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Macerata, apertura nuova comunità “Madonna di Loreto” delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Riportiamo la notizia da parte del Direttore della Comunità Salesiana e tutta la Comunità Educativa Pastorale di “Casa Futuro” a Macerata, Don Francesco Paolo Galante, in merito all’apertura della nuova comunità “Madonna di Loreto” delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Macerata.

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Nell’anniversario del 150° anno di fondazione dell’Istituto accogliamo con grande gioia e riconoscenza al Padre, l’apertura della nuova Comunità “Madonna di Loreto” delle Figlie di Maria Ausiliatrice qui nella nostra Casa Salesiana “San Giuseppe” – Casa Futuro a Macerata.

L’arrivo delle nostre consorelle è per noi davvero un segno di cura e di custodia della Famiglia Salesiana e un impegno a vivere come figli del Padre, e quindi fratelli e sorelle, che insieme spendono la vita per i giovani, soprattutto i più poveri e abbandonati, fin l’ultimo respiro.

La condivisione della liturgia quotidiana e della missione comune insieme a tante famiglie, a tanti giovani e a tutti coloro che da ormai 130 anni danno vita alla realtà salesiana di Macerata sarà il volto nuovo di una storia antica ma pur sempre attuale.

Sabato 3 settembre alle ore 12:00 nel Tempio don Bosco, il Vescovo di Macerata, Mons. Nazzareno Marconi, presiederà l’Eucaristia di inizio della nuova comunità a cui prenderanno parte Sr María del Rosario García Ribas, Vicaria Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Sr Gabriella Garofoli, Ispettrice dell’Ispettoria Romana FMA. Concelebrerà l’Eucaristia anche don Stefano Aspettati, Superiore della Circoscrizione salesiana dell’Italia Centrale.

Insieme a loro naturalmente ci saranno Sr Ilaria Balducci, direttrice della nascente comunità, e le sue consorelle Sr Adele Brugnoni e Sr Franceschina Giancola accompagnate dalla presenza e dall’affetto di tante loro consorelle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Al termine della celebrazione, che per l’occasione sarà anche in diretta sul nostro canale YouTube “Salesiani Macerata”, ci sarà anche l’inaugurazione della zona della casa denominata “Villa Verde” oggetto in questo ultimo anno e mezzo di lavori di ristrutturazione e adeguamento sismico dopo gli eventi del 2016 e che accoglierà gli ambienti della nuova comunità.

L’intensa giornata vivrà poi un nuovo momento di incontro a tavola dove siamo tutti invitati. Insieme ci affacceremo spiritualmente ancora una volta dalla finestrella della Valponasca questa volta contemplando il campo della nostra missione comune a Macerata.

Alla nuova comunità FMA va il nostro Benvenuto e al Buon Dio la nostra gratitudine perché ancora oggi attraverso i nostri santi fondatori San Giovanni Bosco e Santa Maria Domenica Mazzarello, benedice, guida e custodisce la Famiglia Salesiana a Macerata e i giovani a loro affidati, specialmente quelli più poveri e abbandonati.

Don Francesco Paolo Galante,
Direttore della Comunità Salesiana
e tutta la Comunità Educativa Pastorale di “Casa Futuro”
a Macerata

 

Lo sguardo di Dio (nella mia vita)

Da NPG, rubrica I mille volti della carità

di Elena Barbizzi*

“Quando sono arrivata a “Casa Pinardi” partecipavo alla Messa ogni giorno ma rimanevo seduta, con lo sguardo basso. Mi chiedevo dove fosse Dio. È stata dura: i primi tempi sono stati difficili perché c’è stato anche il lockdown. Però io la carità l’ho sperimentata davvero, quando mi sono affidata alla Comunità, mi sono fatta accompagnare. Lì ho visto lo sguardo di Dio nella mia vita”.
Elena è cresciuta in oratorio a Civitanova Marche dove viveva con la mamma e la sorella. Ha fatto un’esperienza missionaria in Egitto, poi in Brasile con le Suore Missionarie di Cristo Risorto. Lì ha sperimentato la prima vita di comunità con tre ragazze conosciute prima di partire. “Siamo state un mese insieme, condividendo la vita e la missione. Però quando sono tornata non volevo proseguire questa esperienza: non trovavo attraente la vita comunitaria per come la vedevo, ho rifiutato diverse opportunità in questo senso, non vedevo nessuna testimonianza che illuminasse”.
Frequentando Macerata, però, qualcosa cambia: Elena va spesso in oratorio per parlare con il direttore dell’epoca, don Flaviano D’Ercoli, e inizia a vedere questi giovani di “Casa Pinardi”. “Alcuni li avevo conosciuti ai campi del Movimento Giovanile Salesiano, altri prima di partire per il Brasile”, racconta. Lì trova uno sguardo attraente, accogliente: “Ho trovato una testimonianza autentica di giovani che vivevano la loro vita senza stravolgerla, ma che semplicemente la condividevano. Non è stato facile lasciare la mia casa, mia mamma, le mie sicurezze. Ci ho pensato molto perché il salto mi sembrava troppo. Però mi sono affidata, e tutto è cambiato”. La frase che più mi iniziava a risuonare era quella di San Paolo nella lettera ai romani al capitolo 8: “Tutto concorre al bene per coloro che amano Dio”. In “Casa Pinardi” vivono otto ragazzi tra i 18 e i 26 anni, condividendo la vita quotidiana e le esperienze formative e di spiritualità. “Noi ci sentiamo parte integrante della casa salesiana. Accolti da una Comunità educativa pastorale e in particolare dai confratelli salesiani, da alcuni membri dell’ADMA e dal sostegno di una Figlia di Maria Ausiliatrice che con noi condividono più da vicino il quotidiano, ci sentiamo coinvolti nella vita pastorale specie nell’attenzione ai giovani e ai ragazzi più poveri. Non nascondo che ci ha aiutato anche imparare a riconoscere quello che l’articolo 55 delle Costituzioni dei Salesiani affida alle comunità e cioè che il Direttore della casa – che oggi è don Francesco Galante – è “Padre, maestro e guida spirituale della comunità”. A nome della comunità tutta è diventato per noi un po’ il punto di riferimento dell’esperienza di vita insieme. Con lui ci confrontiamo mensilmente, facciamo il punto della situazione e impariamo a trovare il nostro posto nella vita della casa”, spiega sottolineando con forza questo aspetto: “Per molti è tanto difficile da accettare, riconoscere una figura alla quale fare riferimento, avvisare quando si esce, se si rientra più tardi. Ma l’affidamento alla Comunità, la fedeltà all’impegno preso ha cambiato la mia vita”.
Vorrei concludere l’articolo con la frase di Giosue 1,9: “Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso; non avere paura e non sgomentarti, perché l’Eterno, il tuo Dio, è con te dovunque tu vada”.

* 24 anni, studia Giurisprudenza a Macerata e da tre anni condivide con altri otto ragazzi l’esperienza della vita comunitaria di “Casa Pinardi”, nella casa salesiana di Macerata.

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Italia Centrale: famiglie afgane nelle case salesiane

Dal sito dell’Ispettoria Italia Centrale.

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Da circa due mesi nelle Case Salesiane di Frascati e Macerata e all’Oratorio di Prato sono iniziate delle esperienza di accoglienza di famiglie afgane, in collaborazione con Salesiani per il Sociale.

Il loro arrivo, pochi giorni prima del Natale, è stato come ricevere un bel dono improvviso perché nessuno si sarebbe aspettato degli arrivi così rapidi.

In tutte le comunità gli adulti, famiglie e i giovani si sono subito messi all’opera per preparare le accoglienze, pulendo e riordinando i vari ambienti, rintracciando i beni di prima necessità che sarebbero serviti per i primi giorni.

Le prime azioni messe in campo, dopo il periodo di quarantena, sono state l’avvio di tutte le pratiche nelle varie Questure e negli Uffici Immigrazioni per ottenere dei documenti provvisori dei permessi di soggiorno per rifugiati e i codici fiscali, quest’ultimi importanti per le cure sanitarie e i vaccini.

A Macerata altra azione che sono riusciti ad iniziare è l’avvio del corso di Italiano. Grazie all’aiuto di qualche mamma e dei ragazzi di casa Pinardi, tutti hanno finalmente e ufficialmente intrapreso lo studio della nostra lingua con interesse e coinvolgimento.  A Prato i bambini piccoli di 4 e 8 anni sono stati inseriti a scuola don Bosco nelle rispettive classi. Sia le maestre che i compagni si sono dimostrati subito curiosi e accoglienti nei loro confronti, aiutandoli nei primi passi di questa avventura.  Vederli camminare con zainetto, tuta della scuola o grembiule ha creato una certa emozione sia in noi che nei genitori.

Intorno alle famiglie accolte si sta creando una rete di famiglie e di giovani che sostengono le loro quotidianità con tutte le bellezze e fatiche che si possono incontrare. Oltre a Salesiani per il Sociale che accompagna e coordina i vari gruppi, nelle realtà è significativa sia la presenza di tante persone che con le proprie competenze si mettono a disposizione per dare aiuti e consigli utili sia la rete con associazioni esterne che a vario titolo danno il proprio contributo.

Chi accoglie sta comprendendo quanto sia importante la ri-organizzazione della vita di queste persone in un contesto a loro sconosciuto lasciando tuttavia la libertà di vivere la propria vita familiare.

In alcune Opere, la famiglia accolta è stata già presentata alla Comunità Educativa Pastorale in modo ufficiale, in altre ancora non è stato compiuto questo passaggio ma piano pianino si stanno facendo conoscere superando le difficoltà della lingua.

Casa che Accoglie si traduce oggi in molti modi nel contesto educativo pastorale. Una famiglia accolta da famiglie è un segno di una Comunità che scommettendo su una pastorale giovanile che coinvolge la famiglia capisce che accoglierle vuol dire accogliere i giovani e dare loro una prospettiva di crescita. L’accoglienza delle famiglie afghane si può tradurre nello stesso modo. Non sappiamo per quanto tempo rimarranno nei nostri ambienti, ma sappiamo che tutte le Case stanno cercando di renderli più autonomi e indipendenti per il domani, con la speranza che possano vivere anche loro l’esperienza di crescere come famiglia tra altre famiglie, e di vedere i loro figli crescere con la speranza di un mondo a misura di uomo e di ogni uomo.

Elisa Merlini

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