Suor Smerilli: Una conversione ecologica per rigenerare il mondo

Pubblichiamo un articolo di Famiglia Cristiana nel quale suor Alessandra Smerilli, docente all’Auxilium e consigliere di Stato Vaticano, racconta la sfida dell’economia dopo l’esperienza del Covid-19.

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«Si dice che, dopo il Covid-19, dobbiamo ripartire. Ma davvero siamo convinti che sia utile ripartire facendo esattamente quello che facevamo prima? Nel gruppo di lavoro di cui faccio parte, preferiamo usare il verbo “rigenerare”, andare verso una trasformazione dell’economia, del mondo del lavoro e della società imparando da ciò che abbiamo vissuto. Crediamo sia questa la vera sfida, dopo il trauma della pandemia che ha investito tutto il pianeta». Religiosa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor Alessandra Smerilli, 45 anni, originaria di Vasto (Chieti), insegna Economia politica alla Pontificia facoltà di scienze dell’educazione Auxilium di Roma, l’università delle suore Salesiane. Papa Francesco l’ha nominata lo scorso anno consigliere di Stato della Città del Vaticano. E in questo ruolo sta coordinando una task force di economisti all’interno di una commissione fortemente voluta dal Papa, che ha il compito di elaborare proposte innovative a partire dall’esperienza del Covid-19.

CREATIVITÀ EVANGELICA
«Quello che stiamo vivendo è un periodo delicato e decisivo», afferma suor Smerilli, «che può essere l’occasione per una transizione positiva, ma che richiede grandi cambiamenti: nel mondo del lavoro, nell’economia, nella nostra stessa organizzazione sociale, nel nostro equilibrio con la natura. Il Papa ha chiesto a noi economisti delle proposte concrete per affrontare queste sfide, che abbiano basi solide ma anche la creatività del Vangelo». La direzione verso cui la commissione post Covid-19 del Vaticano sta lavorando è quella di un modello economico più sostenibile e dell’ecologia integrale, per questo suor Alessandra è coinvolta anche nell’anno di celebrazioni della Laudato si’, l’enciclica sulla custodia del creato di papa Francesco, a cinque anni dalla pubblicazione il 24 maggio 2015. «Questi cinque anni sono stati il periodo della ruminatio», afferma suor Smerilli. «La Laudato si’ è stata accolta subito con entusiasmo, anche in ambienti non cattolici. Sono partite iniziative in tutto il mondo: penso alle famiglie che si sono unite per ridurre i consumi, alle nuove “comunità Laudato si’”, alle università e alle parrocchie che stanno attuando la conversione ecologica e danno spazio a una spiritualità del creato, all’interessante fenomeno dei monasteri a impatto zero, a tante persone non credenti che si sono mosse ispirate dall’enciclica. All’inizio si è trattato di iniziative sporadiche, che poi però sono state messe a sistema da chi, profondamente convinto, si è fatto promotore del cambiamento. L’anno di celebrazione sarà un altro inizio, cui seguiranno sette anni – un numero biblico, non a caso, per far crescere queste pratiche di transizione ecologica e replicarle, fare massa critica e aumentare l’impatto sulla politica e su chi deve prendere decisioni».

UN ANNO DI INIZIATIVE
A partire dal primo settembre, giornata per la salvaguardia del Creato, fino a maggio del 2021, il programma dell’anno della Laudato si’ vedrà coinvolte Chiese locali, ordini religiosi, scuole e università, imprese e parrocchie, attraverso eventi, seminari e occasioni di confronto. Anche l’arte avrà un ruolo importante: «Lo spirito della Laudato si’ parte da uno sguardo contemplativo sul creato», afferma suor Alessandra. «L’arte in questo processo è importantissima perché ci dice gratuità, passione. Ci dice che a smuoverci è la tensione verso il bello, non tanto il fatto che “dobbiamo” cambiare i comportamenti». Un’eredità che questo anno vuole lasciare sono le living chapel, le cappelle viventi: luoghi di preghiera all’aperto, realizzati con materiali ecosostenibili, all’insegna dell’armonia tra spiritualità e natura, grazie all’apporto delle arti, dalla musica all’architettura. La prima living chapel è sorta nell’orto botanico di Roma. «La seconda si sta progettando in Veneto». «L’obiettivo dell’anno di celebrazione della Laudato si’ e dei sette anni seguenti è entrare nel concreto della transizione ecologica», continua la religiosa salesiana. «Cosa vuol dire per un’università, per esempio, essere completamente sostenibile? La Georgetown University di Washington, negli Usa (retta dai Gesuiti), ha trasformato strutture, comportamenti e persino la didattica, in modo da essere in linea con la Laudato si’. E in questi mesi metterà a disposizione di altri atenei la propria esperienza».

VITA DONATA PER IL VANGELO
Donna, economista e religiosa. Questi tre aspetti contraddistinguono in modo profondo l’impegno di suor Alessandra Smerilli, che di recente è stata chiamata a far parte anche del Comitato di donne per le pari opportunità del Governo italiano, voluto dalla ministra Elena Bonetti per il dopo emergenza sanitaria. «Sono cresciuta in un oratorio salesiano», racconta la religiosa. «A 16 anni ero animatrice di altri ragazzi e molto presto, a partire dall’incontro con la parola del Vangelo, ho avvertito la chiamata a seguire Cristo, e a farlo con i giovani e per i giovani. Queste sono le due dimensioni che mi porto dentro. Quando poi ho conosciuto le Figlie di Maria Ausiliatrice, mi ha colpito questo carisma dentro la famiglia salesiana che ha più a che fare con le giovani donne, con il femminile. E da allora anche questa è un’attenzione che ho sempre più sviluppato, anche perché sono convinta che la questione femminile sia una delle sfide cruciali del nostro tempo. Lo si è visto anche durante il lockdown. Da una parte, a essere penalizzate sono state soprattutto le donne, molte delle quali hanno dovuto rinunciare al lavoro per l’impossibilità di conciliarlo con gli impegni familiari. È vero che molti uomini hanno vissuto la stessa situazione di lavoro entro le mura domestiche durante la pandemia, ma i dati ci dicono che solo il 55% ha contribuito di più rispetto al solito alla gestione della casa e dei figli. Dall’altro lato si è visto che i Paesi governati da donne – penso alla Nuova Zelanda o alla Germania, per esempio – hanno reagito molto meglio alla crisi. Una recente analisi sul New York Times ha riconosciuto alle leader di questi Paesi chiarezza nella comunicazione, capacità di empatia e di mettersi nei panni dei cittadini, di comunicare in modo chiaro ed efficace, chiarezza nelle decisioni e non confusione rispetto a quanto si è visto in tanti altri Paesi. Forse la dimensione del prendersi cura, più sviluppata dalla parte femminile dell’umanità, ha permesso una reazione migliore di fronte a emergenze dove la salute viene messa in discussione. Ci sono capacità che le donne hanno sviluppato più degli uomini, per ragioni anche culturali, che sono particolarmente adatte ad affrontare i problemi del nostro tempo. Rinunciare a questo contributo sarebbe come guardare con un occhio solo: la visione della realtà è deformata».

ECONOMISTA PER OBBEDIENZA
Se è diventata religiosa per scelta, suor Alessandra ha cominciato a studiare economia per “obbedienza”. «Volevo occuparmi dei giovani e lavorare nel sociale. Invece la mia superiora, al momento di scegliere la facoltà, mi chiese di iscrivermi a Economia. Lei guardava avanti e mi disse che l’economia sarebbe diventata sempre più importante, e che come educatrici non potevamo non occuparcene. All’inizio mi crollò il mondo addosso, poi studiando ho capito che mi interessava andare a fondo dei modelli di teoria economica. Grazie all’incontro con studiosi come Antonio Maria Baggio e Luigino Bruni, ho trovato la mia strada: ho capito che era possibile fare economia in modo scientifico, ma mettendo al centro valori diversi rispetto a quelli classici. Alcune teorie economiche su cui basiamo la nostra vita danno per scontato, per esempio, che sia sempre e comunque meglio per le persone avere più beni, possedere sempre di più. Oggi sono convinta che sia necessario rimettere l’economia al suo posto in un quadro più ampio, renderla davvero strumento al servizio di un benessere che è uno star-bene delle persone in tutti i sensi». Per affrontare le sfide del futuro, secondo suor Smerilli, sarà fondamentale puntare sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione: «Serve una politica lungimirante, un nuovo protagonismo dello Stato e una rinnovata cooperazione fra i governi», afferma l’economista. «Papa Francesco l’ha detto benissimo il 27 marzo: “Nessuno si salva da solo”. Questo virus, un esserino invisibile l’ha reso evidente: si può fare tanto nella gestione dell’epidemia, ma poi basta l’arrivo di un aereo da un altro Paese per rimettere tutto in discussione. L’Europa si sta mostrando forte in questo senso, ma ci aspettano profondi cambiamenti, soprattutto nel mercato del lavoro. È essenziale capire dove si sta andando per intervenire per gestire la transizione. Non dobbiamo aspettare che milioni di persone perdano il lavoro per riconvertire alcuni settori della produzione. Va fatto subito, prima che ci sia la crisi sociale. In questo senso, il Green New Deal, il progetto europeo per la transizione ecologica dell’Unione europea, può essere un’occasione per creare nuovi posti di lavoro e, nello stesso tempo, per andare verso un’economia riconciliata con l’ambiente e la natura, con tempi e ritmi di lavoro umani».

Comunicazione sociale, incontro del Consigliere Generale con i Delegati delle Ispettorie d’Italia

Pubblichiamo dall’agenzia ANS il resoconto dell’incontro tenutosi tra il Consigliere per la Comunicazione sociale, don Gildásio Mendes dos Santos e gli incaricati delle ispettorie d’Italia.
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Il 23 luglio si è svolto l’incontro dei sei Delegati per la Comunicazione Sociale delle diverse Ispettorie Italiane, con don Gildásio Mendes dos Santos, Consigliere per la Comunicazione Sociale (CS). Tutti i Delegati hanno avuto la possibilità di confrontarsi sui diversi approcci alla CS nelle loro Ispettorie, mettendo in risalto potenzialità e criticità dei sistemi adottati. Lo scopo è stato quello di riflettere sulle prospettive future della comunicazione e sul percorso da intraprendere per migliorare la sinergia tra il settore della Comunicazione Sociale e la Pastorale Giovanile Salesiana, e allo stesso tempo mettersi al passo con i sistemi comunicativi di oggi. Ogni Delegato ha riportato una vasta gamma di esperienze di comunicazione delle proprie comunità, e riflessioni sulle tecniche che necessitano di essere aggiornate e messe a servizio della missione per i giovani. Dal confronto è emerso che la Congregazione Salesiana è maturata nel lavoro di comunicazione. Questo è il risultato dell’impegno, del sostegno e del lavoro svolto dagli Ispettori, dai loro Delegati, dai Direttori, dai Salesiani, dai Laici e dai Giovani nelle diverse aree della comunicazione. Il periodo storico attuale ha sicuramente influito sul tipo di comunicazione da utilizzare, ma nonostante le difficoltà del periodo, la Congregazione si è dimostrata pronta a fronteggiare le nuove necessità comunicative. Fornendo una copertura significativa di notizie e contenuti durante la crisi.
Tra i punti di contatto del confronto ci sono stati la considerazione e l’auspicio di continuare l’intesa e il collegamento tra i delegati e che si possa lavorare insieme, alla sensibilizzazione dell’importanza della CS anche a livello nazionale, per sottolineare questo settore non solo come strumento o canale di informazione. La scelta della creazione di un logo unificato per i Salesiani Don Bosco Italia è il primo passo per creare questa sinergia.
La comunicazione, oggi, è dinamica, rapida ed esigente. Ed è essenziale rafforzare la comunicazione istituzionale, aggiornare i sistemi e le piattaforme di comunicazione, dare priorità ai processi di discernimento e al lavoro in collaborazione. Don Mendes dos Santos ha concluso il confronto sostenendo che oggi si è in possesso di un buon testo di comunicazione sociale: il Sistema Salesiano di Comunicazione Sociale, costruito lungo gli anni con la partecipazione di molti. Ma è tempo di rivedere e aggiornare questo documento, alla luce dei più recenti documenti della Chiesa e delle nuove sfide e opportunità della cultura mediatica.
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Il saluto dell’UPS a don Carlo Nanni

Riportiamo il comunicato stampa dell’Università Pontificia Salesiana sulla morte di don Carlo Nanni, rettore magnifico emerito, scomparso domenica 19 luglio a Roma.

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Domenica 19 luglio 2020 alle 6:30 del mattino, il prof. don Carlo Nanni, Rettore magnifico emerito dell’Università Pontificia Salesiana, si è spento all’età di 75 anni.

A dare il triste annuncio è stato don Alvaro Forcellini, direttore della comunità salesiana della parrocchia Santa Maria della Speranza, adiacente al campus universitario, dove don Carlo era stato trasferito a settembre 2018. Qui, don Carlo si era dedicato primariamente all’impegno pastorale parrocchiale continuando, nel contempo, a prestare il suo servizio all’UPS fino all’inizio del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria per la pandemia.

I funerali si svolgeranno martedì 21 luglio alle ore 11 nella Chiesa di Santa Maria della Speranza (Via Francesco Cocco Ortu, 19 Roma). La celebrazione sarà presieduta dal Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime.

La salma verrà poi traslata nel suo paese natale, Ischia di Castro (VT), dove alle 18 avrà luogo una seconda messa funebre.

Don Carlo Nanni, nato a Ischia di Castro (Viterbo) il 3 aprile 1945, era diventato salesiano nel 1962 ed era stato ordinato sacerdote il 18 marzo 1975 a Castelgandolfo (Roma).

Licenziatosi in Filosofia il 27 giugno 1968 presso il Pontificio Ateneo Salesiano, e in Teologia (specializzazione patristica e storia del dogma) presso la Pontificia Università Gregoriana il 12 giugno 1975, don Carlo conseguì anche la Laurea statale italiana in Filosofia il 26 marzo 1973 presso l’Università di Roma La Sapienza con una tesi in antropologia culturale dal titolo “La cultura d’origine nel processo d’inurbazione”. Ha ricoperto numerosi incarichi, fu Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione dal 1995 al 1998, riconfermato poi per un secondo triennio fino al 2001, e nominato Rettore magnifico dell’UPS dal 1° luglio 2009 fino al 15 luglio 2015.

Nella sua formazione ha sempre sentito fortemente il bisogno di coniugare laicità civile e comunitarietà ecclesiale, incarnazione nel territorio e ricerca dell’universalità cattolica “romana”, appartenenza ecclesiale e cittadinanza attiva, impegno nel sociale e ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia, preoccupazione pastorale e vicinanza ai vissuti e ai cammini esistenziali dei giovani, di persone e di famiglie nelle loro concrete condizioni di vita.

Ripercorrendo gli anni della sua vita e in modo particolare quelli della sua attività all’Università Pontificia Salesiana, si resta ammirati per la costante e generosa dedizione con cui don Carlo ha svolto il suo servizio accademico di docenza, di ricerca e di impegno istituzionale.

La comunità accademica dell’UPS, in particolare generazioni di studenti, lo ricordano con affetto per l’allegria e l’attenzione ai giovani che lo contraddistingueva.

In rispetto della normativa vigente, il numero massimo di persone consentito all’interno della chiesa sarà di 200 persone.

L’animazione dei Delegati di Pastorale Giovanile, tra novità e tratti inossidabili

Pubblichiamo dall’agenzia salesiana ANS l’intervista al Consigliere Generale per la PG, don Miguel Ángel García Morcuende sul futuro dell’animazione della Pastorale Giovanile.

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(ANS – Roma) – Il Dicastero di Pastorale Giovanile (PG) ha introdotto una nuova modalità di animazione per i Delegati ispettoriali di PG e l’ha adoperata per la prima volta la settimana scorsa. Abbiamo chiesto al Consigliere Generale per la PG, don Miguel Ángel García Morcuende, di parlarci di questa novità.

Don Miguel Ángel, potrebbe illustrarci in cosa consiste questa nuova modalità?

All’inizio di un nuovo sessennio, tenendo conto delle sfide pastorali attuali ed alla luce del cammino della Chiesa e del Capitolo Generale 28°, vogliamo condividere personalmente con tutti i Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile uno spazio di confronto, scambio e riflessioni che riteniamo fondamentali per programmare il sessennio 2020-2026. Come sappiamo non è possibile al momento prevedere degli incontri regionali secondo i modi e le dinamiche che sono state usate negli ultimi incontri. Per fare questo e superare i limiti delle distanze, faremo lungo il corso: un incontro iniziale online di 4 mattine con tutti i Delegati di ogni Regione; un incontro “face to face” personale online con me ed il referente regionale per valutare le sfide e le prospettive di ogni Ispettoria nell’ambito della Pastorale giovanile e i suoi processi; per i nuovi Delegati, opportunamente, si proporrà un incontro online, secondo le regioni e le lingue, per un cammino di vicinanza ed accompagnamento che aiuti a capire il ruolo e le dinamiche della missione ed azione del Delegato di PG, d’accordo con il “Manuale del Delegato Ispettoriale di Pastorale Giovanile”.

Questa scelta è stata dovuta solo alla situazione generata da COVID-19 o hanno inciso anche altre motivazioni?

Da una parte, il cambio di metodologia quest’anno si è dovuto a COVID-19. Ma anche come Dicastero ci proponiamo di perseguire tre mete fondamentali, sempre con l’idea di costruire ponti con le realtà ispettoriali: ascoltare, accompagnare e sostenere i Delegati per la Pastorale Giovanile che hanno una forte responsabilità istituzionale in contesti di riferimento molti diversi; comprendere la realtà dei giovani sul piano socio-culturale e religioso, per identificare con i Delegati le proposte adeguate ai loro bisogni umani e spirituali; assistere, per ultimo, gli stessi Delegati, affinché promuovano una progettualità fondamentale, che preveda l’individuazione di priorità, obiettivi, modalità operative nell’Ispettoria.

Nella programmazione dei lavori del Dicastero che ruolo avrà questa nuova metodologia? Sarà un elemento centrale o dovrà essere necessariamente integrato con altre opzioni?

Per l’animazione della vita della Congregazione a livello delle aree geografiche sono previsti altri spazi di animazione estremamente legati all’incontro personale. Facciamo molta attenzione alle visite, in modo che siano un momento di ascolto attento e ugualmente occasione di apertura di orizzonti alla comunione con tutta la Congregazione. Si tratta di rinforzare il coordinamento e la collaborazione nelle Regioni e della loro articolazione con il Dicastero. Incontri di formazione, contatti frequenti, elaborazione degli strumenti e sussidi sono altri mezzi.

Secondo lei, si tratta di un modello replicabile anche a livello più locale o ad altri ambiti di animazione salesiana?

Penso di sì. Infatti, nella Pastorale Giovanile, la nostra Congregazione ha sempre investito molto. Tanti confratelli dedicano le energie migliori in questa missione, che non è né semplice, né facilmente realizzabile. Perciò, una sfida oggi più che mai sentita e accolta è l’accompagnamento dei Delegati per la PG a livello personale, grazie al quale ciascuno si possa sentire sostenuto nel cammino e aiutato a svolgere l’impegno pastorale nella cura delle persone a lui affidate, sempre in sintonia con la realtà e i contesti nei quali operiamo.

Nel dialogo con i Delegati sto sperimentando che, prima ancora di essere impegnati in un servizio che ha livelli di competenze da attivare, iniziative e sinergie da mettere in campo, essi offrono una grande testimonianza, che è provocazione per tutti, anche per la vita dei giovani.

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“Cooperare localmente per competere globalmente”: accordo tra l’Università di Torino, il Politecnico di Torino e Università Pontificia Salesiana

Pubblichiamo dall’agenzia salesiana ANS un articolo dove si presenta l’accordo di cooperazione interuniversitaria tra la UniTO, il PoliTO e l’UPS per per attività tecnico-scientifiche e formative.

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(ANS – Torino) – Venerdì scorso, 10 luglio, nell’Aula Magna della Cavallerizza Reale dell’Università di Torino, il Rettore dell’Università di Torino (UniTO), Stefano Geuna, il Rettore del Politecnico di Torino (PoliTO), Guido Saracco, e il Rettore dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), don Mauro Mantovani, hanno presentato alla stampa l’accordo di cooperazione interuniversitaria tra i tre atenei per attività tecnico-scientifiche e formative.

Sono intervenuti, inoltre, il Prof. Alessandro Zennaro, Direttore del Dipartimento di Psicologia e referente UniTO per l’attuazione della convenzione; il Prof. Sebastiano Foti, Vicerettore per la Didattica referente del PoliTO per l’attuazione della convenzione; e il Prof. Alessio Rocchi, Direttore Generale dell’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo (IUSTO) e delegato dell’UPS per l’esecuzione della convenzione.

L’accordo facilita forme permanenti di collaborazione scientifica, anche mediante progetti integrati di ricerca tra docenti e ricercatori dei tre atenei. Da un punto di vista didattico, offre l’opportunità ai rispettivi studenti di frequentare singoli corsi di insegnamento attivati presso gli altri atenei, sostenere i relativi esami e ottenere il riconoscimento dei crediti coerenti con il corso di studio. Gli atenei si impegnano inoltre, laddove siano presenti curricoli e titoli affini, a favorirne il reciproco riconoscimento.

La convenzione facilita pure, secondo modi e tempi da stabilirsi di volta in volta, l’accesso reciproco di studenti e docenti alle diverse strutture didattiche e di supporto, come biblioteche e laboratori. Potranno essere attivati, infine, dei curricoli joint-degree finalizzati al conseguimento dei gradi accademici, corsi interuniversitari di perfezionamento, di specializzazione e dottorati di ricerca.

“La firma di quest’accordo di cooperazione costituisce un importante rafforzamento della rete universitaria e accademica in campo scientifico e didattico – ha dichiara il prof. Stefano Geuna, di UniTO – È il segno di una forte attenzione verso tutte le opportunità di sviluppo della conoscenza e della formazione. La convenzione rende possibili numerose eccellenti opportunità di scambio per ricercatori e docenti, ma contiene anche linee precise di potenziamento della didattica: dai corsi di laurea di I livello fino ai dottorati. Oltre a questo, però, un significato particolare acquisisce la collaborazione per mettere in atto azioni concrete e iniziative congiunte finalizzate a perseguire il benessere delle persone, valorizzando il capitale umano operante nelle rispettive comunità universitarie. Tanto più in questo periodo di pandemia. Ancora una dimostrazione di come una radicata vocazione allo sviluppo sociale e civile accomuni i nostri Atenei”.

“L’epoca che stiamo vivendo rende sempre più evidente la necessità di rafforzare con discipline socio-economiche, filosofiche e con quelle che in senso ampio vengono denominate ‘scienze sociali’ la formazione dei tecnici, quindi dei nostri futuri ingegneri, architetti, designer e pianificatori. Anche la ricerca è sempre più trasversale e ricomprende discipline un tempo ben distinte e separate, che oggi si integrano in progetti complessi, che oltre all’aspetto tecnico considerano anche l’impatto sull’uomo e sulla società. Questa convenzione va proprio in questa direzione di collaborazione a livello cittadino, a vantaggio degli studenti dei tre atenei e di tutte le nostre attività di ricerca”, ha aggiunto il Rettore del PoliTO, Guido Saracco.

“La stipula di questa convenzione assume un significato particolare per il nostro territorio – ha commentato il prof. Alessio Rocchi, Direttore dello IUSTO (UPS) –. Come atenei abbiamo la concreta possibilità di cooperare localmente per competere meglio globalmente; di fronte alle sfide presenti e future, le nostre università possono davvero fare la differenza nella produzione e nella valorizzazione della conoscenza”.

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Borse di studio CEI a.s. 2020/21

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha stabilito di erogare fino a 20mila sussidi di studio del valore di 2.000 euro ciascuno a studenti iscritti per l’anno scolastico 2020/21 a una scuola paritaria secondaria di I o II grado, come misura di sostegno alle famiglie degli alunni più in difficoltà, di fronte alla crisi economica conseguente all’emergenza sanitaria.

Per l’assegnazione dei sussidi verrà seguito il criterio della situazione economica familiare, mediante l’indicatore ISEE.

Le domande vanno presentate, con gli allegati richiesti, preferibilmente tramite la scuola di iscrizione, che provvede a inoltrarle alla CEI tramite un format elettronico.

La piattaforma di inserimento dei dati da parte delle scuole è accessibile a questo link.

L’inserimento dei dati sarà possibile fino al 31 luglio 2020.

In allegato il bando e il modulo da compilare a cura dei richiedenti.

Per informazioni, scrivere a sussidiodistudio2020@chiesacattolica.it

Bando sussidi CEI 2020

Domanda sussidi CEI 2020

Piattaforma inserimento dati

Il Poster della Santità della Famiglia Salesiana 2020

È disponibile il Poster della Santità della Famiglia Salesiana 2020. Di seguito l’articolo pubblicato ieri dall’Agenzia d’Informazione Salesiana ANS con il commento di don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale e in allegato il poster, in formato jpg e pdf.

La Postulazione salesiana interessa 173 tra santi (9), beati (118), venerabili (17), servi di Dio (29). Le Cause seguite direttamente dalla Postulazione sono 55. Inoltre, la Postulazione accompagna anche le Cause dei Venerabili Camillo Costa de Beauregard, sacerdote della diocesi di Chambery (Francia); Casimiro Barello Morello, terziario francescano, pellegrino tra l’Italia e la Spagna; Augusto Bertazzoni, arcivescovo di Potenza; e del Servo di Dio Felice Canelli, sacerdote della diocesi di San Severo e Salesiano Cooperatore.

“Occorre esprimere profonda gratitudine e lode a Dio per la santità già riconosciuta nella Famiglia Salesiana di Don Bosco e per quella in via di riconoscimento. L’esito di una Causa di Beatificazione e di Canonizzazione è un evento di straordinaria rilevanza e valenza ecclesiale. Si tratta infatti di operare un discernimento sulla fama di santità di un battezzato, che ha vissuto le beatitudini evangeliche in grado eroico, o che ha dato la vita per Cristo. Da Don Bosco fino ai nostri giorni riconosciamo una tradizione di santità a cui merita dare attenzione, perché incarnazione del carisma che da lui ha avuto origine e che si è espresso in una pluralità di stati di vita. Si tratta di uomini e donne, giovani e adulti, consacrati e laici, vescovi e missionari che in contesti storici, culturali, sociali diversi nel tempo e nello spazio hanno fatto brillare di singolare luce il carisma salesiano, rappresentando un patrimonio che svolge un ruolo efficace nella vita e nella comunità dei credenti e per gli uomini di buona volontà”

afferma don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale.

Meritano di essere ricordate le Cause avviate nel 2019 e 2020 riguardanti i Servi di Dio: don Luigi Bolla (1932-2013) salesiano missionario tra le popolazioni indigene dell’Ecuador e del Perù; don Silvio Galli (1927-2012), salesiano sacerdote testimone della compassione di Cristo per gli emarginati, i poveri; Vera Grita (1923-1969) Salesiana Cooperatrice, destinataria dell’Opera dei Tabernacoli Viventi; Madre Rosetta Marchese (1922-1984) Figlia di Maria Ausiliatrice, superiora generale, testimone di una maternità feconda nel dinamismo misterioso della sofferenza; Mons. Giuseppe Cognata (1885-1972), vescovo salesiano di Bova e fondatore delle Salesiane Oblate del Sacro Cuore, compagno generoso del Cristo redentore nella prova e nell’umiliazione.

In essi rifulge ciò che il Catechismo della Chiesa Cattolica descrive parlando della santità cristiana: “Il progresso spirituale tende all’unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si chiama ‘mistica’, perché partecipa al mistero di Cristo mediante i sacramenti – ‘i santi misteri’ – e, in Lui, al mistero della Santissima Trinità. Dio chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di questa vita mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti” (n. 2014).

Un ringraziamento speciale al signor Andrea Cugini della Scuola Grafica salesiana di Milano, per aver ideato e realizzato il poster.

Poster JPG

Poster PDF

Proposte per far conoscere “Animazione e governo della comunità – Il servizio del direttore salesiano”

Pubblichiamo dall’agenzia salesiana ANS il video di presentazione del consigliere generale per la Formazione, don Ivo Coelho, del materiale offerto a tutte le comunità salesiane.

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(ANS – Roma) – Don Ivo Coelho, Consigliere Generale per la Formazione, in un breve video di 3 minuti presenta il materiale di animazione che viene offerto alle comunità salesiane e a tutti i confratelli, per accompagnare la lettura e la condivisione comunitaria su “Animazione e Governo della comunità – Il servizio del direttore salesiano”.

Come dice don Coelho nel video, il testo è ora disponibile nelle 6 lingue principali usate in Congregazione. “È il frutto del cammino di insieme delle 7 regioni, di tanti gruppi di direttori e confratelli, di due seminari internazionali e di una gestazione paziente e condivisa del testo finale”.

Approvato dal Rettor Maggiore e dal suo Consiglio nell’aprile 2019, il documento è stato presentato ai membri del CG28, nelle varie lingue e già nella sua veste tipografica finale. Alcune modifiche e aggiunte presentate durante i lavori del Capitolo sono state integrate, giungendo così alla edizione definitiva.

Mentre stanno iniziando le operazioni di stampa secondo le indicazioni numeriche date dagli Ispettori, dopo i rallentamenti causati dalla pandemia, vengono offerti dei sussidi on-line per facilitare l’utilizzo di questo nuovo strumento per la formazione permanente delle comunità durante questo primo anno dopo il Capitolo.

Continua don Coelho: “Ci sarà un video intervista con il Rettor Maggiore che presenta il processo nel suo insieme. E poi tre video di introduzione ad ognuna delle tre parti, con PowerPoint, schede e altro materiale. Avremo così quattro unità di materiali che aiutano la lettura e la condivisione in comunità. Li manderemo pian piano, ogni unità a un intervallo di circa tre mesi l’una dall’altra”.

Riferendosi a quanto afferma il Rettor Maggiore nell’introduzione, don Coelho insiste sul fatto che è un dono ed insieme proposta di cammino per ogni confratello, non solo certo per i Direttori.

“Questo testo è solo il punto di partenza. Quel che conta, cari confratelli, è quello che avviene da qui in poi, casa per casa, per tutti, per ogni confratello nella Congregazione. … È il cammino di crescita che vogliamo fare insieme, grazie anche a questo strumento”.

La terza parte, soprattutto, dal titolo “Il direttore e la missione salesiana condivisa”, riguarda l’intera comunità educativa pastorale, dove Direttore e religiosi sono al fianco dei membri di altri gruppi della Famiglia Salesiana e di tante altre persone che condividono in forme diverse la missione di Don Bosco.

Questo testo si apre su un orizzonte molto ampio; incoraggia e orienta la presenza salesiana nella Chiesa, sul territorio, tra la gente di così tante culture e anche tradizioni religiose diverse, dove le comunità salesiane nel mondo sono oggi presenti.

 

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“Alzati e va’ verso il mezzogiorno”: master di accompagnamento relazionale dei giovani

La Provincia picena San Giacomo della Marca dei Frati Minori, in collaborazione con il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile della CEI organizza la seconda edizione del master di accompagnamento spirituale – relazionale per l’accompagnamento dei giovani. Tutte le informazioni, i costi e i contatti nel depliant da scaricare:

 

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Chi ama comunica. E comunicare in stile salesiano significa essere sempre fedeli ai giovani

Pubblichiamo una riflessione sulla comunicazione del Consigliere generale don Gildásio Mendes dos Santos, dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Le problematiche sperimentate e ancora vive in molti Paesi del globo a motivo della pandemia di Covid-19 non hanno fermato la comunicazione salesiana. Anzi, poiché “comunicare è reinventare, è creare nuovi e sorprendenti linguaggi”, le difficoltà sono diventate opportunità per andare più a fondo e trovare nuovi significati e nuove modalità di comunicare – cioè di amare – e di farlo in stile salesiano. Ecco la riflessione sul tema del Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildásio Mendes dos Santos.

Cari amici e care amiche,

Tutti – voi e noi insieme – abbiamo fatto del nostro meglio per comunicare con persone vicine e lontane, per alimentare la nostra Speranza, per continuare a lavorare con entusiasmo, anche in questi tempi difficili per crisi sanitaria ed economica, dovuti a Covid-19.

Camminiamo accanto ai nostri giovani perché crediamo in loro. Con loro condividiamo la nostra vita, con loro comunichiamo, per loro preghiamo. Li ameremo sempre, camminando insieme e con lo sguardo rivolto al futuro.

Abbiamo imparato dal nostro Padre, Don Bosco, questo stile salesiano di vivere con ottimismo e gioia l’amore di Dio, e di credere sempre nel seme di bene che cresce e fruttifica nel cuore dei nostri giovani. Questa è pertanto la sorgente del nostro stile di comunicare!

In tutte le Ispettorie Salesiane del mondo abbiamo visto delle iniziative interessanti e creative di comunicare e di condividere esperienze di servizio e solidarietà a favore dei più poveri e bisognosi.

Disponiamo di una grande rete – la salesiana – per comunicare la solidarietà! Abbiamo visto, ad esempio, l’impegno delle Ispettorie e delle Regioni salesiane per editare e condividere il Bollettino Salesiano nel Mondo (tanto il cartaceo quanto il digitale), la creazione di tanti “live” per programmi artistici, educativi, musicali.

Comunicare è reinventare! È creare nuovi e sorprendenti linguaggi per dare vita ai nostri racconti e per condividere con audacia i nostri sogni e i nostri progetti!

In questi tempi abbiamo seguito da vicino svariate iniziative di gruppi giovanili, di volontariato, promuoventi la solidarietàattraverso la raccolta e la donazione di prodotti alimentari, medicinali e di abbigliamento. Abbiamo visto diversi progetti di sensibilizzazione sulla prevenzione del Coronavirus, celebrazioni religiose e liturgiche ben fatte, articoli, e molta condivisione attraverso le reti sociali.

Negli ultimi tre mesi ho partecipato ad alcune videoconferenze molto interessanti, organizzate sia da vari Delegati per la Comunicazione, quanto dalle nostre comunità e dai gruppi di lavoro.

Ci piace avvicinare i giovani, ascoltarli, essergli presenti come amici, accompagnarli nel loro percorso formativo. Questo stile di comunicazione ci fa stare con loro, consapevoli del fatto che, vicini o lontani, pensiamo sempre a loro.

Lo stile salesiano di comunicare nasce dal carisma, dal modo di Don Bosco, sia di vivere la spiritualità salesiana, sia di trasmettere lo spirito di famiglia ai cConfratelli e a tutta la Famiglia Salesiana.

La comunicazione fa parte essenziale del carisma salesiano: infatti troviamo la vitalità del nostro carisma nello stile di amare Dio attraverso i giovani.

Cos’è la comunicazione in stile salesiano? È quel grande amore che scaturisce dal nostro cuore educativo e fluisce fino all’ultimo respiro, perché chi ama nel nome di Gesù e serve i più poveri e bisognosi sarà sempre comunicatore di un messaggio che è sempre nuovo e non invecchia mai.

E come possiamo sapere che c’è questo stile salesiano di comunicare?

– Quando i giovani riempiono non solo le nostre case, i nostri cortili, le nostre opere e presenze, ma anche i nostri siti web e le reti sociali con la loro spontaneità e gioia.

– Quando i giovani fanno riecheggiare i loro sogni, i loro dolori e le loro speranze attraverso il suono della musica, il ritmo della danza, la bellezza della poesia, le espressioni della preghiera, la liturgia della vita.

Quando i giovani raccontano la loro vita e le loro storie, cercano nuovi modi per creare e condividere i loro messaggi digitali e si assumono il loro impegno per i loro studi, il loro lavoro e la loro vita di Fede.

Queste espressioni giovanili sono delle espressioni vive del modo salesiano di comunicare!

Comunicare è un nuovo modo di costruire una società più umana e trasparente. Comunicare è scuola di dialogo e di rispetto per le persone, la loro cultura, la loro storia, il loro ambiente, i loro valori.

Comunicare in stile salesiano significa essere sempre fedeli ai giovani. Sono la nostra musica, i nostri sogni e le nostre vere gioie. È per questo che chi ama comunica.

Il nostro Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, il 12 giugno di quest’anno, ci ha trasmesso questo stile salesiano di comunicazione, con grande tenerezza e verità, quando trasmettiamo ai giovani quello che è più importante:

“Cari giovani, noi, Salesiani del nostro tempo, vogliamo dirvi che vi vogliamo bene, che la nostra vita è vostra e che, come fu per Don Bosco, ognuno di noi vi può dire: ‘Per voi studio, per voi lavoro, per voi vivo, per voi sono pronto a dare anche la vita’”.

Ho visto recentemente il cortometraggio sul Salesiano Coadiutore, Sig. Artemide Zatti, beatificato nel 2002, intitolato «Zatti, hermano nuestro».  In mezzo agli ammalati, questo salesiano ha saputo comunicare tanto la carità che ha cura, quanto l’amore che cattura. Ha donato la vita al servizio degli altri, comunicando Speranza nel Risorto e amore alla Madonna.

Comunicare con stile salesiano: questa è la nostra eredità, il nostro impegno, la nostra speranza!

P. Gildásio Mendes

Consigliere per la Comunicazione Sociale

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