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Italia Centrale – Un telaio nelle Sue mani

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

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E’ iniziata il 14 luglio 2024 l’esperienza missionaria estiva in Italia, che vede alcuni giovani delle nostre CEP impegnati in attività di educazione di strada in collaborazione con l’Oratorio L’Aquilone delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Taranto.

Inizia tutto, come sempre, con la Parola del Signore. Ad accogliere la nostra partenza è la parola del Vangelo secondo Marco: “e prese a mandarli due a due […] ed ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone” [Mc 6, 7-13]. In questo passo, con la lungimiranza dell’ascolto, si racchiudono i primi vagiti della nostra esperienza missionaria, al passo del sole e del caldo, che ci avrebbero seguito per molti altri giorni. Ad accompagnarci, a uso e costume delle circostanze della modernità, non abbiamo fisicamente un bastone di sostegno a cui affidarsi nel cammino, ma la croce di un mandato missionario, segno indelebile del vero e primigenio sostegno: Gesù.

Forti di questo, ogni mattina ci facciamo largo in punta di piedi a piazzale Nenni per giocare coi ragazzi e le ragazze di questo luogo e tentare di allietare, seppur per poco tempo, le loro mattinate con giochi e risate, nello sforzo educativo condiviso mirato a sgominare le voci che sentono quotidianamente e le storie di vite che già sembrano essere destinati a imitare: la strada, la criminalità, le dipendenze, un turbinio di vizi e sprechi. Periferico e desolato appare il mondo dei dimenticati, di chi non ha alternative, di chi vede e vive il buio come unica soluzione e possibilità.

 Il quartiere Paolo VI di Taranto, epicentro della nostra missione, vede e vive il buio da molto tempo e forse, ascoltando le storie di alcuni suoi protagonisti, da sempre. Nell’indigesto coacervo di silenzio, omissioni, dimenticanze, pregiudizi e oscenità sono in pochi a sfidare l’ingresso nel tessuto della strada e a scommettere sulla salvezza dei cuori. Chiamate a leggere nei cuori potenzialità di bene sono le Figlie di Maria Ausiliatrice che qui ogni giorno affrontano i vivai della criminalità. È grazie all’azione incessante e benevolente delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sotto la guida di Suor Mariarita e Suor Maria dell’Oratorio “L’Aquilone” di viale del Lavoro che è possibile anche solo narrare della nostra esperienza. La nostra missione è difatti resa possibile nell’ottica del loro estenuante e continuo servizio sul territorio e nella comunità. Suore, volti femminili vincolati purtroppo nei limiti del corpo e della sua precarietà, che ci insegnano ogni giorno come la missione sia un esercizio di fede e di gioia, di carità e di amore, di speranza e di passione. Suor Mariarita e Suor Maria quotidianamente s’imbattono in prove a cui rispondere con saggezza e prontezza e in ostacoli da oltrepassare con la perseveranza della preghiera e dell’ascolto. Instancabili lavoratrici della carità, ne incarnano valori e opere, aiutate da magnifiche persone che si mettono al servizio del prossimo e dell’oratorio.

Giungere in un contesto così denso, monòtono e monotòno come Piazzale Nenni, luogo-filatore dell’intricato tessuto di strada del Paolo VI, getta il più saldo degli ideali nel circuito tortuoso della rivalutazione e del dubbio, quali frutti nobili di un percorso di accoglienza e unità, di crescita e sintesi. Qui dove tutto sembra destinato a scivolare via tra roghi, cenere, mobilia, sporcizia, sterpaglie, calcinacci, disillusioni, vergogna e volti che preferiscono il nascondersi, ci muoviamo nel tentativo di costruire percorsi di speranza nella marginalità, stando tra di loro, cercando di incontrarli in modo autentico, senza fingere fiducia e facendogli capire che esiste un’alternativa alla cultura, quella rovinosa, della strada.

Nel dare continuità all’attività svolta per le strade la mattina, accogliamo con gioia i bambini e le bambine al pomeriggio negli spazi dell’oratorio L’Aquilone, prendendo parte alle Olimpiadi della Pace, dove loro possono divertirsi ed imparare.

Non sappiamo quanto saremo ricordati, quanto concretamente cambieremo le cose o quanto effettivamente la nostra presenza e il nostro esempio aiuterà questa realtà. Tuttavia, possiamo affermare con certezza che quanto fatto, visto, realizzato e vissuto nel quartiere Paolo VI di Taranto ci cambierà per sempre. Dubbi e dilemmi ci si aprono innanzi, alla ricerca di modalità efficaci tramite le quali riportare la nostra esperienza nelle nostre case e comunità di provenienza.  Nella logica intermittente del ricordo forse con gli anni che passeranno non saremo in grado di ripercorrere con precisione tutto ciò che stiamo vivendo intensamente ora, eppure siamo certi che tutto quanto resterà saldo nel bacino del nostro cuore, dove, ricordando, [ri-cor-dare] sapremo di avere in noi quelle immagini impresse di sorrisi, abbracci, parole, giochi, gol al campetto, esultanze e insegnamenti. Misuriamo nei vari “peccato che domani non ci sarete”, “quindi sabato ve ne andate” o “qui mi sento come a casa” l’affetto che questi ragazzi, imparanti della vita, ogni giorno sono disposti a elargire.

Senza dimorare ancora a lungo in queste righe e parole, diciamo “grazie”, un grazie sentito e condiviso, che raccolga in sé i nostri desideri e le nostre speranze: essere telai, aghi e fili di un nuovo e fruttifero filato, quello che contribuirà, sotto le mani del sapiente Sarto, il Signore Gesù, a confezionare abiti a misura della dignità, a misura del rispetto, a misura dell’amore fraterno e umano, a misura del sostegno, a misura del cuore.

Grazie.

a cura di Corrado Piva
Gruppo Missionario Taranto

IME – Esperienza missionaria a Taranto

Il Quartiere Paolo Vi di Taranto è stato animato dal 17 al 24 luglio dall’animazione missionaria dell’Italia Meridionale, in occasione di un’esperienza di oratorio di strada. Di seguito la notizia riportata dal sito dell’IME.

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Taranto, Quartiere Paolo VI. È questo il luogo in cui dal 17 al 24 luglio abbiamo vissuto come gruppo dell’animazione missionaria un’esperienza di oratorio di strada.

Con il nostro fedele pulmino raggiungevamo ogni pomeriggio una zona del quartiere Paolo VI molto silenziosa, il primo giorno quasi deserta. Quando siamo arrivati tutto era immobile, c’erano macchine e motorini parcheggiati qua e là e un solo ragazzo che con pazienza e dedizione, spazzava via dei pezzi di vetro dal campo da gioco che aveva realizzato assieme a suo fratello per giocare con i suoi amici.

Abbiamo cominciato a mettere della musica alla cassa, il silenzio cominciava ad essere meno assordante e qualche volto si sporgeva dal balcone. Insieme agli animatori e alle FMA dell’oratorioAquilone” abbiamo cominciato a fare rumore e a passarci un Super Santos, poco dopo si è avvicinato a noi un gruppetto di ragazzi di cui ancora non sapevamo nulla. Erano incuriositi e avevano voglia di giocare. Pallone da calcio in mano, porte piccole sistemate per strada, mancavano solo le squadre. Raduniamo i ragazzi e ci dividiamo in due squadre: loro vogliono giocare insieme, si chiamano “fratelli”, noi ci disponiamo all’altra metà campo, siamo le “sorelle”. Fischio dell’arbitro, si comincia. Si corre, si cade, si piange, si ride, ci si arrabbia, ci si abbraccia… nel corso di una partita, la Vita fluisce e passa tutta davanti agli occhi.

I giorni seguenti i fratelli e le sorelle non erano più in due squadre divise, eravamo misti, tutti fratelli e sorelle. Man mano si aggiungevano altri bambini e bambine. Era il momento di rendere un po’ meno grigia la strada e le pareti delle case circostanti: abbiamo cominciato a dipingere ovunque e a disegnare sui muri con i gessetti. I bambini erano contenti, noi eravamo contenti. Dal secondo giorno in poi al nostro arrivo non c’era più silenzio: si sentivano da lontano schiamazzi e grida, erano loro che ci aspettavano, ogni volta puntuali.

Don Bosco è stato il fondatore dell’oratorio di strada, ha abitato la strada senza confondersi con essa e ha saputo trovare in ogni ragazzo un punto accessibile al bene. Abbiamo guardato a lui e sperimentato come è tutto vero. Custodiamo nella mente e nel cuore ogni sguardo, gesto, parola detta e non detta. Ringraziamo chi ci ha accolto, chi ci ha accompagnato e chi ci è stato accanto in questa esperienza con passione e creatività. Spesso ci viene ricordato che “gli esercizi spirituali cominciano una volta tornati a casa”: dopo questa settimana il quartiere Paolo VI non sarà più un posto anonimo, ma un luogo del cuore.

Come il Paolo VI però ci possono essere altre realtà dove ci troviamo che necessitano di uno sguardo e di una presenza diversa. La distanza a volte aiuta a vedere meglio la realtà. Ci auguriamo di ricordare sempre quei giorni vissuti come un dono di Dio e di vedere nel nostro presente altre occasioni per continuare a vivere così, sguardo attento e cuore in aperto.

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Salesiani a Taranto, un secolo di storia nel libro di Guadagnolo. La presentazione

Giovedì 24 febbraio, Mario Guadagnolo, presenterà il suo nuovo libro Quelle tonache impolverate, 1921-2021, un secolo di presenza salesiana a Taranto” , all’interno dell’aula magna della sede universitaria di via Duomo a Taranto.

Di seguito l’articolo di “La Ringhiera”.

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Quelle tonache impolverate, 1921-2021, un secolo di presenza salesiana a Taranto” è il titolo del nuovo libro di Mario Guadagnolo, edito da Scorpione.

La presentazione è prevista per giovedì 24 febbraio, alle 18, nell’aula magna della sede universitaria di via Duomo, in Città Vecchia, a Taranto. Coordinerà il dibattito Walter Baldacconi, direttore del Tg di Studio100. Porteranno il loro saluto il prof Riccardo Pagano a nome dell’Universita’, il prof Piero Massafra editrice Scorpione, don Angel Fernandez Artime Rettore Maggiore dei salesiani e Xmo successore di don Bosco, mons. Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto, don Angelo Sant’Orsola, Ispettore salesiano per l’Italia meridionale, la direttrice dell’istituto delle suore Figlie di Maria Usilitrice di Via Umbria, don Peppino Resta responsabile della Casa Salesjana di Taranto, il signor Mimmo Mastillone coordinatore del Gruppo Amici di don Bosco di Taranto.

Parleranno del libro il cardinale Salvatore De Giorgi arcivescovo emerito di Palermo e di Taranto, don Franco Semeraro gia’ segretario particolare di mons Guglielmo Motolese e il Vittorio De Marco ordinario di Storia moderna nella Universita’ del Salento. Ingresso secondo prescrizioni covid.

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