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Inaugurata a Valdocco la mostra itinerante su don Alberto Maria De Agostini, SDB

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Martedì 24 ottobre 2023, alla presenza di un folto pubblico, il Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, nel Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco, ha tagliato il nastro della mostra itinerante “Immagini di un mondo scomparso. Don Alberto De Agostini. L’uomo, la natura, l’arte, la scienza”, curata dal prof. don Francesco Motto, SDB, dell’Istituto Storico Salesiano di Roma, dal prof. Nicola Bottiglieri, dell’Università degli Studi di Cassino, e dalla dott.ssa Ana Martín García, Coordinatrice Generale del Museo Casa Don Bosco.

L’evento è stato preceduto dalla presentazione del volume Don Alberto Maria De Agostini, l’ultimo esploratore della “fine del mondo” (Roma, LAS, 2023), a cura di Francesco Motto, che ha moderato i lavori, introdotti da don Mike Pace, Coordinatore delle Visite del Museo Casa Don Bosco, e dal saluto del dr. Francesco Botto Poala, Vicesindaco di Pollone (Biella), paese nativo di don De Agostini.

Ad illustrare la figura di don De Agostini (1883-1960) – salesiano, missionario, esploratore, geografo, geografo, fotografo, cineasta – hanno provveduto il prof. don Silvano Oni, docente dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), sede di Torino; la dott.ssa Daniela Berta, Direttrice del Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” del Club Alpino Italiano (CAI) di Torino; e il sig. Giuliano Maresi, alpinista e istruttore della Scuola di Roccia dei “Ragni di Lecco”.

Il Segretario Coordinatore dell’Istituto Storico Salesiano, prof. don Stanisław Zimniak, ha chiuso i lavori ringraziando i relatori e gli organizzatori dell’evento, che avrà un’interessante appendice sabato 28 ottobre con la proiezione del film, “Terre Magellaniche” (1933) dello stesso don De Agostini, presentato dalla succitata d.ssa Ana Martín García.

La mostra su don De Agostini rimarrà aperta fino al 24 dicembre a Torino-Valdocco, per essere poi nuovamente allestita a Lecco nel mese di febbraio-marzo 2024.

Italia – Don Alberto Maria De Agostini l’ultimo esploratore della “fine del mondo”

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – “Don Alberto Maria De Agostini l’ultimo esploratore della ‘fine del mondo’” è il titolo del volume che il curatore don Francesco Motto, SDB, manda in libreria in occasione della festa di Don Bosco, edito dalla LAS di Roma. Si tratta degli Atti del Convegno promosso dall’Istituto Storico Salesiano e tenutosi all’UPS a fine aprile 2022, valorizzati da un inserto fotografico di grande interesse.

Nell’ambito della storiografia salesiana il volume costituisce quasi un’assoluta novità: la quindicina di redattori dei contributi in esso presenti sono praticamente tutti laici, esterni al mondo salesiano, e tutti professori universitari o Direttori di musei e di Centri Nazionali di studi. Dunque uomini di cultura che si sono impegnati a presentare alcune delle molteplici sfaccettature del salesiano forse più famoso dell’America meridionale, non a caso chiamato anche “don Patagonia: un diligente cartografo per nascita, un provetto scalatore ed esperto fotografo per eredità territoriale, un buon sacerdote per vocazione, un generoso missionario per scelta, un intrepido esploratore della Patagonia e Terra del Fuoco, un valido promotore turistico, con eccellenti doti di naturalista, etnologo, scrittore, cineasta.

In quella terra della “fine del mondo” sognata da Don Bosco, don De Agostini, con dieci traversate transatlantiche, portò a termine spedizioni di grande valore scientifico scalando coraggiosamente decine di montagne per lo più coperte di neve e ghiaccio, attraversando foreste vergini inesplorate, navigando in acque tumultuose, percorrendo a piedi, a cavallo, su carri, migliaia di chilometri di impervi ed inesplorati terreni, il tutto affrontato con penuria di mezzi e tra incredibili difficoltà climatiche.

Per 50 anni (1910-1960), equamente divisi fra Italia e Argentina-Cile, intrecciò lunghe escursioni con giornate di lavoro a tavolino, alternò esplorazioni scientifiche e pubblicazioni con attività educative e sacerdotali, intercalò solitudini assolute con la vita comunitaria. Attraverso libri, conferenze, fotografie e documentari mise sulla mappa del pianeta l’ultimo lembo di terra ignoto all’umanità – prima che gli aerei lo potessero facilmente sorvolare – e tramandò alle future generazioni vedute naturali e volti di popolazioni indigene prima che scomparissero: le une per il surriscaldamento climatico, gli altri per violenti contatti con la “civiltà ed il progresso” degli invasori occidentali.

Il volume verrà prossimamente presentato a Roma e successivamente a Torino-Valdocco, dove sarà pure ri-allestita ed arricchita la mostra già esposta nel corso del convegno romano.

 

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