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Italia – Educare al cuore di Napoli: celebrati i 90 anni di presenza dei Salesiani nel quartiere Doganella

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Napoli) – Il “Don Bosco di Napoli ha dato vita all’evento per celebrare un anniversario di grande importanza: i 90 anni dall’arrivo dei Salesiani nel quartiere periferico della Doganella. Sotto il titolo di “EDUCARE AL CUORE DI NAPOLI, da 90 anni sulla via (di) Don Bosco“, la commemorazione ha preso vita nella splendida cornice del teatro di corte del Palazzo Reale di Napoli nella giornata di martedì 26 marzo.

Da quasi un secolo, i Salesiani rappresentano un faro educativo e spirituale per i giovani della città partenopea, specialmente per coloro che avevano meno opportunità.

Don Fabio Bellino, Direttore del “Don Bosco”, all’inizio della serata ha espresso il senso dell’evento in due parole: MEMORIA e FUTURO, quindi non solo ricordare l’arrivo dei Salesiani e le decine di migliaia di ragazzi che hanno trovato un’occasione di riscatto, ma anche rilanciare con rinnovato impegno la missione educativa al cuore di Napoli, perché come ci ha insegnato Don Bosco: “l’educazione è cosa di cuore“.

L’evento ha assunto un carattere ancor più coinvolgente grazie alla presenza dell’attrice Maria Bolignano, che con maestria ha condotto la serata. Ma i protagonisti indiscussi dell’evento sono stati i ragazzi dell’oratorio del “Don Bosco” e del Rione Amicizia che, attraverso performance teatrali, hanno trasportato il pubblico in un viaggio emozionante attraverso la storia dei Salesiani a Napoli e la storia di Don Bosco. Ogni ragazzo, dal più piccolo al più grande, ha dato il meglio di sé, trasmettendo gioia, senso di appartenenza e l’importanza di far parte di una comunità così unita e affiatata.

Presenti, all’evento, anche molti rappresentanti delle istituzioni, tra cui:

  • Il Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, che ha affrontato il tema dell’impegno delle istituzioni e del terzo settore per migliorare le condizioni dei giovani nelle periferie della città;
  • L’Assessore all’Istruzione e alle Famiglie del Comune di Napoli, Maura Striano, la quale ha evidenziato i progetti messi in atto per contrastare la dispersione scolastica, sottolineando l’importanza della collaborazione per il futuro delle giovani generazioni;
  • L’Assessore alla Formazione Professionale della Regione Campania, Armida Filippelli, che ha illustrato le iniziative per favorire l’inserimento dei giovani nei percorsi di istruzione e formazione professionale;
  • Il Superiore dell’Ispettoria Salesiana Meridionale, don Gianpaolo Roma, il quale ha condiviso il valore del sogno nella filosofia salesiana;
  • Il Responsabile del “Patto Educativo” della Diocesi di Napoli, don Federico Battaglia, che ha spiegato come il “Patto” vada reso concreto con l’azione educativa quotidiana nei territori.

Infine, la testimonianza emozionante di Diego Vitagliano, storico oratoriano e pizzaiolo di grande successo, ha aggiunto un tocco di nostalgia e gioia alla serata, evidenziando il profondo impatto che l’esperienza oratoriana può dare al corso della propria vita.

Una serata, dunque, in cui i giovani sono stati posti al centro, incarnando il valore della missione educativa che continua a permeare il tessuto sociale di Napoli attraverso l’oratorio, la formazione professionale, le comunità famiglia, i progetti territoriali, lo sport educativo.

Un ringraziamento speciale è andato agli educatori per la totale dedizione e alle persone e le Istituzioni presenti che hanno reso possibile questa indimenticabile giornata.

Il “Don Bosco” di Napoli è presente anche sulle reti sociali, su Facebook e Instagram.

Dal 18 maggio celebrazioni con la presenza dei fedeli

Pubblichiamo l’articolo di Vatican News in cui si riporta la notizia della firma del protocollo per riaprire le celebrazioni alla presenza dei fedeli.

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Gabriella Ceraso – Città del Vaticano

“Ciascuno ha fatto la propria parte con responsabilità”. Così il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha commentato la firma, questa mattina a Palazzo Chigi, del Protocollo che dà il via libera alla ripresa delle celebrazioni con la presenza del popolo a partire dal 18 maggio, ribadendo l’impegno della Chiesa a contribuire al superamento della crisi in atto. Il testo  – fa sapere la Conferenza episcopale italiana – giunge a conclusione di un percorso che ha visto la collaborazione tra i vescovi, il Presidente del Consiglio, il Ministro dell’Interno – nello specifico il Prefetto del Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione, Michele di Bari, e il Capo di Gabinetto, Alessandro Goracci – e il Comitato Tecnico-Scientifico.

Nel rispetto della normativa sanitaria disposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, il Protocollo indica alcune misure da ottemperare con cura, concernenti l’accesso ai luoghi di culto in occasione di celebrazioni liturgiche; l’igienizzazione dei luoghi e degli oggetti; le attenzioni da osservare nelle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti; la comunicazione da predisporre per i fedeli, nonché alcuni suggerimenti generali. Queste misure- ha spiegato il premier Conte – esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura.

Nello specifico si parla di accessi ai luoghi di culto ordinati e contingentati con l’aiuto dei volontari, e di presenze di fedeli  ammessi solo con l’uso di mascherine e rispettando le distanze di sicurezza per “almeno un metro laterale e frontale”. A coloro che presentano sintomi influenzali/respiratori, con febbre uguale o superiore ai 37,5 gradi o che sono state in contatto con persone affette da coronavirus, è vietato l’ingresso ai luoghi di culto. Ingressi e uscite dovranno essere quanto più possibile distinti e si dovranno prevedere luoghi appositi per l’accesso dei disabili. Gli ambienti saranno igienizzati al termine di ogni cerimonia così come tutti gli oggetti utilizzati. Vuote le acquasantiere e omesso lo scambio del gesto di pace. Per i riti della Comunione sono richiesti al celebrante l’igienizzazione delle mani e l’uso di guanti e mascherina, vietato venir in contatto con le mani dei fedeli.

Per ragioni di sicurezza sanitaria è ridotta al minimo la presenza di concelebranti e Ministri, è omesso il coro come la presenza di sussidi per il canto o altro, mentre è prevista la possibilità della presenza di un organista.

Le regole valgono per tutti i tipi di celebrazione oltre quella Eucaristica. Nello specifico il Protocollo fa riferimento anche al sacramento della Penitenza da svolgersi solo in luoghi ampi e areati e il rinvio della celebrazione del sacramento della Confermazione.

Ove il luogo non sia idoneo al rispetto di queste norme  – che devono essere affisse all’ingresso delle Chiese insieme al numero dei fedeli ammessi in base alla capienza massima del luogo – l’Ordinario può valutare la possibilità di celebrare all’aperto.

Nel predisporre il testo si è puntato – spia la Cei – a tenere unite le esigenze di tutela della salute pubblica con indicazioni accessibili e fruibili da ogni comunità ecclesiale. Il Protocollo – firmato dal dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese – entrerà in vigore da lunedì 18 maggio 2020. Dal governo il grazie alla Conferenza episcopale  per il sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese”. “Fin dall’inizio – ha affermato il Ministro Lamorgese – abbiamo lavorato per giungere a questo Protocollo : il lavoro fatto insieme ha dato un ottimo risultato. Analogo impegno abbiamo assunto anche con le altre Confessioni religiose”.

Scarica il decreto