Cento anni dalla nascita di don Egidio Viganò, Sondrio in festa domenica 26 luglio

Pubblichiamo un articolo de Il settimanale della Diocesi di Como sui festeggiamenti che si svolgeranno domenica 26 luglio a Sondrio, in occasione del centesimo anniversario della nascita di don Egidio Viganò. A celebrare l’Eucaristia sarà don Àngel Fernàndez Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

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Domenica 26 luglio la famiglia salesiana di Sondrio si appresta a vivere una giornata di festa in memoria di don Egidio Viganò, settimo successore di don Bosco, nel centesimo anniversario della nascita e nel venticinquesimo anniversario di morte. Per sottolineare l’importanza di tale evento, con il quale si vuole fare viva memoria di una figura così significativa per la Congregazione salesiana e rendere grazie a Dio per il dono di don Viganò, sarà presente a Sondrio il rettor maggiore dei Salesiani, don Àngel Fernàndez Artime , decimo successore di don Bosco.

La giornata prevede due momenti pubblici a cui tutta la comunità sondriese è invitata. Alle17.15 la cerimonia civile con saluto delle Autorità e omaggio floreale al busto di don Egidio Viganò nella piazza a lui intitolata, quindi, alle 18, la Messa presieduta dal Rettor maggiore nel cortile dell’Istituto salesiano. In caso di maltempo, la celebrazione sarà
all’oratorio Sacro Cuore. In ottemperanza alle attuali disposizioni in materia di prevenzione covid-19, sarà fondamentale la collaborazione di tutti nel rispetto delle regole sul distanziamento fisico e delle indicazioni che verranno date dal servizio di accoglienza. Pur essendo all’aperto, sarà necessario essere dotati di mascherina.

Nato il 26 luglio 1920 a Sondrio, da genitori operai, don Egidio Viganò era l’ottavo di 10 figli – di cui altri due salesiani sacerdoti, Angelo, scomparso nel 2010, e Francesco, oggi nella comunità di Sesto San Giovanni -. È in casa che ricevette la prima, autentica testimonianza cristiana: «Papà e mamma avevano riservato il primo posto a Dio, non alle cose, non al lavoro, non al risparmio, non alla salute, non al guadagno», raccontò una volta don Angelo Viganò. Cresciuto all’oratorio salesiano di San Rocco, dove c’erano alcuni salesiani che avevano conosciuto direttamente don Bosco, frequentò l’aspirantato di Chiari e poi il noviziato di Montodine, diventando novizio poco più che sedicenne. La svolta decisiva e imprevista giunse al termine degli studi filosofici a Torino, quando apprese dai suoi superiori che la sua domanda di partire per le missioni era stata accettata, e che era destinato al Cile. Ma lui questa domanda non l’aveva mai presentata. Espresse le sue perplessità ai suoi superiori, ma gli venne richiesta la
disponibilità comunque. La sua risposta fu semplicemente: «Se voi mi mandate, vado». A Santiago del Cile, don Viganò realizzò la sua formazione teologica, quindi svolse il ruolo di direttore del Teologato, fu professore di Teologia dogmatica all’Università cattolica del Cile, partecipò al Concilio Vaticano II svolgendo un prezioso servizio come teologo perito delcardinale Raúl Silva Henríquez, che era professo salesiano. Fu nominato ispettore del Cile nel 1968 e consigliere generale per la formazione nel 1971, prima di essere eletto rettor maggiore sei anni più tardi. Un incarico che manterrà fino alla sua morte il 23 giugno 1995, per ben 18 anni.