Festa di Don Bosco, momento di ritiro degli uffici nazionali del CNOS, Salesiani per il Sociale e CNOS-FAP
“Non importa quanto si dà, ma quando amore si mette nel dare” (Madre Teresa di Calcutta). Mercoledì 31 gennaio, nel complesso di San Tarcisio, don Maurizio Spreafico, parroco dell’opera di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, ha iniziato così il momento di ritiro per i dipendenti del Centro Nazionale Opere Salesiane, il CNOS-FAP e Salesiani per il Sociale, in occasione della festa di Don Bosco. Hanno partecipato anche la Comunità San Lorenzo del CNOS e don Riccardo Pincerato, nuovo responsabile del Servizio di Pastorale giovanile della CEI.
Tracciando la fiosionomia di Don Bosco come nostro modello, don Spreafico ha guidato la riflessione evidenziando alcuni aspetti della vita di Don Bosco, partendo però dalla sua esperienza personale, da delegato di pastorale giovanile dell’ispettoria Lombardo Emiliana fino a ispettore del Medio Oriente. Ha ricordato come nella vita di Don Bosco la comunione con Dio abbia significato passione per l’uomo che si è tradotta in carità. Mentre la capacità di affetto, di amicizia faceva sì che ciascuno si sentisse il preferito da lui.
“Rallegratevi nel Signore, sempre”: la gioia, ha sottolineato don Spreafico, è ricettiva e deve diventare comunicativa, è un dono profondo.
La giornata è poi proseguita con un momento di silenzio personale e il confronto in piccoli gruppi. Dopo la condivisione dell’Eucaristia, c’è stato il pranzo insieme.