Mattarella in visita al Bearzi di Udine per ricordare Lorenzo Parelli: «È un segno di speranza» – Messaggero Veneto

Venerdì 29 aprile, il Capo dello Stato Sergio Mattarella si recherà in visita all’Istituto salesiano G. Bearzi di Udine per ricordare Lorenzo Parelli, il diciottenne che il 21 gennaio scorso perse la vita in un incidente nello stabilimento della Burimec di Pavia. Di seguito l’articolo riportato sul Messaggero Veneto a cura di Christian Seu con l’intervista al direttore dell’istituto don Lorenzo Teston.

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Parla il direttore della scuola che frequentava il 18enne morto durante lo stage «Il Quirinale ci ha chiesto materiale per organizzare l’arrivo del presidente»
«Mattarella qui al Bearzi per onorare Lorenzo È un segno di speranza»

Sul display del telefono di don Lorenzo Teston, direttore dell’istituto Bearzi, venerdì pomeriggio ha lampeggiato un numero con prefisso 06, quello di Roma. «Ho pensato a un call center», racconta il giorno dopo il sacerdote, ripercorrendo quei momenti. Dall’altra parte della cornetta, invece, gli uffici del cerimoniale della Presidenza della Repubblica, che annunciavano la volontà del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, di recarsi in visita all’istituto salesiano venerdì 29 aprile.

Il presidente della Repubblica sarà a Udine per ricordare Lorenzo Parelli, il diciottenne che il 21 gennaio scorso perse la vita in un incidente nello stabilimento della Burimec di Pavia, nell’ultimo giorno di tirocinio del sistema duale previsto nella formazione professionale.

Don Teston, come è avvenuto il contatto con il Quirinale?

«Hanno cercato la preside Lucia Radicchi, poi si sono messi in contatto con me. C’è stata una prima chiamata di pochi minuti, alla quale ha fatto seguito una telefonata di una decina di minuti, per approfondire alcuni aspetti, diciamo così, logistici. Ci hanno fornito le coordinate temporali della visita del presidente Mattarella e ci hanno richiesto materiale per organizzarla».

Vi è stato comunicato qualche dettaglio in più?

«No, al momento no. A parte la data, il 29 aprile, nulla di più: probabilmente avremo qualche indicazione ulteriore nei prossimi giorni. I docenti sono sorpresi, contenti e al tempo stesso un po’ preoccupati, perché non è certamente facile organizzare un appuntamento del genere».

Cosa rappresenta la visita del Capo dello Stato?

«È un gesto alto, nobile, di grande vicinanza alla scuola. Siamo felici che il presidente possa visitare il nostro istituto, toccare con mano il modello della formazione professionale. Organizzeremo quel momento facendo in modo che Mattarella possa incontrare la nostra comunità educativa, per fargli capire il desiderio di bene che cerchiamo di concretizzare con i nostri percorsi professionali indirizzati a ragazzi che fanno fatica nel mondo dell’istruzione tradizionale o che, magari, hanno altre abilità sulle quali costruire un futuro».

Inevitabilmente la visita del presidente sarà dedicata a Lorenzo Parelli.

«È anzitutto un gesto di vicinanza alla famiglia, che è stata contattata dal Quirinale. Una perdita come quella di Lorenzo non si può colmare, ha rappresentato per noi un dolore lacerante, profondo, una situazione umanamente irrimediabile. Da un evento tragico come questo bisogna però trovare un seme di speranza per altre persone. E anche la visita del presidente così va letto: un segno di speranza».

Avete immaginato iniziative per ricordare Lorenzo?

«Ci sono tante proposte, che abbiamo però girato alla famiglia: la titolarità della memoria di Lorenzo è della famiglia. Noi come istituto li appoggiamo e siamo stati impegnati, in queste settimane difficili, a collaborare con Regione, enti e parti datoriali per avviare una riflessione organica sul percorso duale e sui percorsi degli studenti in azienda. Onoriamo così Lorenzo, ci sembra il modo più concreto e corretto».

Dalla scomparsa del ragazzo sono passati poco più di due mesi. Come avete gestito il lutto con i compagni di scuola di Lorenzo?

«È stato un evento deflagrante. A partire dal giorno della tragedia abbiamo riflettuto sul senso della vita, avviato percorsi di supporto psicologico ad hoc per il gruppo classe e per i ragazzi che lo richiedevano. Quanto accaduto ha suscitato tante domande, dialogo, riflessione, soprattutto tra gli studenti più grandi».

Vatican News – Expo Dubai 2020: la missione delle università per salvare la Terra

Dal sito di Vatican News.

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Sono volati nella Perla del Deserto, per l’incontro internazionale con le università sostenibili, 16 studenti dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (IUSVE) accompagnati dal direttore don Nicola Giacopini, nell’ambito della Global Goals Week. Il loro contributo ha preso forme diverse: dalla presentazione di un progetto di comunicazione social legato ai temi della sostenibilità, alla lotta all’inquinamento, fino all’ecologia integrale e alla proposta di installazioni fisiche interattive in ambito di visual green communication, rivolte ai visitatori di Expo. Accanto a IUSVE e alla RUS, anche Vatican News per raccontare il presente e il futuro di quella Casa comune che non appartiene a nessuno se non a ciascuno e che va ricostruita, mattone dopo mattone, con le tante e nuove forme di ‘cemento’ di cui il Papa parla nella sua enciclica, Laudato si’.

Le sfide

Vista dall’alto Expo2020 ha la forma di un fiore, simbolo di bellezza, con tre petali principali che corrispondono ad altrettante aree tematiche, cuore dell’esposizione: mobilità, opportunità, sostenibilità. Orientamento, quest’ultimo, che si traduce spesso in prassi trasformative molto concrete visto, ad esempio, che all’interno dell’area, che misura poco più di quattro chilometri quadrati, i trasferimenti di persone e merci sono esclusivamente pedestri, elettrici o a pedali e che i pannelli solari installati sui tetti degli edifici producono con una capacità totale combinata di 5,5 megawatt. Per coinvolgere maggiormente i visitatori in un processo di consapevolezza rispetto alle emissioni di carbonio, gli organizzatori di Expo Dubai 2020 hanno creato inoltre la piattaforma “Seeds of change” che permette, da un lato, di narrare progetti innovativi nell’ambito della sostenibilità, dall’altro di partecipare alla loro diffusione mediante votazione online o condivisione sui social. Gli accorgimenti per rendere più sostenibile l’esposizione universale a lungo termine sono, ad esempio, la realizzazione di molti edifici permanenti nel rispetto dei criteri della rigorosa certificazione Leed (Leadership in Energy and Environmental Design) o lo studio promosso dal Centro per la sostenibilità, attraverso la ricerca e l’educazione della Modul University Dubai sull’impatto che il turismo ha avuto nei mesi di operatività di Expo Dubai 2020, per ricavarne indicazioni pratiche volte a ottimizzare flussi e consumi in ottica di turismo sostenibile.

L’impegno della Rus nella sostenibilità

La Rete delle università per lo sviluppo sostenibile (Rus) è nata nel 2016 dalla volontà di un comitato promotore composto da Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università degli Studi di Milano, Università Bicocca, Università di Verona, Università di Bologna, Università di Parma, Università di Trento, Università Ca’ Foscari di Venezia, Università di Bari e Politecnico di Bari, con lo scopo di diffondere la cultura e le buone pratiche di sostenibilità sia all’interno che all’esterno degli atenei. La sua presenza a Expo Dubai 2020 si spiega dunque con l’intenso impegno in quest’ambito volto a realizzare un mondo più pulito e sostenibile. “Mancano otto anni al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 – spiega Patrizia Lombardi, presidente della Rus – e riteniamo che le università abbiano un ruolo fondamentale da giocare in questa partita, possano fare la differenza grazie proprio alla forza della partnership tra atenei”.

Nuove energie

Ma le attività della Rus non si fermano solo alla diffusione e condivisione di linee guida e buone pratiche, piuttosto si trasformano in processi propulsivi di nuove energie, come nel caso del biennio di preparazione all’evento “Universities in action for the UN 2030 Agenda” che si è tenuto a Expo Dubai 2020 il 18 gennaio scorso al Padiglione Italia.  L’evento, patrocinato dalla Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha fornito linee programmatiche per il contributo che le università italiane possono dare a processi di sostenibilità grazie agli interventi dei ministri Maria Cristina Messa ed Enrico Giovannini, di Maurizio Tira, delegato per gli affari internazionali della Crui e di Alyssa Gilbert, presidente del COP26 Universities Network. Oltre alla loro presenza, il forum ha potuto contare sulla presentazione di idee innovative e creative proposte da alcuni studenti in rappresentanza degli oltre 600 coetanei coinvolti in questo evento.

La mobilità sostenibile in ambito universitario

Uno dei settori nei quali risulta urgente l’azione, anche in seguito al cambiamento di abitudini e prassi adottate per le misure di contenimento del contagio da Covid-19, è quello della mobilità sostenibile. “Ci sono fondamentalmente quattro tipi di interventi – spiega Matteo Colleoni, coordinatore nazionale del gruppo di lavoro ‘Mobilità’ della Rus – che le università possono mettere in atto per migliorare la sostenibilità in questo ambito specifico. Il primo riguarda il convenzionamento con i servizi di trasporto pubblico, affinché vengano utilizzati sempre di più da parte degli studenti e del personale. Ci sono poi, le politiche di restrizione, ovvero le limitazioni, ad esempio, nell’uso degli spazi pubblici dell’università per parcheggiare auto private, così da spingere a utilizzare questi spazi per le auto ibride e veicoli elettrici in generale. Un terzo tipo di azioni le abbiamo definite ‘politico-organizzative’, ovvero pratiche di riorganizzazione dello spazio dei campus ma anche degli orari. Basti pensare, tanto per fare un esempio riferito a questo periodo pandemico, all’importanza che ha avuto la riorganizzazione dei tempi di inizio e fine lezione per poter evitare i momenti di picco dell’uso dei mezzi pubblici. L’ultimo tipo – conclude Colleoni – è rappresentato dalle politiche innovative e di ricerca sulla mobilità sostenibile. In questo ambito le università attivano percorsi di ricerca in generale ma anche in collaborazione con le imprese”.

La Rus in relazione alla Laudato si’

“La particolarità della Rus – spiega Paola Biglia –  coordinatrice della segreteria organizzativa della Rete – è sicuramente il suo aspetto di coralità a livello universitario che consente di condividere le proprie esperienze migliori sia per rendere i campus più sostenibili da un punto di vista ambientale e sociale, sia per estendere sui territori di pertinenza proposte trasformative che possano avere una ricaduta nelle azioni di terza missione a livello di sostenibilità. Si tratta di alzare la qualità anche a livello di relazioni, proprio come viene ricordato nella Laudato si’, nella presa di coscienza che siamo tutti parte della stessa Casa comune. A livello di Rus  – prosegue Biglia – vorremmo far percepire a tutti di appartenere alla stessa rete, a partire dal personale tecnico amministrativo sino a giungere al personale docente, ciascuno con la propria peculiarità, unendo le forze in una direzione comune. Il gruppo di lavoro ‘Cambiamenti climatici’ della Rus ha perciò predisposto alcune linee guida molto chiare per progettare piani di decarbonizzazione, cosicché ogni ateneo o qualsiasi altro ente possa pianificare la propria riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera”.

Tra i giovani presenti al forum “Universities in action for the UN 2030 Agenda” anche 16 studenti dell’Istituto universitario salesiano di Venezia (Iusve). Il direttore, don Nicola Giacopini, ha motivato così lo sforzo che l’ateneo veneto ha dedicato a questa missione: “da ormai due anni lo Iusve è impegnato nel progetto ‘Ecologia integrale nuovi stili di vita’ che mira a valorizzare la cura e la custodia della Casa comune, seguendo l’invito proposto da Papa Francesco nella Laudato si’. Grazie al sostegno del progetto Deutsche Post Stiftung, abbiamo potuto partecipare a questa missione universitaria anche con una rappresentanza di studenti che fanno parte del Green Team, un gruppo di animazione che promuove pratiche trasformative legate all’ecologia integrale. La forza dei giovani nella conversione ecologica non può e non deve essere sottovalutata”.

*Redazione Cube Radio – Dubai

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Castello di Godego – “Aiutati che il ciel t’aiuta”: i bambini confezionano doni natalizi per i carcerati

Quello che Don Bosco vide nelle carceri di Torino lo segnerà per tutta la vita. Non dimenticherà mai quelle «turbe di giovanetti, sull’età dei 12 ai 18 anni; tutti sani, robusti, d’ingegno svegliato; ma vederli là inoperosi, rosicchiati dagli insetti, stentar di pane spirituale e temporale, fu cosa che mi fece inorridire». Così, San Giovanni Bosco descrive l’esperienza di visita e assistenza alle carceri di Torino guidato dal suo formatore san Giuseppe Cafasso.

Ancora oggi l’opera di misericordia spirituale di «visitare i carcerati» non è passata né di moda, né di urgenza. Chiede solo di essere ri-visitata nella forma, a motivo delle circostanze della pandemia in cui ancora ci troviamo. Per questo, la Comunità Educativo Pastorale dell’istituto salesiano E. di Sardagna di Castello di Godego (formata da salesiani, docenti e giovani educatori) ha pensato di proporre ai 250 ragazzi della scuola media un’esperienza per cambiare prospettiva: unire le forze per sostenere i detenuti del carcere “Santa Bona” di Treviso. Non potendo andare a trovare fisicamente i carcerati, i ragazzi e la comunità educativa della casa salesiana si sono rimboccati le maniche. In fondo, la consapevolezza che ha animato l’intera iniziativa è la stessa che Don Bosco riscontrava nel suo cuore dopo quelle visite nelle carceri di Torino: «Chi sa se questi giovanetti avessero fuori un amico, che si prendesse cura di loro, li assistesse… chi sa che non possano tenersi lontani dalla rovina o almeno diminuire il numero di coloro che ritornano in carcere?».

La condivisione dell’iniziativa, inserita nel più ampio cammino di Avvento che per quattro settimane ha coinvolto tutta la casa salesiana, dai bambini delle elementari ai giovani dell’università, è stata sufficiente a raggiungere l’obiettivo. L’invito è sopraggiunto dalla parrocchia San Bartolomeo di Treviso e dalle associazioni che la animano. Grazie ai doni portati da casa, dalle famiglie dei ragazzi della scuola, sono state confezionate una trentina di borse natalizie contenenti ciascuna un asciugamano con prodotti per l’igiene personale, un dolcetto, dei calzini, un bloc-notes o quaderno per i carcerati. Molti dei ragazzi inoltre hanno scelto di scrivere e confezionare, di proprio pugno, un biglietto per augurare un buon santo Natale a ciascuna delle persone del carcere.

L’entusiasmo con cui i ragazzi di seconda media hanno raccolto i doni, con cui hanno diviso questi ultimi per tipologia e con cui hanno confezionato di giorno in giorno le borse (occupando i momenti liberi e di ricreazione delle loro giornate scolastiche!) lascia trasparire lo spirito con cui l’iniziativa è stata portata a termine.

“È proprio vero, in questo tempo di pandemia ci sono molte persone che attendono di tornare alla normalità… nel frattempo qualcun altro prova a fare una nuova normalità rimboccandosi le maniche – spiegano i salesiani di Castello di Godego – A ciascuno la possibilità di fare altrettanto: «aiutati che il ciel t’aiuta!». Qui nella casa salesiana del Sardagna è già realtà”.

InfoAns

Il messaggio di Auguri Natalizi di Suor Chiara Cazzuola, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Condividiamo la notizia proveniente da infoans.org con il messaggio di auguri da parte di Suor Chiara Cazzuola, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Carissime sorelle,

voglio raggiungervi non solo virtualmente, ma soprattutto con il cuore e la preghiera. Sì, andiamo a Mornese, come tappa sul cammino per Betlemme, già vicina. Viviamo questo momento importante nel percorso del 150° della fondazione dell’Istituto appropriandoci un po’ di quell’amore fervoroso di Madre Mazzarello, delle nostre prime sorelle e delle prime ragazze. Appropriamoci un po’ di quell’energia giovane e coraggiosa: a Mornese tutto era giovane e appena sbocciato, che trasformava in vitalità le emozioni, le relazioni, la preghiera, l’attività.

Madre Mazzarello scriveva così a suor Adele David, direttrice della casa di Bordighera, il 27 dicembre 1879:

“Ho ricevuto la vostra lettera, vi ringrazio degli auguri e delle preghiere fattemi e che io ho gradite di tutto cuore. Gesù ve le ricambi in tante ferite d’amore, ed io in ricambio ho pregato questo tenero Gesù Bambino per voi. Siete contente? Vi ho passate tutte per nome, ho detto: suor David, suor Carlotta, suor Giuseppina e suor Marietta, ho detto che vi dia la sua umiltà, il distacco da voi stesse, l’amore al patire e quella obbedienza pronta, cieca, sottomessa che aveva Lui al suo Eterno Padre, a San Giuseppe, a Maria e che praticò fino alla morte di croce. Gli ho detto che vi dia carità e quel distacco totale da quel che non è Dio, la pazienza e una perfetta rassegnazione ai voleri di Dio” (L 33).

Gli auguri di Madre Mazzarello nella sosta a Mornese, sul cammino verso Betlemme, ci incoraggino ad assumere nella vita e nella missione i tratti sempre più somiglianti a Gesù e ci rendano più consapevoli dell’evento che stiamo per celebrare.

Nel Vangelo di Luca troviamo la chiave per entrare nel mistero del Natale (cf Lc 2,12):

“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.

Con questa Parola evangelica ci soffermiamo insieme davanti alla grotta.

Il Segno è un bambino! Nessuno è più debole, fragile di un neonato, bisognoso di aiuto, eppure è tutto vitalità, energia, è avvenire e potenzialità. È assolutamente “nuovo”, incontaminato. Un bambino suscita sempre meraviglia, ci sorprende.

Questo Figlio ci rivela anche la scelta di Dio di incarnarsi in un ambiente estremamente povero, in una situazione di assoluta precarietà e provvisorietà, in un contesto socialmente trascurabile, quasi ad esprimere nella assoluta semplicità della nascita la nuova creazione che in lui si realizza.

I Pastori di Betlemme accorrono per primi alla grotta. Il Salvatore si identifica con loro e li vuole alla sua culla di paglia. Hanno riconosciuto senza indugio il Segno: il Bambino, l’Atteso, il Messia, il Salvatore. Sono uomini abituati a prendersi cura del gregge, a stare con le pecore, a difenderle dai lupi e a dare la vita per loro. Sono l’icona di quello che sarà questo Bambino: il Pastore Buono, il modello della nostra spiritualità salesiana nell’azione pastorale.

Per tornare da Betlemme, da Mornese, piene della grazia e della gioia del mistero dell’Incarnazione che desideriamo tradurre in fraternità serena, oblativa, solidale e in missione condivisa e feconda, bisogna chiedere a Gesù quello che ci indica Madre Mazzarello, che insegnano i Pastori e ci suggerisce Papa Francesco.

Quando è venuto a visitarci al CG XXIV ci ha detto che Risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto è una prospettiva-chiave per rispondere alle esigenze del mondo di oggi, che ha bisogno di scoprire nella vita consacrata l’annuncio di ciò che il Padre, attraverso il Figlio nello Spirito, compie con il suo amore, la sua bontà, la sua bellezza. È una sfida che ci invita a rinnovare il nostro “sì” a Dio in questo tempo, come donne e come comunità che si lasciano interpellare dal Signore e dalla realtà per diventare profezia del Vangelo e testimonianza di Cristo, del suo stile di vita.

Tra poco le nostre case risuoneranno di canti, auguri e preghiere.

Non temete – dice l’angelo- perché Oggi è nato per voi un Bambino, il Salvatore. Oggi ripete con insistenza la Liturgia del Natale. Oggi è il nostro oggi perché Dio è con noi.

Con questi sentimenti vi auguro un sereno santo Natale, nella gioia della contemplazione di questo mistero così grande e nel rendimento di grazie al Padre per la sua misericordia infinita verso un mondo che anela alla speranza e alla pace.

Pordenone, inaugurata l’aula informatica intitolata al beato Carlo Acutis

Da il settimanale “Il Popolo”, a firma di Maria Luisa Gaspardi Agosti.

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Giovedì 16 dicembre la scuola primaria e secondaria dei Salesiani Don Bosco di Pordenone ha vissuto un momento particolarmente importante: l ‘Inaugurazione dell’Aula Informatica intitolata al Beato Carlo Acutis . L’Aula e l’intero progetto “Educativo Digitale” è stato reso possibile grazie al sostegno della Fondazione Friuli, che ha subito creduto nel progetto sostenendolo attraverso i fondi del Bando Istruzione. Presenti all’inaugurazione il Presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini, l’Assessore alla Cultura e all’istruzione del comune di Pordenone Alberto Parigi, il Coordinatore attività edicative del Don Bosco Paolo Lamanna e il Direttore del Don Bosco don Livio Mattivi. Nell’auditorium è stato proiettato un filmato sul Beato Carlo Acutis. La scelta di  intitolare l’Aula al giovane Acutis, morto a soli 15 anni per fulminante leucemia e beatificato nell’ottobre del 2020, è stata voluta per la ricchezza di Fede del giovane che, grazie alla propria passione per l’informatica, aveva cercato di testimoniare realizzando A sinistra la nuova aula informatica inaugurata al Don Bosco. A destra il momento del taglio del nastro alcuni siti web.

Un giovane come quelli che frequentano il Don Bosco, sportivo, vivace, appassionato di informatica e tanto amante di Dio. Alla proiezione del filmato è seguito l’intervento di Giuseppe Morandini che ha ringraziato per l’invito, esprimendo la propria emozione ogni volta che si trova al Don Bosco, in particolare nel momento in cui si “vede realizzato quello che era un progetto sulla carta”. Parole per il grande insegnamento del giovane Acutis anche da parte di Morandini. L’Assessore comunale Alberto Parigi, si è detto vicino alla scuola sia pubblica che privata. Da pordenonese ha definito il don Bosco un “luogo del cuore”. Ha citato due concetti espressi dalla madre di Carlo Acutis: “mio figlio mi ha insegnato anche ai diffondere il Vangelo attraverso web e internet (dove non nascondeva ci fossero anche tante brutte cose), ma la felicità non deve derivare dai “like”. A seguire l’inaugurazione vera e propria dell’Aula con gli alunni di prima media e quinta primaria.

Un’aula bellissima, 30 chromebox che ben si integrano con gli account Google scolastici utilizzati da studenti e insegnanti. Un progetto nato nella primavera del 2021 quando il Collegio docenti ha elaborato il progetto “Educativo Digitale” per migliorare negli studenti la padronanza e l’utilizzo delle tecnologie digitali per un apprendimento più efficace, dotare la scuola di strumentazioni che supportino le attività degli studenti e degli insegnanti, migliorare negli insegnanti la capacità di utilizzo delle tecnologie digitali nella didattica quotidiana. Il progetto è composto da una sezione infrastrutturale e una prettamente didattica. Durante i mesi estivi si è realizzato il potenziamento della rete wifi scolastica. Taglio del nastro e benedizione hanno completato la cerimonia con ulteriori ringraziamenti alla Fondazione Friuli e la comunicazione che nel mese di ottobre 2022 verrà organizzata una giornata di studi per condividere gli esiti del progetto, già avviato concretamente a inizio anno, e la messa a disposizione di tutta la comunità scolastica del catalogo con le esperienze didattiche realizzate.

 

IUSVE, Pietro Zuccotti, studente di Advertising & Marketing è Alfiere della Repubblica

Dal sito dello IUSVE.

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Pietro Zuccotti, studente del corso di Baccalaureato in Advertising & Marketing dell’ Area di Comunicazione ed educazione dello IUSVE, è stato insignito dal Presidente Mattarella, del titolo di Alfiere della Repubblica. Pietro è stato segnalato per  l’impegno nel volontariato sociale, in attività pedagogiche e alla promozione  e conservazione storica del territorio.
Tra le varie iniziative che ha seguito, è doveroso citare la realizzazione di un libretto di educazione stradale, messo poi a punto dalla Polstrada di Verona.
Un bel esempio di impegno verso il prossimo e di cura della casa comune.

Complimenti da tutto lo IUSVE.

Sito IUSVE
Approfondimento

“Chiamati a riBellarsi”: l’iniziativa dell’associazione LaViarte per approfondire la Laudato Sì

Pubblichiamo l’iniziativa della Comunità Laudato sii (Salesiani di Santa Maria La Longa, Udine) su un ciclo di incontri che prendendo spunto dalla Laudato sii, propone pratiche per la gestione del bene comune.
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Sempre più nella nostra quotidianità e dalle notizie che ascoltiamo ci rendiamo conto di quanto una riflessione sui temi dell’ecologia integrale e della sostenibilità sia di fondamentale importanza per garantire un presente migliore e un futuro possibile al pianeta e a chi vive su di esso.
Il ciclo di incontri che vogliamo presentarvi prende spunto dall’Enciclica “Laudato Si” di Papa Francesco, esplorando applicazioni praticabili e ragionevoli negli ambiti della GESTIONE DEL BENE COMUNE, ALIMENTAZIONE, EDUCAZIONE e SALUTE, cercando di proporre un approccio integrale e integrato a queste tematiche, assumendo una prospettiva sociale che si fonda sul riconoscimento della dignità umana e dei suoi diritti fondamentali con una opzione preferenziale per i più poveri.
L’invito è rivolto a TUTTI, in quanto occasioni di incontro tra realtà diverse e conoscenza reciproca, dialogo e collaborazione, affinché si generi una rete di conoscenze ed esperienze, nel perseguimento e rigenerazione del Bene Comune e nell’interesse primario della tutela dell’essere umano.
Vi aspettiamo numerosi!
Per iscrizioni: https://forms.gle/U5uVPXLgwJ7xXNQ39

Confartigianato Udine regala cinquanta tute da lavoro al Bearzi

Confartigianato-Imprese Udine rinsalda simbolicamente il legame con il mondo della formazione regalando agli studenti del Centro professionale del Bearzi 50 tute da lavoro. Destinatari dell’omaggio, che è stato consegnato nel corso di una cerimonia a scuola, sono gli studenti del corso di meccanica industriale.

“E’ un modo per ringraziare il Bearzi per prezioso lavoro che la scuola sta facendo a supporto dell’artigianato – ha detto nel consegnare le tute il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti -. Questa realtà è tra le eccellenze della formazione professionale in regione e siamo felici di poter collaborare per il bene dei nostri giovani e delle nostre aziende”. Realtà come il Bearzi si stanno più che mai oggi rivelando fondamentali nel mismatch tra domanda e offerta di lavoro, nell’offrire al mercato profili professionali che sono sempre più difficili da trovare. Tilatti ha quindi ringraziato anche i ragazzi, “per la scelta che hanno fatto e per l’investimento che le famiglie fanno sul loro futuro. Gli artigiani e le imprese del territorio hanno bisogno di collaboratori formati e specializzati”. Profili che da sempre il Bearzi contribuisce a formare. Da quest’anno anche con un percorso in più, quello per conseguire il diploma di tecnico della saldatura, figura tra le più ricercate dalle aziende in questo momento.

Il mondo della formazione – ha detto dal canto suo il direttore del Bearzi, don Lorenzo Teston, ringraziando Confartigianato per l’iniziativa – è al servizio del territorio per il bene dei giovani e siamo ben contenti di lavorare insieme con altre agenzie del territorio che condividono con noi da tempo gli stessi obiettivi”. Alla cerimonia, che segue quella recente al Civiform di Cividale, hanno preso parte oltre a Tilatti e al direttore dell’Istituto, don. Lorenzo Teston, anche il coordinatore del coordinatore del CNOS-FAP Bearzi, Giulio Armano, il coordinatore del settore meccanico, Guerrino Castellani, e alcuni allievi in rappresentanza delle classi terze.

 

Schio, l’oratorio compie 120 anni. Don Gaetan: “Siamo nati per educare i giovani”

Da La Gazzetta di Vicenza.

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L’oratorio Don Bosco compie 120 anni ed è ancora un punto di riferimento per i giovani, un presidio che calamita ragazzi e ragazze e li sottrae al rischio della devianza. «Centovent’anni sono tanti», esordisce con un certo orgoglio don Enrico Gaetan, direttore dell’istituto salesiano il cui valore socio-educativo non ha perso forza nel tempo, anzi. La struttura ha fondamentalmente ancora la funzione principale di accogliere i ragazzi, tutti, anche quelli che provengono da situazioni di marginalità e border line, è una struttura fatta di persone reali e concrete che si mettono a disposizione senza limiti di tempo. E per sancire l’importante compleanno, l’oratorio si appresta a festeggiare, mercoledì, con una giornata speciale. Il  presidio «Sono qui ormai da due anni – continua Don Enrico – e la cosa bella che mi capita quando vado in giro è sentire tutte le persone che ricordano o per una cosa o per l’altra di essere passati per l’oratorio». Nonostante l’età, il cuore dell’oratorio resta giovane e batte per i giovani. Quello di Schio è un oratorio vivo, che ne ha passate di tutti i colori e anche una pandemia. Sono 800 i giovani iscritti alle associazioni sportive quali basket, pallavolo e calcio; 350 i ragazzi che popolano la scuola, 80 quelli del doposcuola per non contare i gruppi di volontariato tra bar, cinema, gruppo missionario, coro.

Un oratorio dalle mille sfaccettature che va dalle attività sportive a quelle culturali, dal formativo all’educativo. «Casa di tutti». «L’oratorio è nato per educare i giovani. Da quando sono stati chiamati qui i salesiani c’è sempre stata un’opera educativa e formativa. Adesso lo fa con due polmoni, quello che è l’oratorio con l’associazionismo e lo sport e quello con la scuola e con la formazione professionale». Vero che l’oratorio ha come scopo principale quello di accogliere i ragazzi meno fortunati e infatti la mission principale resta quella. «L’oratorio di base accoglie ancora molti giovani border line, che vivono per strada in “bande” o gruppi, ma che sanno che qui con regole possono trovare posto – sottolinea don Enrico -. Ci sono ancora molti casi di devianza dove mancano gli adulti di  riferimento. Situazioni giovanili difficili anche a Schio. L’oratorio è casa anche per loro. Il cortile è un punto di incontro». La festa e il futuro Mercoledì alle 18.30 nel cortile dell’oratorio si festeggerà l’importante compleanno dove tutti sono invitati. Ma l’oratorio guarda avanti e per adeguarsi alle necessità dei giovani dalla primavera prossima inizierà un importante intervento di ristrutturazione di tutta la struttura, partendo dal campo da calcio, proseguendo con la scuola e poi con il teatro e il cinema. Un lavoro complesso e costoso ma che si rende necessario per adeguarsi alle esigenze di chi lo frequenta.

Istituto Salesiano San Marco di Mestre e Confartigianato Imprese Vicenza rilanciano il contest “Creative hero”

Dal sito della Confartigianato di Vicenza, la notizia del contest rivolto ai giovani delle scuole secondarie di grafica e creatività organizzato con l’istituto salesiano di Mestre.

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Archiviata l’edizione dello scorso anno, realizzata nonostante le restrizioni e i vincoli imposti dalle misure anti-pandemia, i promotori del contest – l’Istituto Salesiano San Marco di Mestre e Confartigianato Imprese Vicenza – rilanciano il contest Creative Hero rivolto agli studenti delle scuole secondarie ad indirizzo grafico e creativo.

Sarà un’edizione ancora una volta rinnovata, grazie soprattutto alla spinta ricevuta dall’esperienza dello scorso anno svoltasi nonostante l’impossibilità di gestire in presenza gran parte del lavoro – afferma Matteo Dittadi, direttore della Scuola Grafica San Marco di Mestre – e che con nostra sorpresa ha visto un numero sempre crescente di studenti e di scuole partecipanti rispetto agli anni precedenti. Inoltre, quest’anno abbiamo una novità per la selezione e la fase finale della premiazione che prevede un bootcamp per le squadre migliori, alla presenza non solo di tutor specializzati, ma di sponsor tecnici di grande esperienza e qualità che offriranno delle vere e proprie occasioni di crescita e di formazione”.

In questa edizione, infatti, ad affiancare gli organizzatori (oltre a EBAV – Ente Bilaterale Artigianato Veneto) ci saranno importanti presenze di sponsor tecnici e media partner quali TicTac Stampa di Thiene, Epson Italia, Cartes, Stratego Group, Roba da Grafici e Job Formazione. Epson Italia e Roba da Grafici saranno presenti anche durante il bootcamp previsto per il 6 e 7 novembre con propri tecnici e formatori, per affiancare i ragazzi in finale e offrire loro “pillole formative” pensate proprio per arricchire l’esperienza della gara. Creative Hero coinvolge studenti delle scuole grafiche di tutta Italia che vogliono confrontarsi sulla realizzazione di un progetto creativo per alcuni brand che sottopongono loro obiettivi di marketing attraverso un brief.

Non si tratta solo di una gara – afferma Silvia Pasquariello, presidente della Comunicazione di Confartigianato Vicenza -, ma di una vera occasione per imparare sul campo le gratificazioni e le difficoltà del mestiere di graphic designer, grazie al confronto con le esigenze tecnico-produttive dei progetti e, soprattutto, con il lavoro di squadra. Il clima della sfida genera quel sano spirito di competizione che è alla base della nostra attività ma soprattutto offre una spinta importante alla creatività”.
Un numero di studenti coinvolti che nel 2021 ha superato i 400 e che in questa edizione potrebbero nuovamente aumentare anche grazie all’ampliamento della compagine di partner in campo e alla diffusione sui social media che sta avendo un ottimo riscontro.

Le iscrizioni sono aperte fino al 3 ottobre sul sito www.creativehero.it. Scuole e studenti ad indirizzo grafico o creativo (anche licei) avranno poi tempo fino alla fine di ottobre per lavorare sulle sfide lanciate da tre imprese di settori diversi: Latterie Vicentine (settore alimentare), Cosmetica Veneta Srl (prodotti per animali) e La Saponaria Srl / Bios Line (settore estetica e cosmesi).
La finale del contest creativo è prevista nella prima settimana di novembre quando una giuria selezionerà fra le diverse squadre in gara le migliori nove. Queste ultime parteciperanno al bootcamp finale: un’esperienza di due giorni, ospitata negli ambienti e laboratori della Scuola Grafica San Marco di Mestre che prevede un mix di attività finalizzate al perfezionamento dei progetti presentati e alla presentazione finale ai clienti. Fra questi saranno votati, da una giuria composta da tecnici e dai rappresentanti delle imprese briefer, i migliori di ciascuna delle tre challenge ed il Creative Hero 2021 assoluto. Un’ultima novità è rappresentata dal premio, messo in palio da Job Formazione, per il team che svilupperà il progetto più creativo: ciascun componente vincerà una masterclass in graphic e web design del valore di 2.000 euro.

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