Articoli

Il percorso formativo del “Gruppo Samuele”

di Marcello Scarpa

Nell’attuale società liquida, caratterizzata da scelte provvisorie e reversibili, incertezza del futuro e ristrettezza di orizzonti progettuali, non è facile proporre ai giovani né la ricerca di una forma di vita “solida” intorno a cui imperniare la propria esistenza, né parlare di “vocazione”, una parola che evoca l’esigenza di impegni definitivi che limitano la libertà della persona. Eppure, nonostante le intemperie dell’attuale cultura postmoderna, il termine “vocazione” non è estraneo al background culturale dei giovani d’oggi. Essi, infatti, sentendosi chiamati a prendere delle decisioni in ambito professionale, sociale, politico e affettivo, sono alla ricerca di una direzione da assegnare alla propria vita, di qualcuno con cui confrontarsi sul proprio futuro. Pertanto, è doveroso accompagnare i giovani nella ricerca della propria “vocazione”, ovvero del modo di collocarsi nel mondo con l’originalità e la specificità della propria esistenza.
Lungo il corso della storia ecclesiale il concetto di vocazione ha conosciuto differenti modalità di comprensione. Il Concilio Vaticano II ha recuperato il significato biblico della vocazione, Dio non solo ha creato l’uomo, ma l’ha pensato e amato sin dall’eternità, assegnandogli un nome preciso con il quale lo chiama ad entrare in comunione con Lui «per collaborare alla trasformazione del mondo» (CV 178); in tal senso, ogni vita umana ha un orizzonte vocazionale in rapporto a Dio. Al dato originario che la vita è vocazione, bisogna aggiungere un secondo elemento, il “come” rispondere alla vocazione della vita. Il cardinale Martini, che nell’anno pastorale 1990-1991 iniziò con alcuni giovani dai 17 ai 25 anni l’esperienza del Gruppo Samuele, spiegò loro che il senso della vocazione consisteva nell’«orientare la libertà verso la realizzazione del progetto di Dio sul mondo, per quella parte che mi riguarda». Nei suoi quarant’anni di storia, il Gruppo Samuele è stato insieme un cammino di grazia e libertà per molti giovani che, già familiari ad un annuncio minimale del Vangelo, «avvertivano il bisogno di un approfondimento serio della loro fede e la necessità di un itinerario concreto per scoprire la loro vocazione». Ancora oggi, «stupiscono la disponibilità dei giovani a intraprendere l’itinerario, la serietà e l’assiduità agli incontri mensili da novembre a giugno, la disponibilità a lasciarsi guidare dalla Parola del Signore in un discernimento reale della propria vita».