Roma, la Basilica di San Giovanni Bosco si prepara alla festa del Santo protettore: incontri, celebrazioni e preghiera

I giovani, la comunicazione, la comunità: sono questi i tre pilatri che conducono quest’anno la Basilica di San Giovanni Bosco di Roma verso la solennità del suo Santo protettore del prossimo 31 gennaio. Con una serie di momenti di incontro e preghiera, la parrocchia vuole offrire alcuni spunti di riflessione per capire anche come sta mutando la società di oggi. 

Tra le iniziative ce n’è una, in vista della Festa del Santo Patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, con tre comunicatori d’eccezione: Luciano Ghelfi, Benedetta Rinaldi e il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio. “La pandemia ha dimostrato la centralità della comunicazione e della corretta informazione – spiega Don Roberto Colameo, parroco di San Giovanni Bosco –. In una società lacerata da conflitti il ruolo del giornalista è anche quello di mediatore e interprete della realtà. Qui l’informazione cattolica ha un compito molto impegnativo ma che non deve mai dimenticare. Rifletteremo insieme per dare alla comunità di Don Bosco elementi utili per interpretare il mondo di oggi. Queste nostre giornate di incontro e preghiera vogliono testimoniare la sempre maggiore necessità di una Chiesa ‘in uscita’, aperta e in ascolto”. 

Gli eventi

Venerdì 22 gennaio alle 18 si terrà la celebrazione eucaristica presieduta da Don Alberto Contini, parroco ai Santi Gioacchino ed Anna e prefetto della XX Prefettura della Diocesi.  

Sabato 22, festa della Beata Laura Vicuña, alle 17 e alle 18.30, le funzioni saranno presiedute da don Miguel Angel Garcìa Morcuende, Consigliere generale per la Pastorale Giovanile. 

Domenica 23 invece, si terrà l’incontro “Stampa e giornalismo cattolico”, con la Santa messa alle 11 e una tavola rotonda dal titolo “Quale il senso dell’informazione cattolica?” con i giornalisti Benedetta Rinaldi, Marco Tarquinio e la moderazione di Luciano Ghelfi. L’evento si terrà alla presenza di don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco.

Il 24, festa di San Francesco di Sales, vescovo e dottore della chiesa, patrono della Congregazione salesiana e dei giornalisti, alle 18 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta da Don Ivo Coelho, Consigliere generale per la Formazione, con Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice giovani. Sarà presente suor Nilza Fatima de Moraes, Consigliera per la Formazione nelle Figlie di Maria Ausiliatrice. 

Martedì 25 gennaio alle 18, la celebrazione eucaristica è presieduta da Don François Bakunda, parroco a San Giuseppe Moscati e mercoledì 26, alla stessa ora, è presieduta da Don Silgas Rinero, parroco all’Assunzione di Maria. 

Il 27 gennaio, inizierà il triduo in preparazione alla solennità di San Giovanni Bosco. Alle 18 si terrà una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo metropolita di Siena. Alle 19 ci sarà l’incontro con gli ex allievi di Don Bosco. 

Venerdì 28 alle 18 la celebrazione eucaristica è presieduta dal Cardinale Angelo Comastri, vicario generale emerito di Sua Santità per la Città del Vaticano. Alle 19 si inaugurerà la mostra Laudato si’ “Dio sceglie i più piccoli per cambiare il mondo”. Un percorso di conversione ecologica alla luce del cantico delle creature.

Sabato 29 gennaio alle 18.30 la celebrazione eucaristica sarà presieduta dal cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell’Aquila. A seguire, alle 21.30, si terrà la veglia di preghiera dei giovani a Don Bosco. 

Domenica 30 gennaio, invece, alle 11 la celebrazione eucaristica è presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, Decano del collegio cardinalizio, mentre quella delle 18.30 da monsignor Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma per la pastorale sanitaria e per il settore Est. 

Il 31 gennaio, solennità liturgica di San Giovanni Bosco, la solenne celebrazione eucaristica delle 10, dedicata alla scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice di via Togliatti, è presieduta da Don Alfredo Tedesco, direttore del servizio della Pastorale Giovanile della Diocesi di Roma. Alle 18, invece, presiederà il Cardinale Robert Sarah, titolare della Basilica e Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Seguirà la processione con le insigni reliquie dei santi Giovanni Bosco e Domenico Savio. La giornata si concluderà con un’Adorazione Eucaristica promossa dal Centro Oratori Romani. 

“Quale il senso dell’informazione cattolica?”: tavola rotonda del Centro Culturale Salesiano a Roma

La Circoscrizione Italia Centrale, con la Parrocchia San Giovanni Bosco di Roma e il Centro Culturale Salesiano presentano una tavola rotonda in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Domenica 23 gennaio, dalle 12.30, in diretta sul canale Youtube della ICC e sulle pagine Facebook della Parrocchia e del CCS si svolgerà l’evento:

Tavola Rotonda: “Quale il senso dell’informazione cattolica?”
Intervengono:
Benedetta Rinaldi, Marco Tarquinio
Modera: Luciano Ghelfi
alla presenza di don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco

FB parrocchia
FB CCS

 

YouTube ICC

 

Ad Alassio per quattro giorni i Salesiani a convegno

Dal sito di MediterraNews.

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di Claudio Almanzi

ALASSIO – Un centinaio di Salesiani si sono radunati nei giorni scorsi nella “Città del Muretto” per il Quinto Capitolo Ispettoriale della Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale (ICC).

A presiedere il raduno è stato l’ Ispettore, don Stefano Aspettati, mentre a guidare i lavori è stato il regolatore don Francesco De Ruvo.

Nella giornata di apertura il salesiano irlandese don Jack Finnegan ha offerto ai circa 90 capitolari una meditazione sul discernimento comunitario, a cui è seguita la relazione di don Aspettati. Dopo un momento personale di preghiera, la giornata è proseguita con il lavoro delle tre commissioni tematiche, che hanno sviluppato gli argomenti emersi dal lavoro pre-capitolare svolto dalle comunità dell’ispettoria. Questi tre temi: Testimonianza della missione condivisa e della formazione comune, migliorando la realtà e il funzionamento delle CEP; promozione di una presenza efficace ed affettiva tra e con i giovani in Comunione di Vita e di Azione; decisioni necessarie affinché i bambini, i ragazzi e giovani più poveri non siano mai esclusi da nessuna casa salesiana qualunque sia lo sforzo da compiere.

La seconda giornata si è sviluppata sulle risposte di don Aspettati ad alcune domande rivoltegli dai salesiani sulla sua relazione e sul confronto all’interno delle commissioni.

Nella terza giornata i partecipanti si sono spostati a Torino-Valdocco nella “terra santa salesiana”, per visitare il Museo Casa Don Bosco. Dopo la Messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice si è svolto il lavoro per commissioni, infine il ritorno ad Alassio.

L’ultimo giorno del capitolo si è svolto all’insegna della ricerca comune di criteri operativi per sostenere e sviluppare la formazione e per dare impulso alle molteplici iniziative salesiane ed alla crescita economico-strutturale del mondo salesiano.

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A Natale, la Basilica di Don Bosco a Roma diventa una mensa di franternità

La Basilica di San Giovanni Bosco diventa una mensa per le persone più fragili e povere, condividendo con loro il pranzo della giornata di Santo Stefano. È questo l’appuntamento organizzato presso la Parrocchia più grande a Roma per numero di abitanti. Forti dell’esperienza che l’Associazione La Goccia – associazione che opera presso il centro Caritas parrocchiale del Don Bosco- propone da più di due decenni, i volontari delle Parrocchie della Prefettura XX hanno realizzato il pranzo del 26 dicembre avendo come speciale location proprio il Tempio Don Bosco.

“La nostra Basilica – spiega il parroco, don Roberto Colameo – vuole riprodurre così lo spirito della grotta di Betlemme, dove Dio incontra l’umanità povera: da luogo della celebrazione liturgica a luogo della celebrazione di quella fraternità riscoperta dalla riflessione sinodale che stiamo vivendo”.

La parrocchia Don Bosco ospita la mensa della Prefettura XX della Diocesi di Roma e per il pranzo del 26 ha accolto oltre 120 persone tra volontari e utenti appartenenti alle nove parrocchie. “L’iniziativa diventa il segno di una collaborazione che si è estesa nel territorio per far fronte alle esigenze legate alla pandemia e che si gioca in una porzione più ampia di territorio, che va oltre i confini delle singole parrocchie: davvero, l’ ‘unione fa la forza’”, ha aggiunto il parroco.

Come spiega Maurizio Pisano, responsabile Caritas parrocchiale e membro della Goccia: “Sono persone che seguiamo tutto l’anno, o non hanno fissa dimora o vivono un forte disagio economico. Oltre alla classica tombola – prosegue – ognuno offre qualcosa di sé. C’è chi racconta barzellette, chi canta, e chi suona. Stiamo insieme e viviamo una giornata in famiglia”.

Tutto questo non sarebbe possibile senza l’impegno e la dedizione dei tanti che si dedicano gratuitamente, a cui va il pensiero di don Roberto: “Un grazie va ai volontari, fratelli tra fratelli che, come dice Papa Francesco, hanno fatto come Maria con Sant’Elisabetta: non hanno esitato ad uscire dalla loro famiglia, dalle loro comodità per portare, con il loro servizio, la loro presenza e il loro impegno nell’organizzare questo pranzo, Gesù ai fratelli”.

InfoAns

Il messaggio di Auguri Natalizi di Suor Chiara Cazzuola, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice

Condividiamo la notizia proveniente da infoans.org con il messaggio di auguri da parte di Suor Chiara Cazzuola, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Carissime sorelle,

voglio raggiungervi non solo virtualmente, ma soprattutto con il cuore e la preghiera. Sì, andiamo a Mornese, come tappa sul cammino per Betlemme, già vicina. Viviamo questo momento importante nel percorso del 150° della fondazione dell’Istituto appropriandoci un po’ di quell’amore fervoroso di Madre Mazzarello, delle nostre prime sorelle e delle prime ragazze. Appropriamoci un po’ di quell’energia giovane e coraggiosa: a Mornese tutto era giovane e appena sbocciato, che trasformava in vitalità le emozioni, le relazioni, la preghiera, l’attività.

Madre Mazzarello scriveva così a suor Adele David, direttrice della casa di Bordighera, il 27 dicembre 1879:

“Ho ricevuto la vostra lettera, vi ringrazio degli auguri e delle preghiere fattemi e che io ho gradite di tutto cuore. Gesù ve le ricambi in tante ferite d’amore, ed io in ricambio ho pregato questo tenero Gesù Bambino per voi. Siete contente? Vi ho passate tutte per nome, ho detto: suor David, suor Carlotta, suor Giuseppina e suor Marietta, ho detto che vi dia la sua umiltà, il distacco da voi stesse, l’amore al patire e quella obbedienza pronta, cieca, sottomessa che aveva Lui al suo Eterno Padre, a San Giuseppe, a Maria e che praticò fino alla morte di croce. Gli ho detto che vi dia carità e quel distacco totale da quel che non è Dio, la pazienza e una perfetta rassegnazione ai voleri di Dio” (L 33).

Gli auguri di Madre Mazzarello nella sosta a Mornese, sul cammino verso Betlemme, ci incoraggino ad assumere nella vita e nella missione i tratti sempre più somiglianti a Gesù e ci rendano più consapevoli dell’evento che stiamo per celebrare.

Nel Vangelo di Luca troviamo la chiave per entrare nel mistero del Natale (cf Lc 2,12):

“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.

Con questa Parola evangelica ci soffermiamo insieme davanti alla grotta.

Il Segno è un bambino! Nessuno è più debole, fragile di un neonato, bisognoso di aiuto, eppure è tutto vitalità, energia, è avvenire e potenzialità. È assolutamente “nuovo”, incontaminato. Un bambino suscita sempre meraviglia, ci sorprende.

Questo Figlio ci rivela anche la scelta di Dio di incarnarsi in un ambiente estremamente povero, in una situazione di assoluta precarietà e provvisorietà, in un contesto socialmente trascurabile, quasi ad esprimere nella assoluta semplicità della nascita la nuova creazione che in lui si realizza.

I Pastori di Betlemme accorrono per primi alla grotta. Il Salvatore si identifica con loro e li vuole alla sua culla di paglia. Hanno riconosciuto senza indugio il Segno: il Bambino, l’Atteso, il Messia, il Salvatore. Sono uomini abituati a prendersi cura del gregge, a stare con le pecore, a difenderle dai lupi e a dare la vita per loro. Sono l’icona di quello che sarà questo Bambino: il Pastore Buono, il modello della nostra spiritualità salesiana nell’azione pastorale.

Per tornare da Betlemme, da Mornese, piene della grazia e della gioia del mistero dell’Incarnazione che desideriamo tradurre in fraternità serena, oblativa, solidale e in missione condivisa e feconda, bisogna chiedere a Gesù quello che ci indica Madre Mazzarello, che insegnano i Pastori e ci suggerisce Papa Francesco.

Quando è venuto a visitarci al CG XXIV ci ha detto che Risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto è una prospettiva-chiave per rispondere alle esigenze del mondo di oggi, che ha bisogno di scoprire nella vita consacrata l’annuncio di ciò che il Padre, attraverso il Figlio nello Spirito, compie con il suo amore, la sua bontà, la sua bellezza. È una sfida che ci invita a rinnovare il nostro “sì” a Dio in questo tempo, come donne e come comunità che si lasciano interpellare dal Signore e dalla realtà per diventare profezia del Vangelo e testimonianza di Cristo, del suo stile di vita.

Tra poco le nostre case risuoneranno di canti, auguri e preghiere.

Non temete – dice l’angelo- perché Oggi è nato per voi un Bambino, il Salvatore. Oggi ripete con insistenza la Liturgia del Natale. Oggi è il nostro oggi perché Dio è con noi.

Con questi sentimenti vi auguro un sereno santo Natale, nella gioia della contemplazione di questo mistero così grande e nel rendimento di grazie al Padre per la sua misericordia infinita verso un mondo che anela alla speranza e alla pace.

I giovani della Capitale propongono nuove idee per un futuro migliore della città

Il 23 settembre, una delegazione di giovani formata da Stefano, Miriam, Filippo, Francesca, Martina, Alessia e Francesco, ha presentato ai candidati sindaco della Capitale il “Manifesto delle nuove generazioni – idee per rilanciare e rigenerare il tessuto sociale e produttivo della Città di Roma”.

Dopo un anno di lavoro in cui hanno messo al centro della loro riflessione alcuni temi riguardanti la cittadinanza attiva, i giovani hanno raccontato come sognano Roma e come sognano il loro futuro.

Hanno consegnato nelle mani dei futuri amministratori di Roma, i loro desideri, le loro speranze e i loro sogni per avere una città migliore.

Hanno parlato di scuola, trasporti, lavoro, ambiente, istituzioni, cultura e sport.

6 punti. Chiari ed incisive, che interpellano le Istituzioni e tutti gli adulti ad ascoltare e a rispondere a quanto chiedono. “I giovani sono i protagonisti della loro educazione e formazione – afferma don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco che si è fatto promotore dell’evento – dopo aver ascoltato la loro voce, adulti ed Istituzioni devono saper generare azioni positive che sappiano rispondere ai loro bisogni”. I bisogni di tutti, nessuno escluso. Solo in questo modo potremmo dare un futuro migliore alle nuove generazioni, altrimenti si rischia di non avere prospettive, come sottolinea don Benoni Ambarus Vescovo Ausiliare della Città di Roma con delega alla carità e alla pastorale dei migranti.

Ai candidati sindaco di Roma questi ragazzi chiedono ascolto, mezzi e spazi per capire la città e quindi favorirne la crescita.

Chiedono di far parte a pieno titolo della città e della comunità in cui vivono, in qualità di cittadini capaci di essere risorsa, pensando a momenti di partecipazione attiva dove poter fare la loro parte.

Chiedono una scuola più inclusiva e non competitiva, che li prepari alla vita e ad essere cittadini consapevoli, dove vengono valorizzate le proprie attitudini e capacità.

Reclamano un percorso di studi che contempli e presti maggiore attenzione al passaggio dal mondo della scuola a quello del lavoro, creando nuove opportunità lavorative e incentivando l’autoimprenditorialità.

Rivendicano uno sport accessibile a tutti, dove i campi si trasformino in palestre di vita.

Pretendono di mettere la periferia al centro, riqualificando ambiente e servizi e rendendo le strade più sicure, senza creare cittadini di serie A e di serie B.

Chiedono di occupare un posto nella società, quel posto che spesso gli viene negato. Un posto ben preciso, dove ognuno trovi il proprio spazio, nessuno escluso, e dove si riconoscano e valorizzino i talenti di ciascuno. “Ognuno di voi è una limited edition” ha detto don Benoni Ambarus sottolineando come ognuno cerchi il “proprio posto” e ringraziando i giovani per il coraggio nel far sentire la propria voce.

“Il lavoro fatto in questo anno dai giovani non è semplicemente bello ma è profetico. Anche se con storie molto complesse, nonostante le proprie sofferenze e il proprio passato, questi giovani hanno voluto mettersi in gioco e scommettere sul futuro” afferma Lorenzo Colli referente dell’iniziativa per i Salesiani don Bosco..

Hanno ricevuto il manifesto i candidati Carlo Calenda ed Enrico Michetti che hanno salutato e ringraziato i ragazzi per il lavoro svolto, il Vicesindaco Pietro Calabrese intervenuto in rappresentanza della Sindaca Virginia Raggi e Dario Marcucci intervenuto in rappresentanza di Roberto Gualtieri.

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Il manifesto

AVVENIRE – Don Bosco, l’opera di Alassio comunità educante

Da Avvenire, un articolo sulla nuova comunità educante di Alassio. Di Gianmaria Mandara.

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Sono passati 151 anni da quando san Giovanni Bosco ha fondato ad Alassio la prima scuola salesiana fuori dal Piemonte e da allora tante generazioni di studenti e insegnanti si sono avvicendate sui banchi di scuola ma la bussola continua ad essere il carisma salesiano. Molte delle intuizioni pedagogiche di don Bosco sono ora condivise in tanti contesti educativi ma quel felice connubio tra ragione, religione e amorevolezza, pilastri del sistema preventivo pensato dal santo torinese, si possono ritrovare e respirare solamente in una scuola salesiana. In tutti questi anni, inevitabilmente molte cose sono cambiate ma c’è un filo rosso che accompagna la storia del “Don Bosco” di Alassio: la presenza di una bella comunità educativa che quotidianamente sa mettersi in gioco, accogliendo con speranza le sfide del tempo presente. Ne è prova la decisione della circoscrizione salesiana dell’Italia centrale di attuare un rinnovamento delle modalità organizzative e gestionali, affidando l’Opera di Alassio ad un gruppo di laici corresponsabili, sotto la diretta responsabilità e l’accompagnamento della Circoscrizione e confermando la presenza dei salesiani. Pertanto ad affiancare questo cammino ricco di novità ci saranno le storiche presenze di don Giulivo Torri, don Natale Tedoldi, don Mario Perinati e Sandro Mariotti, luminose testimonianze di salesiani innamorati di Cristo, e la persona di don Karim Madjidi, già direttore dell’Istituto di Roma e Firenze e ora direttore a Vallecrosia. A conferma di questa vitalità ed entusiasmo nella Comunità Educativa Pastorale ci sono le tante attività proposte in queste prime due settimane di scuola agli studenti delle medie e delle superiori in aggiunta alle ore di lezione: “scuola in campo”, una esperienza di tre giorni a contatto con la natura nella casa alpina di Nava vissuta all’insegna del gioco, della responsabilità condivisa e della conoscenza reciproca tra studenti e insegnanti; la messa di inizio anno celebrata da don Karim lunedì 20 settembre, proprio nella ricorrenza della fondazione della casa ad opera di don Bosco; il “buongiorno”, un breve spunto di riflessione che quotidianamente apre le giornate a scuola secondo una felice intuizione di Mamma Margherita, e infine l’open day tutti i giorni per permettere a chiunque di “venire e
vedere” e scegliere di poter entrare nella grande famiglia salesiana.

Pagina FB Alassio

 

Messaggio ai giovani: l’Ispettoria Italia Centrale lancia un serie di video rivolti ai ragazzi

Ivano e Claudia -incaricati dell’oratorio di Varazze- e Don Alessio Massimi -incaricato dell’oratorio di Civitanova Marche-, lanciano il primo di una serie di messaggi rivolti ai giovani.

L’invito di Ivano e Claudia si riassume in quattro parole: educare, evangelizzare, accompagnare e sognare. “Portate veramente a frutto tutti i talenti, i doni che avete, prendetene coscienza e donateli perché questo vi renderà felici veramente, non abbiate paura di essere voi stessi“.

Don Alessio, salesiano, afferma “Noi siamo lì per voi, siamo lì per aiutarvi a crescere e anche noi vogliamo crescere insieme con voi, realizzando quello che è stato poi il sogno di don Bosco: di vivere felici nel tempo e nell’eternità”.

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Manifesto delle Nuove Generazioni: a Roma i giovani lanciano la sfida ai candidati sindaco, iniziativa al Borgo Ragazzi Don Bosco

Pubblichiamo il comunicato stampa del Borgo Ragazzi Don Bosco di Roma sull’iniziativa che si terrà il 23 settembre per lanciare il “Manifesto delle Nuove Generazioni” da presentare ai candidati sindaco di Roma Capitale.

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Il Borgo Ragazzi don Bosco si fa promotore dell’evento “Manifesto delle Nuove Generazioni – per ripartire abbiamo bisogno della risorsa migliore, i giovani”, il 23 settembre alle ore 10.30 presso via Prenestina 468 di Roma

Un’iniziativa organizzata e voluta dai giovani provenienti da tutto il territorio di Roma, che presenteranno ai futuri amministratori della città il loro Manifesto, contenente 6 spunti di riflessione per rilanciare e rigenerare il tessuto sociale e produttivo della Capitale.

500 giovani, tutti di diversa estrazione sociale, capaci di esprimere propositività e voglia di contribuire alla ripartenza: sono questi i sottoscrittori del Manifesto che desiderano parlare ai candidati sindaco di Roma Capitale per chiedere ascolto, mezzi e spazi per capire Roma e quindi favorirne la crescita.

Assumendo a pieno titolo il ruolo di cittadini, questi ragazzi chiedono di essere ascoltati ma soprattutto di capire la città che amano, con le sue problematiche e i suoi indiscutibili pregi.
Desiderano abitare le nostre Istituzioni al fine di percepirle come alleate e non come strutture distanti dai problemi reali della gente.
Chiedono di potere essere messi nelle condizioni di fare la loro parte per la comunità a cui appartengono, riconoscendo finalmente loro il titolo di “cittadini” capaci di essere risorsa per una nuova idea di città.

Questo slancio, alla luce di un anno e mezzo di pandemia e di due anni scolastici affrontati in modo emergenziale, con conseguenze pesanti e ancora in buona parte da scoprire, non ci può lasciare indifferenti.

Sono stati invitati i candidati Sindaco di Roma.

Interverranno:

  • I giovani
  • E. Mons. Gianpiero Palmieri, Vicereggente della Diocesi di Roma e Vescovo Ausiliare del Settore Est di Roma
  • Don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco

Programma

ore 10.30: presentazione e saluti a cura dei giovani e di don Daniele Merlini, direttore del Borgo Ragazzi don Bosco
ore 10.40: saluto di S. E. Mons. Gianpiero Palmieri
ore 10.50: presentazione del Manifesto
ore 11.20: consegna del Manifesto

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Italia – Don Tadeusz Rozmus insediato come nuovo Direttore della casa di Castel Gandolfo, dipendente dal Rettor Maggiore

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Castel Gandolfo) – È stato direttamente il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, a presiedere, durante i vespri di mercoledì 1° settembre, l’insediamento del nuovo Direttore dell’opera e della comunità salesiana di Castel Gandolfo, nella persona di don Tadeusz Rozmus, già Consigliere per la Regione Europa Centro e Nord, nel sessennio (2014–2020). E questo perché, a seguito della decisione presa col consenso del Consiglio Generale, l’opera salesiana di Castel Gandolfo è stata incorporata tra le comunità del Rettor Maggiore (RMG), per le quali egli è direttamente responsabile.

Questo insediamento segna pertanto anche il cambio di Ispettoria della comunità di Castel Gandolfo, perché dopo molti anni di cura pastorale da parte Circoscrizione Italia Centrale (ICC), e precedentemente dell’Ispettoria Romana (IRO), la comunità con tutte le sue attività pastorali è passata direttamente sotto il coordinamento delle comunità RMG, per permetter una maggiore e migliore organizzazione di tutte le case che svolgono la loro attività con la Santa Sede: la comunità del Vaticano, la comunità delle catacombe di San Callisto ed ora anche la parrocchia pontificia di Castelgandolfo.

L’atto dell’insediamento si è svolto durante nella Chiesa Pontificia “San Tommaso da Villanova” a Castel Gandolfo, presieduto come detto dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e accompagnato da diversi altri salesiani, tra cui il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, il Superiore della Circoscrizione Italia Centrale (ICC) don Stefano Aspettati, il Direttore della Comunità della Sede Centrale Salesiana, don Jean-Claude Ngoy Wa Kayumba, e altri religiosi delle comunità salesiane.

Prossimamente è previsto l’ingresso di don Rosmuz anche come parroco della parrocchia pontificia di Castel Gandolfo.

Don Tadeusz Rozmus è presente in Italia dal 2006 quando, dopo il suo sessennio come Ispettore di Cracovia (PLS), venne chiamato a Roma dall’allora Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez, come Direttore dell’opera salesiana di San Callisto. Successivamente è stato Direttore dell’opera di Perugia e per alcuni anni ha lavorato anche nella Congregazione vaticana per il Clero. Il CG27 lo ha eletto come membro del Consiglio Generale responsabile per la Regione Europa Centro e Nord (2014-2020).

Nell’occasione il Rettor Maggiore ha speso delle parole di ringraziamento anche verso il Direttore uscente, don Enzo Policari, sottolineandone la sua grande generosità ed esperienza come Direttore e Parroco delle comunità salesiane – Roma-Don Bosco, Roma-Borgo Ragazzi Don Bosco, Roma-Sacro Cuore, Civitavecchia e infine Castel Gandolfo – e verso don Aspettati e verso tutti i salesiani che in questi anni hanno lavorato con grande dedizione al servizio di questa parrocchia pontifica.

La celebrazione è stata completata da un momento di condivisione e fraternità.

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