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Salesiani Livorno, il teatro che era la casa di tutti ora resta in silenzio

Sul quotidiano Il Tirreno di oggi, a firma di Cristiana Grasso, un articolo racconta il mezzo secolo di storia del cinema teatro dei Salesiani di Livorno, tra lo stop dovuto alla pandemia e i piani per il futuro.

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Il cinema-teatro dei Salesiani, quartiere Colline, programmazione per famiglie che ha accompagnato generazioni di livornesi, ha oltre mezzo secolo, una vita lunga, fatta anche di battaglie, di crisi ma di molti successi, sempre vicino alla gente, sempre luogo cult che, pur alla periferia del centro “spettacolare” della città, è riuscito a mantenere un appeal tutto suo per tutti questi anni. Dal 1957, quando fu inaugurato il nuovo salone-teatro, nei locali dell’oratorio. Negli ultimi anni il cinema-teatro aveva ripreso a funzionare alla grande, con coordinatore volontario e direttore artistico Rosario Rino Pizzonia: ovviamente teatro e cinema, festival di danza e di musica. Poi ecco che è arrivata la pandemia e là dove c’erano colori, pubblico, tante iniziative, da un anno è il deserto, salve un breve intervallo che ha
permesso almeno di portare avanti il cineforum e qualche evento in streaming. La pandemia ha colto anche il Teatro dei Salesiani con una ricca stagione da terminare: “Il cinema per tutta la famiglia” che era una chicca del weekend, il cineforum del giovedì con oltre 200 abbonati, la rassegna di danza “Salesiani e dintorni” dedicata al centenario di Amedeo Modigliani. E poi spettacoli teatrali, musicali e saggi di fine anno delle scuole di danza. Tutto cancellato. «Le
proiezioni del cinema per tutta la famiglia sono andate purtroppo perse così come la rassegna di danza (è stata realizzata solo la prima serata il 28 febbraio, su cinque in programma). Annullati tutti li spettacoli teatrali, musicali e i saggi delle scuole di danza. Queste ultime più di tanti altri settori hanno subito il completo fermo delle attività dell’insegnamento che ha loro causato una grave situazione economica e moralmente difficile nello stare vicino, nel miglior modo possibile, ai propri allievi che chiedono di poter tornare al più presto in sala e sul palco» racconta Pizzonia. Un po’ sullo streaming comunque il Teatro dei Salesiani ha puntato…

«Questa alternativa – spiega Pizzonia – comporta comunque la presenza di artisti in scena a contatto tra di loro, con relative problematiche inerenti al covid .Abbiamo però voluto provare questa esperienza collaborando con l’organizzazione del “Livorno Calling” unico evento musicale in dicembre collegato anche alla raccolta di generi alimentari destinati alle famiglie livornesi in difficolta. Ed è stata una bellissima iniziativa». Insomma i Salesiani non sono stati un anno con le mani in mano: «A settembre e ottobre abbiamo terminato il cineforum del giovedì , portando le proiezioni di ogni singolo film a tre serate in modo da dare accesso al pubblico col dovuto distanziamento e rispettando così le normative anti-covid in vigore. Abbiamo collaborato col la messa in scena di tre eventi musicali : “Letto 23” memorial dedicato alla cantante Azzurra Lorenzini il concorso canoro nazionale per cantautori ed interpreti di brani inediti e editi “Memorial Claudio Pelissero” e ” Una Voce per domani”» racconta il direttore artistico. Come vi siete tenuti in contatto con il vostro pubblico? «Intanto con gli eventi culturali in streaming, “L’ora di ricreazione… educativa” con la partecipazione dell’assessore al sociale Andrea Raspanti e Don Emanuele De Maria e “L’arte di educare a tutto campo” con la partecipazione di Cristina Grieco dirigente scolastico, Emanuele Gamba direttore del Goldoni, Nicola Marovelli allenatore di pallacanestro giovanile, Don Stefano Casu dell’oratorio Salesiani don Bosco, Luca Bracci animatore salesiano. E poi i nostri spettatori, attraverso i social e whatsapp ci hanno espresso solidarietà spronandoci a tenere duro nella speranza di poter ripartire al più presto».

Qual è la difficoltà più grande che state incontrando? «Abbiamo ricevuto dal governo i il contributo riservato alle sale cinematografiche grazie al quale abbiamo potuto far fronte parzialmente alle spese fisse di gestione del 2020 avendo perso il 90 per cento delle entrate. Ci auguriamo di ottenere un secondo aiuto per il 2021 altrimenti ci troveremo in grave difficoltà. Oltre alle nostre molteplici attività in genere diamo in uso la sala anche per spettacoli, saggi di danza, serate di beneficenza al fine di poter sostenere tutte le spese di gestione. Tutte entrate che sono venute a mancare».

Cosa vedete nel futuro? Siete ottimisti? «Certo dobbiamo essere sempre ottimisti e sperare in una ripartenza delle attività artistiche e culturali perché le nostre finalità salesiane hanno come unico scopo il bene dei nostri giovani, adulti e anziani che rappresentano il nostro futuro il presente e la nostra storia». Se i teatri riapriranno, a fine marzo o dopo Pasqua, voi ci sarete comunque, anche con le limitazioni? «L’idea di ripartire con il teatro ci sarebbe. Certo ridurre il pubblico al 25 per cento della capienza rende complessa l’organizzazione di vari eventi, stiamo valutando un sistema misto in presenza e in streaming. Per quanto riguarda il cinema, visto la scarsa disponibilità dei film in uscita speriamo di ripartire a settembre. Il nostro sogno? Un impianto di climatizzazione per rendere più confortevole la nostra sala, e riaprire la storica arena estiva cinematografica chiusa negli anni ’80. Al fine di lavorare tutto l’anno».