ISI, la Famiglia Salesiana di Catania/Cibali ha istituito borse di studio per giovani

La Famiglia Salesiana dell’Istituto S. Francesco di Sales di Catania/Cibali (Salesiani consacrati, Salesiani Cooperatori, Exallievi, Associazione Maria Ausiliatrice), nella fedeltà al carisma di Don Bosco che impone una particolare attenzione ai ragazzi poveri, ha deciso di istituire delle BORSE DI STUDIO per studenti meritevoli ma economicamente disagiati, per offrire  l’opportunità di compiere i loro studi e la loro formazione presso la scuola cattolica paritaria di 1° e 2° grado, gestita dai salesiani di Catania/Cibali.

Tale scuola è stata voluta 130 anni fa da Don Bosco e realizzata 3 anni dopo dal suo successore Don Michele Rua: 127 anni di preziosa presenza a Catania che vanta numerosissimi ex allievi che occupano tuttora posti di responsabilità in diversi settori della vita sociale, a Catania e altrove.

A tale scopo si è stata creata da Salesiani consacrati, Salesiani Cooperatori, Exallievi e Associazione Maria Ausiliatrice l’APS “Alberto Marvelli” sezione locale di Catania/Cibali S. Francesco di Sales ed è stato istituito il “Fondo Don Bosco” ( IBAN: IT30W0502916900CC0020012267) su cui confluiranno donazioni liberali e contributi vari.

ISI, il Rettor Maggiore ha nominato il vicario e l’economo ispettoriali

Dalla Sicilia, dopo la nomina del nuovo Ispettore, arrivano le nomine del vicario e dell’economo. Pubblichiamo dal notiziario ispettoriale:

Il decimo successore di Don Bosco don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei salesiani, insieme al Consiglio generale, ha reso noto la nomina del nuovo Vicario Ispettoriale e dell’Economo Ispettoriale. Sono stati nominati Don Franco Di Natale, quale Vicario Ispettoriale e Don Marcello Mazzeo, come Economo Ispettoriale.

Un grazie va don Enzo Ferrarella, che in questi anni è stato l’economo Ispettoriale, che con generosità e sacrificio ha espletato l’incarico a beneficio dell’Ispettoria.

Don Franco Di Natale è nato il 26 maggio 1958 a Ragusa. Dopo un accurato discernimento svolto presso la casa salesiana della città che gli ha dato i natali, ha iniziato l’iter formativo presso il noviziato di Lanuvioin Provincia di Roma.

Ha emesso i voti temporanei il 12 settembre 1974 e fino al 1977 ha studiato presso il Liceo del Post-Noviziato di San Gregorio di Catania. Dal 1977 al 1980  ha vissuto l’esperienza del tirocinio salesiano presso l’aspirantato della casa di Caltanissetta Don Bosco e la casa di San Domenico Savio di Messina. Dal 1980 al 1984 ha studiato presso Istituto Teologico San Tommaso di Messina dove ha conseguito il Baccellierato in Sacra Teologia.

Diviene salesiano perpetuo il 13 settembre 1981 e il 19 gennaio 1985 è ordinato sacerdote a Ragusa da Mons. Angelo Rizzo.

Dal 1984 al 1995 ha ricoperto l’ufficio di consigliere presso le case di San Gregorio di Catania eCatania Cibali con un’interruzione di un anno vissuto nella comunità di Alcamo. Dal 1995 e per i successivi cinque anni si occuperà della Presidenza della Scuola Paritaria del San Luigi di Messina.

Dal 2000 al 2002 è Segretario Ispettoriale e Vicario della Comunità dell’ispettorato e nel seguente anno si occuperà della direzione della comunità della Casa Ispettoriale. Dal 2002 al 2004 sarà Vicario Ispettoriale, mentre dal 2003 al 2004 Direttore della comunità di Palermo Ranchibile e dal 2004 al 2006 Direttore della casa di Ragusa.

Nel 2007 Consegue il Dottorato in Catechetica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma. Dal 2007 ad oggi è rimasto presso la comunità di Messina San Tommaso, dapprima come Vicario, poi come Direttore (2010-2019). Dal 2011 al 2015 sarà Preside dell’Istituto Teologico San Tommaso di Messina. Ad oggi, è docente di Teologia Pastorale presso il medesimo Istituto Teologico. È stato Consigliere Ispettoriale per 9 anni e membro del Consiglio Presbiterale della Diocesi di Messina (2013-2018).

Don Marcello è nato l’8 aprile del 1975 a Milazzo in Provincia di Messina. Dopo un accurato discernimento svolto presso l’Oratorio Salesiano “S. Giorgio” in Barcellona Pozzo di Gotto, ha iniziato l’iter formativo presso il noviziato di Lanuvio in Provincia di Roma.

Ha emesso i voti temporanei l’8 settembre 1996 ed è divenuto salesiano per sempre il 13 ottobre 2002. Il 14 febbraio 2004 è ordinato sacerdote nella Basilica minore di S. Sebastiano Martire in Barcellona Pozzo di Gotto, da Mons. Giovanni Marra.

Nei primi anni di sacerdozio si è inserito presso la comunità salesiana S. Francesco di Sales di Catania Cibali e fino al 2009 ha insegnato presso la scuola ed è stato incaricato ispettoriale del Movimento Giovanile Salesiano. Dallo stesso anno fino al 2014 ha ricoperto l’ufficio di Delegato di Pastorale Giovanile e incaricato del Servizio Civile. È stato Consigliere Ispettoriale per 8 anni e nell’anno 2013-2014 Direttore della Casa Ispettoriale.

In questi ultimi cinque anni ha guidato la comunità ecclesiale di Catania Salette come incaricato dell’Oratorio Centro Giovanileresponsabile del Prenoviziato e Direttore della stessa.

Licenziato in Teologia Morale nel 2016, presso lo Studio Teologico S. Paolo di Catania, consegue la laurea in Scienze dell’Educazione all’Università degli studi di Messina nel 2005. Ad oggi, è membro della CIF.

Sì alla VITA, sempre! – Centro di aiuto alla Vita “Domenico Savio”

Si riporta l’articolo pubblicato sul Notiziario dell’Ispettoria Salesiana SiculaInsieme” riguardante il servizio offerto dal CAV, il Centro di Aiuto alla Vita “Domenico Savio”.
(25 aprile 2019 – Catania Barriera)

Il Centro Aiuto alla Vita Domenico Savio è un’associazione di volontariato regolarmente registrata, costituita presso l’Oratorio Salesiano Sacro Cuore di Catania (quartiere Barriera) e aderente al Movimento per la vita nazionale, all’ APS “ Salesiani per il sociale “, e attualmente anche al Centro Servizi per il Volontariato Etneo (CSVE) Il CAV Domenico Savio opera a sostegno della vita nascente e della famiglia e vuol essere punto di riferimento e, nei limiti del possibile, di aiuto e supporto per le mamme e le famiglie in difficoltà.

In particolare il Centro si propone di:

  • fornire un concreto aiuto alla vita nascente e alle mamme in difficoltà attraverso: il sostegno morale, psicologico, economico e la consulenza medica e legale gratuita;
  • diffondere la promozione della vita nel territorio mediante la creazione di “Punti Vita” presso scuole, istituti, parrocchie, gruppi e associazioni affinché questi si facciano, a loro volta, promotori di analoghe iniziative a favore della vita e della famiglia,
  • favorire la “cultura della vita” mediante realizzazione di incontri presso le scuole secondarie al fine di fornire informazioni medico-scientifiche, legali ed etiche di base in tema di procreazione, aborto, tutela della maternità e della vita; promozione… presso le scuole di ogni ordine e grado, di concorsi e di progetti, aventi come tema la vita, la famiglia, i giovani, l’educazione all’affettività ed alla sessualità nonché interventi di contrasto ad ogni forma di violenza nei confronti di categorie considerate più deboli; collegamento in rete con altre realtà religiose (Uffici diocesani di pastorale familiare, caritas e pastorale giovanile, parrocchie, scuole cattoliche, MGS, Movimento Salesiano delle Famiglie, Centri Giovanili, Oratori…) e civili (scuole statali e paritarie, centri sociali, consultori, cliniche, studi medici, farmacie…); organizzazione di tavole rotonde, conferenze ed incontri su tematiche attuali relative alla vita, all’aborto, all’educazione dei figli, alla famiglia, al lavoro, all’affido e adozione, alle famiglie in difficoltà di relazione…, organizzazione annuale di una giornata per la vita a livello parrocchiale e territoriale, di rendersi presente presso i “tavoli” concernenti tematiche relative alla vita e alla famiglia presso il Comune e altre realtà associative.

Fanno parte del CAV Domenico Savio dei Volontari di diverse età, provenienza e professionalità (medici, avvocati, psicologi, assistenti sociali, insegnanti, biologi, religiosi, madri di famiglia, giovani…).
È sempre attivo un numero di telefono mobile, nonché il numero verde del Movimento per la vita indicati sulla brochure e sulla locandina SOS Vita del CAV, che esponiamo in vari punti del territorio (ambulatori, cliniche, consultori, chiese, scuole…)
Il CAV Domenico Savio sta vivendo un bel momento di presenza forte nel Territorio e nella Chiesa locale: abbiamo visitato, negli ultimi mesi, 9 Consultori ASP e 2 Centri sociali, siamo in contatto con oltre 10 Istituti Secondari di II Grado di Catania e Provincia (incontri sistematici con i giovani, concorso sui diritti umani e sulla vita…), con vari Istituti comprensivi di Primaria e Secondaria di I grado (Progetto Emozioni, un Uovo per la vita, Concorso dei presepi nelle scuole…); è ormai tradizionale nel corso dell’anno, in comunione con il IV Vicariato, una serie di incontri formativi per giovani e adulti su tematiche forti come le “dipendenze” (è venuto con la sua Equipe il compianto Padre Vincenzo Sorce di Casa Rosetta, Terra Promessa. Il 17 gennaio scorso) e sull’inizio della vita umana già dalla formazione dell’embrione umano, con don Gianni Russo.

È in atto il concorso artistico, letterario e multimediale sul tema della vita e sui diritti umani, nel 70° della loro proclamazione da parte dell’ONU nel 1948, con ottima partecipazione di oltre 300 studenti di 10 Istituti di Scuola Secondaria di II grado di Catania e Provincia cresce la presenza nel territorio e la collaborazione con enti pubblici ed ecclesiali, in particolare con la Pastorale della famiglia e lo sportello per maternità difficili della Chiesa locale.
Attualmente sono una dozzina le famiglie che seguiamo e aiutiamo, e in particolare tre le mamme con maternità a rischio aborto, sostenute dal centro anche tramite il “Progetto Gemma” e “Adotta una mamma”.

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Don Giovanni D’Andrea è il nuovo Ispettore della Sicilia e Tunisia

Il 6 giugno, il Rettor Maggiore dei Salesiani ha nominato Don Giovanni D’Andrea Ispettore della Sicilia e Tunisia.  

Don Roberto Dal Molin, presidente del Centro Nazionale Opere Salesiani e di Salesiani per Sociale APS, dichiara: “Desidero esprimere a don Giovanni D’Andrea la felicità dell’Italia salesiana per la sua nomina ad Ispettore della Sicilia. Negli anni in cui ha svolto il suo servizio per il Centro Nazionale come Presidente di Salesiani per il Sociale ha testimoniato una grande dedizione ed amore per i giovani poveri ed emarginati. Quegli stessi giovani che di certo manterrà come bussola di orientamento nel nuovo ed impegnativo servizio. Il sostegno e l’accompagnamento affettuoso insieme con l’affidamento all’Ausiliatrice perché sia di guida a don Giovanni nel dare volto, cuore e mani a don Bosco in Sicilia“.

Di seguito, il comunicato dell’ufficio di Comunicazione sociale della Sicilia:

Il 6 giugno 2019, durante la sessione estiva del Consiglio Generale, il decimo successore di Don Bosco don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, con il parere favorevole del Consiglio Generale, ha reso noto la nomina di Don Giovanni D’Andrea, come Ispettore dei Salesiani di Sicilia e Tunisia per il sessennio 2019-2025.
Don Giovanni d’Andrea succede a don Giuseppe Ruta, che conclude il suo mandato di Ispettore, a cui va un sentito grazie, per il servizio reso in questi anni a favore dei giovani, delle famiglie e di tutte le comunità educativo pastorali di Sicilia.
La nomina è stata resa nota secondo quanto prevedono le Costituzioni Salesiane per la scelta dell’Ispettore. Per don Giovanni d’Andrea, l’inizio del suo servizio da Ispettore è previsto nel mese di agosto 2019, durante l’assemblea ispettoriale, che ogni anno si tiene prima dell’avvio dell’anno pastorale.
Don Giovanni che fino ad oggi ha ricoperto l’ufficio di Vicario ispettoriale, a cui va un grande grazie per il servizio reso all’Ispettoria e ai Giovani in questo ultimo anno, è nato a Messina il 18-07-1968 ed è cresciuto presso l’oratorio di Messina Valle, dove operano le Figlie di Maria Ausiliatrice.

Don Giovanni D’Andrea, dopo gli studi superiori e l’esperienza nel mondo del lavoro, decide di entrare in noviziato il 08-09-1996, vive l’anno di preparazione alla prima professione a Lanuvio, professa a Roma il 08-09-1997. Vive gli studi filosofici a Roma San Tarcisio e frequenta i corsi dell’Università Pontificia Salesiana di Roma. Svolge il tirocinio a San Gregorio di Catania dal 1999 al 2001.
Attende agli studi teologici presso l’Istituto Teologico San Tommaso di Messina, qui emette la professione perpetua il 12-10-2003, viene ordinato sacerdote per le mani di Mons. Giovanni Marra il 28-05-2005.
Da diacono e nel primo anno di sacerdozio vive l’esperienza di assistente dei post-novizi a Roma San Tarcisio e in quegli anni studia Scienze dell’Educazione presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma.
Da sempre con i giovani e per i giovani la sua prima obbedienza, dopo gli anni della formazione, è stata quella di Incaricato d’Oratorio dell’opera di Palermo Santa Chiara, fino al 2009, anno in cui viene nominato direttore dell’Opera fino al 2012.
Dal 2012 viene inviato a svolgere ruoli nazionali presso la Comunità San Lorenzo di Roma.
È stato presidente della Federazione SCS-CNOS, delegato per le associazioni CGS-TGS, coordinatore nazionale per le parrocchie-oratorio, e per l’emarginazione e disagio. In questi anni di servizio al CNOS è stato nominato membro del Don Bosco International e componente supplente della Consulta Nazionale del Terzo Settore.

 

 

Un ponte tra la Sicilia e il Senegal: con “Infanzia missionaria”, a costruirlo sono i bambini

Un gruppo di quaranta bambini tra i 4 e i 7 anni, catechiste e animatrici, un giovane salesiano e un sogno: costruire un ponte tra la Sicilia e il Senegal. Il progetto “Infanzia Missionaria”, concluso il 24 maggio, è nato dalla necessità di spiegare ai bambini il valore dell’accoglienza, del sostegno. Grazie alla collaborazione con l’associazione “Don Bosco 2000” che opera anche in Senegal, don Alfredo Calderoni, giovane salesiano che si trova nell’oratorio di Gela, ha messo su un programma da febbraio a maggio, coinvolgendo animatori e catechisti, i bambini e le loro famiglie.

“Ogni mese – spiega – sceglievamo un tema, partendo dalla carità, e poi realizzavamo concretamente dei piccoli oggetti riciclando materiale portato da casa. Gli incontri iniziavano sempre con una piccola formazione, poi passavamo all’attività. Ogni mese, raccolti i soldi dei loro risparmi, li mandavamo in Senegal per acquistare i kit scuola“. Il progetto si è concluso il 24 maggio, solennità di Maria Ausiliatrice, con uno spettacolo e la festa dei popoli. “Abbiamo coinvolto gli adulti, partendo dai piccoli: facendo vedere loro che i risparmi raccolti qui hanno realizzato concretamente qualcosa in Senegal  è stato più facile avere la loro fiducia”, racconta ancora don Alfredo. Da questo progetto è nato anche il “mini grest”, una mini estate ragazzi dedicata ai più piccoli e soprattutto, il “ponte” costruito all’oratorio ha portato frutti. “Una scuola vicino a noi, viste le foto, i video e i disegni che ci hanno spedito dal Senegal per ringraziarci, hanno voluto raccogliere dei fondi durante il saggio di fine anno e spedirli in Senegal con Don Bosco2000”. “Abbiamo gettati le basi per costruire un ponte e un progetto che sicuramente proseguirà”, conclude don Alfredo.

Sicilia, il messaggio di don Rodolfo Di Mauro per i suoi 101 anni

«Che cosa chiedo agli anziani, tra i quali annovero anche me stesso? Chiedo che siamo custodi della memoria. […]  Immagino gli anziani come il coro permanente di un importante santuario spirituale, in cui le preghiere di supplica e i canti di lode sostengono l’intera comunità che lavora e lotta nel campo della vita»[1]. È bello che «i giovani e le ragazze, i vecchi insieme ai bambini, lodino il nome del Signore» (Sal148,12-13).

Che cosa possiamo dare ai giovani noi anziani?«Ai giovani di oggi che vivono la loro miscela di ambizioni eroiche e di insicurezze, possiamo ricordare che una vita senza amore è una vita sterile». Cosa possiamo dire loro?«Ai giovani timorosi possiamo dire che l’ansia per il futuro può essere superata». Cosa possiamo insegnare loro?«Ai giovani eccessivamente preoccupati di sé stessi possiamo insegnare che si sperimenta una gioia più grande nel dare che nel ricevere, e che l’amore non si dimostra solo con le parole, ma anche con le opere» (p.13).

L’amore che si dà e che opera, tante volte sbaglia. Colui che agisce, che rischia, spesso commette errori. A questo proposito, può risultare interessante la testimonianza di Maria Gabriela Perin, orfana di padre dalla nascita, che riflette sul modo in cui questo ha influenzato la sua vita, in una relazione che non è durata ma che ha fatto di lei una madre e ora una nonna: «Quello che so è che Dio crea storie. Nel suo genio e nella sua misericordia, Egli prende i nostri trionfi e fallimenti e tesse bellissimi arazzi pieni di ironia. Il rovescio del tessuto può sembrare disordinato con i suoi fili aggrovigliati – gli avvenimenti della nostra vita – e forse è quel lato che non ci lascia in pace quando abbiamo dei dubbi. Tuttavia, il lato buono dell’arazzo mostra una storia magnifica, e questo è il lato che vede Dio» (pp. 162-163).

[…] Se camminiamo insieme, giovani e anziani, potremo essere ben radicati nel presente e, da questa posizione,frequentare il passato e il futuro: frequentare il passato, per imparare dalla storia e per guarire le ferite che a volte ci condizionano; frequentare il futuro, per alimentare l’entusiasmo, far germogliare i sogni, suscitare profezie, far fiorire le speranze. In questo modo, uniti, potremo imparare gli uni dagli altri, riscaldare i cuori, ispirare le nostre menti con la luce del Vangelo e dare nuova forza alle nostre mani.

Le radici non sono ancore che ci legano ad altre epoche e ci impediscono di incarnarci nel mondo attuale per far nascere qualcosa di nuovo. Sono, al contrario, un punto di radicamento che ci consente di crescere e di rispondere alle nuove sfide. Quindi, non serve neanche «che ci sediamo a ricordare con nostalgia i tempi passati; dobbiamo prenderci a cuore la nostra cultura con realismo e amore e riempirla di Vangelo. Siamo inviati oggi ad annunciare la Buona Novella di Gesù ai tempi nuovi. Dobbiamo amare il nostro tempo con le sue possibilità e i suoi rischi, con le sue gioie e i suoi dolori, con le sue ricchezze e i suoi limiti, con i suoi successi e i suoi errori»[2].

Nel Sinodo uno degli uditori, un giovane delle Isole Samoa, ha detto che la Chiesa è una canoa, in cui gli anziani aiutano a mantenere la rotta interpretando la posizione delle stelle e i giovani remano con forza immaginando ciò che li attende più in là. […] saliamo tutti sulla stessa canoa e insieme cerchiamo un mondo migliore, sotto l’impulso sempre nuovo dello Spirito Santo.

 

[1]A. Spadaro (ed.), La saggezza del tempoIn dialogo con Papa Francesco sulle grandi questioni della vita, Venezia, Marsilio 2018, p.12.

[2]E. Pironio, Messaggio ai giovani argentini nell’incontro nazionale giovanile a Cordoba(12-15 settembre 1985), 2.

ISI, concluso il 30° capitolo ispettoriale: “I giovani sono il nostro roveto ardente”

Il 30° Capitolo Ispettoriale della Sicilia, che si è appena concluso, è solo un tassello del grande mosaico dei capitoli ispettoriali, che ancora in gran parte del mondo le altre ispettore stanno celebrando. Il Capitolo, sia generale che ispettoriale, è l’assemblea più importante per la vita della Congregazione Salesiana. È un momento di condivisione, di riflessione e soprattutto, di riflessione sulla pastorale che si desidera promuovere nei prossimi anni, per il bene dei giovani destinatari e principali protagonisti della missione salesiana e per i Soci, i Salesiani, che hanno scelto di vivere in comunità fraterne.

Nel messaggio introduttivo alla terza sessione, l’Ispettore ha sottolineato come «viviamo un momento particolare della storia dell’umanità con due coordinate che orientano il nostro impegno di riflessione e la nostra ricerca di traiettoria di azione, nel cammino intrapreso di discernimento fatto di ascolto-interpretazione-scelta». La prima coordinata è la Chiesa, mentre la seconda è la Congregazione.Queste pongono l’Ispettoria in un perenne discernimento per dare risposte concrete, pratiche e creative.

Nel messaggio introduttivo il sig. Ispettore ha chiesto ai presenti di scorgere don Bosco alle origini della Congregazione, per cercare di trovare slancio apostolico e risposte concrete, per fare la bella copia, del lavoro abbozzato dal santo dei giovani. L’Ispettore ha ricordato come il ritorno alle origini, non serve per vivere nella nostalgia di quanto si è fatto, ma è utile per uno slancio virtuoso e apostolico del futuro.

Nei discorsi di apertura e di chiusura ha richiamato gli elementi significativi per la vita dell’Ispettoria a conclusione del 30° Capitolo Ispettoriale.

Il messaggio finale si concepisce come una splendida lettura sapienziale radicata alla realtà attuale che vive la Sicilia Salesiana. Una lettura coerente e realistica dei tempi e delle situazioni già vissute, ma anche di quelle da vivere nel futuro ormai prossimo. Mette in risalto la bellezza e la ricchezza proprie della Sicilia e della Tunisia, rammentando i punti su cui bisogna lavorare per migliorarsi, per rispondere efficacemente alle sfide che si presenteranno.

«Da parte mia – scrive l’Ispettore – in ascolto di quanto è emerso in questo cammino di condivisione e discernimento, facendo memoria di quanto vissuto e guardando in prospettiva, mi pare di poter cogliere tre tratti che caratterizzano la nostra identità di Salesiani e la nostra missione trai i giovani condivisa con i laici educatori».

L’icona biblica proposta da don Ruta a conclusione di questo importante incontro è la chiamata di Mosè (cfr. Es 3), la quale sintetizza i meccanismi di discernimento dell’Ispettoria, che vanno portati avanti con tenacia nei prossimi anni.

Il primo tratto sono i giovani: “il roveto ardente” per ogni salesiano. Così come è stato affermato a conclusione del CG 27: «Per mezzo di essi Dio ci parla e ci attende in essi. Sono la ragione per cui ci siamo sentiti capaci di dire sì alla chiamata del Signore, sono essi la ragione della nostra vita».

L’ispettore ha invitato l’assemblea a discernere, con attenzione nei prossimi anni, il percorso di ridisegno delle presenze per rispondere con generosità alle sfide del futuro, senza dimenticare che la presenza salesiana in Sicilia è nata dopo la chiusura di Albano e di Ariccia, decisa della stesso don Bosco nel 1879.

La pastorale giovanile in Sicilia è un terreno fertile, che non bisogna trascurare, ma piuttosto continuare a curare per poter dare ancora buoni frutti.

Il secondo tratto su cui continuare a riflettere è il legame con il popolo, a partire dalla condivisione delle sofferenze e dalle oppressioni, che costantemente gravano sull’umanità, in particolare sui giovani.

«Non siamo onnipotenti, ma umili e semplici segni di liberazione e predilezione di Dio per i giovani più poveri. Siamo chiamati a ritornare nella terra in cui operiamo, cogliendo ogni vita e l’intera storia con le orecchi e il cuore di Dio».

L’Ispettoria nonostante un’età media alta dei salesiani, gode di una buona vitalità. Gode di salesiani felici, consapevoli di contribuire alla salvezza dei giovani e del popolo di Dio. Per continuare su questa strada bisogna vivere nell’ottica della formazione permanente prendendosi cura della comunità, affinché la vita da essa vissuta sia salesianamente dignitosa, cercando di collaborare con i laici appassionati e motivati.

Il terzo ed ultimo tratto è il cammino condiviso verso… la terra promessa. Si tratta di attuare un cammino di purificazione, mettendo a fuoco quello che lo Spirito Santo ispira, dando priorità alle anime. Egli afferma: «Il bene delle anime, infatti, va ricercato e realizzato “bene” anche nei suoi aspetti gestionali e temporali». A conclusione del messaggio, l’Ispettore invita ad imparare dagli errori del passato per migliorare la gestione della vita comunitaria e pastorale.

A distanza di qualche giorno metteremo a fuoco i punti salienti di questo capitolo per camminare avanti e a testa alta, consapevoli che si è inseriti nel grande progetto di Dio, e che la missione ha sempre una sola sorgente il «Da Mini Animas, coetera tolle».

Vedendo/facendo: l’ascolto passa al web con i Salesiani di Sicilia

“Vedendo/Facendo” è una nuova iniziativa web pensata e realizzata dall’Ufficio di Comunicazione Sociale dei Salesiani di Sicilia. Si tratta di una serie di video riguardanti tematiche molto ampie (catechistiche, etiche, sociali, filosofiche e teologiche), un percorso proprio che parte dal vedere fino ad approdare al fare, passando attraverso il capire.

Tematiche che di volta in volta vedranno protagonisti non solo i Salesiani, ma anche i giovani, che si sono resi disponibili all’ascolto.

Il primo video, lanciato il 4 marzo 2019, è disponibile sul canale YouTube dei Salesiani di Sicilia, si tratta di un video di presentazione di quello che si vuole realizzare attraverso la rubrica Vedendo/Facendo. Il video, che già ha ottenuto diverse visualizzazioni e condivisioni, è stato anticipato da una campagna social, attraverso uno storytelling sui i temi principali della rubrica il vedere e il fare, già altri video sono in fase di scrittura e di pensiero, e anche questi saranno anticipati da grafiche inerenti sempre il tema, e saranno condivisi come sempre sui diversi canali social dell’Ispettoria.

Il progetto “Vedendo/Facendo” prevede una collaborazione fra diversi confratelli e giovani impegnati a vario titolo nell’Ispettoria Sicula, è un progetto che andrà crescendo con il tempo e si impegna a migliorare giorno dopo giorno.

Don Enrico Frusteri, delegato per le Comunicazioni Sociali, sottolinea come il progetto: “è uno ulteriore spazio web in cui poter approfondire tematiche molteplici, che stanno a cuore in particolare ai giovani, ma i destinatari di questi video non sono soltanto i giovani, ma anche coloro che si dedicano alla loro educazione”.

Don Giuseppe Cassaro, Preside dell’Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina e protagonista del primo video, da anni impegnato nella vita accademica cerca sempre di scorgere tematiche che interessino i giovani, nel video afferma che questo spazio web: “Non vuole essere un angolino strettamente religioso, ma un’occasione per mettersi in ascolto delle domande che nascono dalla vita di ogni giorno e interessano le nostre giornate”.

Vedendo/Facendo è un percorso dei giovani e per i giovani, ma anche uno stimolo per quanti si interessano al mondo giovanile, si prevede almeno un video ogni quindici giorni riguardante diverse tematiche. Non c’è tempo da perdere #staytuned, vedi il primo video, iscriviti al canale e partecipa.

 

Gen Rosso a Ragusa: “Il mondo ha bisogno della cultura del dialogo e della pace”

Il Gen Rosso è un gruppo musicale multietnico, nato a Loppiano all’interno del Movimento dei Focolari. In questi giornisi trovava in Sicilia per tre concerti di cui il primo è stato a Ragusa lo scorso 9 febbraio al teatro tenda di via Spadola.

In questa occasione, la comunità salesiana ha invitato il Gen Rosso a partecipare alla S. Messa chiedendo di animare la celebrazione con i canti specifici del gruppo musicale.

Successivamente i componenti della band, con un momento intitolato “Gen Rosso incontra…”,  hanno  condiviso la loro missione in un Teatro Don Bosco gremito di persone. Ai giovani e adulti presenti, attraverso il linguaggio della musica, i musicisti e i cantanti del gruppo, hanno raccontato e testimoniato la cultura del dialogo e della pace con forti messaggi di umanità radicati in Dio e nel fratello.

Dopo l’entusiasmante incontro in teatro, la comunità salesiana ha condiviso con i Gen e i “focolarini” presenti, un’agape fraterna.Naturalmente è stata l’occasione per far conoscere le tantissime bontà culinarie ragusane, dolci e salate, preparate dai vari gruppi intervenuti.

“Stupore, bellezza, gioia”: gli studenti del Ranchibile di Palermo incontrano i detenuti dell’Ucciardone

“22 gennaio 2019, data indimenticabile. Uso questo termine perché non ci sarebbero altri modi per esprimere ciò che questo incontro ci ha dato: stupore, bellezza, gioia. E un momento ricco di ciò non può che essere ricordato, giorno dopo giorno”. Claudia Lo Cascio, studentessa del Don Bosco Ranchibile di Palermo, racconta così l’incontro con ex-tossicodipendenti e carcerati dell’Ucciardone di Palermo.

Un incontro virtuale, attraverso un video-collegamento che ha lasciato i ragazzi senza parole: “Non pensavamo minimamente che da un carcere, da una delle strutture più grigie quasi emarginate di una città potesse sorgere nei volti e nell’animo nostro, una tale serenità e gioia al suono di quelle parole ed emozioni trasmesse da quegli uomini speciali. Ognuno di loro aveva qualcosa da raccontare. Parlare della propria vita non è mai facile, sopratutto se questa è stata fonte di dolore e tristezza. Ma nel momento in cui la vergogna passa in secondo piano e si dà spazio alle proprie emozioni, allora questo diventa uno dei gesti più belli che si possano compiere per qualcuno. E proprio loro, quelli che per alcuni possono essere considerati gli scarti della società , quegli esseri che sono stati in grado solo di provocare del male, hanno preso dal loro cuore il loro dolore e ce l’hanno raccontato”, scrive ancora Claudia.