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Salesiani Italia Centrale, Webinar Online sulla VITA in COMUNE con i GIOVANI

“Una casa annessa all’oratorio” è il racconto di un’esperienza attuale ma dal sapore antico che da oltre un decennio alcune case della nostra realtà salesiana stanno vivendo.

Poter ripercorrere la storia che ne è scaturita è un vero esercizio di lettura sapiente della realtà abitata e guidata dal dono dello Spirito Santo.

(estratto del Documento)

 

Da alcuni anni le esperienze di Vita in comune con i giovani si stanno diffondendo nelle case della nostra Ispettoria, nel territorio dell’Italia Centrale, quale occasione speciale di fraternità e di spirito di famiglia tra adolescenti e giovani, con le Comunità Religiose e le Comunità Educative Pastorali esprimendo il desiderio di congiungere in modo armonico spiritualità del quotidiano e parola di Dio, fede e vita.

Si tratta di un cammino, un semplice segno dei tempi che la Chiesa ha accolto e che già da diversi anni interroga tante diocesi, tanti territori e vede esperienze varie che rivitalizzano la sua anima domestica chiamata a stare con Gesù.

Nella esortazione post-sinodale, Christus vivit, consegnataci da Papa Francesco, è presente un forte incoraggiamento a seguire con determinazione questa direzione che i giovani stessi ci stanno chiedendo.

Per questo motivo, come Salesiani di Don Bosco dell’Italia Centrale, lo scorso anno pastorale abbiamo organizzato due Consulte per approfondire ulteriormente questo tema attraverso le esperienze già presenti nelle nostre case. Successivamente la riflessione ci ha condotto alla redazione di un documento su queste esperienze intitolato “Una Casa annessa all’Oratorio. Vita con e per i giovani”. Documento che sarà presentato in questa occasione.

Alla domanda di un giovane che chiedeva se progetti di vita comune fossero possibili in tutte le case salesiane, don Ángel Fernandez Artime (Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana) ha voluto rispondere “sì”, aggiungendo che l’essenziale, al di là delle possibilità e della logistica, è fare di ogni casa salesiana un altro Valdocco; talvolta sarà possibile instaurare convivenze di giovani all’interno di comunità salesiane, in altri casi si potranno condividere momenti di preghiera,.. ciò che importa è la volontà di vivere la vita con i giovani, rendendo significativi i momenti di condivisione.

È davvero edificante vedere la gratitudine che i giovani sentono nell’essere parte di progetti nuovi che profumano di antico e di autenticità. Essere parte di una storia che ci precede e che ci seguirà, è il modo più bello per lasciarsi coinvolgere dalla vita perché permette di fare esperienza concreta di abitare una casa, essere parte di una famiglia, essere importante per qualcuno, essere insieme in cammino…felici nel tempo e nell’eternità!

(estratto del Documento)

 

In questa occasione saremo accompagnati e ci metteremo in ascolto di don Rossano Sala, Direttore della rivista «Note di pastorale giovanile», membro del Centro Nazionale Opere Salesiane d’Italia, già Segretario Speciale della XV Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”; e di don Samuele Marelli, Vicario parrocchiale a Seregno, Autore del Libro “ Fare casa-giovani e vita comune”, già direttore e presidente della FOM, oltre che responsabile degli oratori diocesi lombarde e consulente ecclesiastico del comitato di Milano del CSI.

Destinatari: gli educatori dei gruppi giovanili (sacerdoti, religiosi/e, laici…) ed i giovani interessati.

Data: giovedì, 27 aprile 2023

Ore: 18.30-20.30

L’incontro di svolgerà online.

 Ai primi che si iscriveranno verrà inviato il link del webinar ZOOM per partecipare e poter interagire con i relatori.

PER TUTTI sarà possibile seguire l’incontro, trasmesso in diretta, sul canale YouTube della ICC

Iscrizioni: compilando l’apposito Google Form entro e non oltre sabato 22 aprile.

 

Informazioni:

don Francesco De Ruvo

E-mail: vocazionicc@donbosco.it

Italia – I 75 anni di storia del “Borgo Ragazzi Don Bosco”

Dall’agenzia ANS

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(ANS – Roma) – 75 anni fa, nella primavera del 1948, i salesiani di Roma guidavano la carovana di ragazzi che da via Marsala si spostava lungo via Prenestina fino ad arrivare a popolare quei cortili e quei capannoni che ancora oggi accolgono, educano e danno attenzione a centinaia di minori bisognosi e a rischio. Da quel momento nasceva il “Borgo dei Ragazzi di Don Bosco”, una piccola città in cui i ragazzi e le loro esigenze di crescita erano al centro dell’attenzione e della cura di tanti salesiani e di tante persone.

Quei giovani erano gli orfani accolti dai salesiani, che dopo la Seconda guerra mondiale avevano risposto con solerzia all’appello di papa Pio XII che raccomandava proprio ai figli di Don Bosco di prendersi cura della gioventù abbandonata e sola della Capitale.

Scriveva pochi mesi dopo l’Osservatore Romano e precisamente il 19 luglio 1948, all’indomani dell’inaugurazione ufficiale del Borgo Ragazzi don Bosco avvenuta il giorno precedente ad opera del card. Pizzardo: “Chi avrebbe pensato, qualche anno fa, che il vasto terreno circostante al Forte Prenestino sarebbe divenuto asilo di una moltitudine di ragazzi e che i capannoni, allestiti dai soldati e le vaste tettoie deposito di foraggi e di materiali, si sarebbero cambiati in chiesa, in teatro, in campi da giuoco e di liete riunioni? Eppure, la Provvidenza, che scherza con i disegni degli uomini ha compiuto questo miracolo, e pur non cambiando al vecchio forte la sua destinazione l’ha nobilitata: difesa sì, ma difesa spirituale di tanti ragazzi contro le forze dilaganti del male, contro le insidie e la corruzione della strada, contro l’abbandono e la decadenza sociale”. Un’appropriata riflessione, che si è trasformata in profezia anche per gli anni a seguire.

Da parte sua, un testimone della prima ora, don Luigi Pace, che fu l’Economo dei primi anni del Borgo, così descriveva quella realtà: “Chi si reca al Borgo per una breve visita, si accorge subito di trovarsi in un ambiente dove la vita salesiana è vissuta da mattina a sera, come in tante altre opere salesiane. Però si nota qui qualcosa di singolare che rende il Borgo diverso da tutti gli altri istituti. Qualcosa che lo rende subito simpatico al visitatore, che se ne parte ammirato e soddisfatto. […] Viene spontaneo domandarsi: qual è il segreto di questa vitalità? Quali sono gli elementi che concorrono, oltre alla grazia del Signore e al Sistema Preventivo di Don Bosco, a produrre frutti così abbondanti di bene? Due elementi ci danno la sua vera fisionomia: 1. Una modestia senza pretese; 2. Lo spirito di famiglia che in esso regna”.

In questi 75 anni la Provvidenza si è palesata in tanti modi e in tante persone: salesiani, collaboratori, benefattori, tanto che fin da subito il Borgo Ragazzi don Bosco fu definito “l’opera della Provvidenza a Roma per tanti ragazzi”.

E il presente viene costruito sulla scia di questa ricca storia. Ancora oggi il “Borgo Ragazzi Don Bosco” rimane fedele alla sua vocazione originaria, quella di essere una casa per tanti ragazzi e giovani che hanno avuto meno occasioni nella vita, per accompagnarli nello scoprire le loro ricchezze, per imparare un lavoro, per realizzare i loro sogni di una vita buona.

“Il futuro lo vediamo delinearsi davanti a noi con esigenze in parte simili e in parte diverse. Cambiano i ragazzi e cambiano le loro condizioni, le loro esigenze pratiche, la loro provenienza, non cambia il loro desiderio di costruirsi un futuro degno e felice. Il nostro impegno è quello di continuare ad aiutarli nel fare ciò” affermano oggi i salesiani responsabili del Borgo Ragazzi Don Bosco.

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Italia – La Spezia: un nuovo quadro della santità nella Famiglia Salesiana

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – La Spezia) – La Famiglia Salesiana di La Spezia ha proposto a tutta la comunità due giornate formative con al centro l’Eucaristia e la santità salesiana. Nella giornata di sabato 25 febbraio è stato invitato don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi per la Famiglia Salesiana, per un incontro sul tema: “l’Eucaristia e Maria Ausiliatrice”.

Nella giornata di domenica 26 febbraio 2023, al termine della celebrazione Eucaristica delle ore 10:00, da don Cameroni è stata presentata e benedetta una tela raffigurante alcune figure di santità salesiana e in particolare quelle legate alla Liguria: San Domenico Savio, Santa Domenica Maria Mazzarello, i Beati Michele Rua e Filippo Rinaldi, che consolidarono la crescita della presenza salesiana in terra ligure, il Beato Augusto Czartoryski, che a Sanremo venne ordinato sacerdote e ad Alassio concluse la sua breve vita, la Beata Laura Vicuña, il Beato Zeffirino Namuncurá, il Venerabile Mons. Stefano Ferrando, nativo di Rossiglione, missionario e fondatore nel Nord Est dell’India e morto a Genova-Quarto e la Serva di Dio Vera Grita, Salesiana Cooperatrice che visse a Savona. Dei giovani, dei religiosi, una maestra appartenenti alla schiera di “anime piccole e povere” ricordate da San Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Divini amoris scientia.

L’unione gioiosa di questi personaggi conferma la forza e l’efficacia dell’operare uniti ispirandosi al Vangelo e al metodo del Buon Pastore nello stile di Don Bosco.

Sullo sfondo del quadro si intravede il cortile dell’oratorio e la chiesa spezzina perché la santità è un obbiettivo alla portata di ognuno di noi e si raggiunge solo creando relazioni positive. L’autore della tela, Luca Pontassuglia, ha ricordato, citando Paul Klee, che “l’arte svela ciò che è invisibile agli occhi, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Tale raffigurazione vuole ispirare in chi la contempla un percorso di crescita spirituale all’interno della propria comunità.

 

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Italia – Conclusa la visita del Rettor Maggiore alle opere liguri di Alassio, Genova-Sampierdarena e Varazze

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Varazze) – Si è conclusa a Varazze, sabato 5 novembre, la visita di tre giorni del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, in Liguria. Il Successore di Don Bosco, dal 3 al 5 novembre, ha infatti visitato le opere di Alassio, Genova-Sampierdarena e Varazze.

Giovedì 3 novembre l’intera comunità educativa del Don Bosco di Alassio ha ricevuto la visita di Don Ángel Fernández Artime per festeggiare i 150 anni dalla fondazione, sebbene con due anni di ritardo dovuti alla pandemia. In tarda mattinata ragazzi, docenti ed educatori, l’intera comunità educativa, hanno accolto il Rettor Maggiore, in un clima di festa. Dopo il pranzo, una veloce visita alla bella spiaggia di Alassio e la celebrazione eucaristica il Rettor Maggiore ha regalato un momento di incontro e confronto con i ragazzi della scuola e la cittadinanza tutta, unitamente alle autorità cittadine ed al vescovo Mons. Guglielmo Borghetti.

Nel suo intervento il Rettor Maggiore ha ricordato l’importanza della presenza, dal 1871, della comunità salesiana ad Alassio. “Di una cosa sono convinto – ha affermato il Successore di Don Bosco – Credo tantissimo che con le nostre istituzioni avvengano dei miracoli: l’educazione e l’ambiente di una casa possono cambiare la vita di un ragazzo per sempre e questo tocca il cuore. Il Signore può toccare il cuore dei giovani”.

Terminato il momento di dialogo e confronto presso l’Istituto di Alassio, il Rettor Maggiore si è spostato a Genova, dove ha avuto modo, in serata, di incontrare prima la comunità latino-americana e poi un gruppo di giovani.

Anche per il giorno successivo, venerdì 4 novembre, il calendario è stato ricco di eventi. Al mattino, Don Ángel Fernández Artime ha incontrato  i giovani e i formatori del Centro di Formazione Professionale salesiano di Sampierdarena e alle ore 10 ha presieduto la Messa nella chiesa di San Siro, con gli allievi della scuola e le famiglie. Tra i momenti più toccanti della giornata, poi, c’è stato senza dubbio quello dell’inaugurazione del campo da calcio, alla presenza delle autorità locali, e del successivo torneo disputato dai ragazzi dell’oratorio. In serata, infine, la città di Genova e gli Exallievi hanno omaggiato il Rettor Maggiore con un concerto per pianoforte del prof. Massimiliano Damerini, con i brani del cantautore Fabrizio Nitti. Il concerto si è svolto presso l’auditorium del Teatro “Carlo Felice”.

L’ultima tappa della visita del Rettor Maggiore è stata poi a Varazze, dove San Giovanni Bosco soggiornò per 50 giorni, tra il 1871 e il 1872, per un periodo di malattia. Nella mattinata del 5 novembre, il Successore di Don Bosco ha raggiunto la città, per i festeggiamenti dei 150 anni di presenza salesiana, venendo accolto gioiosamente presso il molo “Marinai d’Italia”.

A Varazze, Don Ángel Fernández Artime, presso il Comune, in segno di riconoscenza, merito e affetto ha ricevuto la Cittadinanza Onoraria, seguita dai saluti delle autorità cittadine e del vescovo di Savona-Noli, Mons. Calogero Marino e dalla Messa nella Parrocchia di Sant’Ambrogio. Al termine della funzione, il Rettor Maggiore si è recato nello stesso punto da dove Don Bosco benedì i varazzini, per rinnovare questo gesto.

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Varazze, cittadinanza onoraria all’oratorio salesiano in occasione della visita del Rettor Maggiore

Da La Stampa.

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Riconoscendo l’importanza della via che San Giovanni Bosco ha tracciato a Varazze nel lontano 1871 il Comune ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria all’Oratorio Salesiano. Un momento storico previsto nel Consiglio comunale convocato per oggi, mentre alla comunità Salesiana il conferimento sarà «ufficializzato» il 5 novembre con la visita del rettore maggiore Don Fernandez Artime Angel, decimo successore di Don Bosco. «Con questo atto – ha spiegato il sindaco Luigi Pierfederici – vogliamo rendere merito alla presenza dell’Oratorio Salesiano nella nostra città. Sono tante le generazioni di varazzini che hanno abbracciato lo spirito salesiano frequentando il collegio impegnandosi nelle attività formative, aggregative sportive e culturali o semplicemente frequentando i cortili dell’oratorio. Il collegio, tra l’altro, ha visto tra i suoi più illustri studenti il presidente della Repubblica Sandro Pertini». Proprio l’anno scorso inoltre sono stati festeggiati i 150 anni di presenza dei Salesiani a Varazze. «L’impegno profuso per i giovani della città non è mai venuto meno – aggiunge il sindaco – Ricordo che La presenza del carisma salesiano a Varazze rappresenta un asse importante della storia della città, un tempo supportato anche dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. Molte le attività che hanno avuto origine grazie ai Salesiani: la filodrammatica Don Bosco, gli Spiritual Songs, il Don Bosco Calcio, la PGS Ginnastica Primavera, la PGS Juvenilia basket, TeleVarazze.

Ucraina, webinar sulle normative e strategia per l’accoglienza delle famiglie e dei minori

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa dell’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori e Salesiani per il Sociale APS Comitato Italia Centrale con il quale si lancio il webinar informativo: L’accoglienza delle famiglie e minori ucraini in risposta all’emergenza: aspetti normativi e strategie operative, che si terrà in data 07 aprile 2022 a partire dalle ore 17:30.

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Giovedì 07 aprile 2022, dalle ore 17:30 alle 19:00, si terrà il Webinar dal titolo “L’ACCOGLIENZA DELLE FAMIGLIE E MINORI UCRAINI IN RISPOSTA ALL’EMERGENZA: aspetti normativi e strategie operative”, promosso dall’Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori in sinergia con l’Associazione Salesiani per il Sociale – APS.

Alla luce della situazione di crisi in atto tra Russia e Ucraina e del numero sempre più consistente di persone in fuga dall’Ucraina, l’incontro vuole essere un’occasione per proporre una riflessione sul tema molto attuale dell’accoglienza delle famiglie e dei minorenni ucraini giunti sul territorio nazionale, cercando di comprendere, in particolare, lo status quo – seppur ancora in divenire – dell’accoglienza e mettere in luce alcune prassi e strategie operative.

Gli obiettivi dell’incontro sono fondamentalmente due: proporre, da un lato, un focus sugli aspetti normativi legati all’accoglienza, a garanzia della protezione delle famiglie e dei minorenni in fuga dall’Ucraina giunti sul territorio nazionale; dall’altro, offrire una riflessione sul significato e sulle implicazioni dell’accoglienza di famiglie e minori provenienti da situazioni di conflitto, con particolare riguardo ai possibili effetti che l’evento traumatico della guerra può aver prodotto su bambine, bambini e adolescenti.

La partecipazione è libera, gratuita e aperta a tutti. I principali destinatari del webinar sono associazioni, famiglie e professionisti dell’educazione di tutta Italia. All’evento del 7 aprile 2022 interverranno: la Dott.ssa Immacolata Titti Postiglione – Vice Capo Dipartimento della Protezione Civile; il Dott. Luca Pacini – Responsabile area Welfare e Immigrazione di ANCI; Don Francesco Preite – Presidente Salesiani per il Sociale APS; il Dott. Giuseppe Lococo – Rappresentante dell’UNHCR; la Dott.ssa Nicoletta Goso – Progetto AltriLegami.

Sono previsti anche i saluti del Presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS), Don Roberto Dal Molin e della Portavoce del Forum Nazionale Terzo Settore, Dott.ssa Vanessa Pallucchi.

Gli interventi saranno coordinati e in dialogo con il Prof. Andrea Farina – Coordinatore Osservatorio Salesiano per i Diritti dei Minori. Il webinar si potrà seguire dalla Pagina Facebook di Minori di Diritto e dal Canale Youtube dell’Ispettoria dell’Italia Centrale.

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La locandina

I giovani di Alassio e Scandicci in dialogo con la senatrice Roberta Pinotti

Un gruppo di giovani della casa salesiana di Scandicci insieme ad alcuni ragazzi della casa salesiana di Alassio che dal 13 al 16 marzo hanno fatto tre giorni di Convivenza – una esperienza di famiglia comune a tante realtà dell’Ispettoria – hanno avuto l’occasione di incontrare online, nella serata di martedì 15, la Senatrice Pinotti, già Ministro della Difesa dal 2014 al 2018 e oggi Presidente della Commissione della Difesa in Senato. Incontro organizzato come tempo di riflessione di Animazione Missionaria.

Un momento intimo, di dialogo, tra una trentina di giovani di diciotto – vent’anni, con qualche educatore adulto e SDB, con una donna così appassionata e competente, in cui abbiamo avuto la possibilità di approfondire la situazione riguardante la guerra in Ucraina.

Abbiamo apprezzato particolarmente la capacità della senatrice Pinotti di presentare in maniera esaustiva e senza mai risultare noiosa, dimostrando una grande conoscenza ed un instancabile entusiasmo, che caratterizzano il suo lavoro. Non è scontato riuscire ad avere un confronto riguardante tematiche impegnative che risulti così coinvolgente e preciso.

Un altro aspetto che ha reso ancora più efficace l’incontro è stata la disponibilità della senatrice a rispondere direttamente alle nostre domande. Come ragazzi in formazione, che potrebbero appartenere alla futura classe dirigente è importante confrontarsi con persone che hanno fatto della loro vita una missione per migliorare il mondo in cui vivono, per poterne trarre esempio.

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Borgo Ragazzi Don Bosco Roma, da 74 anni il presidio di Don Bosco voluto da Pio XII

di Alfonso Tesoro, Vice Presidente della Unione Exallievi del Borgo Don Bosco  – dal sito Abitare a Roma.

Ci vorrebbe Don Bosco!

E il Vicario di Cristo volse ai Figli di Don Bosco il proprio sguardo di predilezione, manifestando con accorate espressioni questo Suo desiderio: “Dite ai Salesiani che desideriamo che essi si prendano cura di questi ragazzi abbandonati o traviati e facciano quanto Don Bosco ispirerà loro – Pio XII”.  L’appello a Don Bosco otteneva, così, la più alta sanzione che si fosse potuta desiderare. Esso suonava umano e divino insieme: non si doveva soltanto nutrire, vestire e alloggiare i piccoli infelici, ma si doveva cercare di rieducarne lo spirito con una nuova formazione religiosa, morale, culturale e sociale. Questo appello è raccolto e ufficialmente e autorevolmente diramato ai Salesiani da una circolare del 25 gennaio 1945, dal Vicario del Rettor Maggiore, a Roma.

I salesiani, a Roma, intrapresero ad accogliere i ragazzi più fragili a partire dal 1945, anno in cui termina il secondo conflitto mondiale e l’Italia si ritrova in una situazione di notevole degrado economico e sociale. Non più, quindi sciuscià, non più ragazzi della strada… essi diventano i ragazzi di Don Bosco. I primi ragazzi furono accolti in via Marsala, ma ben preso lo spazio divenne insufficiente e si rese necessaria la ricerca di un posto più capiente. Era la matrice del futuro “Borgo ragazzi di Don Bosco”.

Un giorno alcuni giovani salesiani, tra i quali Don Cadmo Biavati divenuto poi primo direttore del Borgo Don Bosco, furono avvinti da uno spettacolo: a due passi dal Quarticciolo, a pochi passi dal Tiburtino III, dalla Borgata Gordiani, da Centocelle, da Tor Sapienza. Sulla via Prenestina, sorgeva una distesa di capannoni in fila come vecchie sentinelle, come soldati in attesa. Luogo ideale per costruire la nuova casa dei ragazzi accolti. Così, il 20 marzo 1947, si diede il via ufficiale ai lavori. L’opera venne terminata esattamente l’anno seguente, il 22 marzo 1948: il sogno diventa realtà.

La mattina del 22 marzo 1948 un enorme furgone dell’ E.N.D.S.I. (Ente Nazionale per la Distribuzione dei Soccorsi in Italia) scaricò al Borgo tutte le masserizie e verso sera arrivarono i salesiani: il Direttore Don Biavati, Don Pace, Don Roberti, quattro chierici, tre confratelli ucraini inviati dai Superiori di Torino, e altri Sacerdoti salesiani del S. Cuore di Via Marsala.

Da quel giorno i Salesiani cominciarono allora un lavoro paziente e faticoso: 150 ragazzi interni, 200 semiconvittori, 500 esterni. Un piccolo esercito bisognoso di tutto: cibo, vestiti, libri, giocattoli, attrezzi di lavoro, educazione morale e religiosa.

Qui i ragazzi trovarono una casa, una chiesa, campi di pallone, scuole e soprattutto luoghi dove creare relazioni significative. Contemporaneamente, partì l’attività della formazione professionale che continua oggi, anche se mutata nei settori, con il Centro di Formazione Professionale.

Nel 2008, cinquantesimo compleanno del Borgo Don Bosco, fu scoperta la targa marmorea che sanciva la nuova denominazione del parco ex Forte Prenestino: “Parco Don Cadmo Biavati, primo Direttore del Borgo Don Bosco”. Naturalmente fu possibile anche grazie alla sensibilità delle Amministrazioni locali del momento.

Purtroppo, durante un forte temporale verificatosi nel dicembre 2019, un grosso pino adiacente l’insegna, rovinò su di essa mandandola in frantumi. A nulla valsero le segnalazioni inviate il 6 marzo 2020 all’allora Assessore con delega al Verde Pubblico affinché la targa marmorea potesse nuovamente ritrovare la sua degna collocazione.

Mi sono permesso di inoltrare lo scorso dicembre 2021, la stessa richiesta, all’attuale Assessore con delega al Verde Pubblico, Edoardo Annucci, mostrando subito sensibilità al problema e mi ha assicurato il suo interessamento presso il Dipartimento della Toponomastica. Siamo fiduciosi.

 

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Italia Centrale: famiglie afgane nelle case salesiane

Dal sito dell’Ispettoria Italia Centrale.

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Da circa due mesi nelle Case Salesiane di Frascati e Macerata e all’Oratorio di Prato sono iniziate delle esperienza di accoglienza di famiglie afgane, in collaborazione con Salesiani per il Sociale.

Il loro arrivo, pochi giorni prima del Natale, è stato come ricevere un bel dono improvviso perché nessuno si sarebbe aspettato degli arrivi così rapidi.

In tutte le comunità gli adulti, famiglie e i giovani si sono subito messi all’opera per preparare le accoglienze, pulendo e riordinando i vari ambienti, rintracciando i beni di prima necessità che sarebbero serviti per i primi giorni.

Le prime azioni messe in campo, dopo il periodo di quarantena, sono state l’avvio di tutte le pratiche nelle varie Questure e negli Uffici Immigrazioni per ottenere dei documenti provvisori dei permessi di soggiorno per rifugiati e i codici fiscali, quest’ultimi importanti per le cure sanitarie e i vaccini.

A Macerata altra azione che sono riusciti ad iniziare è l’avvio del corso di Italiano. Grazie all’aiuto di qualche mamma e dei ragazzi di casa Pinardi, tutti hanno finalmente e ufficialmente intrapreso lo studio della nostra lingua con interesse e coinvolgimento.  A Prato i bambini piccoli di 4 e 8 anni sono stati inseriti a scuola don Bosco nelle rispettive classi. Sia le maestre che i compagni si sono dimostrati subito curiosi e accoglienti nei loro confronti, aiutandoli nei primi passi di questa avventura.  Vederli camminare con zainetto, tuta della scuola o grembiule ha creato una certa emozione sia in noi che nei genitori.

Intorno alle famiglie accolte si sta creando una rete di famiglie e di giovani che sostengono le loro quotidianità con tutte le bellezze e fatiche che si possono incontrare. Oltre a Salesiani per il Sociale che accompagna e coordina i vari gruppi, nelle realtà è significativa sia la presenza di tante persone che con le proprie competenze si mettono a disposizione per dare aiuti e consigli utili sia la rete con associazioni esterne che a vario titolo danno il proprio contributo.

Chi accoglie sta comprendendo quanto sia importante la ri-organizzazione della vita di queste persone in un contesto a loro sconosciuto lasciando tuttavia la libertà di vivere la propria vita familiare.

In alcune Opere, la famiglia accolta è stata già presentata alla Comunità Educativa Pastorale in modo ufficiale, in altre ancora non è stato compiuto questo passaggio ma piano pianino si stanno facendo conoscere superando le difficoltà della lingua.

Casa che Accoglie si traduce oggi in molti modi nel contesto educativo pastorale. Una famiglia accolta da famiglie è un segno di una Comunità che scommettendo su una pastorale giovanile che coinvolge la famiglia capisce che accoglierle vuol dire accogliere i giovani e dare loro una prospettiva di crescita. L’accoglienza delle famiglie afghane si può tradurre nello stesso modo. Non sappiamo per quanto tempo rimarranno nei nostri ambienti, ma sappiamo che tutte le Case stanno cercando di renderli più autonomi e indipendenti per il domani, con la speranza che possano vivere anche loro l’esperienza di crescere come famiglia tra altre famiglie, e di vedere i loro figli crescere con la speranza di un mondo a misura di uomo e di ogni uomo.

Elisa Merlini

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Avvenire – Olbia, le risposte all’abbandono

Da Avvenire.

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“Isola ma non isolati” è il titolo di un progetto formativo messo a punto dalla parrocchia di “San Ponziano Papa” a Olbia, per dare una speranza e una possibilità concreta di formazione e di lavoro a 80 tra bambini, ragazzi e giovani. Niente di rivoluzionario: alla  missione pastorale, catechetica e liturgica, la chiesa di via Monza ne aggiunge un’altra in favore della città e del suo territorio. Una “conversione” che ha un nome e un marchio: don Giovanni Bosco. La parrocchia, da sei anni gestita dai salesiani, lavora sul territorio e ha interesse prevalente alla formazione e alla riduzione del disagio sociale giovanile: ora l’obiettivo è diventato dare un futuro agli  under 25 della Gallura. Il capitale umano non manca: il 23 per cento della popolazione olbiese, circa 13mila persone, rientra infatti in
questa fascia d’età. Mancano, invece, i soldi – 191mila euro – che i salesiani chiedono ad alcune delle oltre 23mila imprese operanti nel nord-est dell’isola. Anche la Gallura contribuisce a quel mondo sardo dove una ragazza su quattro non studia, non lavora e non segue nessun percorso formativo e un giovane su cinque lascia la scuola prima del tempo. La situazione giovanile di abbandono scolastico e di disoccupazione è tra le peggiori d’Italia, ma c’è anche un potenziale economico-lavorativo per il territorio. «Nasce da qui – dice don Alessandro Fadda, dallo scorso settembre parroco di San Ponziano, per una decina d’anni direttore dell’oratorio “San Paolo” di Cagliari, e dal 2015 al 2021 responsabile del “Gerini” di Roma, tra le cittadelle formative più importanti d’Italia – la necessità di persone preparate per il mondo del lavoro, di insegnanti all’avanguardia nelle tecnologie, e di recupero dei ragazzi in difficoltà. Nello stesso tempo si vuole lavorare nel campo della prevenzione preparando le nuove generazioni, a partire dai bambini, per affrontare la società del futuro». Il progetto si articola su quattro assi. Il primo prevede laboratori di coding e computer creativo rivolto a 34 tra bambini e ragazzi; il secondo, propedeutico al proseguimento del progetto, è la formazione di 10 futuri tecnici-docenti in collaborazione con Amazon Web Services ; il terzo una preparazione tecnologica, digitale e informatica di 12 settimane per un numero massimo di 16 ragazzi/e per la fascia d’età 18-25 anni e il quarto si riferisce alla formazione di 30 ragazzi/e a rischio di dispersione per la fascia dai 14 ai 16 anni. D’alto livello la squadra dei partner e collaboratori. Lettere di sostegno al progetto sono arrivate da Caritas Italiana, dal vescovo di Tempio-Ampurias, dai servizi sociali del Comune di Olbia e dalla Cisl. «Il nostro lavoro in stile salesiano – sottolinea don Fadda – sta prendendo consistenza attraverso una rete educativa tessuta tra le realtà ecclesiali, scolastiche e sociali che condividono tempi ed energie in un processo educativo rivolto al mondo giovanile olbiese. Noi crediamo che quest’opera possa contribuire a costruire uno di quei “ponti” capaci di unire adulti e giovani e coinvolgere l’intera diocesi e in particolare la città di Olbia».