Dai Salesiani una mano tesa a 2000 bambini e ragazzi: «Il governo ripristini il fondo contro la povertà educativa»

Dal Corriere della Sera.

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L’Italia è tra i Paesi europei in cui la povertà educativa è più forte, in particolare al Sud dove la dispersione scolastica supera il 14%. Per contribuire a spezzare questa catena, la rete associativa Salesiani per il sociale – fondata dai Salesiani d’Italia di don Bosco – ha avviato una serie di progetti su tutto il territorio nazionale, e specialmente nelle aree più a rischio, con l’obiettivo di favorire un processo continuo e diffuso di apprendimento da parte di bambini e adolescenti.  In occasione della Giornata Internazionale dell’Educazione (24 gennaio), Salesiani per il sociale ribadisce il proprio impegno nell’offrire a bambini e ragazzi un aiuto concreto sia per le attività scolastiche che extra-scolastiche, coinvolgendo i docenti ma soprattutto le famiglie. Ad oggi, sono circa 2mila i beneficiari di questi progetti, che vedono coinvolti 160 educatori distribuiti in diverse regioni d’Italia: Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia.

«La povertà educativa non è più un’emergenza, ma un fenomeno grave e strutturale nella società italiana, che coinvolge oltre un milione di minori e compromette la crescita delle giovani generazioni. Di fronte a questa realtà, è indispensabile rifinanziare il fondo nazionale di contrasto alla povertà educativa e adottare politiche sistematiche che rafforzino i servizi educativi e sociali a supporto dei minori e dei giovani in difficoltà», afferma don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il sociale. Nell’ultima legge di bilancio varata a dicembre dal governo Meloni, per la prima volta dopo 8 anni il fondo, che era alimentato dalle fondazioni bancarie a cui veniva riconosciuto un credito di imposta, non è stato rinnovato. In questi anni il fondo ha raccolto 800 milioni di euro e coinvolto 9.500 enti del Terzo settore. Quasi 600mila i minori raggiunti. «La prevenzione educativa – spiega ancora don Preite – non solo riduce i costi per lo Stato, ma offre risultati migliori e più duraturi per l’identità e la crescita dei ragazzi rispetto alla sola repressione. Ogni giorno, un esercito di educatori, assistenti sociali e psicologi, insieme a famiglie e scuole, lavora per creare un ambiente educativo fondato su fiducia, accoglienza e accompagnamento personale. Seguendo il sistema preventivo di don Bosco, promuoviamo conoscenze e competenze, aiutando bambini e ragazzi a inseguire le proprie aspirazioni e costruire un futuro migliore attraverso lo studio, la creatività e lo sviluppo delle proprie capacità».

L’impegno di Salesiani per il Sociale si traduce in azioni concrete come per esempio «Vicini di banco: territori e scuole insieme per contrastare la dispersione scolastica», che prevede attività sviluppate con un modello didattico flessibile, adattabile ai vari contesti scolastici e basato sulla co-progettazione e co-programmazione di docenti ed educatori.
Numerosi anche i progetti a livello locale: nel quartiere Giostra di Messina Salesiani per il sociale ha avviato il progetto «Una Giostra educante» destinato a 600 bambini e ragazzi tra i 6 e 17 anni. L’iniziativa è rivolta a minori, alle famiglie – per lo sviluppo delle competenze, delle responsabilità genitoriali e la riduzione dei fenomeni di disoccupazione – e alla comunità, per lo sviluppo di un welfare generativo. Il progetto «Scuola Libera Tutti!» è stato attivato a Venaria Reale (Torino), Macerata, Roma, Cisternino (Brindisi) e Palermo, per prevenire l’abbandono scolastico e migliorare il benessere degli studenti, con attività di supporto allo studio e momenti ricreativi che coinvolgano i ragazzi anche nel tempo libero. A Pedara e Viagrande, in provincia di Catania, ha invece preso il via il progetto «Scuola Casa Comune», per promuovere l’inclusione nei servizi socioeducativi e nelle attività ludiche e culturali – offerte dal progetto e dal territorio – di 300 bambini tra i 5 e i 10 anni in condizioni di fragilità economica. Il progetto intende aiutare specialmente le famiglie, sostenendole attraverso l’inserimento in una rete di genitori, insegnanti e figure educative.

 

Bando Servizio Civile Universale con i Salesiani 2024: a disposizione 1.024 posti per Italia ed Estero

Sono 1.024 i posti concessi sui progetti in Italia e all’estero finanziati a Salesiani per il sociale per le aspiranti volontarie e volontari del Servizio Civile Universale ordinario.  Per il Servizio Civile Universale in Italia, ci sono 954 posti. Per il Servizio Civile Universale all’Estero, sono previsti 70 posti con sedi in Spagna, Albania, Malta, Brasile, Angola, Ghana ed Etiopia  La scadenza del bando è fissata per il 18 febbraio 2025 alle ore 14.00.  

Vai al sito di SXS

Salesiani per il sociale, a Venaria Reale, un’alleanza educativa per il successo formativo

Il progetto ‘Scuola Libera Tutti!’ ha preso ufficialmente il via a Venaria Reale (TO) con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica, prevenire l’abbandono degli studi, migliorare il percorso formativo e il benessere degli studenti. Il progetto è sostenuto da Fondazione CDP, ente no-profit del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti nell’ambito del bando “A Scuola per Il Futuro – Uniti per contrastare la dispersione scolastica”.

Per l’anno scolastico 2024-2025 e il successivo, 2025-2026, l’Oratorio Salesiano San Francesco d’Assisi sarà una delle sedi operative del progetto, insieme a due scuole partner: la scuola secondaria di primo grado “Lessona” (sede di Largo Garibaldi) dell’Istituto Comprensivo Venaria 1 e la scuola secondaria di primo grado “Don Milani” (sede di Corso Papa Giovanni XXIII) dell’Istituto Comprensivo Venaria 2.

Il progetto si sviluppa su più livelli:

Ambito scolastico

  • Presenza di educatori che collaborano con genitori e docenti per supportare il percorso educativo, proporre attività laboratoriali innovative e promuovere la partecipazione attiva degli studenti attraverso peer-tutoring, giornate di approfondimento e iniziative di volontariato.
  • Coinvolgimento di una psicologa che offre supervisione e formazione al personale scolastico, percorsi di orientamento nelle classi e mentoring individuale per gli studenti.

Ambito extra-scolastico

Gli operatori dell’oratorio organizzano attività di supporto allo studio e momenti ricreativi per coinvolgere i ragazzi anche nel tempo libero. Un aspetto fondamentale del progetto è la costruzione di patti educativi territoriali, per rafforzare la collaborazione tra scuola, famiglie e comunità, creando una rete solida a supporto dei giovani.

Dopo una fase iniziale dedicata alla conoscenza reciproca e alla definizione delle attività, educatori e insegnanti hanno avviato la co-progettazione. Sono già attive le prime azioni: affiancamento in classe da parte dell’educatore, doposcuola presso l’oratorio, orientamento e supervisione psicologica. Presto il progetto entrerà nel pieno delle sue attività, puntando a costruire un forte senso di appartenenza alla scuola e al territorio, elementi fondamentali per prevenire l’abbandono scolastico.

Don Francesco Preite all’Incontro Continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America per raccontare la rete di Salesiani per il Sociale

Don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale, ha partecipato all’Incontro Continentale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani d’America, organizzato dalla Rete America Sociale Salesiana (RASS) e dalla Rete Salesiana del Brasile (RSB) dal 9 al 13 settembre ad Aparecida, in Brasile. Salesiani per il Sociale è stata l’unica realtà italiana a partecipare: con Andrea Farina, responsabile per la Congregazione delle policy di Child Safeguarding e Renato Cursi, direttore esecutivo di Salesiani per il Sociale, don Francesco Preite ha potuto presentare la realtà associativa oltre al percorso di “Organizzare la speranza” che ha coinvolto tutta la rete associativa di SxS nella programmazione dei prossimi anni.

“Il congresso della Rete America Sociale Salesiana ad Aparecida è stata una esperienza molto intensa di confronto e di ascolto con organizzazioni salesiane che operano in circa 20 nazioni, dagli Stati Uniti fino al Cile – dice don Francesco Preite -. Da oltreoceano, insieme alla nostra rete salesiana italiana (Salesiani per il sociale) sono state invitate anche la rete sociale indiana (Youth at risk) e la rete sociale spagnola (Plataformas sociales)”.

“Le diseguaglianze sociali e la povertà presenti nel continente latino americano hanno comportato e comportano una maggiore capacità di riflessione ed un’attenta elaborazione della prassi del carisma salesiano con riferimento alla questione sociale – prosegue – . La nostra Europa su questo può e deve ascoltare maggiormente la freschezza, la semplicità e lo sviluppo del carisma salesiano nato dal contatto con i giovani per le strade e capace di riscattarli attraverso programmi sociali di sviluppo accompagnati da equipe educative e professionali che preparano i giovani alla vita adulta e del lavoro”.

Il documento redatto al termine del congresso verrà presentato al Regolatore del prossimo Capitolo Generale dei Salesiani di don Bosco, che inizierà a febbraio.

“E’ stata importante anche la presenza di Andrea Farina, responsabile per la Congregazione delle policy di Child Safeguarding, molto apprezzato e conosciuto per la ricerca sui diritti e per l’Osservatorio Salesiano Salesiano per i diritti dei minori. Le giornate ad Aparecida hanno evidenziato la necessità di una sintesi efficace tra il Sistema Preventivo e i diritti umani e per questo crediamo che il suo contributo di ricerca sarà essenziale nei prossimi anni”.

Al termine del Congresso, don Francesco ha visitato la “Ciudad Don Bosco Medellín” una delle più grandi opere salesiane alle porte di Medellin, in Colombia. Una struttura che oggi accoglie tante ragazze e ragazzi poveri, sfruttati a livello lavorativo e sessuale ma anche giovani strappati dalla guerriglia locale o provenienti da gruppi criminali della città.

“Credo che la Congregazione salesiana stia facendo un ottimo lavoro di ascolto e di connessione delle varie reti sociali salesiane presenti nel mondo. Ringrazio don Rafael Bajerano ed il settore di Pastorale Giovanile Salesiana per l’invito ed auspico che anche l’Europa salesiana sociale possa sentire il desiderio e la necessità di una maggiore connessione tra le reti per implementare lo scambio di buone prassi, il suo ruolo e l’efficacia innanzi alle istituzioni in favore dei giovani più poveri”, conclude don Francesco Preite.

 

 

Salesiani per il Sociale diventa Rete associativa con 306 enti aderenti e 70 associati

Salesiani per il Sociale, l’organizzazione non profit dei Salesiani d’Italia che gestisce il settore della povertà educativa e del disagio giovanile, è diventata una Rete associativa: con l’approvazione del nuovo statuto da parte dell’assemblea nazionale degli associati radunata a Roma il 7 e l’8 giugno, l’associazione assume una nuova veste con i suoi 306 enti aderenti e 70 associati. “Il nuovo Statuto recupera il senso e l’azione dei padri fondatori e dell’ente promotore. Non è una questione formale ma sostanziale perché riguarda l’identità della nostra associazione, una unica identità nazionale e territoriale diversificata per la missione sociale”, dice don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale che aggiunge: “La nostra forza è essere uniti nel rispetto delle specificità territoriali”.

Per aiutare la comprensione della nuova veste dell’associazione e il passaggio alla configurazione di rete associativa, è intervenuto il prof. Antonio Fici, docente di diritto privato a Roma Tor Vergata e direttore scientifico di Terzjus che ha spiegato anche la nuova personalità giuridica. “Di fatto – ha detto il prof. Fici – Salesiani per il Sociale è già una rete associativa, per capillarità e azione territoriale e oggi ne assume la veste ufficiale”. Il nuovo Statuto della rete associativa riconosce e promuove luoghi di incontro e di partecipazione, di pensiero e di cultura, di proposte e di azione: “Bisogna che prendiamo seriamente le possibilità che lo Statuto ci offre per ben organizzare questi spazi di partecipazione. Anche l’educazione dei giovani alla politica, intesa come servizio per il bene comune, passa attraverso questi spazi che vanno curati ed accompagnati”, prosegue don Francesco Preite.

Proprio per questo, il secondo giorno dell’assemblea ha avuto il suo centro nel dibattito tra i giovani del Forum Giovani di Salesiani per il Sociale e tre ospiti: don Rafael Bejarano, responsabile mondiale delle opere e servizi sociali, Giovanna Bruno, sindaca di Andria e Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all’università di Roma Tor Vergata. Ai tre ospiti i ragazzi, raccontando la loro esperienza di vita, lavoro e servizio hanno chiesto di condividere il proprio sogno. “Gli esseri umani per vivere non possono che essere generativi”, ha detto il prof. Becchetti rispondendo alle domande dei ragazzi. Per don Bejarano, il “vero sogno è lavorare in rete e affiancare sempre di più i laici”. La sindaca Bruno, invece, ricordando il perno della sua attività politica che sta nell’attenzione alle persone, ha invitato i giovani a non avere timore di occuparsi della cosa pubblica. L’assemblea si è conclusa con la presentazione del bilancio economico finanziario, preventivo, il bilancio sociale, presentato nella forma cartacea e attraverso il video e le attività previste il prossimo anno.

Assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale: “Un sogno da realizzare”

Valorizzare i sogni dei ragazzi in un contesto italiano ed europeo che cambia e guardando all’economia sociale, alla politica e al carisma salesiano. L’assemblea di Salesiani per il Sociale, “Un Sogno da realizzare”, che si svolgerà a Roma il 7 e l’8 giugno 2024, quest’anno mette al centro i giovani e i loro sogni, facendoli dialogare con il prof. Leonardo Becchetti, ordinario di Economia politica all’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, la sindaca di Andria, Giovanna Bruno e don Rafael Bejarano, responsabile mondiale Opere e servizi sociali, migranti e volontariato salesiano.

In un contesto sociale ed economico che vede la disoccupazione giovanile al 20% e il tasso di NEET che resta tra i più alti d’Europa (1 milione e 400mila giovani) [1], l’assemblea nazionale di Salesiani per il Sociale offre la possibilità di ragionare con i giovani sui temi legati al loro futuro.

“I dati su lavoro giovanile, neet e povertà minorile sono preoccupanti – dice don Francesco Preite, presidente nazionale di Salesiani per il Sociale -. Caritas e Save the Children ci dicono che in Italia 1 milione e 300 mila minori sono in povertà assoluta e il 67,4% degli adolescenti ha paura di non uscire mai dalla condizione di povertà [2]. I numeri spaventano e ci indicano una strada: lavorare con la nostra rete associativa sui territori per mettere in campo progetti, attività e quanto necessario per permettere a bambini e giovani di uscire dalla condizione di povertà”.

L’assemblea nazionale è l’occasione, per Salesiani per il Sociale, anche di presentare il Bilancio sociale. “Sul bilancio sociale – prosegue don Francesco Preite – si può vedere come nel 2023, per l’inserimento sociale e lavorativo dei giovani abbiamo investito oltre 40mila euro per sostenere alcune iniziative di formazione a avvio al lavoro a Bari, Palermo, Vallecrosia e Torino”. Per i minori, grazie alla raccolta fondi e all’area progettazione, “abbiamo messo in campo quasi 600mila euro per interventi di contrasto alla povertà educativa, all’abbandono scolastico e per offrire ai bambini e ai ragazzi spazi adeguati dove trascorrere il tempo libero, trovare un sostegno allo studio e sportelli di aiuto psicologico, anche per le famiglie”.

Nei due giorni di assemblea ci sarà lo spazio per ricordare don Domenico Ricca, fondatore di Salesiani per il Sociale scomparso a marzo e don Michele De Paolis, tra i fondatori dell’associazione nel decennale della sua morte.

A portare i saluti istituzionali ci sarà don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere Generale per la Regione Mediterranea, don Stefano Aspettati, Ispettore delegato Conferenza Ispettori Salesiani d’Italia e don Elio Cesari, Direttore Centro Nazionale Opere Salesiane. A portare il suo saluto, anche don Marco Pagniello, direttore di Caritas Italiana.

Don Francesco Preite relazionerà sull’anno appena chiuso mentre il prof. Antonio Fici, associato di Diritto privato Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore scientifico di Terzjus presenterà il nuovo Statuto della “Rete Associativa Salesiani per il sociale APS”.

[1] Dati Istat su occupazione e lavoro

[2] “ImPossibile 2024 – Costruire il futuro di bambine, bambini e adolescenti. Ora” – II biennale sull’infanzia di Save the Children

Salesiani per il Sociale – Young Pilgrims of Hope: itinerari culturali per il dialogo interculturale

Dal sito di Salesiani per il Sociale, l’esperienza dei giovani

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La prima attività del progetto “Young pilgrims of hope”, intitolata “Itinerari Culturali per il Dialogo Interculturale”, si è svolta dal 25 al 28 aprile 2024 a Santiago de Compostela, in Spagna, lungo il Cammino di Santiago. L’evento fa parte di un progetto di partenariato su piccola scala Erasmus+ nell’ambito dell’Azione Chiave 2, avviato nella primavera del 2024 e destinato a concludersi alla fine del 2025, in sintonia con la conclusione del Giubileo dei “Pellegrini della Speranza” nel 2025. Erano presenti (28) partecipanti provenienti da Austria, Belgio, Francia, Malta, Spagna e Italia.
L’attività lungo il Cammino di Santiago mira a sfruttare il ricco contesto storico e culturale del percorso per migliorare l’educazione e la comprensione interculturale tra i partecipanti. Si concentra sullo sviluppo dell’autonomia personale e del pensiero critico mentre i partecipanti si confrontano con diverse culture e storie. Il pellegrinaggio promuove un senso di appartenenza e di rispetto per la diversità, mettendo in contatto persone di diverse provenienze. Enfatizzando l’apprendimento esperienziale, insegna che il viaggio è tanto cruciale quanto la destinazione, offrendo ai partecipanti spunti di riflessione attraverso esperienze sia fisiche che riflessive.
Essendo la prima attività del progetto, stabilisce il tono e le dinamiche per le attività future, costruendo le basi per un apprendimento e un’interazione continua. Nel complesso, l’attività è concepita non solo come un viaggio fisico, ma come un’esperienza educativa e trasformativa che sostiene gli obiettivi più ampi del progetto di scambio culturale e sviluppo personale.
Ecco alcune testimonianze di giovani pellegrini che hanno sperimentato e vissuto pienamente la prima attività del progetto “Giovani Pellegrini della Speranza”.

Maria Pia, 25 anni, Salesiani per il Sociale – Italia: Dopo aver partecipato al progetto interculturale “Young pilgrims of hope”; a Santiago De Compostela, mi sento profondamente trasformata. È un’esperienza ricca di momenti di riflessione e di incontri significativi che porterò con me per sempre. Durante il pellegrinaggio, ho provato una gamma di emozioni molto ampia. All’inizio, ero pervaso da una sensazione di eccitazione mista ed ansia, non sapendo esattamente cosa aspettarmi. Man mano che le ore passavano, e condividendo i percorsi con persone appartenenti a diverse culture, ho sperimentato un profondo senso di comunione e di rispetto reciproco. Questo mi ha aiutato a superare le mie iniziali apprensioni e a immergermi completamente nell’esperienza. Una delle sensazioni più forti è stata quella di pace interiore. Camminare attraverso paesaggi sereni e parlare con altri pellegrini di temi profondi riguardanti le nostre vite ha creato un ambiente di riflessione che raramente si trova nella vita quotidiana. Questa pace è diventata poi una sorta di guida interiore, che ora cerco di mantenere nella mia vita di tutti i giorni. Ciò che vorrei condividere con gli altri è la bellezza dell’ascolto. Ascoltare storie e punti di vista così diversi dai miei ha ampliato enormemente i miei orizzonti, insegnandomi il valore della diversità e del dialogo. La comprensione e l’accettazione che ne derivano sono strumenti potenti per costruire ponti, non solo tra religioni, ma in ogni aspetto delle relazioni umane. Sono immensamente grato per la possibilità di aver incontrato persone straordinarie, che hanno condiviso liberamente le loro convinzioni e le loro speranze. Questi incontri mi hanno arricchito, lasciandomi con una rinnovata fiducia nella capacità dell’umanità di trovare terreno comune. Sono anche grato per le sfide fisiche e spirituali che ho affrontato lungo il cammino, che mi hanno insegnato molto su me stesso e sulle mie capacità di superare gli ostacoli. Concludendo, porto a casa non solo ricordi indimenticabili, ma anche un impegno rinnovato verso la promozione del dialogo e dell’unità. Spero di poter trasmettere questa passione agli altri, ispirando anche loro a cercare e valorizzare la ricchezza nascosta nelle nostre differenze.

Chiara, 26 anni, Associazione TGS Eurogroup: “Young pilgrims of hope: cultural routes for intercultural dialogue”. L’inizio di un nuovo percorso di formazione, tre giorni intensi e quattro parole per descrivere la mia esperienza: scoperta, sintonia, cammino e diversità. Un’esperienza arricchente, che mi ha portata a riflettere su alcune importanti tematiche inerenti non solo alla mia crescita personale, ma anche lo sviluppo dell’Associazione di cui faccio parte. Percorrere l’ultimo tratto del Cammino di Santiago, condividendo con il gruppo entusiasmi e fatiche, si è rivelato per me una preziosa metafora del “cammino” che anche il TGS Eurogroup sta facendo in questi anni con i propri soci e volontari: affrontando insieme le salite e le discese, con la consapevolezza di non essere mai soli, percorriamo la strada e raggiungiamo la meta! Sono grata perché questa preziosa esperienza ha stimolato ancor di più la mia curiosità, la voglia di viaggiare e di conoscere persone, culture ed orizzonti sempre nuovi e diversi.

Nancy, 23 anni, Turismo Giovanile e Sociale APS, Italy: “Ero così emozionata di fare il cammino di Santiago: è sempre stato uno dei miei desideri, una cosa da fare almeno una volta nella vita e penso che quest’occasione sia stata magnifica, ma non sarà di certo l’unica. Nel momento in cui mi sono ritrovata lì, insieme ai ragazzi che conoscevo e non, insieme a persone che avevano la mia stessa emozione a partecipare in questa sfida chilometrica, è stato un momento davvero unico e mi piacerebbe davvero rifarlo. Nella stessa modalità, con gli stessi ragazzi, con la stessa voglia. Ad un certo punto del cammino ti renderai conto che non c’è niente di diverso rispetto a tutta
la strada che si è fatta nella propria vita, eppure la diversità sta proprio nel fatto che te ne rendi conto e solo lì hai la possibilità di fermarti a prendere fiato per andare più spediti, veloci e insieme.

Ilaria, 27 anni, TGS Eurogroup: Si é appena conclusa la prima attività del progetto internazionale “Young Pilgrims of Hope: Cultural Routes for Intercultural Dialogue”. Esperienza che ci ha portato a vivere i saliscendi del Cammino, provando fisicamente la metafora della vita, con le gioie e le fatiche che si alternano continuamente in un susseguirsi di alti e di bassi. Un cammino personale e di gruppo, che mi ha permesso di riflettere su tematiche importanti come la condivisione, l’amicizia, l’ascolto, il rispetto. Condivisione di storie personali e Associative che contribuiscono alla nostra crescita personale e come Associazioni, amicizie nuove, amicizie ritrovate e amicizie di sempre, tanti volti e tante persone che mi porterò nel cuore. L’ascolto sia verso se stessi che verso gli altri, il rispetto delle diversità, delle abitudini di ognuno, dei propri spazi e degli spazi comuni. In questi giorni abbiamo sperimentato l’essere in cammino per costruire il nostro futuro e contribuire alla crescita delle nostre Associazioni. E questo fa il Cammino, “non si cammina perché si sente la necessità, é il Cammino stesso che ti porta vicino le cose e le persone di cui hai bisogno”. Queste per me sono compagni di viaggio con cui crescere e condividere.

Gabriele, 28 years old, Turismo Giovanile e Sociale APS, Italy: “Pace, speranza, appartenenza. Quando ripenso a questo seminario e penso a ciò che ha significato per me, queste tre parole sono sicuramente le prime a venirmi in mente. Camminare lungo il Camino, anche se solo per una piccola parte, sia da sola che con gli altri partecipanti, mi ha aiutato a trovare alcune risposte sulla mia vita e soprattutto mi ha permesso di sentirmi serenamente ricollegata a me stesso. Trascorrere questi giorni con tanti giovani provenienti da tutta Europa, salutando vecchi amici e conoscendone di nuovi, condividendo risate di cuore ma anche conversazioni profonde sulla nostra vita, sui nostri problemi, sulle nostre speranze e sui nostri sogni, mi ha fatto sentire come a casa per tutto il seminario, un vero spirito salesiano di unità e di gioia condiviso e reso possibile da tutti! Nel complesso posso dire che questa attività a Santiago de Compostela è stata un ottimo inizio e punto di riferimento per il progetto, dimostrando che siamo davvero “Giovani Pellegrini della Speranza!”.

Jean Paul, 22 anni, Salesian Pastoral Youth Service SPYS, Malta: Il workshop DBYN sul Cammino di Santiago è stato davvero un viaggio straordinario, reso possibile grazie a SPYS, Malta, che mi ha offerto l’opportunità di vivere un’esperienza così meravigliosa. Incontrare Salesiani provenienti da diverse parti d’Europa ha fornito un affascinante spaccato di varie culture e realtà. Ciò che ha colpito di più è stata la bellissima realizzazione che, nonostante le nostre diverse origini e ideologie, tutti risuonavamo sugli stessi valori. Camminare un giorno sul Cammino ci ha permesso di apprezzarne le meraviglie e trovare momenti di riflessione personale. È stato commovente vedere come i nostri valori e passioni condivisi ci abbiano unito. Il workshop non è stato solo informativo, ma è stato un’avventura gioiosa e appagante.

Lorenzo, TGS Nazionale, Italia: Si é da poco conclusa la prima attività del progetto internazionale “Young Pilgrims of Hope: Cultural Routes for Intercultural Dialogue”. Questa per me è la quarta esperienza con il Don Bosco Youth – Net. Ogni tipologia di progetto ti lascia una traccia differente. Rincontrare giovani con cui hai già condiviso esperienze differenti nel tempo, è stato un punto di partenza importante soprattutto per un progetto che è solo alla prima di quattro tappe. È stata la prima volta per me quella di vivere, seppur in maniera estremamente ridotta, il cammino di Santiago.  Condividere un pezzo di strada con Gabriele è stato fondamentale per me, non-solo per potersi confrontare sul nostro percorso associativo ma anche per poter approfondire sempre più la nostra amicizia. Molto importanti sono stati anche i momenti di silenzio, di riflessione personale e di cammino solitario. Un plauso finale a Don Bosco Youth Net (in particolare a Begoña) per l’organizzazione di questo seminario e a Confedonbosco per averci ospitato. TGS Nazionale fa parte di una grande rete internazionale.

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Assemblea Nazionale 2024 di Salesiani per il Sociale​. Un sogno da ​realizzare​.

Si terrà ​il 7 e l’8 giugno ​a Roma, presso l’Istituto dei Missionari del Preziosissimo Sangue​ (Via Narni 29​) l’Assemblea Nazionale di Salesiani per il Sociale.  Nell’anno del bicentenario del sogno di Don Bosco, questo incontro rappresenta una tappa fondamentale nel percorso della nostra comunità e un’opportunità per condividere esperienze, progetti e visioni per il futuro.

“L’Assemblea Nazionale è il luogo democratico di partecipazione attiva più importante nella vita dell’associazione. – ci ricorda il nostro Presidente don Francesco Preite – L’assemblea è aperta ai soci ed agli amici sostenitori: salesiani e laici che ogni giorno lavorano con e per i giovani. Per questo, è fondamentale incontrarsi per riflettere e discutere delle questioni sociali più urgenti sognando e realizzando insieme un Paese più solidale e attento ai minori e ai giovani.”

​Le iscrizioni per i soci e gli amici sostenitori della nostra rete associativa sono aperte e accessibili dal pulsante di seguito.

VENERDì 7 GIUGNO

14:00 – Arrivi e registrazione Assemblea
15:00 –  Preghiera di inizio (Ricordo di don Mecu, don Michele De Paolis)
               Saluti istituzionali

  • Don Juan Carlos Pérez GodoyConsigliere Generale per la Regione Mediterranea
  • Don Stefano Aspettati, Ispettore delegato Conferenza Ispettori Salesiani d’Italia
  • Don Elio CesariDirettore Centro Nazionale Opere Salesiane

16:00 – Relazione annuale sullo stato attuale e prospettive dell’Associazione

  • Don Francesco PreitePresidente Nazionale di Salesiani per il Sociale APS
  • Interventi in Assemblea e votazione

17:30 – Coffee break

18:00 – Presentazione nuovo Statuto della “Rete Associativa Salesiani per il sociale APS”

  • Prof. Antonio Fici, Associato di Diritto privato Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Direttore scientifico di Terzjus
  • Interventi in Assemblea e votazioni:
    *
    Statuto “Rete associativa Salesiani per il sociale APS”

    *Acquisizione della personalità giuridica dell’Associazione

20:00 – Cena

SABATO 8 GIUGNO

8:00 – Santa Messa presso la Cappella dell’Istituto Preziosissimo Sangue
9:00 – 
“Quale mondo ci aspetta? Qual è il sogno salesiano da realizzare con i giovani?”
             Il Forum Nazionale Giovani di Salesiani per il sociale in dialogo con:

  • Avv. Giovanna BrunoSindaca di Andria
  • Prof. Leonardo BecchettiOrdinario di Economia politica – Università degli Studi di Roma Tor Vergata
  • Don Rafael Bejarano sdbResponsabile mondiale Opere e servizi sociali, migranti e volontariato salesiano

11:00 – Coffee break

11:30 – Presentazione dei seguenti documenti, interventi in Assemblea e votazioni:

  • Relazione di missione e bilancio consuntivo economico – finanziario anno 2023;
  • Bilancio preventivo 2024;
  • Bilancio Sociale.
    Programmazione e Calendario attività Salesiani per il Sociale 2024-2025

13:00 – Pranzo

14:00 – Saluti e partenze

iscrizioni

Liberi di scegliere: anche Salesiani per il Sociale firma il protocollo per sottrarre i minori alle mafie

Da Avvenire.

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di Angela Picariello

«Il protocollo siglato oggi (ieri per chi legge, ndr) è un segno di fondamentale importanza che amplia la rete tra associazioni e istituzioni per coltivare fra i giovani, soprattutto quelli a rischio, una corretta cultura della legalità», così il cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente onorario dell’associazione Fonte d’Ismaele, una delle cinque realtà associative coinvolte nel progetto “Liberi di scegliere” finalizzato a sottrarre i familiari e soprattutto i minori alla contaminazione “criminale”. Il protocollo è stato firmato ieri mattina dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, con il concorso di quattro ministeri (Interno, Istruzione, Università e Ricerca e Famiglia), della Conferenza episcopale italiana e di alcune associazioni, con la Fonte d’Ismaele, la onlus Salesiani per il sociale, il Centro Elis, l’associazione Cometa, e la Fondazione di comunità San Gennaro, che si aggiungono a Libera, che diede inizio al progetto, a Reggio Calabria, col giudice minorile Roberto di Bella, ora a Catania.

Nel protocollo sono coinvolti nuovi uffici giudiziari: a quello di Reggio Calabria si aggiungono Catania, Palermo e Napoli. In un incontro a palazzo Giustiniani il fondatore di Libera don Luigi Ciotti ha raccontato di un incontro tenuto segreto, fra le madri che hanno aderito al progetto e papa Francesco. «Vi incoraggio e vi benedico, non siete sole», disse il Papa in quella circostanza, ha rivelato ieri don Ciotti: «Bene il rinnovo del protocollo, ma ora servono i fatti». «Strappare i figli dei mafiosi dal contesto familiare impartendo loro educazione e legalità è fondamentale», ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Questo protocollo tocca un elemento fondamentale, la rottura del circuito familiare-mafioso», ha aggiunto Matteo Piantedosi (Interno). Ora però «occorre una cornice legislativa», ha auspicato la senatrice del Pd Enza Rando, coordinatrice del Comitato “Cultura della legalità e protezione dei minori”, che ha promosso l’incontro di ieri, al quale hanno partecipato, fra gli altri, il giudice Di Bella e il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, della Lega, che ha personalmente assunto l’impegno, per il governo, di fare al più presto di questo progetto una legge dello Stato.

 

Avvenire – L’odissea dei minori “invisibili”

Pubblichiamo l’articolo di Avvenire, a firma di Marco Birolini, sull’odissea dei minori stranieri non accompagnati e l’accoglienza della rete di Salesiani per il Sociale al Don Bosco di Napoli.

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Un fiume di minori stranieri risale ogni anno l’Italia senza che praticamente nessuno se ne accorga. Sbarcano senza genitori a Lampedusa, oppure direttamente sulle coste siciliane, poi iniziano il viaggio verso Nord facendo perdere le loro tracce. Nel 2023 le comunità di accoglienza hanno presentato 17.535 denunce di scomparsa. Numeri enormi e drammatici: se 5723 sono stati ritrovati sani e salvi, 2 sono stati recuperati senza vita. E ben 11.810 mancano all’appello. Nessuno sa bene che fine abbiano fatto. Per provare a capirlo si può bussare alla porta di una delle tante realtà no profit che provano a prendersene cura. Il “Don Bosco” di Napoli, che fa parte della Rete Salesiani per il Sociale, è il principale punto di raccolta dei minori stranieri non accompagnati che transitano dalla Campania: l’istituto gestisce una comunità di accoglienza immediata, una a medio termine e un progetto rivolto a favorire l’inclusione sociale e lavorativa di chi diventa  maggiorenne. Il direttore, don Giovanni Vanni, è un punto di riferimento per giovani nordafricani, bengalesi, pakistani . In sei anni ha visto arrivare 799 ragazzi da ben 37 Paesi diversi: il mondo passa da Napoli ma in pochi sembrano rendersene conto. «Tanti provengono dalla Tunisia, ma negli ultimi due anni la maggioranza arriva dall’Egitto. Seguono un itinerario organizzato nei dettagli fin dalla partenza: partono da Tobruk, che è il porto libico più vicino al confine. In attesa del barcone restano stipati in un capannone: non subiscono violenze, però non sono liberi di uscire. L’età media si è abbassata: qualche giorno fa ho ricevuto un 14enne». Napoli è come un grande filtro dove si raggruma questa giovane umanità smarrita.

«La nostra è la prima grande città che si incontra risalendo da Sud – riflette don Vanni -. Chi sbarca sa solo che deve dirigersi a Nord, per il resto si affida al passaparola. E dopo lo scudetto Napoli è diventata ancora più famosa, c’è un effetto calamita. Questi giovani cercano subito di racimolare i soldi per il viaggio: lavorano in nero, generalmente nei campi, poi salgono su un treno o su un autobus. Il problema è che nessuno sembra vederli. Se hanno il biglietto, paradossalmente, diventano invisibili: viaggiano di notte, raramente qualcuno si preoccupa di chiedergli chi sono, dove vanno». La stazione è il punto d’approdo. Un porto terrestre. I minorenni mettono piede sulle banchine e per prima cosa cercano cibo. La mensa della Caritas li sfama e li affida a don Vanni, che li ospita nella comunità La Zattera. «Prima di arrivare da noi però bivaccano per alcuni giorni in stazione, tra l’indifferenza generale. Finché magari qualche poliziotto li nota e ci chiama. A volte sono gli stessi ragazzi già ospiti che ce li segnalano». Molti si ambientano, e una volta maggiorenni entrano nel progetto di inserimento. Il Don Bosco mette a disposizione una casa e li affianca nell’inizio del loro percorso da adulti. «Per prima cosa li aiutiamo a tenere in regola i documenti: carta identità e residenza. Così poi possono affittare un appartamento, lavorare e avere il medico. La scuola d’italiano è un altro fondamentale strumento di integrazione. E poi noi siamo un po’ i loro secondi genitori, cerchiamo di dargli quell’educazione che si basa su incoraggiamenti, ma anche su rimproveri. Il segreto è scorgere le loro inclinazioni e assecondarle, inserendoli magari nella formazione professionale». Il rischio che qualcuno sbagli strada è concreto, ma per fortuna poco frequente. «La soluzione lavorativa e abitativa aiuta: se uno ha il carattere solido non incontra grandi problemi. Ma i soldi facili e il vivere alla giornata possono essere una tentazione per chi è più debole o si sente chiedere denaro dalla famiglia di origine. Così può finire nei giri della criminalità. Ma devo dire che la percentuale degli ex allievi in prigione è bassa».

Altri, semplicemente, spariscono. «Trattenerli non si può. Ti dicono vado a fare un giro, o a prendere le sigarette. E non li vedi più. Poi magari ti chiamano dalla Francia, dove ad esempio vanno tutti i francofoni, per dirti che va tutto bene. Ma non puoi esserne certo, quindi non ritiri la denuncia di scomparsa». Il grande buco nero si alimenta anche così: l’Italia li perde di vista e arrivederci. Ma non mancano le ipotesi più inquietanti: «Alcuni anni fa un poliziotto mi accennò a un possibile traffico d’organi – rivela don Vanni – c’erano segnalazioni di un furgone sospetto che offriva passaggi verso Nord… Ma poi non ne ho più saputo nulla». Incubi che restano sullo sfondo di una situazione comunque difficile. «A volte qualcuno mi chiama dall’Emilia o dalla Lombardia. Si trovano al freddo, senza riparo e non sanno che fare». C’è chi se ne lava le mani, anche quando non potrebbe. «A fine gennaio mi chiamò un 17enne egiziano: la polizia lo aveva fermato e portato in Questura, poi gli aveva messo in mano un foglio con scritto: la signoria vostra è pregata di presentarsi lunedì ai servizi sociali. Ma era sabato e lui non sapeva dove andare. Gli ho pagato il biglietto del treno e l’ho fatto tornare a Napoli».

Don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale, chiosa: «I migranti che accogliamo sono giovani che hanno avuto di meno dalla vita. Proprio per questo sono al centro della nostra azione sociale ed educativa che richiede il coinvolgimento di una comunità fatta di persone, associazioni, istituzioni e imprese. Una comunità capace di dare dignità ai giovani e di valorizzare il potenziale presente in ognuno di loro».

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