Avvenire – Don Chavez: La “lezione” di Don Bosco, trarre occasioni da avversità

Da Avvenire, intervista a don Pascual Chavez Villanueva.

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Pochi giorni fa il messicano don Pascual Chavez Villanueva, 74 anni, rettor maggiore emerito della Congregazione dei salesiani (che ha guidato dal 2002 al 2014) ha tenuto all’Istituto Maria Ausiliatrice di Lecco una conferenza su “Educare all’ottimismo”. Lo abbiamo
intervistato, in vista della festa di san Giovanni Bosco che si celebra il prossimo lunedì, a partire da questa intuizione.

Perché è importante oggi educare all’ottimismo e alla speranza?
La pandemia ci ha preso alla sprovvista. Eravamo convinti di essere nel tempo dell’ Homo Deus di cui parla lo storico israeliano Yuval Noah Harari, l’uomo che si crede immortale. E invece abbiamo toccato con mano la fragilità. Non avremmo mai pensato che una molecola avrebbe messo in ginocchio l’intera umanità. A questa crisi sanitaria ne sta seguendo una economica, con effetti devastanti, e un forte disagio sociale. In questo contesto dilagano rassegnazione, pessimismo e disperazione.

Cosa farebbe oggi don Bosco, in tempi di pandemia?
Le giovani generazioni non hanno conosciuto la guerra o la fame; erano abituate a misurarsi solo con virus informatici, per i quali esistono molti antivirus. Di qui lo choc. Io seguo in Rete molti youbuters e influencer: durante il lockdown erano letteralmente ammutoliti. Perché? Non erano preparati per affrontare gli eventi negativi, trasformandoli in piattaforme per un rilancio, che è proprio quanto ha fatto don Bosco. Le condizioni avverse per don Bosco (e quante ne ha sperimentate nella sua vita!) si sono rivelate occasioni per dare il meglio di sé, reagendo con resilienza. Una grande lezione per l’oggi.

Che differenza c’è tra un ottimismo generico e la speranza cristianamente intesa?
Il primo è espressione di un sentimento umano, lo sforzo, talvolta velleitario, di chi cerca vie d’uscita nel buio. La speranza del cristiano, invece, si fonda sul fatto che c’è stato Uno, una sola persona nella lunga storia dell’umanità, che ha vinto la morte. Non l’ha fatto con la tecnologia, non è ricorso alla clonazione, ma con l’unica energia capace di vincere la morte: l’amore. Il fatto che Dio Padre abbia resuscitato Gesù ci dà la speranza che nessun male è definitivo. E questo mette il cristiano nelle condizioni di uscire da sé, dalla sua autoreferenzialità, per vivere a servizio degli altri.

I giovani però si trovano a vivere in un mondo segnato da consumismo ed egoismo…
Educare alla speranza ci permette di affrontare le sfide della pandemia ma, soprattutto, il problema più grave in assoluto: l’immanentismo. Avendo chiuso l’uomo nell’aldiqua, non ci dobbiamo stupire se i ragazzi si accontentano di vivacchiare, sprecando la loro esistenza e se fanno tanta resistenza a prendere impegni definitivi, optando per scelte continuamente reversibili. Si vive l’oggi, senza una prospettiva di lungo termine. Per me questa è la sfida più impegnativa: c’è bisogno di educare all’Assoluto. Altrimenti, si riduce la vita a un mero ciclo biologico senza che abbia un senso.

Molti giovani, dopo aver ricevuto un’educazione cattolica, lasciano la Chiesa e prendono altri sentieri. Perché avviene questo e come si risponde a tale fenomeno?
I ragazzi stanno abbandonando la Chiesa perché non ne capiscono più il linguaggio e i riti. C’è bisogno un grande cambiamento nell’itinerario alla fede. Abbiamo seguito fin qui un percorso di tipo “cronologico”, proponendo via via la catechesi per fasce d’età, ma oggi questo schema non funziona più. Si deve passare ad un approccio “kairologico”, che mette al centro il “kairòs”, ossia situazioni ed esperienze che toccano i ragazzi nel profondo e sollevano interrogativi. È questo il motivo per il quale hanno molto successo i vari “Cammini”. Del resto, il modello-principe per educare alla fede è più che mai quello di Emmaus.

In che senso?
Gesù vede i discepoli disincantati, delusi. E cosa fa? Cammina con loro. Non rimprovera e non dà lezioni, ma ascolta. Il guaio, come educatori, è che spesso diamo ai giovani risposte a domande che non hanno, mentre fatichiamo ad ascoltarli davvero. Da dove si comincia? Un tempo si partiva dalla testa per arrivare al cuore, ora dobbiamo fare il contrario, stimolando l’immaginazione. Vale anche per l’educazione alla fede. L’ultima cosa che adolescenti e giovani oggi vogliono è che si tarpi le ali ai loro desideri e ai loro sogni. Don Bosco era maestro in questo e dobbiamo ispirarci a lui.

Le fotografie di Don Bosco ci parlano della sua percezione della comunicazione – Don Gildasio Mendes

Come le fotografie di Don Bosco e dei primi salesiani parlano della sua percezione della comunicazione. Di seguito la riflessione di Don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, riportata da ANS.

 

DON BOSCO REALTÀ DIGITALE E VIRTUALE – PARTE QUARTA
Don Gildasio Mendes, SDB

La fotografia è una caratteristica comunicativa di Don Bosco. È stato uno dei primi santi a poter essere fotografato. I motivi e gli scenari delle fotografie di Don Bosco sono molto ben studiati, messi in atto strategicamente con obiettivi comunicativi. Don Bosco aveva capito il potere delle immagini e l’efficacia di un momento immortalato per suscitare le memorie delle persone.

Forse Don Bosco è il più fotografato dei santi della Chiesa del suo tempo. Una raccolta completa di foto (e dipinti) di Don Bosco è stata messa insieme da Giuseppe Soldà. In questo lavoro di preciso rigore metodologico, egli offre una presentazione delle foto di Don Bosco: di lui solo; foto legate a luoghi in cui Don Bosco è stato; incontri di Don Bosco con persone, gruppi di salesiani.  foto organizzate per tappe cronologiche della sua vita.

Osservando la varietà e la qualità unica di queste foto di Don Bosco, in diverse situazioni e con persone di diverse età, notiamo alcuni aspetti della sua nozione di comunicazione visiva.

Prima di tutto, notiamo l’intenzione di Don Bosco di organizzare e registrare individui, situazioni, tempi che potessero essere riferimenti futuri per i Salesiani. Ogni foto è un’esposizione di esperienze e lezioni di vita, volte a diventare un libro vivente di ricordi per le generazioni future. La fotografia è memoria e allo stesso tempo messaggio!

Una fotografia è un’espressione di intenzioni e motivazioni, e sia Don Bosco, sia quei primi salesiani, vedevano in queste prime fotografie, un linguaggio e un messaggio. Infatti, non erano “istantanee”, come potremmo fare noi oggi, ma erano deliberatamente in posa.

La dimensione che Don Bosco dà alle foto dimostra il senso di appartenenza dei salesiani, alcune attività organizzate (per esempio la banda), il desiderio di immortalare la fedeltà dei salesiani (consegna delle Costituzioni). Poi ci sono le foto di Don Bosco che ascolta le confessioni, che prega davanti a una statua della Madonna. Le foto rivelano Don Bosco, i suoi sentimenti, le sue intenzioni latenti.

Don Bosco sapeva certamente molto bene come inquadrare le sue fotografie:

La fotografia è sempre creata attraverso le dimensioni spaziali che sono delimitate dall’inquadratura dell’immagine. Soprattutto, la dimensione che vogliamo dare alla fotografia influenza la composizione delle scene.

Fotografare ed essere fotografati, quindi, implica un’attitudine psicologica. La fotografia è un modo di esprimere sentimenti di amicizia, legami affettivi profondi, un senso di futuro e di appartenenza.

Don Bosco ha voluto essere fotografato in diversi momenti della sua vita e in diverse situazioni.  È chiaro che non pensava solo a lui stesso, ma ai suoi Salesiani, ai suoi ragazzi, ai suoi progetti, alla Congregazione Salesiana che aveva fondato. Così facendo, esprimeva anche le sue percezioni e il suo interesse a comunicare valori e ricordi in un modo decisamente moderno per il suo tempo.

La scrittura era il modo più comune di comunicare al tempo di Don Bosco, e lui difatti scriveva moltissimo. Ma la sua inclinazione per la fotografia lasciava trasparire il desiderio di qualcosa di moderno, qualcosa che potesse avere un maggiore impatto visivo sugli spettatori per il bene del messaggio.

È interessante anche come, fin dall’infanzia, Don Bosco sia stato molto coinvolto nella musica, nei suoni, nei ritmi. Avendo imparato a suonare almeno uno strumento (il violino), conosceva il potere che il suono ha di toccare il cuore e la percezione delle persone.

In quanto scrittore, Don Bosco usava il potere delle parole per istruire ed educare il suo popolo: attraverso le Letture Cattoliche, le Vite di alcuni dei suoi alunni, molte lettere e molti libri di testo e altri scritti, e anche insegnando ai suoi ragazzi come produrre libri, era un maestro della comunicazione tramite la parola scritta.

Passando alla fotografia, possiamo immaginare un Don Bosco che cercava di aggiornare costantemente il suo modo di comunicare. Sicuramente, voleva usare la fotografia per educare i suoi Salesiani ad avere una migliore percezione di quello che Dio aveva fatto per lui, per loro e per i giovani. Il suo unico scopo era quello di aprire sempre di più gli occhi delle persone sulla realtà dei giovani che avevano bisogno di amore e di educazione.

L’esperienza della fotografia può essere vista come aprire gli occhi per ignorare meno la vita in cui viviamo, perché la fotografia ci aiuta a concentrarci su ciò che accade intorno a noi costringendoci e insegnandoci a vedere con più attenzione.

La comunicazione si basa molto su parole, suoni e immagini.  Questo trio era e continua ad essere la base della comunicazione, compresa quella digitale e virtuale.  Questo spiega perché ci piace vedere film, ascoltare musica e leggere. È corretto dire che la digitalizzazione ha portato un’enorme rivoluzione nella comunicazione e continuerà a farlo. Noi esseri umani siamo molto portati per i messaggi visivi e sonori perché hanno a che fare con due sensi forti: sentire e vedere. Il suono e le immagini hanno il potere di toccarci profondamente e di rimanere con noi, a volte per sempre.

Grazie all’intuizione di Don Bosco in questo campo, all’abitudine di essere fotografato da solo, ma anche con gruppi di salesiani, la Congregazione Salesiana ha ereditato significativi ricordi visivi di questo grande comunicatore e molti dei suoi momenti con i suoi salesiani.

Esplorando queste immagini in profondità, percepiamo qualcosa della sua personalità, della sua spiritualità, dei suoi sentimenti, dei suoi valori e della sua santità. Un’immagine vale davvero più di mille parole! Per questo, i grandi comunicatori come Don Bosco sapevano usarle al momento e al posto giusto.

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Don Guido Garino nominato nuovo Segretario del Consiglio Generale

Don Guido Garino, salesiano della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta (ICP) assumerà l’incarico di Segretario del Consiglio Generale a partire dal prossimo mese di agosto. Lo ha nominato il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, con il consenso del suo Consiglio, nel corso dei lavori della sessione plenaria invernale del Consiglio Generale. Don Guido Garino succederà nell’incarico a don Stefano Vanoli, in carica come Segretario del Consiglio Generale dal 2015.

Nato a Torino il 26 ottobre 1969, Don Guido Garino ha frequentato il noviziato salesiano di Pinerolo-Monte Uliveto, dove ha emesso la prima professione l’8 settembre 1997; ha poi emesso i voti perpetui il 12 settembre 2004 al Colle Don Bosco; e ha compiuto l’intero percorso formativo degli studi filosofico-teologici presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. È stato ordinato sacerdote il 3 giugno 2006 dal Cardinale Severino Poletto, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino. Laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Torino (2003) e dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università Lateranense (2013), nel 2009 è entrato a far parte del Tribunale Ecclesiastico Piemontese, prima come Promotore di Giustizia e Difensore del Vincolo sostituto, successivamente (2011-2022) come Giudice Interdiocesano e Metropolitano. Insegnante di religione nelle scuole medie e superiori al Liceo Salesiano di Valsalice (2008-2011), è stato successivamente nominato incaricato del Pensionato Universitario di Valdocco (2013/2017). Sempre a Valdocco, in seno alla Comunità “San Francesco di Sales”, ricoprirà i ruoli di Vicario, Economo e Catechista del Centro di Formazione Professionale. Nel 2017 è stato inviato come Vice Parroco nella Parrocchia “S. Giovanni Bosco” a Rivoli-Cascine Vica, periferia operaia di Torino, dove l’anno seguente è divenuto Parroco e, successivamente, Moderatore dell’Unità Pastorale.

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26 gennaio 1854: “Da tal sera fu posto il nome di Salesiani…”

La sera del 26 gennaio 1854, Don Bosco, nella sua camera di Valdocco, radunò intorno a sé i giovani Michele Rua, Giovanni Cagliero, Giuseppe Rocchietti e Giacomo Artiglia, proponendo loro una grande prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo, prendendo così il nome di “Salesiani“. Di seguito l’articolo ANS.

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Quando passando dalla balconata esterna si entra nella cameretta di Valdocco che Don Bosco ha abitato dal 1853 al 1861, successivamente anticamera della stanza dove visse fino alla fine della sua vita, si ripercorre esattamente lo stesso tragitto che la sera del 26 gennaio hanno fatto Michele Rua, Giovanni Cagliero, entrambi sedicenni, e con loro Giuseppe Rocchietti, 17 anni, e Giacomo Artiglia, il più giovane, 15 anni.

Cosa è successo lo ha scritto Michele Rua su un taccuino che ora si trova in quella stessa stanza, uno dei ricordi più preziosi del “Museo Casa Don Bosco”. Se lo si vede una volta non lo si dimentica più, per le sue dimensioni: 10 cm per 5 cm, poco più grande di una scatola di fiammiferi. È fatto di poche pagine, ma solo la prima è stata utilizzata da Michele, che con la bella grafia che sempre lo contraddistingue, ha tramandato questa memoria:

“La sera del 26 gennaio 1854 ci radunammo nella stanza del Sig. D. Bosco; Esso Don Bosco, Rocchietti, Artiglia, Cagliero e Rua; e ci venne proposto di fare con l’aiuto del Signore e di S. Francesco di Sales una prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo, per venirne poi ad una promessa, e quindi se parrà possibile e conveniente di farne un voto al Signore. Da tal sera fu posto il nome di Salesiani a coloro che si proposero e si proporranno tale esercizio”.

Questo documento così minuto è come un certificato di battesimo: da tal sera fu posto il nome di SALESIANI. È molto bello riandare con la memoria a quell’umile inizio, straordinariamente fecondo, nell’anno in cui si celebra il quarto centenario della morte di San Francesco di Sales. Lui è stato con noi fin dagli inizi. 13 anni prima Giovanni Bosco diacono lo aveva già scelto come modello da imitare. Scrive nei suoi propositi in preparazione alla ordinazione sacerdotale: “La carità e la dolcezza di San Francesco di Sales mi guidino in ogni momento”. Con la “prova di esercizio pratico della carità verso il prossimo” iniziata quella sera di 168 anni fa, San Francesco di Sales entra nel nome di tutti quelli che continueranno a fare della carità verso il prossimo, come l’ha vissuta Don Bosco, la loro ragione di vita.

L’anno scorso in quelle camerette è stato realizzato uno dei video-semi per la diffusione di “Giovani Salesiani e Accompagnamento – Orientamenti e Direttive”. Sono tre minuti che val la pena di rivedere: un semplice sguardo al “team” di giovani salesiani che hanno collaborato a girare quel video in 5 lingue – (da sinistra a destra) Kenneth dalla Nigeria; Brandon dal Guatemala; Giorgio, Orazio, Silvio, italiani; Jean Paul dal Congo; Felix dall’India; Anselmo dal Brasile – già dice come quel piccolo seme sia diventato grande e continui a crescere.

Don Bosco ha visto lontano e non poteva usare un nome più indovinato per farci crescere nell’esercizio pratico della carità verso il prossimo, con la dolcezza di Francesco di Sales così come lui l’ha interpretata e vissuta, fin da quei primi tempi dell’Oratorio di Valdocco.

Il video realizzato nelle camerette di Don Bosco a Valdocco: “Accompagnare i primi passi come Don Bosco”.

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Pubblicato il Dossier Postulazione 2021

Si rende disponibile il Dossier di Postulazione salesiana 2021, con 173 tra Santi (9), Beati (118), Venerabili (18), Servi di Dio (28).

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“D’ora innanzi sia nostro motto d’ordine: la santità dei figli sia prova della santità del padre”, scriveva Don Rua dopo la morte di Don Bosco. Tale auspicio ha trovato particolare conferma nel corso del tempo. Da Don Bosco ai giorni nostri, infatti, è attestata una tradizione di santità cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme.

Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano. È un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita della Famiglia Salesiana, nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà. Pertanto, occorre esprimere profonda gratitudine e lode a Dio per la santità già riconosciuta nella Famiglia Salesiana di Don Bosco e per quella in via di riconoscimento. La Postulazione salesiana interessa 173 tra Santi (9), Beati (118), Venerabili (18), Servi di Dio (28). Le Cause seguite direttamente dalla Postulazione sono 58 (più 5 extra).

Il Dossier, dopo aver riportato l’elenco e lo stato di ogni Causa, presenta gli eventi avvenuti nel 2021, tra i quali meritano di essere ricordati: la Venerabilità del Servo di Dio Felice Canelli (1880-1977), Sacerdote della Diocesi di San Severo (Foggia-Italia), Salesiano Cooperatore; la consegna delle Positio super virtutibus dei Servi di Dio Carlo Crespi Croci, (1891-1982) Sacerdote Professo della Società di San Francesco di Sales, missionario in Eucador, e Antonio de Almeida Lustosa, della Società di San Francesco di Sales, Arcivescovo di Fortaleza (Brasile); l’apertura delle Inchiesta diocesane della Serva di Dio Madre Rosetta Marchese (1922-1984), Suora Professa dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e del Servo di Dio Luigi Bolla (1932-2013), Sacerdote Professo della Società di San Francesco di Sales, missionario tra gli indios Shuar Achuar dell’Ecuador e del Perù.

Segue poi la presentazione di alcune dimensioni della santità salesiana quali incarnazione del carisma e aiuto a vivere in forma realistica lo spirito salesiano, con l’offerta di buone pratiche. C’è un’apologetica della santità che mostra non con le parole o i documenti, ma con la vita, la bellezza e la verità del Vangelo di Cristo e del carisma salesiano.

Infine, viene richiamato l’impegno a diffondere la conoscenza, l’imitazione e l’intercessione dei membri della Famiglia Salesiana candidati alla santità, valorizzando e curando diversi aspetti: liturgico-celebrativo, spirituale, pastorale, ecclesiale, educativo, culturale, storico, sociale, missionario…

Il 2022 si caratterizza per il ricordo del IV centenario della morte di san Francesco di Sales che nella storia della santità si distingue per aver evidenziato e promosso la santità per tutti. Sia Francesco di Sales, sia Don Bosco fanno della vita quotidiana un’espressione dell’amore di Dio, che viene ricevuto e anche ricambiato. I santi della Famiglia Salesiana hanno voluto avvicinare la relazione con Dio alla vita e la vita alla relazione con Dio. È la proposta della “santità della porta accanto” o della “classe media della santità”, di cui Papa Francesco parla con entusiasmo.

A fondo pagina è possibile scaricare il Dossier della Postulazione – in italiano, inglese, spagnolo, francese e portoghese – aggiornato al 31 dicembre 2021.

Download allegati:

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Giornata Missionaria Salesiana 2022: “COMUNICARE CRISTO OGGI – #MissionariInRete”

In occasione della festa di San Francesco di Sales è stata lanciata la Giornata Missionaria Salesiana 2022 che consisterà nel affrontare il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo dei social media, inoltre sui canali social del Settore Missioni, verranno caricati dei brevi video, in stile TikTok-Point of View, che racconteranno le tre parole “Comunicare”, “Cristo”, “Oggi” dal punto di vista dei giovani.

Di seguito l’articolo di ANS AGENZIA INFO SALESIANA

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Social Media e spirito missionario salesiano: da oggi potete trovare i materiali della Giornata Missionaria Salesiana di quest’anno.

Oggi, in occasione della festa del grande San Francesco di Sales, a 400 anni esatti dal suo “dies natalis”, il Settore per le Missioni lancia la Giornata Missionaria Salesiana 2022. La coincidenza della data non è casuale perché il tema di quest’anno si collega bene all’attitudine comunicativa ed evangelizzatrice del Dottore della Chiesa: “COMUNICARE CRISTO OGGI“- #MissionariInRete.

Seguendo questo motto, la Giornata Missionaria Salesiana intende creare un ponte tra l’Animazione Missionaria e la Comunicazione Sociale affrontando il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo dei social media.

Tanti spunti da tutto il mondo salesiano e non solo ci aiuteranno a riflettere e a celebrare questo importante appuntamento salesiano, che non necessariamente corrisponde ad una giornata: ogni Ispettoria e comunità può offrire un itinerario educativo-pastorale di cui la GMS costituisca il punto culminante, come espressione dello spirito missionario.

I materiali di animazione saranno disponibili nel sito sdb.org e comprendono un poster, una preghiera e un libretto.

Oltre a questi, sui canali social del Settore Missioni, verranno caricati dei brevi video, in stile TikTok-Point of View, che racconteranno le tre parole “Comunicare”, “Cristo”, “Oggi” dal punto di vista dei giovani.

Il poster della GMS 2022 mostra cinque giovani riuniti intorno ad una tavola che si confrontano in una maniera semplice utilizzando gli strumenti tecnologici che fanno parte della nostra quotidianità: smartphone, computer, tablet… La diversità delle culture non è un ostacolo e il mondo delle reti sociali avvicina ed unisce. San Francesco di Sales accompagna il lavoro di trasmettere il Vangelo in dinamiche sempre nuove e creative. Alla base di tutto c’è il volto di Gesù: è Lui il motore e il messaggio che i salesiani vogliono portare ai giovani con le loro vite, anche quando utilizzano le reti sociali.

All’interno del libretto la riflessione è guidata dai tre elementi che costituiscono il tema: “Comunicare”, attraverso un’esperienza concreta di educazione ai media, “Cristo”, la vera sorgente di ogni forma di comunicazione del Vangelo, “Oggi”, approfondendo il rapporto tra i giovani di tutto il mondo e i social media.

Ulteriori spunti vengono dati dalla lettera del Rettor Maggiore, dall’intervista a tre Consiglieri Generali e dalla Lectio Divina sul brano di Romani 12,9-21 “L’amore sia senza ipocrisia”.

“Per avere un riferimento salesiano, è stata inserita una riflessione per una comunicazione efficace in stile salesiano, e la presentazione di ANS, preziosa risorsa per la Congregazione e per la Chiesa. Introdurci nella mentalità dei giovani di oggi, ‘millennials’ e ‘Generazione Z’ e ascoltare la voce di un sacerdote in prima linea su questi temi e di alcuni giovani dell’MGS ci aiuterà a tradurre in esperienza di vita gli stimoli ricevuti” affermano dal Settore per le Missioni.

La testimonianza di santità di Francesco di Sales e del giovane Carlo Acutis ci mostrano che questo è un cammino verso il Cielo.

Alcune attività grafiche di gioco accompagnano il testo e possono essere utilizzate con i ragazzi per riflettere sui temi della GMS 2022.

Il progetto da sostenere scelto per quest’anno è la rete radiofonica salesiana “ARTESBOL” in Bolivia.

Il lavoro per la realizzazione dei materiali della GMS, sotto la guida del Settore Missioni, ha coinvolto tante persone di diverse Ispettorie di tutto il mondo. La preghiera è stata scritta da Mattia, giovane studente che vive all’opera “Sacro Cuore”, a Roma ed è impegnato nelle attività pastorali della casa.

Tutti noi possiamo comunicare Cristo attraverso la nostra semplice testimonianza di vita sui social media, con un po’ di coraggio e di creatività!

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RMG – Un dono per conoscere da vicino di San Francesco di Sales, nel giorno della sua festa

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Nell’anno in cui ricordiamo il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales, il 24 gennaio, giorno della sua festa, acquista un significato tutto speciale per coloro che si ispirano all’esempio della sua vita e ai suoi insegnamenti. Ed è una grande famiglia nella Chiesa, di cui anche la nostra famiglia salesiana fa parte, perché così Don Bosco ci ha voluti fin dal nascere del primo oratorio, ancor prima di giungere a Valdocco.

È in questa data che si vuole riproporre una biografia del santo, particolarmente idonea per una diffusione a largo raggio, promuovendo una rinnovata familiarità con San Francesco di Sales, primo passo per sintonizzarsi con la sua ricchissima spiritualità e continuare ad alimentarsi alla sua sorgente.

Si tratta di un classico della agiografia salesiana. È un testo scritto da André Ravier, suo attento e profondo conoscitore.

Partendo dall’originale francese e dalla precedente edizione in italiano della LDC si è giunti al presente volume, rivisto e arricchito con presentazione, postfazione e nuove immagini e didascalie. È stato il frutto del lavoro di equipe di don Morand Wirth, don Aldo Giraudo e don Wim Collin, a cui va la gratitudine di chi potrà beneficiare di questo dono, lungo l’anno giubilare appena iniziato.

Il testo è stato pubblicato in italiano dalla LDC ed è facilmente acquisibile dal sito della editrice.

Il Settore per la Formazione si è attivato per avere quest’opera tradotta nelle lingue principali in uso in Congregazione, così da favorirne il più possibile la sua disseminazione capillare.

Chi fosse interessato a farne una pubblicazione cartacea lo segnali al settore formazione (formazione@sdb.org).

Un grazie sincero ai curatori di questa edizione rinnovata, ai traduttori, e al sig. Hilario Seo che ha provveduto alla impaginazione dei PDF, sulla versione grafica originale messa gentilmente a disposizione dalla LDC.

Come invito alla lettura proponiamo quanto scrive don Wirth:

“Padre André Ravier ha voluto citare la testimonianza di san Vincenzo de’ Paoli, discepolo e amico del vescovo di Ginevra, il quale affermava che ‘Mons. di Sales desiderava ardentemente essere un ritratto del Figlio di Dio’, al punto di diventare ‘l’uomo che meglio ha riprodotto il Figlio di Dio vivente sulla terra’”.

Noi facciamo nostro il progetto apostolico del Dottore dell’Amore, che ha ispirato san Giovanni Bosco e anche padre André Ravier, il quale così conclude la sua presentazione: “Francesco di Sales è una persona che ha voluto – come Gesù Cristo sulla terra – amare Dio con tutto il suo cuore d’uomo: e, avendo sperimentato le esigenze e la dolcezza di questo dono, ha lavorato ad introdurre il maggior numero possibile di anime in quella ch’egli magnificamente chiama ‘l’eterna libertà dell’amore’”.

 

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Italia – Incontro dei Delegati della Famiglia Salesiana

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) Dal 16 al 22 gennaio scorsi, si è svolto a Torino-Valdocco, culla del carisma salesiano, l’Incontro dei Delegati della Famiglia Salesiana, parte del programma d’animazione e accompagnamento a loro dedicato. Come tipico di ogni appuntamento che coinvolge i membri di questa grande famiglia religiosa che s’ispira al Santo dei Giovani, Don Bosco – il quale a sua volta s’ispirava al Santo della Dolcezza, San Francesco di Sales – tutta la settimana di appuntamenti è stata caratterizzata da un clima di grande fraternità e dalla consapevolezza condivisa di essere corresponsabili di un grande dono.

L’incontro, infatti, come proposto dagli stessi salesiani Delegati ispettoriali per la Famiglia Salesiana (FS) nei corsi di tre anni fa, in quest’occasione è stato aperto anche ai membri dei Gruppi della Famiglia Salesiana con simili responsabilità nei loro rispettivi gruppi, tra cui diverse Figlie di Maria Ausiliatrice. La presenza variegata ha permesso, pertanto, una riflessione condivisa e corale.

Nel ricco programma di attività, che ha previsto numerosi interventi da parte di tante personalità della Famiglia Salesiana e anche oltre questa, è spiccato il discorso introduttivo di Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani e Padre e Centro di Unità della FS. Questi, a margine del grande evento delle Giornate di Spiritualità della FS, ha evidenziato la viva realtà mondiale della FS e il percorso positivo che essa sta sperimentando, soffermandosi in particolare sul periodo da lui meglio conosciuto – gli ultimi otto anni, quelli del suo Rettorato – in cui si è lavorato seguendo le tracce dei Rettori Maggiori precedenti.

Don Á.F. Artime ha rimarcato pure l’importanza di comprendere la FS come una famiglia carismatica al servizio della Chiesa e per il mondo, vivendo la missione giovanile, popolare e missionaria; ha chiesto di valorizzare il servizio dei Delegati ispettoriali, portato avanti insieme con i responsabili dei Gruppi presenti nelle Ispettorie; e ha presentato la natura, la finalità e la composizione del Segretariato per la FS, inteso come l’organismo con cui il Rettor Maggiore anima e accompagna la FS del mondo.

Nonostante le difficoltà dovute alla pandemia e alle conseguenti restrizioni, che hanno ridotto il numero dei presenti, per chi ha potuto partecipare sono stati molto arricchenti tutti i tempi di preghiera e di condivisione vissuti e le varie visite realizzate sui luoghi salesiani.

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RMG – Al via l’VIII Assemblea Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Si tiene oggi a Roma, presso la Sede Centrale Salesiana, la prima giornata dell’VIII Assemblea Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore (IUS). Le giornate si svolgeranno in formula mista – in presenza e online – da lunedì 24 a venerdì 28 gennaio. L’incontro coinvolge operatori di diversi settori che condividono riflessioni sullo stato dell’arte delle sfide e delle opportunità che le istituzioni educative salesiane si trovano a gestire.

L’obiettivo specifico di questa edizione è quello di riflettere insieme per arrivare ad una proposta di strategie da mettere in campo affinché le Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore riescano a evolvere la loro offerta formativa restando salde alla loro identità, come settore della missione salesiana nel mondo.

All’appuntamento, che utilizzerà la metodologia sinodale – “ascoltare”, “interpretare” e “scegliere” – partecipano il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, il Consigliere per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel Garcia Morcuende, i Consiglieri Regionali e gli Ispettori che contano delle IUS nei territori da loro animati, il Coordinatore Generale delle IUS, don Oscar Lozano, oltre ai Direttori e Responsabili delle IUS.

Dopo i preparativi per l’assemblea avviati già ieri, oggi, lunedì 24, la giornata si è aperta con l’inaugurazione da parte di don Garcia Morcuende, Consigliere per la Pastorale Giovanile. La prima sessione ha visto poi la relazione di don Dariusz Grzadziel, docente presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma. L’intervento, dal titolo “Educazione superiore e pandemia: impatto e prospettive”, ha esplorato tramite le esperienze recenti le potenzialità e i limiti che le misure di contenimento della pandemia hanno fatto emergere in campo educativo. La seconda sessione è stata tenuta invece da don Marcelo Farfán, già Coordinatore Generale delle Istituzioni Salesiane di Educazione Superiore, che ha presentato il Rapporto IUS, documento che fotografa lo stato delle IUS nel mondo. Il pomeriggio prosegue con gli interventi sui Rapporti IUS specifici per i vari continenti.

La giornata di domani, martedì 25, si aprirà con una relazione del Rettor Maggiore, sulle sfide dell’educazione superiore nella Congregazione, e proseguirà con l’illustrazione delle valutazioni sulle politiche 2016-2021. Nel pomeriggio si discuterà poi sulle analisi e le proposte per orientare le politiche 2022-2026.

Mercoledì 26 la sessione sarà aperta da un intervento di don García Morcuende sulle priorità della Pastorale Giovanile Salesiana nel contesto attuale della Congregazione, per poi proseguire con don Farfán, che illustrerà il Rapporto Programma Comune V. L’ultimo incontro della mattinata sarà una plenaria in cui si torneranno a discutere le nuove politiche IUS 2022-2026.

Nella quarta giornata, giovedì 27, verrà presentata la bozza del documento sulle politiche 2022-2026, se ne discuterà e verrà votato dall’assemblea. Verrà presentato anche il Programma Comune 6 e sarà sottoposto a dibattito. La mattinata si chiuderà con un intervento di don Farfán dal titolo “La pastorale nelle IUS”. Le sessioni riprenderanno poi nel pomeriggio con la presentazione del “Portale Web IUS” e delle reti accademiche, per poi proseguire con don l’illustrazione del Rapporto economico delle IUS.

Venerdì 28, l’ultima giornata, si terrà l’approvazione dei documenti stilati e discussi nel corso degli incontri. Verranno poi elette le squadre di coordinamento, saranno indicati i nuovi appuntamenti e sarà individuata la data della prossima Assemblea Generale.

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San Francesco di Sales ispiratore di cammini di santità – GSFS don Pierluigi Cameroni

Da info ANS – Nel corso delle Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana 2022, dedicate all’approfondimento spirituale e pastorale della Strenna del Rettor Maggiore incentrata su San Francesco di Sales, don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha offerto un contributo che evidenzia come “il nostro cammino di santità e la promozione delle Cause di Beatificazione e Canonizzazione della nostra Famiglia Salesiana traggono da lui grande ispirazione e forte motivazione”. Infatti, dalla sua persona e dalla sua dottrina emanano un’impressione di rara pienezza, dimostrata nella serenità della sua ricerca intellettuale, ma anche nella ricchezza dei suoi affetti, e nella “dolcezza” dei suoi insegnamenti che hanno avuto un grande influsso sulla coscienza cristiana.

Si direbbe allora che Francesco di Sales tanto nelle sue opere più rappresentative (Introduzione alla vita devota e Trattato dell’amore di Dio), quanto nella sua continua prassi pastorale si presenti sulla scena della storia della Chiesa come uno degli antesignani più rappresentativi di quella che il Vaticano II chiamerà “vocazione universale alla santità” (cap. 5 della Costituzione dogmatica Lumen gentium).

Nelle opere maggiori, tanto quanto nell’epistolario Francesco esorta, invita, sollecita a prendere coscienza che la santità non è di per sé legata ad uno stato di vita particolare, ma – insistendo direttamente sulla dimensione battesimale dell’appartenenza a Cristo – è un’esigenza richiesta dall’essere membra della Chiesa. È una santità per tutti come spesso ricorda Papa Francesco: “Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così. Tutti siamo chiamati ad essere santi vivendo con amore e offrendo ciascuno la propria testimonianza nelle occupazioni di ogni giorno, lì dove si trova” (Gaudete et exsultate n.14).

Da Don Bosco fino ai nostri giorni, è attestata una tradizione di santità cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita e di forme. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà.

Nel corso del 2022 oltre che ricordare il IV Centenario della morte di San Francesco di Sales, (Lione, 28 dicembre 1622), si fa particolare memoria anche di altre ricorrenze significative:

–         175° della nascita della Beata Maddalena Morano, Figlia di Maria Ausiliatrice (Chieri, 15 novembre 1847).

–         150° della nascita del Beato Giuseppe Calasanz (Azanuy – Spagna, 23 novembre 1872), capofila dei martiri della Spagna.

–         125° della morte del Venerabile Andrea Beltrami, Salesiano di Don Bosco (Torino-Valsalice, 30 dicembre 1897).

–         100° della nascita della Serva di Dio Rosetta Marchese, Figlia di Maria Ausiliatrice (Aosta, 20 ottobre 1922).

–         50° della morte del Servo di Dio Giuseppe Cognata (Pellaro – Reggio Calabria, 22 luglio 1972), vescovo salesiano, fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore.

–         50° della Beatificazione di Michele Rua (Roma, 29 ottobre 1972).

–         50° della morte del Venerabile Attilio Giordani (Campo Grande – Brasile, 18 dicembre 1972), Salesiano Cooperatore.

La Famiglia Salesiana intende ravvivare il grande tema della chiamata universale alla santità, valorizzando la varietà e molteplicità di vocazioni presenti nei Gruppi di questa grande Famiglia carismatica.

L’intervento completo di don Cameroni è disponibile a fondo pagina in italiano (Relazione e Presentazione sintetica) e in inglese (Relazione).

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