Avvenire – Olbia, le risposte all’abbandono

Da Avvenire.

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“Isola ma non isolati” è il titolo di un progetto formativo messo a punto dalla parrocchia di “San Ponziano Papa” a Olbia, per dare una speranza e una possibilità concreta di formazione e di lavoro a 80 tra bambini, ragazzi e giovani. Niente di rivoluzionario: alla  missione pastorale, catechetica e liturgica, la chiesa di via Monza ne aggiunge un’altra in favore della città e del suo territorio. Una “conversione” che ha un nome e un marchio: don Giovanni Bosco. La parrocchia, da sei anni gestita dai salesiani, lavora sul territorio e ha interesse prevalente alla formazione e alla riduzione del disagio sociale giovanile: ora l’obiettivo è diventato dare un futuro agli  under 25 della Gallura. Il capitale umano non manca: il 23 per cento della popolazione olbiese, circa 13mila persone, rientra infatti in
questa fascia d’età. Mancano, invece, i soldi – 191mila euro – che i salesiani chiedono ad alcune delle oltre 23mila imprese operanti nel nord-est dell’isola. Anche la Gallura contribuisce a quel mondo sardo dove una ragazza su quattro non studia, non lavora e non segue nessun percorso formativo e un giovane su cinque lascia la scuola prima del tempo. La situazione giovanile di abbandono scolastico e di disoccupazione è tra le peggiori d’Italia, ma c’è anche un potenziale economico-lavorativo per il territorio. «Nasce da qui – dice don Alessandro Fadda, dallo scorso settembre parroco di San Ponziano, per una decina d’anni direttore dell’oratorio “San Paolo” di Cagliari, e dal 2015 al 2021 responsabile del “Gerini” di Roma, tra le cittadelle formative più importanti d’Italia – la necessità di persone preparate per il mondo del lavoro, di insegnanti all’avanguardia nelle tecnologie, e di recupero dei ragazzi in difficoltà. Nello stesso tempo si vuole lavorare nel campo della prevenzione preparando le nuove generazioni, a partire dai bambini, per affrontare la società del futuro». Il progetto si articola su quattro assi. Il primo prevede laboratori di coding e computer creativo rivolto a 34 tra bambini e ragazzi; il secondo, propedeutico al proseguimento del progetto, è la formazione di 10 futuri tecnici-docenti in collaborazione con Amazon Web Services ; il terzo una preparazione tecnologica, digitale e informatica di 12 settimane per un numero massimo di 16 ragazzi/e per la fascia d’età 18-25 anni e il quarto si riferisce alla formazione di 30 ragazzi/e a rischio di dispersione per la fascia dai 14 ai 16 anni. D’alto livello la squadra dei partner e collaboratori. Lettere di sostegno al progetto sono arrivate da Caritas Italiana, dal vescovo di Tempio-Ampurias, dai servizi sociali del Comune di Olbia e dalla Cisl. «Il nostro lavoro in stile salesiano – sottolinea don Fadda – sta prendendo consistenza attraverso una rete educativa tessuta tra le realtà ecclesiali, scolastiche e sociali che condividono tempi ed energie in un processo educativo rivolto al mondo giovanile olbiese. Noi crediamo che quest’opera possa contribuire a costruire uno di quei “ponti” capaci di unire adulti e giovani e coinvolgere l’intera diocesi e in particolare la città di Olbia».