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GMG Lisbona 2023, il racconto dei giovani della Sicilia

Dal sito dei Salesiani di Sicilia.

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Solo salendo si arriva in alto”, è con queste parole di Papa Francesco che vogliamo condividere qui tutte le emozioni di questa Giornata Mondale dei Giovani. Noi del movimento giovanile salesiano di Sicilia siamo partiti alla volta di Lisbona in novanta, accompagnati dai SDB e le FMA, domenica 30 luglio, per ritrovarci insieme a tutti i giovani del mondo.

Sin da quando siamo arrivati in aeroporto si respirava  la bellezza di un gruppo in viaggio, attraverso i canti, l’entusiasmo pre-partenza e la gioia per la nuova esperienza. Siamo partiti tutti con degli interrogativi dentro, con vissuti diversi, con livelli esperienziali di fede diversi, senza aspettative o con aspettative che di certo sarebbero state superate. Giunti a Lisbona si respirava un clima di famiglia, poiché siamo stati accolti nella casa salesiana portoghese, in un istituto che, come tutti gli altri istituti salesiani, dava la grazia di respirare la presenza viva di Don Bosco con la gioia di condividere momenti ancor più del SYM, giornata dedicata a tutti i salesiani del mondo, perché lì più che in altri posti ti sentivi a casa e gustavi la verità delle parole di Don Bosco: “qui con voi mi trovo bene, è proprio la mia vita stare con voi“.
I primi due giorni abbiamo avuto modo di visitare Lisbona, le chiese più importanti, i luoghi più suggestivi. Succedeva che durante il cammino si incontravano tanti pellegrini di diversa nazionalità e spontaneamente ci si salutava e si iniziava a cantare.
Giorno 31 abbiamo vissuto uno dei momenti più forti ed emozionanti: dopo aver visitato la “Cattedrale di Estrela”, ci hanno invitato a visitare la Casetta di Santa Giacinta, la terza dei tre pastorelli di Fatima, in cui ha vissuto l’ultimo periodo della sua vita. Dopo aver ascoltato il suo vissuto, abbiamo avuto modo di ascoltare una ragazza che con le sue parole, così forti ed emozionanti, testimoniava quanto grande sia la presenza di Maria nella vita. Queste parole hanno avuto modo di risuonare più forti il penultimo giorno di pellegrinaggio, proprio a Fatima.

Dal 2 agosto è iniziata la vera GMG: quando prima dicevo che “solo salendo si arriva in alto”, mi riferivo al fatto che questa GMG è stata tanto in salita, per le file infinite, per il flusso immenso di giovani che venivano da ogni dove, per i chilometri a piedi. Ma quando poi si arrivava a destinazione, gli occhi carichi di meraviglia parlavano soli. Questo è accaduto negli incontri con il Papa: dopo aver trascorso ore e ore al sole, vederlo poi così da vicino, essere lì in mezzo alla quantità immane di giovani uniti per una sola Persona, era qualcosa di unico, indescrivibile ma soprattutto è stato motivo per rafforzare la fede e l’essere testimoni di Lui con la propria vita.

Il secondo momento vissuto con il Papa è stata la Via Crucis: anche qui abbiamo avuto la conferma di quanto possiamo essere amati e mai soli. Non abbiamo vissuto quella tradizionale, ma una Via Crucis riadattata alle sofferenze attuali dei giovani, tra ansie, paure, dubbi, depressione, solitudine e qui le parole di papa Francesco che esorta a “alzarsi”, dato che “l’importante non è non cadere, ma non rimanere caduto“, e aiutarsi l’un l’altro nel cammino che è la vita.
Giorno 5 e 6 agosto sono stati i momenti centrali della GMG toccando con mano cosa significa viaggio “in salita”.

Giorno 5 mattina ci siamo messi in cammino verso il “parco Tejo” dove si sarebbe svolta la veglia con il Papa; lungo la strada è stata consegnata una borsa pesante con all’interno pranzo e cena. Il peso di questa borsa è stato inconsapevolmente motivo di forza, invito a non mollare  proprio nel momento di maggior fatica  e invito a pregare “per non cadere nella tentazione” di lamentarsi. Ancora una volta una risposta alla fede, nel vivere questo ma soprattutto nel vedere lì un milione e mezzo di giovani che fino alla sera continuavano ad arrivare.

Al calar del sole, anche nei colori del tramonto abbiamo colto la grandezza e le meraviglie di Dio, fino a quando è giunta la sera. in quel momento è iniziata la veglia: è stata molto toccante, soprattutto quando, messo in esposizione il santissimo, è sceso un silenzio profondo e in quel momento ogni singola anima parlava a tu per tu con Gesù.

e parole del Papa durante questo momento sono state tanto emozionanti con il suo invito a non aver paura, a farsi dono, a riceversi in dono, a essere come Maria, missionari di gioia, ad alzarsi, seguirLo e andare in fretta. Terminata la veglia abbiamo aggiunto una nuova ed emozionante esperienza alla nostra vita: dormire fuori, dentro un semplice sacco a pelo con un milione e mezzo di giovani, qualcosa di indescrivibile… e risvegliarsi all’alba con un sacerdote DJ, che ancora una volta è stato motivo di gioia e di sapersi pensati e amati. La GMG si è conclusa con la messa di ringraziamento e l’invito da parte del Papa ai giovani: “coraggio, non abbiate paura!”
Ma per Noi del movimento giovanile salesiano il pellegrinaggio non si è concluso qui poiché abbiamo avuto la grazia di  continuare a vivere altre forti emozioni: prima al santuario di Fatima, che ha inondato di grazia i nostri cuori, e successivamente a Santiago de Compostela.

Una parola è sicuramente rimasta nel cuore di tutti ed è “semplicità”: semplice il modo di vivere dei tre pastorelli, semplice il modo di comunicare da parte di Maria e l’angelo, semplice la vita alla quale siamo stati chiamati. Qui abbiamo ricordato gli angeli custodi e gli angeli in carne ed ossa, ossia le guide, gli accompagnatori, posti da Lui nel cammino della nostra vita. Ricordiamo in proposito le parole di Papa Francesco: “Amici, se siamo qui è perché qualcuno ci ha portato la vicinanza di Dio,
ha bussato alla nostra porta non per chiederci qualcosa, ma per il bisogno traboccante di condividere la
gioia del Signore. Rivolgiamo allora un pensiero a chi ha fatto sorgere il sole dell’amore di Dio sulle nostre vite. Tutti abbiamo persone che sono state raggi di luce: genitori e nonni, preti e suore, catechisti, animatori, insegnanti…
Sono le radici della nostra gioia
“. Qui tante domande hanno trovato risposta, qui il legame con Maria si è fortificato.
Ed infine, con tanta gratitudine nel cuore, ringraziamo per aver avuto la possibilità di visitare Santiago. Prima di avviarci è stato detto: “qui le vostre domande troveranno risposte e se non avete domande vi arriveranno“. E così è stato… Sicuramente qui l’emozione che ha accomunato tutti è stata gustare la luce del discepolo di Gesù, qualcosa di immenso.
Al termine di queste due settimane intense, un ringraziamento particolare va a Don Alberto e Sr. Maria Grazia, per tutto l’impegno, la forza, la fatica e l’organizzazione che hanno messo per la buona riuscita ma soprattutto per averi donato sorrisi. Un ringraziamento a tutti gli altri SDB, FMA e accompagnatori che continuano a testimoniare la bellezza di essere figli di Dio, amati sempre, gratis, comunque e ovunque.

Torniamo a casa con i cuori che sono pieni di gratitudine, di vita, luce e bellezza, così tanto che vuol dire che è necessario riempire i cuori di qualcun altro, d’altra parte anche Papa Francesco ci ha ricordato che “la vita si possiede solo donandola“.
Ci impegniamo, scesi da questo Tabor, a essere testimonianza viva di ciò che abbiamo vissuto, alimentandoci ogni giorno con la preghiera e lasciandoci amare da Lui.
E con queste parole di Papa Francesco: “brillare, ascoltare, non temere“, vi auguriamo un buon cammino!

Quello della GMG – Giornata Mondiale della Gioventù – (verificatasi tra l’1 e il 6 agosto) è stato sicuramente l’evento più importante degli ultimi 4 anni (la distanza, cioè, dall’ultima GMG a Panama) per tutti i giovani cristiani del mondo. Per noi europei, soprattutto, ha avuto una rilevanza particolare: finalmente, dopo Cracovia nel 2016, il nostro continente è tornato ad ospitare la GMG. Un’occasione che si teme si possa ripetere sempre più raramente e che, per questo motivo, non poteva sfuggirci. Tra i 1.500.000 giovani provenienti da tutto il mondo presenti alla veglia con Papa Francesco del 6 agosto c’era anche una rappresentanza del MGS Sicilia, costituita da un centinaio di giovani di tutte le parti della regione. Insomma, davanti a un evento di portata mondiale, ci siamo alzati e siamo andati in fretta verso Lisbona (riprendendo il motto della GMG “Ha Pressa no Ar”, che in italiano si traduce “C’è fretta nell’aria”), rispondendo alla chiamata del Santo Padre.

Tra i tanti eventi organizzati, giorno 2 agosto, nella casa salesiana di Estoril, è stata celebrata la “Giornata SYM”, in cui i giovani del Movimento Giovanile Salesiano di tutto il mondo si sono riuniti e hanno riscoperto la bellezza di far parte della grande famiglia salesiana.

La festa è stata un connubio tra divertimento e momenti di riflessione, in linea con il trinomio che fu alla base dell’azione di Don Bosco (giocare, stare assieme, fare catechismo): giochi, balli, canti, ma anche la possibilità di pregare il rosario e di confessarsi. L’elemento che ha arricchito l’evento siamo stati proprio noi giovani, con il nostro spirito salesiano: ognuno di noi è rimasto estasiato dal confronto con ragazzi di altre culture, ma con cui condividiamo gli stessi valori, tanto che alcuni hanno definito questa esperienza come la più significativa dell’intera GMG. Anche io credo che il SYM sia stato uno degli eventi clou e meglio organizzati. Il modo in cui si è concluso, soprattutto, è stato commovente e suggestivo. L’ultimo momento, infatti, è stato caratterizzato da un’adorazione del Santissimo carica di grande emotività: eravamo centinaia di migliaia di persone, eppure c’era un religioso (letteralmente) silenzio; ognuno di noi è partito carico di domande, di speranza, di voglia di conoscere se stesso e di migliorarsi, e nel silenzio generale era possibile percepire i desideri di chi ci stava vicino, ma anche le sue ansie e le sue preoccupazioni.

Alla festa mondiale del MGS non potevano mancare il Rettore Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Suor Chiara Cazzuola, che ci hanno toccato il cuore con le loro parole d’amore verso noi giovani, alla fine della giornata.

La GMG è stata per tutti occasione di giubilo, riflessione e condivisione. In una cornice così speciale, in un modo o nell’altro, nelle piccole cose e nelle grandi manifestazioni, tramite il Papa o un nostro coetaneo, durante la veglia, la Via Crucis o il SYM, ognuno di noi ha avuto un’ulteriore dimostrazione dell’illimitato amore di Dio.

È stata un’esperienza meravigliosa, che auguro a tutti, almeno una volta nella vita, di fare.

Italia – Il “Grest” di Ragusa riunisce un migliaio di giovani, animatori, educatori e famiglie all’insegna della gioia e della fraternità

Dall’agenzia ANS.

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Ragusa, Italia – luglio 2023 – Con la serata finale del 22 luglio è terminata l’edizione 2023 del Grest (Gruppo Estivo) dei Salesiani di Ragusa, con la partecipazione di circa 1.000 persone tra giovani, animatori, educatori e famiglie per una serata all’insegna della gioia e della fraternità. “Una vita da Re” è stato il motto del Grest 2023, ispirato al celebre cartone animato “Il Re Leone”, e realizzato dal 15 giugno al 22 luglio. Il Grest, coordinato dai salesiani don Enrico Frusteri Chiacchiera, direttore dell’Oratorio, e da don Orazio Moschetti, giovane salesiano studente di teologia a Messina, ha visto impegnati 60 giovani animatori dai 15 anni in su che hanno allietato le giornate di 140 bambini al “minigrest”, al mattino, e 350 ragazzi al “Grest”, il pomeriggio. Le quattro squadre del Grest sono state impegnate in sfide e giochi, ma anche in laboratori e attività formative, sport e tanto divertimento. Le attività estive proposte dall’oratorio salesiano di Ragusa hanno riguardato anche le famiglie, per far vivere momenti di svago e allegria ai ragazzi con i loro genitori. Durante le attività estive sono state realizzate diverse gite. Il 19 luglio si è tenuto l’evento “Capaci di Raccontare” in ricordo del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, uccisi dalla mafia in quel giorno del 1992. La manifestazione, a cui era presente anche il Sindaco di Ragusa, Peppe Cassì, è stata un momento per dire no alla mafia e sì alla vita, ma anche per ricordare l’importanza della legalità. Il Grest a Ragusa fu ideato quasi mezzo secolo fa da don Franco Solarino, SDB.

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Mille ragazzi in festa per celebrare Don Pino Puglisi

Da Palermo Today.

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Una giornata di festa, di gioco e anche di riflessione sulla figura di Padre Pino Puglisi, il sacerdote assassinato dalla mafia nel quartiere di Brancaccio nel 1993. Mille ragazzi si ritroveranno domani, mercoledì 12 luglio, nei cortili dell’istituto salesiano Gesù Adolescente di via Evangelista Di Blasi. Un momento di incontro e confronto per i giovani che frequentano i gruppi estivi degli istituti salesiani “Don Bosco Ranchibile”, “Gesù Adolescente”,  “Mazzarello” e “Santa Chiara”. Una festa di colori e diverse iniziative. Al centro della mattinata la figura di Don Pino Puglisi, esempio e testimonianza di fede e impegno sociale. “Se ognuno fa qualcosa allora si può fare molto”, sarà la frase che guiderà il momento formativo.

A partire dalle 9,30 e fino alle 13, i giovani saranno coinvolti in giochi, spettacoli e stand organizzati dalle animatrici e dagli animatori che si occupano delle attività oratoriane. Un momento importante di condivisione che mette insieme le strutture gestite nel capoluogo dell’Isola dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Sarà presente all’iniziativa Don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani per la Sicilia e la Tunisia, e Giovanna Perricone, Garante per l’infanzia e l’adolescenza del Comune di Palermo. Da quest’anno i salesiani sono stati inseriti, con un proprio rappresentante, nell’area sociale dell’Ufficio dell’Autorità del Garante.

“A trent’anni dalla morte di Padre Pino Puglisi – spiega il direttore dell’istituto salesiano del Gesù Adolescente, don Arnaldo Riggi – ci ritroviamo a riflettere insieme ai ragazzi sulla testimonianza forte e carica di fede di un sacerdote che ha combattuto in prima linea la mafia e la mentalità mafiosa. E lo ha fatto servendosi del Vangelo. Ha difeso la dignità dell’uomo e fornito gli strumenti per difendersi dai soprusi. Per chi opera con i giovani è fondamentale una riflessione sull’impegno di Don Pino Puglisi, specialmente per coloro, come i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, che seguono il metodo preventivo lasciatoci dal nostro fondatore, San Giovanni Bosco”.

Resonantiæ Camera Chorus da San Cataldo (Sicilia) alla Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino

Dal sito dei Salesiani Sicilia.

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È stato lungamente atteso e desiderato nonché preparato con grande impegno ed entusiasmo l’ “omaggio” reso alla Vergine Maria presso la Basilica “Maria Ausiliatrice” di Torino dal Resonantiæ Camera Chorus, coro di sole voci femminili costituitosi nel gennaio 2017 presso l’Oratorio Salesiano “San Luigi” di San Cataldo.

E così venerdì 23 giugno 19 Coriste, il Direttore del Coro, Maestro Daniele Riggi, la Guida all’ascolto del gruppo, Luciano Arcarese, ed altri accompagnatori, son partiti alla volta di Torino Valdocco, dove sono stati calorosamente accolti dal Rettore della Basilica, don Michele Viviano, salesiano sancataldese.

Per felice coincidenza, il Coro si è trovato a Torino nel giorno in cui si festeggia il Santo Patrono della Città, San Giovanni Battista, giorno che, per antica tradizione, è dedicato alla festa per il Rettor Maggiore proprio a ricordo dell’onomastico di Don Bosco.

Proprio per tale motivo il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, avrebbe dovuto essere presente al momento di festa organizzato in suo onore e che si sarebbe concluso con l’esibizione del Coro.

Tuttavia, l’improvvisa notizia della morte della mamma di don Angél ha impedito allo stesso di essere presente; prima della partenza per la Spagna, il Rettor Maggiore, ha voluto, comunque, salutare i membri del Coro in un raccolto e intimo momento di incontro – che resterà nel cuore dei presenti – conclusosi con il canto del brano “Matri dulcissima” che il Coro ha dedicato alla memoria della mamma del Rettor Maggiore.

Grandissima l’emozione per il concerto – la sera del 24 giugno – ai piedi del meraviglioso dipinto dell’Ausiliatrice così voluto da Don Bosco e realizzato da Tommaso Lorenzone; presenti il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, il Rettore della Basilica, don Michele Viviano, diversi membri del Consiglio Generale della Congregazione Salesiana, diversi Salesiani e un numeroso pubblico torinese arricchito dalla gradita presenza di alcuni sancataldesi – che ora vivono a Torino o nei dintorni – e di altri siciliani.

Il Coro ha eseguito dieci brani – spaziando da Giovanni Pierluigi da Palestrina al norvegese Gjeilo, dall’ungherese Kocsàr ad Antognini, da Gyöngyösi allo stesso Don Bosco, autore del brano “Oh Maria, Vergine potente” – e due bis, di cui uno su espressa richiesta del Vicario del Rettor Maggiore. Don Martoglio ha, infatti, chiesto di riproporre il brano in lingua siciliana “Matri dulcissima”, su testo e musica del Maestro Daniele Riggi, invitando le coriste a volgersi verso il dipinto dell’Ausiliatrice; spontaneamente l’intera assemblea si è messa in piedi e grande è stata la commozione dimostrata anche dalle lacrime che hanno solcato non pochi volti.

Conclusa con gioia, soddisfazione e non pochi apprezzamenti l’esibizione presso la Basilica, il giorno successivo – domenica 25 giugno – il Coro ha raggiunto Colle Don Bosco – il colle delle “beatitudini giovanili” (come è stato definito da San Giovanni Paolo II) – dove ha potuto esibirsi a conclusione della Celebrazione Eucaristica presso la Basilica Superiore e dove ha avuto la possibilità di visitare la casa di Don Bosco.

Il programma ufficiale è stato, inoltre, arricchito da altri momenti culturali, quali la visita alla meravigliosa Reggia di Venaria, la visita alla imponente e suggestiva Sacra di San Michele e la visita alla Casa-Museo Don Bosco, occasioni tutte in cui le coriste si sono lanciate in esibizioni spontanee raccogliendo consensi e applausi dai turisti presenti.

Doveroso un ringraziamento a quanti hanno reso possibile questa bella esperienza, in particolare a don Michele Viviano, nostro concittadino, oggi Rettore della Basilica di “Maria Ausiliatrice” per la calorosa accoglienza, e alla Banca di Credito Cooperativo “Giuseppe Toniolo e San Michele” di San Cataldo – nella persona del Presidente Dott. Salvatore Saporito – per averci aiutato a rendere concreto quello che finora era rimasto un sogno.

“Quella vissuta dal Coro a Torino – afferma Luciano Arcarese – è stata un’esperienza significativa, dal punto di vista artistico e forse ancor più dal punto di vista spirituale; per un Coro nato e operante in un Oratorio Salesiano è stata un’occasione per meglio conoscere la figura e l’opera di Don Bosco e per approfondire la sua spiritualità anche attraverso la visita ai luoghi santi salesiani”.

È una tappa importantissima per la crescita e la maturazione del nostro Coro ­– afferma Daniele Riggi – che affronta repertori sempre più impegnativi e porta la propria esperienza musicale e umana in luoghi sempre più prestigiosi.

Azzurra Alessi, Francesca Aprile, Ilaria Caramia, Francesca Emma, Barbara Falzone, Ivana Falzone, Federica Fiorella, Simonetta Franzone, Stefania Lo Monaco, Laura Manzella, Rebecca Mattina, Simonetta Mazza, Daniela Saieva, Daniela Scarlata, Maria Costanza Scarlata, Cristina Sferrazza, Ilaria Testaquatra, Mariella Virga, Anna Wagemaker: questi i nomi delle coriste che hanno vissuto un’esperienza che continuano a descrivere come “bella, meravigliosa, indimenticabile, da ripetere, ricca di emozioni, …” e che hanno scritto un’altra bella pagina di questa avventura.

 Luciano Arcarese

Italia – L’oratorio salesiano di Gela anima l’Infanzia Missionaria

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Gela) – Tra le molteplici attività educative e ricreative che l’oratorio salesiano “San Domenico Savio” di Gela offre ai piccoli e ai giovani della città, da cinque anni c’è anche la proposta del laboratorio dell’“Infanzia Missionaria”: si tratta di un percorso di educazione ed evangelizzazione per bambini di età compresa tra i 5 e i 7 anni, nato su iniziativa del Direttore dell’oratorio, don Alfredo Calderoni.

Dopo una lunga pausa dovuta alla pandemia di Covid-19, in quest’anno pastorale, ad ottobre scorso, è ripreso il cammino di formativo e ludico anche per questa fascia d’età e con questa iniziativa del tutto missionaria.

Sono stati mesi di intense e gioiose attività, condotte senza sosta fino al mese di maggio appena trascorso. Ogni giovedì, dalle 16:30 alle 18:30, diverse mamme/animatrici hanno accolto circa 30 bambini. L’idea che quest’anno ha fatto da spina dorsale all’intero percorso è stato compiere un viaggio, su di un treno immaginario, attraverso i 5 continenti, raccontandone usi e costumi, lingue, tradizioni, monumenti e curiosità. Scegliendo con cura balli di accoglienza, video educativi, scenette, attraverso il teatro delle marionette e varie attività manuali a tema, le animatrici hanno fornito ai piccoli semplici notizie del continente che durante quel mese veniva trattato.

L’ultima mezz’ora di incontro si dava spazio ai giochi e alla merenda in oratorio per concludere con la preghiera, guidati dai giovani salesiani, il Direttore, don Calderoni, e il tirocinante Marco Piana.

L’anno è stato scandito da due grandi momenti di festa e aggregazione: il “Presepe dei Popoli” a Natale e la “Festa dei Popoli” a maggio.

“È stato bello realizzare un presepe vivente in cui, al posto dei tre Re Magi, i bambini, vestiti da popoli del mondo, portavano in dono a Gesù ciò che avevano di più caro” ha condiviso una delle educatrici. Il popolo asiatico, ad esempio, portava il riso che simboleggia il duro lavoro di ogni famiglia; il popolo africano invece l’acqua, bene tanto prezioso e difficile da reperire, e la kalimba, antico strumento musicale per cantare la gioia di vivere nonostante stenti e difficoltà quotidiane. I popoli si sono radunati per ringraziare un Gesù che, per l’occasione, era stato adagiato dentro una capanna indiana.

A maggio invece, quando ormai il viaggio ideale di quest’anno era giunto al termine, i bambini con un treno fatto di vagoni “vivi” e con indosso abiti tipici, hanno portato genitori e nonni a ripercorrere, in piccolo, il loro stesso viaggio con la “Festa dei Popoli”.

“Canti, balli e piccole scenette per raccontare a tutti la bellezza di sentirsi fratelli, preziosi gli uni per gli altri e, stretti mani nelle mani, ringraziare Dio per aver donato all’uomo un mondo meraviglioso – prosegue l’animatrice – Semplici messaggi, piccoli lavoretti e brevi scenette certo, ma crediamo che ai nostri piccoli sia arrivato dritto al cuore un unico messaggio: ‘il mondo è di mille colori!’ La diversità di colore o razza diventa allora meraviglia, ogni uomo è fratello e tutti siamo figli di un unico Padre che ci ama sempre!”

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#acasAnonacasO: festa ragazzi MGS Sicilia

Pubblichiamo il comunicato stampa dei Salesiani in Sicilia sulla Festa Ragazzi MGS.

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La Festa Ragazzi MGS, vissuta da 500 ragazze e ragazzi provenienti da tutti gli oratori di Sicilia, si è svolta nella città di San Cataldo domenica 16 aprile 2023. E’ stata una giornata piena di gioia, divertimento, riflessione e preghiera: nel vero spirito di Movimento Giovanile Salesiano, del quale tanti di questi ragazzi hanno fatto esperienza per la prima volta.

L’evento, infatti, è stato rivolto ai ragazzi delle scuole medie, che iniziano ad entrare nel vivo dell’esperienza di incontrare tantissimi coetanei in giro per la Sicilia sapendo di condividere il carisma di Don Bosco, con il desiderio di essere e rimanere felici e santi.

L’accoglienza da parte della grande e calorosa comunità di San Cataldo, insieme agli animatori dell’oratorio di Mazzarino, ha dato il via a una giornata di vera festa dal titolo “Dove c’è CORTILE c’è CASA!” #acasAnonacasO presentata dai coordinatori Marika e Raffaele che hanno introdotto il tema attraverso un piccolo sketch realizzato da Elia, Gaia ed Enza, tre amici che si chiedevano se davvero è più bello vivere nel mondo virtuale o forse la gioia di una vita piena di relazioni vere è insostituibile e si può trovare in oratorio.

Proprio a partire dalla certezza che solo quando stai in cortile ti senti a casa, è seguito uno spazio di intervista doppia per ascoltare le testimonianze di vita di Giuseppe e Miriam: grazie ai loro incontri veri e pieni di amore, hanno incontrato Gesù in tati modi; attraverso una partita di calcio, un salesiano o una suora che ascoltandoli con compassione li ha fatti sentire amati.

Il dono di incontrare Gesù Risorto l’abbiamo accolto nel cuore, ancora di più, con la Celebrazione Eucaristica, nell’occorrenza della II Domenica di Pasqua e Festa della Divina Misericordia, ascoltando la Parola di Dio che parlava direttamente a noi – “che stavamo insieme e avevamo ogni cosa in comune” (At 2, 42 – 47) – anche se tante volte capita che ci sentiamo come San Tommaso, vacillanti nella fede, troppo chiusi nelle nostre paure o insicurezze e siamo bisognosi di misericordia e allora Dio ce ne fa dono e viene rassicurandoci, dicendo “Pace a voi!”: è stata questa la Parola condivisa dall’Ispettore Don Giovanni D’Andrea, che ci ha ricordato la bellezza di vivere il Battesimo nel nostro quotidiano, non solo in oratorio ma anche a scuola, con gli amici, in famiglia ed essere “cristiani credibili” come diceva il Beato Rosario Livatino, coltivare la nostra interiorità ricaricandoci di Gesù Eucarestia che ci mette la pace nel cuore e ci fa diventare missione in ogni luogo della nostra vita, che sia a Casa, in Cortile o in Città.

L’ispettrice sr Angela Maria Maccioni ha augurato ad ognuno di custodire e coltivare il dono dell’amicizia con i compagni, con una persona più grande di noi e che può guidarci nel cammino e con Gesù.

Carichi di questa felicità nel cuore e pieni di tante energie, dopo il pranzo abbiamo giocato insieme con i tanti giochi a stand, che permettevano di raccogliere punti bonus per il prossimo appuntamento insieme: il Campo Savio in estate!

Al termine, abbiamo riempito con le nostre emozioni tanti cuori per poi riunirli insieme su una grande CASA: simbolo di accoglienza, in cui sentirsi in famiglia, in cui puoi incontrare amici… è questo l’ORATORIO di Don Bosco che vive ancora oggi e dove #noicis(T)iamo!

 

 

Salesiani Sicilia – Pasqua Giovani a Modica

Dal sito dei Salesiani in Sicilia.

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Dal 6 all’8 aprile 2023 noi ragazzi dell’Oratorio Salesiano di Modica abbiamo avuto la possibilità, per la prima volta dopo tanto tempo, di fare una convivenza nel nostro oratorio.
Per vivere al meglio la preparazione alla Pasqua, la convivenza è stata svolta durante il periodo dal Giovedì Santo alla veglia pasquale; riuscendo a vivere e a comprendere meglio, grazie anche alla presenza di Don Dario, il significato della Pasqua.

“Il Signore combatterà per voi e voi sarete tranquilli”
Questa è la frase che più ci ha colpito quando, attraverso la catechesi di Don Dario, abbiamo approfondito e capito meglio il tredicesimo capitolo dell’Esodo, che racconta la liberazione degli Ebrei dalla schiavitù e di tutti i momenti critici e pieni di dubbi che hanno dovuto affrontare. Attraverso questo passo Don Dario ci ha rivolto delle domande dove abbiamo riflettuto su tre punti principali:
-il primo ci chiedeva chi fosse il nostro Mosè; colui che ci fa affrontare il nostro “mare” che rappresenta tutte le nostre paure e i nostri dubbi.
-il secondo ci chiedeva quale grido noi rivolgiamo a Dio; anche Mosè, quando più era terrorizzato, non ha avuto fiducia in Dio e ha gridato contro di Lui, così anche noi in quel momento dovevamo rivolgerGli tutte le nostre incertezze.
-il terzo invece chiedeva quale fossero le paure che ci impediscono di andare avanti, qui Don Dario ci ha ricordato come Dio trasformi ciò che è morto in vita; e il mare delle paure si può trasformare in un strada di liberazione.
Dopo la riflessione personale abbiamo preparato l’adorazione per la sera dividendoci in due gruppi. Uno che preparava i canti e uno che preparava i segni. Questa esperienza, per noi nuova, ci ha fatto capire quanto impegno ci sia dietro la preparazione di un’adorazione e di come sia importante il lavoro di gruppo.
La sera, dodici di noi, hanno partecipato alla lavanda dei piedi; due di noi, per la prima volta, hanno partecipato alla celebrazione come ministranti e grazie anche alla presenza del prenovizio salesiano Pietro sono riusciti a vivere al meglio e serenamente questa esperienza che gli ha fatto scoprire un nuovo modo di partecipare alla celebrazione Eucaristica.
Dopo la celebrazione abbiamo vissuto l’adorazione che è stato un momento di riflessione molto intenso.

“Tu vali il sangue di Cristo”

Questo giorno è stato molto intenso. Dopo le lodi mattutine, affiancati dai ministri straordinari, siamo andati a portare ai più anziani l’Eucarestia.
Per molti di noi è stata un’esperienza nuova e molto forte. Siamo riusciti a vedere quanto può essere forte la Fede e quanto questa riesca a salvare la vita delle persone.
Per rispettare il periodo di digiuno abbiamo pranzato con pane e acqua accompagnando il pranzo e i momenti a seguire con il silenzio, non solo verbale ma anche dei social.
Il pomeriggio abbiamo partecipato all’adorazione della Croce, questo per noi è stato un momento non solo nuovo ma anche molto commovente, dove chinandoci dinanzi a quella Croce siamo riusciti a liberarci da tutte i nostri pensieri negativi.
Dopo la cena i nostri educatori ci hanno fatto vivere un’esperienza unica; ci hanno portato a mare dove ci hanno fatto pregare il Rosario camminando tutti assieme in spiaggia. In alcuni di noi questo ha riportato alla mente il passo dell’Esodo visto che eravamo tra il mare (segno delle difficoltà) e la sabbia (che simboleggia il deserto), camminando avanti e indietro replicando il percorso che Dio ha fatto fare agli Ebrei. Al termine del Rosario abbiamo fatto una condivisione in spiaggia di come avessimo vissuto la giornata. Molti di noi, grazie a questa condivisione, sono riusciti a percepire le emozioni e le sensazioni di ognuno di noi.

“Muore l’uomo vecchio per rinascere l’uomo nuovo”

Il terzo giorno sono venuti da noi i ragazzi dell’oratorio di Pozzallo e insieme abbiamo partecipato alla celebrazione penitenziale, momento che ci ha preparati per il sacramento della Confessione che ci ha aiutati a riavvicinarci a Dio per riuscire a vivere la Pasqua con una maggiore serenità.
Prima della cena abbiamo fatto la sintesi di questa meravigliosa esperienza, abbiamo capito come la presenza di Dio nella nostra vita non cambi niente attorno a noi ma cambia il nostro modo di vedere le cose e il modo in cui affrontiamo le avversità, avendo la consapevolezza che anche quando ci viene da disperarci, e pensiamo che nulla ha senso, in Lui possiamo trovare ristoro.
La veglia pasquale, per molti di noi, ha veramente avuto il valore di una rinascita e di come abbiamo sentito veramente vicino la presenza di Dio, che ha suscitato in noi una felicità e una serenità inspiegabili.
Alla fine di questa esperienza sono tante le cose che ci portiamo, ma ne usciamo con la consapevolezza di fare tutto per Amore perché noi siamo amati sempre, gratis e comunque a tal punto di valere il sangue di Cristo.

Carla Russo, Giuseppe Civello

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Salesiani Sicilia: assistenza salesiana/Sacramento della Presenza: abitare i mondi vitali dei giovani

Dal sito dei Salesiani Sicilia.

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Anche il terzo incontro di “Formazione SDB-LAICI”, organizzato dai Salesiani di Sicilia, focalizzato sul tema “Assistenza salesiana/Sacramento della Presenza: abitare i mondi vitali dei giovani”, ha registrato significativa partecipazione e viva attenzione. Indubbiamente stimolante la relazione sull’argomento tenuta dal dr. Alessandro Iannini, psicologo e docente, esperto nelle problematiche giovanili e familiari, nella formazione degli operatori sociali e volontari, nel settore della rieducazione dei minori.

Il relatore ha posto alla riflessione il bisogno di un rinnovamento del cammino educativo da basare decisamente su una rete di rapporti umani inclusivi in cui ognuno si senta realmente accolto e coinvolto in un contesto di comunità aperta dove si possa “star bene”, tra “gente allegra”, in una atmosfera di reciproca condivisione.

Iannini ha indicato come elemento cardine di riferimento la scelta di privilegiare il rapporto educativo verso i giovani con un impegno sociale verso i più poveri con spirito di accoglienza spirituale e umana, aperta verso i ragazzi con diverse culture e fedi.

Ha quindi sottolineato come sia importante che l’educatore senta, e faccia percepire, l’essere generosamente disponibile con un atteggiamento “che non tende all’appagamento personale, ma a soddisfare le miserie degli altri”.  In altri termini tenere presenti le parole del Rettor Maggiore che incoraggia a percorrere “un itinerario educativo che comincia con l’andare incontro all’altro” ed il suggerimento di Papa Francesco che ricorda “….che siamo noi che dobbiamo andare incontro all’altro per fare comunione, per realizzare un cambiamento sociale che ci permetta di partecipare alla comunità vivente del Signore”.

Il relatore, inoltre, ha messo in evidenza come sia cruciale tenere presente che il compito di chi educa sia di: “….aiutare gli altri a camminare avendo occhi e orecchi attenti. Per farlo c’è un unico modo: rendersi credibili e degni di fiducia” ed ancora “…però la fiducia, come tutte le dimensioni vitali non passa per educazione (ex ducere tirare fuori) ma per induzione (in-ducere mettere dentro): per ricevere fiducia occorre darla per primi”

Rimanendo sul pensiero del Rettor Maggiore, Iannini, riferendosi al CG 28, evidenzia come nell’azione programmatica sia fondamentale dare la «priorità assoluta per i giovani, i più poveri e i più abbandonati», con la profonda convinzione che «…se un giorno dovessimo abbandonare i ragazzi, i giovani e, tra loro, i più poveri, sarebbe l’inizio della morte della nostra Congregazione”. Allo stesso tempo attenzione particolare va rivolta al fenomeno migratorio, e sull’argomento ancora il CG 28 afferma che “i migranti non possono essere un problema, sono per noi Salesiani di oggi una grande opportunità per incontrare Gesù”.

Tra le conclusioni dell’intervento Iannini ha fatto riferimento all’approccio ecologico (al quale il Rettor Maggiore ha dedicato una precedente Strenna) sulla traccia della Laudato si’ di Papa Francesco che, nel proporre il concetto della “ecologia integrale”, ci dice che  “tutto è collegato” e la cura del creato, della casa comune, è intimamente unita a quella delle comunità umane: «Oggi non possiamo non riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare sia il grido della terra sia il grido dei poveri».

 Un articolato e vivace dibattito è seguito all’intervento di Iannini.

Prof. Alfredo Petralia, presidente Ex Allievi Salette CT

 

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Italia – Porte e cuore aperti all’oratorio “San Luigi” di San Cataldo

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – San Cataldo) – I ragazzi dei gruppi formativi dell’oratorio salesiano “San Luigi” di San Cataldo hanno vissuto nei giorni scorsi una significativa esperienza di conoscenza e riflessione, accogliendo nei loro spazi due giovani detenuti dell’Istituto Penale per i Minorenni (IPM) di Caltanissetta, con i quali si sono intrattenuti in un intenso confronto.

Ammessi ad un permesso premio, accompagnati dal Direttore, da due educatrici dell’IPM, da Padre Alessandro Giambra, cappellano del medesimo istituto, e da don Francesco Bontà, salesiano, Direttore dell’oratorio di San Cataldo, i due giovani hanno trascorso la prima parte dell’incontro in un percorso culturale di conoscenza del territorio sancataldese, concludendo la loro giornata all’oratorio dove hanno avuto la possibilità di vivere un momento di incontro con circa 60 ragazzi e animatori della realtà salesiana.

Inevitabile l’imbarazzo iniziale dall’una e dall’altra parte, in un totale silenzio che il Direttore dell’IPM ha invitato ad apprezzare come “dono” in quanto proprio nel silenzio ci si ascolta e ci si comprende.

Diverse le riflessioni scaturite nel corso del confronto in uno stimolante scambio di domande e di testimonianze tra i presenti che ha reso questo incontro emozionante, in particolar modo quando si è affrontato il tema della libertà, così poco apprezzata nella vita ordinaria e così tanto desiderata quando se ne è privati.

Ai ragazzi dell’oratorio è stata offerta la possibilità di conoscere la vera realtà della vita carceraria che è ben diversa da quella romanzata e presentata da alcune serie tv; ai ragazzi dell’IPM è stata data la possibilità di conoscere un’altra realtà, fatta di ragazzi che coltivano il desiderio di essere “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Dall’incontro è scaturito il desiderio di avviare una collaborazione tra oratorio salesiano e Istituto Penale.

Al momento di confronto ha fatto seguito un breve momento di fraternità vissuto in clima salesiano: quattro calci al pallone, chiacchiere fra amici, non poche risate… il tutto condito dal tempo del ristoro.

Se l’incontro si è concluso con il rientro all’IPM dei due giovani, la riflessione è a lungo proseguita sui vari gruppi WhatsApp con delle belle e profonde riflessioni da parte dei ragazzi: E’ stato bello conoscere la loro storia, e vedere nei loro occhi la luce di essere liberi per un po’”; “Non è detto che visto che stanno in carcere sono cattive persone, perché la maggior parte delle volte si entra in carcere per uno sbaglio che ti segna la vita”; “Prima di essere dei carcerati sono delle persone come noi”…

Il bel momento vissuto insieme è stata un’occasione per ricordare che l’ambiente carcerario è vicino all’esperienza salesiana perché proprio dall’incontro di Don Bosco con i giovani della “Generala”, l’allora carcere minorile di Torino, e dall’incontro con le loro storie di vita e con la loro sofferenza, è emerso l’antico e sempre nuovo appello: “Se qualcuno si fosse preso cura di loro…”.

“E se, per ovvi motivi, nessuna foto resta a ricordo di questo incontro, abbiamo la certezza che nel cuore dei ragazzi resteranno impresse le belle emozioni vissute. Non solo le porte e i cancelli sono stati aperti, ma anche e soprattutto i cuori!” ha commentato Luciano Arcarese, educatore di San Cataldo, Salesiano Cooperatore.

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Italia – Dalla Sicilia al Senegal, un ponte di educazione e solidarietà nel nome di Don Bosco

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Piazza Armerina) – In quest’anno dedicato alla riflessione e allo sviluppo della dimensione laicale della Famiglia Salesiana può essere interessante mettere in luce organizzazioni e realtà guidate da laici che vivono sul campo il carisma di Don Bosco. Come l’Associazione “Don Bosco 2000”, che ha accolto e declinato il sistema preventivo di Don Bosco nelle sue attività quotidiane, dall’accoglienza dei migranti che raggiungono l’Italia alla cooperazione internazionale, dall’esperienza nelle carceri alla formazione dei giovani negli oratori. “Don Bosco rappresenta per noi la guida per rispondere in modo pragmatico alle esigenze del tempo storico in cui viviamo, permettendoci di identificare nei giovani il nostro destinatario privilegiato, in particolare i più giovani e bisognosi”, spiega Cinzia Vella, Direttore generale dell’associazione.

In quest’ottica, l’oratorio di Piazza Armerina, gestito per anni dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e, dal 2001, struttura laica e realtà cittadina fortemente consolidata, che è la culla dell’associazione, si fa promotore di svariate iniziative e cooperatore di molte associazioni per il sociale. Durante l’inverno sono previsti incontri settimanali per i giovani che non sono solo fruitori, ma essi stessi promotori e organizzatori delle attività, principalmente collegate all’ideazione e alla preparazione del Grest salesiano nella bella stagione. Per il 2022, il tema è stato quello del talento, da intendersi come dono prezioso da condividere con gli altri.

Il Grest diventa anche luogo di inclusione e di scambio: le attività estive si estendono ai bambini delle famiglie migranti accolte nelle comunità di Piazza Armerina e dei paesi limitrofi, e spesso sono proprio i fratelli più grandi di questi bambini a diventare animatori per i piccoli della città.

L’oratorio è altresì cooperatore di iniziative che coinvolgono gli attori sociali del XXI secolo. Tra gli altri, i giovani hanno partecipato nel 2022 a un progetto della Caritas di Piazza Armerina per la realizzazione di uno spettacolo teatrale in collaborazione con la casa circondariale di Enna “Luigi Bodenza”. La messa in scena dello spettacolo dal titolo “Io sono Dante” – una rappresentazione della Divina Commedia con la recita dei versi nella loro versione originale – ha portato sul palco 26 tra giovani e detenuti che, il 14 dicembre 2022, hanno potuto lasciare il carcere per recarsi al Teatro Garibaldi di Enna e aprire così la stagione teatrale del teatro comunale della città.

Ma l’esperienza di Don Bosco attraverso l’Associazione ha oltrepassato i confini nazionali, e si è spinta fino a Veligara Pont, un villaggio della regione di Tambacounda, in Senegal. È lì, in una delle aree più povere del mondo, che oggi esiste un vero e proprio oratorio nella savana. Un progetto che, dopo una prima esperienza estiva con animatori volontari, è stato “frutto di un disegno voluto dall’alto” racconta ancora Cinzia. “Il capo villaggio ci ha raccontato che da quando siamo arrivati i ragazzi erano più felici, continuavano a ripetere i giochi e i balli dell’estate”.

Un desiderio che si è tradotto in realtà grazie alla generosità di don Baldassarre Meli, a cui l’oratorio è oggi titolato. Il sacerdote, deceduto prematuramente, non riuscì a realizzare il suo sogno di andare in Africa, per vedere i luoghi di origine dei ragazzi che accoglieva, così decise di devolvere il ricavato per il suo funerale al progetto dell’oratorio di Veligara.

Una gioia immensa per i ragazzi di Tambacounda che, nell’attesa che l’oratorio prendesse vita, staccarono un adesivo dei Don Bosco dall’auto dei cooperanti e lo attaccarono su un albero: “Nell’attesa, vogliamo che Don Bosco resti con noi”, spiegarono.

 “L’oratorio è una cosa bellissima per noi, facciamo tantissime cose con i bambini, incontri, riunioni, formazione. Teniamo il corso di lingua francese e italiana”, spiega Amara, cooperante dell’associazione, “ogni sabato e domenica abbiamo più di 50 bambini che frequentano l’oratorio, distribuiamo la merenda ai più bisognosi”. E non solo: grazie alla disponibilità di due medici volontari locali, è attivo ogni giorno un dispensario per le cure mediche.

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