sostegno dei ragazzi della Guinea Conakry

SMS solidale con Missioni Don Bosco per finanziare il progetto
di un polo sportivo nel plesso scolastico Don Bosco a Kankan

 

La 15ma edizione della Corsa dei Santi, evento podistico con partenza e arrivo in Piazza San Pietro in Vaticano mercoledì 1 novembre, è dedicata a un progetto di sviluppo sociale attraverso lo sport in Guinea Conakry, nella città di Kankan.

Lo propone Missioni Don Bosco, la onlus di Torino-Valdocco che sostiene i missionari salesiani nel mondo.

La conferenza stampa di presentazione si terrà

martedì 31 ottobre alle ore 11:00

alla Sala Benedetto XVI del Pontificio Collegio Teutonico Vaticano
(nei pressi dell’Aula Nervi)

con la partecipazione di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, e di Roberto De Benedittis, presidente di ACSI Italia Atletica, ente organizzatore della manifestazione sportiva.

All’evento del 1° novembre parteciperanno le campionesse Fiona May (testimonial di Missioni Don Bosco), Sara Simeoni e Danielle Madam.

Per l’accredito in Vaticano è necessario confermare la presenza alla conferenza stampa entro venerdì 27 ottobre all’Ufficio Stampa di Corsa dei Santi:

Federico PASQUALI

L’ingresso in Vaticano è fissato alle ore 10.30 da piazza del Sant’Uffizio, alle spalle del colonnato a destra della Basilica.

Nel nostro sito trovate tutte le informazioni sul progetto solidale: a Kankan, dopo la realizzazione di un complesso scolastico, che è arrivato ad accogliere quasi 400 studenti, il programma educativo prevede ora la costruzione di un nuovo centro multisportivo che sarà disponibile anche per le attività dei bambini e dei ragazzi del quartiere, attualmente costretti a giocare per la strada, con tutti i pericoli connessi, senza la cura di adulti.

A sostegno del progetto sarà attivo il numero telefonico 45594 per l’invio di un SMS solidale dal 29 ottobre al 5 novembre.

Il programma “Mattino Cinque” condotto da Federica Panicucci si collegherà a più riprese con Piazza San Pietro per seguire l’andamento della Corsa e per ascoltare le interviste di Paolo Capresi.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Missioni Don Bosco

Italia – Inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-24 dell’Università Pontificia Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Si è svolta martedì 17 ottobre l’inaugurazione dell’Anno Accademico 2023-2024 dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), con la concelebrazione eucaristica presieduta dal Cardinal Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco e Gran Cancelliere dell’UPS e la Prolusione tenuta dal Mons. Giovanni Cesare Pagazzi, Segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione.

È stata per tutti i presenti una mattinata di gioia e di ritrovo, nella quale l’intera comunità accademica e studentesca dell’UPS si radunata per trascorre del tempo insieme, con l’augurio di vivere per l’intero anno che si va ad aprire un’esperienza di crescita culturale, umana e spirituale.

Nel presiedere l’Eucaristia mattutina il Cardinale Á.F. Artime si è soffermato sul tema scelto per il nuovo anno: “Abitare la soglia. Frontiere dell’umano e esperienza di Dio” e ha commentato: “Vi auguro che lo Spirito Santo vi accompagni ad abitare la soglia dell’esistenza degli uomini e delle donne di oggi, in particolare dei più giovani e dei più poveri. Abitare la soglia delle loro domande e della loro sete significa non avere paura di ‘salire sul carro’ dei giovani di oggi, entrare nel loro mondo e avviare percorsi di ascolto, di dialogo e di accompagnamento. Significa aiutare i giovani ad ascoltare la loro sete più profonda, che a volte è soffocata dalla cultura del consumo immediato di cose, esperienze e relazioni. Quella sete profonda c’è: tocca a noi riconoscerla, abitarla e indicare l’acqua viva che solo può saziarla per sempre”.

A termine della celebrazione, animata dal Coro Universitario, si è tenuto nell’Aula Paolo VI dell’UPS l’Atto Accademico, alla presenza di Autorità Ecclesiastiche, Civili e Militari e di tutta la Comunità Accademica dell’UPS.

Nella propria relazione introduttiva il Rettor Magnifico dell’UPS, prof. don Andrea Bozzolo, ha ripercorso i momenti più significativi dell’anno accademico trascorso, informato sulle nuove nomine e ringraziato, in particolare, il Santo Padre per l’elezione del Gran Cancelliere a Cardinale.

Spiegando i motivi della scelta del tema dell’anno, ha precisato: “La missione di un’università è quella di abitare le inquietudini del proprio tempo, sostare con le risorse del pensiero sulle grandi domande della propria epoca, intercettare e dare forma agli interrogativi dell’esistenza quotidiana che spesso faticano a giungere a parola. Cogliere tali inquietudini con rispetto, attraversarle senza accontentarsi di risposte preconfezionate e riconoscervi un’apertura sempre nuova al mistero della verità è il senso del nostro impegno culturale”.

Ha poi illustrato il programma del convegno “Giovani e sessualità. Sfide, criteri, percorsi educativi”, che si terrà dal 1° al 3 marzo 2024 e che costituirà il punto di arrivo del progetto triennale “Giovani, affetti, identità” che ha visto impegnati nel lavoro comune i professori di tutte le Facoltà e il punto di avvio di un nuovo per- corso formativo.

Il Rettor Maginfico ha poi parlato del nuovo curricolo dedicato al Terzo settore, attivato nel nuovo anno, con il quale si vuole offrire una preparazione mirata alle esigenze specifiche di questo ambito di attività, unendo la visione umanistica e solidale che promana dall’insegnamento sociale della Chiesa alle competenze tecniche (giuridiche, economiche, amministrative, gestionali) necessarie per operare nell’economia sociale.

Interessantissima la prolusione di Mons. Giovanni Cesare Pagazzi, Segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, che ha sottolineato, in particolare, l’importanza della formazione e dell’aggiornamento culturale di ognuno. “È necessario interrompere il proprio tempo e dedicarne una parte al proprio accrescimento culturale” ha sottolineato nel suo ricco e articolato intervento il relatore, Professore Ordinario di Teologia sistematica a Piacenza, a Lodi, a Milano e poi di Ecclesiologia e Comunità Familiare presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II di Roma – un docente che ha collaborato con molte Facoltà teologiche e Università pontificie e che è anche autore di numerose pubblicazioni.

Sono seguite le premiazioni del Prof. Tadeusz Lewicki, che ha raggiunto l’emeritato, e degli studenti e delle studentesse che hanno concluso i propri studi nei tempi e con il massimo dei voti.

L’evento è terminato con la proclamazione ufficiale dell’apertura dell’anno accademico 2023/2024 da parte del Card. Ángel Fernández Artime.

Francesco Langella

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Stati Uniti – Si conclude a Los Angeles l’edizione 2023 del DBGYFF

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Los Angeles) – Il “Gran Finale” del Don Bosco Global Youth Film Festival (DBGYFF) a Los Angeles, la capitale mondiale dell’intrattenimento, si è svolto nel pomeriggio di venerdì 13 ottobre 2023, presso il “Don Bosco Youth Centre” di Los Angeles, con la partecipazione di varie personalità e l’annuncio dei vincitori globali del DBGYFF.

Mentre in più di 200 località di quasi 60 Paesi del mondo salesiano si è celebrato questo festival, mostrando gli sforzi creativi dei nostri giovani, la finale a Los Angeles è stata davvero unica e ha mostrato come il Don Bosco Global Youth Film Festival possa essere un festival cinematografico che fa la differenza, in grado di far riecheggiare il tema dell’Amore, della Pace e della Solidarietà in un mondo creativo e incisivo.

A rendere la serata ancora più memorabile è stata la presenza e la partecipazione entusiasta di diverse personalità: don Mel Trinidad, Ispettore dei Salesiani di Don Bosco degli Stati Uniti Ovest (SUO); Stanley NG, Direttore Artistico e Supervisore di Effetti Visivi (VFX) ad Hollywood; don Ricardo Campoli, del Settore Comunicazione Sociale di Roma; e del Direttore del Festival, don Harris Pakkam.

Il festival è iniziato con un video tematico che ha messo in evidenza come l’amore possa costruire la pace e la solidarietà, seguito dai videomessaggi del Cardinale Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, decimo successore di Don Bosco, e di don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere Generale per le Comunicazioni Sociali, da Roma. Don Mel Trinidad, a sua volta, ha dato il benvenuto ai presenti e ha espresso la soddisfazione dell’Ispettoria per poter ospitare il festival e così far sentire la voce dei giovani del mondo salesiano a Los Angeles. Don Ricardo Campoli, nel suo messaggio, ha sottolineato che questo festival ha unito i giovani di tutto il mondo e ha dato loro l’opportunità di condividere i loro sogni e la loro passione creativa sul tema offerto. Mentre il Direttore del festival, don Pakkam, ha affermato come Don Bosco, che in vita sua parlava da Torino, in quel momento stesse parlando da Los Angeles, grazie ai giovani del DBGYFF. “Gli sforzi dei nostri giovani, in un modo ricco di simboli, oggi sono celebrati e riconosciuti al più alto livello” ha infine concluso.

Il momento solenne della dichiarazione ha portato una grande sorpresa: un giovane vestito da Don Bosco, provenendo da dietro la sala, alle spalle del pubblico, ha portato il logo del DBGYFF, che è stato poi svelato da don Trinidad per dichiarare aperto il festival del cinema. Tenendo conto dei tempi, per il Gran Finale a Los Angeles è stata realizzata la proiezione di solo 24 film selezionati. Il video del conto alla rovescia del DBGYFF ha dato il via alla proiezione dei cortometraggi, uno dopo l’altro. La serata è stata ipnotizzante quando il maestro di cerimonie Mikey e la sua équipe di giovani – Caia, Catherine e Jaden – hanno coinvolto il pubblico con le loro interazioni e riflessioni spontanee prima e dopo ogni film. Anche le voci del pubblico, con le loro risposte, hanno mantenuto tutti ispirati e concentrati sul tema.

Dopo la proiezione dei corti, Stanley NG è intervenuto a nome della Gran Giuria per esprimere i suoi sentimenti. Ha incoraggiato i giovani a proseguire incessantemente con i loro sforzi e a sognare in grande, in modo che anche loro possano raggiungere i loro obiettivi, che sono raggiungibili se tutto è fatto con amore e passione.

La tanto attesa proclamazione dei vincitori dei Premi Globali ha avuto inizio in un clima di trepidazione, con la valigetta contenente la lista definitiva dei vincitori consegnata a don Trinidad e al signor Stanley. Si è così proceduto all’annuncio pubblico dei vincitori, la maggior parte dei quali ha potuto partecipare e manifestare immediatamente la propria gioia e le loro emozioni attraverso dei video-collegamenti. È stato, questo, un momento di vero orgoglio perché ha celebrato gli sforzi di tanti giovani legati a Don Bosco e al carisma salesiano di diverse parti del mondo.

I corti vincitori a livello globale del DBGYFF 2023 sono:

1.           UNITED HEARTS di Joseph Katsilizika, Malawi

2.           LIFE GOES AYE AYE, di Leander Fernandes, India

3.           HISTORIAS DE PAPEL (Paper Stories), di Juan Pablo Valencia Marulanda, Colombia

4.           VIRTUAL LIFE OR HUMAN LIFE, di Khoa Hoang, Vietnam

5.           EL PUENTE DE LA AMISTAD, di Iván Osés, Spagna

6.           LUNCH BOX, di Mang Kim Thang, India

7.           AMARA, di Sebastian Barrios Diaz, Colombia

8.           NOTHING IS LOST, di Stefany Aparecida Silva Dutra, Brasile

9.           PORTRAIT HOLDER, di Ricardo Andrés Robles Funes, El Salvador

10.         ABSOLUTE POINT, di Ritesh Tigga, India

Il festival si è concluso con i ringraziamenti di don Alphonse Vu, Coordinatore delle Scuole Salesiane dell’Ispettoria SUO, che ha espresso la sua gratitudine a tutti coloro che hanno contribuito alla pianificazione e alla realizzazione del festival. “È stato un grande sogno che si è avverato, e gli eccellenti sforzi, il lavoro di squadra, l’impegno e la pianificazione che l’équipe del festival ha mostrato sono stati molto apprezzati da tutti”, ha affermato. La seconda edizione del DBGYFF si è conclusa a Los Angeles con una serata davvero significativa e tanti ricordi che continueranno a rimanere nei cuori dei giovani protagonisti che sognano Hollywood. Guardando al futuro, questo festival cinematografico salesiano, dei giovani e per i giovani, continuerà a fungere da piattaforma unica per il loro rafforzamento e sviluppo, contribuendo al miglioramento della società e celebrando in modo adeguato i loro sforzi a livello globale.

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