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Inaugurato l’anno accademico all’Università Pontificia Salesiana

Il 15 ottobre l’Università Pontificia Salesiana ha inaugurato il nuovo anno accademico dal titolo Ricerca  condivisa e convergente che ha anche segnato la chiusura dei festeggiamenti dell’ottantesimo anno dalla  fondazione. 

La mattinata è iniziata con la Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Gran Cancelliere dell’UPS e Rettor  Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime. “Iniziamo un anno accademico particolare, speciale,  mentre una pandemia globale continua a scuotere le nostre sicurezze” marcando le disuguaglianze. L’invito  che don Artime ha rivolto a una rappresentanza della comunità accademica, contingentata in rispetto delle  norme anti Covid, è stato quello di mantenere “uno sguardo profondo e non superficiale” perché “la posta  in gioco è molto alta. Non bastano slogan o frasi ad effetto” per superare questo momento di emergenza.  “Se c’è un rischio che dovremo evitare come Comunità educativa universitaria, è quello di lasciarci toccare  da un altro virus molto pericoloso e attuale: l’individualismo”. E concludendo l’omelia ha detto: “Per vincerlo  non dobbiamo isolarci nel nostro orticello, ma, come proposto quest’anno, unendo le forze, condividendo e  facendo un percorso di convergenza, non solo attraverso le nuove tecnologie e i social, ma mediante la  costruzione di relazioni umane autentiche e ispirate al Vangelo”. 

Ha fatto seguito, nell’aula Paolo VI, il Solenne Atto accademico di inaugurazione dell’anno accademico. Tra  le Istituzioni presenti la Sindaca di Roma Virginia Raggi, la quale ha sottolineato l’importanza, sul territorio  romano, dell’Università Pontificia Salesiana definita “un luogo di formazione umana e professionale in cui i giovani hanno il privilegio di vivere un clima di forte interculturalità e internazionalità”. La Sindaca ha  evidenziato la particolarità dell’Inaugurazione dovuta alle limitazioni di questo momento di pandemia e sull’emergenza sanitaria ha commentato: “Non mi stancherò mai di citare le parole di Papa Francesco dette  in una Piazza San Pietro deserta: «nessuno si salva da solo». Infatti solamente uniti possiamo uscire da questo  periodo”.  

La Ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti, ha parlato di umanesimo integrale e di “vocazione alla scelta formativa”; una vocazione educatrice che interpella tutti e che caratterizza gli  ottant’anni di storia dell’istituzione salesiana. “Oggi questa Università ci consegna un contributo  straordinario” perché nel tempo “l’educazione cattolica e la ricerca hanno saputo costruire un volto di  umanità e consapevolezza per l’intera società”. Elena Bonetti ci ha tenuto a sottolineare l’importanza, anche  nel mondo scientifico, del “volto generativo femminile, una sfida per garantire le pari opportunità” nel nostro  Paese.  

Claudio Di Berardino, Assessore della Regione Lazio per il Lavoro, Formazione, Scuola e diritto allo studio  universitario, ha evidenziato il “fermento culturale, la condivisione, la crescita personale e collettiva” che caratterizzano l’Ateneo Salesiano. Ha ribadito con forza la necessità di attuare nuovi modelli di sviluppo e  garantire il diritto allo studio universitario, “per non permettere al virus di scoraggiare le iscrizioni o  incoraggiare l’uscita dai percorsi di studi”. 

La Prolusione dell’Atto accademico è stata affidata alla prof.ssa Marica Branchesi, astrofisica e docente del  Gran Sasso Science Institute de L’Aquila. “Le scoperte di oggi sono collettive”, frutto della collaborazione di  “scienziate e scienziati di tutto il mondo che hanno saputo abbattere le barriere e hanno capito che la  diversità è un valore. È costruendo ponti e non muri che si realizzano questi grandi avanzamenti della  conoscenza”. Recuperando il tema dell’Inaugurazione, la prof.ssa Branchesi ha sottolineato che solo una  “ricerca condivisa e inclusiva determina una crescita interiore e della società”.  

Il Rettore dell’Università, il prof. don Mauro Mantovani, come da tradizione, ha ripercorso le attività e gli  obiettivi perseguiti nell’anno appena concluso, dall’attenzione per il Patto educativo globale all’attivazione  di servizi dedicati agli studenti con disabilità e DSA. Il lockdown dei primi mesi del 2020 ha reso necessaria  l’attivazione della didattica a distanza, permettendo al corpo docente di specializzarsi e sperimentare nuove  modalità di insegnamento, “una metodologia – ha sottolineato il prof. Mantovani – che non sostituisce quella  presenziale, ma che integra la didattica tradizionale da attivare in situazioni di particolare emergenza”.  

Dopo un intermezzo musicale e la premiazione di alcuni docenti e studenti, il Gran Cancelliere dell’Università  e Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, ha aperto ufficialmente l’Anno Accademico  2020/2021.  

Tempio Don Bosco a Roma, il mosaico dopo il restauro: dona speranza nuova

Pubblichiamo il resoconto della consegna del mosaico restaurato raffigurante san Giovanni Bosco in Gloria, circondato da santi e beati della famiglia salesiana nella solennità di Pentecoste alla comunità della Basilica di Don Bosco di Roma. L’articolo è stato pubblicato da Roma Sette, a firma di Salvatore Tropea.

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Quindici milioni di tesserine in cento metri quadri di spazio. È il mosaico raffigurante san Giovanni Bosco in Gloria, circondato da santi e beati della famiglia salesiana, restaurato e restituito nella solennità di Pentecoste ai fedeli della basilica romana dedicata al santo piemontese.

L’opera d’arte, il cui restauro era iniziato lo scorso febbraio, è stata presentata durante la celebrazione eucaristica del pomeriggio, presieduta da monsignor Gianpiero Palmieri, vescovo ausiliare del settore Est per la diocesi di Roma, alla presenza del parroco della basilica don Roberto Colameo, e del sindaco di Roma Virginia Raggi.

Un evento del genere, ha evidenziato monsignor Palmieri durante l’omelia, «dona una speranza nuova in un momento così drammatico. È vero – ha proseguito – che ci siamo lasciati alle spalle la fase più cruente dell’emergenza sanitaria, ma viviamo e vivremo periodi difficili anche dal punto di vista sociale ed economico». Quattro sono stati i verbi che Palmieri ha voluto sottolineare, «fondamentali e a cui tutti aspiriamo: ovvero respirare una nuova speranza, uscire, incontrarci e abbracciarci». Soprattutto, ha aggiunto il vescovo ausiliare, «una speranza che arriva dalla Pentecoste e che ci fa sperimentare come vivere nella pienezza dello Spirito Santo» e che bene si può associare all’evento del restauro del mosaico di don Bosco, come metafora per condurre una vita rinnovata nella fede.

«Un’opera d’arte preziosa, come preziosa è la storia della parrocchia e del quartiere», ha affermato il sindaco di Roma Capitale, Virginia Raggi, presente alla Messa, nel suo saluto alla comunità alla fine della celebrazione. «Credo – ha sottolineato il sindaco – che non sia un caso ritrovarci qui, in questo luogo che è anche stato uno dei primi ad essere sanificato per poter permettere ai fedeli di partecipare nuovamente alle celebrazioni dopo il lockdown. Il restauro – ha proseguito – si unisce quindi a un momento dove siamo chiamati tutti a ricominciare, nonostante le difficoltà e le nuove regole». Un altro spunto da cui prendere esempio arriva, secondo Virginia Raggi, dal «coraggio dei restauratori». Nonostante le quindici milioni di tessere e i cento metri quadrati di spazio su cui lavorare, «non si sono sconfortati e si sono messi a lavoro». Lo stesso «coraggio – ha concluso il sindaco – a cui siamo chiamati tutti, per rimanere uniti come comunità e poter un giorno tornare alla normalità».

Un momento, quello vissuto dall’intera comunità parrocchiale, di «estrema gioia e commozione», ha commentato il parroco, don Roberto Colameo. «La felicità di poter ammirare di nuovo il mosaico in tutta la sua bellezza – ha sottolineato – si unisce alla gratitudine verso tutti coloro che hanno reso possibile tutto questo. Nonostante l’emergenza sanitaria in corso è stato possibile proseguire e concludere il restauro, un modo quindi per rimanere vicini ai fedeli e alla gente del quartiere».

Quanto il mosaico di don Bosco sia importante per la comunità della parrocchia a lui dedicata a Cinecittà si è infatti visto proprio in occasione della celebrazione. Tutti i posti disponibili all’interno – in totale duecento, il massimo consentito dall’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei Ministri – sono stati occupati e molti fedeli hanno seguito la celebrazione rimanendo, correttamente distanziati, sul sagrato antistante. «Restituire l’opera proprio in questi giorni – ha concluso il parroco – significa anche essere grati ai molti parrocchiani che, nelle scorse settimane, sono stati generosi verso chi era ed è tuttora in difficoltà economiche».

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