La Voce e il Tempo – Cardinale Artime, Vescovo il 20 aprile

Da La Voce e il Tempo.

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di Pier Giuseppe Accornero

Il prossimo 20 aprile riceveranno l’ordinazione episcopale insieme gli ultimi due salesiani nominati vescovi da Papa Francesco, in Santa Maria Maggiore a Roma dal cardinale Emil Paul Tscherrig, nunzio emerito in Italia e San Marino: sono il cardinale Ángel Fernández Artime, rettor maggiore dei Salesiani, arcivescovo titolare di Ursona e mons. Giordano Piccinotti, arcivescovo titolare di Gradisca, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa): classe 1975, nato a Manerbio (Brescia); economo di diverse case e dell’ispettoria Lombardo Emiliana (2011-17), direttore o procuratore di diverse fondazioni salesiane, nel 2023 il Pontefice lo nomina sottosegretario e poi presidente dell’Apsa e della Fondazione per la sanità cattolica.

Spagnolo delle Asturie, Ángel Fernández Artime nasce il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, villaggio di pescatori; emette la prima professione religiosa il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984 a Santiago de Compostela ed è prete il 4 luglio 1987 a León. Laureato in Teologia Pastorale e licenziato in Filosofia e Pedagogia, è delegato di pastorale giovanile, direttore della scuola di Ourense, ispettore di SpagnaLeón (2000-06) e dell’Argentina Sud (2009-14), conosce e collabora con il cardinale arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Nel XXVII capitolo generale Ángel Fernández Artime alle 10:20 del primo scrutinio del 25 marzo 2014, festa dell’Annunciazione del Signore, è eletto X successore di don Bosco e rettor maggiore dei Salesiani ed è confermato nel 2020. Al predecessore don Pasqual Chàvez Villanueva che, a nome dell’assemblea, gli chiede se accetta, don Ángel risponde in spagnolo: «Mi abbandono nel Signore e chiediamo a don Bosco e a Maria Ausiliatrice che ci accompagni e mi accompagni, nella fraternità dei salesiani e con la Congregazione, e con fede accetto».

Il 9 luglio 2023 la sorpresa: Papa Francesco inserisce il nome di Ángel Fernández Artime tra i 21 nuovi cardinali nel Concistoro del 30 settembre. Non era mai successo che un rettor maggiore venisse nominato cardinale «in munere». Don Fernàndez Artime il 12 luglio invia una lettera «a tutti Salesiani e alla Famiglia Salesiana» sparsi in 133 nazioni su «chi guiderà la Congregazione»: «Il Papa si è mostrato attento, cordiale, profondo estimatore del carisma di don Bosco e  particolarmente affettuoso e ha stabilito che potremo anticipare il XXIX Capitolo generale di un anno» perché la scadenza del rettor maggiore era prevista per il 2026: «Il Papa ha ritenuto che, per il bene della Congregazione, io possa continuare il mio servizio fino al 31 luglio 2024: presenterò le mie dimissioni per assumere il servizio che mi affiderà». Dal 31 luglio sarà il vicario don Stefano Martoglio ad assumere il governo della Congregazione «ad interim» fino al nuovo Capitolo (16 febbraio-12 aprile 2025) che eleggerà l’XI successore alla guida della Congregazione. Il 17 dicembre 2023 il neo-cardinale ha preso possesso della diaconia di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana. Il 4 ottobre 2024 Francesco lo nominato membro del dicastero per gli istituti di Vita Consacrata. L’elenco dei successori di don Bosco mostra come da Torino la Famiglia salesiana, con il passare dei decenni, sia arrivata in tutto il mondo e oggi è in 133 Paesi: 1) don Michele Rua (18371910), nato a Torino (parrocchia San Gioachino), beato dal 28 ottobre 1972, rettor maggiore 1888-1910; 2) don Paolo Albera (1845-1921), nato a None (Torino), 1910-1921; 3) don Filippo Rinaldi (1856-1931), Lu Monferrato, provincia di Alessandria e
diocesi di Casale Monferrato, beato dal 29 aprile 1990, 1922-31; 4) don Pietro Ricaldone (1870-1951), Mirabello, provincia di Alessandria e diocesi di Casale Monferrato, 1932-1951; 5) don Renato Ziggiotti (1892-1983), Campodoro, provincia di Padova e diocesi di Vicenza, 1952-1965, primo emerito perché muore nel 1983; 6) don Luigi Ricceri (1901-1989), Mineo (Catania), 1965-1977; 7) don Egidio Viganò (1920-1995), Sondrio, 1977-1995 (3 mandati); 8) don Juan Edmundo Vecchi (1931-2002), Viedma in Argentina, 1996-2002, morto il 23 gennaio 2002 allo scadere del mandato; 9) don Pascual Chàvez Villanueva (1947-vivente), Real de Catorce (Messico), 20022014 (confermato nel 2008); 10) don Ángel Fernández Artime, 2014-2024 (confermato 2020). L’XI governerà 6 anni fino al 2030.

“SHAPING TOMORROW”: il significato del logo e del motto

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il primo biglietto da visita di un progetto di comunicazione è composto dal suo titolo, o motto, e dalla sua immagine grafica, cioè il logo. Nel percorso di avvicinamento al Convegno Comunicazione 2024, “Shaping Tomorrow” (Dare forma al domani), in programma dal 1° al 7 agosto 2024 presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma, il Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione spiega oggi i significati di questi due elementi.

Il logo e lo slogan “SHAPING TOMORROW” indicano la ricerca di nuove soluzioni nella comunicazione sociale, considerando i cambiamenti e muovendosi in una certa direzione. Il logo fa anche riferimento al logo mondiale della Congregazione Salesiana.

All’interno del disco rosso – il rosso è anche il colore ufficiale del logo della Congregazione –, viene tracciata una linea sinusoidale bianca, che parte dalla parte inferiore sinistra del campo circolare e viaggia lungo il campo rosso fino a raggiungere il lato opposto destro senza toccarlo. La linea bianca termina con una freccia che indica “TOMORROW” – “domani”.

La lettera ‘S’ bianca che termina con una freccia simboleggia il viaggio della Congregazione Salesiana fino ad oggi nella comunicazione sociale e la strada da percorrere nella direzione indicata dalla freccia. La freccia bianca simboleggia la modellazione del futuro – “SHAPING”.

La lettera “S” disegnata dalla freccia è anche la lettera iniziale della parola “SHAPING” e “SALESIANI”. La sinusoide bianca interseca e divide il cerchio rosso, che simboleggia lo spazio, un luogo di azione e lavoro nel campo della comunicazione sociale.

Lo slogan “SHAPING TOMORROW” indica il desiderio di dare forma futuro della comunicazione sociale nella Famiglia Salesiana.

Vi invitiamo a partecipare al convegno Comunicazione dal 1° al 7 agosto 2024, a Roma” è l’esortazione che giunge dal Settore per la Comunicazione Sociale.

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Al via la terza edizione del Don Bosco Global Youth Film Festival: giovani di tutto il mondo invitati a raccontare i loro sogni per rendere la Madre Terra più pulita e più verde

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – I giovani di tutto il mondo sono invitati ancora una volta a partecipare al “Don Bosco Global Youth Film Festival” (DBGYFF), il festival internazionale giovanile salesiano di cinematografia. Il Settore per la Comunicazione Sociale della Congregazione Salesiana ha infatti annunciato con gioia la terza edizione del concorso, la cui finale è prevista per il 17-18 ottobre 2024 – come di consueto in una moltitudine di realtà e luoghi di oltre 100 Paesi del mondo. Con riferimento all’anno bicentenario del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco, e in sintonia con l’attenzione globale verso la cura del Creato, il tema del festival di quest’anno sarà: “Ho un Sogno – Giovani e cambiamento climatico – Rendere la Madre Terra più pulita e più verde”.

Per questa nuova edizione il “DBGYFF” apre le sue porte a tutti i giovani e le giovani del mondo, senza distinzione di appartenenza o meno alle realtà salesiane. Potranno infatti parteciparvi ragazzi e ragazze dai 14 ai 25 anni non compiuti, di qualsiasi nazionalità, religione, credo e cultura.

Entusiasta dell’iniziativa è il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, che ha dichiarato: “Una novità rilevante di questa terza edizione sarà la collaborazione e il coinvolgimento organizzativo anche del Settore per la Pastorale Giovanile. Grazie al loro contributo, insieme alla collaborazione dei nostri Delegati di Comunicazione Sociale e a tanti collaboratori della Famiglia Salesiana nel mondo, contiamo di raggiungere migliaia e migliaia di giovani, per coinvolgerli ancora una volta in quest’iniziativa che mira a dare loro un’opportunità di espressione artistica su temi che sono centrali per i ragazzi e le ragazze di oggi: la capacità di sognare, la realtà della nostra Casa Comune”.

Rispetto al passato sono aumentate anche le categorie in cui sarà possibile partecipare, salite da tre a cinque. Dunque, ora si potranno candidare dei cortometraggi nelle sezioni: corti di 2 minuti, corti di 5 minuti, film d’animazione di 5 minuti, video musicali di 5 minuti e documentari fino a 10 minuti.

Una costante nelle edizioni del DBGYFF è invece è il ricco portafoglio di premi messo a disposizione – anche se pure la cifra complessiva è aumentata, arrivando alla cifra record di 120mila euro, da distribuire così: 15 premi per i migliori corti a livello globale, 70 per i migliori corti a livello regionali, 9 per i premi di categoria, 7 per i migliori giovani e 5 premi propri della giuria.

Già le due edizioni realizzate in passato (2021 e 2023) – entrambe sostenute, dalla Fondazione “DON BOSCO NEL MONDO”, che si conferma sponsor anche per questo nuovo concorso – hanno raggiunto un grande successo: in termini di giovani coinvolti, di opere di qualità realizzate, di messaggi lanciati al mondo sui temi della speranza, della pace e della solidarietà, e di accompagnamento e sinergie sviluppati tra salesiani, membri della Famiglia Salesiana e giovani di tutto il mondo.

Ecco perché il Direttore del DBGYFF – per la terza volta consecutiva – don Harris Pakkam, osserva: “Grazie ad un grande sostegno e alla collaborazione di tanti, siamo riusciti a organizzare due edizioni del festival, con un buon successo.  Attraverso questo festival abbiamo potuto raggiungere molte centinaia di migliaia di giovani in tutto il mondo, celebrare la loro creatività, premiare i loro sforzi e far risuonare il nome di Don Bosco e della missione salesiana in tutto il mondo. Ora contiamo di proseguire in questa direzione, dando seguito e sviluppo a quanto già costruito e spingendo ancora un po’ più in là il nostro sguardo, i nostri obiettivi e le nostre prospettive: il nostro di sogno, infatti, è quello stimolare il protagonismo dei giovani, perché siano loro i primi artefici di un mondo migliore”.

Per candidare i corti al DBGYFF è necessario seguire alcune semplici regole e linee guida necessarie per organizzare adeguatamente e selezionare i materiali in concorso. Le iscrizioni si apriranno il prossimo 24 aprile e verranno chiuse il 31 luglio 2024.

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Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Comunicato Stampa
4 Aprile 2024

Il presidente di Missioni Don Bosco torna fra gli ucraini
per assicurare continuità di aiuto e fratellanza verso la pace

In questi giorni, a distanza di due anni, don Antúnez
con la nostra fotografa Ester Negro in visita a Lviv, Vynnyky e Kyiv

Si trova in Ucraina una piccola delegazione di Missioni Don Bosco Onlus che (insieme con alcuni responsabili del VIS, l’ong salesiana) porta la vicinanza dall’Italia ai salesiani e ai volontari presenti nel Paese ancora sotto il tiro dell’azione militare russa. È una fraternità che si esprime fin dallo scoppio della guerra in coordinamento con gli altri enti salesiani italiani di solidarietà internazionale.

Due anni dopo il primo viaggio, il presidente don Daniel Antúnez ritorna sul campo, accompagnato dalla fotografa di Missioni Don Bosco Ester Negro. Insieme con il missionario salesiano padre Michajl Chaban, visita i progetti che la stessa Onlus di Valdocco sostiene da prima del 2022: il centro salesiano di Lviv dove si trovano la comunità di accoglienza dei minori senza famiglia e famiglie di profughi in attesa di sistemazione, e il centro sportivo per la riabilitazione dei soldati mutilati. Nella stessa area di Lviv, Missioni Don Bosco visita anche Mariapolis, il villaggio di container che dà tetto da un anno e mezzo a oltre 200 famiglie sfollate, sfidando anche il duro inverno, e Vilniky dove il padiglione utilizzato dai salesiani per Expo 2015 è stato traportato e reso adatto alle attività dell’oratorio.

A seconda delle condizioni belliche, la delegazione potrà poi raggiungere Kiyv per portare solidarietà alla piccola comunità salesiana radunata nel santuario di Maria Ausiliatrice a sud est della capitale. Qui Missioni Don Bosco ha contribuito alla messa in protezione dei residenti e degli ospiti (i giovani dell’oratorio) dai bombardamenti con la costruzione di un rifugio antimissili; il prossimo intervento riguarda l’accessibilità della struttura, dove sono accolte persone in condizioni di disabilità fisica e psichica a seguito della guerra.

Sono stato mosso da diversi motivi per tornare” spiega don Antúnez: “i miei fratelli salesiani, le persone che ancora soffrono gli effetti della guerra, le madri che abbiamo ospitate a Valdocco e che sono tornate in Ucraina. Ma soprattutto si tratta di essere qui, di sostenerli, di rimanere in empatia con tutti loro. La nostra vita cristiana ci invita e ci muove a essere vicini a chi soffre, e l’attenzione agli ucraini in questo momento è prioritaria per Missioni Don Bosco”.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Missioni Don Bosco

“Chiamati all’amore con speranza”: la recensione di “Avvenire”

Dall’agenzia ANS.

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La Strenna era un consiglio, una massima, un programma che San Giovanni Bosco dava ai salesiani e agli alunni l’ultimo giorno dell’anno, da ricordare e praticare nell’anno nuovo. Questa usanza è proseguita con tutti i suoi successori. Così in ogni casa salesiana è il Direttore che legge la Strenna inviata dal Rettor Maggiore e che ne promuove e ne incoraggia la diffusione in modo da diventare motivo di riflessione e guida per l’intera comunità.

Ángel Fernández Artime, 64 anni ad agosto, spagnolo delle Asturie, figlio di pescatori, è stato eletto X Successore del Santo dei Giovani nel 2014 ed è stato confermato nel 2020. Il suo mandato sarebbe dovuto terminare nel 2026, ma la Provvidenza, per il tramite di Papa Francesco – che lo aveva conosciuto in Argentina dove è stato Ispettore tra il 2009 e il 2014 – ha deciso altrimenti.

Il Pontefice lo ha infatti voluto tra i nuovi cardinali creati nel Concistoro del 30 settembre 2023. E così il salesiano, che verrà consacrato vescovo il prossimo 20 aprile, dovrà lasciare l’incarico quest’anno, per andare a ricoprire, presumibilmente, un incarico nella Curia Romana.

Don Ángel Fernández Artime quindi nei suoi dieci anni da Rettor Maggiore ha firmato altrettante Strenne. E ora, grazie all’iniziativa di don Giuseppe Costa – che Don Á.F. Artime in questi anni ha voluto al suo fianco come segretario e portavoce – sono state raccolte in un volume pubblicato dalla Direzione Generale Opere Don Bosco, dal titolo “Chiamati all’Amore con Speranza”.

Dalla prima del 2015, dal titolo programmatico “Come Don Bosco, con i giovani, per i giovani”, all’ultima del 2024, “Il sogno che fa sognare. Un cuore che trasforma i ‘lupi’ in ‘agnelli’”, ispirata al celebre sogno che Giovannino Bosco ebbe a nove anni, esattamente duecento anni fa. Il libro, riccamente illustrato con foto dell’agenzia stampa salesiana ANS e di IME Comunicazione, è impreziosito anche da tre testi introduttivi firmati dal vaticanista del Tg2 Enzo Romeo, del teologo Massimo Naro, e della sociologa Cecilia Costa. Questi tre testi, spiega don Costa, “ci offrono un focus particolare che è poi un panorama speziato e al tempo stesso unitario di quanto ha scritto ogni anno il cardinale Rettor Maggiore”.

Nella sua prefazione don Costa – maestro di giornalismo, che in passato è stato docente di Scienze della Comunicazione sociale all’Università Pontificia Salesiana (UPS) e Direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV) – spiega che il libro da lui curato è “il tentativo di far confluire in un ‘unicum’ insegnamenti di anni fra loro diversi, non soltanto per ricordare, ma soprattutto da leggere strategicamente come un ‘ideario’ dal quale guardare il futuro”. “Gli anni che Don Ángel ha trascorso da Rettor Maggiore tra noi – sottolinea don Costa – sono stati anni di intensa paternità, fraternità e donazione quotidiana”.

Questo per quanto riguarda il passato. Per il futuro vale quanto scrive al termine del suo intervento introduttivo il giornalista Romeo. Il vaticanista riporta le parole con cui Don Ángel ha annunciato ai suoi confratelli la scelta del Papa di annoverarlo tra i cardinali, laddove il Rettor Maggiore precisa di aver accettato questa chiamata ad un nuovo servizio in ubbidienza, “senza averlo cercato, né voluto”, mettendo tutto “nelle mani del Signore e di sua Madre”. “Vale qui ripetere – chiosa Romeo – la frase di un altro cardinale e padre conciliare, Léon Joseph Suenens: ‘Credo alle sorprese dello Spirito Santo’”.

-Gianni Cardinale

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Mattarella in Costa D’Avorio e Ghana in visita al «modello Italia» di Avsi, Salesiani e Sant’Egidio

Da Avvenire.

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Un “modello Italia” che tiene insieme il nostro sistema produttivo, con Eni e Confindustria in prima fila, la cooperazione internazionale e la presenza missionaria della Chiesa. In grado di fornire sbocchi nuovi al nostro fabbisogno energetico, ma senza intenti neo-colonialisti. C’è tutto questo nella visita di Sergio Mattarella, che sarà in Costa d’Avorio, prima visita ufficiale di un capo di Stato italiano, da martedì 2 a giovedì 4 aprile e, poi, in Ghana, fino a sabato. Mattarella, che è già stato in Etiopia nel 2016 e in Mozambico e Zambia nel luglio 2022, torna nel continente africano, entrato tra le priorità della politica estera italiana del governo Meloni, visitando anche tre iniziative della cooperazione italiana, sostenute da Avsi, Salesiani e Comunità di Sant’Egidio.

Due democrazie africane a ridosso della turbolenta area del Sahel attraversata da conflitti e colpi di Stato. Energia e istruzione sono al centro della visita in Costa d’Avorio dove Mattarella arriva accompagnato dalla figlia Laura – mentre il governo sarà rappresentato dal viceministro agli Esteri, Edmondo Cirielli -, a seguito dell’invito formale del presidente Alassane Ouattara, in visita a Roma nel settembre 2022. Domani giornata di incontri istituzionali, con la significativa cerimonia della consegna delle chiavi del distretto di Abidjian, che si concluderà con un incontro con la comunità italiana e un pranzo di Stato. La giornata di giovedì, prima di ripartire, sarà dedicata invece alle esperienze ”sul campo”. In mattinata la visita al giacimento di Baleine – un impianto off shore, di grosse potenzialità, ancora tutte da sviluppare -, cruciale nel nostro piano di autosufficienza energetica, il primo in Africa a “emissioni zero” gestito da Eni in partnership con la società nazionale di estrazione (Petroci). Ma a suggellare il rapporto con il Paese ivoriano c’è anche, sul versante della formazione, un piano di grossa portata sostenuto da Eni e Petroci e gestito da Avsi: Mattarella si recherà in visita al complesso scolastico Vidri Canal , una scuola che si inserisce in un piano nazionale di consolidamento delle istituzioni scolastiche che saranno implementate nel quadro delle iniziative finanziate dal “piano Mattei”, che riguarda ben 20 scuole pubbliche. Il solo complesso di Vidri Canal comprende 4 scuole e conta 1.450 alunni, avvalendosi anche di altri contributi, fra cui quello del governo americano. Una collaborazione con il governo, attraverso il ministero dell’Educazione nazionale e alfabetizzazione, che toccherà anche 3mila biblioteche e finanzierà mense scolastiche per 125mila allievi delle zone rurali. «Siamo orgogliosi di questa collaborazione», dice Giampaolo Silvestri, segretario generale di Fondazione Avsi. Il piano prevede il coinvolgimento di 8.500 studenti, 2mila genitori e circa 150 insegnanti e consulenti pedagogici. «Un esempio di successo della cooperazione italiana, un modello che funziona solo se si costituisce davvero una partnership alla pari, e che ora – conclude Silvestri – potrà essere implementato mobilitando fondi a effetto moltiplicatore della Global Partership for Education».

Ultima visita, giovedì, alla casa della Comunità di Trechville (Abidjan), sede centrale della Comunità di Sant’Egidio, presenza storica nel Paese ivoriano, impegnata fin dagli anni Ottanta nei quartieri più poveri, con i ragazzi di strada e gli anziani, e per promuovere le “scuole di pace”, un percorso pedagogico di prevenzione dei conflitti che valorizza un’antica vocazione della Comunità, nel continente africano, in grado di promuovere lo storico processo di pace in Mozambico, nel lontano ottobre 1992.

Nel pomeriggio di giovedì Mattarella si sposterà in Ghana, ad Accra, dove il presidente Nana Addo Dankwa Akufo-Addo lo aveva invitato e dove, prima di lui, era stato in visita di Stato il solo Giorgio Napolitano, nel luglio 2007. Il capo dello Stato visiterà una nave italiana, la “Bettica”, parte di una missione di monitoraggio per combattere la pirateria e altre forme di criminalità in mare, nel golfo di Guinea. Evocativa anche la visita al castello di Christiansborg, sulla costa dell’Atlantico, da cui partivano le navi degli schiavi.

In Ghana, Mattarella visiterà anche, sabato, una scuola dei salesiani volta alla formazione professionale di operai e cuochi realizzata d’intesa con Confindustria Alto Adriatico (vedi intervista qui sotto) che sarà in grado di generare, in Friuli Vnezia Giulia, un flusso migratorio regolare e qualificato. Una presenza radicata, quella di Confindustria in Africa, che nel solo arco di tempo fra il 2016 e il 2022 ha visto aumentare l’interscambio commerciale del 105 per cento. I principali prodotti importati dall’Africa, manco a dirlo, sono il gas naturale (39,4%) e il petrolio (27,5%), costituendo l’Africa una crescente opportunità per la nostra autosufficienza energetica. Ma sempre rispettando il “modello Italia”. Quello di Enrico Mattei, l’ex partigiano cattolico fattosi petroliere che, ricorda Massimo Dal Checco, presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, «lasciava ricchezze nei territori. Sappiamo bene che il modello cinese non lascia nulla, ma oggi non bisogna essere predatori».

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Mattarella in missione in Africa: visita al don Bosco di Ashaiman – La Verità

Si riporta di seguito la notizia apparsa su La Verità.

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Storica visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in Africa occidentale. Accompagnato dalla figlia Laura e dal viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli , Mattarella è arrivato ieri sera in Costa d’Avorio, per la prima visita ufficiale di un capo di Stato italiano.

Da domani, giovedì, a sabato, Mattarella sarà in Ghana. Ieri sera Mattarella è stato accolto all’aeroporto di Abidjan dal vice presidente della Repubblica della Costa d ‘Avorio, Tiemoko Meyliet Koné, e dal ministro degli Esteri, dell ‘integrazione africana e degli ivoriani all’estero, Kacou Houadja Léon Adom, alla presenza dell’ambasciatore Arturo Luzzi.

Fittissimo il programma della missione, che sarà certamente importante anche nell’ottica del Piano Mattei, pilastro della politica estera del governo guidato da Giorgia Meloni. Questa mattina al palazzo presidenziale Mattarella incontra il presidente della Repubblica della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara. Dopo le dichiarazioni alla stampa dei due presidenti, è prevista la cerimonia di consegna delle chiavi del distretto di Abidjan, un riconoscimento di estrema importanza che fino a ora era stato assegnato solo a presidenti francesi come Emmanuel
Macron e François Hollande.

Un particolare da non sottovalutare assolutamente: nel 2025 in Costa d’Avorio sono in programma le elezioni presidenziali, il cui esito potrebbe cambiare l’orientamento filo francese del Paese: una finestra di opportunità che l’Italia potrebbe sfruttare al meglio.

Mattarella poi parteciperà al pranzo ufficiale offerto dal presidente della Costa d’Avorio. Domani, giovedì, tappa al giacimento di Baleine, scoperto dall’Eni in acque profonde nel 2021 e dove, come ricorda l’agenzia Nova, la produzione è stata avviata lo scorso 27 agosto.

Per il giacimento di Baleine è stato stimato un investimento da 10 miliardi di dollari, un progetto che avrà un impatto duraturo sull’economia ivoriana e nelle intenzioni di Eni non verrà sfruttato solo per l’esportazione. Mattarella visiterà la stazione a terra del giacimento, dove verranno anche illustrate le attività del gruppo sulla cooperazione italiana in ambito energetico e le attività sociali nel Paese.

È legata a Eni anche la visita del complesso scolastico di Vridi, una scuola che la compagnia italiana ha ristrutturato nel contesto di un piano nazionale governativo di ristrutturazione e consolidamento di tutte le istituzioni scolastiche. Piano che per le sue peculiarità, e per la centralità della Costa d’Avorio nel Piano Mattei, verrà replicato anche in altre zone del Paese, con l’obiettivo, sottolinea Palazzo Chigi, di piantare dei semi per la crescita del capitale umano che favorirà lo sviluppo del benessere del Paese.

Nel pomeriggio, prima della partenza per il Ghana, Mattarella visiterà alle 16 la casa della comunità di Sant’Egidio ad Abidjan, dove incontrerà un gruppo di bambini delle scuole della pace, gli ex ragazzi di strada ora accolti dalla comunità, alcuni anziani e il movimento giovanile di Sant’Egidio.

Da domani pomeriggio Mattarella e la delegazione italiana saranno in Ghana, dove il capo dello Stato incontrerà una delegazione della comunità italiana. Nella mattinata di venerdì 5 aprile, invece, Mattarella sarà ricevuto alla Jubilee house, per un colloquio con il presidente della Repubblica del Ghana, Nana Akufo-Addo.

Il programma prevede poi la visita al Memoriale di Kwame Nkrumah, dove la delegazione sarà accolta dal sindaco di Accra, dal direttore del Memoriale, Edward Quao, e dalla figlia dell’ex presidente ghanese, Samia Nkrumah.

Nel pomeriggio Mattarella è atteso al Castello di Christiansborg e in serata parteciperà al pranzo di Stato organizzato alla Jubilee house.

Sabato 6 aprile, nella prima parte della mattinata, il capo dello Stato sarà al Centro di Formazione Professionale don Bosco di Ashaiman, in Ghana, gestito dai padri salesiani e creato grazie al contributo di Confindustria Alto Adriatico.

Qui Mattarella parteciperà alla inaugurazione dell’academy che Confindustria Alto Adriatico ha realizzato, con l’obiettivo di formare manodopera locale con profili professionali sovrapponibili a quelli ricercati dal tessuto produttivo del Friuli Venezia Giulia.

L’obiettivo è quello di fornire a 250 giovani una formazione di qualità nell’ambito del Ghana project messo a punto da Confindustria Alto Adriatico.

Principale partner dell’operazione è Umana, agenzia per il lavoro, ma sono stati coinvolti anche la Regione e i sindacati.

A seguire, Mattarella si trasferirà presso il porto di Tema, dove è ormeggiato il pattugliatore d’altura della Marina militare italiana Bettica, impegnato in operazioni di monitoraggio nel Golfo di Guinea, nell’ambito di un programma di lotta alla pirateria e ad altre forme di criminalità in mare. Il presidente della Repubblica incontrerà comandante e membri dell’equipaggio. Al termine, è previsto il rientro in Italia.

La Verità

Italia – Gli Esercizi Spirituali, in simultanea a due modalità, della comunità internazionale Zeffirino Namuncurà

Notizia a cura di don Silvio Roggia per l’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Come ogni anno, gli Esercizi Spirituali della comunità internazionale Zeffirino Namuncurà di via della Bufalotta, Roma, degli studenti di Teologia, si svolgono a partire dalla conclusione delle lezioni all’Università Pontificia Salesiana, prima della pausa pasquale, fino al Giovedì Santo.

Quest’anno però c’è stato un elemento di novità che li ha caratterizzati. Ospiti del Centro di Spiritualità di Sacrofano, si sono svolti in simultanea sia il corso di esercizi, con la predicazione guidata da don Gianni Ghiglione con una rilettura in chiave spirituale e carismatica delle Memorie dell’Oratorio – in linea con il bicentenario del sogno dei nove anni – sia gli Esercizi, personalmente guidati per 12 confratelli che han fatto questa scelta.

Gli Esercizi Spirituali personalmente guidati sono un’esperienza che è al cuore della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano (SSA), che nel mese di aprile giungerà alla sua settima edizione e che è già stata frequentata da oltre 160 salesiani dalle 7 regioni. Nella Scuola, che si svolge a Valdocco e al Colle per 5 settimane tra aprile e maggio per la lingua inglese e tra agosto e settembre per le lingue neolatine (italiano, spagnolo, francese e portoghese), la settimana di esercizi personalmente guidati è, a dire dei partecipanti, l’esperienza più intensa e qualificante, che permette di valorizzare al meglio anche tutto ciò che la precede e la segue.

In cosa consistono gli esercizi spirituali personalmente guidati? È un tempo di silenzio dove chi intraprende questo tipo di esercizi dedica 4 o 5 tempi di un’ora di preghiera ogni giorno. In comune si celebra l’Eucaristia. Una volta al giorno ogni partecipante si incontra con la sua guida degli esercizi che suggerisce alcuni passi della Scrittura e piste di meditazione, non prestabilite ma rispondenti a quanto la persona sta vivendo in quel periodo della sua storia e cammino spirituale. È quanto si vive nei momenti di preghiera del giorno precedente a orientare il prosieguo del cammino. Gli appuntamenti della giornata sono: l’Eucaristia, i momenti di preghiera, l’incontro con la guida, i pasti in silenzio. Il resto del tempo viene liberamente organizzato attorno a questo ritmo contemplativo, con ampio spazio al riposo e al contatto con la natura.

Nell’insieme si tratta di un percorso di preghiera semplice e lineare, ma proprio per questo capace di mettere la persona e la sua storia di fronte a Dio, lasciando a Lui l’iniziativa principale, di cui la guida si fa come specchio, per cogliere e dare forza a quanto ciascuno vive nell’intimo dialogo con il Signore.

Poter fare congiuntamente queste due esperienze è un dono ulteriore che ci si offre reciprocamente: ciascuno ha un suo ritmo e cammino e, rispettando la libertà di ogni cuore, ci si può stimolare e aiutare a vicenda, vivendo in fraternità di spirito la più bella e feconda delle nostre diversità: quella delle nostre anime. Diceva infatti Santa Teresa d’Avila che la differenza tra i nostri volti è insignificante rispetto alla unicità e originalità dell’anima che ognuno è e vive. Camminare insieme rispettando il passo e l’andatura di ogni pellegrino, pur orientati alla stessa meta, è una forma di sinodalità che può avere una sua peculiare valenza formativa, significativa non solo per le tappe iniziali.

Un ringraziamento a don Gianni Ghiglione, al sig. Raymond Callo, Coordinatore della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano, e padre Jesus Maria Velasco, che hanno accompagnato con saggezza in questo percorso.

-don Silvio Roggia

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RMG – Un simbolo d’unione nell’impegno: la croce del Volontariato Missionario Salesiano

Dall’agenzia ANS.

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In un passo significativo verso la promozione dell’unità e della dedizione del Volontariato Missionario Salesiano (VMS), la Congregazione Salesiana presenta con orgoglio la “Croce VMS”.

Questo emblema, intriso dell’essenza e dei valori della missione salesiana, è stato introdotto congiuntamente dai Settori della Pastorale Giovanile e delle Missioni, e servirà da potente simbolo di impegno tra i volontari.

Le Croci del Volontariato Missionario Salesiano rappresentano un simbolo unificante esclusivamente per i Volontari Missionari Salesiani ed incarnano la loro incrollabile devozione al servizio e alla solidarietà.

Così come definito dalla Congregazione, il Volontariato Missionario Salesiano rappresenta un impegno volontario assunto da giovani all’interno delle comunità salesiane, spinti dalla fede e ispirati dagli insegnamenti e dalla spiritualità di Don Bosco.

C’è stato un processo importante e significativo per garantire che la croce rappresentasse tutti gli aspetti importanti del VMS. L’Equipe Consultiva VMS ha indetto un concorso di progettazione che ha coinvolto le Ispettorie salesiane e don Jeff Miller, SDB, australiano, ha vinto il concorso.

Il suo progetto è stato la base per la croce attuale, che è stata poi sviluppata seguendo i suggerimenti dei Consigli per la Pastorale Giovanile e le Missioni, per armonizzare in modo semplice le caratteristiche più importanti del Volontariato Missionario Salesiano.

Per garantire il significato della croce, sono stati stabiliti criteri specifici per coloro che possono riceverla:

  1. Volontari con formazione salesiana: Persone che hanno seguito una formazione completa incentrata sulla spiritualità e sulla pedagogia salesiana.
  2. Integrazione nelle comunità salesiane: Volontari che risiederanno e lavoreranno all’interno di comunità salesiane attivamente impegnate nei progetti educativi e pastorali promossi dai Salesiani.
  3. Impegno ad un servizio continuo: Volontari che si impegnano a svolgere un periodo di servizio continuo e ininterrotto, offrendo il proprio tempo volontariamente e senza retribuzione.
  4. Motivati dalla fede: Volontari fondati nella fede, spinti dall’etica missionaria di Don Bosco e animati dallo spirito del carisma salesiano.

Il Comitato Consultivo del VMS ha reso più accessibile il processo per ottenere le croci VMS, permettendo ai coordinatori di richiedere le croci ai Settori Missioni e Pastorale Giovanile. Queste croci, incarnazione tangibile dell’impegno condiviso dei Volontari Missionari Salesiani, saranno di norma conservate presso gli uffici centrali del Settore per le Missioni a Roma, situato presso la Sede Centrale Salesiana.

L’introduzione della Croce del Volontario Missionario Salesiano sottolinea il costante impegno della Congregazione Salesiana nel coltivare l’unità e la solidarietà tra i suoi volontari; indossandola, i volontari prendono su di sé l’eredità di Don Bosco nel servizio disinteressato e devoto ai giovani.

Per ulteriori informazioni sulla Croce VMS, gli interessati sono invitati a contattare il Comitato Consultivo del VMS all’indirizzo: salesianvol@sdb.org.

Abbracciando la Croce VMS, i volontari non solo si adornano con un simbolo esteriore, ma portano anche dentro di sé l’etica profonda della missione di Don Bosco, perpetuando la sua eredità di amore, servizio e responsabilizzazione tra i giovani.

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Italia – 1° aprile 2024: 90° anniversario della Canonizzazione di Don Bosco

Dall’agenzia ANS.

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Il 1° aprile 2024 è stato il 90° anniversario della canonizzazione di Don Bosco, fatta da papa Pio XI nel giorno stesso di Pasqua, 1° aprile 1934, per accomunare Don Bosco alla gloria del Cristo Risorto, a conclusione dell’Anno santo della redenzione, indetto dallo stesso Pio XI per celebrare i 1900 anni della Redenzione, della morte e risurrezione di Gesù Cristo.

È commovente recarsi nella primitiva cappella Pinardi a Torino, vera Porziuncola salesiana, e contemplare il dipinto di fondo che rappresenta la Risurrezione.

Il mistero pasquale segna l’esistenza di don Bosco e lo conduce nel cuore dell’avvenimento cristiano: riceve la prima comunione il giorno di Pasqua del 1826; inizia l’oratorio con sede stabile a Valdocco nella Pasqua del 1846 (12 aprile); viene canonizzato da Pio XI il 1° aprile 1934 Domenica di Pasqua, Anno santo della redenzione.

Nella lettera Decretale con cui si proclama la santità di Don Bosco, Pio XI così si esprime:

«Oggi invero a Noi, forti dell’infinita virtù del Sangue del Crocifisso Redentore, mercé la vicaria potestà della quale siamo insigniti, vien concesso di aggiungere a quella schiera di Santi un altro eroe della santità, il quale, per i tanti e sì grandi benefìci che alla religione e alla civiltà continuamente apporta per mezzo della sua spirituale figliolanza, vivrà in memoria ed in benedizione sino agli ultimi tempi: vogliam dire Giovanni Bosco, il quale pochi anni or sono annoverammo nei fasti dei Beati, e che (dolce è ancora all’animo il ricordo) non solo con l’aspetto e con la parola confortò la Nostra giovinezza, ma pur ancor per le meravigliose sue opere e per lo splendore della sua virtù si attirò tutta la Nostra ammirazione».

Infatti, nell’autunno del 1883, giovane sacerdote, don Achille Ratti andò a far visita a don Giovanni Bosco e al suo Oratorio a TorinoValdocco, ove si fermò due giorni, sedette alla mensa di Don Bosco e se ne partì pieno di profondi e soavi ricordi. Quel contatto avuto con il Santo fu per lui quasi sempre un vanto.

Se ci si reca in San Pietro si può notare che l’unico Santo accompagnato da due giovani è proprio San Giovanni Bosco. E i due giovani sono San Domenico Savio e il Beato Zefirino Namuncurà.

È una specie di inno alla santità salesiana, alla santità del maestro e dei discepoli. Questo gruppo di Santi si trova nella parte destra della navata, sopra l’antica statua in bronzo di San Pietro, quasi a sottolineare la grande devozione del Santo al Vicario di Cristo.

Nella lettera apostolica Iuvenum Patris San Giovanni Paolo II evidenzia il fatto che Don Bosco

«realizza la sua personale santità mediante l’impegno educativo vissuto con zelo e cuore apostolico, e che sa proporre, al tempo stesso, la santità quale meta concreta della sua pedagogia. Proprio un tale interscambio tra “educazione” e “santità” è l’aspetto caratteristico della sua figura: egli è un “educatore santo”, si ispira a un “modello santo” – Francesco di Sales -, è un discepolo di un “maestro spirituale santo” – Giuseppe Cafasso -, e sa formare tra i suoi giovani un “educando santo”: Domenico Savio… Nella Chiesa e nel mondo la visione educativa integrale, che vediamo incarnata in Giovanni Bosco, è una pedagogia realista della santità. Urge ricuperare il vero concetto di “santità”, come componente della vita di ogni credente. L’originalità e l’audacia della proposta di una “santità giovanile” è intrinseca all’arte educativa di questo grande Santo, che può essere giustamente definito “maestro di spiritualità giovanile”. Il suo particolare segreto fu quello di non deludere le aspirazioni profonde dei giovani (bisogno di vita, di amore, di espansione, di gioia, di libertà, di futuro), e insieme di portarli gradualmente e realisticamente a sperimentare che solo nella “vita di grazia”, cioè nell’amicizia con Cristo, si attuano in pieno gli ideali più autentici».

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