MGS Piemonte e Valle d’Aosta: pellegrinaggio in Puglia 2024

Torna per le ragazze e i ragazzi dalla terza superiore terminata ai 26 anni dell’Ispettoria del Piemonte e Valle d’Aosta la possibilità di partecipare al Pellegrinaggio MGS la prossima estate, meta di quest’anno: la Puglia.

Con il tema “Costruttori di pace“, il percorso si estenderà da domenica 11 agosto a venerdì 16 agosto 2024.

Diverse le tappe in programma:

  • Una tappa veloce scendendo, per la Santa Messa
  • Lecce: visita alla città e approfondimento sul tema della pace
  • Alessano: confronto con la figura di don Tonino Bello, nel suo paese natale
  • S. Maria di Leuca: Santa Messa nel punto più a Sud della Puglia, dove i 2 mari si incontrano
  • Brindisi: incontro con il giovane Matteo Farina (verso la beatificazione)
  • Bari: testimoni sul tema della legalità
  • Colle don Bosco: nel 200° del sogno, ci uniremo coi giovani del SYM mondiale

Si dormirà nelle case salesiane di Lecce e Bari, in saloni e palestre (portare ognuno il proprio materassino/sacco a pelo).

Il viaggio sarà in bus, con partenza al mattino presto da Valdocco e ritorno nel tardo pomeriggio del 15 agosto.

L’arrivo al Colle Don Bosco, tappa conclusiva, è previsto al mattino del 16 agosto. Lì i ragazzi parteciperanno alla S. Messa al termine del SYM Day nel bicentenario del sogno. Dopo pranzo, il rientro a casa.

Costi e pagamenti

  • Quota totale: 300 € tutto compreso
  • 1° Caparra: 100 €, da versare entro il 24 maggio
  • Saldo: entro il 3 luglio

I pagamenti avvengono come casa, non come singoli. La causale indicherà il numero di quote per le quali si invia il pagamento.

L’IBAN a cui inviare i pagamenti è:

  • IT63O0569601000000001110X54
  • Banca Popolare di Sondrio (BIC POSOIT22XXX)
  • Intestato a: CIRCOSCRIZIONE MARIA AUSILIATRICE PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
  • Causale: Puglia_casa_n. quote (esempio: Puglia_Foglizzo_n. 5)

Nei prossimi giorni sarà disponibile il link alle iscrizioni.

Per info:

Torino, Barriera Oggi: cercasi ragazzi per rendere il quartiere una Comunità

In partenza la prossima fase del progetto “Barriera Oggi. Un quartiere che si fa Comunità“: la creazione di un gruppo di ragazze e ragazzi disposti a mettersi in gioco per formarsi e così dare forma ad un nuovo protagonismo per il quartiere.

L’intervento rappresenta una prima importante concretizzazione del Patto della Comunità Territoriale “GenerAzioni in Barriera, firmato e condiviso con la comunità durante l’evento del 28 gennaio.

Il progetto si propone di costituire una comunità educativa territoriale (CET) che lavorerà alla definizione di un Patto Educativo tra i partner, valorizzando le pregresse esperienze di collaborazione.

Call To Action

Rivolta ai giovani tra i 18 e 25 anni e li vedrà coinvolti in un percorso formativo gratuito nei mesi di maggio-giugno 2024.

I partecipanti svilupperanno competenze relative al community building, alle tecniche di ricerca territoriale e allo sviluppo del proprio capitale umano. Tali competenze sono spendibili efficacemente nel proprio progetto di vita, con potenziale impatto positivo anche in ambito lavorativo.

Mission

Ascoltare il territorio e dar voce e spazio ai ragazzi e alle ragazze di Barriera, decidendo insieme nuove forme e azioni per prendersi cura della Comunità.

Per fare ciò, a seguito di questa prima fase formativa, i giovani partecipanti potranno vivere esperienze di coinvolgimento attivo sul territorio nel periodo estivo e, con l’inizio del nuovo anno scolastico, di attivazione di percorsi che rendano protagonisti a loro volta i ragazzi incontrati sul territorio.

Il progetto prevede il coinvolgimento della rete di attori legati alla CET, quali l’Oratorio Salesiano Michele Rua, la Parrocchia San Domenico Savio, la Biblioteca Civica Primo Levi, la libreria “il Ponte sulla Dora”, le Associazioni Auxilium Monterosa, Vertigimn e Inventori di Sogni Aps, l’Università IUSTO, l’Istituto Comprensivo Bobbio-Novaro, Salesiani Per il Sociale di Piemonte e Valle d’Aosta, AGS per il Territorio e On Impresa Sociale.

Per iscrizioni compila il form disponibile A QUESTO LINK.

Per saperne di più:

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Crocetta: conferimento dei ministeri del lettorato e dell’accolitato a 30 confratelli di 17 nazionalità

Dal sito comunità Salesiana della Crocetta.

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Sabato 6 aprile 2024, nella settimana dell’ottava di Pasqua, la comunità Salesiana della Crocetta ha celebrato il conferimento dei ministeri del lettorato e dell’accolitato a 30 confratelli studenti che nella nostra casa si stanno preparando al presbiterato.

I nostri auguri dunque ai nuovi lettori:

  • Alessio Moretto
  • Fabio Aroldi
  • Michele Reolon (Italia),
  • Angelo Ferreira (Timor Est)
  • Celestino Domingos
  • Pedro Mario Alberto (Angola)
  • Dominik Honek
  • Jakub Honek (Rep. Ceca)
  • François Manirumva
  • Hakizimana Pierre Celestin (Rwanda)
  • Iosif Tulbure (Romania)
  • Marko Mihoković
  • Miroslav Lovrić (Croazia)
  • Mikhail Vishneuski (Bielorussia)
  • Kivita Tomas (Lituania)
  • Domonkos Tóth (Ungheria)

Auguri infine anche ai nuovi accoliti:

  • Alessandro Piccoli
  • Andrea Dancelli
  • Fabio Viscardi
  • Andrea Festa
  • Antonino Mazara
  • Giorgio Ramundo (Italia)
  • Balasz Sivadò (Ungheria)
  • Ekene-Maria Adizue (Nigeria)
  • Faraz Masih (Pakistan)
  • Freymoe Win
  • John Phyo Thura (Myanmar)
  • Nikolai Chirkov (Russia)
  • Volodymir Basarab (Ucraina)
  • Samuel Kafumbu (Congo)

A tutti un ricordo nella preghiera è un augurio per questo nuovo servizio alla Chiesa!

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Un patto aperto per la comunità del quartiere Barriera di Milano della città Torino

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Dopo il sopralluogo dello scorso luglio all’oratorio salesiano “Michele Rua”, la Quarta Commissione Consiliare, presieduta da Vincenzo Camarda, ha nuovamente incontrato il Direttore dell’oratorio, don Stefano Mondin, intervenuto a Palazzo Civico per presentare il progetto “Barriera oggi. Il quartiere diventa comunità”, finanziato da un bando per le comunità educanti.

“Si tratta di un’iniziativa nata per sviluppare le comunità educanti – ha affermato don Stefano Mondin – grazie a una progettualità biennale iniziata a luglio 2023, in partenariato con altri enti, che ha portato a un ‘Patto’ presentato al territorio a gennaio 2024”.

Come spiegato da Francesca Maurizio, del Comitato Salesiani per il Sociale Piemonte, “il progetto intende consolidare i rapporti tra gli enti coinvolti e aprirsi a nuove collaborazioni, ampliando e integrando la comunità del quartiere, per costruire un presidio permanente per un’educazione formale e informale che parte dal basso: un’ecosistema di apprendimento e inclusione che dia vita a una ‘Cet’, una comunità educante territoriale, chiamata GenerAzioni in Barriera”.

“Da ottobre a oggi – ha aggiunto don Mondin – sono passati in oratorio più di mille ragazze e ragazzi e molti altri ne arriveranno quando verrà riqualificata l’ex bocciofila di fronte all’oratorio Michele Rua”.

Sono tante le attività e i servizi erogati, come laboratori di falegnameria, robotica e videomaking. Presto verrà anche realizzata un’innovativa aula di scienze, grazie a una partnership con “Lavazza”. Vengono offerte opportunità di formazione professionale e di avviamento al lavoro, grazie anche alla collaborazione con diverse aziende e al coinvolgimento di Api Torino.

“Il progetto Barriera Oggi – ha precisato Alessandro Cutrupi – nasce per coinvolgere i giovani del quartiere e farli diventare attivatori di comunità, sempre accompagnati da equipe educative, per favorire il protagonismo di ragazzi e ragazze, in particolare di due fasce di età: 6-14 e 15/19 anni. Per fare in modo – ha proseguito – che la comunità risponda ai suoi stessi bisogni, ascoltando e facendo dialogare le diverse generazioni che abitano il territorio, partendo da valori condivisi e dalle relazioni, ma con un patto aperto a tutti e tutte”.

Nel dibattito in Commissione, con esponenti di diversi partiti, Ivana Garione ha chiesto approfondimenti sulle modalità di “aggancio” delle nuove generazioni, sempre connesse a smartphone e realtà “virtuali”; Amalia Santiangeli su ruoli e servizi erogati; Luca Pidello sull’attivazione del protagonismo giovanile e sull’avviamento al lavoro; Anna Borasi sui modelli culturali e di consumo vissuti dai giovani, sulle fragilità e sul coinvolgimento delle imprese; Sara Diena sull’utilizzo e l’ascolto di volontari e volontarie; Vincenzo Camarda sull’integrazione multiculturale delle diverse generazioni, sulla formazione professionale e sulle collaborazioni con Circoscrizione e Comune di Torino.

“Il rilancio del territorio – ha concluso Camarda – può avvenire soltanto grazie a politiche sociali: non bastano forze dell’ordine e riqualificazione degli spazi urbani”.

Massimiliano Quirico
“CittAgorà”, periodico del Consiglio comunale di Torino

 

Labs To Future: l’intervento di don Stefano Aspettati, Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato di Emarginazione e Disagio

Martedì 5 marzo 2024 si è tenuto l’evento conclusivo del progetto Labs to Learn: “Labs To Future: Il percorso – I risultati – Le sfide“.

L’appuntamento, che ha occupato gli ambienti di Torino-Valdocco per tutta la mattinata, ha visto alternarsi oltre 30 relatori alla presenza di più di 300 ragazzi delle scuole aderenti al progetto.

Disponibile di seguito l’intervento di don Stefano Aspettati, Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato di Emarginazione e Disagio, all’interno del panel di approfondimento “La comunità educante tra apprendimento ed inclusione. Cosa serve, cosa manca.“.

Don Stefano nel suo intervento ha parlato del ruolo dell’oratorio salesiano:

L’oratorio è una realtà per sua natura dinamica essendo non in prima istanza un luogo ma un criterio. Una casa, una parrocchia, un cortile ed una scuola. Questa fa si che non ci possa essere una modalità ed una struttura fissa. Non può essere solo un luogo dove si offrono dei servizi: deve mantenere la sua caratteristica di informalità e di comunità, che prima di essere una rete occorre che parta dall’interno.

Una comunità che deve saper mettere al centro i giovani ed il loro protagonismo, in dialogo ed inserita in una comunità più vasta. Un oratorio che non può rinunciare alla sua proposta religiosa e che non può ridursi ad agenzia di servizi educativi e sociali.

Ha inoltre evidenziato l’importanza per le istituzioni di riconoscere la professionalità e il lavoro presenti negli oratori:

Portare un senso ed aprire le porte dell’interiorità anche ai giovani più in difficoltà è un dovere non solo una possibilità. Il bene va fatto bene e questo passa inesorabilmente attraverso una professionalità, che deve essere riconosciuta dalle istituzioni.

Il progetto Labs To Learn è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è nato con l’intento di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa, incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni.

Labs To Learn

Labs To Future: l’evento finale del progetto Labs To Learn a Valdocco

Martedì 5 marzo 2024 si è tenuto l’evento conclusivo del progetto Labs to Learn: “Labs To Future: Il percorso – I risultati – Le sfide“.

Il progetto è stato selezionato dall’impresa sociale “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile ed è nato con l’intento di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa, incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni.

L’appuntamento, che ha occupato gli ambienti di Torino-Valdocco per tutta la mattinata, ha visto alternarsi oltre 30 relatori alla presenza di più di 300 ragazzi delle scuole aderenti al progetto.

La parte iniziale della mattinata ha visto tutti i presenti riuniti nel Teatro Grande Valdocco, dove ad avviare le attività è stato don Leonardo Mancini, Ispettore dei Salesiani del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania, che nel suo intervento ha citato due frasi di don Bosco che rappresentano l’intento del progetto:

“Si otterrà più con una parola di incoraggiamento che dia fiducia ai cuori dei ragazzi che con molti rimproveri i quali non fanno che inquietare.”

“Il lavoro è un’arma potente contro i nemici dell’anima.”

I saluti istituzionali sono continuati con gli interventi dell’Assessore alle Politiche Sociali della Regione Piemonte Maurizio Marrone, dell’Assessora alle Politiche Educative e Giovanili della Città di Torino Carlotta Salerno, il Dirigente tecnico Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte Céline Micheletti e Gabriele Moroni, Portavoce del Forum Terzo Settore Piemonte.

A seguire il Direttore dell’Oratorio Salesiano Michele Rua don Stefano Mondin ha parlato delle origini del progetto Labs To Learn, ed è stato svolto un focus sulle 4 azioni del progetto:

  • Maker Lab, laboratori attrezzati per “imparare facendo” attraverso processi di apprendimento esperienziale e induttivo ad integrazione della didattica.
  • Metodo di Studio laboratorio didattico di rinforzo delle competenze cognitive, comportamentali ed affettive/motivazionali per lo studio.
  • Work Lab, laboratorio di formazione e accompagnamento al lavoro attraverso un percorso pre-professionalizzante e flessibile.
  • Community Lab, percorsi di attivazione di comunità e generatività sociale: patti educativi, reti di prossimità.

“Il progetto collega Scuola ed Extrascuola in una formazione più orientata sul fare e comprendere, per far scoprire al ragazzo o alla ragazza la propria dignità, un qualcosa che sappia generare a sua volta qualcosa di bello.”

-Don Stefano Mondin

Dopo una breve pausa caffè offerta dagli studenti del CNOS-FAP e la visita agli stand Maker Lab dove i ragazzi hanno coinvolto i presenti nelle loro attività, gli ospiti si sono spostati in Sala Sangalli per il panel di approfondimento “La comunità educante tra apprendimento ed inclusione. Cosa serve, cosa manca.“.

Moderato da don Alberto Goia, Presidente di AGS Per il Territorio e Delegato della Pastorale Giovanile ICP, ha visto gli interventi di don Stefano Aspettati (Superiore dei Salesiani dell’Italia Centrale e Delegato Emarginazione e Disagio), Marzia Sica (Responsabile obiettivo persone della Fondazione Compagnia di San Paolo), Enrica Pejrolo (Dirigente Formazione Professionale Regione Piemonte), e Marco Rossi Doria (Presidente dell’impresa sociale Con i Bambini).

I ragazzi sono stati invece occupati con un Edugame di educazione civica a cura di Egidio Carlomagno, Coop ET.

L’evento si è concluso alle ore 13.00 con il ricordo a don Domenico Ricca, lo storico cappellano del carcere minorile cittadino «Ferrante Aporti» deceduto sabato 2 marzo.

Sono disponibili i quaderni di lavoro e il toolkit del progetto per educatori, docenti, psicologi, formatori e tutti gli operatori che lavorano con i minori in progetti educativi, formativi e didattici di contrasto alla dispersione scolastica e promozione dell’inclusione sociale.

Frutto dell’esperienza maturata e della riflessione formativa che hanno permesso di elaborare i principi e le metodologie della prassi educativa di Labs to Learn, gli strumenti di lavoro sono raggiungibili CLICCANDO QUI.

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Torino, Basilica Maria Ausiliatrice: programma celebrazioni Solennità di San Giovanni Bosco 2024

In occasione della Festa di San Giovanni bosco del prossimo 31 gennaio e nell’anniversario dei “200 anni dal Sogno dei 9 anni“, la Basilica Maria Ausiliatrice presenta il programma completo delle celebrazioni per la Solennità del Santo dei giovani.

Mercoledì 24 gennaio | Festa di San Francesco di Sales

Ore 18.30: Concelebrazione Eucaristica | Presiede il Card. Don Ángel Fernández Ártime, Rettor Maggiore

Sabato 27 gennaio 2024 | Concerto in onore di don Bosco

Ore 21.00: Orchestra Filarmonica del Liceo Cavour – Torino, SCOPRI DI PIÙ.

Martedì 30 gennaio 2024

Ore 17.00: Santo Rosario animato dalle FMA | Presiede don Vincenzo Trotta, Vicerettore

Ore 18.00: Messa Vespertina | Presiede Mons. Alessandro Giraudo, Vescovo Ausiliare di Torino

Ore 19.00: Primi Vespri | Presiede don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

Ore 20.30: Veglia a don Bosco animata dai novizi salesiani

Mercoledì 31 gennaio 2024 | Solennità di San Giovanni Bosco

Ore 07.00: Messa per il popolo | Presiede don Michele Viviano, Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice

Ore 08.00: Messa per i religiosi | Presiede P. Michele Roselli, Vicario Episcopale per la formazione nella Diocesi di Torino e Susa

Ore 09.30: Messa per i ragazzi/e delle scuole salesiane di Torino-Valdocco | Presiede don Leonardo Mancini, Ispettore del Piemonte e della Valle d’Aosta

Ore 11.00: Messa per il popolo | Presiede Sua Ecc. Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino e Susa, anima i canti la Corale della Basilica

Ore 15.00: Benedizione dei ragazzi/e all’altare di don Bosco | Presiede don Guido Dutto, Parroco

Ore 16.00: Adorazione e Secondi Vespri | Presiede don Michele Viviano, Rettore

Ore 17.00: Messa per il popolo | Presiede don Pio Luigi Ciotti, Fondatore del Gruppo Abele e dell’Associazione Libera

Ore 18.30: Messa per il Movimento Giovanile Salesiano | Presiede don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore dei salesiani

Ore 21.00: Messa con il Sermig | Presiede don Andrea Bisacchi, con la presenza di Ernesto Olivero

Venerdì 2 Febbraio 2024 | Giornata della Vita Consacrata

Ore 18.30: Concelebrazione Eucaristica | Presiede Padre Ugo Pozzoli, Vicario Episcopale per la Vita Religiosa

Mostra sul sogno dei 9 anni esposta in Basilica fino al 31 gennaio 2024.

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“Il sogno che fa sognare”: la lettura critico-storica di don Francesco Motto, Direttore Emerito dell’Istituto Storico Salesiano

Dall’agenzia ANS.

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Un’autentica chiamata di Dio fatta nel 1824 a un bambino e raccontata cinquant’anni dopo, con il linguaggio della maturità, quasi un copione riassuntivo di un’esistenza tutta spesa per le nuove generazioni nel nome di Gesù e di Maria.

Visto da uno storico, il “sogno dei nove anni” di don Giovanni Bosco ha i contorni del fatto vero e la potenza evocativa di una pagina letteraria.

La sera di lunedì 22 gennaio, lo ha spiegato a Torino, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice, don Francesco Motto, SDB, Direttore emerito dell’Istituto Storico Salesiano (ISS), e autore di numerosi libri e ricerche.

L’incontro è stato introdotto e concluso dal Rettore della Basilica, don Michele Viviano, ed è stato moderato dal giornalista Alberto Chiara, caporedattore di Famiglia Cristiana.

Don Motto, nella sua relazione puntuale e documentata, ha citato testimoni, scritti e interpretazioni.

“Non si trattò di un sogno unico – ha concluso –: riapparve, con varianti anche significative, vent’anni dopo all’inizio della sua missione sacerdotale (1844) e ancora successivamente, fino al 1887, al momento della celebrazione davanti al quadro di Maria Ausiliatrice nella chiesa del Sacro Cuore a Roma, quando, a pochi mesi dalla morte, scoppiò a piangere vedendo avverarsi le ultime parole della ‘donna di maestoso aspetto’ del sogno: ‘A suo tempo tutto comprenderai’. Si tratta dunque di un complesso di sogni-visioni disseminati lungo la sua vita”.

Di quel sogno, oggi, rimane l’eredità sempre attuale: l’impegno verso i giovani, tutti, ma soprattutto quelli alle prese con difficoltà pratiche, morali o spirituali; il metodo preventivo, tuttora valido, intessuto di “mansuetudine” e di “carità”; e una fede che si trasmette più con l’esempio che con verbosi discorsi.

Per quanti volessero rivivere la serata con don Motto, il video della diretta resta sempre disponibile sul canale YouTube della basilica.

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“Il sogno che fa sognare”: la lettura teologica di don Bozzolo, Rettore Magnifico dell’UPS

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – Il secondo appuntamento nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino-Valdocco sul Sogno dei Nove Anni di Don Bosco, in relazione alla Strenna 2024 del Rettor Maggiore, ha proposto lunedì 15 gennaio 2024, l’approfondimento teologico di don Andrea Bozzolo, Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma.

Come atteso, questa rilettura del momento fondante del carisma salesiano ha fornito, all’ampio uditorio presente e a quello collegato in streaming, gli elementi che mostrano l’ancoraggio pieno dell’esperienza del piccolo Giovannino alla tradizione biblica e all’annuncio del Vangelo. Una via originale, quella percorsa dal Rettore Magnifico dell’UPS, per allargare lo sguardo oltre il “programma” educativo del Padre e Maestro dei Giovani – evidente al primo approccio – ed entrare nel cuore della sua spiritualità.

L’incontro, desiderato e organizzato dal Rettore della Basilica, don Michele Viviano, è stato aperto dalla visione delle sequenze del film di Leandro Castellani “Don Bosco” (realizzato nel 1988, a cento anni dalla morte del santo) nelle quali Pio IX chiede al prete di Torino, ancora incerto sulla sua strada, di individuare il momento fondante della sua esperienza. Siamo nel 1858, Don Bosco riscopre con l’aiuto del Papa il nucleo della chiamata per lui, avvenuta nel linguaggio del sogno, quando si stava affacciando alla vita e l’interrogativo che portava con sé era: “Che cosa farò da grande?”.

Il fondatore dei salesiani impiegherà molto tempo a rispettare la richiesta di Pio IX di mettere nero su bianco la memoria di quell’evento così intimo: le reazioni – quando l’aveva raccontato al mattino in famiglia – erano state tra l’ironico e il perplesso: i fratelli prefigurarono un lavoro da mandriano o da capo di una banda di malfattori, la nonna suggerì di non dare peso ai sogni; solo Mamma Margherita intravide il germe di una chiamata al sacerdozio. Lo stesso Giovannino propese per considerarlo una fantasia da cui non farsi condizionare.

Nella sua attività non “userà” esplicitamente quel sogno per attirare i giovani a Valdocco o per delineare il metodo dell’accoglienza, ma continuerà a custodirlo nel cuore. Solo nel 1874, seduto alla scrivania, risponderà al Papa ricostruendo gli elementi di quella che – solo al termine della vita, nell’Eucarestia ultima che celebrerà nella Basilica del Sacro Cuore a Roma, davanti all’immagine di Maria Ausiliatrice – comprenderà essere sarà stata una chiamata personale straordinaria.

È questa la chiave disponibile per rileggere la biografia di questo “fondatore”, pareggiabile a Benedetto da Norcia, a Francesco d’Assisi, a Domenico di Guzman, a Ignazio di Loyola. Con un compito adeguato ai tempi della Storia e della Chiesa: quello della riconducibilità di ogni giovane a un cammino di avvicinamento a Dio, fino a toccare le vette della santità, in una società percorsa dalla teorizzazione della lontananza da Lui come valore apparente di libertà.

Il “caso” di san Domenico Savio – giovane chierichetto di Don Bosco, desideroso di accostarsi al sacramento dell’Eucarestia prima dei tempi allora previsti dalla prassi cattolica – richiamato da una domanda dei presenti, ha dato al relatore l’opportunità di sottolineare quanto la valutazione che dovettero fare i presbiteri, chiamati a dare una risposta, corrispondesse all’invito di Gesù agli apostoli di considerare i piccoli un modello per accogliere il Regno.

C’è una perfetta aderenza teologica del “Sogno dei Nove Anni” alla tradizione ebraica e cristiana: la stessa “via” del sogno è stata seguita da Dio per rivolgersi a Giacobbe e ai patriarchi; e poi a Maria di Nazareth, a Giuseppe, a Paolo di Tarso. È una modalità che non assicura certezze, se non la possibilità di capire retrospettivamente la portata della sollecitazione ricevuta dallo Spirito.

Anche perché questi “sogni” affidano responsabilità immani, che la persona non potrebbe mai accettare se si rendesse conto della loro consistenza. Sono vere sfide alla ragionevolezza e alla concretezza. Sono progetti “impossibili”, ha rimarcato don Bozzolo, ma proprio per questo vengono affidati a persone che hanno fiducia in di Dio. “Tu lo farai possibile” venne risposto a un Giovanni Bosco che, ancora sognante, non aveva perso il senso della realtà e intendeva sapere “come” sarebbe avvenuta la metamorfosi dei lupi in agnelli.

La risposta nel sogno, e nella realtà della fede, è la mano di Colei – alla quale Mamma Margherita ha insegnato a rivolgersi nella preghiera – che si appoggia sulla spalla del ragazzo: la “signora” non dà risposta, non dà istruzioni o raccomandazioni; ma assicura la sua vicinanza, la sua benevolenza, la sua protezione. È quanto basta per lanciarsi nella sequela di Cristo, senza aspettarsi di avere tutto chiaro. Paradossalmente, ha spiegato il relatore, più luce si riceve più ci si trova nel buio: il discepolo può far strada solo camminando. È una “scommessa” che ha fondamento nella resurrezione di Gesù, ossia nel fatto che ha lasciato traccia della vittoria sulla morte, l’impossibile più estremo.

Il sogno si conclude fra le lacrime: di paura? di gioia? Intanto si sente come pestato. Giovannino domanda ai suoi interlocutori “chi siete?” e non ha risposta. La mamma gli aveva insegnato a chiedere, agli sconosciuti che incontrava, chi fossero. Ma il loro nome non viene detto. È stato così per Abramo, così per Mosè quando sono stati raggiunti dalla Parola: Dio non ha un nome che possiamo conoscere. Quando proviamo a citarlo possiamo solo balbettare qualche consonante. Se è questa la matrice comune all’esperienza dei Nove Anni, si è di fronte a una santità che attraversa tutto il tempo, ad un’opera che supera le contingenze.

Mentre si contempla questo episodio mistico, sorge la domanda – che una giovane ha posto alla conclusione dell’incontro nella Casa di Maria a Valdocco: “Come riconoscere la trascendenza nella nostra esperienza?”. “La vita è abitata da una chiamata” ha risposto il relatore, “ciò che ci sta intorno non è uno spettacolo. La vita di ciascuno è destinata agli altri, ogni vita è strutturalmente una chiamata. È qualcosa che ci appartiene anche se non l’abbiamo messa noi dentro di noi. Per questa ragione dobbiamo dare spazio alla Parola di Dio perché possa emergere ed essere compresa”.

Questa contemplazione trova un valido ausilio nel libro che a conclusione dell’incontro è stato messo a disposizione dei presenti, e che si trova in libreria: “Il sogno dei nove anni – Lettura teologica” scritto dallo stesso don Bozzolo, edito e tradotto in più lingue dalla Libreria Ateneo Salesiano.

Antonio R. Labanca

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La Voce e il Tempo – Rebaudengo, un corso al lavoro per giovani rifugiati

Da La Voce e il Tempo.

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Lo scorso novembre, presso il CNOS-FAP Rebaudengo di Torino, ha preso il via un corso di formazione professionale per giovani rifugiati in collaborazione con l’Unione industriale di Biella e con la Croce Rossa italiana.

Si tratta di un progetto che in primo luogo vuole rispondere alla necessità di reperire lavoratori nel settore meccanico-tessile, che negli ultimi anni vive una crisi di produzione dovuta, primariamente, alla mancanza di manodopera connessa alle richieste – spesso troppo selettive – delle aziende.

Il progetto è coordinato dai tre partner sopra citati, che si occupano ciascuno di un aspetto specifico: il CNOS-FAP della parte di formazione, l’Unione Industriale di Biella della selezione delle aziende interessate e la Croce Rossa dell’individuazione delle persone da inserire nel progetto.

Tutti gli allievi infatti (15 in totale) provengono dal Campo migranti Fenoglio di Settimo, gestito dalla Croce Rossa, e hanno un’età compresa tra i 20 e i 40 anni.

Il corso prevede 120 ore di formazione professionale in ambito meccanico tessile, che hanno preso il via a dicembre, a cui si sommeranno le ore dedicate al corso sulla sicurezza e, infine, da gennaio un accompagnamento all’inserimento abitativo e lavorativo nella città di Biella seguito da un responsabile messo a disposizione dall’Unione Industriale.

«Finora», spiega Agostino Albo, direttore del centro di formazione professionale Rebaudengo, «non abbiamo registrato alcuna assenza da parte degli allievi; c’è una forte motivazione e volontà di portare a termine il percorso»

Non si tratta di un progetto isolato: l’anno scorso sempre al Rebaudengo si è svolto un corso simile rivolto ad immigrati nell’ambito della carrozzeria: su 14 allievi ad oggi tutti hanno trovato occupazione.

L’obiettivo ultimo di questo progetto, oltre che rispondere ad una richiesta di lavoratori specializzati nel settore di riferimento (in questo caso quello meccanico-tessile), si inserisce in quella che è una delle mission della formazione professionale salesiana, ossia formare gruppi di persone inoccupate, che per svariate motivazioni legate al loro status non riescono a trovare un’occupazione stabile, fornendogli una specializzazione e accompagnandoli nell’inserimento lavorativo.

Fondamentale l’impegno della Croce Rossa del Campo Fenoglio che monitora con attenzione l’andamento dell’attività, le presenze e, tra le altre cose, ha fornito l’abbonamento ai mezzi pubblici degli allievi per agevolare gli spostamenti.

La Voce e il Tempo