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Italia – L’oratorio salesiano di Gela anima l’Infanzia Missionaria

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Gela) – Tra le molteplici attività educative e ricreative che l’oratorio salesiano “San Domenico Savio” di Gela offre ai piccoli e ai giovani della città, da cinque anni c’è anche la proposta del laboratorio dell’“Infanzia Missionaria”: si tratta di un percorso di educazione ed evangelizzazione per bambini di età compresa tra i 5 e i 7 anni, nato su iniziativa del Direttore dell’oratorio, don Alfredo Calderoni.

Dopo una lunga pausa dovuta alla pandemia di Covid-19, in quest’anno pastorale, ad ottobre scorso, è ripreso il cammino di formativo e ludico anche per questa fascia d’età e con questa iniziativa del tutto missionaria.

Sono stati mesi di intense e gioiose attività, condotte senza sosta fino al mese di maggio appena trascorso. Ogni giovedì, dalle 16:30 alle 18:30, diverse mamme/animatrici hanno accolto circa 30 bambini. L’idea che quest’anno ha fatto da spina dorsale all’intero percorso è stato compiere un viaggio, su di un treno immaginario, attraverso i 5 continenti, raccontandone usi e costumi, lingue, tradizioni, monumenti e curiosità. Scegliendo con cura balli di accoglienza, video educativi, scenette, attraverso il teatro delle marionette e varie attività manuali a tema, le animatrici hanno fornito ai piccoli semplici notizie del continente che durante quel mese veniva trattato.

L’ultima mezz’ora di incontro si dava spazio ai giochi e alla merenda in oratorio per concludere con la preghiera, guidati dai giovani salesiani, il Direttore, don Calderoni, e il tirocinante Marco Piana.

L’anno è stato scandito da due grandi momenti di festa e aggregazione: il “Presepe dei Popoli” a Natale e la “Festa dei Popoli” a maggio.

“È stato bello realizzare un presepe vivente in cui, al posto dei tre Re Magi, i bambini, vestiti da popoli del mondo, portavano in dono a Gesù ciò che avevano di più caro” ha condiviso una delle educatrici. Il popolo asiatico, ad esempio, portava il riso che simboleggia il duro lavoro di ogni famiglia; il popolo africano invece l’acqua, bene tanto prezioso e difficile da reperire, e la kalimba, antico strumento musicale per cantare la gioia di vivere nonostante stenti e difficoltà quotidiane. I popoli si sono radunati per ringraziare un Gesù che, per l’occasione, era stato adagiato dentro una capanna indiana.

A maggio invece, quando ormai il viaggio ideale di quest’anno era giunto al termine, i bambini con un treno fatto di vagoni “vivi” e con indosso abiti tipici, hanno portato genitori e nonni a ripercorrere, in piccolo, il loro stesso viaggio con la “Festa dei Popoli”.

“Canti, balli e piccole scenette per raccontare a tutti la bellezza di sentirsi fratelli, preziosi gli uni per gli altri e, stretti mani nelle mani, ringraziare Dio per aver donato all’uomo un mondo meraviglioso – prosegue l’animatrice – Semplici messaggi, piccoli lavoretti e brevi scenette certo, ma crediamo che ai nostri piccoli sia arrivato dritto al cuore un unico messaggio: ‘il mondo è di mille colori!’ La diversità di colore o razza diventa allora meraviglia, ogni uomo è fratello e tutti siamo figli di un unico Padre che ci ama sempre!”

“Mai fermi, è stato un anno di benedizione”: l’oratorio di Gela raccontato da Avvenire

Pubblichiamo l’articolo di Avvenire, a firma di Marco Pappalardo, dove si racconta l’esperienza dell’oratorio di Gela, in un periodo di fermo per molte attività tipiche degli oratori.

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«Connessi ma sempre presenti» e «Nemmeno la pandemia ci ferma!» sono lo slogan e il grido dei giovani dell’oratorio salesiano San Domenico Savio di Gela, in provincia di Caltanissetta, che non hanno smesso di incontrarsi e continuare i cammini formativi. La dinamica è sempre la stessa: appuntamento nel pomeriggio in attesa del link per accedere alla piattaforma e collegamento, insieme più di 100 volti; poi ciascun gruppo fa il proprio
momento formativo con gli animatori. «Si apre per noi un anno vocazionale – dice don Alfredo Michele Calderoni, direttore dell’oratorio – per diversi eventi di grazia: alcuni giovani animatori iniziano il lavoro da sempre sognato, la nascita di alcuni bambini tra i cooperatori o tra gli animatori, la preparazione a un’ordinazione sacerdotale nel nostro cortile e quella a una professione religiosa di un giovane cresciuto qui, un 50esimo di ordinazione, le nozze di
giovani coppie di animatori, e chissà cosa ancora ci riserva il Signore in questo tempo particolare». Pur a distanza si percepisce che quest’anno è più intenso il senso di famiglia tra gli animatori, gli adulti, i ragazzi e la comunità religiosa. Ogni gruppo di giovani vede la presenza di almeno quattro salesiani a tempo pieno, coinvolti nella preparazione degli incontri e nei diversi gruppi, «amando ciò che amano i giovani», come raccomandava san Giovanni Bosco. «Fra poco ci prepariamo a vivere la festa del nostro santo – continua don Alfredo seppur dietro lo schermo; una veglia in cui i giovani saranno i protagonisti e, come ogni domenica, la celebrazione eucaristica che fino a oggi è stata sempre animata da loro. Li ho visti crescere nella responsabilità e nella maturità. Non buttiamo nulla di quest’anno e ci auguriamo che “andrà tutto nuovo”!».