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Introduzione al dossier “Giovani e riconciliazione. Alla riscoperta del quarto sacramento”

Da NPG, di don Rossano Sala.

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Da sempre il Giubileo ha avuto a che fare in maniera particolare con la grazia del perdono, e quindi con la remissione dei debiti e dei peccati, con la misericordia divina e la riconciliazione umana. Per questo è un’occasione unica per riscoprire il senso, la rilevanza e la pratica della confessione sacramentale per i giovani. Il tema è quanto mai dimenticato – non solo in ambito giovanile, perché anche nella pastorale generale della Chiesa è poco considerato – e il sacramento assai poco praticato.
È questo quindi il momento giusto di riprendere in mano il tutto con passione, serietà e lungimiranza. È un dato di fatto che i giovani sono assetati di riconciliazione: con loro stessi, con gli altri, con il creato e, non ultimo, con Dio. D’altra parte la soluzione adeguata alla frammentazione che abita nel cuore dell’uomo, e in particolare quello di tanti giovani, può essere solo un cammino di riconciliazione, che ha da sempre nel quarto sacramento la sua fonte e il suo culmine.
Ricordo nitidamente che frère Alois Löser, nel 2018 ancora priore di Taizé, in un dialogo personale durante una pausa nei lavori del Sinodo sui giovani, mi disse che l’esperienza originaria di Taizé non era legata direttamente ai giovani, ma nacque come desiderio ecumenico di riconciliazione tra diverse confessioni cristiane dolorosamente divise. Che poi l’esperienza divenne a forte carattere giovanile per lui era la naturale conseguenza rispetto al fatto che i giovani sono da sempre alla ricerca di pace e riconciliazione. Beni che di questi tempi diventano sempre più rari e ricercati.

Il presente Dossier è organizzato in quattro passaggi logici e una conclusione, che formano un insieme coerente e completo.
1. Si parte con uno sguardo al dono del Giubileo che, conformemente alla sua identità, è occasione privilegiata per riscoprire il senso e il valore della riconciliazione. Soprattutto per farne esperienza attraverso le tre forme con cui si caratterizza l’Anno Santo: il pellegrinaggio verso Roma, l’attraversamento della Porta Santa e la confessione sacramentale.
2. Si passa per poi per un breve affondo sulla condizione giovanile attuale. Premettendo che Dio è presente nella vita dei giovani – è questa una nostra convinzione radicale e radicata – è altrettanto importante cogliere la loro situazione concreta attraverso gli studi e le ricerche che ne illuminano i dinamismi e le fragilità, le speranze e le risorse.
3. Si arriva, in un terzo passaggio, a riprendere le parole del Sinodo sui giovani a proposito del quarto sacramento. In tutti i momenti del Sinodo dedicato ai giovani sono presenti accenni e approfondimenti sulla confessione dei giovani e sui dinamismi necessari per renderla efficace in ordine al loro cammino di fede, di cui la pastorale giovanile da sempre si fa carico.
4. Vengono poi offerti ai lettori – in particolare a coloro che hanno ricevuto il dono di esercitare questo ministero, alcuni orientamenti e suggerimenti per la celebrazione della confessione sacramentale dei giovani, perché sia davvero un’esperienza in cui la grazia di Dio trovi un ambiente efficace per esprimere al meglio la propria efficacia salvifica, rigenerante ed entusiasmante.
Si conclude, infine, con un breve accenno alla confessione del sacerdote. È un punto finale tanto importante, perché il ministro della riconciliazione non solo deve invitare i suoi penitenti alla santità, ma è chiamato egli stesso a riformarsi continuamente, conformandosi sempre di più al Signore Gesù.