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Salesiani per il Sociale APS, riparte il Servizio Civile Universale con 67 progetti e 753 volontari

Pubblichiamo il comunicato stampa di Salesiani per il Sociale APS sulla ripresa del Servizio Civile Universale.

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Salesiani per il Sociale APS ha riattivato 67 progetti del Servizio Civile Universale che erano stati sospesi a causa della crisi sanitaria da COVID-19, circa l’80% del totale; hanno ripreso l’attività 753 operatori volontari (il 78% del totale) in 198 sedi di progetto (il 62% di quelle totali). Queste le regioni nelle quali sono stati riattivati i progetti: Sicilia, Piemonte, Puglia, Toscana, Lazio, Umbria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Campania, Calabria, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Valle d’Aosta, Liguria, Abruzzo.

Tra questi ci sono anche quei volontari che, inizialmente, avevano scelto di svolgere il servizio civile all’estero: dovendo rientrare in Italia per l’emergenza sanitaria, hanno comunque voluto proseguire convertendo la propria attività in Italia. Come ha sottolineato anche Vincenzo Spadafora, ministro delle Politiche Giovanili e dello Sport, “Tra volontari ci sono anche giovani che avevano scelto di svolgere il servizio civile all’estero e nei Corpi civili di pace e che, costretti a rientrare in Italia a causa dell’emergenza, hanno scelto di proseguire l’attività nel nostro Paese nei progetti rivisitati dagli enti. Sono poco più di un centinaio ma vanno menzionati perché il loro spirito di solidarietà e il sentirsi attori principali nella difesa della Patria li ha motivati a continuare il proprio servizio seppure in modo molto diverso rispetto alle originarie aspirazioni”.

Ci sono state anche realtà dove non è stata possibile la riattivazione (75 sedi per 27 progetti). Si tratta di giovani che hanno sospeso al momento il proprio servizio ma si sta lavorando per riattivare i progetti il prima possibile.

Cambieranno in parte le attività che gli operatori svolgeranno: in alcuni casi si svolgerà da remoto (290 volontari), quindi direttamente dal proprio domicilio, in altri invece il volontario opera nella sede originaria del progetto oppure in altro luogo grazie a convezioni o gemellaggi (88 operatori) con enti locali ed organizzazioni impegnate nel contrasto all’emergenza sanitaria (Caritas, Diocesi, parrocchie del territorio, enti pubblici, onlus).

Queste le attività nelle quali verranno coinvolti i volontari che riprenderanno servizio:

  • supporto ai comuni e/o ai centri operativi comunali: 11 volontari  in 4 sedi
  • sostegno agli anziani e ai soggetti fragili: 82 volontari in 29 sedi
  • assistenza sociale: 72 volontari in 19 sedi
  • supporto al sistema scolastico: 230 volontari in 48 sedi
  • sostegno agli stranieri: 20 volontari in 6 sedi
  • alfabetizzazione digitale: 14 volontari in 2 sedi
  • attività di comunicazione istituzionale: 6 volontari in 4 sedi
  • realizzazione di progetti educativi o culturali:  186 volontari in 58 sedi
  • gestioni dei flussi presso i luoghi accessibili: 5 volontari in 2 sedi
  • welfare leggero: 24 volontari in 5 sedi
  • supporto all’attività di solidarietà alimentare: 74 volontari in 17 sedi
  • gestione donazioni: 29 volontari in 4 sedi

“Siamo soddisfatti della ripartenza dei progetti di Servizio Civile Universale  – dice don Roberto Dal Molin, presidente di Salesiani per il Sociale APS – , perché crediamo con forza ai valori educativi di questa esperienza che acquistano maggior forza in un momento di emergenza sociale come questo. I nostri ragazzi conoscono bene il valore della loro attività e si sono messi a disposizione per il bene di tutti, in primis per un servizio al nostro Paese. Siamo certi che saranno di grande aiuto nei luoghi dove ricominceranno il Servizio Civile Universale con quello slancio e quell’entusiasmo tipico dei giovani. È questa anche l’occasione per ringraziare il Dipartimento delle Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale con il quale nelle settimane passate c’è stato un contatto continuo e di grande collaborazione, le nostre articolazioni territoriali che in un momento difficile e complesso hanno manifestato una grande disponibilità a riorganizzare i progetti e le attività dei volontari; un grazie va anche al personale delle segreterie regionali e della sede nazionale che ha accompagnato il processo con competenza, impegno e dedizione”, conclude don Roberto Dal Molin.

Il Servizio Civile Universale ai tempi del Coronavirus: una testimonianza

Pubblichiamo una lettera di Rosaria, volontaria di Servizio Civile Universale nella Comunità-Famiglia “Peppino Brancati” di Torre Annunziata e pubblicata sul sito ispettoriale della IME

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L’emergenza Covid-19 ci ha messo in allarme da settimane, i gruppi WhatsApp erano pieni di notifiche per le mille domande, poi martedì la mail ufficiale: sospensione dei progetti di Servizio Civile Universale fino al 3 aprile. Mi viene quasi un colpo, speravo che non lo sospendessero e mi sono chiesta più volte perché ho avuto questo desiderio, poi su richiesta di qualcuno è nata la proposta di scrivere un articolo ed eccomi qui. Ho iniziato questo percorso convinta che la mia freddezza sarebbe stato il più grande limite da superare e invece mi sono completamente ricreduta.

La Comunità Famiglia è un posto così semplice e quotidiano che ti permette di sentirti subito parte di una grande famiglia ma soprattutto, devo ammettere che i ragazzi sono stati capaci in poco tempo di aprirmi il cuore e far cadere la mia corazza. Così questa sospensione mi ha messa un po’ in ginocchio, inizialmente da stupida avrei proposto di continuare, poi martedì sera tornando a casa mi sono resa conto che la mia presenza per loro e per gli operatori sarebbe stata solo una minaccia e mi sono fatta da parte. Eppure non riesco a resistere all’istinto di non sentire nessuno, di non sapere come stanno, cosa fanno, e così bombardo gli operatori di messaggi e proposte. Con piacere ho notato che la mia stessa necessità e le mie stesse paure sono condivise anche dagli altri ragazzi del SCU. Quanto rumore fanno questi ragazzi, con le loro storie, con i loro caratteri diversi, che provi a capire e ad agganciare ma non sempre ti riesce, sono così spontanei che lo diventi anche tu, e ti ritrovi ad ammettere che ti sei affezionata a loro, che ti mancano, che ormai sono parte della tua quotidianità ed è difficile stargli lontano.

Vorrei potergli dire che li capisco e che riconosco la loro tristezza e paura, perché nessun ragazzo nemmeno quello che ha commesso il reato più grave è così forte da non volere essere accanto alla propria famiglia in un momento come questo. Vorrei che lo Stato pensasse a loro come persone oltre che come membri di una comunità e chi si lamenta (me compresa) di annoiarsi in casa, sapesse che ci sono dei giovani ragazzi che hanno paura e non possono dirlo nemmeno al compagno di camera perché il loro orgoglio non gli permette di mostrarsi fragili. Vorrei dargli voce. Vorrei potergli urlare contro qualcosa solo per continuare a stimolare la loro intelligenza e soprattutto vorrei non aver paura che al mio rientro qualcuno se ne sarà andato senza che averlo salutato. Vorrei tante cose, ma più di tutte vorrei che questa pandemia passi presto così da potere entrare in casa urlando, prenderli in giro e nello scherzo riabbracciarli ancora.

Rosaria, volontaria di Servizio Civile Universale
presso la Comunità-Famiglia “Peppino Brancati” di Torre Annunziata
 
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