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RMG – Dalla parte dei giovani: il video finale della Giornata Missionaria Salesiana 2022

Dal sito dell’agenzia ANS.

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ANS – Roma) – Il Settore per le Missioni Salesiane ha pubblicato sulle sue reti sociali l’ultimo video per la Giornata Missionaria Salesiana 2022, “Comunicare Cristo Oggi – #MissionariInRete”. Dopo i tre video che esprimevano il punto di vista dei ragazzi, nell’ultimo video arriva la risposta salesiana, che è quella di stare sempre dalla parte dei giovani annunciando Cristo con la propria vita.

Spiegano dal Settore per le Missioni Salesiane: “Alla ragazza che usa i filtri bellezza sui social, i salesiani rispondiamo che sei preziosa agli occhi di chi ti ama e la bellezza è in te stessa, nella tua imperfezione. Al giovane migrante che non sentiva la presenza di Dio, annunciamo che Lui era al tuo fianco nel momento della sofferenza, che ti ha sorretto e tenuto tra le braccia quando avevi freddo e paura. Anche se non lo vedi, Dio è accanto a te oggi. A chi vede la realtà solamente come “bla bla bla”, diciamo che in questo mondo ci sono parole di speranza e gesti concreti e che crederci è il primo passo per il cambiamento. Se cambiamo il nostro punto di vista, raccontiamo Cristo oggi!”.

Il video, realizzato dalla IME Comunicazione, è disponibile sulla pagina Facebook, sul canale YouTube e sul profilo Instagram del Settore per le Missioni Salesiane, così come tutti i precedenti filmati.

“Responsabilità”: è questo il tema del nuovo video di “CaglieroLIFE”

Il nuovo portale “CaglieroLIFE”, dedicato e promosso dal Settore per le Missioni e collegato all’intenzione salesiana, per il mese di settembre, ha pubblicato un nuovo video dedicato al tema della “Responsabilità”, sensibilizzando sull’importanza di tenere dei comportamenti collettivi corretti per la sopravvivenza del mondo in cui viviamo.
A seguire riportiamo l’articolo completo riportato su ANS.
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“Responsabilità” è il tema portante del nuovo video di “CaglieroLIFE”, la serie di video promossi dal Settore per le Missioni e collegati all’intenzione salesiana del mese.

Per questo mese di settembre si pone l’accento appunto sulla responsabilità, ricordando che “il modo in cui vivo conta”. Nel video, sempre della durata di un minuto, viene sottolineato che il nostro mondo sta soffrendo, per le conseguenze di comportamenti errati. Molte persone, purtroppo, pensano di non poter fare nulla per cambiare le cose. Come cristiani, invece, dobbiamo rispondere: “Sì, possiamo”.

Il video di questo mese ci pone dunque un interrogativo fondamentale: cosa posso fare per vivere in modo più responsabile?

Il “CaglieroLIFE” di settembre è realizzato dal team “DBIEM” di Parigi ed è disponibile in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese sul canale YouTube del Settore per le Missioni.

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Osservatore Romano – Un oratorio contro la droga

Dal sito de L’Osservatore Romano, un articolo su don Roberto Cappelletti, missionario, originario dell’Ispettoria del Nord Est.

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Nonostante tutte le nefandezze e gli orrori che gli esseri umani sono capaci di compiere, il mondo continua a non sprofondare perché la logica della generazione, che mette al mondo felicità per altri, dona vita e futuro alla famiglia umana disegnando la trama segreta e indistruttibile della storia. La generazione dei quotidiani miracoli dell’agape che tengono in vita gli esseri umani è nel grembo stesso di Dio.

Nello stato brasiliano di Acre, in territorio amazzonico, a Cruzeiro do Sul, cittadina di centomila abitanti, sta per nascere una nuova presenza missionaria che metterà al mondo vita buona per decine di bambini e giovani esposti a molti pericoli. Impegnato in questo lavoro bello di generazione è padre Roberto Cappelletti, 50 anni, salesiano. Ha vissuto sei anni in due missioni sul fiume Alto Rio Negro, prendendosi cura degli indigeni che vivevano in piccoli villaggi della foresta. È stato poi trasferito nello stato amazzonico di Rondônia, a Porto Velho, città di 500.000 abitanti, dove è responsabile di una parrocchia, dell’oratorio e delle attività promosse per i bambini e i ragazzi. Da qui, ogni mese, percorre 1200 chilometri di strada accidentata per recarsi a Cruzeiro do Sul e preparare la nuova missione voluta dal vescovo locale, il salesiano Flavio Giovenale: «Il dramma di questa cittadina confinante con il Perú è il massiccio traffico di droga: quando i ragazzi abbandonano gli studi o finiscono la scuola e non riescono a trovare lavoro vengono spesso arruolati dai trafficanti per spacciare», racconta padre Roberto. «Nell’area amazzonica vi sono famiglie solide e unite, attente all’educazione dei figli, ma moltissimi nuclei familiari sono fragili. I figli, spesso trascurati, cercano di fare soldi facili con la droga. La povertà è diffusa: agricoltura e allevamento – le principali attività – sono in mano a pochi, ricchissimi latifondisti i quali purtroppo riservano ai loro lavoratori stipendi umilianti».

Il vescovo Giovenale ha affidato ai salesiani la pastorale giovanile dell’intera città di Cruzeiro do Sul e la cura dei detenuti del locale carcere minorile. Obiettivo di padre Roberto è aprire un oratorio per accogliere bambini e ragazzi e avviare corsi professionali affinché i giovani possano trovare un impiego o aprire una piccola attività. In particolare, saranno organizzati corsi di panificazione, cucina, estetica, installazione e manutenzione di impianti elettrici. L’oratorio sorgerà nell’area dell’ex seminario maggiore, dove sono già presenti un campo di calcio e un campo al coperto per basket e pallavolo. In queste settimane si stanno ristrutturando i locali che accoglieranno la comunità salesiana e le diverse attività dell’oratorio. In un’altra area della città la Caritas locale ha messo a disposizione un capannone, anch’esso in fase di ristrutturazione, che ospiterà le aule dei corsi. I lavori termineranno entro alcuni mesi e già a dicembre sarà possibile iniziare a raccogliere le iscrizioni. «Da gennaio dell’anno prossimo dovrei andare a vivere stabilmente a Cruzeiro do Sul. Mi auguro che la Provincia salesiana di Manaus, alla quale appartengo, e la congregazione inviino almeno due confratelli: potremo così costituire una piccola comunità», dice padre Roberto, che in questo periodo sta valutando quali iniziative proporre nelle scuole della città; gli è stato infatti riferito che gli insegnanti, preoccupati per il futuro dei ragazzi, sono molto interessati ad accogliere i missionari e le loro proposte educative. «Penso che in questa città si lavorerà bene, le congregazioni religiose sono felici dell’arrivo dei salesiani», prosegue: «Il sindaco e l’assessore alle politiche giovanili, entrambi cattolici e coinvolti nella vita della Chiesa locale, sono molto disponibili e aperti a ogni iniziativa che possa sostenere le giovani generazioni».

Intanto, a Iaureté (sull’Alto Rio Negro), padre Roberto ha quasi completato la costruzione di una casa che sarà in parte destinata a ospitare la comunità religiosa, in parte riservata ad accogliere quei bambini che, soprattutto nel fine settimana, vivono per strada, abbandonati a se stessi perché i genitori bevono e si ubriacano. Al contempo, a Porto Velho, dove a causa della pandemia scuole e oratori sono temporaneamente chiusi, il sacerdote, insieme ai Salesiani Cooperatori, ha avviato, grazie al sostegno della Fondazione Opera Don Bosco di Milano, un progetto di adozioni a distanza: con i fondi raccolti vengono sostenute le famiglie maggiormente in difficoltà alle quali sono consegnati regolarmente cibo e medicinali, e in alcuni casi sono pagate anche le visite mediche.

«Quando vivevo il mio sacerdozio in Italia, in estate accompagnavo i giovani in Madagascar. Durante quei viaggi compresi che la vocazione missionaria mi apparteneva e chiesi ai miei superiori di partire», dice padre Roberto. «Da allora ho sempre vissuto tra i popoli del Brasile, ai quali sono profondamente legato. Aprire una nuova presenza salesiana a Cruzeiro do Sul è un’avventura entusiasmante, anche se le difficoltà non mancano. Ma alla scuola di don Bosco ho imparato a darmi da fare e a confidare sempre nel Signore. Sogno che l’oratorio che stiamo costruendo possa anche diventare itinerante: vorrei che molte attività si svolgessero anche nei quartieri più poveri e periferici. I bambini e i ragazzi di questa cittadina, che il Signore guarda con sconfinato amore, hanno bisogno di essere accompagnati, guidati, sostenuti, hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a costruire una vita buona. Lavorerò perseguendo questo obiettivo insieme a tutti coloro che vorranno dare una mano: l’alleanza degli adulti per il bene dei giovani è cruciale».

di Cristina Uguccioni

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Aci Stampa – I salesiani di Don Bosco in Congo, un valido contributo alla costruzione della pace

L’Agenzia Aci Stampa ha intervistato don Piero Gavioli, missionario salesiano in Congo dal 1966.

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di Veronica Giacometti

Don Piero qual è la situazione in Congo? E precisamente a Goma e nelle zone limitrofe proprio dove sono stati uccisi l’ambasciatore Luca Attanasio, la sua scorta Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo?

E’ difficile rispondere in breve. Forse l’aggettivo più azzeccato sarebbe: situazione confusa. Dal punto di vista economico, stagnazione: il governo (caduto e non ancora rinnovato) sembra avere tanti altri problemi, non si occupa molto dell’Est del Congo. C’è quindi tantissima miseria, che spinge giovani e adulti che non trovano lavoro ad ingaggiarsi nei vari gruppi armati. Per la stessa ragione in città il banditismo è cresciuto. Ci sono circa 6 milioni di rifugiati o sfollati interni, molti dei quali nella nostra regione. Vuol dire che non possono più lavorare nei campi, a causa dell’insicurezza. Quindi il cibo che dovrebbe essere per tutti in questa terra vulcanica fertilissima, con acqua e sole abbondanti, viene a mancare o a costare troppo.

Ci sono pure le malattie…

Si, esatto, ci sono pure le malattie. L’Ebola, che si è manifestata di nuovo nel Nord Kivu, poi il Covid-19 che c’è ancora, anche se i contagiati sono pochi; abbiamo la malaria onnipresente e micidiale (i morti di malaria – o di conseguenze di malaria – sono più numerosi che per la altre malattie). Poi vorrei aggiungere anche il problema delle strade: all’interno sono disfatte, fare i 120 km da Bukavu a Uvira richiede tanto coraggio e pazienza (quando tutto va bene, 5 ore): alcuni ponti sono crollati, bisogna trasbordare da un minibus a un altro, in tanti tratti di strada c’è solo la moto che può passare. La mancanza di strade è forse il freno più grande allo sviluppo del paese. Ma vorrei correggere l’impressione troppo negativa di queste note frettolose. La gente, nonostante la miseria, ha un coraggio formidabile e un morale altissimo: riesce a sopravvivere in condizioni che scoraggerebbero tanti occidentali. Speriamo che il prossimo governo sia capace di sfruttare questo potenziale umano, prima ricchezza del paese.

Voi missionari salesiani come operate lì esattamente? Quali attività svolgete?

Scuole professionali e tecniche, attività sociali. I salesiani sono stati chiamati a Bukavu da un missionario saveriano di Parma, padre Giovanni Querzani. Nel 2008, ha fondato una scuola professionale per dare una formazione professionale pratica a ragazzi che aveva aiutato a finire la scuola elementare in un’altra delle sue istituzioni. A Bukavu, i salesiani stanno finendo il 4° anno di questa scuola di mestieri TUWE WAFUNDI. È un centro di apprendistato informale, riconosciuto dalla Divisione degli affari sociali (DIVAS). La scuola è completamente gratuita, dato che si rivolge a ragazzi di strada o in strada che non sono mai stati a scuola o che ne sono stati cacciati, spesso molto presto, perché le loro famiglie non erano in grado di pagare le tasse scolastiche. Accogliamo ragazzi (e qualche ragazza) tra i 17 e i 22 anni: la formazione dura solo un anno, alla fine devono essere abbastanza grandi per iniziare a lavorare. A Bukavu, ci sono migliaia di bambini “a rischio di strada”: se i loro genitori non sono in grado di pagare le tasse scolastiche, vengono cacciati da scuola e la strada diventa il loro ambiente di vita. Poiché prevenire è meglio che curare, abbiamo avviato progetti di sostegno a distanza per aiutare i genitori a pagare le tasse scolastiche: quest’anno sosteniamo l’istruzione di oltre 800 bambini.

Don Piero, lei conosceva Luca Attanasio, che ricordo ha e avrà di lui?

Ricorderò la semplicità, la disponibilità al servizio, l’interesse per noi e il nostro lavoro. Posso invece dire qualcosa sul mio ultimo incontro con l’ambasciatore. Sabato 20 febbraio, Luca Attanasio è arrivato a Bukavu proveniente da Goma con lo stesso convoglio di due macchine del PAM. abbiamo partecipato insieme a un rinfresco, l’ho salutato, mi ha promesso che la prossima volta sarebbe venuto a visitare la nostra scuola di mestieri… Ci siamo lasciati, l’indomani è ripartito a Goma dove doveva incontrare la comunità italiana. Penso che il lunedì fosse diretto a visitare altri centri assistiti dal PAM a Nord di Goma. Sulla strada, è stato intercettato e ucciso.

Cosa possiamo fare noi da qui per il Congo e il suo popolo?

Dare un’informazione onesta e continua. C’è voluta la morte dell’ambasciatore perché in Italia si parli del Congo. All’Est, i morti di guerre e guerriglie sono decine tutti i giorni. Sostenere l’educazione dei ragazzi e dei giovani, vero cammino verso lo sviluppo e la pace.

La pace sarà mai possibile un giorno in Congo?

Paolo VI ha scritto: lo sviluppo è il nuovo nome della pace. Aggiungiamo: Education changes the world, è lo slogan di una ONG che ci sostiene. In questi giorni molti Congolesi, adulti e giovani, mi hanno presentato le condoglianze come “rappresentante del popolo italiano”. Abbiamo pregato insieme per le tre persone uccise e per tutte le altre vittime della violenza nel nostro paese. E abbiamo rinnovato il nostro impegno perché, attraverso l’educazione dei giovani vulnerabili, il Congo trovi la strada della giustizia e della pace.

Sito di Aci Stampa

Su e Zo per il Veneto, gli appuntamenti itineranti per l’estate 2020

A causa dell’emergenza sanitaria in corso il Comitato Promotore della Su e Zo per i Ponti di Venezia e il Consiglio Direttivo TGS Eurogroup, l’associazione di promozione sociale promossa dai Salesiani di Don Bosco che organizza la manifestazione fin dalle origini, hanno deciso di rinviare la 42° edizione della “Su e Zo per i Ponti di Venezia” alla primavera del prossimo anno. È già stata concordata con il Comune di Venezia la nuova data per la 42° edizione della manifestazione che si svolgerà domenica 18 aprile 2021

Lo Staff della Su e Zo, lungi dal prendersi un anno di pausa, ha dunque immaginato per tutta l’estate 2020 una serie di appuntamenti riservati al Comitato Promotore della Su e Zo e a una rappresentanza dei Volontari TGS Eurogroup: un modo per riconoscere e valorizzare l’imprescindibile ruolo del servizio volontario che sta alla base della manifestazione, un modo per tenere viva l’attenzione e l’attesa per la Su e Zo per i Ponti in questo anno di sospensione, ma anche e soprattutto un modo per promuovere il turismo di prossimità e per riscoprire il territorio locale della nostra Regione Veneto. 

È nata così la “Su e Zo per il Veneto”: 5 appuntamenti in altrettante città capoluogo di provincia della nostra regione, dove saremo guidati da alcuni giovani Volontari TGS Eurogroup del luogo, già al lavoro da alcune settimane per proporci itinerari appassionanti e coinvolgenti. Ecco il calendario completo di tutte le tappe comprese nella rassegna: 

  • Sabato 11 Luglio 2020: Verona 
  • Sabato 1 Agosto 2020: Vicenza 
  • Domenica 16 Agosto: Treviso 
  • Sabato 5 Settembre: Padova 
  • Domenica 27 Settembre: Venezia 

La tappa conclusiva di Venezia, il 27 settembre 2020, coincide con la Giornata Mondiale del Turismo, proposta ogni anno dall’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite: sarà per i Volontari della Su e Zo un momento di festa per ritornare finalmente a Venezia e cominciare a promuovere al meglio la prossima edizione 2021 della “Su e Zo per i Ponti”. Quel giorno avrà infatti luogo a Venezia il “Su e Zo Trial 2021”, l’ormai classico test ufficiale del percorso della passeggiata, riservato agli addetti ai lavori, che tradizionalmente segna l’avvio del percorso di preparazione alla manifestazione. 

Prosegue nel frattempo la campagna di solidarietà che mira a coinvolgere tutti i partecipanti e gli Amici della Su e Zo per i Ponti. In quest’anno particolarmente difficile, in cui sono venute a mancare tutte le fonti di sostegno alle attività della Su e Zo, è rivolto a tutti gli amici della manifestazione l’invito ad acquistare un “Cartellino di Solidarietà” per la Su e Zo: un cartellino “virtuale” che potrà essere riscattato e utilizzato per la partecipazione alla prossima edizione della Su e Zo per i Ponti il 18 Aprile 2021. Acquistando il Cartellino di Solidarietà oggi, allo stesso costo inizialmente previsto per la Su e Zo 2020, si avrà l’opportunità di ricevere per primi il Cartellino Su e Zo 2021 non appena sarà messo ufficialmente in vendita (novembre 2020), evitando di incorrere in possibili aumenti che potrebbero essere previsti per l’edizione del prossimo anno. 

Assieme al Cartellino di Solidarietà è possibile anche acquistare la T-Shirt Solidale della Su e Zo: per ciascuna maglietta venduta sarà devoluto 1 euro alle Missioni Salesiane

Non solo: all’acquisto del “Cartellino di Solidarietà” o della “T-Shirt Solidale” è possibile abbinare una Donazione facoltativa, dell’importo a piacere: ogni erogazione liberale consentirà alla Su e Zo per i Ponti di garantire anche per il futuro una base solida per il fondo di beneficenza dedicato alle iniziative solidali a sostegno del territorio locale (“Premio per le Scuole Don Dino Berti”) e delle Missioni salesiane nel mondo (per il biennio 2020-2021 il sostegno è diretto alla comunità salesiana Monte Salvado di Quebrada Honda in Perù). 

Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito web dell’evento all’indirizzo www.suezo.it, scrivere a info@suezoperiponti.it o visitare i canali social Facebook, Instagram e Twitter.