Italia – Prima Messa da Cardinale nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino per il Rettor Maggiore, Don Á.F. Artime

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – “Continuo ad essere il salesiano di sempre, anche se adesso con una responsabilità che non è più solo per i Salesiani, ma per la Chiesa”. Queste parole, pronunciate a margine della Prima Messa da lui presieduta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino in qualità di cardinale, domenica 15 ottobre 2023, hanno ben espresso la cordialità e la naturalezza con cui il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, intende rapportarsi con tutti, e soprattutto con quanti animano, frequentano e danno vita al cuore pulsante della salesianità a livello mondiale, la Casa Madre di Torino-Valdocco.

La celebrazione dell’Eucaristia della XXVIII Domenica del Tempo Ordinario nella basilica salesiana è iniziata con l’indirizzo di saluto al Card. Fernández Artime da parte del Superiore della Circoscrizione Speciale Italia-Piemonte e Valle d’Aosta (ICP), don Leonardo Mancini, il quale nel suo messaggio ha affermato: “Ci onora la scelta di papa Francesco di chiamare accanto a sé tra i suoi più stretti collaboratori la tua persona. Al di là del sano orgoglio che sentiamo per la Congregazione e la Famiglia Salesiana, ci sembra molto bello e significativo che abbia voluto vicino a sé un altro Figlio di Don Bosco, il suo X Successore, perché l’aiuti a guidare la Chiesa intera”.

Quindi, con riferimento all’attenzione del Santo dei Giovani verso i giovani, specie quelli più poveri e bisognosi e all’educazione integrale, don Mancini ha proseguito asserendo che “la Chiesa ha bisogno di acquisire sempre più anche la prospettiva con cui Don Bosco guardava il mondo”, e ha concluso di nuovo rivolto a Don Á.F. Artime, assicurandogli le preghiere di tutti, ma confidando anche: “Sappiamo bene che quanto richiesto è un servizio e un impegno. Ma abbiamo anche sperimentato il tuo coraggio, la tua grinta, il tuo desiderio di fare del bene, nello stile di Don Bosco”.

Nel prosieguo della Messa, officiata alla presenza di diverse autorità civili, militari e religiose, molti salesiani – tra cui anche il Consigliere Generale per la Formazione, don Ivo Coelho, e il parroco della basilica, don Michele Viviano – e di molti membri e rappresentanti della Famiglia Salesiana, il Rettor Maggiore ha offerto la riflessione dell’omelia.

“Don Bosco è stato veramente un genio in tante cose della pedagogia universale: tutto era buono per dare motivo di festa, far nascere emozioni” ha ricordato in apertura, paragonando il clima di festa sapientemente alimentato dal Fondatore dei Salesiani alla giornata di festa che si stava celebrando a Valdocco in suo onore.

Poi ha ricordato quando a Don Bosco venne proposto di essere nominato Monsignore, ma egli rifiutò, pensando a come si sarebbero sentiti i suoi ragazzi dovendo interagire con un monsignore nel cortile. E ha precisato che nel suo caso, la nomina a cardinale, ricevuta a sorpresa e conosciuta come tutti il 9 luglio scorso, dopo essere stata diffusa dai mezzi di comunicazione in tutto il mondo, fosse qualcosa che l’ha preceduto e sopravanzato, e che ha accettato come “un’obbedienza” in spirito di fedeltà al Santo Padre.

Al tempo stesso, al di là della festa e degli onori che possono venire tributati, ha ribadito che “per noi credenti, l’autorità, se non è per il servizio, non serve a nulla”, e ha illustrato il motto prescelto per la sua nomina – “Sufficit Tibi Gratia Mea” (Ti basta la mia grazia) – come emblema della sua fiducia nell’accompagnamento costante della Divina Provvidenza.

Ancora, ha spiegato il senso del cardinalato come un servizio alla comunione della Chiesa e nelle mani del Papa, chiamato a dover spendere la sua autorità morale in un mondo sempre più complesso e piagato attualmente da oltre 30 conflitti.

Infine, addentrandosi nell’analisi e spiegazione della Liturgia del giorno, ha invitato tutti i fedeli a mantenere nel cuore la certezza che Gesù è il Buon Pastore che non fa mancare nulla ai suoi figli; e a lavorare insieme per creare un mondo di fraternità, dove sia possibile accogliere insieme l’invito al banchetto e nozze che Dio fa ad ognuno dei suoi figli.

Merita di essere ricordato, infine, che subito prima della Messa era stato scoperto, benedetto e inaugurato, in una delle nicchie della Basilica di Maria Ausiliatrice, il monumento dedicato a Sant’Artemide Zatti, il salesiano coadiutore e infermiere dei poveri, italiano di nascita, ma naturalizzato argentino, beatificato nel 2002 da Papa Giovanni Paolo II e canonizzato nel 2022 da Papa Francesco. Inoltre, nella stessa occasione è stata anche inaugurata la mostra in pannelli dedicata sempre al santo infermiere, che si potrà visitare ancora fino al 30 novembre sempre presso la basilica salesiana.

 

RMG – Sinodo Salesiano dei Giovani 2024, in occasione del Sogno dei nove anni

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – In occasione del 200° anniversario del Sogno dei nove anni di Don Bosco, il Settore per la Pastorale Giovanile promuove la celebrazione del Sinodo Salesiano dei Giovani, dall’11 al 16 agosto 2024 al Colle Don Bosco.

Don Bosco era un sognatore a occhi aperti, come tutti i profeti che vedono lontano e guardano al futuro con speranza. A cominciare dal Sogno dei nove anni, in cui immaginava la sua futura missione di sacerdote ed educatore. Sogni che si sono miracolosamente avverati, con l’aiuto della Provvidenza, dei suoi salesiani e di tanti benefattori che hanno sempre sostenuto e continuano a sostenere la sua Opera.

Il Sinodo Salesiano dei Giovani vuole essere un modo per i giovani delle Ispettorie salesiane di valorizzare e approfondire il Sogno dei nove anni, riscoprendone il significato per la spiritualità, il discernimento e la realizzazione della propria vocazione. Suppone il coinvolgimento e la partecipazione diretta dei giovani.

Sono invitati al massimo due giovani per ciascuna Ispettoria dei Salesiani di Don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, impegnati nell’animazione pastorale nelle realtà locali e ispettoriali e nelle attività del Movimento Giovanile Salesiano. L’età dei partecipanti va dai 18 ai 30 anni. Insieme a loro, due Salesiani e due Figlie di Maria Ausiliatrice per Regione.

Ci saranno tre fasi. La prima fase preparatoria, di ascolto e dialogo, avrà luogo in ogni Ispettoria. La partecipazione di “tutti” viene attivata attraverso la consultazione nel processo di preparazione del Sinodo, al fine di riunire tutte le voci che sono espressione dei giovani del mondo. Per questo motivo, viene proposto un questionario preliminare per ogni Ispettoria, con l’obiettivo di redigere l’Instrumentum Laboris. Una seconda fase sarà quella celebrativa al Colle Don Bosco, che verrà vissuta con la metodologia sinodale, in un clima spirituale e curando i momenti dei piccoli gruppi (gruppi linguistici), che garantiranno una maggiore partecipazione e l’Assemblea plenaria. L’ultima fase, di azione, prevedrà il lavoro sul documento finale.

È prevista anche la pubblicazione di un “Coffee Table Book” contenente 200 sogni di giovani di tutto il mondo. È stato costituito un Core Group, o Commissione centrale, composto da 12 giovani di tutto il mondo, e un gruppo pre-sinodale di diverse persone per la redazione dell’Instrumentum Laboris.

Durante questi giorni di incontri sinodali, sarà possibile vedere la diversità delle culture, delle realtà giovanili e della Chiesa, ma anche l’unità che il carisma salesiano regola. Sarà motivo di grande gioia vedere la partecipazione, la comprensione e l’intesa, la capacità di lavoro e di discernimento e la condivisione di molti momenti di riflessione, preghiera e proposta.

Il logo prescelto per il Sinodo Salesiano dei Giovani rappresenta il prato del sogno di Don Bosco, sullo sfondo verde; la proposta di camminare insieme e di fare rete; i simboli che ricordano il dialogo, la riflessione e la partecipazione; e la croce, tutto nella ricerca spirituale, nella fede, nella cura della relazione con Gesù risorto.

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Italia – 15 ottobre 2023: Prima Messa da cardinale nella Basilica di Maria Ausiliatrice per il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime

Dal sito infoANS.

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È un tempo di molte novità e prime volte, quello attuale, per il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco: da quando, il 30 settembre scorso, è stato creato cardinale da Papa Francesco, è infatti iniziata ufficialmente una nuova forma di servizio ecclesiale, in una dimensione ancora più ampia rispetto a quella, già vasta e impegnativa, che aveva come X Successore di Don Bosco alla guida della Congregazione Salesiana. Tra i momenti più significativi di questo nuovo corso avviato nella sua vita, ci sarà, domenica 15 ottobre 2023, la prima Messa che Don Ángel Fernández Artime presiederà all’altare della Basilica di Maria Ausiliatrice in qualità di cardinale.

Si tratta senza dubbio di un avvenimento inedito: sebbene nei poco più di 150 anni di storia salesiana Don Á.F. Artime sia il ventesimo Figlio di Don Bosco che serve come cardinale, non era mai accaduto che un Rettor Maggiore – peraltro ancora in carica, a tutti gli effetti – venisse chiamato a far parte del Collegio Cardinalizio.

La celebrazione ha poi un valore tutto speciale per ciò che rappresenta la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino per il mondo salesiano: il centro spirituale della Casa Madre e la fonte da cui si diffonde il carisma di Don Bosco. La prima Messa da cardinale del Rettor Maggiore in quella basilica in un certo senso avvicina simbolicamente ancora di più la spiritualità salesiana al cuore della Chiesa, e viceversa.

La Messa vedrà la partecipazione di autorità civili e militari insieme al popolo di Dio e alla Famiglia Salesiana, e avrà inizio alle ore 9:30 locali (UTC+2); e per poter permettere la massima partecipazione anche a chi non potrà assistervi dal vivo, sarà anche trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della basilica.

Al termine della celebrazione, inoltre, verranno inaugurata una statua di Sant’Artemide Zatti, SDB, e la relativa mostra, che si potrà visitare dal 15 ottobre al 30 novembre sempre presso la basilica.

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RMG – Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli esempi dei martiri salesiani Rodolfo Lunkenbein e Simão Bororo per la difesa della terra

Dal sito infoANS.

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Per la Giornata Missionaria Salesiana (GMS) 2023, dedicata al tema “Cura del creato, la nostra missione”, e in prossimità della ricorrenza mensile delle missioni salesiane, ricordiamo la testimonianza di due martiri che hanno dato la propria vita per difendere la terra: don Rodolfo Lunkenbein, SDB, e l’indigeno Simão Bororo.

A metà del XX secolo cominciarono ad emergere grandi progetti per esplorare le risorse dell’interno del Brasile e, per realizzarle, tutto ciò che era di ostacolo doveva essere eliminato. Così i gruppi indigeni più fragili iniziarono a chiedere aiuto per la natura minacciata dall’agrobusiness: i Bororo del Mato Grosso perdevano le loro terre, vedevano il loro territorio ridursi e gli splendidi paesaggi del Brasile centrale sostituiti da estesi campi di monocoltura di soia…

È in questo contesto che il giovane Rodolfo Lunkenbein inizia il suo percorso missionario a Meruri, villaggio indigeno bororo nel Mato Grosso.

Trovò un gruppo già ridotto e stanco di combattere, senza prospettive per il futuro, scoraggiato. Assumendo i nuovi orientamenti della Chiesa postconciliare, Rodolfo combatté perché si realizzasse il programma voluto dal CIMI (Conselho Indigenista Missionário): Chiesa rinnovata nella sua opera missionaria, opzione per i più svantaggiati, nel loro caso, gli indigeni, e lotta per la terra.

Fino all’ultimo momento della sua vita lavorò con i Bororo, preparando i terreni per le piantagioni; morì con abiti sporchi di terra, sudore e macchiati di sangue… la terra che cercò di recuperare affinché i Bororo potessero vivere in pace e armonia.

Nel momento supremo il suo amico Simão non ebbe paura di rischiare la vita andando a difenderlo; morì ore dopo perdonando i suoi assassini.

Simão, missionario indigeno tra la sua gente, muratore e costruttore di case, che conosceva il segreto delle erbe della campagna, che sapeva trattarle e con esse curare e lenire disturbi e malattie. Simão amico dei bambini; Simão che sognava terre fertili piene di uccelli, animali, frutti e fiumi puliti… Simão scelto da Dio per il suo momento supremo insieme a Padre Rodolfo: il martirio.

La loro memoria sopravvive e stimola ad essere custodi del creato, vivendo in armonia con la natura e in pace con tutti.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

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Italia – L’UPS si appresta all’Inaugurazione del nuovo Anno Accademico, in compagnia del Cardinale Ángel Fernández Artime

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Si svolgerà martedì prossimo, 17 ottobre 2023, l’atto solenne dell’Inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2023-2024 dell’Università Pontificia Salesiana (UPS). Un appuntamento annuale eppure sempre nuovo, come sempre nuovi sono i temi dell’indagine scientifica, gli studenti che si iscrivono, la passione per l’educazione nello stile di Don Bosco. L’evento vedrà anche la partecipazione del Rettor Maggiore dei Salesiani e Gran Cancelliere dell’UPS, in quella che sarà la sua prima visita ufficiale all’UPS dalla creazione a cardinale.

Come da tradizione, la giornata inaugurale si comporrà di due momenti, quello comunitario-ecclesiale e quello accademico.

Alle ore 9:30 (UTC+2) è prevista la concelebrazione eucaristica presieduta dal Card. Fernández Artime, presso la Chiesa parrocchiale di Santa Maria della Speranza, (Piazza Fradeletto), adiacente al campus universitario.

Alle ore 11, nell’Aula “Paolo VI” dell’Università, si svolgerà invece l’atto accademico inaugurale, con la Prolusione tenuta da Mons. Giovanni Cesare Pagazzi, Segretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, sul tema “Abitare la soglia. Frontiere dell’umano ed esperienza di Dio”.

Il tema della prolusione sarà anche il filo rosso che vuole guidare le attività del nuovo anno accademico e, come ha spiegato il Rettore Magnifico dell’UPS, don Andrea Bozzolo, “è un tema suggestivo: abitare la soglia significa che con il nostro impegno culturale vogliamo frequentare quelle domande antropologiche più profonde dell’uomo del nostro tempo per scoprirne tutte le dimensioni e renderle un luogo abitato dal Vangelo”.

Nell’ambito della cerimonia di apertura ci sarà anche tempo per la relazione sull’anno accademico passato e la consegna dei riconoscimenti a docenti e allievi distintisi nei rispettivi ruoli. L’evento si concluderà con un momento di agape fraterna.

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Guerra in Medioriente: l’appello di don Alejandro Leon, ispettore del MOR, per la pace

“Voglio ringraziare di cuore tutti gli amici della Famiglia Salesiana e i giovani del MGS soprattutto per la vostra preghiera”: don Alejandro Leon, ispettore del MOR, attraverso un video rivolge un appello e un ringraziamento alla Famiglia Salesiana, ai giovani del MGS per la vicinanza e la preghiera di questi giorni.
“La nostra è in una situazione di tensione ma vi sentiamo vicini: affidiamoci a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice perché possa arrivare presto la pace”.

 

Artime cardinale dei giovani – La Voce e il Tempo

Pubblichiamo di seguito l’intervista al Rettor Maggiore, don Angel Fernàndez Artime, a cura di Marina Lomunno per La Voce e il Tempo.

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C’è la storia delle sue origini e della sua vocazione nello stemma scelto dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Angel Fernàndez Artime, tra i 21 sacerdoti e Vescovi creati cardinali da Papa Francesco nel Concistoro celebrato sabato 30 settembre in piazza San Pietro.

Al centro, Gesù Buon Pastore a cui affidare i Figli di don Bosco e i giovani più fragili; in alto a sinistra, sormontato da una corona, il monogramma «MA», Maria Ausiliatrice, la Madre a cui don Bosco affidò la Congregazione e che raccomandò sempre di pregare. A destra un’àncora ricorda che Angel Fernàndez Artime è nato nel 1960 in una famiglia di pescatori nelle Asturie, in Spagna e che l’àncora è presente anche nello stemma della Congregazione che don Bosco scelse come simbolo della virtù teologale della speranza.

Il motto episcopale del neo cardinale, a cui il Papa ha affidato la diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana a Roma, è «Sufficit tibi gratia mea» (2Cor 12,9) «Ti basti la mia grazia», un programma che mette al centro «la fiducia nella Divina Provvidenza».

Abbiamo incontrato il Rettor Maggiore, alla vigilia della sua partenza per Roma, domenica 23 settembre in occasione della celebrazione che ha presieduto nella Basilica di Maria Ausiliatrice, dove ha consegnato il Crocifisso a 13 figlie di Maria Ausiliatrice e 24 salesiani in partenza per le missioni.

Sabato 30 la Basilica era gremita per seguire in diretta su un grande schermo il Concistoro e domenica 15 ottobre alle 9.30 don Angel presiederà la prima Messa da cardinale a Maria Ausiliatrice alla presenza delle autorità e della famiglia salesiana.

Al termine inaugurerà la statua di sant’Artemide Zatti, primo tra i coadiutori salesiani, canonizzato da Papa Francesco il 9 ottobre 2022.

Il card. Artime sarà poi ospite dei «Lunedì della Consolata» promossi dal nostro settimanale il 4 dicembre prossimo alle 21.00 e parlerà su «Giovani d’oggi, la grande sfida educativa».

Don Angel, cosa significa per lei, 10° successore di don Bosco, e per la famiglia salesiana diventare cardinale?

Per me e per tutti noi salesiani è stata una notizia assolutamente inattesa ma che ci conferma l’attenzione del Papa nei confronti della nostra famiglia religiosa. Se ha ritenuto opportuno di contare su di me per un servizio alla Chiesa come salesiano, con grande umiltà e serenità offro la mia disponibilità. Don Bosco ci ha raccomandato di rispondere sempre con entusiasmo a ciò che il Papa ci chiede perché lui amava profondamente la Chiesa e il suo Pastore ed è un fondamento del nostro carisma. Sicuramente altri vedono onori in queste nomine: con grande onestà e sincerità io vivo questo momento solo nella prospettiva del servizio. Finora ho servito come prete religioso, sto servendo come Rettor Maggiore dei salesiani e con questo spirito affronto il prossimo servizio alla Chiesa che mi verrà chiesto dal Santo Padre. Certamente non posso non riconoscere la sua grande fiducia che mi fa vivere questo momento con ancora più grande responsabilità.

Come è nata la sua vocazione?

In modo molto semplice: la mia vocazione è l’esempio di come Dio ci chiama laddove ci troviamo. Sono diventato salesiano grazie a due grandi «mediazioni». Ero un ragazzo nato a Luanco, un paesino di mare della Spagna, in una famiglia di umili pescatori. I miei genitori hanno speso tutta la vita lavorando duramente in mare, erano un padre e una madre religiosi con una fede semplice ma molto profonda. Non conoscevo i salesiani e non avrei avuto possibilità di conoscerli se non ci fosse stata la prima «mediazione» di una benefattrice. Maria, una donna di 75 anni che veniva in vacanza nel mio paesino quando ancora il turismo nelle Asturie non esisteva, venne nella porta di casa mentre papà preparava le reti per andare a pescare. Inizia a parlare con i miei genitori. Tornata un anno dopo chiede ai miei: «Cosa farà questo ragazzino?». Allora avevo 11 anni e papà risponde: «Andrà alla scuola elementare e poi verrà in mare con me».  La signora Maria, dice a mio padre: «Io conosco alcuni religiosi che lavorano con i ragazzi: vostro figlio è sveglio e sarebbe bello se potesse studiare». Mamma e papà le fanno capire che non hanno le possibilità economiche ma lei li rassicura: «Non vi preoccupate». E così un anno dopo iniziai a frequentare una scuola salesiana a 200 chilometri dal mio paesino.

E poi come è diventato salesiano?

I miei genitori ad un certo punto mi hanno chiesto: «Cosa vuoi fare?». E io: «Quello che voi volete». E così ho proseguito i miei studi nelle scuole salesiane fino alle porte dell’università preparandomi per entrare nella Facoltà di Medicina e Chimica: avevo conseguito una buona borsa di studio e tutto era pronto. Per sei anni, durante le vacanze estive, per quattro mesi andavo in mare con mio padre: aveva tanto bisogno di me, perché d’estate si faceva l’80% del lavoro di un anno. Ed ecco che, alla fine dell’estate, prima di iscrivermi all’università arriva la seconda «mediazione». Sentivo nel mio cuore una domanda: perché mi sono trovato così bene in questi anni in cui ho studiato dai salesiani? E dico ai miei genitori: «Devo chiarire cosa ho nel cuore, voi cosa mi dite? Vorrei fare un’esperienza religiosa». Se mio papà mi avesse detto «figliolo ho bisogno di te, andiamo in mare e nel mentre studi medicina» io oggi sarei un medico. Ma papà e mamma mi dicono: «Figliolo, è la tua vita se questo ti farà felice, vai». E sono riconoscente ai miei genitori, un modello per tante mamme e papà che oggi hanno un loro progetto di vita per i figli ma non capiscono che sono i figli che devono scoprire la loro strada e la loro e felicità. La mia vocazione dunque è nata naturalmente in famiglia con una grande sensibilità religiosa dove fin da ragazzo ho imparato a scoprire e sentire Dio. E fin dalla mia la prima esperienza con i salesiani mi sono sempre sentito felice in mezzo ai giovani. E così fino ad oggi, 45 anni dopo la mia prima professione religiosa, sono qui e sono felice.

14 mila figli di don Bosco, tra cui 130 Vescovi, spendono la vita in 135 nazioni del mondo per stare accanto ai giovani che hanno avuto di meno. Sicuramente lei, da cardinale salesiano, continuerà ad avere una attenzione speciale per loro…

La nostra missione è stare nel mondo per accompagnare i giovani, i ragazzi e le loro famiglie, perché oggi senza le famiglie possiamo fare poco. E cerchiamo di stare accanto soprattutto ai giovani, i più poveri. Non so cosa mi chiederà il Papa nel mio servizio come cardinale, ma cercherò di farlo al meglio delle mie possibilità: certamente io sono salesiano e la mia scelta religiosa che feci da ragazzo la porto nel mio bagaglio personale. Sono figlio di don Bosco, amo i giovani, soprattutto chi fa più fatica, mi sento a mio agio tra i poveri e le famiglie. Ho sempre voluto vivere nelle missioni o in mezzo ai più bisognosi e tutto questo lo porto e lo porterò sempre nel mio cuore qualsiasi sia il servizio che mi attende.

Cosa cercano i giovani e quali sono le risposte dei salesiani? Come parlare di Gesù oggi alle nuove generazioni?

È difficile rispondere, perché i giovani nel mondo vivono realtà molto diverse. Pensando ai nostri giovani, qui in Europa, dobbiamo riconoscere che è un tempo molto complicato. Essere giovane oggi non è più facile che 25 anni fa. Hanno più mezzi che possono aiutare e anche rovinare, nella vita di tanti ragazzi e ragazze c’è tanta mancanza di paternità e maternità. Abbiamo una generazione tra le più istruite nella storia delle nostre nazioni, ma al termine degli studi non hanno le possibilità di trovare un lavoro che permetta loro di progettare il futuro: immagino quanti genitori soffrono per questo. In Italia e in Spagna, per esempio, l’età media dei giovani che riescono a diventare autonomi è oltre i 30 anni, una situazione insostenibile che non dà speranza. Anche per questi motivi non è semplice parlare di Dio ai giovani che vivono questa realtà. L’unico modo per confortarli è camminare insieme a loro: spesso pensiamo che siano i giovani che devono venire in Chiesa. Ma da salesiano ho imparato che, come faceva don Bosco, siamo noi che dobbiamo andare a cercarli ovunque si trovino. Questa è grande sfida per la nostra Chiesa: un cammino di vicinanza, di prossimità, incrociare le loro strade. È il modo migliore per poter parlare loro di Gesù.

La Voce e il Tempo

RMG – Un Annullo Postale speciale per il primo anniversario della Canonizzazione di Sant’Artemide Zatti, SDB

Dal sito ANS.

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In occasione del primo anniversario della canonizzazione di Artemide Zatti, SDB, il 9 ottobre 2023 le Poste Vaticane emettono un Annullo Postale speciale, come da circolare-comunicato della stessa Amministrazione Vaticana.

Per la circostanza, la Sede Centrale Salesiana ha proposto due cartoline a firma della pittrice Daniela Longo e di Maria Carmela Perrini.

Sarà possibile obliterare il materiale filatelico, debitamente affrancato, entro l’11 novembre 2023.

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Vaticano – Primo incarico nella Curia Romana per il Card. Ángel Fernández Artime

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Procedendo all’assegnazione degli incarichi per i nuovi cardinali creati lo scorso 30 settembre, nella giornata di mercoledì 4 ottobre 2023 il Santo Padre Francesco ha nominato il Cardinale Ángel Fernández Artime, SDB, Rettor Maggiore della Società Salesiana di San Giovanni Bosco, tra i Membri del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica (DIVCSVA).

Il DIVCSVA si adopera affinché gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica progrediscano nella sequela di Cristo come è proposta dal Vangelo, secondo il carisma proprio nato dallo spirito del fondatore e le sane tradizioni, perseguano fedelmente le finalità loro proprie, e contribuiscano efficacemente alla edificazione della Chiesa e alla sua missione nel mondo.

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Missioni cattoliche: Fondazione don Bosco nel mondo, presentato in Vaticano il nuovo documentario “Canillitas”

Dal sito dell’agenzia SIR.

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“Stare zitti significa essere complici!”. Sono le parole pronunciate da padre Juan Linares, missionario salesiano, sullo sfruttamento del lavoro minorile a margine della proiezione del documentario “Canillitas” presentato dalla Fondazione Don Bosco Nel Mondo, l’organismo della Congregazione Salesiana che si occupa di sostenere i progetti educativi, sociali, di accoglienza e formazione dei giovani e delle persone vulnerabili.
L’obiettivo del documentario – fruibile nel sito della Fondazione Don Bosco Nel Mondo – è rendere visibile l’invisibile, far prendere consapevolezza del fatto che ben 160 milioni di bambini nel mondo, 340 mila solo nella Repubblica Domenicana, sono costretti a lavorare per sostenere le loro famiglie. Padre Juan Linares, da 38 anni missionario a Santo Domingo, non è rimasto indifferente al grido dei minori e ha ideato e fondato il Progetto Canillitas con Don Bosco per i bambini sfruttati, per toglierli dalla strada, fornirgli una educazione e la possibilità di un futuro migliore. Nel suo intervento nella tavola rotonda, svoltasi nella Sala Benedetto XVI in Vaticano nei giorni scorsi, ha auspicato che i cittadini europei possano prendere iniziative con manifestazioni, dibattiti, campagne di sensibilizzazione per far conoscere la piaga del lavoro minorile, da lui definito “una vera vergogna”. In tanti anni di attività, il suo impegno nella Repubblica Domenicana ha portato risultati eloquenti: 93 mila bambini e bambine, adolescenti e giovani, hanno avuto accesso all’istruzione e alla formazione professionale, 70 mila famiglie sono state sostenute con una ricaduta sociale su più di 150 mila persone. Il sogno di padre Linares è incidere nella società, nell’ambito politico per risolvere i problemi alla radice e per “dare il nostro contributo per una società migliore, più giusta, per una civiltà dell’amore”.

Agenzia SIR