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“Attanasio visitò la nostra comunità due giorni prima del tragico agguato”: la testimonianza di un missionario salesiano

Su Il Resto del Carlino è uscito un articolo dove si riporta la testimonianza di don Pietro Gavioli, missionario in Congo nella comunità visitata dall’ambasciatore Luca Attanasio due giorni prima di essere ucciso.

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FINALE EMILIA Due giorni prima di essere ucciso nel tragico agguato presso il villaggio di Kibumba, l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio aveva fatto visita alla comunità di Bukavu, dove opera da anni padre Pietro Gavioli, missionario salesiano originario di Massa Finalese. Proprio don Gavioli ha firmato una testimonianza, pubblicata ieri sul settimanale diocesano ‘Nostro Tempo’.

«Sabato 20 febbraio Luca Attanasio è arrivato a Bukavu proveniente da Goma con lo stesso convoglio di due macchine del Pam (Programma alimentare mondiale) messe a sua disposizione dal vicedirettore nazionale del Pam Rocco Leone che lo accompagnava – ricorda don Gavioli -. Sulla strada da Goma a Bukavu (circa 170 chilometri, quasi tutti in terra battuta) si sono fermati per visitare alcune realizzazioni del Pam a favore degli sfollati. Nella Repubblica Democratica del Congo si calcola che ci siano circa 5 milioni di persone, soprattutto donne e bambini, che sono dovute scappare dalle loro terre per sfuggire ai numerosi gruppi armati». La comunità italiana di Bukavu è composta da circa 25 persone, quasi tutti religiosi o religiose: l’ambasciatore Attanasio aveva dato loro appuntamento presso la casa provinciale dei missionari saveriani. «Da quando è stato nominato ambasciatore, Luca Attanasio ha visitato i connazionali almeno una volta all’anno – aggiunge don Gavioli -. Si faceva accompagnare dal console, a disposizione di quanti dovevano rinnovare il passaporto o la patente: in questo modo, si evitava a tutti di dover affrontare un viaggio costoso a Kinshasa». Anche durante l’incontro di sabato 20, Luca Attanasio è stato molto cordiale, ha dato notizie della capitale, ha detto che anche lui e la sua famiglia erano stati toccati dal Covid, «ha fatto parlare Rocco Leone – prosegue don Gavioli – e ci ha presentato Vittorio Iacovacci, il carabiniere sua guardia del corpo». Gli italiani di Bukavu avevano preparato un piccolo rinfresco per gli ospiti, «e qui l’ho salutato: mi ha promesso di tornare per visitare anche la nostra scuola di mestieri», dice il missionario. Padre Gavioli rammenta che «nel Nord e Sud Kivu ogni anno centinaia di persone vengono uccise da gruppi armati, e a causa del clima di violenza che regna in varie regioni, circa 5 milioni e mezzo di congolesi hanno dovuto spostarsi all’interno del Paese. Speriamo che questo assassinio spinga le autorità a prendere le misure per pacificare la nostra regione e tutto l’Est
del Congo. La pacificazione verrà quando ci saranno condizioni di vita e di sviluppo per tutti». I salesiani di don Bosco, per esempio, accolgono nelle scuole professionali i ragazzi più vulnerabili «che potrebbero essere attirati da gruppi armati. Offriamo loro un mestiere e una prospettiva d’avvenire – spiega don Gavioli -. L’ambasciatore Attanasio era molto sensibile a questo aspetto, ed è stato ucciso mentre si recava a visitare opere di soccorso e di sviluppo».

S. Ambrogio di Milano, la preghiera di conforto arriva dal Congo

Pubblichiamo un comunicato stampa dell’istituto salesiano S. Ambrogio di Milano che ha condiviso la preghiera di don Mario Perez, missionario in Congo, per questo periodo critico.

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L’Istituto Salesiano S. Ambrogio è davvero lieto di condividere il saluto e la preghiera mandata da Don Mario Perez, missionario in Congo presso Mbuji Mayi, così che possano essere di aiuto e conforto in questo periodo critico durante il quale abbiamo perso persone a noi care, il nostro amico e collega Tino Giulieri e il buon don Agostino Sosio già Ispettore della Lombardo-Emiliana, e in cui stiamo accompagnando nella preghiera quei confratelli della nostra comunità che stanno lottando contro il Covid-19. Abbiamo conosciuto don Mario, seppure a distanza, in occasione della sottoscrizione missionaria 2018 – 2019, i cui proventi sono stati destinati al suo progetto. Missionario salesiano, lotta ogni giorno contro il fenomeno dei bambini stregoni accogliendoli nella Casa Salesiana. Si tratta di bambini di età compresa tra gli 8 ed i 14 anni, orfani, disabili, albini, ma non solo… Vengono accusati di stregoneria, molto spesso dai loro genitori, e, costretti ad abbandonare le proprie case, si ritrovano a vivere per strada. Secondo la credenza popolare infatti questi bambini lancerebbero maledizioni: sono incolpati di provocare malessere generale, povertà, disoccupazione…” La verità, però, è che “oggi per molte famiglie l’ossessione per la magia nera è soltanto un pretesto per sfamare meno bocche”. La solidarietà crea legami anche a migliaia di chilometri di distanza, il bene che facciamo ritorna sempre e genera altro bene. Auguriamo a don Mario di proseguire il proprio cammino in mezzo ai ragazzi di strada del Congo e che l’Ausiliatrice vigili sempre e abbracci col suo manto tutti quanti invocano la sua protezione.