Ancona, a Piano San Lazzaro nuova scuola di formazione professionale per i settori elettrico e tessile

Ecco la nostra nuova scuola professionale ad Ancona, nel quartiere Piano San Lazzaro, crocevia multietnico e multiculturale della città, vicino alla stazione.

Si è svolto nei giorni scorsi il primo Open Day rivolto ai ragazzi e alle loro famiglie, interessate ai percorsi di Formazione Professionale, proposti dall’Ente CNOS FAP, per i quali si prevede la partenza nel prossimo mese di settembre.

Piena soddisfazione esprime don Giampiero De Nardi, direttore della casa salesiana: «Per tanti ragazzi del Piano San Lazzaro, questa è una delle poche strade percorribili. Nel percorso scolastico classico falliscono in molti, visto che si richiede un impegno di studio e di padronanza della lingua che non sempre si possiede. Bisogna essere abituati a uno studio serrato. Il Piano è un rione di forte immigrazione, è giovane e popolare rispetto ad altre zone». Una sinergia nata con Confindustria, alla quale i Salesiani si sono rivolti per comprendere meglio i bisogni formativi del territorio e delle aziende del territorio. «Siamo convinti, prosegue don Giampiero, di avere un forte potenziale di lavoratori. Confindustria ci ha indirizzato su tre settori: quello del tessile (con Filottrano capofila), della saldatura meccanica e quello della manutenzione elettrica, idraulica e termoidraulica».

Per ora ci si concentra sul settore elettrico e quello tessile. «Partner fondamentale la Regione Marche, per allargare la proposta formativa della formazione professionale anche al territorio di Ancona, dove abbiamo trovato riscontri positivi. E ci siamo buttati in questo grande sogno che a poco a poco sta prendendo piede e diventando realtà».

I corsi sono gratuiti e finanziati dalla Regione. La scuola di formazione professionale sarà aperta ai ragazzi nella fascia di età fra i 14 e i 18 anni: «I percorsi di studio professionali sono alternativi alla scuola, adempiono l’obbligo formativo e di istruzione. Anziché andare in classe, gli alunni verranno qui: avranno lezioni di teoria e di pratica – continua don Giampiero – con una parte importante di laboratorio. Non da ultimo, la possibilità (dal secondo anno) di andare in azienda per un tempo di stage in cui si farà esperienza lavorativa vera e propria. Le iscrizioni saranno fatte nel portale online del MIUR».

Don Bosco Cinecittà – Emporio della Solidarietà

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale

***

C’è un nuovo segno di speranza nella città di Roma. È il sesto Emporio della solidarietà della Caritas capitolina, inaugurato il 17 ottobre, nella parrocchia di San Giovanni Bosco. Un vero e proprio supermercato aperto gratuitamente per i più bisognosi. L’obiettivo è prevenire e contrastare la povertà alimentare, accompagnando gli utenti a uscire dalle loro fragilità.

Si aggiunge agli altri cinque già presenti nel territorio della diocesi, ma è il primo nel settore Est. Una porta spalancata che colma una grande lacuna. Molte persone, infatti, rinunciavano al servizio offerto dagli altri empori perché impossibilitati a raggiungerli. Per dare l’idea: si attesta intorno al sei per cento la popolazione della Capitale che ha chiesto aiuti alimentari nel 2022, come sottolineato da Davide Marino del Consorzio universitario per la ricerca socioeconomica e l’ambiente.

L’apertura dell’emporio è stata preceduta dalla tavola rotonda “Povertà alimentare e carità politica”, che la Caritas diocesano ha promosso in occasione della Giornata mondiale di lotta contro la povertà, alle soglie del Giubileo. «È un segno di attenzione grande nei confronti della persona – ha detto monsignor Baldo Reina, vicario per il Papa per la diocesi di Roma -. L’esperienza dell’Emporio della solidarietà aiuta tutti a fare un salto di qualità». Secondo il vescovo, l’inaugurazione è una tappa importante, «ma non siamo pienamente contenti – ha aggiunto -. Lo saremo solo quando non esisterà più la povertà alimentare. Un obiettivo che non può essere un’utopia». Reina ha esortato a «sentire forte il bisogno dell’altro», perché «non può esistere la dimensione cristiana se c’è indifferenza». È necessario, ha concluso, «un ripensamento della cultura, che deve mettere al centro la persona umana».

Sulla stessa scia Giustino Trincia, direttore della Caritas romana, che ha invitato a «intervenire sulle cause che sono alla base della povertà, adottando con urgenza uno sguardo nuovo». Tre i cardini principali: «La cura della persona, l’adozione di un approccio multidisciplinare alla povertà alimentare e la promozione dell’accoglienza, dei rapporti di amicizia e di comunione, recuperando la centralità dell’essere accanto e di camminare insieme».

Sul tema dell’indifferenza e sulla necessità di uno sguardo globale ha riflettuto anche don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana. «Preoccuparsi delle disuguaglianze significa osservare l’insieme delle dinamiche sociali, politiche ed economiche – ha detto -. Siamo chiamati a farci dono, a essere segno per animare la comunità e a essere voce. Bisogna accompagnare oltre i bisogni».

A guidare l’inaugurazione con una benedizione e un momento di preghiera, il vescovo ausiliare per il settore Est Paolo Ricciardi, che ha definito la giornata «non come una conclusione, ma come un inizio nel segno della condivisione». Diversi poi gli interventi durante la tavola rotonda moderata dal giornalista Stefano Caredda, direttore di Redattore Sociale. Il parroco di San Giovanni Bosco, don Giorgio Mocci, ha parlato della carità come «la più grande forma di educazione per i giovani e per tutta la comunità». Sulla cura dell’altro come vero orizzonte di senso si è soffermata Maria Bianco, docente del Centro Hurtado della Pontificia Università Gregoriana. «Essa si pone – ha evidenziato – come una bussola capace di orientare le nostre scelte verso una maggiore giustizia, solidarietà e responsabilità reciproca».

Non è più possibile quindi pensare alla cura privatamente, ha aggiunto Francesca Romana Busnelli, professoressa dell’Università Pontificia Salesiana. «Ci deve essere un’azione sociale reciproca». È la missione sposata dalla Centrale del Latte di Roma, che dal 2015 collabora con la Caritas. «Un esempio virtuoso di come un’azienda possa coniugare il profitto con la responsabilità sociale», ha sottolineato il presidente Fabio Massimo Pallottini. Un impegno preso in carico anche dalle istituzioni presenti. Massimiliano Maselli, assessore all’Inclusione sociale e servizi alla persona della Regione Lazio, ha parlato del bando lanciato nel 2024 per contrastare la povertà, nel quale sono stati impiegati più di 2 milioni di euro. Mentre Francesco Laddaga, presidente del VII Municipio, ha ricordato il protocollo di collaborazione instaurato con la Caritas per combattere le fragilità.

Viventi per Lui: i Salesiani di Cagliari inaugurano la nuova Cappella della comunità

Dal sito dell’Italia Centrale.

***

 I Salesiani di Cagliari hanno celebrato la Dedicazione dell’altare della nuova Cappella della comunità salesiana “Nostra Signora di Bonaria”, con l’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi.

Nella serata di venerdì 11 ottobre 2024, la comunità salesiana “Nostra Signora di Bonaria” di Cagliari ha vissuto una bella, ricca, semplice e intima Celebrazione Eucaristica durante la quale l’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi ha dedicato l’altare della nuova cappella della comunità.

Durante la breve omelia l’arcivescovo ha innanzitutto ringraziato i confratelli per averlo invitato a vivere insieme il momento liturgico durante il quale si dedica a Dio un altare e l’intera Cappella.

«Le letture proclamate e l’arte di questa cappella ci mettono di fronte ad un’evidenza massima, com’è stato spiegato: la realtà della prossimità divina in Gesù Cristo: un Dio assolutamente grande che sceglie di diventare nostro amico, nostro ospite, nostro fratello. È qui, è vicino, è in noi e al tempo stesso immensamente più di noi. Era lo stupore di Salomone, che – come abbiamo sentito – edifica il tempio di Gerusalemme, fatto per incontrare Dio, ma che non poteva racchiuderlo, catturarlo. Era possibile incontrarlo, ma non prenderlo per sè. Per cui incontrare Dio doveva significare inevitabilmente aprirsi ad una presenza ulteriore, da riconoscere nei fratelli, nel popolo, nei segni del Creato, nei segni potenti nella storia. (…)

Un luogo in cui incontrare Dio e aprirsi alla sua presenza così eccedente, così incredibilmente pervasiva e capillare rispetto ad ogni aspetto dell’esistenza. Abbiamo sentito che questo è – con l’invio dello Spirito – il vero modo di adorare Dio: non in un luogo, ma nella persona stessa di Gesù, in cui il Padre abita corporalmente e in pienezza. Ciò che prima era il tempio adesso è la presenza stessa di Gesù: la sua Parola e il suo Corpo per noi consegnato sulla croce, albero di vita. Per cui incontrandoci qui non possiamo non avere evidenza della presenza di Gesù Cristo, come il luogo in cui abita corporalmente la pienezza della vita nella sua resurrezione, significa che adesso questa abitazione raggiunge tutti i tempi e tutti gli spazi. È risorto per non farsi contenere nelle Palestina di duemila anni fa, ma per investire della sua presenza ogni luogo, ogni casa, ogni uomo, ogni angolo del mondo, ogni frammento di bene.

Un ultimo pensiero. Così come ci veniva spiegato, ogni particolare qui è stato pensato in funzione della presenza di Gesù Cristo, della memoria della sua morte e resurrezione, nell’attesa della sua vita. Chiunque entra qui comprende che c’è un centro e che tutto il resto è in funzione di questo centro: un pezzo di edificio che non ha altra ragione che la presenza di Gesù che qui viene pregato, celebrato e poi assunto per essere nutrimento della nostra vita. Ma il vero culto spirituale è che ciò possa dirsi della nostra esistenza individuale, personale e della nostra comunità: noi ci siamo solo perché c’è Lui, solo in funzione della presenza di Cristo, solo per poter cercare di riconoscerlo, celebrarlo, testimoniarlo nell’amore ai più piccoli, ai nostri ragazzi in modo assoluto.

E così è la testimonianza cristiana: che gli uomini possano – come abbiamo sentito nella seconda lettura – guardarci e dire [di noi]: “ci sono e sono così capaci di condivisione, capaci di ascolto della Parola, lieti e accoglienti! E non c’è altra ragione che la presenza di Gesù fra di loro”. Siamo Cristo, gente che porta Cristo nella propria umanità trasfigurata, ma non perché siamo angeli! Perché siamo per Lui, viventi per Lui, che in fondo è la vera definizione del culto: viventi per Gesù Cristo, nel Padre».

Cagliari, spot realizzato dai ragazzi

Dal sito dei Salesiani di Cagliari.

***

Da oltre 100 anni i Salesiani crescono con i giovani accompagnandoli nella loro crescita.
Loro ne fanno esperienza concreta nel loro quotidiano e lo hanno sintetizzato nella realizzazione di questo Spot preparato durante il workshop che i Salesiani hanno proposto invitando una equipe di professionisti nel campo dei social (IME comunicazione) che lavorano a servizio della Congregazione Salesiana a livello mondiale.

Ai ragazzi, ai giovani e adulti che hanno partecipato al workshop il nostro sincero ringraziamento per l’impegno e la realizzazione di quanto vedrete.

Il video vuole trasmettere un messaggio chiaro: a Cagliari, don Bosco si è fatto in tre, per rendere più visibile il carisma in una missione sempre più unitaria, che non annulli le differenze e le peculiarità di ogni singolo ambiente educativo, ma che vive iniziative e attività inserite in un’unica offerta educativa. Tre storie di ragazzi vissute all’interno dell’unica missione educativa salesiana: Scuola, Oratorio, Formazione Professionale!

GRAZIE DI CUORE a Dio che ha suscitato don Bosco nella Chiesa e ai giovani che sono il centro dell’azione educativa salesiana.
Con don Bosco, continuiamo a sognare insieme, alla grande!

don Angelo Santorsola

 

Visita del Vicario del Rettor Maggiore ad Ancona per i 125 anni dell’opera

Dall’agenzia ANS.

***

(ANS – Ancona) – Nella prima settimana di ottobre 2024 i salesiani dell’opera “San Luigi” di Ancona, appartenente alla Circoscrizione Italia Centrale (ICC), hanno celebrato i 125 anni dalla posa della prima pietra. Si è trattato di un evento che ha riempito di energia tutta la comunità educativo-pastorale e l’intera cittadinanza anconetana, che è stato preparato da una tre giorni di festeggiamenti, e che ha trovato il suo apice nella visita, nella giornata di domenica 6 ottobre, del Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio.

La festa è iniziata con tutta una serie di attività avviate già durante la settimana, all’insegna di giochi, delle olimpiadi salesiane, della presenza di tante associazioni sportive e non del territorio che hanno desiderato essere parte della rete di vita allestita dai Figli di Don Bosco. Per l’occasione anche l’arcidiocesi di Ancona-Osimo ha deciso di omaggiare significativamente l’azione sociale dei salesiani eleggendo il cortile salesiano, frequentato da ragazzi provenienti da più di 101 nazioni, come sede per la veglia diocesana dei migranti.

Il programma generale ha previsto mercoledì 2 ottobre la cerimonia d’apertura dei festeggiamenti, con poi giochi in cortile, sport di varie discipline e tipologie (anche per diversamente abili), laboratori d’arte, la cena giovanile e l’adorazione eucaristica.

Giovedì 3, oltre ai laboratori ludico-ricreativi, cui è prevista la partecipazione di Polizia di Stato e Vigili del Fuoco, nel pomeriggio ha avuto luogo una tavola rotonda condotta dal Cinecircolo Giovanile Socio-culturale “Dorico”, sul tema “125: le radici e i nuovi semi”, con la proiezione di un cortometraggio di Davide Vassallo il cui protagonista è Tarik, un ragazzo che ha svolto il Servizio Civile in Oratorio. All’evento hanno preso parte varie autorità civili e del Terzo Settore.

Venerdì 4 ottobre, invece, dopo i giochi in oratorio e l’esibizione della squadra di calcio cittadina, l’SSC Ancona, ha avuto luogo la Veglia Diocesana per i Migranti, con la presenza dell’Arcivescovo Mons. Angelo Spina, e un tempo di riflessione e preghiera sulle sfide legate alla migrazione. La serata è stata accompagnata da una cena etnica, per assaporare piatti provenienti da diverse culture, e lo spettacolo giovanile a tema “Il Sogno dei Nove Anni”, ispirato alla visione di Don Bosco del 1824.

“Il nostro oratorio si è fatto casa che accoglie e abbraccia i giovani al di là della cultura o religione di origine e ha offerto a tutti un’esperienza di famiglia – ha affermato da parte sua don Giampiero De Nardi, Direttore della comunità salesiana di Ancona –. Abbiamo voluto condividere queste tre giornate di festa e bellezza e riaprire le porte dell’oratorio al cuore della nostra comunità, offrendo ai ragazzi la possibilità di scoprire nuovi orizzonti, di vivere esperienze che altrimenti non avrebbero incontrato, e di crescere insieme, tra sport, amicizia e impegno”.

L’ultimo atto della festa è stato vissuto domenica 6 ottobre, con la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Martoglio, che nel corso della celebrazione ha anche consegnato il mandato a tutti gli operatori pastorali. Nel corso della celebrazione, anche con riferimento alla liturgia del giorno, è stato sottolineato il valore della famiglia, e del ruolo che la comunità cristiana può svolgere per essere “famiglia per chi non ha famiglia”. “Nell’oratorio c’è l’amore di Dio che attende, accoglie, ascolta e abbraccia. Lì i giovani sono attesi dal suo amore. Lì ritrovano vita e speranza” è stato ricordato.

Per questo l’invito del Vicario del Rettor Maggiore a tutti i presenti è stato quello di vivere “un anno di servizio, per far prendere coscienza a tanti giovani di essere amati”.

La prima pietra dell’opera salesiana fu posta ad Ancona nel 1899, quando la città iniziava ad estendersi verso la stazione ferroviaria. Allora posta in aperta campagna, ora si trova al centro di uno dei quartieri più multietnici della città. L’oratorio accoglie oggi più di 600 bambini e ragazzi, seguiti da 120 volontari, che si alternano nelle attività didattiche e formative, da cinque sacerdoti e un coadiutore.

Italia Centrale – Soggiorno Proposta: 40 anni e non sentirli…

Dal sito dei Salesiani dell’Italia Centrale.

***

Sabato 28 settembre 2024 ha preso il via l’anno di festeggiamenti per il 40° anniversario del Soggiorno Proposta APS, un’associazione di promozione sociale fondata a Ortona dal salesiano Don Luigi Giovannoni. Il convegno “Un approdo per i nuovi sentieri” ha dato ufficialmente il via agli eventi celebrativi, offrendo uno spazio di riflessione e testimonianza sui valori che hanno guidato l’associazione per quattro decenni.

Fondato nel 1985 grazie alla donazione del terreno ai Salesiani don Bosco, da parte della nobildonna “Donna Mira”, il Soggiorno Proposta si dedica da sempre al recupero e alla riabilitazione di giovani che affrontano gravi difficoltà, come tossicodipendenza, alcolismo e altre forme di dipendenza, incluse le nuove sfide legate al gioco patologico, internet e le “nuove droghe”. Ma non si limita solo a questo: l’associazione si rivolge anche a ragazzi con problemi legali, psicologici e relazionali, ponendosi come un punto di riferimento per coloro che hanno vissuto situazioni di emarginazione e disorientamento sociale.

L’opera di Soggiorno Proposta va oltre la semplice assistenza. In linea con i principi salesiani e la visione del suo fondatore Don Giovannoni, l’associazione ha sempre perseguito un approccio integrato, con attività che combinano prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale. La sua missione principale è quella di restituire dignità e prospettive a giovani spesso considerati “perduti”, offrendo loro un percorso strutturato e attento sia alla dimensione educativa che terapeutica. Il centro si distingue per un impegno continuo in ambiti psico-sociali, umanitari e scolastico-professionali, offrendo progetti di formazione e aggiornamento per operatori e volontari, oltre a sviluppare programmi di ricerca e pubblicazione volti a sensibilizzare e prevenire il disagio giovanile. Il Soggiorno Proposta si occupa anche della promozione di attività lavorative a scopo terapeutico, collaborando con diverse realtà produttive locali.

L’associazione ha costruito negli anni una solida rete di collaborazioni con altre organizzazioni a livello regionale, nazionale e internazionale, aderendo a organismi come il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (C.N.C.A.) e la Federazione Salesiani per il Sociale (S.C.S.-C.N.O.S.). Il suo operato è riconosciuto dalle istituzioni, come dimostra l’iscrizione all’Albo degli Enti Ausiliari della Regione Abruzzo e il riconoscimento da parte del Ministero di Grazia e Giustizia come Comunità Terapeutica idonea all’affidamento in prova al servizio sociale.

Nel pomeriggio del 28 settembre, alle 16.30, ha preso via il convegno, con un toccante racconto accompagnato da immagini e narrato da Antonio Tucci. Il suo intervento ha ripercorso la storia del Soggiorno Proposta, intrecciando emozione e memoria nel ricordo delle sfide affrontate e dei traguardi raggiunti. A seguire, si sono tenuti i saluti istituzionali di don Carmine Miccoli, vicario episcopale della diocesi di Lanciano-Ortona, don Daniele Merlini, vicario dell’ispettore salesiano dell’Italia Centrale, e don Daniele Pusti, attuale presidente del Soggiorno Proposta. Questi interventi hanno evidenziato il ruolo cruciale che l’associazione ha giocato nel tessuto sociale della comunità locale, offrendo supporto e speranza a giovani con problematiche di dipendenza e marginalità.  Uno dei momenti più significativi è stato l’intervento di Don Gigi Giovannoni, fondatore dell’opera, che ha condiviso la sua esperienza insieme al Signor Gaetano, primo collaboratore del centro di accoglienza e figura chiave nella sua crescita. Le loro parole hanno rievocato i primi passi mossi dall’associazione, nata con l’intento di offrire un luogo sicuro e di speranza a giovani in difficoltà.

Nel corso della giornata, educatori e ragazzi che hanno attraversato il percorso del Soggiorno Proposta negli anni hanno condiviso le loro storie e il loro cammino di rinascita. Il contributo di Mons. Gaetano Galbusera, vescovo emerito di Pucallpa (Perú) ed ex superiore dell’Ispettoria Salesiana Adriatica, ha arricchito ulteriormente il quadro di una comunità che ha saputo coniugare accoglienza e formazione.

Il futuro del Soggiorno Proposta è stato al centro degli interventi finali. Valentina Toro, Anna Recchia, Antonio La Monica e Pierluca Moro hanno illustrato i progetti in fase di sviluppo, sottolineando come l’associazione continui a rispondere alle sfide del presente e a lavorare per una società più inclusiva e solidale. Le attività del centro spaziano dalla prevenzione alla cura e riabilitazione di giovani con dipendenze, oltre che al loro reinserimento sociale, in un’ottica di promozione della partecipazione civile e del volontariato. La serata, presentata da Patrizio Marino, è stata animata dalle note del gruppo West&Coast, che ha visto la partecipazione di alcuni giovani che hanno vissuto una parte della loro vita all’interno del Soggiorno Proposta. La musica ha chiuso in bellezza una giornata carica di emozioni, segnando il primo passo di un anno di celebrazioni che si prospetta ricco di incontri e iniziative.

Il Soggiorno Proposta, da quarant’anni, continua a essere un punto di riferimento per giovani che vivono situazioni di difficoltà, operando in nome della solidarietà, dell’educazione e della rinascita personale.

Guarda il sito della ICC

Salesiani Olbia, presentata indagine sociologica territoriale sulle condizioni di vita dei giovani e degli adolescenti.

Dal sito dell’Italia Centrale.

***

Mattinata importante quella di venerdì 20 settembre per la Comunità Olbiese che ha visto riunite nell’Aula Magna UNIOLBIA di via Porto Romano le Istituzioni Politiche, Scolastiche, Religiose, Sanitarie e l’Associazionismo al fine di mettere a fuoco i risultati definitivi di un’indagine territoriale svolta a Olbia –Tempio Pausania.

L’indagine sociologica è stata resa possibile grazie al coinvolgimento di più soggetti promotori, come l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Olbia con l’Assessora Prof.ssa Simonetta Lai,  l’Istituto Euromediterraneo con il suo Direttore Don Giorgio Diana, la Parrocchia di San Ponziano Papa Martire con il Parroco Don Alessandro Fadda dei Salesiani Don Bosco, il Laboratorio di Statistica applicata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con i professori Giancarlo Cursi e Emiliano Sironi.

Il Presidente del Consorzio UNIOlbia, professor Carlo Carta, ha aperto i lavori alla presenza di personalità di spicco della città di Olbia e di Tempio, come Don Gianni Sini, il Vicesindaco di Tempio Pausania, Annapaola Aisoni, i Dirigenti Scolastici, i Docenti e le scolaresche coinvolte nella ricerca.

L’indagine ha analizzato la condizione di vita dei giovani e degli adolescenti, partendo dalla somministrazione di questionari agli alunni delle Scuole Medie di I e II Grado di Olbia e di Tempio Pausania e indagando su vari temi, quali le convinzioni e il sistema dei valori dei giovani e degli adolescenti, le relazioni familiari, il benessere soggettivo, le figure di riferimento, la religiosità, la scuola, il tempo libero, gli ideali, l’orientamento alla legalità.

I risultati della ricerca, illustrati attraverso slides e grafici, hanno fotografato una realtà giovanile molto legata alla famiglia, in particolare alla figura materna e ai nonni, sebbene emerga fra gli adulti un senso di difficoltà comunicativa in progress con i giovani, man mano che questi ultimi crescono. Dal loro canto i giovani comunicano molto bene tra loro in forma diretta, sia attraverso strumenti formali che informali. In molti ragazzi si registrano tuttavia sentimenti di rabbia e frustrazione che possono determinare due comportamenti che gli operatori dei servizi per il disagio giovanile colgono in forma massiccia sia nel consumo delle sostanze da sballo sia nei casi di depressione o autolesione. E molte sono le vicende che la cronaca ci rimanda. Se le situazioni di depressione o di autolesionismo non sono assistite e intercettate in tempo opportuno, possono condurre a gesti estremi.

Ultimamente si rileva un’apertura delle ragazze ad un consumo significativo di alcool, nonché la disponibilità di tutti a un grande consumo di sostanze cosiddette droghe leggere che alcuni esperti sostengono essere configurate per indurre dipendenza. Ne consegue che personalità in costruzione, come quella degli adolescenti, possano facilmente divenirne dipendenti. Le famiglie, che costituiscono per i giovani il cardine della propria esistenza, investono molto sui loro figli, infondendo fiducia e dando supporto per la loro realizzazione. Le ragazze, rispetto ai loro coetanei, si distinguono per il successo scolastico e per il comportamento molto esigente che manifestano nei confronti del contesto che le circonda.

In generale i giovani nutrono poca fiducia negli adulti, infatti sia nelle rilevazioni effettuate nelle Scuole Medie sia nelle Superiori emergono dati che confermano scarsa fiducia negli insegnanti, negli educatori, nei parroci. Resta invece alta la fiducia negli amici e nella famiglia, mentre risulta essere scarsa anche la fiducia in se stessi, a sottolineare che nell’adolescenza incontriamo personalità non ancora definite, in fieri, fragili, che spesso cercano sicurezza, in modo speculare, in un leader forte.

Per i giovani rimane importantissima la famiglia, poi l’amicizia, la parità di genere e l’uguaglianza sociale. Risultano essere disamorati della politica, poco religiosi e disimpegnati nel volontariato. Loro obiettivi precipui si rivelano essere il successo personale, la parità di genere e l’autorealizzazione. Nell’autorealizzazione i giovani contemplano anche la formazione di una famiglia con due figli.

A conclusione dei lavori, data l’importanza della ricerca e della ricaduta sulla società, le Istituzioni presenti hanno auspicato continuità di collaborazione al fine dell’individuazione di luoghi sani di aggregazione, di strategie e soluzioni di contrasto al malessere giovanile.

Gabriella Torrito

Italia – Sorgenti di Speranza al Meeting MGS 2024

Dall’agenzia ANS.

***

Roma, Italia – settembre 2024 – Dal 6 al 7 Settembre 2024, nell’oratorio salesiano dell’opera Don Bosco a Cinecittà, si è svolto il Meeting MGS che ha visto coinvolti più di 600 giovani provenienti da tutto il territorio MGS Italia Centrale. Sui passi della proposta pastorale “Attesi dal Suo amore, gioiosi nella Speranza”, sono state proposte le attività per tutte le fasce di età: Biennio, Triennio e Giovani adulti. Per entrare nel vivo della proposta pastorale, il Biennio e il Triennio hanno partecipato a giochi e attività ricchi di allegria e formazione. Per i giovani adulti, invece, si è svolta una tavola rotonda come occasione per confrontarsi sul tema della Speranza. Il sabato, tutti i partecipanti hanno preso parte alle “Sorgenti di Speranza”, un momento dedicato al confronto con il vissuto di vari testimoni nella loro esperienza di Speranza su alcune tematiche particolari, concludendo poi con un momento di condivisione tra case. Il Meeting MGS si è chiuso con la Celebrazione Eucaristica presieduta dal nuovo Ispettore dell’ICC don Roberto Colameo, il saluto dell’Ispettrice FMA Suor Gabriella Garofoli e l’invio dei nuovi incarichi di segreteria e animazione pastorale. Seguendo l’esempio di Don Bosco, e per iniziare ad essere insieme delle vere sorgenti di Speranza, i giovani hanno deciso di devolvere la cifra destinata ai loro gadget all’oratorio Don Bosco di Alessandria D’Egitto, andando a finanziare le attività oratoriane annuali di 10 bambini.

Italia – Lupi e agnelli a Civitanova: un’opera d’arte

Dall’agenzia ANS.

***

Civitanova Marche, Italia – settembre 2024 – In occasione dei duecento anni dal celebre “sogno dei nove anni” di Giovannino Bosco, la Comunità Educativa Pastorale di Civitanova Marche (con la Parrocchia San Marone e l’Oratorio San Domenico Savio) ha scelto di celebrare questo importante anniversario con la creazione di un murales, posto sopra la tettoia d’ingresso all’oratorio, che evidenzia l’importanza di quel sogno non rimasto tale, ma diventato realtà, oggi viva più che mai. L’opera d’arte è stata commissionata al progetto “Vedo a Colori – Museo di arte urbana”, con la direzione di Giulio Vesprini, che ha selezionato l’artista parmense Rise The Cat. Il murales rappresenta il carisma educativo di don Bosco e la vitalità di quel sogno incastonato come perla preziosa all’inizio della sua missione educativa e pastorale. Nel murales, tra le varie immagini, si può scorgere il percorso del sogno dei Becchi: dalla famosa scena dei lupi e degli agnelli, si passa a una visione contemporanea dell’oratorio, in cui don Bosco, circondato da giovani, esprime la felicità e l’armonia tipiche della vita nel nostro cortile oratoriano. Lateralmente appaiono la basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco e il santuario di San Marone di Civitanova, che si collegano idealmente alle case popolari e all’Oratorio, cuore della nostra CEP.

Italia Centrale, insediamento del nuovo ispettore e assemblea ispettoriale

Il 30 agosto si è aperta, con la Celebrazione Eucaristica, l’Assemblea Ispettoriale dei Salesiani dell’Italia Centrale, appuntamento tradizionale di tutte le Comunità Educativo Pastorali della Circoscrizione Salesiana Sacro Cuore, con la quale alla fine di agosto si dà l’avvio all’anno educativo pastorale, che non poteva che essere centrato sul tema giubilare “La Speranza non delude”.

Presieduta da don Juan Carlos Perez Godoy, Consigliere Regionale per la Regione Mediterranea, l’Eucarestia ha visto la professione di fede di don Roberto Colameo, all’inizio del suo servizio come Superiore della Circoscrizione. «Mantieni la tua vivacità, mantieni la comunione profonda con il Rettor Maggiore e con il Papa, costruisci la fraternità della comunità ispettoriale», ha ripetuto don Juan Carlos durante l’omelia, descrivendo il compito dell’ispettore e rassicurandolo – al tempo stesso – di non aver visto nessun vassoio pronto a ricevere la sua testa, a differenza di quella di Giovanni Battista, richiesta dalla figlia di Erodiade, nel brano odierno del Vangelo. Ma ben più in profondità – ricordava ancora il Regionale – c’è una promessa, che conclude il testo del profeta Geremia e ne caratterizza l’esistenza: «io sono con te per salvarti!», una rassicurazione forte anche per il nuovo ispettore.

Numerosissima la presenza di confratelli accorsi da tutte le regioni della Circoscrizione, insieme ai laici, responsabili dei Consigli delle CEP, giovani del Movimento Giovanile Salesiano, salesiani cooperatori, ex-allievi e membri della Famiglia Salesiana. Fraterna e numerosa anche la partecipazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice di entrambe le ispettorie che insistono sul territorio dell’ICC, con la vicinanza di suor Elide Degiovanni, ispettrice della ILS e di suor Gabriella Garofoli, ispettrice della IRO, che insieme ai salesiani progettano e sognano a vari livelli l’animazione, l’educazione e la pastorale giovanile per i giovani questo ampio territorio. Alla celebrazione hanno anche assistito mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare di Roma, settore est e mons. Giuseppe Mani, arcivescovo emerito di Cagliari.

Vissuto con grande partecipazione, infine, il momento dei ringraziamenti. Don Stefano Aspettati, al termine del suo mandato, ha ringraziato «per questi sei anni di cammino, di grande crescita per me, per la mia fede, per la mia capacità di ascolto», augurando al suo successore di fare esperienza forte di ascolto e di paternità. Don Roberto, a sua volta, ha condiviso con l’assemblea la sua emozione e il suo desiderio di mettersi totalmente a servizio dei confratelli e di tutta la grande comunità ispettoriale dell’ICC.

Vai al sito ICC