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Servizio Civile Universale, in Sicilia il 1° meeting regionale dei volontari

Pubblichiamo il comunicato stampa dell’ispettoria Sicilia sul 1° meeting regionale” dei giovani del Servizio Civile Universale.

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Nella splendida cornice del cortile Platamone, all’interno del Palazzo della Cultura, si è svolto il “1° meeting regionale” dei giovani del Servizio Civile Universale con i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice. Ne hanno preso parte circa 200 operatori volontari che stanno svolgendo il loro anno di servizio nelle varie sedi di Catania e provincia; 200 “Giovani in cammino” che sono stati spettatori e protagonisti allo stesso tempo di questo importante momento di incontro e confronto tra le varie esperienze di Servizio Civile. Il primo intervento è stato quello delll’ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia, Don Giovanni D’Andrea, che ha voluto salutare e augurare a tutti i giovani di vivere questo anno di Servizio Civile con l’impegno di essere “onesti cittadini, buoni uomini e donne di fede”.  Hanno fatto seguito i saluti istituzionali del Sindaco di Catania, Salvo Pogliese, che ha voluto sottolineare “la forte valenza qualificante dell’esperienza di Servizio Civile, soprattutto all’interno di un contesto temporale, quale quello attuale, dove vi è una grandissima crisi valoriale e un‘ imperante visione materialistica della vita”, e dell’assessore alla Famiglia e Politiche Sociali, Giuseppe Lombardo, ex allievo salesiano, che invece ha messo in rilievo l’importanza della realizzazione, come già avviene in molte sedi salesiane situate nei quartieri di Catania, di percorsi di cittadinanza attiva e legalità, valori dei quali il Servizio Civile si fa portatore all’interno della nostra società.

Nel corso della mattinata si è aggiunta agli interventi e saluti istituzionali, anche l’assessore alla Cultura, Barbara Mirabella. Si è entrati poi nel vivo della giornata con il lancio del tema centrale dell’incontro, quello della cittadinanza attiva, attraverso una presentazione realizzata dagli operatori volontari della Casa Madre Morano delle figlie di Maria Ausiliatrice, e un’esibizione coreografica realizzata dagli operatori volontari dell’oratorio salesiano San Filippo Neri, che hanno posto entrambi l’attenzione su quelli che sono i valori fondanti della cittadinanza attiva: solidarietà, rispetto, responsabilità e bene comune. Successivamente, hanno preso parte ad un’intervista doppia, due ex volontari del Servizio Civile Universale con i Salesiani, Manuela Prestianni e Bruno Lo Vecchio, che hanno portato la loro testimonianza su quanto sia formativo l’anno di Servizio Civile, definendolo sia come tassello fondamentale per la costruzione di una coscienza civile e sociale e, allo stesso tempo, come un percorso in continuo divenire, che non si esaurisce nell’arco dei 12 mesi di servizio, ma che rappresenta piuttosto un bagaglio di competenze capace di influenzare le scelte ed esperienze di vita future. “I momenti di cuore, gioia, gentilezza e umanità, cercate sempre questi momenti!”, “ Siamo chiamati ad essere testimonianza di bellezza e umanità e a portarla a chi è meno fortunato di noi!”:  sono i messaggi che hanno rivolto Luca e Lorena, a tutti i loro colleghi volontari presenti e che hanno concluso questo primo meeting. BUON CAMMINO! 

 

Salesiani Sicilia, campo dei familiari dei Salesiani di Don Bosco 2021

Dal sito dei Salesiani Sicilia, un articolo sul campo dei familiari dei Salesiani 2021, a firma di Giuditta Garufi.

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Dopo una serie di incontri online avvenuti nei mesi invernali, dal 3 al 5 settembre 2021 si è tenuto, presso la Colonia don Bosco di Catania, il Campo con i familiari dei giovani – e non solo! – Salesiani di don Bosco dell’Ispettoria Sicula. Per il quarto anno di fila, le famiglie “biologiche” di alcuni confratelli salesiani hanno avuto l’opportunità di confrontarsi tra loro e con la famiglia “acquisita” dei propri figli/fratelli/nipoti, rappresentata dalla Congregazione. Ricorrendo il 150° anniversario dall’istituzione a Patrono della Chiesa Cattolica, il Papa ha indetto un anno dedicato alla riflessione su San Giuseppe, ed è proprio a partire dalla figura di questo santo che si sono sviluppati i due momenti formativi che hanno accompagnato i partecipanti al campo.

La prima delle due relazioni è stata tenuta dai coniugi Antonino Solarino e Rosaria Perricone, Salesiani cooperatori di Ragusa, che a partire dal tema della paternità nel matrimonio hanno condiviso esperienze e punti di vista in merito alla “funzione” della famiglia per ciascun membro della stessa, laico o religioso che sia: è nella famiglia, infatti, che si apprende la grammatica delle relazioni, costituita da amore, pienezza e senso della vita. L’amore paterno va poi a caratterizzarsi quale forma di amore casto: un amore che sa custodire, capace di intimità senza possesso, di riconoscere fino in fondo la soggettività dell’altro. Parole semplici, ma che hanno fatto vibrare le giuste corde dei pensieri e dei cuori di Salesiani e familiari presenti al campo, in modo tale da riflettere e confidarsi all’interno del proprio nucleo familiare, per crescere insieme.

Il secondo momento formativo è stato condotto dall’Ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia, don Giovanni D’Andrea, il quale, rifacendosi al proprio vissuto, ha consegnato agli uditori una serie di parole chiave che riassumono la concezione di paternità nella vita consacrata e/o sacerdotale: si tratta di un amore attento, affettuoso, ma non sdolcinato, un amore che passa attraverso la sofferenza e che si fonda sul saper stare vicino all’altro e sulla pazienza. Concezione che, d’altronde, si rifà all’articolo 15 delle Costituzioni Salesiane, citato dallo stesso Ispettore:

«Mandato ai giovani da Dio che è “tutto carità” , il salesiano è aperto e cordiale, pronto a fare il primo passo e ad accogliere sempre con bontà, rispetto e pazienza. Il suo affetto è quello di un padre, fratello e amico, capace di creare corrispondenza di amicizia: è l’amorevolezza tanto raccomandata da Don Bosco. La sua castità e il suo equilibrio gli aprono il cuore alla paternità spirituale e lasciano trasparire in lui l’amore preveniente di Dio».

Il campo con i familiari degli SDB è stato poi articolato in momenti di confronto per gruppi, fraternità, buonanotte salesiana, relax, e le celebrazioni eucaristiche, nel corso delle quali sono stati vissuti momenti di preghiera particolari: la benedizione dei papà, il rinnovo delle promesse matrimoniali di due coppie di genitori, in occasione dei 25 e 30 anni di matrimonio; il ricordo dei familiari di Salesiani siciliani defunti, in particolare quelli nell’anno; il rinnovo dei voti di 9 giovani confratelli: Fabrice, Simone, Danilo, Emanuele, Antonio, Vito, Orazio, Giuseppe e Alessio.

Salesiani, genitori, fratelli, sorelle e zie, dopo questo Campo, portano con e dentro di sé istanti di conoscenza, familiarità, comunione, vissuti nella semplicità e nella gioia dello stare insieme, uniti in Dio grazie alla grande Famiglia della Congregazione Salesiana, in cui così come ogni Salesiano si fa “padre” di ciascun giovane che incontra per la sua strada, allo stesso modo i genitori di un Salesiano diventano padre e madre di ciascun Salesiano della Congregazione.

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Le attività estive della Sicilia salesiana: formazione, sport e fraternità per stare insieme in amicizia

Campo Joga Bonito
Si è svolta dal 29 luglio al 1º agosto la prima edizione del campo Joga Bonito organizzato dal MGS di Sicilia in collaborazione con le Polisportive Giovanili Salesiane di Sicilia e si è svolto presso la Colonia don Bosco della Playa di Catania. L’iniziativa, riservata ai ragazzi della scuola superiore, ha visto la presenza di 21 partecipanti provenienti da diverse case salesiane della Sicilia
I partecipanti hanno seguito un doppio itinerario: formativo e sportivo. La parte formativa ha visto i ragazzi riflettere sulla figura di Davide e si è svolta attraverso incontri e attività guidati dai cinque salesiani presenti al campo, che si sono conclusi con la liturgia penitenziale e la S. Messa presieduta da don Franco Di Natale, vicario dei salesiani di Sicilia.
Lo sport ha poi fatto da padrone all’interno del campo. I partecipanti in una prima fase hanno eseguito gli allenamenti preparati da tre tecnici PGS, alla conclusione dei quali sono stati suddivisi nelle varie squadre dando vita al torneo. Diversi anche i momenti di fraternità e relax, con l’opportunità di giochi insieme alla sera e break da trascorrere in spiaggia, data la splendida cornice in cui si è svolto il campo. L’iniziativa è stata ispirata a criteri di prudenza nel rispetto delle norme anti-covid. Un’esperienza, dunque, di spiritualità e amicizia accompagnata dalla grande passione per lo sport!
Campo Base
Il campo, si è svolto dal 10 al 13 giugno a Montagna Gebbia – Piazza Armerina (EN) e ha visto coinvolti 30 adolescenti del Biennio accompagnati da un’equipe di SDB, FMA e giovani. I partecipanti, durante la formazione, hanno costruito il profilo dell’animatore salesiano attraverso l’icona evangelica di Cristo Buon Pastore, primo animatore e apostolo del Padre. I vari laboratori sono stati utili per imparare l’arte di stare in mezzo ai ragazzi nello stile salesiano. Non sono mancati i momenti di spiritualità come la Celebrazione Penitenziale, l’Adorazione e la Celebrazione Eucaristica con il mandato animatori al termine del campo. L’iniziativa è stata ispirata a criteri di prudenza nel rispetto delle norme anti-covid. Diversi anche i momenti di fraternità e di gioco che hanno permesso di creare un clima di famiglia e di gioia.

Avvenire, i ragazzi riscattati dall’accoglienza

Sull’edizione odierna di Avvenire, un articolo di Nello Scavo racconta la storia di uno dei giovani migranti accolti in Sicilia grazie al progetto “Usaid” di Vis, Salesiani per il Sociale e Cnos Fap.

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Gli avessero chiesto di mettersi al timone di un incrociatore, di una petroliera, di un veliero o di un gozzo, Musa avrebbe detto di sì. Non solo per il fucile puntato alla testa. Ma perché avrebbe fatto qualunque cosa per andarsene dalla Libia e non metterci mai più piede. Per questo Musa era stato arrestato. Uno scafista per caso, sbarcato minorenne in Italia tra la riconoscenza dei suoi compagni di sventura che aveva condotto al largo e in salvo. Ma la legge è legge. E al timone del gommone c’era lui. Era l’unico a sapere che se afferri il manubrio del motore ad elica devi spingerlo a destra per virare a sinistra, e il contrario per andare dalla parte opposta. Gli altri hanno testimoniato che a mettercelo erano stati i trafficanti, perché lui non aveva soldi per pagarsi il viaggio.

È così che Musa ha scontato la pena in un carcere siciliano. Senza odio né rancore: «Meglio un carcere in Italia che restare in Libia». Nel 2020, ormai maggiorenne, è stato scarcerato. Che poi vuol dire finire sulla strada. Era dicembre. Si è trovato, raccontano gli operatori del Vis, l’organizzazione internazionale del volontariato salesiano, «senza fissa dimora e senza lavoro, situazione resa
ancora più grave a causa della pandemia». Ma è stato proprio l’incontro con il movimento dei Salesiani di Sicilia che Musa non si è perso un’altra volta. Si è iscritto all’Istituto superiore “Fermi – Eredia” di Catania, per poter proseguire gli studi e ottenere il diploma. Poi è stato ammesso al progetto Sai (Sistema di accoglienza e integrazione) nel comune di Aidone, Enna. Qui i migranti non vivono in un centro collettivo, ma in una comunità diffusa, grazie a vari appartamenti messi a disposizione nel centro storico, facilitando il ripopolamento di aree desertificate dall’emigrazione e sviluppando progetti di inclusione sociale. È qui, tra i vicoli stretti e le improvvise piazzette di pietra, che si può incontrare Omar, gambiano, classe 2001. Anche lui senza familiari né legami in Italia. Aidone, terra di papi, generali, politici ed emigranti in ogni continente, ha un rapporto innato con i forestieri. Il santo protettore è l’apostolo Filippo, che nel 1801 fu fatto scolpire su un tronco d’Ebano. Lo chiamano ” ‘u niuru “, il santo nero che secondo la tradizione concederebbe più facilmente miracoli ai forestieri. E Omar, in fondo, si sente un miracolato. Era faticosamente riuscito ad integrarsi e a trovare un lavoro in un rinomato bar nel centro di San Cataldo, poco lontano da Caltanissetta. Ma quando il Covid ha messo in ginocchio il titolare, Omar non ha potuto più pagare l’affitto. È se ne è andato per strada, senza un tetto. Poi anche lui ha conosciuto il Vis e gli si sono aperte le porte della scuola superiore.

La gente di Aidone lo conosce per quel temperamento mite e i modi sempre cortesi. A tratti cerimoniosi. Continua a studiare e quando può si arrangia con qualche lavoro. Il merito, strano a dirsi, è anche di Donald Trump. Era stata proprio l’amministrazione dell’allora presidente Usa, campione del sovranismo e delle campagne anti immigrazione, a finanziare nel 2020 un progetto proposto dal Vis e finanziato da Usaid (l’agenzia Usa per la cooperazione internazionale) con l’obiettivo di mitigare le conseguenze della pandemia sui soggetti vulnerabili, migranti compresi. Non di rado Omar ricambia collaborando con il centro estivo salesiano sulla spiaggia di Catania, ritrovo per villeggianti e  gruppi estivi che arrivano dalle parrocchie di mezza Sicilia. Il Vis ha all’attivo nell’isola 6 centri di accoglienza nei comuni di Aidone, Piazza Armerina e Pietraperzia in provincia di Enna, la Colonia “Don Bosco” a Catania (lido per turisti gestito da alcuni ragazzi migranti), nel comune di Ragusa e nei locali confiscati alla mafia a Villarosa (Enna), sede del progetto “Sud Arte & Design”, da cui è nato il brand “Beteyà” che produce una linea di abbigliamento per uomo e donna, realizzata da ragazzi siciliani e migranti in strutture confiscate alla mafia.

MGS Sicilia, concluso il percorso della Scuola di Mondialità 2021

Dal sito del MGS Sicilia.

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Si è concluso l’8 Maggio 2021 il percorso di Scuola di Mondialità che ci ha accompagnati durante tutto l’anno. Dopo un momento di preghiera iniziale, ci hanno proposto di prendere parte ad un gioco a quiz, un modo molto divertente per riuscire a far sintesi del percorso di formazione. Nonostante la modalità online utilizzata per l’incontro, la scelta di questo piccolo gioco ha permesso il coinvolgimento attivo di tutti i partecipanti, riuscendo, con l’allegria di chi conduceva il quiz, a rompere il muro dello schermo e a ripercorrere i passi più importanti di tutti gli incontri di Scuola di Mondialità svolti in precedenza.

Dopo questo breve momento, prende parola Valentina Mazzeo, che, come ospite dell’incontro, ci racconta, attraverso la sua testimonianza di vita, come “tutto è connesso”. Valentina è una giovane dottoressa catanese, vecchia conoscenza della Scuola di Mondialità e, fino a poco tempo fa, “Medico senza Frontiere”. Tra tutti i suoi vissuti, si sofferma in particolare su due esperienze: la prima ambientata a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, che è uno tra i Paesi più poveri e luogo di grandi conflitti, soprattutto interni, e la seconda, invece, a bordo di una nave che soccorreva i migranti nel Mar Mediterraneo. Con queste testimonianze, Valentina, ci racconta come, attraverso la sua scelta di vita, è riuscita ad allargare il suo sguardo e a capire quanto sia importante informarsi e vivere il mondo per poter comprendere sempre di più chi ci sta accanto e ha bisogno di aiuto, invitandoci a non smettere mai di domandarci “quanto siamo veramente coinvolti in ciò che avviene nel mondo?”. Ci ha incoraggiati, infine, a spogliarci da ogni pregiudizio e dalle nostre certezze per accogliere pienamente una delle grazie più grandi che un’esperienza missionaria può donare: imparare a guardare la vita con occhi nuovi.

Dopo uno spazio lasciato alle domande e alcune risonanze, arriviamo al momento conclusivo dell’incontro e del percorso di Scuola di Mondialità che è introdotto da un piccolo video attraverso cui alcuni di noi abbiamo espresso la nostra gratitudine per tutte le conoscenze e sensibilità acquisite grazie al percorso di Scuola di Mondialità. Il video si conclude con una frase della Laudato Sì che ci invita a ricordare come “la persona umana tanto più cresce, matura e si santifica quanto più entra in relazione, quando esce da sé stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature” (Laudato sì 240).

Concluderei ringraziando nuovamente l’équipe di animazione missionaria e tutti coloro che attraverso la loro testimonianza di vita o anche semplicemente con la loro presenza, non solo hanno reso possibile il cammino di Scuola di Mondialità ma lo hanno reso unico e ricco di bellezza e spiritualità.

Direi che la Scuola di Mondialità quest’anno ci lascia un mandato missionario comune:

iniziare a prenderci cura sempre di più del Creato dono che il Padre ci ha affidato.

Costanza Licitra
Oratorio Salesiano di Modica

Sicilia, ordinazione presbiterale di don Andrea Domenico Palma

Sabato 10 aprile 2021 verrà ordinato sacerdote don Andrea Domenico Palma, giovane salesiano dell’Ispettoria Salesiana Sicula. La celebrazione dell’ordinazione sacerdotale sarà presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Rosario Gisana, Vescovo di Piazza Armerina. La solenne celebrazione si terrà presso la Casa Salesiana “San Domenico Savio” di Gela alle 16.30. 

Don Andrea Domenico Palma è nato a Piazza Armerina il 12 aprile del 1990, dove fin da piccolo ha frequentato l’oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, poi in seguito gestito dai Salesiani Cooperatori Agostino Sella e Cinzia Vella dell’Associazione don Bosco 2000. «Dopo la cresima – afferma Don Andrea – e aver timbrato il cartellino, mi sono allontanato dalla fede. Soprattutto mi colpiva che i miei stessi compagni che frequentavano il corso di catechesi, abbandonavano pian piano la celebrazione domenicale e, sentendomi solo, abbandonai anche io. Da qui sono iniziati anni in cui ho vissuto una mia fede, un Dio a modo mio, fino a metterlo da parte». All’età di 19 anni si riavvicina all’oratorio, e qui sperimenta lo spirito di accoglienza, di relazione e di famiglia e come ama affermare: «Dio, ha tanta fantasia, e mi ha chiamato così: con un pallone e la Nutella!»

Percepita la chiamata decide di iniziare un periodo di discernimento con i Salesiani, e così viene inviato come aspirante nella Casa Salesiana di Ragusa nell’ottobre del 2011, per poi iniziare il cammino di prenoviziato, nel gennaio 2012 a Catania Salette. Dopo il primo anno di discernimento, sceglie di vivere l’intenso anno del noviziato, e dal 2012-2013 vive l’esperienza a Genzano di Roma, preparandosi con altri giovani alla prima professione come Salesiano di Don Bosco, l’8 settembre 2013 nelle mani di don Pascual Chávez Villanueva, IX successore di don Bosco. 

Vive i primi due anni da salesiano presso l’Istituto Salesiano Internazionale “San Tarcisio”, qui frequenta i corsi di filosofia presso l’Università Pontificia Salesiana, tornando per la esperienze estive in Sicilia a Pedara (2014) e Palermo Gesù Adolescente (2015). Nel 2015 rientra in Sicilia, l’Ispettore lo invia come tirocinante presso la casa di Catania Salette, qui vive la seconda fase della formazione salesiana, sperimentando sempre di più la vita comunitaria e la missione salesiana. Dal 2017 al 2020 inizia la terza fase formativa, vivendo a Messina San Tommaso gli studi della teologia. In questi anni ha dato nuovo impulso alla missione salesiana nel territorio messinese presso le parrocchie di Madonna della Pace (Villaggio UNRRA) e Sacra Famiglia. Ha ricevuto il lettorato il 25 aprile 2018 a Riesi, l’accolitato il primo maggio 2019 a Palermo Santa Chiara. Durante il terzo anno di teologia è stato delegato del MGS (Movimento Giovanile Salesiano) di Messina. In quest’anno ha emesso la professione perpetua come Salesiano il 20 ottobre 2019 a Catania Salette, e il 6 giugno 2020 è stato ordinato diacono da Mons. Cesare Di Pietro, Vescovo Ausiliare di Messina, presso la Cattedrale di Messina. Negli anni degli studi teologici ha vissuto le esperienze estive nelle case salesiane di Pedara, Marsala e Gela.

Nell’ultimo anno è stato inviato nella Comunità dei diaconi salesiani “San Tommaso” presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma, per il completamento degli studi teologici con specializzazione in Pastorale Giovanile. Giorno 10 aprile 2021 è prevista la diretta streaming della sua ordinazione Sacerdotale sul Canale YouTube dei Salesiani Sicilia.

Canale Youtube

Palermo Ranchibile, esercizi spirituali della Comunità Giovani: “Andrà tutto bene. Ecco, io faccio nuove tutte le cose”

Dal notiziario dell’ispettoria della Sicilia.

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Nei giorni 19-21 Marzo 2021 si sono svolti, al Don Bosco Ranchibile di Palermo, gli esercizi spirituali della Comunità Giovani dell’Istituto.

Il momento degli esercizi spirituali quaresimali rappresenta per i giovani, da piu’ di dieci anni, un appuntamento fisso e centrale nel percorso di formazione annuale del gruppo, oltre che un’occasione di riflessione e condivisione dei temi trattati. La Comunità Giovani del DBR è formata da ragazze e ragazzi dell’ultimo anno del Liceo, da giovani universitari e da giovani lavoratori. Anche quest’anno, nonostante la persistenza della situazione pandemica i giovani non hanno rinunciato a ritrovarsi e a riflettere insieme, favorendo la partecipazione in modalità mista (a distanza e in presenza), nel rispetto delle norme anti-contagio da COVID-19. Ciò anche al fine di un’ancor più intensa e profonda preparazione alle festività pasquali.

Il titolo degli esercizi, “Andrà tutto bene. Ecco, io faccio nuove tutte le cose”, è stato scelto in linea con il tema della Strenna del Rettor Maggiore 2021, considerando anche la pandemia ancora presente a livello globale: tutti noi cristiani, soprattutto in questo tempo di prova, abbiamo bisogno di riscoprire il nostro essere portatori della vera speranza, cioè di Cristo, vincitore della morte nella Resurrezione e luce splendente nelle tenebre del male e della tristezza.

Predicatore e guida di questi esercizi, il preside del San Francesco di Sales di Catania, Don Enzo Timpano, già insegnante ed animatore al Ranchibile, che ha arricchito spiritualmente i ragazzi con meditazioni profonde e stimolanti, grazie anche alla sua grande esperienza di educatore dei giovani.

Incoraggiati anche dal saluto colmo di amore e di entusiasmo dell’Ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia Don Giovanni D’Andrea, a partire dalle letture bibliche proposte i giovani hanno potuto interiorizzare e fare proprio il messaggio di chi, come il cristiano, compie il “salto” decisivo del pieno affidamento a Dio, nell’azione del tenere i piedi sospesi per aria tendendo alla Speranza vera, Gesù Cristo, che nella Pasqua ha fatto nuove tutte le cose, facendo risorgere noi stessi dalle nostre morti quotidiane. A Lui “gettiamo senza più riprendere” i nostri pesi, le nostre problematiche e le nostre fragilità, perché possiamo coltivare, con paziente attesa, la speranza che Egli possa trasformarle in rigogliosi germogli fioriti.

Insieme ai momenti di riflessione e di deserto personale, l’adorazione eucaristica del sabato pomeriggio e la messa conclusiva della domenica mattina, preceduta dalla condivisione di spunti, pensieri o nuovi propositi per il futuro, hanno reso le nuove consapevolezze acquisite dai giovani in questa bella e intensa esperienza uno strumento aggiuntivo nell’affrontare le difficoltà di questo tempo, restando saldi e sperando in Cristo.

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L’opera salesiana Anime Sante di Alcamo (Sicilia) su TV 2000

Dal sito dei Salesiani in Sicilia.

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Dopo il Bollettino Salesiano, anche l’emittente televisiva della CEI, Tv2000 racconta l’esperienza dei Salesiani di Don Bosco ad Alcamo. Non si è tratto di  un semplice racconto della presenza dei salesiani, che da più di sessant’anni operano al servizio del territorio. 

Il servizio di Tv2000 realizzato all’interno del programma “Bel tempo si spera”, ha avuto come tema “La solitudine dei giovani dopo un anno di COVID”. Ai Salesiani è stato chiesto di dare il proprio contributo su come hanno vissuto questo tempo di pandemia, e in particolare quale supporto hanno offerto attraverso l’oratorio ai tanti giovani alcamesi. Un servizio interessante che mostra come la missione giovanile sia parte pulsante delle attività salesiane.

 

Salesiani Sicilia, le pagelle bibliche di Sanremo

Premessa: Molti giornalisti e critici di musica in queste settimane sanremesi si sono dilettati nelle dare voti ai cantanti che in queste sere si sono alternati sul palco. Interessante è stato sperimentare questo particolar modo di scrittura: ascoltare le canzoni e cercare di dare i miei voti. Come vedrete sono voti un po’ particolari! Non contengono numeri “normali” ma ha riferimenti a qualcosa di Più Grande. Affinché fra tante parole ciascuno possa scorgere La Parola che cambia la vita, la Parola di Dio.

Istruzioni per l’uso: Approfondisci i commenti, in particolar modo i passi biblici, facendoti accompagnare dalla tua guida spirituale.

Aiello – Ora: “Mi sono perso nel silenzio delle mie paure. L’atteggiamento di uno stronzo, invece era terrore”. Quanto è difficile alle volte riuscire a tagliare con il passato. Ci sono mostri che non permettiamo di lasciarci; li facciamo tornare sempre più spesso alla mente. Talvolta rimpiangiamo un passato, che non ci ha fatto stare bene, solo perché abbiamo paura del futuro. In questa canzone Aiello ci canta di una storia finita e mai dimenticata che, a giudicare dal “grido” di dolore espresso, deve fargli ancora male.
VOTO Esodo 16 – Il popolo d’Israele rimpiange la schiavitù in Egitto –

Annalisa – Dieci: “Forse lo sai già Che ho bisogno di quello che ho perso”. Annalisa in questa canzone ci racconta la storia di chi è chiamato a perdonare e non una sola volta. Perché perdonare non vuol dire dimenticare ma amare nonostante tutto e per farlo, alle volte, servono almeno “dieci ultime volte”.
VOTO Matteo 18, 21-35 – Signore quante volte dovrò perdonare mio fratello? –

Arisa – Potevi fare di più: “A che serve un cammino senza avere una meta”. Arisa con tutta la sua potenza vocale ci ricorda che se non c’è un motivo che ci spinge, tutto il resto non ha senso. Posso fare le cose più belle di questo mondo; ma se non possiedo ciò che mi mette in movimento… non avrò mai fatto abbastanza. E cos’è che mette in movimento se non l’amore? Non a caso, Dante ebbe a scrivere che è proprio l’Amore a muovere il sole e le altre stelle. Se l’amore non è il mio motivo fondante potrò avere tutto ma non avrò niente.
VOTO Matteo 19, 16-22 – Il giovane ricco –

Di Martino e Colapesce – Musica leggerissima: “Il maestro è andato via Metti un po’ di musica leggera Perché ho voglia di niente”. Quanto è importante nella vita avere una guida, un amico dell’anima? Non avere una guida è un po’ come un’orchestra senza maestro che si accontenta di suonare solo musiche leggere. E quello che, parafrasando, ci dicono i due artisti siculi in questo brano. Senza un buon maestro (e ancora di più, senza Il Maestro) la nostra musica è leggera, anzi leggerissima. Ma noi siamo chiamati a suonare sinfonie. Se manca questa relazione il rischio è quello di chiudersi in sé stessi e non uscire più dal nostro luogo sicuro.
VOTO Giovanni 20, 19-31 – Apparizione ai discepoli (chiusi in casa)

Coma_Cose – Fiamme negli occhi: “Resta qui e bruciami piano come il basilico al sole sopra un balcone italiano”. È molto bella la similitudine, cantata nel brano, tra una coppia e il fuoco. Effettivamente l’amore è proprio come il fuoco: quando inizia non è altro che una scintilla ma, poi, se alimentato e ben curato diventa un fuoco vivo, che ha bisogno di cura e anche di limitazioni per non essere un incendio distruttivo. L’amore è quel fuoco che ci spinge fuori da noi stessi e ci permette di farci capire e comprendere.
VOTO Atti 2,1-4 – La Pentecoste –

Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: “Senza nome io, senza nome tu E parlare finché un nome non ci serve più”. Nelle prime frasi di questa canzone possiamo ritrovare tutte le nostre relazioni, tutte le nostre amicizie. Se ci pensiamo quando conosciamo una persona inizialmente è senza nome, poi se la conoscenza si approfondisce. Tanto che arriva un momento in cui non serve neanche più avere quel nome davanti a noi per ricordarcelo. Che bello sarebbe se le nostre relazioni sfociassero in questo stile di vita, in cui l’altro è presente in me anche quando non è presente con me.
VOTO Giobbe 42, 1-6 – Io ti conoscevo solo per sentito dire –

Extraliscio e Davide Toffolo – Bianca luce nera: “Ti ho cercato in ogni cosa. E ti ho trovato e ti cerco ancora”. Uno dei personaggi biblici che mi ha colpito è sempre stato Abramo. Lui è l’emblema dell’uomo in cammino che non si accontenta. Nella sua vita più volte ha incontrato il Buon Dio eppure non si è mai sentito arrivato. Perché l’amore non è mai un punto di arrivo, ma un punto di cammino di continua ricerca; ce lo ricorda questa canzone, nella continua ricerca di questa luce.
VOTO Genesi 12 – Vocazione di Abramo –

Fasma – Parlami: “Io non posso cambiarlo Ma noi sì”. Non smetteremo mai di dirlo così tante volte: «non ci si salva da soli». Alle volte sembra retorica ma è così; io non sono mai io senza un noi. Ce lo ricorda molto bene Fasma in questa sua canzone. Nel testo il cantautore dice che “grazie a te ho tirato fuori il meglio di me” ed è interessante anche vedere come Gesù nella chiamata lucana dei suoi discepoli non chiama quasi mai singolarmente; la chiamata è personale ma l’invito a viverlo è comunitario.
VOTO Luca 5,1-11 – Chiamata dei primi quattro discepoli –

Francesca Michelin e Fedez – Chiamami per nome: “Ma se poi non mi trovi Chiamami per nome”. In tutte gli incontri di “Formazione Animatori” che ho fatto nella mia vita, uno dei consigli più gettonati ed importanti è quello di “ricordare il nome dei ragazzi”. Perché chiamare per nome una persona vuol dire riconoscerla, riconoscere la sua storia ed il suo essere. Ricorda: il tuo nome ti identifica, dice chi sei. Alle volte, sapere che nel mondo c’è qualcuno che sa chiamarmi può salvare dall’oblio. Nell’Apocalisse si dice pure che alla fine della vita il Buon Dio ci consegnerà una pietra con scritto il nostro vero nome.
VOTO Giovanni 20, 11-18 – L’apparizione a Maria di Màgdala –

Francesco Renga – Quando trovo te: “Sei lo stupore atteso, un desiderio La verità in un mondo immaginario”. Francesco Renga in questa canzone ci parla della gioia del ritrovarsi e del trovare. Perché l’altro ha sempre qualcosa da dirmi. E, alle volte, si aspetta così tanto da convincersi che non arriverà più quella persona; poi, invece, arriva e porta con sé un uragano di nuove emozioni. È quello che accade un po’ a Giovanni Battista, egli aspettava davvero la Persona che poteva cambiare la vita e la storia ed ecco che ha trovato Gesù, la Verità definitiva.
VOTO Matteo 11, 1-6 – Domanda di Giovanni il Battista –

Fulminacci – Santa Marinella: “Io me ne sono accorto a Santa Marinella”. Ognuno ha il proprio posto del cuore. Ci sono luoghi che ci parlano e ci ricordano emozioni forti. Questo accade a Fulminacci a Santa Marinella, località marittima laziale. Alle volte ci sono posti in cui ci troviamo per caso, o luoghi in cui neanche volevamo andare che però si rivelano – poco dopo – posti decisivi. Perché, alla fine, siamo sempre nel posto giusto e nel momento giusto anche quando non ce ne rendiamo conto! Succede la stessa cosa nella Bibbia in un libro piccolissimo dell’Antico Testamento chiamato Giona in cui il protagonista è restio nell’andare nel luogo che il Signore ha indicato lui.
VOTO Giona 3, 1-10 – Conversione di Ninive –

Gaia – Cuore amaro: “Fedele ai miei sogni Senza paura poi di cadere”. È interessante la scelta di termini che fa Gaia in questa sua canzone: sogni, cadute, cuore amaro, disordine. Sembra esserci un miscuglio di cose che, poi, in realtà è la vita stessa. Perché alle volte la vita tutto sembra piuttosto che ordinata. Ma c’è una costante che deve guidare la vita, lo dice proprio la cantante all’inizio della canzone, senza la quale il disordine rischia di prendere il sopravvento: “credere nei sogni senza paura di cadere”. Non è sempre facile, lo ammetto, perché i sogni ti devono portare alla realtà e non rimanere tali. Questo vuol dire mettersi in cammino, un cammino che non è mai facile.
VOTO Genesi 37, 2-11 – Giuseppe e i suoi fratelli –

Ghemon – Momento Perfetto: “Non ho dubbi adesso, Dentro sento che è il mio momento”. In una ballata molto swing Ghemon ci parla del suo momento perfetto. C’è un tempo per ogni cosa, ed è importante ricordarselo perché il rischio che la società contemporanea ci fa correre è quello di anestetizzarci, di farci restare seduti senza far nulla, vivendo la paura di potersi alzare ed invece c’è un momento perfetto e per capirlo forse avrai bisogno di una mano che ti aiuti.
VOTO Qoèlet 3, 1-15 – Ogni evento ha il suo tempo –

Gio Evan – Arnica: “Per poi dire cosa quanto ha fatto male Eppure lo voglio rifare”. Penso che sia molto bella la scelta del giovane cantautore  di chiamare una canzone che parla del dolore con il nome “Arnica”, sappiamo tutti essere un fiore dal quale si produce una pomata anti-infiammatoria per i dolori esterni. Non credo che Gio Evan sia un masochista quando dice che vuole rifare ciò che gli ha fatto male; penso piuttosto che abbia sperimentato che si può risorgere dalle ceneri. Che il dolore, alla volte, è l’arma più potente che abbiamo per far uscire il lato migliore di me e di noi stessi. Al dolore non c’è un perché ma un per-chi, sicuri che dopo la passione e morte c’è sempre la Resurrezione.
VOTO Isaia 53, 1-12 – Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce –

Irama – La Genesi del tuo colore: “Sarà una genesi La genesi del tuo colore”. Irama, che purtroppo non ha potuto partecipare di presenza al Festival, parla nella sua canzone di Genesi, di ri-inizio, di ri-nascita. Capita nella vita d’infilarsi in tanti fili che come una matassa s’intrecciano e si attorcigliano tra di loro. Alle volte è necessario ricominciare, perché le cose cominciano, sono piccole e all’inizio c’è tutto! È quello che fa il popolo d’Israele che scrive il racconto dell’inizio del mondo in un momento di forte crisi in cui sono stati liberati dalla schiavitù di Babilonia, hanno bisogno di ricominciare e per farlo partono proprio dall’inizio, dalla Genesi.
VOTO Genesi 1, 1-31 – Dio disse «Sia la luce!». E la luce fu –

La Rappresentante di Lista – Amare: “Amare senza avere tanto”. In questa potente canzone il duo siciliano ci racconta la vera essenza dell’amore. Per amare non bisogna avere, ma bisogna dare. Sembra quasi un controsenso eppure è quello che l’Amore ci chiede. L’amore m’interpella al dono ed al servizio, con i miei difetti ed i miei limiti. Gesù in un passo del Vangelo rivela il criterio decisivo del suo giudizio, cioè l’amore concreto per il prossimo in difficoltà.
VOTO Matteo 25, 35-44 – Il giudizio finale –

Lo Stato Sociale – Combat Pop: “Nella vita si può Anche dire di no”. In questo brano super-energico lo Stato Sociale ci ricordano che non sempre si può dire “si”, non sempre si può scendere a compromessi. Dovremmo un po’ ricordarcelo noi cristiani quando mettiamo da parte Gesù per far felici tutti. C’è una scena emblematica nel Vangelo in cui Cristo stesso scaccia i mercanti dal Tempio, eppure non poteva arrivare ad un accordo? Non poteva scendere a compromessi? La risposta di Gesù penso sia emblematica, il cristiano è chiamato ad andare controcorrente se è necessario, egli sa che la sua scelta, se fondata in Cristo, è la scelta giusta e vera.
VOTO Matteo 21, 12-17 – I venditori scacciati dal tempio –

Madame – Voce: “Sarà la voce ad essere l’unica cosa più viva di me”. Dicevamo prima, nella canzone dello Stato Sociale, che il cristiano è chiamato ad andare controcorrente e per farlo è necessario far sentire la propria voce. La storia della Chiesa è piena di testimonianze di persone che hanno fatto sentire la loro voce anche quando erano costretti a tacere. Una voce chiara e indistinta, non spezzata ma forte. Una voce che non può tacere le meraviglie che ha conosciuto, e soprattutto una voce che è strumento del Buon Dio.
VOTO Gv 1, 19-28 – Testimonianza di Giovanni –

Malika Ajane – Ti piaci così: “Non è mai tardi Non è mai detto”. Malika, in questo testo, invita al sapersi accettare così come si è. Troppe volte ci lasciamo condizionare dai pregiudizi e dai canoni di bellezza imposti dalla società. È bene, ogni tanto, ricordarsi che tu sei bello così, che tu sei bella così! Anche con tuoi difetti e le tue piccole imperfezioni che ti rendono unico. Anche dai nostri errori il Buon Dio ci può far riemergere e renderci luce per gli altri.
VOTO Galati 1, 11-24 – Chiamata di Dio –

Maneskin – Zitti e buoni: “sono fuori di testa ma diverso da loro”. I Maneskin in una canzone dal sapore rock ci parlano della società che sembra cercare, sempre più, nella gente un unico modo di pensare. Ci vogliono zitti e buoni, cantano i Maneskin, ci vogliono tiepidi. Né caldi, né freddi; invitati a seguire la massa e incapaci di prendere delle decisioni. Questa è una delle cose peggiori che può capitarci, essere spogliati della nostra personalità. Attenzione gente.
VOTO Apocalisse 3, 14-22 – Tu non sei né freddo né caldo –

Max Gazzè e la Trifluoperazina Monstery Band – Il farmacista: “Io ho la soluzione (Si può fare!) Per un tormento che attanaglia”. Sempre particolare e mai banale Max Gazzè, qui ci propone una canzone ironica e a tratti pungente che parla di un farmacista e delle sue soluzioni. Tutti noi vorremo guarire nella maniera più veloce e più indolore possibile. Ma la verità è che la cura non è mai un qualcosa di immediato. La guarigione passa sempre per la convalescenza e dalla terapia. Ce lo testimonia un racconto biblico molto intenso che narra la storia di un padre diventato cieco che per guarire dovrà affidarsi non solo al suo cammino di conversione ma, anche, a quello del figlio chiamato ad affrontare un viaggio importante.
VOTO Tobia 4 – Tu hai una grande ricchezza se avrai il timore di Dio –

Noemi – Glicine: “Dentro ti amo e fuori tremo Come glicine di notte”. Quanto ci fa paura amare? Ci sconvolge il donarsi agli altri e mostrarci per quello che siamo: fragili; è proprio questo “renderci deboli” che ci fortifica. Abbiamo talmente paura ad amare che non lo facciamo, privandoci dell’esperienza più bella che ci possa capitare; perché, in fondo, quando si ama non si sbaglia mai. È lo stesso meccanismo lo attuiamo con Dio. Egli che è Amore, ci ama di un amore vero e sincero e alle volte non sappiamo rispondere e se lo facciamo non ci esponiamo più di tanto! Ama e saprai chi sei.
VOTO Giovanni 21, 1-20 – Mi ami tu? –

Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: “L’amore che mi dai è quello che vorrei”. Orietta Berti canta la canzone più sanremese di tutta la gara forse. Molti l’hanno definita banale, ma l’amore non è mai banale; se poi si pensa che la cantante è sposata da tanto tempo con suo marito allora si capisce che quelle parole sono davvero sentite. Ci vuole coraggio ad amare, proprio perché abbiamo banalizzato l’amore, lo abbiamo scritto ovunque senza nemmeno capirne il senso. Invece l’amore è molto più che banale, è un inno alla vita.
VOTO 1° Lettera ai Corinzi 13, 1-13 – Inno alla Carità –

Random – Torno a te: “oggi ritorno a te, torno ad amare almeno”. Chi non ha peccato scagli la prima pietra! Sfido a cercare tra i lettori di questo articolo la donna o l’uomo perfetto. Non esiste. Sbagliamo perché siamo umani, ce ne andiamo, ci allontaniamo anche da chi ci ama davvero. E alle volte capiamo di dover tornare sui nostri passi, di tornare lì dove siamo stati bene, nella speranza che chi ci ha amato ci possa riaccogliere fra le sue braccia.
VOTO Luca 15, 11-32 – Parabola del Padre Misericordioso –

Willy Peyote – Mai dire mai (La Locura): “Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai”. Forse non basterebbero due pagine per parlare del significato di questa canzone di Willy Peyote, ha tanti riferimenti e molte critiche. Scelgo questa frase perché mi ha colpito nella sua nudità e verità! Siamo tutti alla ricerca del consenso, del “vai bene a tutti”. Se il trend dice che questo è l’anno del colore verde allora vedrai per strada gente interamente vestita di verde senza un perché. Gesù è venuto sulla terra senza grandi followers, 12 persone (tra l’altro pescatori in buona parte) e cosa sono in confronto ai numeri dei più famosi Influenzer del mondo? Gesù è venuto senza consensi ma con un programma preciso, la mia felicità.
VOTO Matteo 5, 1-12 – Beati voi –

Stefano Cortesiano sdb

Salesiani Sicilia, Don Stefano Martoglio presenta la strenna 2021

Dal notiziario dell’ispettoria Siciliana.

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Il Movimento Giovanile Salesiano e la Famigli Salesiana di Messina, il 5 febbraio, organizza la presentazione della strenna 2021 “Mossi dalla Speranza”, il messaggio annuale di don Ángel Fernández Artime, successore di don Bosco. L’evento vedrà anche la presenza di don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore. Durante la presentazione sono previsti i saluti dell’Ispettore don Giovanni D’Andrea e dell’Ispettrice suor Maria Pisciotta.

L’appuntamento previsto per le 18.30, sarà trasmesso sul Canale a YouTube Salesiani Sicilia, grazie alla regia dell’Equipe Ispettoriale di Comunicazione Sociale.

L’incontro rientra nel programma dei festeggiamenti in onore di Don Bosco, che quest’anno sono stati rimodulati in una nuova versione per far fronte all’emergenza sanitaria.

Pierpaolo Galota

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