“I frutti della solidarietà economica”: i Salesiani Cooperatori del mondo per la valorizzazione del bene comune con “Economy of Francesco”

Il 22 maggio, alle ore 14.00, sul canale Youtube dell’associazione dei Salesiani Cooperatori verrà trasmesso l’evento “I frutti della solidarietà economica”. 
“Questo evento – spiega Antonio Boccia, coordinatore mondiale dell’Associazione – concretizza quanto ha deciso il Consiglio Mondiale a proposito della nostra adesione al movimento “Economy of Francisco” avviato dallo stesso Papa Francesco. L’equipe, dopo mesi di lavoro nella preparazione della struttura dell’evento e nella raccolta dei contributi video, ha realizzato quello che domenica 22 maggio 2022, all’inizio del triduo a Maria Ausiliatrice, sarà visibile online a tutti i Salesiani Cooperatori, la Famiglia Salesiana e quanti vorranno sapere come l’Associazione dei Salesiani Cooperatori può dare il proprio contributo a costruire un futuro in cui la Solidarietà Economica valorizzi la persona e ponga attenzione al bene comune, come ci invita a fare Papa Francesco”.

Riscoprendo la “Lettera da Roma” del 1884, ovvero “il Vangelo di Don Bosco”

Il 10 maggio 1884Don Bosco produsse la sua celebre “Lettera da Roma”, un testamento spirituale del Santo dei Giovani. Scritta da Don Bosco per il pericolo della perdita della presenza fisica dei Salesiani tra i ragazzi, in un tempo in cui tutta la Congregazione è chiamata ad approfondire il valore del “sacramento salesiano della presenza” e dell’accompagnamento può essere utile tornare a rileggere quella Lettera, avvalendosi del contributo di Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore Emerito. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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(ANS – Roma) – Tra le ricorrenze che rendono maggio un mese “salesiano”, oltre alle celebrazioni di molte figure di santità e alla Festa di Maria Ausiliatrice, c’è anche la data del 10 maggio, quella in cui Don Bosco, nel 1884, produsse la sua celebre “Lettera da Roma”, quasi un testamento spirituale del Santo dei Giovani. Il motivo per cui Don Bosco scrisse quella famosa lettera è il pericolo della perdita della presenza fisica dei Salesiani tra i ragazzi, della capacità quasi connaturale di capire la loro cultura, e l’amore trasparente, familiare, buono che rivela Dio e li conquista a Dio. In un tempo in cui tutta la Congregazione è chiamata ad approfondire il valore del “sacramento salesiano della presenza” e dell’accompagnamento, può essere utile tornare a rileggere quella Lettera, avvalendosi del contributo illuminante che Don Pascual Chávez, Rettor Maggiore Emerito, ne offrì poco più di due anni fa, quando la commentò in occasione dell’avvio del Capitolo Generale 28° della Congregazione.

La Lettera da Roma contiene la nota massima di Don Bosco:

“Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati”.

“È, certamente, il significato più trasparente della lettera, enunciazione del grande principio che potremmo chiamare la ‘visibilità dell’amore’” suggerisce Don Chávez. Nei testi del Nuovo Testamento l’amore è associato alla luce, come irradiazione della Luce stessa che è Dio.

E l’amore che i salesiani dimostrano per i giovani si potrebbe paragonare ad una piccola Trasfigurazione.

Occorre dunque verificare, imparare, inventare i linguaggi dell’amore, di cui il salesiano deve essere un appassionato cultore, nel senso che Don Bosco dava a questa parola: “preoccupazione, impegno, passione”.

“Oggi, è questa – continua Don Chávez – la fondamentale sfida dell’educatore: far capire che ama davvero, che ama per sempre, che ama tutto di quell’umano che gli appare innanzi e che si palesa e si modifica con l’andar del tempo; dimostrare che ama anche a fronte del rifiuto, della dimenticanza, della distorsione o dell’utilizzo profittatore; e convincere così all’amore, ossia far nascere l’interiore convinzione che si è degni di amore, e, ancor più, che si è capaci di amore (ed è la percezione del proprio inalienabile valore, è il fondamento della propria dignità, è la radice di ogni autentica speranza); e far intuire (ma questo è anche grazia) che esiste una Sorgente, che è per me e per te, sempre aperta e disponibile, mai esauribile nella sua inesausta ricchezza”.

La genialità pedagogica di Don Bosco si esprime nell’altra straordinaria frase:

“Che essendo amati in quelle cose che loro piacciono col partecipare alle loro inclinazioni infantili, imparino a vedere l’amore in quelle cose che naturalmente loro piacciono poco; quali la disciplina, lo studio, la mortificazione di se stessi e queste cose imparino a far con amore”.

“C’è dunque un elemento di razionalità che deve intervenire, ossia un bisogno di conoscenza che deve prendere e guidare l’educatore salesiano: ed è conoscere i giovani, comprendere le situazioni, le domande, le esigenze per sapervi far fronte”.

L’amore diventa, nelle due direzioni: incontro, fiducia, operosa collaborazione cordiale e soprattutto la gioia e la felicità di “star bene insieme”.

E per Don Bosco la felicità è una via privilegiata per la evangelizzazione (“vedervi felici nel tempo e nell’eternità”) e una strada che apre a Dio.

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Roma: pensare “green” insieme, una prospettiva femminile sul cambiamento climatico e la sostenibilità

Il 17 maggio a Roma presso l’Auxilium, dalle 17:00 alle 18:30, l’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede e la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” delle Figlie di Maria Ausiliatrice presentano un simposio internazionale incentrato sullo sviluppo di un’ecologia globale da una prospettiva femminile, dal titolo: “Pensare green insieme: una prospettiva femminile sul cambiamento climatico e la sostenibilità”. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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(ANS – Roma) – L’Ambasciata d’Israele presso la Santa Sede e la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” delle Figlie di Maria Ausiliatrice, vista l’importanza che Israele e la Santa Sede attribuiscono alle tematiche ambientali e per accrescere la consapevolezza sulle nuove sfide globali che l’umanità deve affrontare, hanno unito le loro competenze per organizzare un simposio internazionale incentrato sullo sviluppo di un’ecologia globale da una prospettiva femminile, dal titolo: “Pensare green insieme: una prospettiva femminile sul cambiamento climatico e la sostenibilità”. L’appuntamento è previsto martedì prossimo, 17 maggio, a Roma, presso l’Auxilium, dalle 17:00 alle 18:30 (UTC+2), e sarà trasmesso anche in diretta streaming sul canale YouTube della Facoltà.

Il Simposio si pone come un’occasione di ricerca e di dialogo per promuovere attività di cooperazione per vivere in armonia e proteggere la “casa comune”: il deterioramento ambientale globale, infatti, chiama tutti a rivedere le proprie politiche, a ripensare all’economia e allo sviluppo sociale in termini di sostenibilità.

Con sfide così serie e urgenti davanti, molte persone e organizzazioni che condividono la stessa preoccupazione sono impegnate, in tutto il mondo, a cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale globale.

Auspicando inoltre che le donne siano sempre più coinvolte e partecipative nella società umana, e che, con le loro specifiche competenze, possano fare la differenza e aiutare a sanare il mondo, le relatrici saranno tutte donne di alto profilo, esperienza e professionalità.

Interverranno:

  • la prof.ssa suor Alessandra Smerilli, FMA, Segretaria del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale;
  • la dott.ssa Dalit Wolf Golan, Vicedirettrice israeliana e Direttrice dello sviluppo regionale dell’Associazione “EcoPeace Middle East”, guida lo sviluppo delle risorse e la pianificazione strategica per EcoPeace;
  • la dott.ssa Fausta Speranza, giornalista e scrittrice, prima donna a occuparsi di politica internazionale sul quotidiano della Santa Sede, L’Osservatore Romano;
  • e la prof.ssa suor Linda Pocher, FMA, Docente di Teologia Fondamentale, Mariologia e Cristologia presso la Facoltà Auxilium.

Il simposio verrà moderato dalla dott.ssa Nina Fabrizio, giornalista e scrittrice.

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Catania: alla XVII Settimana della Comunicazione la presentazione del libro “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo” di don Giuseppe Costa, SDB

Venerdì 20 maggio alle 17:00, nella chiesa Sant’Orsola a Catania, si terrà la presentazione del libro “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, di don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana. La presentazione è inserita nell’ambito della XVII Settimana della Comunicazione. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Catania) – Nell’ambito della XVII Settimana della Comunicazione, venerdì 20 maggio, alle ore 17 (UTC+2), nella chiesa Sant’Orsola a Catania, si terrà la presentazione del libro “Girovagando tra cronache ed eventi. Quarant’anni di giornalismo”, di don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana.

Oltre all’autore, interverranno:

  • Arianna Rotondo, Professoressa di Storia del Cristianesimo e delle chiese all’Università di Catania,
  • Giuseppe di Fazio, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Catania,
  • Maria Lombardo, professoressa di Teoria e tecnica del giornalismo all’Università di Catania,
  • Luca Caruso, responsabile dell’ufficio stampa della Fondazione vaticana “Joseph Ratzinger – Benedetto XVI”.

Il volume di don Costa rappresenta un frutto maturo di una vita spesa per il giornalismo e l’editoria.

La Settimana della Comunicazione è un’iniziativa promossa dal 2006 dalla Società San Paolo (Paolini) e dalle Figlie di San Paolo (Paoline) – istituzioni fondate dal Beato don Giacomo Alberione – per favorire la riflessione sul tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che quest’anno è stato sviluppato all’insegna del motto: “Ascoltare con l’orecchio del cuore”.

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Missioni Don Bosco: “Il vostro 5×1000 fa miracoli nel mondo”

Il presidente di Missioni Don Bosco, don Daniel Antunez, Sdb, dà conto dell’amministrazione del 5×1000 destinato a questa Onlus in un messaggio, riportato di seguito. L’aiuto portato mediante i salesiani a bambini, famiglie e comunità in numerosi Paesi del mondo ha spesso il sapore del miracolo poiché arriva in maniera insperata in situazioni difficili. Il messaggio, trasmesso nella giornata che ricorda le apparizioni di Fatima ai tre pastorelli, persone semplici alle quali un miracolo ha cambiato la vita, è perciò particolarmente significativo.

 

Torino Valdocco, 13 maggio 2022

Festa della Madonna di Fatima

Il messaggio del presidente di Missioni Don Bosco

“Il vostro 5×1000 fa miracoli nel mondo”

Attraverso i missionari, i fondi raccolti con la donazione fiscale in Italia vanno a beneficio dei minori e delle loro famiglie nei Paesi in difficoltà

 

Possiamo dire di essere nati nel 1875, l’anno della partenza dei primi giovani salesiani da Valdocco. Li inviò lo stesso Don Bosco, anziano, caricandoli di una responsabilità per la Patagonia, dove erano diretti, e per l’intera storia missionaria dei salesiani nel mondo. Un fallimento avrebbe compromesso il sogno di estendere la proposta educativa per i giovani in America latina e nel resto del mondo. Il risultato fu positivo, se oggi io sono qui: provengo infatti dall’Argentina e di fatto sono il derivato di quella spedizione missionaria.

La Onlus Missioni Don Bosco, fondata nel 1991, prosegue in forma moderna l’azione di sostegno all’attività dei salesiani in tutti i continenti dove scuole, centri di formazione professionale, oratori e parrocchie offrono opportunità concrete alla vita quotidiana e alle prospettive di vita di oltre un milione di giovani.

Un missionario anzitutto entra in ascolto delle realtà in cui viene mandato: conoscere la lingua e la mentalità delle popolazioni, raccogliere le sfide allo sviluppo umano integrale, spesso compromesso da ingiustizie profonde e da condizionamenti che provengono purtroppo anche dalla relazione con i Paesi sviluppati.

La nostra associazione fa la sua principale scommessa sulla formazione ai mestieri di cui ha bisogno il territorio e che i giovani possono apprendere, a beneficio proprio e delle loro comunità. Il nostro slogan è:

“Il futuro è la nostra missione”.

La declinazione particolare, che appartiene al nostro carisma, è quella di dedicarci specialmente ai ragazzi e alle ragazze in difficoltà, emarginati, sfruttati.

Il 5×1000 ci consente di aggiungere qualche “miracolo” all’attività ordinaria. Ogni progetto richiede un impegno di definizione degli obiettivi e di studio di fattibilità che i missionari sostengono anche con il nostro supporto, poi cerchiamo il sostegno dei benefattori. La possibilità di destinare una parte delle tasse alla nostra organizzazione ci permette di affrontare con maggiore coraggio progetti di lunga durata e innovativi, quelli più complessi perché rivolti a destinatari diversi. Sorgono centri polifunzionali dove si concentrano i servizi per comunità vaste nelle aree periferiche delle città, nei campi profughi, nei territori sfavoriti dal punto di vista geografico. Il carattere “miracoloso” dei risultati ci viene raccontato dai missionari, che lo rilevano dal sorriso di un bambino o dalla gratitudine di una madre che vedono trasformata in positivo la loro esistenza grazie a un intervento inatteso e provvidenziale.

Diamo conto della destinazione dei fondi del 5×100 nelle pagine del nostro sito www.missionidonbosco.org, come per ogni altro progetto che sosteniamo.

Ogni anno la difficoltà è quella di scegliere tra i tanti progetti che arrivano. Ma spesso è purtroppo l’urgenza a stabilire le priorità. Quest’anno l’Ucraina con le grandi devastazioni e migrazioni che conosciamo richiede un intervento che stiamo già attuando per l’accoglienza ma che, su pressante richiesta dei salesiani del posto, interpretiamo già in chiave di ricostruzione: il ritorno a una vita quotidiana che dovrà fare i conti con la perdita di genitori e figli, di case e lavoro, di equilibrio mentale.

La presenza dei salesiani in 134 Paesi ci tiene aggiornati sulle esigenze che permangono nelle aree più povere del mondo: bambini minacciati da fame, miseria, abbandono scolastico ed emarginazione. E spesso anche nei Paesi che consideriamo “sviluppati” si trovano quei cancri sociali che richiedono il coraggio della vicinanza, la pazienza dell’educazione, la progettualità della fantasia.

Anche quest’anno abbiamo messo a fuoco nella nostra comunicazione alcuni di questi progetti, trainanti anche per tanti altri.

Come tanti altri amici che si occupano dell’aiuto allo sviluppo nei Paesi poveri, la nostra strategia è attenta a educarci e a sensibilizzare i nostri interlocutori a intervenire sulle cause dell’arretramento economico di interi popoli.

E non possiamo mettere al primo posto le guerre che in questo momento si stanno combattendo proprio là dove, invece che armi, occorrerebbe inviare aratri: abbiamo una presenza molto significativa di salesiani in Siria e nel Medio Oriente, in Etiopia, Congo e Sud Sudan, in Venezuela e Colombia… Paesi dove gli interessi strategici di potenze grandi e piccole compromettono alla base le possibilità di conciliazione e quindi di costruzione.

Subito dopo, i cambiamenti climatici stanno disegnando il presente e il futuro di intere regioni in ogni continente. Vediamo crescere gli effetti in Madagascar e nelle Filippine, in Bolivia e in Mozambico… Mentre inseguiamo le emergenze, dovremmo convincerci e convincere i nostri governanti e i manager delle grandi imprese a una decisa inversione di rotta.

La conoscenza e la divulgazione di queste realtà, e delle soluzioni praticabili dal basso anche attraverso l’azione dei nostri missionari – ormai avvertiti dei danni dello sfruttamento delle risorse del pianeta, oltre che dei coltivatori, dei minatori, dei manovali – è la sfida che abbiamo raccolta e che ci proponiamo di affrontare con nuova intraprendenza.

-Don Daniel Antúnez

presidente di Missioni Don Bosco, Onlus

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Castelnuovo Don Bosco: conclusione della Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano al Colle Don Bosco

Il 6 maggio, festa di San Domenico Savio, la Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano ha concluso il suo intenso ciclo di cinque settimane al Colle Don Bosco. Negli ultimi giorni, dedicati alla appropriazione personale del cammino fatto insieme e alla verifica, è emerso quanto ha inciso maggiormente sulla esperienza dei partecipanti. Dal 17 agosto al 19 settembre 2022 avrà luogo, sempre a Valdocco e al Colle Don Bosco, la seconda edizione della scuola, per i confratelli di lingua italiana, spagnola o portoghese. Vai alla notizia riportata dal sito ANS.

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(ANS – Castelnuovo Don Bosco) – La Scuola di Accompagnamento Spirituale Salesiano che ha visto la partecipazione di 25 salesiani di lingua inglese da 15 diversi Paesi e 5 Regioni salesiane del mondo ha concluso il suo intenso ciclo di cinque settimane al Colle Don Bosco, venerdì scorso, 6 di maggio, festa di san Domenico Savio.

Negli ultimi giorni, dedicati alla appropriazione personale del cammino fatto insieme e alla verifica, è emerso quanto ha inciso maggiormente sulla esperienza dei partecipanti, accolto come un prezioso talento che questo tempo passato sui luoghi di Don Bosco affida a ciascuno perché ora venga impiegato e moltiplicato nelle Ispettorie di origine.

Ecco alcuni dei punti forti emersi sia nella valutazione, che nella video intervista realizzata l’ultimo giorno:

  • Si è scoperto un nuovo volto di Don Bosco, oltre quello popolarmente conosciuto della sua formidabile attività. La sua dedizione senza riserve a una missione così feconda e universale ha radici molto profonde. C’è un accompagnamento di grande valore che modella il suo spirito e la sua arte educativo-spirituale, fin dagli anni dei Becchi e poi attraverso tutte le tappe della sua vita, non meno intenso dopo la sua ordinazione sacerdotale di quanto lo sia stato prima. Nella vita di Don Bosco formazione e missione diventano un tutt’uno, così come Papa Francesco ci ha chiesto nel suo messaggio al CG28. E così lui farà con i primi salesiani, formandoli e accompagnandoli dentro una missione che produce santità. “Il lavoro di Don Bosco è fare santi” (Pio XI).
  • Si è appresa per esperienza l’arte dell’ascolto: di Dio, di sé, di qualunque fratello e sorella che cercano anzitutto questo tipo di disponibilità. Si è toccato con mano che c’è un cammino non facile di ascesi e disciplina per imparare ad ascoltare, prestando attenzione all’incontro sempre in atto tra Dio e il cuore di chi ci è dato di servire. Questo operare della grazia dentro il mistero di ogni libertà ha la priorità su piani, idee, consigli che chi si presta a fare da accompagnatore aveva già in serbo.
  • È stata soprattutto l’esperienza diretta a rendere ciascuno più disposto e convinto a mettersi in cammino per diventare un credibile compagno di viaggio per altri: gli esercizi spirituali personalmente guidati; le sessioni di practicum dove a turno ci si è esercitati nel guidare, essere guidati e fare da supervisori; i training per l’acquisizione di competenze.
  • Prima condizione: diventare guide guidate, come è stato per Don Bosco. Se senza di lui non riusciamo a immaginare Domenico Savio, senz’altro senza Cafasso non avremmo Don Bosco. Questo conferma che l’accompagnamento è essenzialmente MISSIONE per chi vive il carisma salesiano: è un modo di diventare come Don Bosco per i giovani e per tutti. Chi vive in un ambiente e con educatori capaci di incarnare questo tipo di prossimità educativo-pastorale ha buone chance di diventare a sua volta un accompagnatore di giovani nello stile di Don Bosco. Ecco perché è così importante vivere il Sistema Preventivo nelle case di formazione iniziale – che è poi un altro modo di definire l’accompagnamento spirituale salesiano. È infatti soltanto attraverso questa esperienza diretta vissuta che si può apprendere a riviverlo e moltiplicarlo, qualunque sia il coinvolgimento nella missione per la vita salesiana “fino all’ultimo respiro”.

La Scuola di Sccompagnamento Spirituale Salesiano ha seguito la stessa dinamica: si è intensamente vissuto sui luoghi di Don Bosco quanto si desidera praticare e vivere nelle tante Ispettorie e nazioni di provenienza, sperando che il seme porti frutto e si moltiplichi oltre le aspettative.

Dal 17 agosto al 19 settembre 2022 avrà luogo, sempre a Valdocco e al Colle Don Bosco, la seconda edizione della Scuola, per i confratelli di lingua italiana, spagnola o portoghese.

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Valdocco: iniziata la III Scuola di Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile Salesiana

Il 4 maggio è iniziata una delle proposte fatte nella programmazione del sessennio 2020-2026 del Settore per la Pastorale Giovanile: l’accompagnamento e la qualificazione dei Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile, alla quale partecipano 46 delegati di tutte le Regioni. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Torino) – Il 4 maggio è iniziata una delle proposte fatte nella programmazione del sessennio 2020-2026 del Settore per la Pastorale Giovanile: l’accompagnamento e la qualificazione dei Delegati ispettoriali per la Pastorale Giovanile. Tre sono gli scopi di questa iniziativa alla quale partecipano 46 delegati di tutte le Regioni. In primo luogo, offrire una visione approfondita del modello educativo-pastorale salesiano, in linea con il “Quadro di Riferimento” per la Pastorale Giovanile Salesiana. Vengono ripresi anche le esperienze o servizi di animazione ed orientamento vocazionale, le strategie e gli interventi educativi riguardanti i giovani e la preghiera, il tema del rapporto giovani, musica e media e, per ultimo, l’ecologia integrale.

In secondo luogo, fornire delle competenze adeguate e abilità chiavi per animare, gestire e coordinare le dinamiche del servizio di animazione pastorale ispettoriale, vale a dire, il rapporto con: l’Ispettore e il suo Consiglio, le comunità e le opere, l’Equipe Ispettoriale di Pastorale Giovanile e le commissioni e gruppi di animazione ispettoriale, la Famiglia Salesiana, la propria “Job description” ed il Settore per la Pastorale Giovanile Salesiana.

Per ultimo, favorire la crescita personale attraverso la riflessione sui vissuti, l’interiorizzazione e la rielaborazione personale delle motivazioni, nel contesto della identità carismatica salesiana a Valdocco. Si lavora dunque sulle attitudini personali, le abitudini personali di lavoro, le buone abitudini per la vita emozionale, la cura della vita spirituale e la cultura della riflessione e della valutazione.

Un’importanza speciale in questi 15 giorni di formazione è data ai momenti di celebrazione, di lettura e di riflessione individuale, di confronto in tavoli di lavoro e di momenti di spiritualità a Valdocco e sui luoghi salesiani.

Nella festa di Domenico Savio, il 6 maggio, don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, ha ricordato:

“San Domenico Savio all’Oratorio di Valdocco si mise a camminare veloce sulla strada che Don Bosco gli tracciò ‘per farsi santo’: non solo con l’impegno nella preghiera e nello studio, facendo del bene agli altri, ma anche con l’allegria. Se la musica ha bisogno della cavità del flauto, le lettere della pagina bianca, la luce del vuoto della finestra, la santità salesiana ha bisogno dell’allegria. La vera santità salesiana consiste nel compiere la volontà di Dio con il sorriso”.

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UPS: trent’anni di lavoro formativo psicoterapeutico nel segno di Don Bosco – la Scuola Superiore di Specializzazione in Psicoterapia dell’UPS

Venerdì 6 maggio alle ore 18:30 il Direttore Raffaele Mastromarino ha raccontato e celebrato i trent’anni di storia e gli oltre 500 professionisti formati dalla Scuola di Specializzazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), nata dall’intuizione e collaborazione di tre professori dell’università salesiana: Antonio Arto, Herbert Franta e Pio Scilligo. Di seguito la notizia riportata dal sito di ANS.

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(ANS – Roma) – Trent’anni di storia e più di 500 professionisti formati in una fra le più antiche scuole di specializzazione in psicoterapia di Italia: ispirata dal lascito spirituale e operativo di San Giovanni Bosco, la Scuola di Specializzazione dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) nacque dall’intuizione e dalla collaborazione di tre professori dell’università salesiana – Antonio Arto, Herbert Franta e Pio Scilligo – che costruirono un percorso comune partendo da approcci scientifici differenti. Una realtà formativa che viene raccontata e celebrata, oggi, venerdì 6 maggio alle ore 18:30 nell’aula Paolo VI dell’UPS.

“La Scuola – afferma il prof. Raffaele Mastromarino, Direttore della scuola -, propone da sempre la costruzione di un intervento clinico centrato sulla persona vista come responsabile del proprio processo di cambiamento. È riuscita a mantenere nel tempo l’impronta data dal prof. Pio Scilligo, che per molti anni l’ha diretta con l’ampiezza di orizzonti e rigore scientifico. L’attività della Scuola – prosegue Mastromarino – si fonda sul continuo collegamento tra la teoria, la pratica e la ricerca sull’efficacia degli interventi proposti e sugli ‘ingredienti attivi’ del processo terapeutico (ricerca sull’esito e sul processo)”.

Secondo il modello terapeutico proposto dalla Scuola, il cambiamento è visto come il risultato del processo di recupero da parte del paziente che ha sufficiente potere personale e capacità per dare una nuova direzione alla propria vita, tenendo conto dell’ambiente in cui vive, in un binomio inscindibile di libertà e responsabilità.

Il modello umanistico-personalistico, con un approccio integrato, caratterizza la nuova proposta fondata da Pio Scilligo: l’Analisi Transazionale Socio Cognitiva (ATSC).

“È un modello – spiega Mastromarino – che al suo interno applica diversi principi e metodi: quello esperienziale-gestaltico, analitico-transazionale (in special modo il modello ridecisionale), cognitivo, interpersonale, psicodinamico”.

All’interno della Scuola e della sua cornice teorica, gli allievi possono formarsi anche nell’utilizzo dell’EMDR e della Coherence Therapy.

“Un approccio – conclude Mastromarino – che fa tesoro della tradizione spirituale e scientifica salesiana, proponendo una attenzione fondamentale alla persona e alle sue relazioni col mondo esterno”.

Fra i servizi offerti dalla Scuola, ci sono:

  • il Centro Clinico di Prevenzione e Intervento (CePI) con cicli di terapia breve sostanzialmente gratuiti per i pazienti, e condotti dagli allievi del terzo e del quarto anno.
  • il Laboratorio di Ricerca sul Sè e sull’Identità (La.R.S.I) fondato nel 2006 dal prof. Pio Scilligo, che porta avanti stabilmente percorsi di ricerca continua;
  • infine, il Servizio Accoglienza e Invio (SAcI) che ha lo scopo di promuovere l’avvio alla professione dei diplomati.

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Il Rettor Maggiore ai salesiani in formazione dello Studentato Teologico del Gerini: “Salesiani prima ancora che preti”

Il 2 maggio 2022 il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha accolto presso la Sede Centrale Salesiana i giovani confratelli del quarto anno della Comunità “Beato Zeffirino Namuncurá” dello Studentato Teologico del Gerini. Dopo l’incontro i confratelli ne hanno approfittato per fare una visita al Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, che ha parlato loro della bellezza della santità salesiana. Di seguito la notizia riportata dal sito ANS.

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(ANS – Roma)

“Voi siete confratelli in formazione come salesiani preti. Attenzione: non ho detto preti salesiani, ma salesiani preti”.

Sono le parole rivolte dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ai giovani confratelli del quarto anno della Comunità “Beato Zeffirino Namuncurá” dello Studentato Teologico del Gerini, accolti nel pomeriggio di ieri, 2 maggio, presso la Sede Centrale Salesiana.

Il Rettor Maggiore ha accolto con tanta gioia la proposta di questi confratelli di avere un momento di formazione e condivisione sul salesiano presbitero, e con tanta paternità si è poi rivolto direttamente ai giovani confratelli che si preparano al presbiterato con gli studi di Teologia, riprendendo il pensiero iniziale.

Ha sollecitato i giovani in formazione a saper plasmare il proprio cuore come quello di Don Bosco, che era prete quando celebrava la Messa, quando era in oratorio in mezzo ai ragazzi, quando confessava, quando sognava e quando scriveva. Ha poi affermato:

“Ma il cuore del salesiano prete deve essere un cuore riscaldato dall’amore per i giovani per riuscire a portare i giovani all’incontro con Gesù. E non dimenticate di essere generosi, donatevi come Gesù e il nostro Don Bosco, e sarete sempre felici, ve lo garantisco io”.

Con vera paternità ha ascoltato la testimonianza di tutti e dieci confratelli, dando un consiglio a ciascuno di essi. Alla fine, si è complimentato con tutti loro perché ognuno di essi indossava la croce salesiana. “Portatela sempre!”, ha raccomandato.

Dopo un momento di festa e fraternità, il Rettor Maggiore, salutando e ringraziando i confratelli, ha lasciato un’altra consegna:

“Per favore, cari confratelli andate avanti: coraggio, non abbiate paura. Coraggio! Sempre felici, come ci voleva nostro padre, Don Bosco”.

I confratelli alla fine hanno approfittato per fare una visita al Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, don Pierluigi Cameroni, che ha parlato loro della bellezza della santità salesiana.

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UPS: Giovani Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice si formano per essere testimoni credibili di vita cristiana in un mondo che cambia

Nell’ambito delle Giornate Salesiane di Comunicazione 2022, realizzate presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) venerdì 29 e sabato 30 aprile, oltre 130 giovani in formazione tra Salesiani di Don Bosco (SDB) e Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) hanno vissuto un fine-settimana di crescita nella comprensione della comunicazione al servizio della missione e nella fraternità. Le attività delle Giornate Salesiane di Comunicazione (GSC) hanno approfondito il tema guida “Essere cristiani in un mondo che cambia”. Di seguito la notizia pubblicata dal sito dell’ANS.

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(ANS – Roma) – Oltre 130 giovani in formazione tra Salesiani di Don Bosco (SDB) e Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) hanno vissuto un fine-settimana di autentica crescita nella comprensione della comunicazione al servizio della missione e nella fraternità, nell’ambito delle Giornate Salesiane di Comunicazione 2022, realizzate presso le strutture dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) nei giorni di venerdì 29 e sabato 30 aprile. Ai lavori hanno preso parte anche don Gildasio Mendes e suor Ausilia De Siena, Consiglieri Generali SDB ed FMA per la Comunicazione Sociale.

Le attività delle Giornate Salesiane di Comunicazione (GSC) si sono svolte come da programma e hanno approfondito il tema guida “Essere cristiani in un mondo che cambia”. Nel primo pomeriggio di venerdì Padre Giulio Albanese, missionario comboniano e giornalista, ha introdotto per tutti i presenti il Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2022, sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”.

“Bisogna conoscere e comprendere la complessità del mondo inteso come villaggio globale, confrontarsi sempre con la realtà. Avere il coraggio di vivere la sofferenza, continuare a cercare per credere, sperare e amare, non rinunciando a lottare. In tempo di post-Covid-19 e di guerra, e oltre, occorre scommettere di nuovo su formazione, cultura, ascolto-dialogo. Alla comunità cristiana, come d’altronde a tutte le agenzie educative in campo, spetta il compito di promuovere l’esercizio del pensiero, influenzato e illuminato, nella fede, dallo Spirito Santo”

ha affermato il missionario-giornalista. Successivamente, i partecipanti hanno rivolto alcune domande di approfondimento e sono stati quindi suddivisi in gruppi per riflettere insieme su alcuni temi generali, precedentemente individuati, relativi alla vita cristiana come giovani religiosi, alla luce del motto che ha guidato le GSC di quest’anno.

Il pomeriggio è proseguito poi con la condivisione in assemblea delle esperienze avute nei gruppi di lavori, così come degli impegni presi. In serata, dopo un momento di preghiera curato dai novizi SDB e il tempo per l’agape fraterna, sono state proiettate e discusse alcune video-interviste realizzate dagli stessi giovani in formazione ad altri giovani loro coetanei, sul valore della fede e della vita cristiana nel mondo di oggi.

La giornata è terminata con il pensiero della “buonanotte salesiana” offerto da don Maria Arokiam Kanaga, Superiore della Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’UPS. Nell’occasione don Kanaga ha sottolineato l’importanza per ogni membro della Famiglia Salesiana di essere “comunicatore della gioia che viene da Dio”, e ha anche esortato ciascuno dei presenti a vivere in modo tale che ciascuna persona che lo/la incontri sia portato a riconoscere in lui o in lei, come nell’apostolo Giovanni, “il discepolo amato”.

Sabato mattina la giornata è iniziata con l’Eucaristia, animata dalle giovani FMA e presieduta da don Gildasio Mendes.

Le attività sono poi proseguite con una sessione di laboratori paralleli, nove, su una gran varietà di temi, curati e animati da esperti dei rispettivi settori e di grande attualità, tutti comunque legati alla vita e alle difficoltà che può incontrare un giovane cristiano oggi: la testimonianza cristiana della pace, l’ecologia integrale, le sfide dell’identità di genere, gli scandali nella Chiesa, la creatività nella liturgia, l’immaginario religioso presentato nelle piattaforme audiovisive, il rapporto tra consacrati e la rete, la realtà odierna dell’universo giovanile e la credibilità dell’individuo.

Come giornate dedicate alla comunicazione, non poteva mancare un tempo congruo dedicato all’ascolto e alla valutazione delle attività da parte dei partecipanti: un feedback necessario per rendere autentica la comunicazione e per affinare sempre più, col passare delle edizioni, quest’iniziativa delle Giornate Salesiane di Comunicazione, partita ormai 10 anni fa.

L’esperienza si è conclusa con un ultimo momento di agape fraterna, e i riscontri ottenuti hanno testimoniato una generale soddisfazione per un’offerta di formazione alla comunicazione quanto mai necessari oggi e la richiesta di approfondire e strutturare ulteriormente percorsi e cammini sul tema.

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