Stati Uniti – Nella Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile, “Salesian Missions” evidenzia i programmi che contrastano il lavoro dei minori

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – New Rochelle) – “Salesian Missions”, la Procura Missionaria salesiana con sede a New Rochelle, negli Stati Uniti, si unisce alle organizzazioni umanitarie e alla comunità internazionale per onorare la Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile. La giornata si celebra il 12 giugno di ogni anno fin dal 2002 e richiama l’attenzione sulla portata globale del lavoro minorile e sulle azioni e gli sforzi necessari per eliminarlo. Il tema scelto per quest’anno è: “Manteniamo i nostri impegni, poniamo fine al lavoro minorile!”.

La Giornata mondiale di quest’anno si concentrerà sulla celebrazione del 25º anniversario dell’adozione della Convenzione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) n° 182 sulle forme peggiori di lavoro minorile (1999), che, nel 2020, è stata la prima Convenzione dell’OIL ad essere ratificata universalmente.

Il lavoro minorile è associato a un livello di istruzione inferiore e, successivamente, a lavori che non soddisfano i criteri fondamentali del lavoro dignitoso. Coloro che abbandonano presto la scuola hanno meno probabilità di assicurarsi un lavoro stabile e sono maggiormente a rischio di disoccupazione cronica e povertà. Molti di coloro che abbandonano prematuramente la scuola, in particolare tra i 15 e i 17 anni, sono inoltre coinvolti in lavori pericolosi e classificati come le peggiori forme di lavoro minorile.

“I programmi salesiani salvano i bambini dallo sfruttamento lavorativo, assicurano che siano soddisfatti i loro bisogni primari e che siano iscritti a scuola. Sosteniamo questi sforzi fornendo finanziamenti per borse di studio e garantendo che le scuole salesiane abbiano ciò di cui hanno bisogno per fornire un’educazione di alta qualità ai giovani poveri”, ha affermato don Michael Conway, Direttore di “Salesian Missions”.

In onore della Giornata Mondiale contro il Lavoro Minorile 2024, “Salesian Missions” è orgogliosa di evidenziare i programmi salesiani in tutto il mondo che aiutano a eliminare il lavoro minorile attraverso un’educazione di qualità.

Si tratta di programmi come quello condotto in Bolivia, dove gli studenti che frequentano il Centro “Madre Cándida”, situato a Santa Cruz, possono disporre di nuove attrezzature informatiche grazie al finanziamento dei benefattori di “Salesian Missions”. Il finanziamento ha reso possibile l’acquisto di 14 nuovi computer per migliorare il laboratorio informatico, che disponeva di attrezzature ormai obsolete.

Grazie alla donazione, gli studenti ora si sentono più a loro agio in classe e lavorano con strumenti che li aiutano a prepararsi per il mercato del lavoro. Sono in totale 125 i ragazzi che accedono alla formazione tecnica offerta dal centro.

Un salesiano racconta: “I nostri studenti provengono da famiglie a basso reddito dei comuni di Yapacaní, nella Provincia di Ichilo. Non hanno risorse sufficienti per entrare all’università o per spostarsi in città, motivo per cui scelgono d conseguire una laurea tecnica vicino alle loro comunità. Speriamo, con questi nuovi computer, di poter aumentare anche le iscrizioni al corso di informatica”.

Il documentario “Canillitas” prodotto dalla Procura Missionaria salesiana di Madrid, “Misiones Salesianas”, dà voce agli oltre 340mila minori della Repubblica Domenicana vittime di sfruttamento.

Il titolo del documentario, ha spiegato a Vatican News il produttore, Alberto López Herrero, deriva dalla parola “canillitas”, appellativo con il quale vengono chiamati i bambini che provano a guadagnarsi da vivere per loro e le loro famiglie, muovendo “las canillas”, ovvero le gambe, in molti Paesi latino-americani. “Noi realizziamo un documentario ogni due anni – prosegue López – ambientato in un Paese diverso del mondo per informare, denunciare e sensibilizzare su un particolare diritto violato dell’infanzia. Questa parola ha anche dato il nome al primo progetto salesiano avviato nella Repubblica Domenicana che a breve compirà 38 anni, ‘Canillitas con Don Bosco’”.

I salesiani hanno anche notano che la migrazione interna in India, diretta alla regione del Maharashtra, è elevata e che i bisogni dei bambini vengono spesso trascurati. I migranti costituiscono la principale forza lavoro in diversi settori, tra cui l’edilizia, l’ospitalità, l’industria manifatturiera e i trasporti, occupando ruoli che vanno dagli operai ai lavoratori domestici, agli autisti e alle guardie di sicurezza.

L’educazione, l’assistenza sanitaria e l’integrazione sociale diventano ostacoli per i giovani migranti. La natura transitoria della vita dei migranti erige barriere all’istruzione, costringendo i giovani a districarsi in un labirinto di iscrizioni scolastiche in mezzo a frequenti trasferimenti, spesso destabilizzando il loro percorso educativo.

Per questo, grazie ai finanziamenti di “Salesian Missions”, i Figli di Don Bosco, in collaborazione con l’ONG “Bosco Vikas Gramin Kendra”, sono impegnati a sostenere le attività educative e di sviluppo con i bambini delle comunità immigrate nella regione del Maharashtra Centrale.

Fonte: Salesian Missions

 

Italia – Sulle orme di Don Bosco: un’esperienza che fa sognare

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Il 5 giugno 2024 i partecipanti al IV livello del Corso di Salesianità hanno concluso un viaggio di 28 giorni attraverso l’Italia, sulle orme di San Giovanni Bosco. L’esperienza è stata organizzata dal Centro Salesiano di Formazione Permanente per l’America (CSFPA), con sede a Quito, in Ecuador, ed è consistita in un pellegrinaggio attraverso i luoghi che conservano la memoria della vita e dell’opera del Santo dei Giovani, a chiusura del ciclo quadriennale di studi del corso di “Iniziazione alla Salesianità”.

L’inizio del viaggio è stato pieno di aspettative per i partecipanti. “Poter stare nei luoghi dove siamo stati ‘fondati’, riempie il cuore di gioia, perché significa conoscere i luoghi dove è nato e si è diffuso il carisma salesiano”, ha detto don Jesús Medrano, dell’Ispettoria di Messico-Guadalajara.

Il corso ha avuto inizio a Torino ed è proseguito poi ad Annecy. Qui i pellegrini hanno visitato i luoghi significativi della vita di San Francesco di Sales, da cui i salesiani hanno ereditato la spiritualità e il nome, fermandosi in particolare nella Basilica della Visitazione, dove sono custodite le spoglie del santo vescovo ginevrino e di Santa Giovanna Francesca Frémiot de Chantal.

A Genova, i partecipanti hanno potuto visitare la casa salesiana amata da Don Bosco come una seconda Valdocco e il porto da cui partì la prima spedizione missionaria in America, di cui l’anno prossimo ricorreranno i 150 anni. “Qui abbiamo potuto riflettere su ciò che Gesù ci dice nella sua parola: andate in tutto il mondo ad annunciare il Vangelo, e abbiamo compreso lo scopo del nostro carisma”, ha commentato Brigildo de Deus, salesiano missionario in Argentina Sud.

Un momento speciale è stato il soggiorno al Colle Don Bosco, la casa d’infanzia del piccolo Giovannino Bosco. Lì hanno rivissuto il “Sogno dei Nove Anni” che segnò l’inizio e tutto lo sviluppo della sua missione. Questa visita ha avuto un grande impatto su tutti i partecipanti, a motivo anche del 200° anniversario di quel sogno. “Essere qui è davvero una grazia di Dio. Don Bosco ci ha portati qui, per farci fare questa esperienza, per conoscere la sua vita semplice e vedere come da un ambiente familiare sia riuscito a costruire quello di cui ora godiamo”, ha condiviso don Melvin Severino, della Repubblica Dominicana, nell’Ispettoria delle Antille.

A Torino, nell’Oratorio di Valdocco, centro nevralgico della Congregazione, tutti si sono sentiti a casa, hanno camminato nei luoghi in cui Don Bosco visse fino alla sua morte, cogliendo in ogni angolo un ricordo, un aneddoto, un’esperienza pedagogica o spirituale. La basilica della “Maestra del sogno”, Maria Ausiliatrice, è stata come una calamita da cui molti non riuscivano a staccarsi.

L’esperienza si è infine conclusa a Roma, con un incontro con il Rettor Maggiore, Cardinale Ángel Fernández Artime. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di parlare da vicino con lui, oltre che di condividere la conclusione della loro formazione e di ricevere dalle sue mani i diplomi di completamento del IV livello della salesianità. Il sig. César Arrivillaga, dell’Ispettoria dell’Argentina Nord, ha detto che gli è sembrato “di stare con Don Bosco in persona, in quanto è una presenza significativa per noi salesiani, poiché ci ispira identità e ci incoraggia a continuare nella missione salesiana”.

Durante i 28 giorni di viaggio nei luoghi che hanno segnato la vita di Don Bosco e di approfondimento del suo carisma, i partecipanti hanno vissuto un’esperienza di profonda comunione tra loro e di intensa identificazione con il dono spirituale e la missione che lo Spirito ha piantato nei loro cuori. Ora portano l’anima piena di gratitudine e di desiderio di trasmettere questa stessa vita, in mezzo ai giovani che la Provvidenza ha affidato loro.

Per rivivere questo pellegrinaggio formativo, è possibile anche visitare il canale YouTube del Centro Salesiano di Formazione Permanente America.

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In cammino verso il Sinodo Salesiano dei Giovani

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A motivo del Bicentenario del Sogno dei Nove Anni di Don Bosco (1824-2024), il Settore per la Pastorale Giovanile salesiana ha convocato i giovani di tutto il mondo salesiano per un incontro, che si terrà dall’11 al 16 agosto, a Torino-Valdocco e al Colle Don Bosco. Non si tratta di un semplice incontro di giovani: è piuttosto un processo già avviato da tempo nelle Ispettorie, nel quale i giovani sono stati invitati a camminare insieme, ascoltando, parlando e pregando con l’obiettivo di discernere insieme il futuro loro e quello della Chiesa. Si tratta di ascoltarsi, imparare gli uni dagli altri e proiettare il Vangelo sulle situazioni che vanno scoprendo nella loro vita.

La metodologia del Sinodo Salesiano dei Giovani è tutta pensata per dare valore al protagonismo dei giovani, non degli educatori adulti. “Vogliamo che siano protagonisti attivi della trasformazione sociale e testimoni della misericordia di Gesù e del Padre”, ha spiegato don Miguel Angel García Morcuende, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana.

Come dice Papa Francesco, “anche se non è sempre facile accostare i giovani, stiamo crescendo su due aspetti: la consapevolezza che è l’intera comunità che li evangelizza e l’urgenza che i giovani siano più protagonisti nelle proposte pastorali” (Christus Vivit, 202).

“I Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice sono chiamati a camminare con i giovani, per crescere insieme nella fedeltà alla proposta di vita che pone il Vangelo – prosegue don García Morcuende –. Più che teorie o conoscenze, i giovani cercano esperienze di vita, hanno bisogno di agire. È necessario dare loro l’opportunità al Sinodo di impegnarsi nella fede in iniziative concrete di servizio agli altri, soprattutto ai più deboli. Nessuno come loro potrà offrire una testimonianza viva del significato che il Vangelo ha per la sensibilità, le preoccupazioni e i problemi dei giovani di oggi”.

Per organizzare al meglio la struttura e le attività del Sinodo, nonché le procedure delle varie assemblee, è stato istituito il Core Group – la Segreteria del Sinodo – composto da 14 giovani.

Al Sinodo Salesiano dei Giovani partecipano 373 persone; 293 sono giovani (tra cui i membri del Core Group e 22 pre-novizi), che hanno diritto di voto in Assemblea.

Altri partecipanti al Sinodo, senza diritto di voto, sono: il Rettor Maggiore, Cardinale Ángel Fernández Artime; altri 41 Salesiani (rappresentanti delle Regioni, responsabili dei contenuti e degli spettacoli, della logistica, della comunicazione sociale, dei traduttori e dello staff organizzativo); 18 Figlie di Maria Ausiliatrice; 15 musicisti e 5 laici dello staff tecnico.

Nello sviluppo del dibattito sinodale, si stanno costituendo i Circoli Minori, su base linguistica. Ogni giovane parteciperà al Circolo in base alla lingua che conosce meglio (spagnolo, portoghese, francese, inglese, italiano) e ogni singolo Circolo si occuperà dell’intero Instrumentum Laboris (Strumento di Lavoro), diviso in tre parti.

Lo scopo di questi Circoli Minori è quello di dare ai giovani l’opportunità di esprimere le proprie opinioni e di confrontarle, in modo che alla fine appaia e venga dichiarato sinteticamente su quali opinioni c’è consenso e su quali c’è dissenso. In ogni gruppo, il Moderatore guiderà la discussione e il Relatore farà una sintesi delle opinioni espresse.

L’Instrumentum laboris, che servirà come base e punto di riferimento durante la discussione sinodale, è già stato redatto. Questo “documento di lavoro” è il frutto dei suggerimenti e delle osservazioni dei giovani delle diverse Ispettorie.

Al Sinodo partecipano persone provenienti da 83 Paesi – 187 donne e 185 uomini. Le lingue più parlate sono l’inglese, lo spagnolo, l’italiano, il portoghese e il francese. Poi, nell’ordine, polacco, hindi, tedesco e arabo. Infine, ci sono partecipanti che parlano cantonese, croato, mandarino, coreano, tamil, amarico, bielorusso, olandese, swahili, konkani, marathi, sloveno, telugu, thailandese, filippino, croato, ungherese, albanese, lingala, nepalese, bengalese, sinhala, urdu e creolo.

“La preparazione personale attraverso la preghiera è molto importante – conclude il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile –. Vogliamo farlo accompagnati da quattro atteggiamenti spirituali: un forte senso di appartenenza alla Chiesa e alla Famiglia Salesiana; con la gratitudine per il dono del carisma salesiano; lasciandoci interpellare dalla situazione concreta delle case salesiane, dei giovani e del mondo di oggi; e pensando al futuro, aperti e fiduciosi nell’azione del Signore, consapevoli che è Lui che ci guida e ci sostiene”.

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Italia – Visita d’Insieme alla Visitatoria dell’Università Pontificia Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Sabato 1° giugno e domenica 2 si è svolta la Visita d’Insieme alla Visitatoria “Maria Sede della Sapienza” dell’Università Pontificia Salesiana (UPS). Il Rettor Maggiore, il suo Vicario, i Consiglieri di Settore e il Delegato per la Famiglia Salesiana hanno incontrato il Superiore della Visitatoria e il suo Consiglio, il Rettore e il Consiglio dell’Università, i Direttori delle comunità e alcuni altri salesiani, in un clima di confronto sereno e di serio approfondimento.

Si è trattato, certamente, di una Visita d’Insieme particolare, perché non destinata ad una Regione, ma ad una struttura che svolge uno specifico servizio formativo, di grande rilievo per la vita della Congregazione. Questo importante appuntamento istituzionale è stato preceduto dalla Visita Straordinaria compiuta nei mesi scorsi dal Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, e in qualche modo ne ha raccolto i frutti e rilanciato le conclusioni.

La Visitatoria UPS è costituita da otto comunità, di cui sei all’interno del campus universitario. Ne fanno parte 100 Figli di Don Bosco incardinati e 146 salesiani studenti, cui si aggiungono 50 preti diocesani o religiosi di altre congregazioni che sono ospitati per gli studi. Costituisce, quindi, un unicum per l’internazionalità dei membri, la ricchezza interculturale e l’intreccio di esperienze di vita e di pensiero.

Le tre relazioni di don José Aníbal Mendonça, Superiore della Visitatoria, don Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico dell’UPS e di don Renzo Barduca, Economo di entrambe le istituzioni, hanno ripercorso l’evoluzione avvenuta negli ultimi sei anni.

Il Superiore ha presentato le statistiche circa le comunità e la provenienza dei religiosi, evidenziando risorse e sfide per la vita della Visitatoria. Il Rettore Magnifico ha offerto un quadro sulla situazione attuale dell’UPS, evidenziando la complessità della realtà universitaria e i cammini che si devono intraprendere in futuro a seguito delle trasformazioni culturali e dei cambiamenti ecclesiali. In particolare l’Università è chiamata a scommettere su un incremento della ricerca accademica, sulla chiara identificazione carismatica della sua offerta formativa e sull’inserimento strategico nella rete delle istituzioni accademiche. L’Economo, da parte sua, ha presentato lo statuto giuridico e il modello organizzativo dei diversi enti operanti all’interno della Visitatoria, la gestione dei servizi e la gestione economica amministrativa, nonché i lavori straordinari compiuti in questi anni.

Il Vicario del Rettor Maggiore, condividendo i risultati della Visita Straordinaria, ha aperto una riflessione sulla forma canonica della Visitatoria, sul rapporto tra identità religiosa e professionalità accademica dei salesiani, sulle dinamiche della vita fraterna nelle comunità e sulla loro composizione, sulla missione dell’UPS nella visione strategica della Congregazione e sulla relazione tra l’Università e la Sede Centrale. Significative, al riguardo, risultano le indicazioni che la Santa Sede ha dato alle istituzioni accademiche pontificie romane per una maggiore collaborazione, una semplificazione istituzionale e una caratterizzazione della proposta culturale secondo la specificità dei carismi.

Nella Solennità del Corpo e del Sangue del Signore, domenica 2 giugno, il Rettor Maggiore ha presieduto la celebrazione eucaristica, invitando a leggere la vita fraterna e la missione universitaria nella logica dell’Alleanza che Dio offre agli uomini e che si rinnova ogni volta che viene celebrato il mistero eucaristico. Poi, nell’incontro conclusivo della visita, ha offerto preziosi spunti e indicazioni di cammino, riprendendo numerosi dei temi emersi negli incontri. Ha riaffermato la missione principale dell’Università, come espressione culturale del carisma salesiano a servizio della formazione dei salesiani e di tanti altri che si attendono dall’UPS una qualificata riflessione educativa e pastorale sulle sfide della Chiesa e della società nel mondo contemporaneo. Ha riconosciuto la crescita nel rapporto tra l’Università e il governo della Congregazione, recependo l’esigenza di forme nuove e allargate di accompagnamento istituzionale e di sinergia tra i Settori della Sede Centrale e le proposte culturali dell’università.

Anche i momenti informali, vissuti in un clima di grande familiarità e amicizia, hanno contribuito ad arricchire il confronto di questi giorni, incoraggiando a guardare al futuro con fiducia e rinnovato impegno.

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Italia – Conclusi a Genova i 32° Giochi Internazionali della Gioventù Salesiana

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Genova) – Dal 25 al 29 maggio 2024 si è svolta a Genova la 32a edizione dei Giochi Internazionali della Gioventù Salesiana, appuntamento di sana competizione sportiva e occasione di scambio culturale, confronto, amicizia, rispetto, all’insegna dei valori che contraddistinguono “PGS International” (PGSI), l’organizzazione internazionale che riunisce le Polisportive Giovanili Salesiane (PGS).

Più di 800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, in forza a 60 squadre, provenienti da tutte le regioni italiane e da altre 10 nazioni – Austria, Belgio, Croazia, Germania, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ucraina e Ungheria – si sono ritrovati per dare il meglio di sé cimentandosi nelle gare di pallacanestro, pallavolo, calcio a cinque, tennis da tavolo e altri sport. Ma non solo.

Le esperienze nel programma dei Giochi, infatti, sono ritagliate su misura per i giovani e alternano momenti di sport a momenti di svago educativo – dalle visite in città alle serate conviviali – con il “PGS Village” quale punto di riferimento di condivisione e di socializzazione. Il PGS Village è stato ospitato da “Music for Peace”, un’organizzazione umanitaria che si occupa di sensibilizzazione della cittadinanza e di aiuto concreto a sostegno di persone in difficoltà in Italia e all’estero, situata a pochi passi dalla Lanterna di Genova, simbolo della città.

La giornata di Domenica 25 è stata la più speciale, con la Messa nella Cattedrale di San Lorenzo, presieduta da Mons. Marco Tasca, Arcivescovo di Genova, e la cerimonia d’apertura al Porto Antico, alla presenza di numerose autorità civili e salesiane, nell’ambito della ventesima Festa dello Sport. “È un clima di festa, di sport, in un posto significativo perché ci troviamo all’interno di ‘Music for Peace’ e noi in questi giorni faremo invece ‘sport for Peace’ e mi piace sottolineare la rappresentanza di tanti, tanti giovani: lo sport può essere veicolo di pace, vicolo di educazione, veicolo per un mondo migliore”, ha dichiarato nella circostanza don Francesco Preite, Presidente di “Salesiani per il Sociale APS”.

Poi via alle competizioni, nei sedici i campi utilizzati nell’ambito di nove impianti sportivi, da Ponente a Levante della città di Genova: PalaDiamante, PalaMaragliano, PalaCrocera, PalaCus e PalaManesseno hanno ospitato le pallavoliste, il PalaDonBosco è stato utilizzato per basket e parte del calcio a 5, le cui partite sono state giocate anche al Centro Sportivo San Biagio.

“I Giochi Internazionali della Gioventù Salesiana sono tornati dopo cinque anni e sono veramente felice di questa ripartenza in una città meravigliosa, molto apprezzata da tutte le delegazioni. Abbiamo avuto giornate di sole e assistito a bellissime competizioni nei vari impianti messi a disposizione dal Comitato Organizzatore dopo una cerimonia d’apertura ambientata nel cuore di Genova” ha affermato Georg Leibold, Presidente di “PGSI International”.

“Abbiamo invaso Genova in tutti i suoi impianti per consentire a tanti ragazzi di giocare. Siamo riusciti nell’intento cogliendo tanti apprezzamenti da parte anche da allenatori e accompagnatori – ha aggiunto Ciro Bisogno, Presidente di PGS Italia –. Il Comitato Organizzatore è stato vicino ai ragazzi: sono grato a Genova per l’accoglienza e alle istituzioni per aver sentito il dovere e la sensibilità di starci accanto”.

“I ragazzi delle varie delegazioni hanno ripagato gli sforzi organizzativi con il loro sorriso. Sono contento perché nel tempo libero, tra una partita e l’altra, hanno potuto visitare e vivere una città come Genova che li ha accolti a braccia aperte – è il pensiero di Claudio Alvisi, presidente PGS Liguria – Desidero ringraziare tutto lo staff PGS e le istituzioni per il loro sostegno, così come i volontari di Music for Peace”.

Lo spirito dell’evento era racchiuso in uno slogan semplice e attuale: “We Are All Stars” (Siamo tutti Stelle/Campioni). Un messaggio universale, un invito, a credere in se stessi, nelle proprie capacità, e – per adulti ed educatori – a riconoscere e valorizzare le caratteristiche uniche di ogni giovane, nel solco della tradizione salesiana e sulle orme di Don Bosco.

L’evento è stato realizzato grazie al contributo del Dipartimento per lo Sport presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Comune di Genova, ed era inserito nel calendario degli eventi di “Genova 2024 – Capitale Europea dello Sport”, riconoscimento assegnato per l’anno 2024 da parte di ACES Europe, Federazione delle Capitali e delle Città Europee dello Sport.

Di seguito anche l’esito delle competizioni:

Nella pallavolo femminile Under 18 il successo del “Salos Kalina Lublin Volley” sul “Laura Zdruzenie Mladych”, l’“ASD Copparo Volley” e sul “Don Bosco Zagabria”.

Nella pallavolo femminile Under 16 festa per le ragazze del “Don Bosco Haacht”, dopo aver battuto in finale l’“Odbojjascki Zagabria” (team 1). Bronzo per il “Odbojjascki Zagabria” (team 2), quarto il “PGS Ferrarese Don Bosco”.

Nel calcio a 5, categoria A, l’affermazione per il “Don Bosco Gymnasium Essen Salesianer” davanti al “Don Bosco Hoboken”, al “Boarding School Boska” e al “Don Bosco Zwisnarde Gent”.

Nel calcio a 5 categoria B, vittoria per il “Don Bosco Kortijk” sul “Don Bosco Slovakia”, seguiti nella classifica generale dal “Don Bosco Gent” e sul “Zaffery Karoly Szalezi Kozepiskola”.

Nel basket femminile la festa del “Don Bosco Sales Catania”.

Nel basket maschile Under 16 la coppa viene alzata dal “Borgo Don Bosco Roma”, con secondo posto per il “Valencia San Juan Don Bosco”, terzo il “PGS Sales Don Bosco” e quarto il “Don Bosco Haacht”.

Nel basket maschile Under 18 trionfa il “Don Bosco Zwijnaarde Gent” davanti al “Kk Bosco Zagreb”, “Borgo Don Bosco Roma” e “Don Bosco Gymnasium Essen Salesianer”.

 

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Il prof. don Andrea Bozzolo, SDB, Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana per un secondo triennio

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Nel giorno della Festa di Maria Ausiliatrice, 24 maggio 2024, con decreto Prot. N. 02906/2024 – 467/2021, il Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione ha nominato il Prof. don Andrea Bozzolo, SDB, Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) per il triennio 2024-2027. Don Bozzolo, che già serve l’UPS nel medesimo incarico dal 3 agosto 2021, inizierà il suo secondo mandato a partire dal 3 agosto 2024.

Nato a Mondovì, in Provincia di Cuneo, nel 1966, Andrea Bozzolo è salesiano dal 1986 e sacerdote dal 1995. È diventato Dottore in Lettere Classiche con una tesi difesa nel 1992 a Torino su “L’ermeneutica di Agostino. Teoria e lettura dell’Enarratio in Ps. 103”.

Nel 2002, presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, ha conseguito il Dottorato in Teologia Sistematica con una tesi dal titolo: “L’effettività sacramentale della fede. Mistero, simbolo e rito in Odo Casel”, pubblicata integralmente con il titolo “Mistero, simbolo e rito in Odo Casel” (Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2003). Il suo curriculum vitae è ricco di pubblicazioni nell’area della teologia sistematica e liturgica, e della pastorale e spiritualità salesiana.

Il prof. Bozzolo è docente dell’Università Pontificia Salesiana dal 1999. Ha servito come Professore Ordinario di Teologia Sistematica della Facoltà di Teologia, nella sezione di Torino-Crocetta dell’UPS, Facoltà di cui è stato anche Preside dal 2008 al 2017. È stato anche Professore incaricato di Teologia Sistematica presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e ha insegnato Teologia del Matrimonio presso l’Istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia.

Ha collaborato con il Pontificio Consiglio per la Famiglia e ha partecipato come esperto alla XV (2018) e alla XVI (2023) Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sui temi dei giovani e della sinodalità.

Dal 2021, come Rettore Magnifico dell’UPS, dirige e promuove l’identità e l’attività della comunità accademica. Cura l’esecuzione delle indicazioni normative della Sede Apostolica, della Congregazione Salesiana e del Gran Cancelliere dell’UPS, il Rettor Maggiore, nonché l’osservanza degli Statuti, dell’Ordinamento degli studi e dei Regolamenti dell’UPS. Attenziona la cooperazione delle Facoltà e degli Istituti e cura l’inserimento dell’UPS nella rete delle Università e nel contesto diplomatico e accademico.

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Vaticano – Prima Giornata Mondiale dei Bambini: Papa Francesco affida ai più piccoli il mondo e la pace

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Una celebrazione semplice e piena di gioia, così come sono i bambini di tutto il mondo: questa è stata la I Giornata Mondiale dei Bambini (GMB), istituita da Papa Francesco su suggerimento proprio di un bambino, e realizzata nel fine-settimana del 25-26 maggio 2024 a Roma. Nelle due tappe della manifestazione – sabato pomeriggio allo Stadio Olimpico e domenica mattina in Piazza San Pietro – il Santo Padre ha dialogato con i più piccoli in maniera affettuosa e sincera, affidando loro il compito di coltivare l’amicizia e la pace e di avere cura dei poveri, degli anziani, dei malati e del mondo intero.

L’evento dello Stadio Olimpico si è aperto con una sfilata di 101 delegazioni – dall’Afghanistan allo Zambia – che ha dato il senso della reale universalità di questa GMB, evento promosso dal Dicastero vaticano per la Cultura e l’Educazione. Il pomeriggio è poi proseguito con momenti d’intrattenimento musicale, testimonianze e sport e, tra le esibizioni di cantanti affermati o amati dai bambini e i momenti di gioco con grandi campioni del recente passato, un bambino di ogni continente ha raccontato la sua vita e ciò che lo preoccupa.

Victor, 13 anni, da Betlemme, vede da otto mesi il cielo occupato dai missili e si chiede: “Che colpa abbiamo noi bambini se siamo nati a Betlemme, a Gerusalemme o Gaza?”. Eugenia, da Kharkiv, in Ucraina, vuole la pace e non vuole che i bambini sentano le bombe cadere e vedere la morte. Mila, dalla Nuova Zelanda, teme per il futuro del pianeta a causa dell’aumento delle inondazioni, così come Mateo da Buenos Aires si è detto angosciato per i bambini che sono malati e non hanno da mangiare.

Al suo arrivo il Papa, accolto da grandi ovazioni da parte di tutti i presenti, ha esortato a ripetere “Ecco io faccio nuove tutte le cose”, il motto della GMB, e ha fatto da vero animatore con i più piccoli. “In voi, bambini, tutto parla di vita, di futuro. E la Chiesa, che è madre, vi accoglie, vi accompagna con tenerezza e con speranza (…) Dio vuole questo, tutto ciò che non è nuovo passa. Dio è novità. Sempre il Signore ci dà la novità” ha affermato, prima di ricordare a tutti che “Gesù vi vuole bene!” e di invitare i 50mila presenti a recitare un’Ave Maria “alla Mamma del Cielo”.

Nel successivo dialogo con alcuni rappresentati dei bambini, Papa Francesco ha regalato sorrisi e risposte genuine, alla portata di tutti. “Come si fa ad amare tutti?”, ha chiesto Riccardo, bimbo rom di Scampia. Cominciamo con amare coloro che sono più vicini a noi, ha risposto il Papa, e poi andiamo avanti.

“Sono felice di stare con voi perché siete gioiosi e avete la gioia della speranza del futuro”, ha ribadito poco dopo Papa Francesco, che se potesse fare un miracolo chiederebbe che tutti i bambini abbiano il necessario per vivere, mangiare e andare a scuola e che “tutti siano felici”, ha dichiarato rispondendo a una bambina indonesiana. Un bambino del Nicaragua gli ha chiesto perché tante persone non hanno una casa o un lavoro. “È il frutto della malizia, dell’egoismo e della guerra”, ha sottolineato il Pontefice.

“Come si apre il cuore dei grandi?”, ha chiesto ancora Ido, dalla Corea del Sud, protagonista del corto “la Casa dei tutti”, rappresentazione dello spirito della GMB, in cui la bambina incontra un senzatetto e lo conduce nella Basilica di San Pietro. C’è tanta gente chiusa “col cuore duro, col cuore che sembra un muro”, ha osservato il Papa. Non è facile, ripete, ma voi bambini, ha avvertito il Papa, dovete avere questa speranza di fare delle cose che facciano pensare gli adulti. “Dovete bussare alle porte dei grandi (…) e, anzi, dovete fare queste domande anche a Dio. Voi bambini potete fare una vera rivoluzione con queste domande e con queste inquietudini”.

Il pensiero di Papa Francesco è andato ancora agli anziani, sollecitato dalla domanda di Iolanda. “Viva i nonni”, ha chiesto di urlare ai bambini dell’Olimpico, dopo aver ricordato l’importanza di vistarli e di andare a trovarli.

Completata la prima sessione, i 50mila dell’Olimpico si sono ritrovati in Piazza San Pietro per la Messa nella Solennità della Santissima Trinità, una celebrazione composta e curata, ma al tempo stesso accessibile ai più piccoli. Il Pontefice in primis ha offerto una catechesi limpida e vivace, con la quale ha riassunto il grande mistero della Trinità in poche e semplici parole: il Padre ci ha creato, Gesù ci ha salvato, lo Spirito Santo “ci accompagna nella vita”, come ha fatto ripetere più e più volte all’assemblea, consapevole che delle tre persone della Trinità proprio lo Spirito Santo sia il più difficile da conoscere e comprendere.

Non sono mancati anche degli accenni speciali a Gesù, “che perdona sempre… anche il più brutto dei peccatori”, e a Maria, la mamma di tutti. Il Papa, infine, ha esortato ancora i piccoli a pregare, per la pace, i genitori, per i nonni e per i bambini ammalati. E al termine della celebrazione ha annunciato che la GMB avrà una seconda edizione nel settembre del 2026.

Terminata la Messa, la festa si è conclusa con la recita dell’Angelus nella versione breve e l’intervento del regista e attore premio oscar Roberto Benigni, che tra varie citazioni ha ben sintetizzato il significato dell’evento affermando: “Prendete il volo, prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro… Costruite un mondo migliore, fatelo diventare più bello, che noi non ci siamo riusciti”.

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“Il sogno di Dio sulla Famiglia Salesiana in questo nostro tempo”: a Valdocco la Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana 2024

Dall’agenzia ANS.

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Si è aperto lunedì 20 maggio 2024, l’annuale appuntamento della Consulta Mondiale della Famiglia Salesiana. Fino a giovedì 23, vigilia della Festa di Maria Ausiliatrice, i Superiori Maggiori e i Responsabili dei gruppi che compongono la Famiglia Salesiana sono a raduno tutti insieme presso la Casa Madre dei Figli di Don Bosco, a Torino-Valdocco, per riflettere sul tema: “Il sogno di Dio sulla Famiglia Salesiana in questo nostro tempo”.

All’appuntamento prendono parte oltre 50 persone: una rappresentanza di leader e/ loro delegati di ben 24 gruppi – su un totale di 32 – della Famiglia Salesiana, oltre ai membri del Segretariato per la Famiglia Salesiana, i diversi relatori invitati a parlare e il personale della comunità di Valdocco che a vario titolo accompagna l’evento.

Tra i presenti vi sono alcuni “partecipanti incalliti”, come ha detto scherzosamente don Joan Lluis Playà, Delegato Centrale del Rettor Maggiore per il Segretariato per la Famiglia Salesiana, insieme a rappresentanti con qualche partecipazione alle spalle o alla prima esperienza. Per tutti, si tratta di una “bella espressione di una viva e profonda comunione tra i Gruppi e di una forte esperienza spirituale che rafforza il vigore della missione che il Signore ci ha affidato”.

Anno dopo anno la Consulta della FS ha affrontato e approfondito diversi argomenti, al ritmo del magistero di Papa Francesco e della vita e missione della Famiglia Salesiana, suggeriti dalle Strenne del Rettor Maggiore. In quest’anno in cui la Strenna è dedicata a “Il sogno che fa sognare”, l’argomento è stato dunque ovvio: “Il sogno che Dio ha per la Famiglia Salesiana in questo tempo”.

Durante i lavori, dunque, i presenti vengono accompagnati in un percorso di discernimento e conoscenza tra la realtà culturale, ecclesiale e salesiana del momento attuale. In questo senso, nella giornata di martedì 21 maggio 2024, don Rossano Sala, Direttore Editoriale dell’editrice salesiana Elledici, già Segretario Speciale della XV Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, offre una relazione sul tema “Discepoli e missionari. Essere e diventare una famiglia apostolica oggi”.

Successivamente i Superiori Maggiori e Responsabili dei vari gruppi della Famiglia Salesiana procederanno a condividere buone pratiche che si svolgono attualmente negli ambiti della Famiglia Salesiana e che rappresentano concretizzazioni del sogno di Dio su di essa.

Infine, tutti i presenti saranno chiamati a compiere il terzo e ultimo passo di questo percorso, volto ad individuare percorsi ulteriori di crescita e sviluppo, esperienze ed iniziative concrete che possano far proseguire tale sogno, con creatività e capacità di rispondere alle nuove sfide emergenti, nelle realtà concrete delle diverse opere della Famiglia Salesiana.

La cornice dei Luoghi Salesiani, l’inaugurazione della Mostra Temporanea per il Bicentenario del Sogno dei Nove Anni di San Giovanni Bosco presso il Museo Casa Don Bosco, e, in prospettiva, la Festa di Maria Ausiliatrice saranno ulteriori elementi che favoriscono quel clima di fraternità e spiritualità condivisa che costituisce al tempo stesso un tratto fondamentale e una conseguenza della Consulta.

Come ha ben sintetizzato il Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Cardinale Ángel Fernández Artime, nell’introduzione dei lavori, “quest’incontro non è per prendere delle decisioni relative ad ogni gruppo della Famiglia Salesiana, ma ha come scopo rinsaldare la comunione fra i membri dei diversi Gruppi”.

Il 22 maggio dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, e l’omelia a cura di don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore, è stata scattata la fotografia di gruppo nel cortile di Valdocco. Nel pomeriggio i partecipanti hanno visitato il Santuario della Consolata guidati da don Pier Luigi Cameroni, Postulatore Generale per le Cause dei Santi della Famiglia Salesiana. Infine, la presentazione del libro “Chiamati all’Amore con Speranza”, con le Strenne che il Rettor Maggiore ha prodotto e diffuso nei suoi 10 anni alla guida della Congregazione Salesiana, presentato da don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana e curatore del volume.

Avvenire – Il bicentenario del Sogno dei nove anni di san Giovanni Bosco, tra passato e presente

Da Avvenire.

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di Ana Martìn Garcìa (Coordinatrice responsabile Casa Museo Don Bosco)

Fare riferimento alla vita di San Giovanni Bosco (1815-1888), figura di spicco della santità sociale piemontese dell’Ottocento, senza menzionare il mondo dei sogni significa sopprimere un aspetto importante della sua identità. Attraverso i sogni, che Dio gli inviava, la vita del santo fu segnata dal soprannaturale. Tra i nove e dieci anni Don Bosco ebbe il suo primo sogno, che descrisse nelle sue memorie, su richiesta di Papa Pio IX dopo l’udienza a Roma (1858). Il ricordo del sogno si trova nelle Memorie dell’Oratorio scritte da Don Bosco e composte tra 1873 e 1875.

Profondamente impresso nella sua mente, il Sogno ritornò in diverse forme nel corso della sua vita: fu un sogno profetico in cui intravedeva la sua futura missione, che puntualmente sarebbe diventata realtà. In questo senso, orientò i suoi passi futuri, ispirò la nascita della sua Opera e del suo carisma. In occasione del 200mo anniversario del Sogno dei nove anni, la casa museo della casa madre dei salesiani di don Bosco di Valdocco Torino, il Museo Casa Don Bosco, ha organizzato una mostra temporanea, aperta dal 22 maggio al 22 settembre 2024. L’esposizione celebra questo importante avvenimento nella biografia di Don Bosco ed è dedicata ad approfondire la narrazione, la storia e l’iconografia del Sogno che cambiò la vita al santo torinese. L’esposizione, tra passato e presente, è dedicata
alla rappresentazione iconografica nelle arti e alla risonanza del sogno oggi, a duecento anni di distanza.

La mostra ripercorre la storia del Sogno, che inizia nei prati dei Becchi, si concretizza nella città di Torino e raggiunge tutte le parti del mondo dove oggi c’è una presenza salesiana. Insieme alle fotografie storiche, si presentano opere e oggetti del periodo tra la beatificazione (1929) e canonizzazione (1934) di Don Bosco, momento in cui inizia la rappresentazione del sogno nelle arti: stampe sui libri, cartoline, monete commemorative, dipinti ad olio, dipinti su carta, ecc. La mostra presenta un’importante selezione di tavole originali che hanno ampiamente illustrato questo episodio biografico: Corrado Mezzana (1890- 1952), Guido Grilli (1905-1967), Cosimo [Nino] Musío (1933-2017) e Alaricco Gattia (1927- 2022) sono alcuni degli autori. Le tavole di Grilli, Musío e i fumetti di Gattia furono commissionate dalla Libreria della Dottrina Cristiana (1941), fondata dal quarto successore di Don Bosco, don Pietro Ricaldone (1870-1951). La attuale Editrice Elledici conserva queste opere che sono state diffuse in diverse pubblicazioni, supporti e lingue in tutto il mondo; in questa mostra gli originali sono esposti per la prima volta. A completare la mostra, sono esposte le fotografie vincitrici del concorso fotografico internazionale lanciato a gennaio 2024, promosso dalla casa museo e organizzato dalla curatrice della mostra, che ha accolto il talento artistico e creativo di tutto il mondo salesiano.

Questo progetto era a partecipazione libera, gratuita ed aperto a tutti: una novità dall’apertura dell’istituzione museistica nell’ottobre 2020. Le diciassette fotografie selezionate immortalano momenti diversi, ritraendo persone e luoghi in aree geografiche lontane da dove è nato il fondatore dei salesiani e dove “il sogno di Don Bosco” continua ancora oggi. Le istantanee sono descritte dagli stessi autori in lingua originale e provengono dall’Italia, Messico, Panama, Slovacchia, Spagna e Venezuela. Queste immagini dialogano tra passato, presente e futuro e ci fanno riflettere su come, a distanza di due secoli, il Sogno di Don Bosco sia diventato realtà nelle presenze salesiane di tutto il mondo.

Il Settore per la Pastorale Giovanile pubblica “Diamanti nascosti”, 200 sogni dei giovani”

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – In occasione del bicentenario del “sogno dei 9 anni” di Don Bosco è stato realizzato il libro dei sogni. “Abbiamo voluto interpellare i giovani del mondo con una domanda molto semplice, ma quanto mai esistenziale: ‘qual è il sogno della tua vita?’” ha spiegato il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Angel García Morcuende. “E abbiamo ricevuto sogni di ragazzi delle case delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei Salesiani di Don Bosco provenienti da tutti i continenti – prosegue –. Sono giovani di 94 Paesi che raccontano come vogliono realizzare il loro sogno e come intendono superare le condizioni più difficili”.

In totale più di 200 sogni provenienti da tutto il mondo salesiano abbelliscono le pagine di questo “tesoro” che ha preso la forma di un “Coffee Table Book”, un libro da sfogliare e tutto da apprezzare. È come se queste storie ispiratrici fossero diamanti da scoprire.

Tra i tanti sogni, i giovani ne hanno espressi alcuni come: l’essere realmente ascoltati e compresi nelle loro aspettative di vita, nel loro modo di vedere il mondo e di muoversi in esso; lo sperimentare un Dio vicino, realmente incarnato e vivo nelle situazioni umane; il sentirsi accettati dalla Chiesa e dalle presenze salesiane così come sono, senza dover forzare i loro modi di essere in stereotipi; il seguire la propria vocazione, i percorsi per scoprirla e la propria fede nell’essenziale; il costruire il proprio progetto professionale, nonostante le incertezze e gli interrogativi delle trasformazioni sociali, politiche e tecnologiche; la fiducia nello sforzo personale e nel sostegno della famiglia come condizioni fondamentali per migliorare la propria vita e avvicinarsi all’età adulta; l’essere adulti di riferimento, appassionati, chiari, determinati con la propria vita e guide nel proprio processo; il valorizzare il contesto in cui vivono con azioni concrete, attraverso formulazioni nobili come “essere in grado di aiutare gli altri”.

Le fotografie accompagnano i sogni ed emoziona guardare i volti dei giovani, i loro sorrisi, le loro espressioni e anche i segni che alcuni di loro portano nella foto. “I sogni dei nostri giovani sono stati disegnati fra le mura di casa, all’interno della famiglia, disegnati sul tavolo della loro quotidianità. Sono sogni meravigliosi che annunciano un mondo più bello e più umano. Facciamo nostri i sogni dei giovani e avremo n mondo che profuma di una vera primavera”, afferma don Joebeth Vivo, membro del Settore per la Pastorale Giovanile dei Salesiani di Don Bosco.

“I giovani corrono fra le strade dei loro sogni, rincorrono certezze che spesso il mondo degli adulti non ha saputo proporre. I giovani però sono qui: coraggiosi e pronti. Sogni, progetti, imprese, programmi e avventure: sono cose belle, importanti, preziose come diamanti!”, esprime Antonella Sinagoga.

Don García conclude: “Il sogno è una categoria antropologica ed esistenziale che ci consente oggi di ritrovare interesse per l’esistenza, vicinanza all’altro e coraggio nell’intraprendere la fatica di costruire un mondo migliore. I nostri giovani hanno espresso il bisogno di qualcuno che li inviti a guardare oltre la finestra della propria camera da letto o delle proprie classi, a mettersi in piedi e allacciarsi le scarpe. Abbiamo smesso di fare la storia perché abbiamo smesso di sognare”.

Preziose sono le prefazioni del Rettor Maggiore, Card. Ángel Fernández Artime, e della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Chiara Cazzuola, così come l’introduzione del Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don García Morcuende.

Il volume verrà prodotto anche nella versione cartacea stampata, ma è già possibile ammirarlo nella versione digitale accessibile qui.

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